Escono dai fottuti pixel! Quale è il primo videogioco di Alien?


Anno 1978, Space Invaders della giapponese Taito giunge nei bar e nelle sale-giochi. “Sparare agli alieni” è un successo mondiale. Nasce la moderna industria dei videogiochi. 

Anno 1979, gli alieni si prendono la rivincita: Alien al cinema. Il primo film del genere “sci-fi horror” è un successo mondiale.

Non ci è voluto molto tempo che Alien diventasse un videogioco.

Nel 1982 si contano almeno tre giochi che vi si ispirano:

Quale dei tre può fregiarsi del titolo di primo videogioco della saga di Alien?

A chi può interessare?

A occhio croce a una platea numerosa quanto gli appassionati di etologia per l’accoppiamento dello scarabeo stercorario. Tuttavia, a parte le vecchie cariatidi di videogiochi con una curiosità per l’archeologia video-ludica, questa ricerca è interessante anche per chi non prende per oro colato qualsiasi cosa legga sulla Rete.

Per trovare una risposta a questa domanda, infatti, mi sono imbattuto in una stratificazione di informazioni “copiate e incollate”, ripetute ad libitum fino al punto da diventare “vere”. Per giunta, il risultato degli “scavi” tra bit e byte è andato oltre lo stesso obiettivo, rivelando anche un altro primato poco noto.

Dunque tre sono i titoli in lizza per il primo videogioco di Alien e sono realizzati in altrettante “culle” della programmazione dei videogiochi:

  • gli Stati Uniti con Alien per Atari VCS, pubblicato da 20th Century Fox
  • la Gran Bretagna con Alien per Sinclair ZX-81, pubblicato da Personal Software Services (PSS)
  • il Giappone con Uchuu Yusousen Nostromo per NEC PC-6001, pubblicato da ASCII Entertainment Software
Copertina della confezione di Alien per la console Atari VCS

L’unico videogioco tra i tre citati che può vantare la licenza del film è Alien per Atari VCS.

Alien per Atari VCS è programmato da Doug Neubauer con lo pseudonimo “Dallas North”, uno dei papà del “POKEY“, un importante chip dei computer Atari 400/800 e creatore Star Raiders, la prima vera “killer app” per Atari 800, che contribuì ad aumentarne significativamente le vendite. Nel 2007 The New York Times ha inserito Star Raiders tra i dieci più importanti videogiochi di tutti i tempi (cfr. Is That Just Some Game? No, It’s a Cultural Artifact, The NewYork Times, 12 marzo 2007).

“Nello Spazio nessuno può sentirti urlare” recita la “tagline” del film e la promessa sul grande schermo è stata mantenuta; il videogioco riesce a fare altrettanto sul piccolo schermo della TV?

Alien per Atari VCS. Oddio mamma, Pac-Man! L’hanno mangiato gli alieni!

Non è andata così. Alien è un gioco mediocre, clone di Pac-Man con una sezione “bonus” copiata malamente da Frogger. Le uniche urla furono per l’obbrobrio e la frustrazione di questo livello al limite dell’ingiocabile. Per tutti i dettagli potete leggere Escono dai fottuti pixel: Alien per Atari VCS.

Piuttosto che “bonus round” è un “malus round”. Nella rubrica “Reader’s Tips” su Electronic Fun del gennaio 1983 l’autore dà qualche suggerimento. Forse sa quanto gli sia venuto male.

Alien per VCS è stato distribuito in occasione delle vendite natalizie del 1982, tra la seconda metà di novembre e dicembre, e lo si desume da più fonti:

Alien per Sinclair ZX-81 (Immagine da: zx81stuff.org.uk)

Alien per Sinclair ZX-81 è pubblicato da PSS, uno sviluppatore britannico con base a Coventry, specializzato in giochi di strategia e con un buon successo di vendite fino alla metà degli anni Ottanta. A causa di intervenute difficoltà finanziarie fu acquisito da Mirrorsoft nel 1987.

Anche se il titolo e l’immagine della confezione della cassetta a nastro sembrano suggerire che sia un videogioco su licenza, non lo è.

Non vi è alcun riferimento a 20th Century Fox e il font e la spaziatura nei titoli, stranamente differenti sul frontespizio e sulla costa, non è quello del film. All’interno delle fauci spalancate manca un dettaglio importante del design originario di Giger: la seconda serie interna di mascelle faringee all’estremo di un organo simile a una lingua che può estendersi rapidamente ed essere usata come arma.

L’assenza della licenza si evince anche nelle prime schermate del gioco per il differente nome dell’astronave, che fa da ambientazione al gioco: “Nostradamus” invece di “Nostromo”.

Alien per ZX-81: i riferimenti al film sono evidenti, ma il nome della nave è stato cambiato: “Nostradamus” invece di “Nostromo”

Il giocatore è a bordo della nave da trasporto “Nostrodamus” e ha come obiettivo l’uccisione dell’alieno grazie a una serie di oggetti distribuiti nei vari compartimenti della nave. Una volta raccolti, gli oggetti possono rivelarsi più o meno efficaci per procurare danni all’alieno. La visuale dall’alto permette di vedere l’intera nave e gli oggetti (contrassegnati da lettere), mentre l’alieno – coerentemente con il film – diventa visibile solo quando si trova entro dieci mosse dal giocatore.

Il quadrato sotto la “G” è il giocatore, la “G” è un oggetto. L’alieno è il quadrato a sinistra dell’entrata dello stesso compartimento in cui sono il giocatore e la “G”. Speriamo che la “G” sia un’arma efficace.

Il listato del programma è la fonte dalla quale desumere la data di pubblicazione: 5 giugno 1982 (secondo l’uso anglosassone di anteporre il mese al giorno).

Il listato di Alien per ZX-81 dà un’informazione sulla data: 6 maggio 1982 (Fonte: zx81stuff.org.uk)

Questa data trova riscontro anche in un’inserzione pubblicitaria a pagina 49 della rivista Sinclair User n.9 del settembre 1982: Alien è offerto nello “Space Pack” a 4,95 sterline. Considerando che le riviste si preparano il mese precedente (agosto) e che con tutta probabilità le pagine degli inserzionisti sono programmate in anticipo, il gioco è stato rilasciato a giugno, al massimo entro luglio.

Da pag. 49 di Sinclair User n.6: Alien è nello Space Pack di PSS a meno di cinque sterline

I britannici hanno quindi battuto i colleghi delle ex-colonie di alcuni mesi, restano in lizza solo i giapponesi.

AX-2 contiene quattro giochi: Uchu Yusosen Nostromo, Steel Alien, Dual Alien e In the Woods

Uchu Yusosen Nostromo per computer NEC PC-6001 è pubblicato dalla giapponese ASCII Publishing Corporation nel secondo prodotto della sua serie “AX”.
Più fonti della Rete datano la pubblicazione di questo oscuro gioco giapponese il 31 dicembre 1981. Questa data però è altamente improbabile.

In Giappone il Capodanno è una festa molto sentita: in particolare il 31 dicembre è Joya no Kane: in tutti i templi buddisti le campane vengono suonate per centotto volte per tutta la giornata. Il numero “108” rappresenta le centotto tentazioni terrene che l’uomo deve superare per raggiungere il Nirvana, così come fece Buddha. Il suono delle campane è un rito di purificazione per l’inizio del nuovo anno.
Perciò quale editore giapponese pubblicherebbe un videogioco in un giorno la cui attenzione di tutti è concentrata sulla celebrazione di una festa così sentita e partecipata?

Si aggiunga che molti negozi sono chiusi e, tra il 29 e il 31 dicembre, molti giapponesi si mettono in viaggio, sia verso l’estero, sia verso le zone rurali in visita presso le proprie famiglie di origine.

La data del 31 dicembre 1981 appare sempre più un’invenzione di sana pianta perché non è collegabile nemmeno a una delle due versioni del gioco.

Esistono infatti due versioni di Uchu Yusosen Nostromo: l’originale sviluppato da Akira Takiguchi per PET-2001 e la conversione di Masakuni Mitsuhashi per NEC PC-6001.

Nel libro “Japan Soft. An oral history” Mitsuhashi-san conferma che si tratta di una conversione dell’originale sviluppato da Akira Takiguchi, che non ebbe mai una distribuzione commerciale.

I converted Takiguchi-san’s Nostromo to PC-6001 because I liked it!

cit. Masakuni Mitsuhashi in “Japan Soft. An oral history” pag. 37


Nel codice sorgente Basic della conversione vi è riportato l’anno: 1982.

Il listato Basic di Nostromo dimostra che la data di pubblicazione del 31 dicembre 1981, citata da tutte le fonti sulla Rete, non è vera

La firma dell’autore non deve trarre in inganno: “Hiromi Ohba” è lo pseudonimo di Masakuni Mitsuhashi, che ha realizzato la conversione per NEC PC-6001.

My games are credited to Hiromi Ohba: a popular japanese singer. I’m a fan of her.

cit. Masakuni Mitsuhashi in “Japan Soft. An oral history” pag. 38

Visto che il computer NEC PC-6001 è in distribuzione sul mercato giapponese dal novembre 1981, la data di pubblicazione è con tutta probabilità all’inizio del 1982.

Questa deduzione trova conferma in una pagina nascosta in mezzo a una giungla di ideogrammi.

Sulla Wiki giapponese vi è l’elenco di tutte le pubblicazioni della serie “AX” e la scheda di AX-2 宇宙輸送船ノストロモ, Nave da trasporto spaziale Nostromo.

Vi si può leggere la data di pubblicazione: 1982年2月, febbraio 1982.

Nostromo per PC NEC 6001 è pubblicato nel febbraio 1982 ed è il primo videogioco di Alien [schermata da https://w.atwiki.jp/gcmatome/pages/7036.html]

La versione originale di Akira Takiguchi può essere datata tra il 1980 e il 1981 poiché – per stessa ammissione dell’autore – è ispirata a un videogioco di Hiroshi Suzuki, Manbiki Shounen, mostrato in occasione di un evento universitario di ottobre 1979 e pubblicato come listato BASIC nella rivista RAM nel numero di febbraio 1980 (cfr. Japan Soft. An oral history” pag. 34 e 35)

Questa versione non può però essere considerata la prima perché – per stessa ammissione dell’autore – non ha avuto nessuna commercializzazione.

But my games were never published. […] It were simply because the games weren’t good enough, no complaints.


cit. Akira Takiguchi in “Japan Soft. An oral history” pag. 34

Il primo videogioco di Alien è perciò: Uchu Yusosen Nostromo (febbraio 1982), il secondo è Alien per ZX81 (giugno 1982) e il terzo è Alien per Atari VCS (novembre/dicembre 1982).

Da questa conclusione deriva anche un altro primato per Uchu Yusosen Nostromo: è anche il primo videogioco “survival horror”.

Nel prossimo episodio di Escono dai fottui pixel, tutti i dettagli su Uchu Yusosen Nostromo e i sorprendenti motivi per cui può essere considerato il primo “survival horror”, anticipando il ben più famoso Resident Evil di “soli” quattordici anni.

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31 pensieri su “Escono dai fottuti pixel! Quale è il primo videogioco di Alien?

  1. Denis

    Ottimo, anche se il numero 108 mi fa venire in mente la serie della Konami di giochi di ruolo, Suidoken, anche se quello vero perchè su licenza e quello dell’Atari Vcs, poi nel ’83 la crisi del videogioco per via dei troppi giochi scadenti che uscivano nel periodo

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    1. Il 108 di Suidoken ha però una genesi differente: è ispirata da una storia popolare della cultura cinese a sua volta tratta da fatti storici della banda di fuorilegge capitanata da Song Jiang (e i suoi 108 compagni) che si arresero al governo durante la dinastia Song nel 1112.
      Per me rimane Nostromo il primo gioco di Alien. La licenza è del tutto marginale, anche perché il gioco Atari ne ha solo il nome e non si avvicina minimamente al film. Alien per ZX-81 si avvicina molto di più per via dell’alieno che è visibile solo a una certa distanza dal giocatore. Prova almeno a ricreare – con tutti i limiti tecnici – la tensione del film, il gioco macabro del “nascondino” dello xenomorfo che nel film appare pochissimo e quando lo fa è letale. Nostromo, che descriverò nei dettagli nel prossimo post, si spinge ancora più avanti e ha dei punti in comune con il film sorprendenti, considerati sopratutto i forti limiti tecnici. Erano tempi in cui era l’immaginazione a riempire una grafica di caratteri ASCII e grandi blocchi di pixel quadrati. Nostromo mette tensione, ha un senso di urgenza e va vicinissimo al film. Alien per Atari VCS è Pac-Man con una skin di un alieno qualsiasi.

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  2. Meriteresti un premio. Ma ormai ci hai abituati a queste ricerche approfondite, citando fonti e producendo prove fotografiche. Non ti fermi a quello che si trova nel web emerso e conosciuto ma scavi in una miriade di siti (che definire deep web sarebbe un eufemismo) “solo” per il gusto di andare oltre quell’ approssimazione che ormai regna sovrana. Applausi a scena aperta.

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    1. Grazie, esagerato un premio! 😱…Quale posso scegliere? 😂😂😂
      A parte le battute grazie di cuore. Hai letto il mio intento che potrebbe essere interpretato come pignoleria e atteggiamento da “professorino delle cose inutili”. Invece è passione per la ricerca, curiosità a palate, gratifica di avere trovato una risposta più coerente e affidabile e felicità di poterla condividere. Il premio sono commenti come il tuo che apprezzano l’impegno e il risultato. Critiche sono ben accette, sono qui pronto a mettere alla prova la logica di questo post. Magari viene fuori altro a cui non ho pensato. Grazie ancora.

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  3. Splendida ricerca: l’indagine tra i listati dei giochi è puro genio! Quanti ricordi quei comandi, “Print”, “Poke”… ci ho passato l’infanzia!
    Hai messo poi il dito su una piaga purulenta della Rete: gli autori pigri che copia-e-incollano da roba presa a casaccio creano una terribile disinformazione. Perché il lettore pigro pensa che se trova la stessa identica informazione, ripetuta in modo identico, per un numero sufficiente di volte… allora dev’essere vero. Quando invece è chiaro che si tratta di roba copiata e quindi non analizzata con criterio.

    Sai che mi stupisce come la Fox abbia concesso così tardi la sua licenza? Ho trovato pagine di riviste del 1979 grondanti di gadget d’ogni sorta di Alien: libro, fumetto, raccolta di foto, cappello, poster, la Fox ha sfruttato al meglio ogni merchandising… perché il videogioco ha dovuto aspettare tre anni? Forse nel ’79 non era considerato ancora un mercato proficuo per le licenze da film?

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    1. Bene, aspettavo la tua opinione su questo post con una certa trepidazione. Me la sono cavata! 😂
      Trovare materiale e fonti è stato particolarmente arduo nonostante ciò che si dica della Rete. La Rete è come la casa “nasconde benissimo”. 😂 Ne è venuto fuori anche un limite (noto) di Google sulle informazioni di “archivio”. Google va bene per le novità, Duck Duck Go meglio per le informazioni più vecchie. In più aggiungi che data la vetustà di questi giochi le informazioni più affidabili sono quelle del materiale originale di quei tempi ovvero carta (scansioni di riviste) e listati BASIC, che sono condivisi da appassionati e accademici . Trovate queste prime informazioni andare a ritroso in vari link e immaginare le parole-chiave è stato sfidante e coinvolgente. Ha ricreato il “flow” che ti tiene attaccato tutta la notte a un libro o a un videogioco.
      La Fox con Alien si è comportata da vera faina del marketing, un’ottima scelta dei tempi per vendere un prodotto con su scritto “Alien” anche se poi era altro. Ha infatti cavalcato l’onda del successo di Pac-Man, un altro enorme fenomeno alla stregua di Space Invaders, che ha generato negli Stati Uniti – mercato principale delle console domestiche – una vera e propria onda culturale.
      Pac-Man “arcade” è del 1980, la conversione per Atari VCS è dell’aprile 1982.
      La conversione era pessima, ma vendette a palate: si stima 7 milioni di copie, un risultato straordinario oggi figuriamoci all’epoca con un mercato molto più limitato. Fox che fa? Prendiamo Pac-Man cuciamogli addosso una “skin” di Alien e ne vendiamo a palate. 👏👏👏 Applausi per il marketing. Questa di Fox è un’operazione commerciale da manuale. Certo non gliene fregava nulla del videogioco. Come hai scritto tu, era un prodotto parte del merchandising.
      Come ho anche risposto a Denis, Alien per Atari VCS è il gioco più lontano da Alien dei tre, nonostante sia l’unico con la licenza. Peraltro i tie-in già ai tempi di Atari portavano con se’ una maledizione che perdura ai tempi nostri: tutto il budget investito nella licenza, ne resta poco per il gioco vero.
      Il primo tie-in è Raiders of the Lost Ark per Atari VCS ispirato al primo film di Indiana Jones ed è anch’esso del 1982 e precede di un mese Il famigerato E.T. Sempre per Atari VCS, Star Wars è del 1983.

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      1. AI miei tempi su C64 avevo “Ghostbusters” a cui ho giocato molto, che a parte avere i testi della canzone del film – all’epoca non esistevano fonti accessibili per avere “le parole delle canzoni” – non c’era altro da salvare. Ricordo un po’ “Rocky Horror” e il terzo “Indiana Jones”. Sì, in effetti i tie in a cui ho avuto modo di giocare all’epoca erano parecchio deludenti: l’emozione di giocare a qualcosa legato a un film era bello, ma era chiaro che l’impegno della casa era minimo.

        Per argomenti così spinosi, dove non esistano ricerche preesistenti, le fonti attuali non sono minimamente degne di fiducia: solamente vecchie scansioni o recuperi di appassionati possono garantire una pista buona da seguire. E soprattutto le informazioni involontarie, che adoro. Quando cioè trovi la data di un gioco nel posto più impensabile, tipo nel listato! Vale molto di più perché è un’informazione “involontaria” quindi non falsata da manomissioni successive.
        Troppo spesso trovi siti con date sparate a casaccio (senza specificare come facciano a saperla) e non sai mai quanto fidarti, così come ci sono siti che forzano dati perché combacino con le loro tesi: arrivare ad una fonte non manomessa è sempre una grande soddisfazione per un ricercatore 😉
        E comunque Google è inaffidabile anche per le notizie del giorno. Qualche settimana fa un tizio ha raccontato che gli sarebbe piaciuto fare una serie TV di Alien e il giorno dopo almeno venti siti diversi hanno promesso “scottanti rivelazioni” sulla nuova serie TV di Alien: quali rivelazioni? Che un tizio l’avrebbe voluta fare… Se segui le notizie “figlie” sono sempre e solo stupidate sparate a casaccio, e trovare la notizia “madre” è sempre consigliabile, sebbene più impegnativo.

        Comunque sai che condivido il piacere della ricerca, quindi spero arrivino altre nuove ghiottoneria come questa ^_^

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    1. La Rete è uno strumento, l’utente deve metterci un po’ di materia grigia. Come il martello: se lo si usa male, ce lo si dà sulle dita e fa male 😂. Non so se sia la “verità”, si dovrebbe andare a chiedere ai diretti interessati e anche in questo caso ci si dovrebbe affidare alla loro memoria. Di sicuro ho ottenuto il risultato di avvicinarmi parecchio alla “verità”, almeno più di quanto si trova da una ricerca di Google. Ne sono soddisfatto e mi fa molto piacere che sia riuscito a condividerne lo spirito, al di là dello specifico caso. Grazie!

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  4. Vedere il listato della ZX-81 mi si stringe il cuore. Credo di avere da qualche parte, in effetti lo so 😀 , questo oggetto che funzionava con le cassette. Ho convertito un bel po’ di giochi per lo spectrum, che possiedo ancora, e poi migrati sul QL.
    Alien non credo d’averlo mai giocato ma qualche altro sì.
    Veramente monumentale è questooa tua serie sui videogiochi. Complimenti

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    1. Un autentico pioniere! Lo ZX-81 è stata la base per la scuola di programmazione britannica che poi è esplosa con lo Spectrum e ha avuto una lunga scia ai tempi dei 16 bit. Con la generazione 32 bit parecchi sviluppatori non hanno retto al cambiamento del 3D. Oggi ancora resistono alcuni ottimi sviluppatori ma nulla in confronto ai quei tempi d’oro di giochi “Made in UK”.
      Ho provato Alien su un emulatore e la rom è disponibile sul sito che cito nella didascalia.
      Grazie per il “monumentale” 😜

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          1. Il Pi4b con 8gb di memoria merita un pensiero.
            Retropie lo ho reinstallato su PI3b e va benissimo. Il vantaggio è che questo costa poco. sui 50€ con case – 35€la piastra e 15€ il case – contro i 125€ del PI4 con case. A parte la memoria 1Gb contro 8Gb, il clock differisce di poco 1,2 contro 1,5. Ha la doppia hdmi che Retropie la usi poco oniente.

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              1. In effetti mi era sembrato che 4 o 8Gb fosse una spreco per Retropie. Il mio 3B ha un solo mega di ram e clock 1.200 e va benissino. Un po’ laboriaso è caricare rom e giochi. L’ideale sarebbe un FTP ma non c’è o almeno non l’ho trovato. Anche per la tastiera è un po’ complicato. Il procedimento è lo stesso per Joystick e varie.Bisogna configurali uno per uno.

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                    1. Mia moglie disapprova il tempo che ci “perdo” 😂 Per farle capire che non è tempo perso, forse devo fatturarle le ore “perse” a configurare VPN, Rete, applicazioni, stampante e problemi vari di questi mesi che è in smart working 😜

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  5. Due cose :-). La prima quella importante è che hai fatto un lavoro pazzesco. Ti ammiro per il lavoro da archivista che fai. Grande Bro! La secoda, molto meno importante ma forse utile è che ci sono un po’ di problemi nel post nell’impaginazione e so che ci tieni. O il nuovo editor è una piaga anche per te oppure il lettore di wordcess fa ancora più cess.

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    1. Ho usato la nuova fiammante impaginazione a blocchi di WordCess. Al mio video del PC a parte essere interrotta da pubblicità non aveva problemi. Comunque ricontrollo bro’.
      Grazie per il “pazzesco” ma non merito la tua ammirazione, piuttosto una birra e la tua compagnia! Alla prossima.

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  6. Pingback: [1982-02] Uchu Yusosen Nostromo (guest post) | 30 anni di ALIENS

  7. Pingback: Riavvolgi e gioca: Alien 3 (guest post) | 30 anni di ALIENS

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