Io e l’auto, soli, nella notte. Buio intorno. Scie di fari che t’illuminano per un attimo e poi ti lasciano nel buio dell’abitacolo, tu, la notte e l’auto. L’auto diventa la tua compagna, il motore la sua voce, sembra mormorarti qualcosa per tenerti sveglio, per farti compagnia. O sei tu che inventi questa storia per tenerti sveglio. All’automobile è attaccata la pelle…la tua e la sua (carrozzeria). E io e la BAV4 ce la siamo vista brutta un paio di volte in questi anni, eh? Mia cara, sì, dimmi , ti ascolto…
…Quante volte ti ho guidata via in notti come queste, io e te soli?
Tante sì .
Che dite? Sono pazzo. Parlo e sorrido a un’automobile? E chi se ne può accorgere? Guido solo nella notte. Fari, scie di luce, di nuovo ripiombo nel buio.
Alzo un po’ il volume dello stereo, c’è una canzone dei Coldplay che mi piace tanto, di quelle con la chitarra acustica. La chitarra acustica ….Ah! Quanto avrei voluto imparare a suonarla, ma nemmeno i due accordi di “A horse with no name” riuscivo a mettere insieme. Ah che mi fai ricordare, notti come queste, i falò sulla spiaggia, quella ragazza che mi piaceva da morire e invece, per la timidezza, mi veniva da scappare via. “Quella sua maglietta fina tanto stretta al punto che…” A me toccava immaginare proprio tutto, mentre il “chitarrista” che accompagnava il nostro coro ha visto cosa c’era sotto quella maglietta fina e… Vasco docet…Va be’….
Fari, scie di luce, poi di nuovo buio. C’è un buon’odore fuori.
Il vento attraverso il finestrino produce l’effetto delle pale di un elicottero. Towtowtowtow towtowtowtow.
Apro il finestrino opposto e il vento passa attraverso l’abitacolo senza fiatare, lasciando traccia solo sulla mia testa che ora deve assomigliare a un nido di rondine, in disordine. Ma la sensazione sa di buono. Quante volte, hai avvertito il senso di libertà che può darti solo il vento, scorrerti addosso, attraversarti.… passo la mano attraverso i capelli sconvolti con il riflesso condizionato di metterli in ordine, ma con il solito risultato di fare peggio.
Pazienza e, soprattutto, soddisfazione finché la capigliatura resiste.
Fari, scie di luce, poi di nuovo buio. Mi ritrovo a ondeggiare al suono di questa chitarra, il ritmo culla, la voce sussurra, sì è proprio quello che farò, lo so, sbaglio, non si guida così, ma canta ancora, ti prego. Spingo il tasto “Repeat”.
E scorrono tante sere come queste, alla guida di notte, fari, scie di luce, immersi nel silenzio di pensieri arruffati, come i capelli dal vento attraverso il finestrino. In queste serate, no grazie, niente aria condizionata. Fatemi sudare, fatemi respirare, fatemi sentire l’odore di questi pensieri e di queste memorie, portate dal vento che attraversa l’abitacolo mischiando quelli del lontanopassato con quelli del vicinopresente, se ne esce dall’altra parte, mi spettina i capelli e sparpaglia i pensieri, tanto che mi conviene procedere alla rinfusa pescando nella scala cronologica totalmente a caso. Passato e presente si annullano.
Fari, scie di luce e ancora buio. Serate di guida così, sudore e viaggi di ritorno. Quante serate d’estate così con mio papà, di ritorno a Napoli da Sabaudia: per papà ritorno al lavoro, per me ritorno allo studio a partire dall’esame di maturità fino agli esami universitari. Serate come queste, papà guidava tranquillo, si chiacchierava e qualche volta mi addormentavo con la bocca aperta. Ma tanto c’eri tu accanto a me… E forse, papà, avrai parlato anche tu con l’auto…con la Lancia Delta, blu Madras e tettuccio apribile…che goduria quel vento che entrava da lìssù…
Fari nella notte. Guido.
Io e l’auto, soli, nella notte. Buio intorno. Una canzone dei Coldplay, Sparks
Fari nella notte. Guido.
Io e l’auto, soli, nella notte. Buio intorno.
Sì, ho visto scintille.
Dedicato a tutti quelli…. ……. …. ….. ….. ….. …. ….. …. ….. ….. … … …lontani
Vai al testo e traduzione di “Sparks” in Parachutes di Coldplay
Vai al testo e traduzione di “Sparks” in Parachutes di Coldplay
Quelle sere in auto dove era dolce sognare, che riporta alla mente quei viaggi dove ti sentivi al sicuro. Dove il futuro era lontano, quando la campana di vetro ti faceva sentire protetto, non so se amato, riconosciuto. .. ma protetto Sì.
Compagna di notti alla ricerca di sé, della grande risposta, a perdere la mente nel buio, nel silenzio, nello scuotere dei moti che solo la musica sa fare. E ti senti di nuovo forte e disperato nella strada che percorri senza meta…
Scintille sopra di noi, in attesa che l’universo si schiuda: riparatore, ristoratore e consolatore.
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Il bello di sentirsi blogger e’ in questi commenti : in una tela dagli intrecci così fitti ed estesi tanto da poterli considerare uno spazio infinito, ritrovi un filo con alcuni. Un filo invisibile fino a che la condivisione e il coraggio di esprimere le emozioni lo rende visibile e puoi perfino toccarlo, sentirlo con le dita. Ecco questo mi succede con questo tuo commento che commento non è, bensì un prolungamento e completamento di qualcosa che è tra le mie righe, rimasto consapevolmente o involontariamente inespresso. Ognuno di noi ha tante storie “on the road”. Kerouac ne sarebbe felice. Grazie tiZ!
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…E anche il mio papà 🙂
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È più o meno così :
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Così vicino non importa quanto lontano
Non può essere troppo lontano dal cuore
Abbi sempre fiducia in chi siamo
E nient’altro ha importanza
tiZ sei un cecchino armato di musica e canzoni! 😉
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Ne sono felice 😉
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Il filo…
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A proposito di fili, dopo avere scritto questo pensiero con papà, è’ successo un altro miracolo: papà mi è venuto a trovare in sogno! Potentissimo. L’ho subito buttato giù sulla tastiera per inchiodarne la memoria. Devo riguardare come l’ho scritto. Segui il filo..Segui il filo…;)
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Veramente? Che bello che bello !!!
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Verissimo! Lo dovevo scrivere perché non riuscivo a raccontarlo, provavo a parlare e invece di parole, sgorgavano lacrime. Potente, devastante, bello. Spero di riuscire a renderlo così .
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Eccolo – per filo…e per segno – spero che la Musa mi sia stata vicina…
https://redbavon.wordpress.com/2016/05/09/sogno-felice/
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Vado subito! !
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Ripreso l’articolo. Descrivi molto bene l’effetto della guida, del silenzio, del tu-solo-con-l’auto-e-il-nulla-davanti. Perché c’è sempre il nulla davanti… il dietro, quello spazio fra il bagagliaio e l’infinito è pieno di tutti i pensieri.
Se vai abbastanza veloce, abbastanza lontano, abbastanza costante.. puoi persino distanziare tutti i pensieri, i ricordi e le preoccupazioni.
Ma ti raggiungono sempre. Sono veloci.
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Dici bene e né tutor né auto-velox sono tarati per rilevare il loro eccesso di velocità. Ma qualche volta capita che si schiantino.
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A volte sì. O perdono la traccia o ti sorpassano e non li trovi più.
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A volte è meglio non trovarli più o che non trovino loro te in certi momenti
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Concordo. Ecco perché si viaggia.
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