Affibbiare un'etichetta agli Akron/Family sarebbe un'impresa improba visto che si divertono a cambiare continuamente. C'è chi li definisce freak-folk, piuttosto citerei il bassista Miles Seaton il quale, in una intervista, dichiarò che l'obiettivo è quello di connettere i sogni e il cuore. Obiettivo centrato in questo disco che, dopo ripetuti ascolti, sottopone il cervello a uno stimolo continuo, a rincorrere l'intuizione, a decodificare le sensazioni e dare forma alle emozioni. Vi sentirete influenze dal Giappone e folk americano, un mix giubilante, psichedelico e vibrante, e quando il suono si fa sporco in un'esplosione di chitarre distorte e drumming forsennato la voce sottile del cantante sarà il perfetto bilanciamento. Un suono profondamente strano, ma mai alieno e respingente; anzi, vi spingerà a cercare le origini di questa "stranezza" dentro di voi. Cose dimenticate, cose sopite e, quando seguendo quelle note, le tirerete fuori, sarà un tripudio di fuochi d'artificio, scintille e cascate di lapilli. Non solo esplosioni, ma un guadagnato relax con le ultime tre canzoni in cui il trio di barbuti americani si abbandona a un suono gentile, cori e riverberi in lontananza, che ispirano natura e luce. Questo disco è musica che fa bene.