Il gioco è sempre stato presente nelle società umane così come, nel mondo animale, nella maggior parte dei gruppi sociali di mammiferi; per i “giovani” il gioco è utile per praticare e sperimentare in un ambiente sicuro future situazioni reali nel mondo “esterno”. Quando si dice “Tanto è solo un gioco” si afferma che non è necessario avere paura delle conseguenze finché si gioca e si seguono le regole del gioco. Ma ciò non vale per i videogiochi.
Dai primi timori serpeggianti nella società all’attivismo anti-videogiochi, dai primi anni Novanta a oggi, come la paura per questo medium è l’ennesima storia della necessità di un “nemico simbolico”, scarico di responsabilità dei propri fallimenti, paura del “diverso” e zero soluzioni al conflitto.
In una parola: panico morale.
Indice dei capitoli:
- #1 – Chi paura dei videogiochi?
- #2 – Night Trap
- #3 – Mortal Kombat
- #4 – La paura fa (anni) Novanta
- #5 – Phantasmagoria
- #6 – Simulatori di omicidi
- #7 – Doom(ed) generation
- #8 – L’attivismo anti-videogiochi
- #9 – Ponzio Pilato docet
- #10 – GTAttila, flagello diDDdio! [rev. 2]
- #11 – Ne uccide più il videogioco che il fucile?
- #12 – Grosso guaio a Vice City
- #13 – La dipendenza da videogiochi è una malattia
- #14 – Italia VS Rule of Rose