Può una simulazione di Olimpiadi invernali diventare occasione di guerra fratricida?
La risposta non è rispettosa dell’antica tradizione delle Olimpiadi, fa rivoltare Pierre de Coubertin nella tomba con un triplo Axel ed è: “Sì, certamente!”.
Winter Games è un videogioco pubblicato per la prima volta nel 1985 per Commodore 64 dall’americana Epyx, che ha costruito la sua fortuna e fama principalmente grazie a questo genere di videogiochi.
Sulla scia del successo nelle sale-giochi di Track & Field (1983, Konami) e Hyper Sports (1984, Konami), Epyx pubblica per Commodore 64 due videogiochi ispirati alle Olimpiadi: nel 1984 Summer Games e l’anno dopo Summer Games II. Il successo è tale che segue la conversione per i più diffusi home computer e console 8 bit e 16 bit.
Winter Games è una raccolta di mini-giochi che simulano diverse discipline dei giochi olimpici invernali declinate in sette eventi sportivi: Figure skating (pattinaggio di figura); Free skating (pattinaggio libero); Speed skating (pattinaggio di velocità); Hot dogging (sci acrobatico); Ski jump (salto dal trampolino); Biathlon e Bobsled (bob a due).
Mio fratello e io non abbiamo mai posseduto un Commodore 64 ed entrambi i Summer Games per Amiga saranno pubblicati soltanto nel 1992 all’interno della raccolta Mega Sports. Perciò Winter Games per Amiga, pubblicato nel 1987, è accolto da entrambi con grande euforia poiché è la prima occasione per cimentarci in un gioco simile a Track & Field, che in sala-giochi scatenava la competizione con tanto di strascico di sbeffeggiamenti reciproci e crampi alla mano a causa del forsennato pigiare sui due tasti per fare correre più velocemente l’atleta sullo schermo.
Winter Games è quindi una delle prime opportunità di zuffa fratricida sul nuovo computer Amiga prima ancora che giungano gli autentici “mostri sacri” delle nostre risse domestiche che ho raccontato nei precedenti episodi e cioè:
Inserito il floppy disk, dopo un breve caricamento, si assiste alla presentazione dell’apertura dei giochi con l’accensione della fiamma olimpica.
Si inserisce quindi il proprio nome e si seleziona la bandiera del Paese che si desidera rappresentare. La scelta è tra diciassette squadre di atleti internazionali e il “dream team” Epyx.
Selezionata la bandiera, risuonano alcune note dell’inno nazionale. L’inno nazionale è un dettaglio che oggi può apparire trascurabile. Se si ha la curiosità di ascoltare un inno nazionale, oggi vai in Rete e digiti due parole; nel 1987 dovevi acquistare un disco con gli inni nazionali del mondo.
Nella schermata seguente si può decidere di gareggiare in tutti gli eventi, in alcuni di essi o soltanto in uno, fare pratica in un evento in particolare o semplicemente consultare il tabellone dei record mondiali. In questo menu è anche possibile selezionare il numero di joystick fino a un massimo di due.
Anche se il numero massimo di joystick collegabili all’Amiga è due, possono partecipare fino a otto giocatori: ciascuno infatti può alternarsi al joystick poiché gli eventi sportivi sono giocati individualmente. Fa eccezione lo Speed skating in cui entrambi i giocatori competono contemporaneamente.
Il joystick è fondamentale.
I giochi della Epyx e, in generale, questo genere di multi-evento sportivo, stanno ai joystick come Terminator al genere umano: il numero e la frequenza dei movimenti sono letali per un joystick.
Per risultati degni di una Olimpiade utilizzare la tastiera o un joypad è fuori discussione; anche i joystick dell’Atari VCS sono sconsigliati a meno di volersi procurare anzitempo forme di neuropatie alla mano.
Più preciso e, soprattutto, riparabile, l’unico joystick adatto è quello a micro-switch
Indipendentemente dalle qualità tecniche, a Winter Games riconosco due meriti:
- mi ha fatto conoscere gli inni nazionali delle altre sedici nazioni; tra i miei preferiti quello del Giappone e dell’Unione Sovietica.
- ha permesso di cimentarmi nello sci, nel bob e nel pattinaggio, che nella realtà non ho mai provato né ho desiderio di provare mai. Ho dato ampia testimonianza della mia ostilità agli sport invernali e alle montagne innevate nel ciclo di otto racconti della mia prima (tragica) settimana bianca ad Andalo.
La neve non è il mio ambiente. Io definisco la neve: ambiente ostile. E non esagero.
Cit. “Andale ad Andalo“
Nei negozi che frequentavo, non ho mai visto la scatola originale e la mia copia del gioco è “pirata”.
Il mio disco di Winter Games – che ancora conservo – è un floppy disk con “Winter Games” scritto a mano direttamente sulla superficie di plastica blu con un pennarello di colore nero. Odiavo questi anonimi e sciatti dischetti blu come la casalinga di Voghera odia la polvere. Perciò ero solito applicare ai dischetti un’etichetta ritagliando l’immagine del logo o della copertina del gioco da una pubblicità su una rivista. Evidentemente non avevo trovato nessuna pubblicità di Winter Games. Non è nemmeno la mia grafia.
Questo disco è sicuramente frutto di uno dei pomeriggi di scambio con altri amici o conoscenti, trascorsi per lo più a chiacchierare mentre X-Copy e il disk drive dell’Amiga sgobbavano da matti.
Mai come per Winter Games l’acquisto dell’originale sarebbe stata “cosa buona e giusta”: il manuale delle istruzioni infatti illustra quali sono gli obiettivi e i movimenti del joystick per ognuno dei sette eventi.
Senza la possibilità di consultare il manuale, le prime partite sono una farsa tragicomica.
Le prestazioni di mio fratello e io sfigurano anche al confronto con la nazionale di sci della Giamaica.
Da questo punto di vista Winter Games si rivela un’autentica “simulazione”, assai fedele alla realtà: il disastro della prima volta che indossi gli sci o i pattini.
Io sono stato azzurro di sci!
Cit. Ugo Fantozzi in Fantozzi (1975)
L’assenza delle istruzioni tuttavia ci spinge a collaborare per trovare le giuste “mosse”.
La tenzone fratricida è soltanto rimandata.
Una volta presa dimestichezza con i comandi dei singoli eventi, cede di schianto la “tregua” e la collaborazione: le ostilità sono ufficialmente aperte!
In termini di interazione tutti gli eventi sono basati sui movimenti del joystick e un certo tempismo. A eccezione del Biathlon, gli eventi sono sviluppati per essere semplici e di ridotta durata. Il divertimento è assicurato dalla tensione della competizione e dagli sberleffi che ne sono parte imprescindibile.
Nel Figure skating occorre compiere sette figure obbligatorie, il cosiddetto “programma corto” entro il limite di tempo di un minuto. Lo sprite di una leggiadra pattinatrice, vista di profilo, è l’avatar del giocatore ed esegue le figure mentre lo scenario di un gremito palazzetto del ghiaccio scorre orizzontalmente.
Il Free skating è come il precedente, ma con un limite di tempo esteso a due minuti e non vi è un rigido ordine di esecuzione delle figure.
Per entrambi l’obiettivo è di completare il programma con il massimo punteggio possibile. Il punteggio viene assegnato secondo la precisione delle figure eseguite. A memoria, ricordo dei voti che avrebbero fatto vergognare anche un recidivo della bocciatura.
Per via della nostra insensibilità a tale sport, la pattinatrice non riesce a stare in piedi per più di cinque secondi: ogni tentativo di farle eseguire qualche forma artistica di salto o piroetta è vanificata dalla nostra imperizia. Non conto quanti lividi le avremo (virtualmente) procurato.
Sebbene ai comandi di una leggiadra pattinatrice, siamo prodighi nel turpiloquio al reciproco indirizzo, ma se la pattinatrice avesse potuto parlare, ce ne avrebbe dette tante da fare impallidire anche uno scaricatore di porto.
Speed skating è una gara di velocità ed è l’unico evento giocabile in contemporanea con l’avversario: sullo schermo diviso orizzontalmente in due metà, vince il giocatore che riesce a muovere il joystick a destra e a sinistra osservando un certo ritmo, che va mantenuto anche aumentando la frequenza e quindi anche la velocità.
Facile a dirsi, meno da eseguire sopratutto se l’avversario è avanti di qualche lunghezza: tipicamente si cerca di aumentare la velocità, aumentando la frequenza del “destra-sinistra”, mandando a ramengo il ritmo. Sbagliare il tempo della pattinata, oltre a ridurre la velocità, conferisce al pattinatore l’incedere di un paziente appena dimesso da una complessa operazione ortopedica.
È il 1973 e c’è una nuova mania si diffonde sulle piste da sci. Chiamato “hot dog” o sci “freestyle”, enfatizza la tecnica e la creatività piuttosto che la pura velocità.
Hot dogging è l’evento di Winter Games per gli amanti delle acrobazie! Occorre compiere dei “trick” e varie evoluzioni per ottenere il punteggio più alto dei giudici. Il problema non è tanto l’esecuzione dei “trick”, ma atterrare tutti di un pezzo e in piedi.
Esistono sei acrobazie da potere eseguire, ognuna delle quali riceve punteggi differenti e combinandone due insieme è possibile ottenere il massimo punteggio, cioè dieci punti.
Ski jump è, insieme a Biathlon, l’evento tra i miei preferiti.
Durante un viaggio estivo in Norvegia, poco distante da Oslo, ho visitato l’Holmenkollbakken, il più antico trampolino per il salto con gli sci esistente al mondo. Posso assicurare che, oltre a godere del bel panorama della città di Oslo e della sua baia, essere in cima a questo scivolo per adulti (matti da legare) mette davvero paura.
Una volta decollati – letteralmente – dal trampolino, con il joystick occorre mantenere la posizione ottimale dell’avatar così da ottenere il punteggio più alto, dipendente sia dalla distanza raggiunta sia dallo stile.
Ski jump dimostra quanto la semplicità dell’interazione può comunque rappresentare una sfida e divertire. Mantenere l’atleta in assetto, sia in volo sia in atterraggio, richiede misurati “tocchi” di joystick che equivalgono ad altrettanto certosini aggiustamenti, non sempre dagli esiti felici. Perciò è una continua sfida a migliorare attraverso gli errori e ogni record non è un risultato casuale o agevole, ma richiede un certo impegno. E tante figure di merda.
La parte più divertente è infatti concentrata nei disastrosi atterraggi dell’avversario.
Il Biathlon è un percorso basato sul tempismo dei movimenti del joystick e con un occhio all’affaticamento: occorre sciare in un idiliaco scenario innevato per raggiungere le piazzole dove sono disposti i bersagli da colpire con una carabina.
Una volta raggiunta la piazzola del tiro al bersaglio, la visuale cambia in prima persona. Il reticolo di puntamento si muove automaticamente dall’alto verso il basso, più velocemente se l’affaticamento è alto e quindi rendendo più difficile anticipare il punto in cui il reticolo si sovrappone al bersaglio. Tra un tiro e l’altro occorre aprire e chiudere il caricatore per caricare il colpo. Non è raro dimenticarsi di questa operazione e, oltre a fare perdere del tempo prezioso, interrompe la cadenza di tiro, che è la principale causa di un bersaglio mancato. Non si tratta infatti di una prova di mira, ma anche in questo caso di prendere un certo ritmo ed effettuare tutte le azioni con il corretto tempismo.
L’introduzione dell’affaticamento, visibile da un cuore pulsante e nel riquadro “Pulse” nell’angolo in basso a destra dello schermo, rappresenta una nuova sfida, che giova alla profondità dell’interazione: occorre infatti un minimo di strategia per raggiungere un equilibrio tra velocità e affaticamento. Sciare velocemente equivale a un affaticamento elevato; un affaticamento elevato rende il reticolo di puntamento assai più veloce e quindi è molto più facile mancare i bersagli e subire una pesante penalizzazione di secondi (cinque secondi in più ogni bersaglio mancato). Ogni prova è un costante affinamento di questo equilibrio.
Biathlon è l’evento più lungo tra tutti, ma anche il più gratificante. L’attesa di qualche minuto necessario all’avversario per percorrere tutto il percorso, tuttavia, viene ripagata dal vederlo arrancare sulle salite, confondersi con il cambio di direzione del joystick richiesto nelle discese e quando va nel pallone tra un caricamento dimenticato e il tiro andato a vuoto.
Bobsled (Bob a due) è una gara di velocità in cui occorre evitare di capovolgersi, anticipando le curve del percorso. Piuttosto semplice una volta capito il “trucco”: occorre muovere il joystick a destra o a sinistra secondo la curva: in pratica se la curva è sinistra, il bob si muoverà lungo l’asse orizzontale verso destra, con il joystick occorre opporsi a tale direzione, muovendolo a sinistra quel tanto che serve per assecondare la parabola della curva (indcata da un colore azzurro) e non perdere velocità.
Al termine di tutti gli eventi, appare la schermata che mostra il punteggio totale in base ai risultati ottenuti in ciascun evento.
In questa partita ho ottenuto ben sette medaglie d’oro.
Ero l’unico giocatore.
In hoc signo vinces
>>> Indice delle Confessioni di un videogiocatore violento e mai pentito <<<
Grazie per aver condiviso questo ricordo di guerra fratricida! 😀
Dalle immagini sono più che sicuro di averci giocato anch’io, per un po’, ma di sicuro da solo, come quasi ogni altro gioco. Io avevo il Commodore64 già nel 1983, ma essendo però figlio unico non avevo un “compagno di gioco naturale” 😛
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Dopo averlo giocato in solitaria per questo post, WG riesce a dare il meglio in almeno due giocatori…e a tirarne fuori il peggio dalla loro competizione 😜. Comunque è un gioco che ha superato la prova della nostalgia-nostalgia-canaglia. Ritornerei a sfidare mio fratello e sono sicuro che ne verrebbe fuori una rissa 😂😂😂
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Grazie! Riesci comunque sempre a farmi sorridere…. e posso immaginare le partite (se così si possono chiamare. ciao!
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Non mi stancherò mai di ringraziarti per i tuoi commenti da non-giocatrice. Più che partite erano duelli all’ultimo sangue come nei film Western 😜
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A quanto leggo, abbiamo un passato videoludico comune. Anche io e mio fratello ci sfidavamo agli stessi giochi sull’Amiga 500! 🙂
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Anche voci analoghe risse per futili motivi? Quali erano i vostri giochi preferiti?
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Speedball, Microprose Soccer, Sensible Soccer, Kickoff, una beach-volley di cui non ricordo il nome, ma il più bello di tutti era North & South! Quante risate durante i combattimenti! Ovviamente si, qualche battibecco capitava ogni tanto, ma non così violento! E ancor prima dell’Amiga, Spy vs Spy era il nostro preferito su Commodore 64! Lui vinceva sempre, perché è più grande di me! 🙂 Giocavamo anche in tandem diversi giochi. Sullo Spectrum facevamo insieme un gioco sulla scuola, School qualcosa, non ricordo. Poi sull’Amiga: Batman, Defender of the Crown, Ghost&Goblins, Altered Beast, Shinobi, Another World, Bubble Bobble, etc. Ricordo che a cavallo fra i 70 e gli 80 giocavamo spesso insieme negli arcade Ye Ar Kung Fu, la Coccinella (Lady Bug), etc. Su PC, Myst, davvero difficile anche per due persone e il mitico Alone in The Dark. Poi anche i primi tre Resident Evil! Ricordo un sacco di soldi spesi ad alternarci a Dragon’s Lair nelle sale! E come dimenticare il tennis della Nintendo o le missioni alternate di Operation Wolf. Ne dimenticherò sicuramente tanti. Giocavamo spesso con mio fratello! Ora lui non gioca più, o meglio, gioca solo ogni tanto a qualche titolo retrò sugli emulatori. Io invece continuo! 🙂
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Tanta roba! In effetti data la nostra età il videogioco era spesso un passatempo da trascorrere in due. Anche mio fratello e io ci alternavamo a certi giochi, dai tempi dell’Intellivision, anche perché non avevamo molti giochi. Con l’Amiga il software a disposizione aumento’ grazie alla pirateria e quindi aumentarono anche i giochi da fare in due: più o meno simile al tuo elenco, al quale aggiungo Olympic Games, western Games, Lotus Challenge 1 e 2, Jaguar XJ220, Off-Road, International Karate+.
Dei giochi che hai citato, di Beach Volley ce n’erano due: uno della Ocean Beach Volley e uno di produzione italiana, Over the Net. School Daze era il gioco per Spectrum. North & South stupendo! È stato pubblicato di recente per Nintendo Switch; Ho recuperato Spy vs Spy per la prima XBox. Immagino che ai tempi del C64 – che non abbiamo mai avuto – doveva essere fantastico! Anche mio fratello oggi non gioca più, anche se con i miei figli non disdegna qualche sfida a quattro all’ultimo sangue. Non ha perso l’abitudine di sommergere di sfottò l’avversario 😜.
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Ah si, Ocean Beach Volley, ho visto proprio ora un video su youtube. Confermo! Eh si, era School Daze! 🙂 Immagino anche voi alle prese con Lemmings, vero? Noi riuscimmo a finirlo!! 😮
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Lemmings all’inizio mi aveva intrigato, ma l’interfaccia era un incubo. Sai le volte che lo ho mandati al macello solo perché ho sbagliato tasto 😜 mio fratello e io fummo folgorati da Bubble Bobble e lo portammo a termine. Le ore spese su questo gioco non le conto.
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Basta tacerlo e puoi appuntarti sul petto o al collo le medaglie conquistate.
Beh! avrai imparato qualcosa di nuovo da fare in inverno.
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Sulla neve vengo deportato dal resto della famiglia perché sono tutti appassionati di sci. Quando definisco la neve e la montagna “ambiente ostile” non esagero minimamente. Io ho difficoltà a muovermi anche a mare sugli scogli 😂😂😂
Le medaglie vanno conquistate altrimenti perdono qualsiasi valore emotivo e rischi anche di peggiorare la situazione. Vedi la citazione di Fantozzi nel post.
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Una bella deportazione 😀 Dovresti essere contento. Poi la montagna non è solo sciare. È respirare aria buona. Prendere il sole, quando c’è. L’ideale sarebbe il silenzio ma ce ne è poco.
Per le medaglie era una battuta 😀 Se corri i cento metri come una bella lumachina e senza avversari, certo arrivi prima ma…
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Sì avevo capito la battuta 😜, ma le medaglie non sono una cosa alla quale tengo. Non ho uno spirito competitivo, non ce l’ho proprio.
Non amo la montagna, è bella sopratutto d’estate, ma non è il mio ambiente naturale. D’altronde sono di Napoli e il mare lo porto sempre con me.
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Se non c’è feeling, c’è poco da fare. Io adoro la montagna, in qualsiasi giorno dell’anno, Il mare mi rende nervoso, mi sento in prigione. Spiaggia e acqua, acqua e spiaggia. La montagna no. Mi sento libero.
Comunque ti capisco
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