Aliens: Dark Descent [anteprima]


Puoi urlare quanto ti pare, tanto potrai giocarci nel 2023

L’Electronic Entertainment Expo, noto ai più semplicemente come E3, è l’evento più atteso dai videogiocatori e dalla stampa specializzata poiché i produttori di software e hardware presentano tutte le novità. Inaugurato nel 1995, si tiene nella prima metà di giugno e, a eccezione delle edizioni del 1997 e 1998 tenutesi ad Atlanta, viene ospitato al Convention Center di Los Angeles.

Per gli appassionati è un appuntamento irrinunciabile e, grazie allo streaming video, è possibile assistere alle conferenze dei principali editori in diretta senza viaggiare fino a Los Angeles e acquistare dei costosissimi biglietti.

Per qualsiasi videogiocatore L’E3 è il momento dell’anno in cui il tempo subisce una sospensione. L’attesa dell’E3 è come l’avvicinarsi della notte della vigilia di Natale per i bambini: tutto ciò con cui riempiamo questo tempo rende unico il trascorrere dei giorni fino alla prima conferenza. Alla sua conclusione, l’effetto è un mix di esaltazione e delusione, un carico di attese e promesse, spesso non mantenute se non del tutto disilluse. Tuttavia, rappresenta un viaggio nel futuro del videogioco che sarà: nuovi universi, nuove avventure di pixel e poligoni ci aspettano.

Nel 2020, a causa della pandemia di COVID-19, per la prima volta dal 1995, l’E3 è stato annullato. Nel 2021 l’E3 si è tenuto esclusivamente come evento digitale in streaming video. L’edizione di quest’anno è stata cancellata del tutto, tuttavia lo scorso 9 giugno, ha avuto inizio il Summer Game Fest.

Trascorsi appena cinque minuti dall’inizio del Summer Game Fest, la seconda videoclip mi fa saltare sulla sedia. È il filmato di un nuovo videogioco di Alien.

Aliens: Dark Descent, sviluppato dalla francese Tindalos Interactive e pubblicato da Focus Entertainment, è atteso nel corso del 2023 per PC Windows, PlayStation 4, PlayStation 5, Xbox One e Xbox Series X.

ll filmato di presentazione di scarsi tre minuti replica una situazione tanto cara agli appassionati di Alien: una squadra di quattro marine coloniali in ricognizione presso un’installazione immersa nella semi-oscurità, desolata, trasudante di morte, un crescente senso di ansia che diventa opprimente, l’incontro con gli xenomorfi, il crepitare delle armi, la precipitosa ritirata inseguiti da un nemico soverchiante e implacabile, l’ansia che si trasforma in terrore, la morte.

We found the relay…But…there was a…Problem.

Anno 2198, diciannove anni dopo gli eventi narrati in Aliens, una squadra di quattro marine coloniali è in ricognizione sulla luna Lethe presso la base Tantalus: la stazione di comunicazione ha smesso di funzionare, quando i marine vi entrano si accorgono che c’è…un problema.

What we found was a kind of new evil and it found us first.

La sequenza di circa tre minuti è realizzata in computer grafica, replicando le atmosfere del film di James Cameron e, soltanto in una manciata di secondi alla fine, viene mostrato il gioco vero e proprio. E non è ciò che mi aspettavo. Per nulla.

L’azione del gioco viene mostrata in una visuale isometrica con una squadra di quattro marine che aprono il fuoco contro gli xenomorfi: sono indizi precisi e concordanti di un videogioco di strategia in tempo reale.

Pazza idea di giocare ad Alien in visuale isometrica, pensando di guidare una squadra di marine in una colonia infestata di xenomorfi. Folle, folle, folle idea…

L’ipotesi è avvalorata dal fatto che lo sviluppatore Tindalos Interactive si è guadagnato una buona reputazione per avere sviluppato due videogiochi di strategia in tempo reale e numerose espansioni della serie Battlefleet Gothic: Armada, ambientata in un altro universo fantascientifico, altrettanto cupo e brutale, Warhammer 40.000.

Aliens: Dark Descent non è ciò che attendevo da tempo: né uno sparatutto in prima persona alla Aliens Colonial Marines né un seguito di quel capolavoro di Alien Isolation.

Alien Isolation risale all’ottobre del 2014 e rappresenta tuttora quanto ho scritto in Alien Isolation, fa più paura un film o un videogioco?:

un (video)gioco del “nascondino” tra il videogiocatore e l’alieno, angosciante, terrorizzante, liberatorio quando va a buon fine un’azione, mortale in tutti gli altri casi. L’esperienza definitiva di un videogioco ispirato al film Alien.

Lodato da critica e giocatori, consegue un discreto successo commerciale vendendo oltre due milioni di copie, dopo otto anni – un tempo lunghissimo nei videogiochi – non si comprende il motivo dell’assenza di un seguito.

Alien Isolation – Non provate a fargli “buh” perché la bestiola è permalosa e irritabile. Giratele alla larga.

Il film Aliens è un’ambientazione perfetta per uno sparatutto con visuale in prima persona, un genere tra i più venduti, e l’ultimo videogioco Aliens Colonial Marines risale al febbraio 2013.

Come ho raccontato in Quer pasticciaccio brutto de Aliens: Colonial Marines il gioco alla sua pubblicazione sollevò un discreto putiferio. Obsolescenza grafica a parte, tuttavia, riesce a trasmettere l’atmosfera del film di James Cameron, la sensazione di muovere i propri passi sulle orme di Apone, Vasquez, Hudson e il resto di quel disgraziato manipolo di marine coloniali in Aliens.

Un nuovo sparatutto in prima persona, realizzato con tutti i crismi, nell’opulenza grafica del 4K, illuminazione dinamica ed effetti vari, avrebbe il potenziale di essere salutato come il Messia dal popolo di irriducibili videogiocatori “sparacchini”.

Aliens Colonial Marines – Con la “smart gun” senti finalmente di poterle prendere a calci nel sedere, maledette bestiacce. Purtroppo il caricatore dura quanto tutte le cose belle della vita: troppo poco

Nulla da fare, anche questa volta è andata diversamente da quanto avrei desiderato.

Un videogioco di strategia in tempo reale per l’universo di Alien è peraltro una scelta rischiosa: il potenziale mercato è assai più ristretto rispetto a uno sparatutto come Aliens Colonial Marines.

Si tratta anche di una scelta originale: l’unico titolo dello stesso genere è Aliens versus Predator: Extinction pubblicato nel lontano 2003 per Xbox e PlayStation 2. A differenza di molti giochi di strategia in tempo reale, però, le tipiche meccaniche di costruzione di strutture e raccolta di risorse sono estremamente limitate. L’attenzione si concentra sulla gestione delle unità e sul combattimento. Esperienza tutto sommato accettabile, data la novità dell’universo di Alien e Predator in questo genere di videogiochi e le console come piattaforme esclusive di destinazione. Non certo un videogioco memorabile.

In altri termini, l’entusiasmo iniziale alla vista del filmato viene raffreddato da un videogioco, che – per quanto possa essere ben realizzato – lascia una sensazione di ennesima occasione mancata almeno quanto il recente Aliens Fireteam Elite, pubblicato a fine agosto 2021 sempre da Focus Entertainment.

Progettato per un’esperienza di gioco cooperativo online, Aliens Fireteam Elite, nonostante sia tecnicamente gradevole e riesca a ricreare le tipiche situazioni di Aliens, è uno “sparatutto” con visuale in terza persona assai ripetitivo e piatto, sopratutto a causa dell’inconsistenza di un collante narrativo tra le missioni. Acquistata una copia usata a meno di quindici euro e giocata una buona parte del primo set di missioni, ne sconsiglio l’acquisto se non si voglia o possa accedere alla modalità cooperativa online.

Tuttavia, dopo tale momento di sconforto, le dichiarazioni dell’editore sulla pagina dedicata al gioco sospendono il mio giudizio di ennesima licenza di Alien gettata alle ortiche.

In Aliens: Dark Descent, il giocatore comanda una squadra di marine coloniali in combattimenti in tempo reale contro gli xenomorfi, agenti della Weyland-Yutani Corporation e una non meglio specificata “nuova minaccia mai apparsa nel franchise di Alien“. Nel filmato “qualcosa” di nuovo si palesa qualche secondo prima che appaia il primo xenomorfo.

Resident Evil Alien? I Borg sono stati infestati dagli xenomorfi? Iron Weyland-Yutani Man? Nel 2023 l’ardua sentenza.

Esplora ampi livelli aperti e annienta i nemici con la tua squadra, inviando ordini in modo strategico e intuitivo con il semplice tocco di un pulsante. Procedi con cautela, poiché la morte è permanente e i tuoi nemici adatteranno le loro tattiche alle tue azioni mentre ti danno la caccia. Crea percorsi unici per la sopravvivenza, scoprendo scorciatoie, creando zone sicure e impostando rilevatori di movimento in un mondo persistente in cui le tue azioni influiscono sui livelli per sempre.

Estratto tradotto dalla pagina di Aliens Dark Descent sul sito di Focus Entertainment

Sarà possibile personalizzare la squadra scegliendo tra ruoli e differenti caratteristiche (cinque classi selezionabili), che potranno essere migliorate accumulando punti esperienza. In pratica, esiste un sistema di livelli di esperienza, che permette di specializzare i propri marine con abilità che li rendono unici e con un arsenale di armi, protezioni e vantaggi differenti. Viene citato anche lo sviluppo di una base per la ricerca di nuove tecnologie per potenziare ulteriormente la squadra.

Sotto attacco degli alieni / Come è bello sognare / Abbracciato al lanciafiamme

Nella gestione della squadra occorre monitorare un insieme di parametri: la salute, le risorse e la sanità mentale. La morte o un crollo psicologico di un soldato equivale a perderlo per sempre e a perdere l’esperienza e le abilità accumulate. Sempre che sia possibile ottenere dei rinforzi, il sostituto potrebbe essere una zavorra anziché un supporto.

Chiaramente si tratta di dichiarazioni e – ammesso che queste promesse vengano rispettate – molto dipende dall’implementazione del sistema di creazione delle risorse, di accumulo dei punti esperienza, dell’intuitività dell’interfaccia, della risposta della squadra agli input, del bilanciamento delle missioni.

A livello estetico già appaga la vista e risulta adeguato a rappresentare le ambientazioni e l’atmosfera di Alien grazie a un utilizzo dell’illuminazione davvero notevole.

Apone, non è possibile sparare là dentro. Io… io voglio che siano ritirati i caricatori a tutti!
Gli effetti di illuminazione rendono efficacemente l’atmosfera di Aliens

Le caratteristiche descritte fanno perciò virare Aliens Dark Descent verso un CRPG (Computer Role-Playing Game), che aggiunge profondità all’esperienza e crea la legittima aspettativa di una linea narrativa almeno decente.

Inoltre il rischio che sia un cooperativo online è stato escluso dall’editore: Aliens Dark Descent non sarà un videogioco “co-op” e sarà esclusivamente per giocatore singolo.

Nonostante Aliens Dark Descent non sia ciò che mi sarei atteso, devo ammettere che ha attirato la mia attenzione e innalzato le mie aspettative.

Non resta che augurare agli sviluppatori “in bocca allo xenomorfo”.

15 pensieri su “Aliens: Dark Descent [anteprima]

  1. Grazie di cuore per lo sguardo sulla novità futura: ti spiace se ti ribloggo domani sul mio blog alieno? 😉

    Da lodare la scelta di ambientare la storia nel 2190, cioè un po’ prima di “Fireteam” così da non pestarsi i piedi fra giochi. Come sai ogni forma di gioco mi è aliena (hihihi ^_^) ma adoro seguirne le sceneggiature e le idee, quindi pregusto questa novità.
    A proposito, perché quest’anno hanno fatto saltare l’E3? Stando al Governo italiano la pandemia è finita e il coronavirus è estinto 😛

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    1. Certo, figurati. Nemmeno a chiedere il permesso. Ne sono sempre onorato.
      L’editore è lo stesso di “Fireteam” quindi credo che la mossa sia stata un minimo pensata. Per quanto ci sia ancora molto da attendere e quanto mostrato è ben poca cosa, potrebbe venirne fuori un prodotto “alieno” decente. Non che gli RTS siano prodotti dai quali attendersi originalità nell’interazione e nella struttura, ma se riuscissero a replicare la giocabilità di un Company of Heroes o Warhammer 40K Dawn at War sarebbe un gran bel risultato e mai visto nel franchise di Alien nei videogiochi. Lo sviluppatore non sforna giochi “tripla A”, ma ha dato prova di una discreta esperienza con gli RTS. L’editore ogni tanto tira fuori delle “perle” inaspettate come “A Plague Tale: Innocence”.
      L’E3 è stato annullato non a causa della pandemia, almeno non è il motivo principale. L’E3 del 2020, il primo ad essere cancellato, si doveva svolgere a giugno 2020, ma basta guardare le immagini del SuperBowl 2020 del febbraio – in piena pandemia – per notare uno stadio traboccante di gente. All’E3 a giugno, vi sarebbe stata molta meno gente – era prevista un’emissione di massimo 25.000 biglietti al pubblico – e distribuita in tre giorni.
      In realtà, l’E3 è in forte crisi da anni. Risale all’E3 2013 la prima volta in cui Nintendo ha effettuato la sua presentazione con un video pre-registrato. A seguire, Electronic Arts, Bethesda Software (oggi acquisita da Microsoft) poi Sony. L’E3 ha costi esorbitanti per gli editori e perciò hanno iniziato a tenere le proprie conferenze nello stesso periodo dell’E3, sempre a Los Angeles, ma al di fuori degli spazi del Convention Center. In altri termini, l’E3, per via dello streming video e dei costi elevatissimi, è diventato un evento obsoleto.

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      1. Spero che la Titan stia già lavorando al romanzo legato al nuovo videogioco, così la mia fame di storie aliene sarà maggiormente soddisfatta 😛
        La capacità degli autori alieni di “pensare” è fortemente discutibile: l’ultimo romanzo alieno ha per protagonista il marito di Amanda Ripley… che l’autore tace avere ormai 70 anni! Possibile nessuno si sia messo con la calcolatrice a fare due calcoli? Capisco che volevano giocarsi il “nome noto”, ma avere un protagonista 70enne che sfugge agli xenomorfi e salta di astronave in astronave la trovo una scelta molto poco “pensata”, per questo mi stupisco sempre quando nell’universo ne azzeccano una 😛

        Anni fa ricordo che alcuni blogger italiani avevano viaggiato fino a Los Angeles, immagino spesati dalle case, per seguire l’E3 e presentare le novità: a parte un paio di immagini e qualche chiacchiera sbiascicata e priva di contenuto non si è avuto. Tutto quel viaggio, con tutti i suoi costi, e ore di riprese per ottenere contenuti che dicono meno del sito ufficiale della casa in questione?
        Forse il crollo di questi eventi è stata semplice selezione naturale…

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        1. Le informazioni sono davvero poche, il filmato è poco più di una dichiarazione di intenti. Usuale registro di comunicazione dell’E3 è il Summer Game Fest ne replica il taglio editoriale. Se verrà fuori che esiste una trama, le probabilità di un romanzo si elevano. Ho appena finito di leggere Halo la Caduta di Reach ed è un gran bel romanzo: ha ritmo, espande l’universo del videogioco (è l’antefatto del primo Halo e racconta la genesi del progetto degli Spartan e di Master Chief). Davvero ben fatto e ne scriverò prossimamente. Questo per dire che prodotti editoriali di qualità ispirati ai videogiochi possono esistere😜.
          In merito al destino dell’E3, la cui edizione 2023 è stata confermata, concordo che si tratta di selezione naturale. Dispiace comunque che la tendenza sia lo streaming video, perché ritengo – per esperienza lavorativa – che le fiere in presenza siano un’occasione per intessere rapporti interpersonali, che proprio a fini commerciali è importante: parlare de visu con l’interlocutore in presenza restituisce una serie di sensazioni e riscontri che lo streaming video non ha la possibilità di trasmettere. L’E3 in presenza ha ragione d’essere sopratutto per gli operatori di settore, ma se l’ESA non riduce le sue pretese economiche, dubito che resisterà all’impatto della Rete e alla sua capacità di saltare i canali di intermediazione e ridurre sensibilmente i costi di contatto. Senza contare il feedback immediato.

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    1. Ciao caro Orso, in queste occasioni è sempre un otto-volante di sensazioni, attese e sorprese. Va bene così. Sono felice di avere conservato, nonostante gli anni sul groppone, una disposizione alla meraviglia. Le disillusioni sono messe in conto. Grazie per la visita e il commento. Sempre molto gradito.

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    1. Rimane l’amaro in bocca eh! Sono tanti, troppi anni senza un FPS o un emulo di Alien Isolation e non sinceramente non se ne capiscono i motivi. Isolation è un prodotto di nicchia e passi, anche se è la migliore rappresentazione ludica di Alien. Ma un FPS potrebbero pure realizzarlo. Alla conferenza Microsoft ho visto Scorn che è ispirato al design di Giger. Disturbante come pochi, ma è mai possibile che una licenza come Alien sia utilizzata per titoli magari dignitosi, ma di certo non tripla A? Mah

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  2. Pingback: Aliens: Dark Descent (anteprima) | 30 anni di ALIENS

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