Racconti poco intelligenti


“Ascolto storie d’amore. Gratis.”. Foto scattata da mia sorella Giorgia alla Stazione Centrale di Napoli.

In quel Viaggio Allucinante al Centro del Blogger, ovvero una delirante introspezione del mio personale rapporto tra l’Idea, il Blogger-che-è-in-me (esci da quest’orrido simulacro) e quello che ci sta in mezzo, un altro post per I.Blogger, la rubrichetta votata all’ O.T. a manetta e a questa mia indomabile pulsione al ‘tip-ritap-tiri-tap-ta-tap’ su una tastiera, che definirla ‘scrivere’ mi pare troppo.

Ispirato e liberamente tratto da ‘Canzone contro la paura’ di Brunori Sas

Scrivo racconti poco intelligenti, che non li capisci subito e forse nemmeno se li rileggi. Racconti buoni per andarci al bagno, racconti che – se vuoi – li puoi stampare e sono buoni da accartocciare, sono racconti un poco irriverenti. Insomma racconti come me, che ho perso parecchi capelli e la barba che ho fatto crescere per compensarli, ormai è a pois grigia e bianca,
Racconti per chi non ha voglia d’abbaiare o di ringhiare, racconti tanto per scrivere, racconti che parlano a chi vuole condividere e chi non vuole essere cinico e smettere di credere che il mondo possa essere migliore.

Perché alla fine, dai, di che altro vuoi scrivere?
Che se ti guardi intorno non c’è niente da raccontare. Solamente un grande vuoto che a descriverlo ti fa male. Perciò sarò superficiale, ma in mezzo a questo dolore, a tutto questo rancore, a tutto questo rumore, io scrivo anche solo per me.

I miei racconti poco intelligenti che ti ci svegli la mattina e non ne ricordi niente, racconti per chi non ha voglia di pensare o di ascoltare, racconti da dimenticare. Sono racconti poco consistenti, insomma racconti come me, che non faccio più ragionamenti, che voglio solo sensazioni, solo sentimenti e ‘na tazzulella ‘e cafè.

Racconti che parlano d’amore, ricordi e passione, castelli in aria, eroi poco eroici, mare e monti, viaggi con biglietto di “solo-andata” all’Isola-che-non-c’è, nani, folletti e giochini per bambini poco cresciutelli.

Perché alla fine, dai, di che altro vuoi scrivere?
Che se ti guardi intorno sembra che ci sia solo il brutto da raccontare, certo non si può sempre raccontare di una bella casetta in mezzo al cielo azzurro-azzurro e al prato verde-ma-tanto-verde, una famiglia felice, fatta di stecchini, grandi teste, occhioni e grandissimi bottoni, sotto un raggiante sole giallo quando il  sole se ne va.
La Vita può essere una tristezza che è difficile toccare, perciò sarò superficiale, ma in mezzo a questo dolore, a tutto questo rancore, a tutto questo rumore, io racconto un mondo che ho dentro me.

E invece no, tu vuoi racconti emozionanti, che ti acchiappano alla gola senza tanti complimenti, racconti come sblerle in faccia per costringerti a pensare, racconti belli da restarci male.
Quei racconti da leggere a voce alta, alla tua bella, al tuo figliolo, al tuo moroso, come se duemila parole diventassero una sola, racconti con un finale anche se è triste, anche se è dura, ma ci vuoi arrivare. Racconti per restare – come disse un ragazzo che non c’è più – ancora umano.

Racconti che non salvano vite, ma che parlano di altri come te e la rendono un po’ più sopportabile quando il suo peso ti sembra schiacciare.
Racconti che ti fanno dire “no, cazzo, non è ancora finita!” e non c’è un’altra puntata, che non smetteresti di leggere e vuoi ricominciare, che ti tengono in piedi anche se le palpebre ti dicono che devi andare a dormire.
Ma non ti sembra un miracolo che in mezzo a questo dolore, in tutto questo rumore, in mezzo a tutto questo rancore, a volte basta un racconto, anche uno stupido racconto, solo uno stupido racconto a ricordati che blogger sei.

Ma non ti sembra un miracolo che in mezzo a questo dolore, in tutto questo rumore, in mezzo a tutto questo rancore, a volte basta un racconto, anche uno stupido racconto, solo uno stupido racconto a ricordati chi sei.

A ricordarti chi sei
A ricordarti chi sei

Credits: ringrazio Brunori Sas e il suo stupendo album A casa tutto bene

Onda sonora consigliata: Canzone contro la paura di Brunori Sas

62 pensieri su “Racconti poco intelligenti

  1. parlavo giusto oggi a proposito del percorso dei nostri angoli mal frequentati sull’internet con un’altro scrittore di dabbenaggini come noi. Entrambi abbiamo condiviso l’idea che siano dei romanzi in divenire che crescono e si trasformano. Se penso anche al motivo che mi ha portato ad aprire il mio non posso che apprezzare che desiderare di far mia questa frase “Ma non ti sembra un miracolo che in mezzo a questo dolore, in tutto questo rumore, in mezzo a tutto questo rancore, a volte basta un racconto, anche uno stupido racconto, solo uno stupido racconto a ricordati chi sei.”
    Accidenti che sacrosanta verità.

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    1. Romanzi in divenire eh? Non male, anzi bella immagine. Però per la mia webbettola romanzo ci sciacquo un po’, voglio dire è un po’ troppo, ecco. Visto che il titolo è Pictures of You, visto il soggettazzo titolare è quello che ci sbatte su, direi che Foto-romanzo in divenire sia più adatto. La frase è omaggio fino a che Bruinori Sas non mi cita per plagio 😉

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        1. Non ci avevo pensato? Hai ragione: coerenza e verosimiglianza, altrimenti tutto il racconto, per poco intelligente che sia, perde di credibilità.
          Visto che a fotografare non sono capace, mentre tu sei un professionista…Vieni tu a fotografarlo, no?
          [risata mefistofelica]

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  2. Credo che, se un racconto piace, immancabilmente sia bello. Quindi: se è vero che i tuoi racconti mi piacciono, senz’altro sono belli. Quindi ti nomino grande narratore alla corte della Grande Salamandra, nobile protettrice di tutti gli scrittori di Racconti che, saranno pure poco intelligenti, ma che piacciono piacciono e piacciono ancora…………

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    1. Compadre carissimo, io ti fo l’inchino che posso nonostante una schiena su cui Ascari ci potrebbe disegnare una variante tutta nuova e a Salamandra io mi ci stabilisco, fosse pure in capo al mondo perché è bello ciò che piace ma che bello che bello che bello (e dopo questo mi sa che mi sono giocato pure l’entrata a il Paese dei Balocchi). Encantado sua Salamandrita’!

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        1. ammemipiace come ti faccio sentire. Involontariamente sia inteso…le mie dita vanno dove gli pare. Ma forse è meglio così, la mia capa non è affidabile. Punto e a capo per un’altro racconto…
          Grazie. Sentirselo dire è una bella pacca sulla spalla. Ammemipiace.

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            1. Qualcuno ha provato (per il mio bene) a indicarmi un modo diverso, più moderno e Internet friendly, io mi sono sforzato perché so di essere un tantinello masochista in parecchie situazioni, non so fare “networking” come lo chiamano oggi. Io scrivo così, mi viene naturale così e non c’è nulla che potrei fare per renderlo peggiore o migliore, dipende dai punti di vista. Narciso mi è testimone;)

              Non so se ti sei mai spinta nel retrobottega più vecchio e in disparte di questa webbettola (in realtà non ce n’è davvero bisogno per nessuno), ma all’alba di questo blog feci una dichiarazione nel Pro(B)logo che con orgoglio ho riletto ed è ancora vera:

              Pro(B)logo

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    1. Con sano riciclo rimando alla risposta a Liza per la parte “quotata”. Per l’invidia, immagino sia la parte positiva di questo vituperato sentimento. In questo tipo di invidia c’è ammirazione per l’altro e una generosa negazione del proprio orgoglio. Nel caso invece fosse la parte negativa, beh basta che mi minacci che forse mi fai un po’ male e io chiudo il blog l’attimo prima 😉

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  3. indiscutibilmente scriviamo per noi e perché qualcuno lo senta suo. E’ come quando leggi un libro e lo senti tuo perché sembra che parli di te, a te..

    quelle piccole storie che ci fanno sentore vivi, utili, anche poche righe per sentire che il bello dell’umanità ancora esiste… sarà per questo che non smetto di essere pendolare e volontaria?

    un abbraccio , vediamoci 😉

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    1. Penso sia la parte sana dello scrivere che ti spinge a “condividere” alla ricerca di tante risposte per altrettanti quesiti per cui non avremo mai completa e immediata soddisfazione. Siamo un po’ delle formichiere della favola, anche se alla cicala ammolliamo qualche briciola ogni tanto. La magia è che quando funziona diventa una droga. Dà dipendenza.
      PS: a Napule non torno prima di settembre. Ma na bella pizza insieme l’anima fa’!

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    1. OssantoCareca-tiralabbomba-tiralabbomba, che ti sei persa? Dimmi com’è fatto, colore, materiale…era prezioso? UggesudiLazzareth! Parla con Narcisiellobbello che ha gli occhi della gazza…gazz…a?AQUILA! aquila…Aquila, sì sì! Ci vede benissimo pure le cose piccolissime dall’alt….vabeh tesò, perdonami ma – tu non ci crederai – fuori fa 38 gradi, io dentro ho 38 gradi e sento…freddo, brividi di freddo. Ironia della sorte e sfiga all’ennesima potenza visto che una mia carissima amica festeggia oggi il compleanno in riva al mare…
      Fammi il piacere, Narcì, trova ‘sta cosa a Tatinella nostra.
      Grazie per tutto il resto (però so’ppiù bello di Brunori jà!)

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  4. Red aviatore devo dire che ne è valsa davvero la pena leggere sto post linkato. La canzone è davvero molto bella ma il tuo post non è da meno sai? Ho trovato dentro una certa malinconia ma anche una certa voglia di non arrendersi e di rialzarsi qualunque cosa succeda. Perché alla fine quello che conta è proprio ricordarti chi sei… grazie!

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          1. Ah ah. Ma io mica intendevo questo? Non dico che ci si deve lodare (che poi ogni tanto pure quello ci sta) però dico io diamine un po’ di sana autostima. E poi ogni tanto volare in alto fa bene, non trovi? Non so, io la penso così. Oggi nel pomeriggio mi sono addentrata nel tuo spazio 2.0. Certo che di fantasia ne hai tanta!

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            1. Questione complessa e concordo che l’autostima sia necessaria (io sono pudico su questo aspetto). A farmi volare in alto sono i lettori, i loro “mi piace” e sopratutto i loro commenti. Scrivo per passione e condivisione, il resto è mancia. Che fa bene avere qualche spicciolo in più.
              Il fatto di essere nato sotto un vulcano, forse c’entra qualcosa con la mia fantasia.
              Quella non mi manca 😉

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                  1. Ce credo, con questa prospettiva! Dai su figliolo, c’è sempre qualcosa di peggio da cui scappare. Se si parla di inferno in ufficio io non oso immaginare. Sento già lo stomaco che si chiude (che visto il mio peso non proprio ultraleggero sarebbe meglio!)-
                    A presto 🙂

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  5. gelsobianco

    Grande Brunori! Grande, sì.

    E’ sempre bello leggerti, Red.

    Prendi un aereo e vola per un po’…
    Che ne pensi?

    Continuiamo ad ascoltare “stupide canzoni” comunque…

    E bellissima la fotografia di tua sorella.

    🙂
    gb

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