Total War Rome. Distruggi Cartagine


Titolo originale: Total War – Rome. Destroy Carthage – Autore: David Gibbins – Ediz. italiana: 2013 – Editore: Magazzini Salani – Genere: Narrativa & Letteratura, Storia – Pagine: 430.

Total war Rome. Distruggi Cartagine di David Gibbins

D’accordo, il centurione in copertina non c’entra nulla con un antico Romano, non fatevi però ingannare dalle apparenze…

Total War – Rome. Distruggi Cartagine è un libro nato come corollario di Total War, una nota serie di videogiochi di strategia in tempo reale, noti in gergo come RTS (Real Time Strategy); pubblicato nello stesso periodo del videogioco Total War Rome II, il libro non è un becero tentativo di “fare cassa”, sfruttando un franchise di successo. Distruggi Cartagine dimostra di essere un godibile libro tra il thriller politico e il romanzo storico, ambientato durante l’epilogo delle Guerre Puniche, lo scontro finale fra Roma e Cartagine.

Il libro condivide con il videogioco il titolo e lo scenario, non vi è altro punto di comunione: se “Ryse. Son of Rome”, titolo esclusivo al lancio della Xbox One e videogioco ambientato nell’Antica Roma, oltre a una grafica spacca-mascella, avesse avuto una trama ispirata a questo libro, ne sarebbe venuto fuori un capolavoro assoluto, una pietra miliare dell’intrattenimento elettronico.

Ryse - Son of Rome per Xbox One (Crytek, 2013)
Ryse – Son of Rome per Xbox One (Crytek, 2013)

L’autore, David Gibbins, non nasce romanziere, è un autorevole ricercatore e archeologo, specializzato in studi sul Mediterraneo antico, con all’attivo numerose spedizioni di archeologia subacquea in tutto il mondo. Autore di numerosi saggi, dal 2005 ha iniziato a scrivere romanzi, riscuotendo grande successo, tradotti in 30 lingue e con oltre 3 milioni di copie vendute. Grazie a questo patrimonio di conoscenze ed esperienza, Distruggi Cartagine è un’opera, basata scientificamente su fatti e personaggi storici, il cui intreccio, seppure di fantasia, riesce a conservare verosimiglianza grazie a una sapiente infusione di thriller politico.

Grazie alle prime pagine della Nota introduttiva, il lettore viene informato, in modo semplice e chiaro, della struttura sociale e politica della civiltà romana del periodo storico che va all’incirca dal 168 (battaglia di Pidna) al 146 a.C. (distruzione di Cartagine).

L’opera è suddivisa in sei parti, dal trionfo di Emilio Paolo, a Pidna contro i Macedoni, alla battaglia finale del figlio, Scipione Emiliano, nella terza guerra punica a Cartagine.

Il romanzo narra le vicende del legionario Fabio Petronio Secondo – personaggio di fantasia –  attraverso un percorso fatto non solo di battaglie, ma di crescita personale, un destino indissolubilmente legato all’ascesa politica e militare del suo amico Scipione Emiliano.  La storia presenta i tratti dell’Epica, quasi che Gibbins voglia strizzare l’occhio ai grandi poemi storici del passato; infatti, Scipione Emiliano pare un predestinato nel seguire le orme dei più illustri antenati, come il nonno adottivo, Scipione l’Africano, che trionfò a Zama contro Annibale.

“L’importanza dell’onore, per il singolo, è il pesante fardello che hai ereditato da tuo nonno, Scipione, ma un fardello per cui vale la pena lottare” Polibio a Scipione Emiliano (pp. 341-342)

La guerra fa da sfondo a un mondo romano in una fase di profondi cambiamenti. Roma, in quei decenni importanti di espansione a Est e a Sud,  si confronta con società e culture diverse dalla sua: le certezze iniziano a vacillare. Fabio e Scipione Emiliano, grazie all’amicizia con Polibio, sono sì romani, ma non si chiudono nel proprio mondo: si aprono alla cultura greca, capiscono che Roma non è una città in grado di dominare le sole popolazioni italiche, ma la capitale di un regno che guarda verso tutto il Mediterraneo. I due amici condividono il legame alle tradizioni degli antenati, ma prendono via via consapevolezza che le strutture politiche e militari, che finora avevano funzionato, sono ormai corrotte e obsolete.

Il nodo centrale del romanzo non è tanto il susseguirsi delle battaglie, quanto lo scontro eterno che oppone, da una parte chi lotta per la Patria e il bene della collettività; dall’altra, chi pone al primo posto i propri interessi personali, economici e di potere, anche a costo di collaborare con il nemico. L’autore mette in evidenza i mali di ogni società e struttura statale: la corruzione e la brama di potere.

Lo scontro tra Roma e Cartagine non fu solo scontro politico ed economico, bensì di civiltà (ennesimo scontro fra Oriente e Occidente), come si evince nei capitoli finali quando Gibbins accenna alla religione cartaginese e ai suoi sacrifici umani. La “demonizzazione” dell’avversario, capace di efferati atti, a fronte dei sani e “universali” valori da preservare come baluardo della civiltà tout court, magari esportando la “democrazia” a furore di bombe. Nelle guerre gli atti di crudeltà inaudita sono stati compiuti da tutte le parti in campo: i vincitori scrivono la Storia e tendono a omettere i propri errori. C’est la guerre.

L’attendibilità delle antiche fonti storiche è ancora più evidente se si considera che provengono da autori non contemporanei alle vicende, i quali citano a loro volta cronache e lavori di altri autori, giunti a noi – nel migliore dei casi – in modo assai frammentario. Nelle ultime pagine, nella Nota dell’Autore, Gibbins riporta, per esempio, che il totale dei “fatti” riguardanti Scipione Emiliano, figura di rilevanza storica al pari di Napoleone o di Wellington, riempie poco più di una pagina. Conosciamo della battaglia di Pidna grazie a Plutarco, che ne scrisse circa 250 anni dopo; conosciamo di Scipione Emiliano, del suo ruolo nell’assedio di Intercatia e Cartagine grazie ad Appiano, che ne scrisse circa 300 anni dopo. Entrambi i grandi storici fanno riferimento alle “Storie” di Polibio. Ben venga quindi il romanzo storico in cui l’autore cerchi di ricostruire criticamente il periodo e desti la curiosità nel lettore di documentarsi e approfondire.

La Famiglia imperiale. Fregio dell'Ara Pacis (http://www.arapacis.it)/
La Famiglia imperiale. Fregio dell’Ara Pacis

Fabio Petronio Secondo è un personaggio di fantasia, ma le sue vicende sono intrecciate con quelle di personaggi storici realmente vissuti: in primis, Scipione Emiliano, che ha un ruolo importante nel libro sia per il legame di forte amicizia con Fabio, sia per il suo status sociale, politico e militare; Asdrubale, l’ ultimo suffeta di Cartagine, di differente famiglia dei famosi Barca; Marco Porcio Catone, avverso al filo-ellenismo degli Scipioni e convinto dell’estrema pericolosità di Cartagine per Roma, ne esortava la distruzione in qualsiasi situazione e discorso: “Ceterum censeo Carthaginem esse delendam” (“Infine, credo che Cartagine debba essere distrutta”). Polibio, famoso storico di origine greca, con un passato di alto rango militare come ipparca della Lega Achea (capo della cavalleria, cioè il secondo in grado nelle forze armate), dopo la battaglia di Pidna, diventa ostaggio per diciassette anni a Roma. Polibio è una figura chiave nel racconto del libro così come nella Storia. Autore di “Storie”, una delle più importanti opere di storia ellenistica e romana, grazie alla sua cultura e formazione fu accolto nella casa di Lucio Paolo Emilio, vincitore a Pidna, che gli affidò l’educazione del figlio, Scipione Emiliano.

La storia relega l“azione” a pochi momenti: il capitolo della battaglia di Pidna e quello finale dell’assedio e distruzione di Cartagine; l’intreccio si fonda in grande parte sulla politica, sui rapporti familiari, di amicizia e inimicizia, sugli intrighi sociali e di potere. Da questo punto di vista, il libro rende giustizia al videogioco ispiratore, in quanto la serie Total War predilige un approccio strategico di meticolosa preparazione prima di buttarsi nell’azione di una campagna militare.

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Un esempio della mappa dove si svolge grande parte dell'”azione” di Total War Rome II

L’attenzione ai dettagli restituisce al lettore un’immagine vivida della vita nell’Antica Roma del II secolo a.C. Un esempio di tale attenzione, che rende con efficacia la verosimiglianza del racconto, è l’arrivo in segreto di Fabio e Scipione Emiliano al porto di Cartagine, a bordo di una nave mercantile: l’autore descrive meticolosamente le banchine, la disposizione dei magazzini, il porto militare, le navi ormeggiate, grazie alle sue immersioni archeologiche nei luoghi in cui era l’antico porto della città.

La descrizione dell’infiltrazione nel cuore della città è degna dei romanzi di spionaggio di John le Carré e appare più vicina a Splinter Cell,una serie di videogiochi stealth di successo, anziché a Total War da cui trae il titolo.

Qualche rallentamento nella lettura può derivare, soprattutto all’inizio, dai nomi dei personaggi, in ragione della struttura familiare e tradizione delle gentes romane. Vale per tutti l’esempio del protagonista:

La pratica dell’adozione a Roma era molto diffusa, sebbene avesse una valenza diversa dalla nostra adozione legale: Scipione Emiliano viene adottato da Publio Cornelio Scipione,

Il padre adottivo è figlio di Publio Cornelio Scipione Africano, il vincitore a Zama, quindi quest’ultimo è nonno adottivo del nostro protagonista.

Dopo la distruzione definitiva di Cartagine, portata a termine l’opera del nonno adottivo,

  • assume il nome di Publio Cornelio Scipione Emiliano Africano

Confusi? Non fatevi intimorire: è sufficiente uno sforzo di concentrazione pari alla ricerca sul citofono del nome dell’amico che vi ha invitato a cena per la prima volta a casa sua e abita in uno di quei super-condomini con otto “scale” e dieci piani per scala: un nome tra un numero spropositato di nomi e un bailamme di lucine neanche fossero le luminarie al centro del paese durante la Festa del Santo Patrono. Se poi siete riusciti ad andare oltre la gragnola di nomi delle famiglie Hobbit accorsi alla festa di Bilbo all’inizio de Il Signore degli Anelli, questa sarà una passeggiata di salute e un’occasione per riconciliarvi con la “prof” di latino.

Total War Rome-II: l'assedio di Cartagine.
Total War Rome-II: l’assedio di Cartagine. Quando un videogioco libera il console romano che è in te:”Al mio segnale scatenate l’inferno! Signa inferre!”

A ciascuno la sua lettura

Distruggi Cartagine non è un capolavoro, ma vale sicuramente il tempo impiegato a leggerlo e vale il prezzo di circa 10 euro, poco meno della metà se si preferisce l’edizione digitale.

I puristi che leggono esclusivamente saggi storici o le fonti antiche ne stiano lontani: il titolo e la copertina sono già un buon deterrente.

È una lettura che ho trovato piacevole e che consiglio a chi – come me – è un lettore “onnivoro” di Storia, cioè non disdegna alternare letture di narrativa ispirata alla Storia a saggi e biografie. Faccio presente che la vicenda è forse troppo romanzata, c’è parecchia “fiction” e, in aluni frangenti, cede a un linguaggio più “cinematografico”: per esempio, il personaggio di Asdrubale somiglia molto al Serse, imponente e ingioiellato come l’orologio 201-Carat di Chopard, nel film 300; benché la base storica sia presente e solida, spesso risulta a margine del “thriller politico”. Fa meglio da questo punto di vista L’Avventura di un Povero Crociato, pure recensito tra queste pagine.

Per dare un’idea del bilanciamento dei contenuti tra “Storia” e “fiction”, può essere utile la comparazione tra quattro libri: Teutoburgo 9 d.C. di di Massimo Bocchiola e Marco Sartori è il libro di Storia in cui la “fiction” è assente, il libro di Gibbins si colloca idealmente tra un romanzo storico come L’Avventura di un Povero Crociato di Franco Cardini e L’Ultima Legione di Valerio Massimo Manfredi, che di “storico” ha solo il pretesto.

Libri-storia-fiction-comparazione

Distruggi Cartagine è una lettura che consiglio a chi non è amante della Storia, ma ha voglia di immergersi in tale periodo e conoscerne un po’ di più senza particolare sforzo. La lettura scorre senza essere costretti a ricorrere continuamente a rimandi alle note a piè pagina o appendici a fine capitolo. Chi ha apprezzato il film Il Gladiatore si troverà a suo agio: il film è zeppo di errori storici, tuttavia riesce a trasmettere lo spirito tenace e combattivo di Roma. Il libro ha una base storica decisamente più solida e il lettore ne trarrà una corretta “infarinatura” di Antica Roma, se non addirittura una sana pagliuzza di curiosità.

“Ho visto gran parte del resto del mondo… è brutale, crudele, oscuro… Roma è la luce!” Massimo Decimo Meridio (Russell Crowe ne Il Gladiatore)

La Seconda Guerra Punica, precedente alle vicende narrate in questo libro, è una serie di eventi e personaggi grandiosi: Annibale, gli elefanti che valicano le Alpi, Quinto Fabio Massimo, la battaglia di Canne, Scipione l’Africano, la battaglia di Zama, la resa di Cartagine. Così la qui narrata Terza Guerra Punica risulta oscurata da tanta grandiosità precedente, sia nei nostri studi scolastici, sia nella nostra curiosità. Distruggi Cartagine è quindi una buona occasione per riprendere in mano un libro di storia o affidarsi alla ricerca sul web – in questa recensione vi sono diversi link – per sapere “come è finita veramente la storia di Cartagine”.

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6 pensieri su “Total War Rome. Distruggi Cartagine

    1. Catone è stato preso alla lettera. Anzi, sono andati pure oltre sparcendoci su il sale! La Morale si può trovare in una famosa storia raccontata da Gigi Proietti, quella del Cavaliere Bianco e del Cavaliere Nero, sostituendo il Cavaliere bianco con i Cartaginesi e il Cavaliere Nero con i Romani

      E che ai Romani nun glie devi…

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    1. Grazie caro! Volevo trasmettere proprio che si può imparare anche da questo libro che di “storico” ha poco.
      Gran bella soddisfazione mi dai! A parte la lusinga, che fa sempre piacere, è che hai colpito esatto nel segno: mi hai capito nel profondo. E per chi scrive è uno di quei miracoli che succede di raro. Grazie!

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