Nintendo Switch [Parte #2]


Yoshiaki Koizumi, Nintendo Switch General Producer in una posa inquietante tra il Mago Oronzo e Sub Zero di Mortal Kombat:
Yoshiaki Koizumi, Nintendo Switch General Producer in una posa inquietante tra il Mago Oronzo e Sub Zero di Mortal Kombat: “Con la sola imposizione dei Joy-Con ti spiezzo in due”
Segue da Parte #1

Benvenuti alla seconda e ultima parte del mio saluto alla Nintendo Switch. Per come mi ha preso la scimmia, forse potevo farne una terza. Ma non ho avuto pietà. Chi è con me, scagli per primo il joypad. 

Il 3 marzo potremo mettere le mani su Switch, ma vediamo cosa ci portiamo a casa, se vale la pena di aprire il portafogli e, visto che siamo sulla Rete, una sbirciatina a luoghi meno malfamati di questa webbettola e un’annusata all’aria che gira sono cose buone e giuste.

Il prezzo: 329 euro

Il prezzo ha sollevato un vespaio. Il fatto che, in puri termini computazionali e di risoluzione grafica in output (1080p), Switch non sia superiore alle concorrenti PS4 e XBox One, già presenti sul mercato dal novembre 2013, ha certamente creato un’aspettativa di prezzo più bassa.

Versione grigia o colorata?
Versione grigia o colorata?

Come console casalinga, Switch:

  • non è un radicale balzo tecnologico in avanti rispetto alla precedente WiiU e, soprattutto, rispetto a quanto già presente sul mercato.
  • appare sotto-potenziata rispetto alle dirette concorrenti, che oggi si trovano a un prezzo mediamente più basso;
  • per alcuni addirittura è obsoleta comparata con la recente PS4 Pro e la nuova XBox (in codice: Project Scorpio) attesa per la fine dell’anno.

A eccezione del primo punto, il resto è una falsa aspettativa.

PS4 e XBox One nella versione da 1TB (cioè il minimo per un giocatore medio) ha un prezzo intorno ai 350 euro, in più devi aggiungere un secondo joypad e una telecamera, portando l’importo totale intorno ai 500 euro. Un videogiocatore occasionale può accontentarsi della versione 500 GB, l’importo comunque è 400 euro.

Questa configurazione, nominalmente, corrisponde a quanto in dotazione standard di Switch; “nominalmente” perché solo su Switch sono presenti il rumble HD, l’NFC, la telecamera evoluta (riconosce distanza, forma, ma anche movimento di mani e oggetti). La grande dimensione della memoria di massa (Switch ha solo 32GB, espandibili con una SD-card) non è una misura comparabile, poiché i giochi Switch risiedono su scheda di memoria, non su hard-disk. Potrebbe essere un limite solo per chi utilizza molto la “digital delivery”, che quindi dovrebbe acquistare in più una SD-card.

Metti Epona nel tuo vagone. Switch on the train
Metti Epona nel tuo vagone. Switch on the train

Switch, a differenza della concorrenza, è anche una console portatile.

In realtà, Switch può essere considerata come una lussuosa console “portatile” dalle migliori caratteristiche tecniche sul mercato. Si posiziona nella fascia alta di prezzo ed entra in concorrenza con tablet con schermo grande e I-Pad: vince a mani basse sul gaming; perde sulle app di utilità home-office; da verificare il browser e la sua facilità di navigazione Internet.

Questo terreno però è il più scivoloso e sarà difficile per Nintendo da comunicare e fare recepire al pubblico.

Infine, nella storia dei videogiochi, Switch è una delle console più economiche al lancio. Solo tre console avevano un prezzo inferiore al lancio: Sega Dreamcast (1999), Nintendo Gamecube (2001) e Nintendo Wii (2006).

Certo che 329 euro non sono pochi, 299 euro sarebbe stato un importo psicologicamente più corretto, ma comunque sempre prossimo all’attuale (il “charm pricing” è in uso da oltre cent’anni, ma ci frega sempre). Il prezzo di 249 euro è frutto di un “desiderata”, cieco e ridicolmente sparato a caso, totalmente soggettivo e senza un minimo di conoscenza della struttura di costi e delle politiche di prezzo. Chi ha criticato Nintendo perché riteneva corretto il prezzo di 249 euro, lo ha fatto senza la minima considerazione di cosa legittimamente aspettarsi dall’azienda giapponese, considerando, per esempio, che non ha mai seguito  la politica di vendere la console “in perdita”. Magari sono gli stessi che sborsano 700 euro per un I-Phone o altro smartphone, ogni paio di anni.

Nintendo, a partire dalla Wii, non accetta più una competizione con gli altri due player offrendo un similare prodotto, che varia solo per le caratteristiche tecniche ogni volta al rialzo. Perché offrire un’esperienza di gioco similare alle altre due console, dove ormai Sony ha sbaragliato Microsoft? Perché rincorrersi in un’ escalation tecnologica in cui il PC risulterà sempre vincitore?

Nintendo innova e realizza giochi divertenti, accessibili anche ai più piccoli. Sony e Microsoft realizzano delle potenti piattaforme per l’intrattenimento. Due interpretazioni del mercato video-ludico, entrambe legittime.

Perché scagliarsi contro un’azienda e chi vi lavora, addirittura augurare che fallisca (ma i moderatori esistono ancora?), quando ti si propone un’alternativa di videogioco differente?

Se vai in un ristorante giapponese, devi andare da uno psicologo bravo se ti fai venire i cinque minuti con il cuoco perché hai chiesto una carbonara e ti ha detto di no.

Gli “chef” presso il “ristorante” Nintendo preparano dei piatti della tradizione video-ludica, conosciuti ai più, ma cercano nuovi modi di variarli, se non addirittura di reinventarli. A volte gli viene una prelibatezza, a volte no.

Maaaariooo!...Sono a caaaasa... No More Heroes, uno dei migliori tamarri di tutti i tempi ritorna su Switch.
Maaaariooo!…Sono a caaaasa…
No More Heroes, uno dei migliori tamarri di tutti i tempi ritorna su Switch.

I giochi

Altro vespaio ha sollevato la line-up iniziale.

In effetti, l’unico titolo davvero da bava alla bocca è The Legend of Zelda: Breath of the Wild. Il nuovo Zelda si preannuncia davvero fuori parametro. Chiaramente occorre attendere di provarlo con mano, anzi con i Joy-Con. Ho amato da subito la scelta dello stile grafico. Scorrendo la storia dei giochi di Zelda ci si può accorgere che l’evoluzione tecnica è andata di pari passo con l’evoluzione dello stile grafico, passando attraverso il magnifico cel-shading di The Wind Walker  (non molto amato dal pubblico tanto che le vendite furono relativamente basse) a quello più maturo di Twilight Princess, che fu – per stessa ammissione di Miyamoto – una scelta mirata a soddisfare i gusti della più ampia platea occidentale, in particolare statunitense.

L’ultimo Zelda, Skyward Sword, è graziato da uno stile estetico ispirato alle opere dei grandi maestri del’Impressionismo: le montagne e il cielo di questo mondo sembrano venuti fuori da un quadro di Cezanne. Uno stile unico per un videogioco.

L’imminente Breath of the Wild rompe di nuovo le convenzioni.: una tecnica particolare di cel-shading, che miscela vari stili. Come un pittore miscela i colori sulla tavolozza prima di trovare la tonalità che rispecchia ciò che sente, lo stile di Breath of the Wild riecheggia il cel-shading di The Wind Walker, mitigandone l’effetto “cartoon” con il più pittorico di Skyward Sword e utilizzando  le proporzioni di Ocarina of Time e Twilight Princess.

L’altra grande novità, che fa tremare i polsi agli affezionati di Zelda, è l’infrastruttura “open world”. Condivido con Jaco72 il timore di ritrovarci in un enorme mondo popolato di vuoti personaggi non-giocanti e – aggiungo – punteggiato di micro-attività, che in cambio dell’illusione di libertà, diluiscono la storia e appiattiscono l’esperienza emotiva. Sono però fiducioso proprio per  lo stile grafico scelto: rinunciando ai dettagli di uno stile prossimo al foto-realismo, l’intenzione è quella di creare degli elementi ben identificabili sebbene immersi in un mondo molto ampio e di evitare così che il giocatore si perda.

The Legend of Zelda: Breath of the Wild rappresenta, però, quanto descrivevo sull’improbo compito del marketing Nintendo di comunicare efficacemente la propria “difference”: Zelda non è propriamente un titolo da giocare mentre sei in metropolitana.

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Mario Kart 8 Deluxe a fine marzo e Splatoon 2 prima dell’estate sono entrambi delle versioni onnicomprensive dei contenuti pubblicati fino a oggi per Mario Kart 8 e Splatoon pubblicati su Wii U.  La “piaga” delle “remastered” dilaga anche su piattaforme Nintendo. Sony l’ha inaugurata su PS3 e usato sistematicamente le “remastered” per ampliare il catalogo su PS Vita e PS4. Nintendo c’era andata con la mano leggera, pure se Wii U aveva una carenza endemica di titoli. Sono contento per tutti coloro che non hanno acquistato la Wii U: sono imprescindibili titoli per chi non li ha giocati, capolavori di giocabilità e sfide all’ultima…sverniciata. Agli altri potrebbe rodere il fegato, ma è il prezzo di chi si sente “pioniere” dentro.

È naturale che al lancio le piattaforme presentino uno, al massimo due titoli per cui il videogiocatore si decida a spalancare il portafogli. Tra i titoli al lancio di PlayStation 2, che seminò l’isteria generale tra i videogiocatori e fece realizzare affari d’oro agli importatori, c’era un certo Ridge Racer V, molto sotto-tono rispetto ai precedenti capolavori che avevano trainato la prima PlayStation e – ancora non riesco a farmene una ragione – Fantavision, un simulatore di fuochi d’artificio. Acquistai la PlayStation 2 a un anno di distanza dal lancio: tutta colpa di quel capolavoro della Capcom, Devil May Cry. Quindi nessun particolare patema o giudizio apocalittico se la line-up non è esattamente ricca o attraente nell’immediato.

Switch presenta un’assortimento iniziale senza dubbio risicato, con la promessa di non lasciare i Joy-Con a prendere polvere grazie a un piano di uscite, mese per mese, fino alla fine dell’anno che avverrà, come tradizione vuole, “con il botto”: un nuovo capitolo di Mario, Super Mario Odyssey, che dalle prime immagini sembra ripercorrere le orme di Super Mario 64 ambientato in un mondo realistico alla Grand Theft Auto.

Super Mario Odyssey su Nintendo Switch....
Super Mario Odyssey su Nintendo Switch….

E solo questo fa tremare le fondamenta del caveau dove sono i miei quattro spiccioli di risparmi, nonché battere il cuore di vecchie rimembranze, di pomeriggi spensierati, che – chiamatemi pure sentimentale dimmmerda – sono ormai una parte di me.

L'utente Unusual Nothingness posta questa foto su Tumblr...con il titolo azzeccatissimo: Super Mario Odyssey- 2017, Nintendo. Un fottuto genio!
L’utente Unusual Nothingness posta questa foto su Tumblr con il titolo azzeccatissimo: “Super Mario Odyssey- 2017, Nintendo”. Un fottuto genio!

Nintendo, a mio parere, ha commesso un errore nel non inserire, già precaricato nella console, il gioco 1-2 Switch, ma a pubblicarlo tra i titoli di lancio al prezzo di 49,00 euro. Un prezzo alto per una tech-demo quale è, un prezzo alto per un videogioco per il “casual gamer”, un prezzo alto per un “hard-core gamer” che se avesse in regalo 1-2 Switch, lo rivenderebbe come “usato”, sebbene ancora sigillato.

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1-2 Switch, praticamente una tech-demo delle possibili applicazioni dei vari sensori all’interno dei Joy-Con; qualcosa simile a Wii Sports, idee meravigliose in un involucro imbarazzante di tecnica con il risultato che chi vedeva Wii Sports acquistava la console il giorno dopo.

Per chi non lo sapesse, Wii Sports è una collezione di (mini)giochi sportivi inclusi nella confezione della Wii: tennis, bowling, golf, baseball, pugilato (in ordine decrescente di giocabilità e divertimento). Poco più di una dimostrazione tecnica con un comparto audio-video imbarazzante, ma con una tale naturalezza nei comandi che mio fratello la prima volta che ha provato il bowling ha ripetuto tutta la gestualità del vero bowling, finendo quasi per rovinare disastrosamente nella mobilia antistante. Il baseball è stato causa di persistenti dolori che hanno investito la fascia muscolare di schiena, spalle e braccia l’indomani di un numero spropositato di gare a chi faceva più “home run” e, in un paio di occasioni, si è sfiorato il disastroso centro del televisore con il telecomando che è volato dopo avere vibrato il colpo (a vuoto). Il tennis è un capolavoro di semplicità e divertimento: a patto di disporre di un ampio salone, in 4 giocatori è il delirio assoluto. Wii Sports è l’apoteosi del gioco di società, il ritorno in grande stile della “secura ingiuria che tenea dietro allo sfottò”, ovvero di quella sana atmosfera competitiva, condita di raffiche di sberleffi e ingiurie irripetibili, durante una partita a biliardino, Risiko, Monopoli, Subbuteo o qualsiasi gioco di società, ma anche del calcio giù in cortile.

1-2 Switch poteva rappresentare il Wii Sports per la nuova console. In questo “party game” il leit motiv è quello di interagire in diverse sfide mettendosi di fronte all’avversario, senza guardare lo schermo. Il fulcro dell’interazione è nei caratteristici sensori dei Joy-Con. Le sfide vanno dal semplice al demenziale: Quick Draw è una sfida all’O.K. Corral a chi estrae prima la pistola (e fa secco l’avversario); Samurai Training è una “simulazione” in cui un giocatore porta un colpo di katana e l’altro lo deve bloccare con le mani…E chi sei? Ataru Moroboshi? 😉

ataru-moroboshi_blocca_spada_con_mani

Copy Dance è già chiaro dal titolo poiché, a turno, un giocatore deve imitare la posa dell’altro, “Strike the pose!” (Chi si ricorda Madonna ai tempi del Voguing?); Safe Crack e Ballcount sfruttano il rumble HD, rispettivamente per simulare lo scassinamento di una cassaforte e il conteggio di palline all’interno di una scatola chiusa (Raffaella Carrà’s Conta i Fagioli Remix); in Milk – non ho quasi parole per descriverlo –  ci si sfida a mungere le mammelle di una mucca facendo su e giù con la mano – e fin qui… – ma è devastante l’imbarazzo se pensate che avete l’avversario di fronte. Provate a immaginare le vostre facce?

Arms è uno dei titoli che meglio comunica l'immediatezza e il divertimento. Si candida seriamente come il secondo titolo più acquistato dopo Zelda.
Arms è uno dei titoli che meglio comunica l’immediatezza e il divertimento. Si candida seriamente come il secondo titolo più acquistato dopo Zelda.

Tra gli altri titoli Arms promette bene: una lotta tra Ispettori Gadget, cioè con braccia e gambe estendibili. L’estensione sarà naturale grazie alle nostre braccia munite di Joy-Con. Prevedo epiche scazzottate alla Bud Spencer e Terence Hill. Sembra un inno alla “caciara e al movimento sconclusionato di braccia, ma – conoscendo Nintendo – sarà un gioco con quel pizzico di strategia che lo rende accessibile subito a tutti e gli fa salire prepotente la scimmia del FUEPS collettivo, Facciamo l’Ultima E Poi Smettiamo. Avete presente certe partite infinite a Risiko? Arms promette stesse scene notturne, con l’aggiunta del sano movimento fisico. Mens sana in corpore sano…

Al limite della “follia” che mi aspetto da Nintendo è Snipperclips. In questo “puzzle game” i due giocatori, ognuno dotato di un Joy-Con, devono collaborare in quanto i propri alter-ego virtuali sono due personaggi di carta, che devono tagliarsi delle parti a vicenda per risolvere gli enigmi in ogni livello. Promette parecchio uso di pensiero laterale ed è una manna per quei pezzettini di carta tagliuzzata finemente sparsi per tutta casa dopo che i bimbi giocano a “ritagliare”. A giudicare dal taglio e lo sminuzzamento dei resti di carta, i miei due nanerottoli hanno un futuro di cuochi giapponesi. Snipperclips – Cut it out, together!, questo il titolo completo, si candida come il videogioco per Switch dal titolo più lungo. Per fortuna è previsto solo in edizione digitale e non dovremmo andare al negozio e doverne pronunciare il titolo.

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Gli amanti di JRPG dovrebbero iniziare a fare un serio pensiero a Switch, non solo per l’annuncio di Xenoblade Chronicles 2, I am Setsuna, un nuovo capitolo di Shin Megami Tensei e Dragon’s Quest XI, ma soprattutto per un’altra grande novità, cioè l’abolizione del “region lock”, che permette di fare girare su Switch qualsiasi gioco anche importato dal Giappone. La Terra del Sol Levante produce una serie di titoli che spesso non vengono importati in Occidente perché reputati non adatti e basso vendenti. In alcuni casi, la barriera linguistica rappresenta un serio ostacolo alla piena fruizione, ma c’è sempre qualche benefattore sul web che si prende la briga di tradurre almeno le voci dei “menu”, se non addirittura tutto lo script.

L’abolizione del “region lock” dovrebbe portare dei vantaggi anche in termini di riduzione dei prezzi nel medio periodo. Il prezzo dei giochi Nintendo subisce una riduzione con molta lentezza. Gli importatori potrebbero giocare un ruolo significativo nel fare allineare Nintendo a una tendenza del mercato ormai consolidata.

Non manca nemmeno il gioco in cui menare mazzate “‘ndo cojo, cojo”, a 360°: Fire Emblem Warriors, grazie alla collaborazione di Omega Force e Team Ninja. Fire Emblem, un franchise blasonato del gioco di ruolo strategico, cede alle lusinghe dell’azione di matrice “hack’n slash”: tale è l’annuncio dell’arrivo di Fire Emblem Warriors, che ci auguriamo sarà un altro bel “musou” come Hyrule Warriors.

Travis, un irresistibile concentrato di tamarreide e ironia
Travis, un irresistibile concentrato di tamarreide e ironia

Infine, sebbene solo annunciato da un artwork e da un Goichi Suda in grandissima forma, che ha mandato in pallone il traduttore, il ritorno di No More Heroes e del suo sgangherato protagonista, Travis Touchdown, sgretola ogni eventuale resistenza, remora, dubbio e fa decollare la fantasia sul gioco-che-sarà, come ai bei tempi andati della rivista Videogiochi.

Per alcuni titoli la data di uscita è stata annunciata “a breve”, per altri – conoscendo i team di sviluppo e la complessità dei progetti – esiste il legittimo dubbio che non riescano a essere pubblicati nemmeno per la fine dell’anno. Chi acquisterà Switch, vedrà.

Retro-compatibilità

Tutte le console Nintendo a partire dalla Wii, hanno permesso una perfetta retro-compatibilità con i titoli della generazione precedente. Così sulla Wii potete giocare i titoli per Gamecube, sulla Wii U potete sollazzarvi con quelli per la Wii.

Tale opzione, sottovalutata dalla concorrenza, è una benedizione per chi, come me, conserva i giochi come reliquie sacre e li vive come album di fotografie, più vividi e interattivi. È un ottimo viatico per rimpolpare i cataloghi proprio delle console al lancio, data la fisiologica carenza di prodotti nuovi. Infine, per il consumatore rende il passaggio alla nuova generazione meno traumatico. Quante volte ho sentito in rapida successione le domande: “ma i giochi vecchi funzionano sulla nuova? Che faccio, li devo buttare?”. La vendita dell’“usato” rende meno della vendita di ghiaccio agli eschimesi: esiste una nota catena di negozi che ritira l’usato a prezzi che pure alle pulci viene la tosse.

Ebbene, non essendo presente alcun lettore di memoria ottica, è chiaro che Switch non sarà retro-compatibile. A meno che si inventino una retro-compatibilità basata sulla “digital delivery” come egregiamente fatto da Microsoft, che ha “riscoperto” il valore aggiunto dell’ampio catalogo della Xbox 360 per la sua più recente XBox One. Conoscendo Nintendo dubito che a breve proporranno questa soluzione e, con tutta probabilità, sarà a pagamento.

Il mio mobile sotto la televisione ha una densità di popolazione consolara pari a quella di Mumbai. Temo dovrò dare lo sfratto a qualcuna.

“Nintendo Online” gratis fino all’autunno, poi a pagamento

Finalmente Nintendo dà l’annuncio che vuole offrire un servizio online per il multiplayer e per lo shop digitale in linea con la concorrenza, che è anni-luce avanti, in particolare Microsoft. L’infrastruttura online di Nintendo lascia assai a desiderare, si sta da poco uniformando a un sistema di “account unico”, manca del “sistema di trofei”, inaugurato da Microsoft e seguito da Sony, molto utile per una community che ha nel DNA la sfida alla classifica e gode a  inserire le proprie iniziali nel “Top Score”. Infine, la gestione dello shop online e degli acquisti digitali della Virtual Console offre il fianco a più di una legittima critica: nel passaggio da una piattaforma all’altra, l’utente rischia di dovere pagare una seconda volta per software già acquistati, per intero o frazioni dell’importo originario. Nintendo, ma quante volte dovrei ricomprarmi Donkey Kong o F-Zero?

Anche il Nintendo Online ha suscitato un coro gracchiante di critiche sulla base di un’esperienza attuale e pregressa poco soddisfacente nonché di blateranti pretese di un servizio completamente gratuito. E perché? Sony e Microsoft fanno pagare un canone e offrono dei giochi gratis mensilmente. Se l’abbonamento a PlayStation Network o a XBox Live non viene rinnovato, si perde l’accesso a quei giochi ricevuti in omaggio.

Nintendo dovrà uniformarsi a questa pratica e il fatto che il servizio sia gratuito fino all’autunno, sta a significare che prevede di non essere a regime prima di tale data. Pertanto, appare una condotta onesta il pretendere il pagamento solo quando il servizio sarà allo “stato dell’arte”. Anche in questo caso, occorre accogliere con beneficio d’inventario le dichiarazioni di Nintendo e, parimenti, appaiono infondate critiche a un servizio di cui non si sa ancora nulla di preciso.

In conclusione di questa galoppata sulla tastiera come Link in groppa a Epona sulle praterie di Hyrule, Switch cui prodest?

Fughiamo subito un dubbio: come console casalinga, Switch non è per chi vuole il gingillo più figo del bigonzo tecnologico in termini di forza bruta computazionale e grafica. Viceversa, come console portatile, Switch è il massimo che offre il mercato e, visto che Nintendo è leader indiscusso nel gioco “portatile”, può stare tranquillo sul cospicuo investimento. Occorre comunque considerare che l’autonomia non è eccezionale: dalle tre alle sei ore, dipende dal software e dalle condizioni di utilizzo.

L’”hard core gamer” potrebbe rivolgere la sua attenzione a Switch come la perfetta “seconda console” da affiancare a PS4 o XBox One. Niente di più sbagliato.

Se avete il brutto vizio di investire una parte dei vostri sudati risparmi in questi balocchi elettronici e potete permettervi un’altra console, seconda solo per ordine cronologico di acquisto, Switch non è un’alternativa, è un must. Se possedete PS4, non ha senso acquistare XBox One perché l’offerta video-ludica è praticamente la medesima a eccezione di poche esclusive (a me è bastato il nuovo Halo per sganciare la vile pecunia, ma è una vecchia storia…).

Se possedete PS4 e state aspettando la nuova XBox Project Scorpio starete “a stecchetta” fino almeno a Natale, poi dovete digiunare ancora perché senza schermo 4K e HDR 10 bit è come montare a una Ferrari delle ruote della prima Fiat 500.

In definitiva,  se l’”hard core gamer” vuole variare il fabbisogno giornaliero di pixel/cal(orie) con piatti ben presentati e nutrienti per il cervello e cuore, Switch aiuterà a seguire la corretta dieta video-ludica.

Per tutti gli altri, diversi dagli “hard core gamer”, cioè coloro che con tutta probabilità non hanno ancora una console sotto il televisore, mi sento di consigliare Switch per diversi motivi.

Se hai dei bambini piccoli e ti stanno già sbomballando che compri solo profumi per te e mai balocchi elettronici per loro, Switch è la classica soluzione alla domanda-affermazione che i genitori non-videoludens mi rivolgono spesso: “Ma i videogiochi sono violenti… …?…”

Non potendogli rifilare a memoria il pistolotto a tema tra queste pagine, la risposta oggi sarebbe: Switch. Il loro sopracciglio destro si inarcherebbe almeno quanto la formosa gobba del grosso punto interrogativo che gli è sbocciato appena al di sopra del cranio, al che seguirebbe il mio “Switch, Nintendo Switch”. Aha! Nintendo…quelli di Mario. E tutti vissero tranquilli e non-violenti.

Ritengo di potere consigliare Switch a chiunque, anche a un bambino, perché Nintendo è riuscita, in un settore che è sempre più “industrializzato” e uniformato agli schemi degli adulti, a mantenere vivo il suo tocco “magico”, un tocco fatato nel raccontare le sue storie interattive. Nonostante i cambiamenti, ha mantenuto sempre la rotta in direzione della sua missione di divertire, di rendere accessibile questo divertimento ai più piccoli, oltre che agli adulti. Alcune caratteristiche di Switch potrebbero anche favorire il gioco insieme agli altri, incontrandosi fisicamente e non solo davanti allo schermo, oggi ognuno nella solitudine di casa propria.

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Switch è una console per chi nutre una curiosità per i videogiochi o per chi vi è immerso fino alla punta delle orecchie, per coloro che si pongono di fronte al videogioco come qualcosa di spensierato, ma non necessariamente superficiale.

Superficiali sono, invece, coloro che – pure dichiarandosi videogiocatori – trovano il tempo di criticare Nintendo, cinicamente e senza alcun costrutto o fondamento, sulla base di parametri totalmente soggettivi. Sono critiche che – almeno a questo stadio –  distinguono chi non ha vera passione per i videogiochi e chi se ne nutre genuinamente, cioè in definitiva coloro ai quali questa console è rivolta, indifferentemente, a qualunque “parrocchia digitale” appartengano oggi.

Se a questi critici, perfetti per lo strepitante palcoscenico televisivo o adatti alla più modesta ribalta di rete di tipo (a)sociale, si fa notare che hanno un atteggiamento da hater, rifiutano sdegonasamente questa etichetta e motivano l’oggettività delle loro critiche perché posseggono o hanno posseduto, enumerandole come se sgranassero il rosario, una o più console Nintendo. Ma evidentemente non ci hanno capito un ca…spito!

Costoro sono dei consumatori afflitti da bulimia tecnologica e di uno sterile bisogno di attirare l’attenzione, fosse pure su un nick senza alcun valore connesso alla realtà.

Possiamo fare a meno di voi. Il Videogioco ve ne sarà grato. Non abbiamo bisogno di vuoti personaggi non giocanti né negli “open world” né nella vita reale.

Schiocco di dita.

Fine.

… …

Ma il 3 marzo c’è un nuovo inizio.

12 pensieri su “Nintendo Switch [Parte #2]

  1. Come disse un giorno un nonricordobenechi, ma credo di calciatore si trattasse, posso dire con assoluta certezza , mio caro fratello di joypad, di essere : “Totalmente d’accordo “a metà” con la tua analisi”…Vado a spiegare..Molte volte , la critica , non vuole o deve forzatamente essere distruttiva perchè Si! Concordo assolutamente che Internet in generale o entrando ancora più nello specifico le cosiddette “reti sociali” hanno visto un incremento esponenziale della cosiddetta figura dell’hater. Lo strillone , il bastian contrario a priori che nascosto dietro un Nick ,cerca di emergere da quella massa uniforme e indefinita di nuovi opinionisti che impazza nella rete. Gente che nel fondo è palpabile , non ha davvero nulla di importante da dire o da esporre, e che , lo dico senza riserve , mi fa abbastanza “schifare” un mezzo , perchè di questo si tratta, che se usato con solo un minimo di buon senso potrebbe essere il perfetto e più democratico contesto in cui una persona possa esprimere in totale libertà le proprie opinioni da…che dire, l’invenzione della stampa? Però caro amico , permettimi una piccola critica (lo vedi, nel fondo anche io sono molto hater,hehe) : anche l’etremo amore genera paradossi. Lo confesso pubblicamente, ma tu già lo sai , ho preordinato la Switch con relativo Zelda e sono abbastanza in “scimmia”per una nuova consolle Nintendo , che nel fondo mi ha già conquistato. Così non ho dubbio alcuno che sia per te…Anzi , non esito a pensare che la rinnovata gioiosa esperienza di condividere e compartire la tua incredibile e sana passione per il videogiocare con i tuoi “nanetti” sia per te uno stimolo ancora maggiore del mio e accresca in maniera esponenziale la tua voglia di stringere la nuova nitendara “master sword” nelle tue mani.Si, per cui…in riga soldati, serrati i ranghi.. tu , io e siamo due.. la base storica degli appassionati di Nintendo , o almeno quelli rimasti dopo la WiiU e i modi francamente discutibili con cui la dirigenza della casa di kyoto ne ha decretato una prematura dipartita anzitempo (siamo franchi..quanto di quello mostrato alla presentazione di Switch , orpelli a parte, non era possibile su WiiU?) e siamo ad occhio, a livello globale sui 7 milioni; 2 o 3 milioni di compratori “bulimici” occasionali…Ok, scrivo di getto , su questo torneremo in seguito. Voglio fare adesso il Nostrada…Scusate, il correttore automatico di internet suggerisce ” il Patcher di turno”-come sono cambiati i tempi -e voglio sbilanciarmi in una previsione.. Lucidamente credo e ribadisco che Nintendo abbia cannato ancora, magari non in maniera così fragorosa come fatto anteriormente con WiiU, ma l’abbia fatto, salvo scenari futuri che poi o successivamente, vista la tarda ora andrò ad analizzare, e che, seppur a livello solo “ipotetico” potrebbero sconfessare questa mia analisi.Ma andiamo con ordine.. Strategia “Oceano Blu”! Nintendo non ha mai puntato alla potenza bruta,ne dicono i sostenitori o cosiddetti “Fanboy” dell’ultima ora ( che poi molti ,con effetti risibili chiamano Funboy, ma sorvoliamo..). Sino all’avvento della Wii aggiungo io, che ha creato una schiera di “nuovi Videogiocatori”, ormai abbondantemente approdati su altri lidi o tranquillamente accomodati , nei brevi tragitti in metro a autobus la mattina, sul proprio SmartPhone – e pensare che io sono ancora fermo al “cellulare”, maledetto progresso- persi tra un “Like” , un “Cinguettio”o una svogliata partita al Candy Crush di turno..Perchè si “vocifera” che la politica di puntare sulla potenza bruta sia stata la tomba di nintendo e del suo , per me meraviglioso , cubetto viola. Errato. Il “fallimento” del Gamecube, ma ancora, tu lo sai meglio di me, e senza entrare in dettagli ai più noti , va attribuito alla miopia e a politiche errate , sia a livello hardware che di relazione con i partner di allora, che la Nintendo adottò , con arroganza , ai tempi del N64. Sostanzialmente , il non rendersi conto o non saper affrontare il “il mutare dei tempi e delle situazioni”, cosa che invece allora , come del resto oggi , una più dinamica ( seppur concordo , assolutamente meno “magica” ) Sony seppe fare con maestria…To be continued

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    1. Mentre aspetto il resto, non posso che brindare al tuo ritorno in questa webbettola, caro fratello di joypad in quel di Madrid. Conosco la tua “posizione” rispetto a Nintendo e siamo più o meno sulla stessa onda da quando incrociammo per la prima volta – per caso su IGN – le tastiere. Lasciamelo dire chiaramente: già all’epoca non fu una bella accoglienza la loro e quella dei loro lettori nei tuoi confronti e oggi ancora peggio se leggo i commenti su Switch. Se le riviste specializzate ormai sono una fabbrica di news, rumors e chiacchiere di social-quartiere allora bemvenga l’informazione, per quanto “soggettiva”, come la mia, la tua e quella di chi scrive con onestà intellettuale e passione.
      Ciò premesso per levarci dalle scatole l’argomento “hater” come piaga della Rete, veniamo a Nintendo.
      Nintendo dai tempi del N64 si è comportata in modo arrogante con le terze parti. La faccenda dell’accordo per il lettore cd-rom di Sony che rifiutarono l’hanno pagata cara. Diventò PSX e li asfaltarono. Nintendo come ex-monopolista ci ha messo parecchio tempo per capire di dovere cambiare registro e sono d’accordo che la musica non è cambiata fino a Wii U. Anzi su Wii U le terze parti hanno fatto rappresaglia. Consideriamo però che tale arroganza non è sconosciuta né a Sony né a Microsoft. PS3 è partita malino, la One con la storia del Kinect 2 e sopratutto con la forzata distribuzione digitale ha buttato alle ortiche l’ottimo lavoro fatto con la 360 per poi tornare indietro sui suoi passi, addirittura rispolverando la retrocompatibilità. Errori ne fanno tutti e Nintendo non è da meno. Iwata e dirigenza Nintendo sono però gli unici che si sono ridotti gli stipendi…roba che in Italia non riusciamo a fare con i nostri Parlamentari nonostante siano eletti dal popolo e il popolo lo chieda a gran voce. Questo gesto l’ho apprezzato sopra ogni altra cosa.
      E veniamo a Switch.
      Switch non è ciò che tu ed io speravamo in fondo al cuore nostro: un ritorno in grande stile. Se però quella porta HDMI sul retro del dock ha un output 4K (cosa che non ha la PS4 slim) ipotizzo che potremmo vederne delle belle. Tuttavia, senza specifiche tecniche (Nintendo stranamente tace) questa è un’illazione, niente di più. Quanto presentato con Switch non fa gridare al miracolo, eppure in Giappone e USA il pre-order è andato esaurito. Cosiderato che la grande N ha sempre fatto questi giochetti al lancio di una console da tempo immemore, non è un indicatore di successo, ma di fiducia dei consumatori in Nintendo. Se riesce a recuperare la “fiducia”, quella che tu hai perso a ben vedere, si tira dietro tutto il resto. Staremo a vedere, nel frattempo io un saluto festante glielo devo a Nintendo. A presto frà

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  2. Guarda caro Claudio, quando con me parli delle “riviste” specializzate nel campo dell’intrattenimento elettronico , davvero , come si suol dire , sfondi una porta aperta. Mi verrebbe , se mi concedi il termine , da definirle come “Bettole” dell’informazione; vedo nella maggior parte degli articoli pubblicati un pressappochismo ( magari voluto , con il fine ultimo di raccogliere qualche click) che rasenta l’incompetenza e che, onestamente , un poco mi fa dubitare delle qualità giornalistiche dei redattori. Il 90 % degli articoli ivi pubblicati, sono voci il più delle volte neppure verificate , puntualmente seguite da un interrogativo ,copia/incollate e quindi spammate a libitum sui vari siti , come a voler dire : “Sarà vero? Noi per DOVERE DI CRONACA la riportiamo…giammai pensiate lo si faccia per far scannare i 4 “leoni da tastiera” che, nascosti dietro a un nick puntualmente e come pecoroni ci seguono quotidianamente , pronti a insultarsi per un nonnulla e far così felici i nostri sponsor!!”. Vedi io al tempo, non cercavo nessun tipo di notorietà . Credevo però , ingenuamente , come il mio pur maldestro scrivere era espressione sincera del sentire di un’appassionato, trattando di una tematica a lui cara, che viste le polemiche suscitate da quell’infelice E3 di Nintendo, potesse essere interessante punto di discussione e confronto il punto di vista di un lettore, con dei redattori presupponevo, a torto , animati dalla medesima passione. CHIARAMENTE mi sbagliavo.La loro risposta , fu più o meno prossima a quella che diede un indimenticabile Albertone Nazionale nel ” Il Marchese del Grillo”, alla plebe di una immaginaria, giustappunto, bettola romana:” Perchè io sò io, e voi non siete un cazzo!”. Tradotto.. Questo è il nostro giocattolino e decidiamo noi come giocare , che i nostri occhi ne hanno viste di cose… Come diresti tu, caro amico…dissolvenza, più tardi magari, sonno permettendo continuerò con il mio particolare spiegone.

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    1. Duole dirlo ma invece di utilizzare il web come piattaforma più “democratica” per fare intervenire gli appassionati e tirarne le somme tra l’oggettività dell’informazione professionale e i pareri della variegata platea, si limitano ad assecondare lo stesso flow che è sui social e nelle TV. Chi sbraita, chi fa della provocazione non uno strumento dialettico, ma di imposizione della propria idea, riceve più attenzione. Sulla tua voglia di “fama” non ne ho dubitato minimamente, altrimenti avresti accettato il mio invito a pubblicarti su una webbettola dei bassifondi della blogosfera?
      A dopo, caro mio.

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