
Aspe Aspe’ mo’ me lo segno…
Così Massimo Troisi in “Non ci resta che piangere” rispondeva al frate trappista che dabbasso gli ricordava l’ineluttabilità della morte e il Giudizio finale. In questa giornata del 1° maggio, mi è venuto da rileggere un mio vecchio post, che eruppe dalle dita come lapilli e fuoco dopo avere letto una notizia di cronaca napoletana assurta a “esempio” nazionale e rimbalzata da tutti i media senza alcun approfondimento, il solito stupro della parola “condividi” operato dal tasto “share” dei social network. Era l’agosto di due anni fa. Il tema era il lavoro, in particolare l’accesso al mondo del lavoro da parte dei giovani. Era l’agosto del 2015. A due anni di distanza, non è cambiato nulla. La disoccupazione giovanile è ancora a livelli elevatissimi.
Perciò, come nella scena tra frate e Massimo Troisi, su questa pagina in questo giorno io voglio ricordare e mo’ me lo segno.
Per fortuna io me la godo bene la vita ma non sai il culo che mi so fatto per arrivare a certi status. Mi piacciono i miei lavori, dunque mi va bene. Molte volte mi sono imposto, anche per aiutare gli altri. Ne ho di soddisfazioni. È una data importante, crisi a parte.
Ciao!
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I giornalisti purtroppo portano l’aria dove va loro che tiri… e spesso già di partenza arriva da parti piuttosto basse. Detesto questo vizio di generalizzare, da ogni parte. Proporre quelle condizioni è da maledetti e questa storia dovrebbe finire ma quando sento con le mie orecchie ” io? servire ai tavoli? e poi quando li vedo i miei amici se al sabato lavoro?” ( e giuro che l’ho sentito… spesso) mi parte un crimine nelle mani che staccherei quelle unghie dipinte alla Matisse in modo poco gentile…
Purtroppo c’è schifo, da una parte e dall’altra. E in mezzo c’è gente che si approfitta…
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Concordo Tati sul “crimine” ma è proprio ciò che certa informazione (ahimè parecchia) tenta di fare passare e piallare tutti a quel livello. Il dato più preoccupante è il livello di inoccupazione (cioè di chi cerca il primo lavoro): i giovani hanno perso la speranza che i primi sacrifici possano portare a un miglioramento in futuro. Effetto della precarietà della gran parte dell’offerta di primo lavoro (spaccata dall'”informazione” come “flessibilità”. Chiaramente poi c’è chi – come descrivi – è refrattario al concetto di “sacrificio”, “gavetta” e pensa che la laurea sia un punto di arrivo. Questi evidentemente non hanno fame e non hanno bisogno di lavorare. Lo sconcio è a persone con un CV rispettabile, due lingue parlate e scritte (oltre l’italiano) un datore di lavoro di estrazione bocconiana propone un lavoro amministrativo con la specifica che “può capitare si servire ai tavoli”. Con una remunerazione che non garantisce l’autonomia. Il gioco e dannata mente sporco e tende ad appiattire diritti, aspettative e speranza.
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Su questo sono pienamente in sintonia e concordo su tutta la linea.
Come accade spesso la questione è complessa e complicata, piena di sfumature e l’informazione che tenta di piallare la situazione, in un senso o nell’altro, non fa che creare ulteriori difficoltà.
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La cosa che mi fa salire il “crimine” è che l’1% che tiene sotto scacco il 99% (ricordi “Occupy Wall Street”?…l’assunto era eccezionale, peccato che poi si sia rivelato una bolla di sapone). Basterebbe unirsi e l’1% dovrebbe calare la cresta. E qui entra in gioco il certo giornalismo, i media e la stessa proposta culturale…pane (quel che basta) e giochi circensi. Roba che i Romani già usavano prima di Cristo!
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proprio per questo credo che il problema sia decisamente più complesso, perché entra in gioco anche una certa cultura che rende difficile arrivare al centro delle situazioni, lo so che sembrano solo “buone parole e faciloneria” ma fino a quando sarà più importante avere l’ultimo modello di telefono ( che non è nemmeno più un telefono) oppure quante volte appari e ottieni laic… ecco, diventa difficile fare ogni discorso legato all’istruzione e al lavoro, diventa difficile mettere dei punti universali e concreti.
Se devi pensare ad arrivare a metà mese senza rovistare nei cassonetti, fai qualsiasi cosa e ti pieghi a contratti infami, se il tuo interesse primario è avere una tariffa del cellulare conveniente te ne frega poco di quei contratti ma non alzi abbastanza la testa per riuscire a superarli e renderli umani…
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I telefoni oggi come le brioche ai tempi di Maria Antonietta. Io mi concentrerei su chi invece ha voglia di lavorare, chi ha voglia di fare sacrifici per un progetto di vita magari insieme a qualcuno (anche da solo, per carità). Quegli altri non meritano alcuna considerazione e la sede per dividerli da chi vuole lavorare sono le selezioni, i colloqui di lavoro:vengono scartati, punto e basta. Il discorso molto sottile di quell’articolo, ma anche di certe condotte di datori di lavoro è che o ti accontenti di quello che ti proponiamo a condizioni che decidiamo noi o sei un fannullone/bamboccione…visto che in questi anni tra Jobs Act e abolizione dell’Art. 18 il contratto collettivo nazionale e lo statuto dei lavoratori è stato fortemente depotenziato. Ti assicuro che – non da ieri – ma da molto tempo la pratica è quella di un “apprendistato” che dura cinque anni…e se ti dice culo che l’azienda (r)esiste forse puoi ambire a un contratto a un livello non coerente nè con il tuo percorso di studi/lavoro nè con il tuo contributo all’attività aziendale. I fannulloni/bamboccioni è un falso problema, è un’arma di distrazione di massa, è un modo per aizzare i cani nell’arena.
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Dici bene, bisogna concentrarsi con quello che c’è di positivo e concentrarsi su quello. Di giovani che hanno voglia di fare ce ne sono una marea e non si fa un fico seccato male ( dire “secco” mi dispiace, tanto che mi piacciono) per aiutarli e sostenerli… Credo sia tutta la gestione dell’impianto lavoro che viene gestito di merda ( posso dirlo?) dalle regole ai pochi controlli ( cioè nulli) sui contratti e le condizioni… Ed è sempre la stessa identica storia più sei grande fai cosa ti pare….
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Dimmerda lo puoi scrivere perché è esattamente così. Sembra quasi che l’abbiano fatto apposta per lasciare una parte indisturbata…Confindustria e Confcommercio si lamentavano ogni due per tre! Un lamento continuo…Oggi un silenzio assordante.
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Sai, mi hai fatto venire in mente un momento, di anni fa, in cui si stava preparando uno spettacolo teatrale, proprio sul tema lavoro… ed è venuta fuori la scena di una ( io) ad un colloquio di lavoro nel momento in cui il possibile datore di lavoro prende il CV e nota che l’esperienza segnata non è molta, come se questa fosse al primo impiego… in realtà viene fuori che lei di esperienze ne ha avute ma tutte retribuite ” a parte”, di conseguenza non segnalabili… bello schifo.
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Brutto schifo, si! Qui la flessibilità” è a senso unico.
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Detesto quando un argomento viene generalizzato così tanto. Soprattutto un argomento di grande importanza sia per me (che sono universitario e dovrei finiti gli studi trovare un lavoro) sia per il nostro Paese.
Ormai mi sono stancato di sentire solamente che i giovani non hanno voglia di lavorare o di fare lavori pesanti visto che ne ho visti parecchi che fanno i camerieri per guadagnare un po’ e anch’io cerco qualche lavoretto per avere qualcosina.
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Questo discorso di certa informazione, strisciante poi nel comune pensare (è fatto proprio per farlo strisciare) sembra un discorso da Bar dello Sport, fatto a un tavoluno di vecchi accidiosi sulle nuove generazioni, per la serie “non ci sono più i giovani di una volta”… ma poi i “giovani di una volta” ora avranno pure messo su qualche annetto o rimangono sempre giovani?!? Ecchediamine! E’ inconcepibile che gente che ha la fortuna di scrivere su un giornale, a una platea enorme, scrive delle beceraggini che neanche io, scalcagnato blogger di vicoli nascosti del web, mi permetterei di esprimere in un (sup)post dei miei.
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Sarà anche perché una notizia negativa fa sempre più scalpore di una positiva ed è vero che ci sono giovani come li descrivono loro…ma quelli sono solo una parte. Ci sono poi coloro che sudano sette camicie per i soldi per l’università o per trovare lavoro. Generalizzare in questo modo per me è terribilmente sbagliato.
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Fa comodo a qualcuno…ad alcuni. E i nomi e i cognomi possiamo leggerli nelle proprietà di quei giornali e media che diffondono queste notizie ad arte.
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Che dire…. il sacrificio deve in qualche modo essere ripagato con una contribuzione equa e dignitosa, la gavetta non può trasformarsi in catena ai piedi, un lavoratore non deve diventare schiavo….. quando abbiamo perso il rispetto per la persona e la sua dignità di lavoratore? quando il lavoro è diventato un miraggio da inseguire a qualunque costo? credo che prima o poi il sistema imploderà, non prima di aver fatto versare molte lacrime e troppo sangue…. purtroppo.
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Il sistema direi che è già imploso vista i tassi di disoccupazione e inoccupazione che non riescono a risalire nemmeno dopo i sacrifici del Jobs Act, sacrifici da parte del lavoratore si intende. Basti guardare ad Alitalia e a Sole24Ore cosa sta succedendo…Nel caso Alitalia, il nostro governicchio ha addirittura perorato la causa degli imprenditori, invece di cercare una mediazione e dire che noi cittadini ne abbiamo rifusi in Alitalia! Temo che hai ragione sia sulle lacrime e mi auguro mai sul sangue…
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Non so dire ma vedo arrivare tempi davvero difficili, estremismi, intolleranza, a Torino e a Parigi oggi sono cadute manganellate sulle teste di chi manifestava per il lavoro, le istituzioni che celebrano il giorno dei lavoratori chiusi nei palazzi dorati anzichè scendere nelle piazze….. timeo Danaos et dona ferentes…. ecco
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Che dirti se non sottoscriverti parola per parola, pure nelle virgole e nel non detto, compadre? Così stan le cose, come tu le hai mirabilmente espresse.
Potrei aggiungere soltanto che: al momento opportuno, gli stessi confindustriali e finanza varia che hanno applaudito Fornero, Monti e Renzi, saranno gli stessi che gli DARANNO LA SCOPPOLA, PREFERENDOGLI POPULISTI ED ESTREMA DESTRA. Così stan le cose ed è inutile tutta questa recita delle primarie del PD: si sono giocati il loro elettorato. Tutte quelle persone che ci speravano in un futuro in cui il lavoro fosse davvero promozione sociale e dignità.
Un caro saluto
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Ci troviamo perfettamente d’accordo: sinistre che per tirare a campare devono dire cose poco di sinistra e fare cose di destra. E la fine è quella che hai descritto e dire che la storia recente ce lo ha dimostrato in braccio a chi si rischia di finire…Speriamo sia diverso, ma a volte mi viene la pelle d’oca.
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Anch’io lo spero, sempre basandomi su quel detto che: la storia non si ripete, se non in farsa…..
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pechè si tende a die queo che fa notizia… a citica pota piu ascotatoi che a pacca sue spae…
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Cos’è? Hai il correttore ortografico veneto?!? 😉
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ahahahaha! mica mi ero accorta!!!!! 😀
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Pevo’ ci pave vevamente in veneto, ostia!
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ahaha! ostregheta!
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