L’olfatto è un senso che spesso utilizziamo senza accorgercene, fornisce molte informazioni che elaboriamo secondo criteri ancestrali, stratificati nel corso della nostra evoluzione, condizionati dal contesto culturale e da stati psico-emotivi. Per gli animali, l’olfatto rappresenta un senso fondamentale, attraverso il quale interagiscono con il mondo esterno. Per l’uomo, l’esigenza di utilizzare l’olfatto per esigenze di sopravvivenza, come quella di fiutare i pericoli, è andata sparendo, privilegiando invece l’utilizzo di altri sensi. La tendenza della nostra società “sempre connessa” privilegia infatti la vista e l’udito.
Gli odori producono effetti profondi, spesso a livello inconscio, sul nostro comportamento tanto che il “marketing olfattivo” (“scent marketing”) utilizza gli odori per indurre il consumatore a una maggiore propensione agli acquisti: un certo aroma richiama luoghi o situazioni che rassicurano o eccitano secondo il prodotto in vendita. In ogni caso, un buon odore nel punto vendita ha l’effetto di trattenere il consumatore più a lungo e quindi aumenta le vendite potenziali. L’associazione di un dato profumo può essere anche un importante fattore di fidelizzazione a un marchio.
Pensate a quanto è importante l’olfatto quando vi accingete ad assaggiare una succulenta pietanza. L’olfatto insieme alla vista preparano il momento della degustazione.
Perciò, prima della “degustazione” dei parchi naturali, voglio provare a farvi sentire i profumi della savana.
Caricato il camion con la tanta agognata attrezzatura da campo e acquistati viveri e generi di prima necessità (tra i quali una cassa di brandy per riscaldarsi durante le fredde nottate africane), finalmente si parte in direzione dei parchi: la prima destinazione è Savuti. Savuti (detta anche Savute) confina con il Delta dell’Okavango a ovest e il Chobe National Park a est ed è una delle aree safari più conosciute dell’Africa.
Dopo avere percorso un tratto di strada asfaltata, imbocchiamo una strada di sabbia battuta. La presenza umana è davvero rarefatta.
Non manca qualche piacevole incontro.
Il paesaggio è quasi desertico, sotto un sole cocente, la sabbia sembra liquefarsi.
Gli animali cercano riparo dal caldo raggruppandosi all’ombra della vegetazione caratterizzata da alberi di alto fusto e foglie strette.
La siesta degli gnu
l’Acacia erioloba è anche nota come acacia giraffae perché le foglie sulle alte chiome sono raggiungibili dai lunghi colli delle giraffe (e anche dalle proboscidi degli elefanti).
A Savuti il primo incontro con le giraffe! Quando le vedete camminare capite subito perché le chiamano le “modelle della savana”.
Tra gli alberi ad alto fusto con il fogliame che si concentra sopratutto sulla punta dei rami, Nick ci indica il “Silver Cluster-leaf” che si presta a moltissimi utilizzi: il duro legno per la realizzazione di pali di recinzione e utensili; la corteccia per corde e, dalla lavorazione, se ne ricava una sostanza impermeabilizzante per le barche; radici e foglie sono utilizzate nella medicina tradizionale; le foglie in particolare sono utilizzate come un cerotto naturale per tamponare tagli e ferite.
Tra la vegetazione più bassa, i cespugli di Mopane, oltre a essere un cibo per gli animali, saranno la pricipale risorsa nella nostra quotidiana raccolta di arbusti secchi per alimentare il fuoco del campo.
Il taccuino sistemato sulla coscia, la penna trema in sincrono con le sospensioni del camion. Spaparanzato sull’ultimo sedile posteriore nell’angolo sinistro, il sole scalda il viso, il vento lo sferza e rinfresca, l’aria viene spinta a viva forza nelle narici: la testa, il corpo fino all’estrema punta delle articolazioni s’inebria di questo profumatissimo odore di savana tanto che le mani hanno cercato penna e taccuino per cercare di “fermarlo”.
Descriverlo sarebbe un bel “minestrone” di profumi nuovi che abbiamo conosciuto, dal basilico selvatico al fiore giallo dell’acacia, e ancora un mucchio di altre erbe e fiori di cui non ricordo il nome. Non avrei mai immaginato di potere avvertire un profumo che ha simili echi nell’inconscio: tale è la sensazione di benessere, conforto, quasi rassicurante in contrasto con l’evidente ostilità dell’ambiente.
Le nostre città, così comode e più rassicuranti, puzzano e – sembra assurdo – ci siamo anche abituati.
Di seguito alcune fotografie scattate durante gli spostamenti nei parchi. Il profumo non posso replicarlo, ma di certo aumenterà un certo “languore” per questa bella e profumata terra africana.
Onda sonora consigliata: Secret Garden (Bruce Springsteen)
La tranquillità di un prato fiorito sull’orlo del baratro di Mosi-oy-Tunya
Ninfee nel Delta dell’Okavango
Papiro nel Delta dell’Okavango
Non è oro, non è incenso, è mirra!
United Colors of Savana
Fiori di acacia, profumatissimi!
Terra bruciata a Kubu Island
Condominio di volatili
Riuscite a sentire il fruscio del vento tra gli steli d’erba nella savana di Savuti?
….no vabbè dai….tutto Incredibile e poi
Quella è la mirra?????
Non c’è più religione!!!!
🤨
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Sì, è la famosa mirra! Quando Nick lo ha detto, anche io sono rimasto di sasso…lino. 😜
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😂😂😂😂😂
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La mirra esiste???
Bellissime foto, bellissime parole, e pure la colonna sonora è splendida! Grazie! :–)
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Anche tu colpito dalla mirra eh? Grazie a te per l’apprezzamento. Mi fa molto piacere che sia riuscito nell’intento di stupirvi. Merito non mio, ma dell’Africa.
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L’oro e l’incenso dove l’avete nascosto?
Bella la narrazione che accompagnano le immagini.
Siamo solo all’inizio spero. 😀
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Se lo sono fregati due loschi figuri che si sono presentati come “Magi”😜. Confermo siamo all’inizio. Stiamo per arrivare al primo campo: Savuti Camp Site.
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e tu dov’eri?
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A fare legna per il fuoco
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e intanto loro via col malloppo. 😀
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