It’s a long way to Home


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Sulle note di It’s A Long Way To Tipperary prende forma il titolo di questo secondo post che racconta la storia di un viaggio, di un ritorno a casa, di un luogo dove sentirsi parte. It’s a long way to Tipperary,  It’s a long way to go. It’s a long way to Tipperary To the sweetest girl I know! La canzone, cantata dai soldati britannici durante la Prima Guerra Mondiale, si adatta bene al tema sebbene oggi in un contesto meno drammatico, ma conferma – se mai ce ne fosse bisogno – che la “casa” è un diritto naturale per tutti gli uomini e le donne. Un afflato primigenio che spinge a cercare la propria “casa” anche se lontani dal luogo dove siamo nati o vissuti.

E di un ritorno qui si tratta. Un post scritto qualche anno fa, la storia di un fiore, del vento che non puoi fermare (nemmeno con i muri), infine di una nuova “casa”.

Scritta sull’onda di altre sensazioni e ispirata da un piccolo capolavoro di videogioco, Flower, è un tassello che si è incastrato perfettamente nel puzzle di pensieri e sensazioni descritti in Casa. Ritorna inaspettatamente per raccontare con le stesse parole un’altra storia. Questa storia.

Continua a leggere: Vita, morte e miracolo di un fiore

3 pensieri su “It’s a long way to Home

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