Vergognose prestazioni


Pittura murale nel Lupanare negli Scavi di Pompei
Pittura murale nel Lupanare negli Scavi di Pompei

Vergognose prestazioni. Continua, anche se non “a grande richiesta”, la serie di The .XXX files: mai  titolo fu più appropriato per dare in un diversamente alto-secondo la forma alle idee che in questo momento occupano la mia cabeza e che altrimenti richiederebbero l’edizione tascabile (ma comunque sempre poco comoda) di Guerra e Pace. Impresa bignamesca.

Ore 23punto22, sfiga di un minuto e avrei potuto esibire la prova cabalistica di essere “(bis)unto dal Signore”; infatti, il “23” nella smorfia napoletana è “o’ scemo”. Tutto torna.

Tale e’ l’orario che indica, anzi indicava l’orologio che mammaMicrosoft ha elargito aggratis dentro WinPus <inserire un qualsiasi numero che va da 95 a 8> e dire che ci poteva spillare degli altri soldi con la scusa dell’ennesimo aggiornamento all’upgrade della beta release 2.1/c del suo sistema (in)operativo. Ora strana per iniziare a scrivere una lettera in formato “digitale”; infatti, la inizio soltanto perchè non so nemmeno dove voglia andare a parare, figuratevi immaginarmi un finale. Questa volta la beta release ve la propino io…alla facciaccia di Billo Gatto. Purtroppo aggratis. Perciò rimango povero.

L’idea invero strana e appena accennata nella mia (in)sana testolina si è fatta strada mentre scorrevo la posta elettronica, tentando di fare un pò d’ordine e conseguente frustrazione del non essere capace di ottenere un risultato accettabile pure secondo le mie modeste aspettative; le pulizie di Primavera non si fanno a febbraio.

Allora, con ghigno alla Jack Nicholson in Shining, ho iniziato con il marchiare a spam le pubblicità mai richieste, le newsletter di cui non ricordavo il motivo per cui mi ero iscritto e rompibballe assortiti, quando d’un tratto la furia purificatrice da inquisitor Ferrier (detto “martello degli eretici”) si placa e mi si spalanca il Sesto Chackra, “il terzo occhio, la facoltà di vedere oltre la forma e l’apparenza della realtà polare cogliendone l’essenza e l’unità”…qualunque cosa voglia dire, ma così suona come roba seria.

Inizio a notare che alcuni nomi, nonostante alcune mie e-mail, che dallo sproloquio scemavano a una più modica richiesta di notizie, non mi degnavano nemmeno di un educato saluto. Da un’iniziale difficoltà nel comprendere le ragioni di una così improvvisa scomparsa, passo in modalità C.S.I. e li dichiaro “missing in e-mail“.

La verità (e in verità, in verità vi dico…)(…e ci stiamo montando la testa) è che in alcuni casi non c’è proprio nulla da fare: non una reazione, non un fetente di repl(a)y per dire – che so – “ca@%#o di fine hai fatto?!?” o, più educatamente “come stai?”…tempo totale di compilazione del messagggio a computer acceso: circa 10 secondi e cioè meno di quanto ci mettete a fare pipì a mutande scese.

Dico: è vero che sono grafomane e vi sono grato quando fate finta di assecondarmi, ma il vostro encefalogramma non può essere più piatto delle tette di mia sorella.

Non che io abbia pregiudizi sul seno piatto, anzi le ragazze che mi hanno fatto perdere la testa, scoppiare il cuore e farmi venire le farfalle nelle viscere, appartengono proprio alla categoria “San Giuseppe ‘nce passaje ‘a chianozza” (trad. San Giuseppe ci ha passato la pialla. Si dice della donna dal seno piatto).

Se poi butto l’occhio da questa parte del blog, non che ci sia questo pullulare di commenti, ma non è serata di esame di coscienza sulle mie capacità espressive, bensì sento scorrere forte l’arte taoista del ridere di sé.

Se non smetto di tastarmi ben bene questa bella gnocca della tastiera, finisce che presto avrò un secondo tastierino numerico . Un veloce colpo di mano e nel disco-tosto frulla una canzone di Patrick Wolf con un pimpante refrain che fa “Happy without you, happy without you, happy without you, happy without you, happy without you” e che mi porterà alla fine tormentata e soltanto rimandata a qualche giorno più in l  llllllà, per vedere se, dopo questo (sup)post le vostre prestazioni saranno così vergognose come si allude a inizio lettera o riuscirete a risollevare la poco edificante (anche per il film cui si ispira il titolo…) situazione.

Ma tanto lo so, riuscirete a fare anche di peggio.

Questo post è la III e – per grazia vostra plena – ultima parte di The .XXX Trilogy, l’unica trilogia in cui una parte non c’entra nulla con l’altra. L’unica cosa in comune è: “mo’ m’aggia sfucà!” (ora è arrivato il momento che mi devo proprio sfogare!). Avete avuto un bello stomaco, ma se volete procurarvi un’ulcera, potete iniziare da capo alla parte I…ma non ve lo metto il link, uscite! Andate a toccare le femmine (cit. Massimo Troisi a Robertino in “Ricomincio da Tre”).

Onda sonora consigliata: Time of my life (Patrick Wolf)

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