Storie sgangherate #4: I ragnetti Prot-Prot e Lo Stupido Inutile Viaggio di Andata-e-Ritorno


Storie sgangherate per bimbi insonni e papà stanchi sono racconti sgangherati, versioni rimaneggiate, strappate, lacerate, sbilenche, sgrammaticate e con la punteggiatura sparsa come le spighe rimaste sul campo dopo la mietitura. Se volete leggere una Favola scritta bene andate sui libri, quelli veri, di carta e inchiostro. Se decidete di continuare, non mi resta che augurarvi buona…anzi, brutta lettura!

I ragnetti Prot-Prot e Lo Stupido Inutile Viaggio di Andata-e-Ritorno


Esiste un mondo invisibile.

L’Uomo, un po’ per arroganza e un po’ perché non crede nelle cose che non vede, ma alcune cose sono vere che ci si creda o no. L’Uomo non riesce a rendersi conto che esistono tante forme di vita, antichissime e in grado di adattarsi agli ambienti più estremi, dalle dimensioni così piccole da non potere essere viste a occhio nudo. Eppure esistono.

Quando gli scienziati hanno scoperto il microscopio, una specie di cannocchiale potentissimo, questo incredibile mondo invisibile si è rivelato nella sua straordinarietà.
Grazie al microscopio, si è scoperto che di questi mondi invisibili ce ne sono tantissimi e nei posti più impensabili. Il nostro corpo, per esempio, ne contiene uno tra quelli più abitati, in cui prospera una moltitudine di esserini piccolissimi, ma davvero piccolipiccoli, alcuni buoni, altri meno.

Questa è la storia di una specie di esserini piccolipiccoli che vivono nel nostro corpo. Il loro nome è: i Prot-Prot.

I Prot-Prot sono degli esserini piccolipiccoli, così piccoli che nessuno riesce a vederli a occhio nudo. Il loro aspetto è simile a quello di un ragnetto: ha sei zampine che dipartono da un corpo rotondetto, due antennine ricurve in avanti, dalla cui punta penzolano due palline, una metà funziona da occhio, l’altra metà funziona da orecchio. Ogni pallina può ruotare su se stessa sull’antenna, quindi questi esserini hanno una vista e un udito eccezionali. Nella parte bassa del corpo hanno due buchini, uno davanti e uno dietro: quello davanti è la bocca e quello dietro…ahem, insomma sì, è il sederino. Non hanno capelli né peli. Non hanno nemmeno il naso e capirete più avanti nella storia che è meglio così. Nel loro mondo non esistono perciò né barbieri né estetisti e nemmeno raffreddori. Nel loro mondo non si vendono né pettini né macchinette depilatrici e nemmeno fazzoletti.

I ragnetti Prot-Prot vivono nel nostro corpo da tempi antichissimi, molto più antichi di “C’era una volta, tanto tempo fa”. Noi uomini non ce ne siamo accorti fino a quando gli scienziati non hanno scoperto il microscopio perché sono veramente piccolissimi, ma anche perché se ne stanno buoni buoni e non danno fastidio a nessuno. Ma dove sono nel nostro corpo?

I ragnetti Prot-Prot vivono nel nostro sederino.

I ragnetti Prot-Prot fanno una vita normale come la nostra: le mamme e i papà vanno al lavoro, i figlioletti vanno a scuola, quando escono vanno a giocare; quattro volte l’anno, all’inizio di ogni stagione, si riuniscono tutti e fanno una grande festa, la Festa della Ragnacca.

Sono esserini parecchio pigri, odiano viaggiare: nessuno di loro ha infatti mai iniziato un viaggio da solo. Alcune volte, che si contano sulla punta della metà delle loro zampe, i Prot-Prot hanno intrapreso tutti insieme un viaggio, per loro lunghissimo anche se il posto dove devono andare non è poi così distante: sono infatti così piccolipiccoli che qualsiasi posto sembra davvero lontanissimo.

Questo è il racconto di uno di quei pochissimi viaggi dei Prot-Prot.

Questo viaggio fu così straordinario che il racconto viene tramandato di padre in figlio da generazioni. Non avendo la TV, la sera per fare addormentare i ragnetti-bimbi i papà e le mamme raccontano questo viaggio. Anche ai ragnetti adulti piace raccontare la storia di questo incredibile viaggio quando si vogliono fare un po’ di risate oppure sono su di giri perché hanno bevuto troppa ragnarappa, un liquore di cui vanno pazzi e i cui ingredienti è meglio che non riveli da dove vengono e quali siano.

Questo incredibile viaggio è conosciuto tra i ragnetti Prot-Prot con il nome:
“Lo Stupido Inutile Viaggio di Andata-e-Ritorno”

Tanto tempo fa, (anche i ragnetti Prot-Prot iniziano i racconti con questa frase)
in un posto non lontano da qui (ve l’avevo detto che i ragnetti Prot-Prot sono terribilmente pigri)
C’era una città in cui vivevano, tranquilli e al calduccio, i ragnetti Prot-Prot. Questa città si chiamava Chiappetta.

La città non era male: era sulle pendici di una valle, due grandi montagne, chiamate Le enOOrmi Montagne la sovrastavano da una parte e dall’altra. Non arrivava molta luce, ma è proprio così che piaceva ai ragnetti!
Inoltre, la città era circondata tutta intorno da La Foresta Nera, una rigogliosissima foresta di peli, abitata da un’altra popolazione, molto amica di questi ragnetti, i Tarzangrilli.

I Tarzangrilli sono di carattere schietto, anche un po’ rude, ma assai simpatici e amanti delle feste: venivano giù in città per fare compere, fare baldoria e bere ragnarappa fino a stramazzare a terra. I ragnetti Prot-Prot erano molto contenti perché vendevano un sacco di ragnarappa e non gli dispiaceva unirsi alla festa. Ogni tanto ci scappava anche qualche scazzottata, ma i Tarzangrilli avevano sempre la peggio perché i Prot-Prot hanno sei zampe.

La vita a Chiappetta procedeva abbastanza bene, qualche giorno andava storto, qualche altro si metteva per il verso giusto. Il lunedì era un giorno di cacca. Ma i ragnetti ci erano abituati
Nel paese dei ragnetti Prot-Prot c’era qualche problema altrimenti questa storia sarebbe potuta finire molto prima o, addirittura, non avrebbe mai avuto inizio.
La città di Chiappetta era spesso immersa in una nuvola puzzolente, attraversata da improvvise raffiche di vento fortissimo che spazzavano via tutto e, di tanto in tanto, veniva inondata da colate di una specie di fango marrone che distruggeva tutte le case e i negozi.
I ragnetti Prot-Prot sono esserini piccolipiccoli ma molto resistenti. Le difficoltà non gli fanno paura. Ma un giorno accadde un fatto davvero strano.

Erano giorni che le raffiche di vento si succedevano con impressionante frequenza. I ragnetti Prot-Prot investiti dalla raffica venivano fatti volare via lontanissimo e, vi ho già raccontato, quanto siano pigri e non amino viaggiare. Potete capire che questa cosa li annoiava parecchio. Si racconta che qualcuno fosse stato visto volare in alto, ma così in alto, addirittura oltre la cima della Montagna Destra, una delle enOOrmi Montagne che sovrastavano la città. Chissà che fine aveva fatto? Se lo chiedevano tutti, ma a nessuno chiaramente era passato per la testa, neanche lontanamente, di andarli a cercare. Troppo pigri, davvero pigri.

Alla fine di questi giorni strani di vento strano, arrivò Quel Giorno, un giorno che nel libro sacro della Storiaccia dei Ragnetti Prot-Prot viene chiamato “il Giorno del Grande Marrone” (No, non c’entra nulla con le castagne).
Un’immensa marea marrone sbucò proprio nel mezzo della città di Chiappetta! Un fango marrone fuorusciva da ogni casa, da ogni negozio, da ogni rubinetto, dalle vasche da bagno, dai tombini, dalle fontanelle pubbliche, sembrava non finire mai. In passato, ogni tanto, c’erano state queste colate di fango a Chiappetta: una volta finita la colata, i ragnetti Prot-Prot si rimboccavano le zampe e, avendone sei, riuscivano a rimettere tutto a posto piuttosto velocemente e con poca fatica.
A memoria di ragnetto-anziano, però, nel passato nessuna delle colate di fango fu così grande e durò per così tanto tempo come quella del Grande Marrone. Questo il nome che le diedero.

Dopo qualche giorno in cui non accennava a fermarsi l’alluvione marrone, le cose andarono ancora peggio.

Ogni tanto, dal punto in cui era iniziato tutto e da cui quella specie di fango continuava a fuoriuscire più abbondante, iniziarono delle raffiche di vento, brevi ma fortissime, che smitragliavano il fango tutto intorno come dei proiettili e, se uno di questi “proiettili” colpiva un ragnetto di passaggio, lo stendeva a terra o lo spiattellava contro un muro con la forza di una dozzina di Tanzangrilli ubriachi fradici di ragnarappa.

La situazione diventava sempre più insopportabile per i ragnetti Prot-Prot, anche se erano abituati a superare ogni difficoltà e a vivere senza troppe comodità.
Così, un giorno di questa straordinaria marronosità, il Consiglio dei Ragnetti-Molto-Anziani si riunì nell’Aula raMagna per prendere una decisione sul da farsi. L’Aula raMagna è un luogo sacro per i ragnetti Prot-Prot e viene aperta solo in occasione di importanti decisioni e annunci a tutta la popolazione riunita.
C’è una regola in queste occasioni importanti nell’Aula raMagna: il primo a parlare è il più anziano tra i Ragnetti-Molto-Anziani, che è anche il più rispettato e importante di tutta la città.
Così RagnOn Brodo – in prot-prottesco “ragnOn” è la stessa cosa del nostro “Signor” – iniziò a parlare davanti a tutti i Prot-Prot riuniti e in assoluto silenzio (inclusi i ragni-bambini):
“Basta non se ne può più! E va bene che siamo abituati a vivere con poco, non abbiamo la televisione e ci accontentiamo delle Feste della Ragnacca…E va bene che a Chiappetta non c’è un buon odore e a volte tira pure il vento che bisogna tenersi a terra con tutte e sei le zampe..ORA si è passato il segno!…
“…Marrone” gli fece eco ragnOn Gnam, un altro ragnetto-molto-anziano, dal lato opposto dell’Aula raMagna.

I Ragnetti-Molto-Anziani sono noti per essere i più burloni di tutti: infatti, quando diventano vecchi i ragnetti capiscono che la vita che gli resta va vissuta con un po’ di allegria, che loro chiamano “ragnironia”. Insegnano ai più giovani a prendere la vita in modo meno drammatico e affrontare così le difficoltà con più energia e voglia di andare oltre. Il loro motto, infatti, è:“ La realtà è una merda. Ma non finisce qua”(*).

Così fu presa una decisione che fece la Storia, una decisione così importante che entrò nella Storiaccia dei Ragnetti Prot-Prot come Lo Stupido Inutile Viaggio di Andata-e-Ritorno

“Il Giorno del Grande Marrone” (No, non c’entra nulla con le caldarroste) i ragnetti Prot-Prot all’unanimità, nessun voto contrario (votano anche i ragni-bambini), decisero di andare via dalla città di Chiappetta e iniziare un viaggio, un lunghissimo viaggio oltre le Montagne EnOOrmi, là dove nessun ragnetto era mai giunto prima né aveva voglia di andarci. Non gliene fregava nulla di esplorare nuovi mondi o d’incontrare altri esserini, erano solo alla ricerca di un nuovo posto dove vivere, meno marrone e un po’ meno puzzolente.

E questa storia ve la racconto domani. Ora andate a nanna che papà è stanco e la mamma lo è ancora di più e ha bisogno anche lei…

Un nanerottolo si è abbracciato già a Morfeo, così chiamo il suo cane di peluche, e dorme. L’altro nanerottolo mi guarda con gli occhi con un bisogno disperato di sonno, ma non prima di un ultimo guizzo di “LA SO la risposta!” e mi dice:
“…di una storia, papà?”
No, nanerottolo mio, non di una storia, la mamma ne ha abbastanza delle chiacchiere di papà!
La mamma ha bisogno di un po’ di coccole…
Il nanerottolo è andato in stato “OFF”
…come questa storia vorrebbe essere per voi.

–>Segue a Parte II – Ragnàbasi

(*) cit. “Il costume da torero” di Brunori Sas

10 pensieri su “Storie sgangherate #4: I ragnetti Prot-Prot e Lo Stupido Inutile Viaggio di Andata-e-Ritorno

    1. Visto l’abuso che sto facendo dell’ultimo album dei Brunori Sas è entrato senza chiedere il permesso. La melodia, il ritmo e il coro dei bambini si è infilato in mezzo al racconto abbozzato con i miei due nanerottoli, che chiaramente si sono ammazzati di risate e questa versione l’ho dovuta un po’ edulcorare…
      Acchiappachiappa non la conosco, diamine mi sarei risparmiato un sacco di fatica…ma ora sono in ballo: tocca buttare giù il Viaggio.
      Grazieatte!

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    1. Sullo schermo del telefono al “politicamente” va a capo e ho temuto il peggio sul seguente “scorr…” Ahahah
      Sì i bimbi sono andati ai matti mentre la costruivamo a braccio…Quando gliel’ho letta mi sono raccomandato di stare in silenzio altrimenti non si capiva niente perché c’erano delle parole difficili e anche una parolaccia. Diego a un certo punto si manteneva con la mano premuta sulla bocca una risata che gli debordava negli occhi. Uno spettacolo. Il mio più grande successo è stato questo qui: pubblico (tutto non pagante) 2 bambini e un adulto (la mamma).

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