MAD World


When people run in circles it’s a very, very
Mad world, mad world

cit. Mad World (1982) di Tears for Fears

Cosa c’è di più assurdo delle dichiarazioni di primi ministri o presidenti di nazioni del paventato utilizzo dell’arsenale atomico pure essendo tutti consapevoli di dare inizio a una spirale di eventi che spazzerà via ogni forma di vita dalla faccia del pianeta?

La Storia è punteggiata di azioni disperate e folli; tuttavia, si tratta sempre di episodi circoscritti a un numero limitato di individui e sempre fallimentari nell’ottenere l’obiettivo di distruggere l’antagonista.

Durante la Seconda Guerra Mondiale gli attacchi suicidi dei piloti giapponesi sono l’esempio di distruzione totale appartenuto a una più ampia collettività di individui: circa tremila ottocento piloti giapponesi perirono senza ottenere un impatto significativo sul corso del conflitto nel Pacifico.

L’unico esempio di successo è raccontato nel Vecchio Testamento: Sansone fa crollare il Tempio di Dagon su di sé e sui nemici di Israele. «Muoia Sansone con tutti i Filistei» è una frase che è entrata nell’immaginario collettivo.

Sansone, in ebraico Shimshōn, significa “piccolo sole”. Un “piccolo sole” è nei racconti dei sopravvissuti delle esplosioni dell’atomica a Hiroshima e Nagasaki. Coincidenza o inquietante antica profezia?

I sostenitori della “storia alternativa” e complotti vari non esiteranno ad aderire alla seconda ipotesi, tuttavia il Vecchio Testamento non è esattamente una fonte storica attendibile, pertanto si può concludere che l’auto-distruzione di sé allo scopo di annichilire i propri avversari non è stata mai efficace.

Sul tema dei “kamikaze”, oggetto di tanta retorica di eroismo bellico e termine usato oggi impropriamente per gli attacchi terroristici, suggerisco la lettura di due libri, Vento divino e Samurai! di Saburo Sakai, l’asso dell’aviazione giapponese con il maggior numero di vittorie sopravvissuto alla guerra. Il film The Eternal Zero è l’interpretazione cinematografica più prossima all’impatto emotivo che riceverete dalla lettura dei libri.

All’evidente inutilità dell’estremo “rimedio” nella storia dei conflitti mondiali, la minaccia dell’utilizzo di ordigni nucleari è contraria a qualsiasi logica e, considerate le possibili conseguenze apocalittiche, inconcepibile.

MAD” è l’acronimo che nella strategia militare indica “Mutual assured destruction” (“distruzione mutua assicurata”) ovvero la teoria che un qualsiasi attacco con ordigni nucleari finirebbe per determinare la distruzione sia dell’attaccato sia dell’attaccante. L’acronimo “MAD” (“folle”) evidenzia l’assurdità di una simile politica strategica.

A partire dai primi anni Sessanta, con la costruzione del Muro di Berlino (1961) e la Crisi dei missili di Cuba (1962) fino alla metà degli anni Ottanta, l’ossessione di un mondo devastato da un olocausto nucleare è il tema o il sotto-testo di ampia letteratura e cinematografia.

Due anni dopo la Crisi dei missili di Cuba, nel 1964, un film riesce a rappresentare con straordinaria efficacia la follia della situazione, il sentimento collettivo di impotenza e rassegnazione sul rischio incombente di una guerra nucleare: Il dottor Stranamore (titolo originale: Dr. Strangelove or: How I Learned to Stop Worrying and Love the Bomb)

Momento “WTF”: a bordo di un B-52, prima di scatenare l’olocausto militare, si legge Playboy

Ispirato liberamente dal romanzo Red Alert di Peter George, il film è una commedia nera, sceneggiata dallo stesso produttore e regista, Stanley Kubrick, insieme a Terry Southern. Peter George viene citato come co-autore della sceneggiatura, ma non è ancora chiaro quale sia stato il suo effettivo coinvolgimento.

La drammaticità dell’olocausto nucleare spinge a essere raccontata in toni drammatici come nel film A prova d’errore (Fail-Safe) diretto da Sidney Lumet nelle sale lo stesso anno del film di Kubrick, tuttavia quest’ultimo preferisce utilizzare l’umorismo nero come reazione cinica e graffiante all’assurdità della “distruzione mutua assicurata”. I dialoghi surreali, la maestria di Peter Sellers nel ruolo di ben tre personaggi e un umorismo che raggela interpretano con efficacia il senso collettivo di impotenza e rassegnazione.

Peter Sellers si distingue per un’interpretazione magistrale di tre personaggi

L’umorismo nero è nei minimi dettagli: per esempio, nel fotogramma seguente, alle spalle del generale Jack D. Ripper, che trasmette ai bombardieri strategici B-52 l’ordine esecutivo del piano di attacco contro l’Unione Sovietica, il motto al di sopra dello stemma del Comando Strategico recita “Peace is our profession” (“La pace è la nostra professione”). Lo stesso nome del generale richiama quello di uno dei più famosi assassini seriali: Jack lo squartatore che in inglese è Jack the ripper. Il suono della pronuncia due nomi è infatti pressoché identico.

Il film è una miniera di situazioni e personaggi dalla conclamata follia e becera stupidità, è una geniale presa per i fondelli della cultura militare belligerante: lascia il segno nell’immaginario collettivo.

Alle spalle di Jack D. Ripper: “Peace is our profession” (“La pace è la nostra professione”)

Avendo vissuto la mia adolescenza negli anni Ottanta posso confermare che la tensione era palpabile: film come War Games e The Day After (entrambi del 1983) hanno lasciato il segno nella mia generazione, non perché fossero dei capolavori cinematografici, ma perché rappresentavano l’attualità e ne interpretavano efficacemente il comune sentire. La minaccia dell’olocausto nucleare era una costante ed era vissuta con rassegnazione.

Dancing with tears in my eyes

Living out a memory of a love that died

Sempre del 1984 la videoclip della canzone Dancing With Tears In My Eyes degli UltraVox, racconta di un’esplosione di una centrale nucleare: nel panico generale scatenato alla notizia dell’imminente esplosione del reattore, il protagonista torna a casa per trascorrere gli ultimi istanti di vita abbracciato alla sua amata. Sebbene l’origine dell’esplosione non sia bellica, descrive efficacemente gli ultimi struggenti momenti di tutta l’umanità in caso di attacco nucleare.

Se il perverso meccanismo si fosse messo in moto, infatti, niente e nessuno avrebbe potuto opporsi né tantomeno evitare le tragiche conseguenze. Un simile sistema basato sulla deterrenza non è scevro dall’errore o dalla follia, un corto-circuito nella comunicazione e dalla mancata disponibilità a collaborare tra Stati Uniti e Unione Sovietica ricadeva nell’ambito delle probabilità e, dopo il lancio dei missili, ogni possibilità di recupero impossibile.

Nel 1985 Sting canta Russians: il testo, tra un Mister Krushchev che proclama “Vi seppelliremo” e un Mister Reagan “Vi proteggeremo”, si chiede retoricamente se anche i russi amino i propri figli; vi si trova compassione in mezzo a tanta retorica di Stato, un punto di vista raramente sentito all’epoca. La canzone ha enorme successo e oggi torna prepotentemente di attualità.

La canzone diventa una sorta di “manifesto” occidentale contro la Guerra Fredda e la minaccia di conflitto nucleare, tuttavia ha un ampio debito di riconoscenza nei confronti della cultura russa.

La melodia della canzone, infatti, richiama senza ombra di dubbio il secondo movimento della suite sinfonica Il luogotenente Kize di Sergej Prokofiev, che a sua volta si ispira alla ballata Il colombo cinerino si lamenta notte e giorno di Ivan Dmitriev. Non nasce come suite sinfonica, ma come colonna sonora del film del 1934 di Aleksandr Michajlovič Fajncimmer, Il luogotenente Kize .

Il film si ispira al racconto Il sottotenente Summenzionato del 1928 dello scrittore e sceneggiatore Jurij Tynjanov e, mutatis mutandis, come Kubrick nel film Il dottor Stranamore, si prende gioco della burocrazia militare durante il regime autocratico dell’Imperatore Paolo I.

Il racconto è ambientato nell’anno 1800, ma l’assurdità della situazione, la stupidità dei militari e del capo di Stato, all’epoca l’imperatore di Russia, è analoga alla situazione attuale.

Letteratura, musica, cinema presentano legami e intrecci tra culture che invece dichiarano di sentirsi minacciate e per questo contrapposte per una sorta di artificio politico.

C’è qualcosa di assurdamente ridicolo e insieme terribilmente tragico in tutto questo.

When people run in circles it’s a very, very
Mad world, mad world

É un mondo folle.

Onda sonora consigliata: cover di Mad World dei Tears for Fears, interpretata da Gary Jules, parte della colonna sonora del film Donnie Darko (2001)

7 pensieri su “MAD World

      1. On the beach è tradotto in Italia come l’ultima spiaggia. Un film con un cast stellare del 1959. Narra di superstiti di una guerra nucleare di cui non si conoscono cause. Superstiti… ma che diamine: vedi se riesci a recuperarlo. È un film che, nonostante molte ingenuità, riesce ad essere attuale.
        Mentre lettere da un uomo morto è la risposta sovietica al the day after americano. Buona visione compadre! Y muchas gracias per il tuo a dir poco splendido articolo: amo Kubrick, amo il Dottor Strangelove!

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  1. concordo che la follia del mondo non ha limiti. Basta leggere la storia con attenzione. Il motto ‘muoia Sansone e tutti i filistei’ inquadra perfettamente la situazione attuale.
    Parli di film e di libri del passato ma questi sembrano la fotografi del mondo reale di oggi.
    Tutto questo è sconsolante. Film e testi distopici anziché rimanere nell’immaginario si sono trasformati in realtà con tutto il loro carico mortale.

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    1. Hai colto in pieno il paradosso che è il leit motiv di questo post. La cosa più assurda è che la contrapposizione è – come al solito – “politica”. Le culture per quanto diverse hanno legami e intrecci che dimostrano quanto sia artificiosa e strumentale a interessi economici. È la storia di tutte le guerre: il denaro e la brama di potere di pochi che non hanno alcuna remora a sacrificare i figli del popolo che dichiarano di volere proteggere.

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