(l)Ode all’amaca


No, non è morto...Ma, quando dovesse accadere, beh non sarebbe un brutto modo di andarsene
No, non è morto…Ma, quando dovesse accadere, beh non sarebbe un brutto modo di andarsene

“Permettete un pensiero poetico?” (cit. Così Parlò Bellavista)

In questo pomeriggio di afa estiva, con le capacità di movimento al di sotto di quelle di un esemplare pigro di bradipo, nel riorganizzare il materiale per il diario di viaggio del Messico, lasciato in sospeso in quel di Tulum, viene giù dalle dita questa ode all’amaca, anzi lode all’amaca.

L’amaca è…L’amaca.
Il suo posto naturale è all’ombra tra due alberi, ma un patio va bene lo stesso.
Sprofondati con il proprio peso quasi a toccare il suolo, l’amaca si richiude sul tuo corpo come a proteggerti, un’amorevole protezione, come in un bozzolo.
Ti sembra di galleggiare e le chiome sussurrano parole antiche, dimenticate, ma a un tratto comprensibili: una ninna nanna. Galleggi nell’aria.

L’amaca accoglie in un abbraccio il tuo corpo, dolcemente cullato dal vento e tenuto sospeso per due fili…Nel nulla.

Percepire il nostro “nulla” nell’Universo, non è mai stato così di sollievo e rasserenante.

L’amaca è…L’amaca.

“E chest’è!”

In loving memory of: l’amaca acquistata a Merida e la “prima volta” a Cozumel

61 pensieri su “(l)Ode all’amaca

        1. se vuoi davvero schiantare e inondare di liquido verde-giallastro la tastiera, allora segui il link in fondo alla pagina, direzione Cozumel.

          PS: l’invidia è un bel sentimento. Almeno se la si interpreta come faccio io (che sono un babbeo e vabbuò…). Alla domanda:”vorresti essere al posto mio su quell’amaca su Cozumel?” Chi è il babbeo (vero) che direbbe di no? Questa è l’invidia, quella buona. E’ come il colesterolo, c’è quello “buono” e quello “cattivo”.

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                1. I see…I see, my dear.
                  L’inglese mi permette di non scendere a livelli più da volgo dialettale delle mie parti che bene raffigurerebbero la tua situazione, singolare a dire il vero in quanto non geneticamente fornita da Madre Natura…Stop (l’inglese mi salva in…corner)

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        1. E ce ne sarebbe sull’amaca, sì (recupero l’aplomb di blogger di sana e robusta costituzione html)
          Tu tira fuori uno dei tuoi gran bei “pezzi”, io tanto – lo sai – che prima o poi ci ritorno. Il mio ipertesto è un gran ragnatela, roba vecchia, roba antica, polvere, roba che l’asma ti viene a guardare, ogni tanto però guardo meglio e spunta un filo che non avevo visto…
          Grazie per la tua visita, rivederti da queste parti accende sempre l’oscena scritta al neon sulla vetrina all’entrata “OPEN”

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            1. oggi ero al lavoro con i miei due nani da solo…Mica lavori solo tu eh? 😉
              Finito l’insano cazzeggio, mi prendo una birra, sigaretta, dondolo e al tramonto mi leggo il caro Paolo. Ci vuole la giusta atmosfera, poi – lo sai – è uno psicopatico, l’ha scritto pure nel libro…io c’ho famiglia.

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                1. già ftto, tesò, già fatto…e i due nani oggi insistevano a volermi slacciare e tirare giù il costume così che – testuali parole loro – “tutte le persone fanno OooH!”. Maledetta scuola che gli insegna certe canzuncelle di San Remo…Con la vanga da venti chili, altro che libri!

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                    1. Chupa-chups o niente…o come diamine si scrive. I nani hanno un debole per ciò che ricorda loro una mazza ferrata o una “morning star”. Al DNA non si comanda. E io come indegno tutore fino alla loro maggiore età (fossAMaronna!), non mi sento di dire di no.

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                    2. prova a triplicare la posta e può essere che ti prenda in considerazione. Ma aspettati un rilancio da parte pure del nano Diego…Jaià è un tesoro, ti guarderà con gli occhietti azzurri, dal taglio un pò calanti, incurverà leggemente in basso quelle labbrucce che sembrano disegnate da un fumettista e in silenzio cercherà di evitare il tuo sguardo. Jaià è già hard-boiled. Irresistibile a qualsiasi chupa-chups…Fa scorta, è un consiglio spassionato 😉
                      E grazie per la tua disponibilità. Firmato: un papà non va in “ferie”, ma lavora in un luogo diverso da quello abituale, con molta più soddisfazione e gratificazione.

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                    3. Sei un tesoro!
                      Shhh…Ora dormono. Il fottuto Bon-Ton Quattro Stagioni del Bravo-Bambino colpisce ancora! 😉
                      Quando si svegliano, gli mostro la foto…(prima faccio una scappata al bar, però)
                      …. ….

                      Narcì…addò vai?
                      Da zia Mela, ok…Guagliù, fai la personcina educata. Ringrazia, dai il bacetto, pure due se stai in vena, ma mi raccomando nennè…Uno solo è il tuo! Non ti fottere quelli di Diego e Jaià…
                      Ringrazia da parte mia pure Mela… Col bacetto?…No, no una stretta di mano…C’amma fà semp’e riconoscere…I soliti invadenti e azzeccosi, quella Zia Mela è ‘na buona e brava, ma è…è del Nord.

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    1. Riprende il “muy traquilo” che è stato il leit motiv del viaggio in Messico che sto cercando di ripercorrere tanti anni dopo. I viaggi, se sono tali, ti arricchiscono. Dato che io discendo da un sofà (e non da una scimmia) credo si sia trattato di un ritorno alle origini.
      Ci sono un paio di foto mie nel post di Cozumel che rendono bene l’idea.
      Grazie Pup!

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        1. Ne ho la certezza. Non oppongo l’indice al pollice, come diversi primati (se non ci credi, regalami un set IKEA da montare. Chiaramente poi ti banno a vita e spammo sul tuo blog fino a che server non schianti)
          Posso resistere sdraiato, seduto o reclinato un numero di ore da record, senza avere il benché minimo rimorso o pensiero che mi renda utile alla comunità e a me stesso.
          Darwin avrebbe risparmato un bel viaggio alle Galapagos.

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        1. Allora parliamo dello “stesso” Messico (anzi Yucatàn)!
          Qui trovi il nostro itinerario

          Viva il Messico! Ep. #1

          Poi se salti ai vari “episodi”di Playa dovresti ritrovatrici
          Xcaret non sono stato, ma il prossimo episodio sarà la riserva della biosfera di Sian Ka’an che è proprio lì.
          Mio fratello è ritornato qualche anno più tardi ed è stato a Xcaret: a parte il “parco a tema”, comunque bello, il posto è meraviglioso.
          Qui trovi l’indice delle tappe del viaggio finora raccontate:

          Viva il Messico! Indice degli Episodi

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          1. Visto: grosso modo ho visitato anch’io alcuni di questi luoghi. Di Playa riconosco la spiaggia ed il Caribe. La città è cresciuta in un modo spaventoso. Quando ci sono stato io dormivo in una capanna: si può dire che non c’erano alberghi. Ti parlo dell’84. Avevo una bellissima amaca matrimoniale comprata a Merida. Altri luoghi che ho visitato: Isla mujeres, Cankun, Tixkokob, Holbox, Tulum, Merida, Uxmal…
            Un bell’itinerario il vostro, mi fa venire in mente un sacco di bei ricordi… Non siete stati a Los Lagos, vicino a Comitan, nel Chiapas? C’è una tavolozza di laghi fantastici: ci sono più di duecento laghetti uno dalla tinta diversa dall’altra. C’è un punto dove sono così vicino l’uno all’altro che, camminandoci in mezzo, davvero ti pare di stare camminando sulla tavolozza d’un pittore…

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            1. Il viaggio e precisamente del 1999. Playa era ancora un mezzo villaggio di pescatori con un po’ di attrazioni turistiche (negozi, bar, ristoranti) unicamente sulla Quinta Avenida. Tu l’hai vissuta veramente al “natural”.
              Alcune località che hai citato ahimè non le abbiamo toccate (nemmeno Aqua Azul), ma il mio sogno è ritornare per conoscerne altro. Avevamo anche ipotizzato di rifarlo noi quattro, ma puoi immaginare che è impossibile coniugarlo con le rispettive famiglie. Ci vorrebbe una congiunzione astrale con tre comete, un equinozio e un eclisse solare. A quel punto, cosa andare a fare in Messico? Lo spettacolo è qui 😉
              I laghi del Chiapas mi sono sconosciuti, ma visto il Sumidero posso immaginare, seppure lontanamente, la bellezza di tanto puzzle di acqua e terra.
              Tocca ritornare, ma alcuni luoghi tipo Playa sono ormai persi nell’omologazione turistica.

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              1. Sono luoghi che mi sono rimasti nel cuore… Capisco tutte le difficoltà: per visitarli davvero occorre essere leggeri e viaggiare leggeri. Fermarsi prendendosi tutto il tempo che occorre per gustare le atmosfere ed i paesaggi fantastici. Però, non si sa mai: alle volte anche l’impossibile può farsi possibile…….

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                    1. Tambien my casa es tu casa, amigo…
                      Intendo proprio ristrettezze di tempo…
                      Ma sarò sempre contento di parlare di Messico, anche perchè mi sembra che anche tu ne abbia catturato lo spirito e te ne sia lasciato catturare a tua volta…

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                    2. Ho sulla “coscienza” diversa gente che ho mandato in Messico, su questo stesso itinerario, ma penso sia come dici tu: lo spirito con cui si vive il viaggio…Che è poi l’unica cosa che tengo a trasmettere con questo mio racconto con le mie ristrettezze espressive e di esperienza di una piccola parte del Messico. Visto la tua esperienza quando mi scrivi che sono sulla strada giusta, beh allora continuo 😉

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                    3. Spero che ti abbiano ringraziato… Certo quando ascolto ciò che accade a Oaxaca, dei desapparecidos, dei femminicidi lungo la frontera del norte,mi piange il cuore. Ma anche questo è il Messico, non solo quello delle spiagge di Puerto Escondido o di Playa del Carmen. C’è anche quello degli indios emarginati e dei campesinos schiavizzati.Per non dire dei lavoratori delle maquilladoras del norte… A proposito, sai che ho scritto un racconto ambientato proprio tra Messico e Guatemala?E’ nei primi post da me pubblicati. Se dovessi avere tempo e non meglio da fare, potresti sempre darci un’occhiata…….

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                    4. Beh mi hai anticipato perché nel proseguimento del racconto descrivero’ certe condizioni e, sopratutto, in Chiapas è’ più evidente la matrice “zapatista” . Delle donne che scompaiono alla frontiera a Nord sapevo da molto tempo e il film con la Lopez non rende abbastanza.
                      Per cortesia, inserisci pure qui il link del tuo racconto. Non lo ritengo spam o invadenza. Questo è un blog, siamo sulla Rete e se non condividiamo per davvero noi blogger allora tutti su FB o altri a-social network.
                      Il link e’ utile a me che ora sono su un dumbphonino e per gli eventuali avventori di questa webbettola. Un sulmarino, compadre?

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    1. Ahimè quell’amaca acquistata a Merida, dopo un onorevole servizio sul terrazzo di mio fratello (di cui ho goduto per un periodo di alcuni mesi dei più travagliati della mia insulsa vita) ha ceduto per anzianità. All Amache Go to Heaven.
      Se alludi alla foto, beh ti tocca fare un biglietto per Il Messico, prendere una motonave per Cozumel, seguire la strada lungo il Mare dei Caraibi fino a dove finisce. Non ti puoi sbagliare. Lì c’è un bar, El Mexcalito, e puoi andare di motosega (le corde sono belle grosse) sempre che alla dogana non ti abbiamo beccato . E le patrie galere messicane non devono essere così confortevoli come il resto del Paese. Teso’ sient’amme, pigliare na pastiglia e nun ce pensa’

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