E3 2015: lettera d’amore (e fiele) a Nintendo.


Autori: Jaco72 e RedBavon

Digital-DementE3 2015 – Digital Event Nintendo. Come Nintendo è riuscita a buttare alle ortiche un anno di lavoro con produzioni esclusive ed entusiasmanti (anche in termini di vendite): sembrava la rinasciata della “Nintendo Difference”, E invece…attacco di demenza? Demenza ovvero “grave processo di deterioramento delle facoltà intellettive”. L’altra alternativa è che il Digital Event sia stato “curato” da Don Mattrick…

Nel bene o nel male, per un videogiocatore di vecchia data come me, parlare di videogiochi significa anche parlare un poco della vita stessa: mi hanno accompagnato, infatti, in maniera comunque non univoca o ossessiva, fino dall’infanzia.
Spensierati compagni di diversione nei momenti felici, a volte rifugio nei momenti più bui.
Erano mondi magici quelli dei primi videogiochi, vissuti con l’innocenza del bambino che li guardava e si perdeva in essi; mondi magici scevri da orpelli di effetti speciali mirabolanti e scimmiottanti Hollywood sempre più invasivamente presenti nel medium videoludico, bene accetti se non sostitutivi dei contenuti o semplice scorciatoia di crisi creativa.

In principio era tutto “ordinato”, immediatamente riconoscibile. Chi era cattivo lo era veramente, senza maschere a celarne la vera essenza. Non c’erano trucchi e non c’erano inganni , ma solo un mondo bidimensionale e un’ unica via, verso destra o l’alto, a seconda della direzione dello “scrolling”, per giungere allo “scontro finale”.

Ghosts 'n Goblins Boss finale
Chi è il buono? Chi è il cattivo?…Se non indovinate, prenotate un lettino dallo psicologo.

Noi, ovviamente eravamo “i buoni”, chi poteva dubitarne? Fermamente determinati a salvare per l’ennesima volta quella dannata principessa, che non smetteva di mettersi nei guai. Capricciosa e quasi irraggiungibile, metafora spesso della vita, dei sogni, di un futuro, incerto per sé, ma ancora più imprescrutabile a causa della mancanza di “mezzi” per intuirne, fosse anche UNA, una sola direzione: “Mario!! The princess is in another castle!!”

Nintendo oggi rappresenta, nella sua immobile e, a volte, irragionevole maniera di “costruire” i suoi videogiochi, l’ultimo sincero e puro baluardo di questa “gioiosa conformità”; per questo motivo, dopo l’E3 di quest’anno e il “Digital Event” di Nintendo mi sono sentito…tradito.
Pure essendo un giocatore multipiattaforma, amo Nintendo e i suoi giochi, di un amore speciale, dal quel Game & Watch che mi venne regalato da bambino.

Al netto delle “saghe” storiche, che pure ho vivamente apprezzato, i giochi rappresentativi davvero della “Nintendo Difference”, che hanno lasciato il segno nella mia lunga “carriera” di videogiocatore sono: Wave Race 64, Luigi`s Mansion, il primo Pikmin, il controverso Mario Sunshine e il recente Splatoon.

La delusione della fanbase storica in seguito al recente E3 non credo sia dovuta nè ai giochi presentati nè a quelli che effettivamente mancavano all’appello, ma principalmente al messaggio che è passato clamorosamente agli attenti occhi dell’utenza “stagionata”.

Negli ultimi anni, Nintendo – mi duole dirlo – si è resa protagonista dei peggiori casi di “menefreghismo” nei confronti della propria fanbase che a memoria si ricordi…A iniziare dalla Wii, unica conole “home” di Nintendo che categoricamente ho rifiutato di comprare, spacciata ai più per “innovativa”, ma personalmente percepita come uno squallido e furbo riciclo dell’hardware GameCube, riproposto a un prezzo peraltro improponibile (N.d.RedBavon: fratello Jaco è “talebano”, io ho ceduto al Day One).

Shigeru Miyamoto mostra trionfante il GameCube
Shigeru Miyamoto mostra trionfante il GameCube…Fratello, un miliardo di “ai laik” per te.

Gli ultimi anni di vita del GameCube, che, per varietà, qualità dei titoli e facilità d’utilizzo rappresenta ancora la migliore console mai prodotta e posseduta, sono stati caratterizzati da una sistematica ghettizzazione ed eliminazione dagli scaffali delle grandi catene di distribuzione. Con la nuova Wii, la fanbase si attendeva la riscossa e il recupero della leadership di Nintendo nel mercato e nel modo di intendere il Videogioco. Nintendo = Videogioco, videogioco “hardcore”. La storia è andata diversamente.

I videogiochi già erano stati “sdoganati” da Sony, che, con la prima Playstation e, poi, Playstation 2 aveva ampliato a dismisura il bacino d’utenza, evidenziando altresì la poca lungimiranza nelle scelte di Nintendo; in una congiuntura economica sicuramente migliore dell’attuale, lo sdoganamento dell’elettronica di massa, l’affermarsi dei cellulari, l’idolatria dell”Oggetto Tecnologico” inteso come “status symbol”, il desiderio di novità e nuova tecnologia avevano creato un nuovo tipo di pubblico (poi riversatosi in massa su IPhone e tablet), M A L G R A D O Nintendo: era nato il “casual” gamer.

Va reso atto a Nintendo di essere riuscita ad applicare con efficacia una vecchia tecnica commerciale, consistente in una voluta irreperibilità iniziale del nuovo sistema, atta a creare aspettativa, desiderio per ciò che non si può avere immediatamente; inoltre, la comunicazione di marketing, furbamente ambigua, è senza precedenti nella storia della casa di Mario: ricordate la gente, che si riparava dietro ai divani sparando alla Tv, con qualcosa di immaginario nella mano? Creò il “fenomeno”.

La Wii non aveva propio nulla di tecnologicamente avanzato e “fenomenale”, se non l’espediente di un “motion controller” che non rivoluzionava l’interazione, semmai la involveva: per uno sfruttamento solo decente si dovette aspettare il Wii Motion Plus e l’ultimo Zelda in ordine di tempo, costruito intorno a esso e ricordato come uno dei più ordinari di sempre (N.d.RedBavon: Eresia! Al rogo codesto miscredente! Zelda Skyward Sword è un incanto). I videogiocatori tradizionali ne sentiranno forse la mancanza?

Donna anziana che gioca alla Wii
Nulla in contrario che le nonne videogiochino, ma se questo era il target della Nintendo per la Wii…

La stessa Nintendo, tra pistoline e volantini di plastica, i boriosi “Kick Ass” di Reggie agli E3 di quegli anni (e purtroppo anche nei suoi recenti comunicati post E3-2015) è riuscita a ottenere nel corso del tempo il poco lusinghiero risultato di alienarsi le terze parti (che pure aveva radici ben più lontane) e ha iniziato un sistematico riciclo dei titoli storici, riportati in vita, salvo rari e splendidi casi, con produzioni “low budget”. C’è un repentino cambio di strategia e obiettivi in Nintendo: non le interessa più vendere console e videogiochi, non le interessa più essere protagonista della cultura Videogioco, piuttosto le interessa diffondere uno “status sociale”. Si vendevano promesse mai totalmente compiute: avere una nuova fiammante, introvabile Wii, invitare gli amici a casa e dimenarsi davanti una Tv, usufruendo di giochini francamente imbarazzanti, era “cool”. A prescindere.

Il grande equivoco della Nintendo odierna, a mio parere, nasce da quel periodo. Era chiaro che su Wii vendesse più un Mario 2D, già riciclo del riciclo, piuttosto che una produzione tripla A!
All’allora nuova, poi dimostratasi transitoria utenza, fondamentalmente non interessavano i videogiochi nel senso tradizionale. Si pensi agli attuali fruitori dei vari Angry Birds, Candy Crush et similia.

Questa nuova utenza, fondamentalmente estranea, non solo alla storia e alla magia dei grandi titoli Nintendo, ma ai videogiochi in generale , che aveva acquistato la Wii d’impulso sulle fragili ali del “trend” allora dominante (e parliamo di oltre 100 milioni di famiglie), nel valutare l’acquisto di un nuovo titolo da giocare in compagnia, si orientava “sull’idraulico baffone italiano 2D” più banalmente e immediatamente fruibile e riconoscibile, piuttosto che su uno Zelda o un nuovo Metroid.
Credere che ciò rappresentasse uno spaccato reale e attendibile delle necessità di un mercato, saturato peraltro da una marea di titoli ignobili per realizzazione e intenzioni, non è stato solo folle, ma anche colpevolmente criminale.

Dicevamo, schiaffi virtuali all’utenza..Please understand.
Vogliamo parlare dei prezzi di lancio di DS e 3DS, con tagli nel breve periodo e relativi programmi “Ambassador”? Del caricatore del 3DSXL non incluso nella confezione e da acquistare a parte o del secondo stick analogico chiesto da tempo a gran voce da tutta l’utenza e inserito, congiuntamente a un 3D migliorato (e davvero efficace!), solo nella seconda revisione del 3DS, con buona pace di chi aveva comprato il primo modello magari un mese prima? Delle modalità dello store digitale, che costringe a ricomprare lo stesso gioco piu volte a prezzi francamente fuori mercato e logica, su console anche contemporanee, per la mancanza (anche questa voluta?) di un ID unico?

E3 2'013 Nintendo Wii U...Tante promesse
E3 2’013 Nintendo Wii U…Tante promesse

E ancora dei 349 euro al lancio di Wii U, neppure lontanamente giustificati dal comparto hardware  e malgrado le spocchiose dichiarazioni di “vendita in perdita” di un Reggie Fils-Aime francamente censurabile?
Ricapitoliamo: CPU datata, GPU appena accettabile per gli standard attuali, hard-disk assente, sistema operativo imbarazzante per lentezza, lettore non dico Blu-Ray ma DVD assente, porta Ethernet assente!
Il “paddone”, presentato come “rivoluzionario”, quasi tecnologia aliena, capace di cambiare il modo di interagire con i videogiochi per sempre, si è rivelato in realtà meno complesso tecnologicamente di un qualsiasi tablet economico “made in China” di quegli anni, mai sfruttato neppure dai suoi fautori, con una batteria assolutamente non consona alle esigenze di un sistema casalingo, ma – miracolo e vanto della proverbiale lungimiranza Nintendiana – con lo slot già predisposto per accoglierne una migliore, chiaramente da comprare a parte…Poi non si dica che Nintendo non fa DLC di qualità.

Trecentoquarantanove euro per un sistema mediocre, come lo era stata la Wii a suo tempo, senza un vera “killer application” al lancio, bensì il solito Mario 2D a basso budget e titoli di terze parti già vecchi di mesi o anni, convertiti approssimativamente, risultati peggiori di quanto non lo fossero stati su macchine “anagraficamente” molto più vecchie e con il cliclo di vita più lungo che si ricordi.

Come e a chi doveva essere venduta questa macchina? Nelle intenzioni e la supponenza dei vertici di Kyoto, a quel pubblico “casual”, che – per inciso – era già migrato su altre piattaforme.
Duro il contatto con la cruda realtà: console che vende poco, perdita totale delle terze parti e un leggero ritocco verso il basso nel pricing. Oggi la si acquista a circa 269-299 euro. Nintendo inizia a sviluppare di nuovo, modificando il tiro, per l’utenza che le era rimasta fedele: i “core gamer”.

Per realizzare i titoli che Nintendo sa indubbiamente realizzare, però, occorrono anni; ancor più se parti con uno svantaggio siderale nei confronti della concorrenza e non hai fatto nulla per organizzarti e adeguarti, convinto ancora una volta, di potere ottenere il massimo con il minimo sforzo.

Cosa si poteva fare, se non riciclare nella sostanza gli asset di titoli già realizzati, non spendendo risorse e tempo per ideare nuove esperienze o nuove variazioni davvero sostanziali delle saghe storiche; confidando sull`indubbio talento dei propri team interni, Nintendo ha lavorato a marce forzate principalmente solo sull’aspetto estetico dei nuovi progetti, con solo piccole varianti, per dare in pasto all’unica platea rimasta i titoli che desideravano….O quasi.

Super Mario 3D World: bellissimo ma che di “rivoluzionario” non aveva nulla (carino il Mario felino!).
Il nuovo progetto Retro Studios: ….Yeaaah!! SI!! Metr….Donkey Kong Country: Tropical Freeze, come poteva essere altrimenti? Bello, ma chi ne sentiva davvero il bisogno?

Pikmin 3: delizioso, ma che mostrava le chiare origini da Wii. E’ addirittura più fruibile con il motion control che con il paddone.

Mario Kart 8: in questo caso, solo religioso silenzio e ammirazione….Con un solo rimpianto. Uno dei pochi titoli su Wii U, che dimostra le reali possibilità di questa console, seppure tecnologicamente castrata, nelle esperte mani della vera Nintendo che tutti amiamo.
Uno dei tanti capolavori che avremmo potuto avere, se noi appassionati – e non l’utenza “casual” – fossimo davvero stati, dall’inizio del ciclo vitale, il target di vendita privilegiato.

Super Smash Bros: un “rullacartoni” da manuale, con un rooster di personaggi che, sotto le mentite spoglie di una pacioccosa fumettosità, se le danno di santissima ragione e non le mandano a dire nemmeno ai brutti ceffi e tamarri della tradizione dei “picchiaduro”.

Splatoon: essenza di divertimento, stile , freschezza, originale genialità. Seppure con valori produttivi sotto la media, in questa generazione interpreta il vero senso del tanto abusato tormentone: “Nintendo Difference”.

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Quello stesso Splatoon osteggiato inizialmente da Shigeru Miyamoto, che non ne capiva il senso. Quel Miyamoto che, dopo avere mostrato gli entusiasmanti prototipi, quali Project Robot e Project Guardian, delizia ora le nostre pupille e i nostri “sensi” con il suo, magnificente e figherrimo nuovo progetto : Star Fox 64…Anzi, no! Star Fox 128…Nooooo, quella era un’altra cosa! Insomma, forse è il caso che dopo tanta meritoria militanza, lasci spazio creativo a nuove leve.

Grande assente: un nuovo F-Zero per Wii U. Nintendo si era impegnata per realizzarlo. E’ notizia recente la dichiarazione dell’ “ingombrante” Reggie che ha rivelato la volontà di Nintendo di affidarne lo sviluppo al talentuoso team di Criterion Studios, autore della serie Burnout. Contrattazioni e pianificazione durate anni, terminate con un nulla di fatto comunicato in un’e-mail (?!?) di Criterion che ha risposto: “No grazie, siamo occupati.”

La Wii U è stata progettata e venduta con le stesse premesse e per la stessa utenza “casual” della precedente, nonostante le promesse iniziali di un ritorno al “core gaming”, ingannando nuovamente gli utenti fedeli, che sono stati i principali, se non gli unici, acquirenti dei poco più di 10 milioni di console vendute.
Per chi, come me, è cresciuto con Nintendo, la prima console “HD” della grande “N” rappresenta la possibilità di tornare nei luoghi dell infanzia, finemente cesellati dalla perizia e passione artigianale della casa di Kyoto nel fare videogiochi, ora magnificati ulteriormente dall’ alta definizione, nonostante una line-up iniziale che gridava l’esatto contrario.

Non è questione di poligoni su schermo o bruta potenza di teraflops: una Wii U, seppure nelle sue contraddizioni e limitazioni, era tutto ciò di cui avevamo davvero bisogno. E ne aveva bisogno anche la Nintendo, sfruttando l’opportunità di tornare ai suoi vecchi fasti, per un utenza fidelizzata e con una strategia di acquisizione di nuova utenza sulla certezza del propio talento e sulla fierezza della propria unicità.
Perché – sia chiaro – non cambierei mai un Mario Kart 8 con un Project Cars, anche se a livelli produttivi il secondo è su un pianeta totalmente differente.

Anche se Nintendo decidesse ora di abbandonare Wii U e irrompere nel mercato a breve con una nuova console (cfr. dichiarazioni su NX) dalle caratteristiche tecniche all’avanguardia e venduta a un prezzo competitivo, se non “sottocosto”, quali prospettive avrebbe?

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Trova l’intruso

Dopo le politiche sciagurate con le terze parti, che ne hanno determinato l’allontanamento, chi rischierebbe e sosterrebbe mai i costi di sviluppo anche di semplici conversioni? Durante il prossimo anno, PS4 e Xbox One avranno basi di installato notevolissime, con offerte videoludiche varie e consistenti, titoli “indie” esclusivi, che, per quanto ha mostrato al recente E3, superano ciò che la stessa Nintendo ha presentato nel suo disgraziato “Direct Event”…E lo dico, credetemi, con la pena nel cuore.
Questa nuova console chi la comprerebbe? Il segnale, che ha indignato gli storici appassionati della grande N, è passato forte e chiaro da questa conferenza, magari ben oltre le intenzioni della stessa dirigenza: sappiamo chi siete e cosa volete, ma non siete più la nostra priorità, il nostro pubblico di riferimento.

La vera opportunità perduta da Nintendo è proprio questo E3. Ormai al terzo anno di vita per la Wii U, sarebbe dovuto essere l’anno della piena maturità e consacrazione della console almeno presso la coriacea fanbase. Si consideri, infatti, il clamoroso esempio della Xbox One e i profondi cambiamenti in corsa effettuati, una volta compreso in Microsoft di avere totalmente sbagliato la strategia iniziale, abbracciando totalmente le richieste della propria utenza e facendo un passo indietro rispetto al piano originariamente dichiarato: un grande atto di umiltà e di rispetto, ripagante in termini di fidelizzazione e recupero della clientela.

In quasi due anni di vita, la next-gen della concorrenza ha avuto le sue “grane”: Microsoft ha scontato lo scotto di madornali errori di impostazione iniziale, Sony è riuscita a ritornare la leader indiscussa del mercato con una console senza esclusive (a parte il recente Bloodborne). Le vendite di PS4 ne sono la testimonianza, e l’ultimo E3, seppure giocato sul piano “nostalgico/emozionale” e su pianificazioni a medio termine, piuttosto che su soddisfazioni immediate (leggi “giochi”), non credo abbia lasciato negli animi di chi abbia optato per PS4 alcun dubbio sulla bontà della scelta effettuata.

E3 2015 Nintendo Muppets
Reggie, San, Shigeru San…Voi siete PROPRIO sicuri che travestiti da Muppets, quella folla inferocita di ex-clienti là fuori non ci riconosca!?

Nintendo quest’anno hs presentato solo pochi giochi, qualitativamente uguali o peggiori a quelli per un tostapane, annunciando nel contempo “grandi e meravigliosi cambiamenti” per l’anno venturo, con la presentazione del loro nuovo concetto di console : un’evoluzione di uno ZX Spectrum (16 k), integrato in una cyclette, per fare esercizio mentre giochiamo al Manic Miner del XXI Secolo…Quality of Life!

Come mai accaduto in precendenza, la fanbase Nintendo ha manifestato legittimamente e con veemenza la propria delusione e insoddisfazione su praticamente tutti i canali social legati alla casa di Kyoto.
Le prime scuse tweettate da Satoru Iwata, uomo cui si attribuiscano molte piu “colpe” di quante ne abbia effettivamente, potevano essere interpretate come un segnale rassicurante che il messaggio dei fedelissimi fosse giunto forte e chiaro a chi doveva “decidere”.
Il suo successivo silenzio, un Reggie Fils-Aime che sminuisce questa unica e spontanea dichiarazione, e, a posteriori, la sua assenza in questo E3 (escludendo, spero, il riacutizzarsi dei suoi problemi di salute) può fare pensare a una situazione similare a quanto accaduto in Sega ai tempi del Dreamcast: una guerra interna tra Nintendo of America e il quartiere generale giapponese, da cui possono scaturire conseguenze nefaste, non solo per i possessori Wii U, ma per qualsiasi videogiocatore perchè Nintendo è, al di là delle passioni dei singoli, patrimonio e ricchezza per qualsiasi videogiocatore che si ritenga tale.

Consideratele “illazioni”, supposizioni prive di fondamento, ma lo scenario che viene fuori unendo varie dichiarazioni fa sorgere dubbi, che soltanto Kyoto può risolvere: le ultime dichiarazioni di Miyamoto, il quale riporta le insoddisfacenti vendite di Wii U a causa della concomitanza di due fattori, la diffusione dei tablet e l’utenza che non ha compreso il prodotto; le solite sbruffonerie di un Reggie-Fils-Aimes, che scarica il peso sull’utenza pagante, bollandola come “frignoni” o “ingrati”.

Con buona pace di chi, con infinita fede ed estrema comprensione, bolla questo E3 soltanto come un “piccolo passo falso” che può capitare a tutti. Il caso Microsoft di Don Mattrick davvero non ha insegnato nulla alla dirigenza Nintendo?

Se, giunti al termine di questa lettera, avessi trasmesso più “fiele” che “amore” sia chiaro che il mio intento è di vedere Nintendo rinascere, da queste ceneri,  come la fenice.
Perché Nintendo continui a essere una protagonista delle nostra vita videoludica. Perché possa tornare a rinascere di nuovo, come era prima e più bella di prima. Perchè Nintendo è come…Nuvolari. Ha un talismano contro i mali. Quando corre, mette paura.

[…] acqua, grandine e vento
pericolo di uscire di strada,
ad ogni giro un inferno
ma sbanda striscia è schiacciato
lo raccolgono quasi spacciato!

Ma Nuvolari rinasce come rinasce il ramarro
batte Varzi, Campari,
Borzacchini e Fagioli
Brilliperi
e Ascari…

Onda sonora consigliata: Nuvolari di Lucio Dalla (da “Automobili”,1976)

10 pensieri su “E3 2015: lettera d’amore (e fiele) a Nintendo.

    1. Fosse solo per il fatto che sei arrivato alla fine di questo sproloquio invero poco web-friendly di Fratello Jaco e di questo umile oste, hai la mia incondizionata stima. Che tu abbia apprezzato e pure commentato, sei oltre ogni stima e meriteresti grog gratis per un anno intero. Offre la casa. Nintendo non credo tornerà a essere leader nei termini che le vecchie cariatidi hanno vissuto nel passato. Inseguire e combattere MS e Sony non è Nintendo style. Tuttavia sono sicuro che continueranno a intrattenerci e a raccontare la ‘storia’ dei videogiochi a LORO modo. E io ci sarò.

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        1. Di grog ne ho la cambusa piena grazie alla svendita delle Cantine Lucas alla Disney-Tavernello. Tu porta un po’ di birra della tua riserva, che ci sgranocchiamo insieme i mefitici Fonzies, mentre chiacchieriamo sul nuovo Zelda, il cui slittamento e pignoleria dei mastri cesellatori Nintendo mi fa temere che lo vedremo su NX, per cui ho già acceso svariati candelotti affinché il Signore mi tenga in salute fino alla data di uscita. Su Metroid ho allestito una stanza tipo C.S.I. e inviato richiesta di interessarsi a ‘Chi l’ha visto?’ per fare luce sul mistero per cui i Retro Studios siano stati impegnati su un degnissimo platform con il primate più famoso dopo King Kong e Cita, invece di creare un FPS che avrebbe appagato il prurito delle nostre dita e insegnare come si fa un open world con i controc…imbali. Nel frattempo, noi ci diamo al grog d’annata finché ce n’è

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            1. Mentre ti scrivevo sorseggiavo proprio una birra mentre ero su una banchina di stazione in mezzo alla campagna, in attesa dell’arrivo di un treno (faccio il tassista per la famiglia). 4 binari, 2 banchine con sole a picco, 4 cristiani,musulmani o atei ma 4 di numero (incluso me) . La birra, unico conforto e unica compagna (ammetto di averla ripetutamente baciata… e ci ho pure messo la lingua). Il 3ds mi titilla tremendamente dalla nuova release. La prima release mi aveva mandato in tipica furia consumista berserker, avevo già il portafoglio aperto come un galletto Vallesluga da mettere sulla griglia, quando ho la possibilità di tenerlo tra le mani e provarlo in un centro di elettronica take-away MediaMondo. Non potevo crederci: i miei occhi…i miei occhi…non percepivano il 3D. Piatto come una bambola (cit. Fantozzi). Delusione e sensi di colpa per avere una dotazione oculare non conforme al 3D (al cinema pure il 3D mi lascia tiepido, salvo rari casi). La nuova release mi ha rifatto fare pensieri impuri sul 3ds, non l’ho ancora provato ma sul DS c’è l’imbarazzo dei videogiochi e ormai anche a prezzi modesti. Per ora soprassiedo, visto che ho appena azzardato un tablet cinese, quadcore, importato in terra di Albione da Funstock che pare emuli qualsiasi cosa dalla PSX in giù, lettore comics, uscita HDMI, due stick è una plenopia di tasti pure personalizzabili. Per ora esploro questa frontiera: per la conservazione della memoria e oltre. E non chiamatelo retrogaming. Il grog vecchio, se ben conservato, migliora.

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              1. Io ero un felice possessore di DsLite bianco lucido splendido splendente poi un weekend di un marzo passato degli estranei entrarono nella mia magione e si portarono via tutta la collezione per la ps3 pad originali compresi, quelli da 10 euro con il filo me li lasciarono e lo sventurato ds che riposava sul comodino. Mi mancano i momenti alla ricerca del sonno e della quiete trascorsi con lui da qui il prurito nel pensare che il 3ds è probabilmente maturo al punto giusto e possa essere un erede degno del suo triste predecessore. Sull’androide di Google sono riuscito a emulare molto bene Il nes e il snes collegando anche un pad simil snes via usb. ma è il feticismo del possesso a fregarmi. Quelle cartucce cose plasticose ma così uniche mi riempiono il cuore quando le vedo che non riesco a pensare di smettere di cercarle.

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                1. Non è feticismo, ci va vicino ma non è feticismo. È’ una zavorra psicologica a delle emozioni, tanto più forti tali emozioni legate a un certo momento della tua vita, tanto più pesante la zavorra. La zavorra non è un bene in se’ ma è il prezzo da pagare per trattenere quelle emozioni che fanno parte di te ormai, quei ricordi, quelle sensazioni, l’Esperienza. Come le foto di un album, sono il passato, la memoria ma anche testimoniano il processo per arrivare a quel preciso momento del presente e le basi per la proiezione nel futuro. Senza memoria consapevole, il presente e’ una bacinella che riempi e svuoti con i ‘qui’ e gli ‘ora’. Il futuro di per se’ non esiste, è la tua proiezione e tensione che ne permette l’avverarsi. Io sono come te: scatola, libretto, la cartuccia, le mascherine per i pad dell’Intellivision…ti capisco e auguro medicine a quegli estranei che ti hanno sottratto le emozioni legate a quegli oggetti, che per costoro sono solo oggetti e – alla ricettazione – pure di infimo valore. Potei continuare ma questo è solo lo spazio di un logorroico commento. Se non sei ancora ammorbato ti invito a leggere un vecchio post https://redbavon.wordpress.com/2011/11/27/sono-un-pirata-digitale-sono-un-signore-virtuale/
                  M’e’ venuta voglia di scriverne uno simile ma dedicato alle cartucce…
                  E sulle emozioni di certi momenti che rimangono per tutta la vita https://redbavon.wordpress.com/2013/02/10/io-non-ho-paura/
                  Mai zavorra e’ stata tanto leggera…

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  1. jaco72

    Prima di tutto , caro Mastro Birraio, davvero grazie per aver avuto il “coraggio” di arrivare al termine del nostro sproloquio e aver avuto , nonostante tutto , anche la forza di commentare: “Lo spirito di sacrificio” e la perseveranza, credo, ti rendano più che degno di entrare nell’esclusivo club di “vecchie cariatidi nostalgiche” di cui io e il mio fratello di Joypad , nostro malgrado , siamo fondatori e unici (o quasi ) soci onorari. Sai , la cosa in parte, ammetto senza alcun problema , ci lusinga … Ormai . quello che per noi , in tempi ormai lontani, era un piccolo mondo pieno di magia e meraviglia, consumato in fumose sale giochi o davanti gli schermi catodici di piccole TV a 14 pollici di dubbia qualità , osservato dai più con diffidenza e sospetto, è ormai cambiato ; l’aspetto quasi artigianale dei primi videogames, di cui Nintendo era senza ombra di dubbio maestra incontrastata di stile e , allora si, innovazione , la cura maniacale dei dettagli , la inarrivabile verve creativa che a dato vita ai tanti personaggi e saghe che sono state compagne insostituibili della nostra “fanciullezza”, è ormai solo un vago ricordo. Come direbbe Snake,con la immancabile sigaretta pendente dal labbro e un fare da duro che a stento riesce a celare una vena di malinconia comunque percettibile : “ The gaming is change…” e il nostro amato mondo piccolo mondo di “digitali emozioni” con lui… Sarebbe arduo, o estremamente prolisso, ora , sebbene in maniera seppur superficiale già trattato nel nostro articolo, analizzare cause e motivi di tale cambiamento , o per meglio dire, sdoganamento del medio videoludico, di cui la stessa Nintendo è stata prima in parte artefice, ora, purtroppo, dolorosamente succube… La realtà dei fatti, però è sotto gli occhi di tutti : Il mercato dei videogiochi , si è evoluto negli anni diventando un “pauroso”buisiness , capace di muovere spropositate quantità di denaro e coinvolgere, e qui il paragone con l’attuale mercato discografico mi sembra doveroso, milioni di persone con titoli/album , nella stragrande maggioranza dei casi, seppur con le sempre grate eccezioni, con “serializzazioni” a cadenza annuale, programmazione a “tavolino” e produzioni, che pur nella “magnificenza” dei valori produttivi ed investimenti pubblicitari, non hanno neppure una briciola del “cuore” che animava i “vecchi” titoli o gruppi musicali con cui sognavamo nella nostra infanzia. E’ puro “spettacolo” e “sperpero” da megaproduzione che, sia chiaro , sono ironico, è giusto compendio alla superficialità e l’abbrutimento della società attuale. Le mille derivazioni di tale situazione, peraltro neppure nuova ( come non ricordare la crisi del mercato videoludico di fine anni 80 , con il fallimento di Atari e la quasi estinzione dello stesso , salvato ,corsi e ricorsi storici, allora proprio da Nintendo) dipinge a mio avviso, un panorama attuale quantomeno allarmante : non mi dilungherò in analisi che richiederebbero maggior tempo e spazio, ma la profonda crisi delle case delle case giapponesi (Konami, Capcom, Sega, Sony nonostante le apparenze e la stessa Nintendo) , l’innalzamento esponenziale degli investimenti e del “tempo” necessario a produrre un titolo AAA, la attuale generazione consolle , che si ciba di continui remastered,rinvii , giochi che arrivano sul mercato ampiamente buggati o incompleti , o , nelle migliori delle ipotesi , giochi presentati come “capolavori” e che a stento riescono a mantenere solo parte delle promesse iniziali,il sempre più consistente spostamento degli investimenti nel settore mobile, sempre a mio avviso , sono segnali di “collasso” decisamente allarmanti. Noi vecchie cariatidi, però , siamo “sopravvissuti” ,“Gladiatori” reduci da mille battaglie! Il filo delle nostre pixelose spade è sporco del sangue di innumerevoli boss di fine livello; abbiamo portato in salvo centinaia di bellissime ( anche se poco accorte) principesse, solcato gli spazi siderali a bordo di innumerevoli navicelle da battaglia, sfrecciato in derapata su fiammanti ferrari, a oltre 300 Km orari con radio a palla e una esigentissima bionda sul sedile del copilota , sparato bolle dalle nostre bocche di piccoli draghetti, per inglobare nemici e rubare l’ultimo pezzo di frutta ,vigliaccamente, al nostro compagno di viaggio. Perché si, di viaggio si tratta, nei videogiochi, nei ricordi e nelle nostre vite passate e future, e , quando si parla di viaggio, qual miglior modo di affrontarlo se non in compagnia di “amici “ che condividono le nostre stesse passioni ed emozioni ? La porta è aperta , gli amici graditissimi ! L’ultima Coop e andiamo a dormire?

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    1. Bro’ non prendevo sonno e mi rigiravo nel letto quando l’I-Coso poggiato in carica sullo scatolotto di design che e poi è una radiosveglia ingombrante, emette il suono che qualcuno ha bussato alla porta della webbettola…Non sia mai detto che siamo chiusi! Eppure il tuo commento di benvenuto al Mastro mi ha sollazzato non poco, nonostante non sia propriamente una rosa fresca. Bro’ tu dimmi solo quale coop, fissa un’ora della notte e io t’accopp…t’accontento. Mastro e Jaco prossimamente su questo schermo e per ora, ‘notte.

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