Lettera di Babbo Natale


In cima al Mondo
Vicino al Polo Nord
Natale 2018

Miei cari Diego e Jacopo,

quest’anno sono terribilmente indaffarato. Se penso alle cose ancora da fare mi viene un terribile male di testa.

Non che gli anni scorsi di questo periodo sia andato in vacanza al mare e non sapete quanto ne avrei bisogno con questa artrite che mi fa tremare le ossa più del vento freddo che soffia qui fuori.

Solleva, carica e scarica pacchi e sacchi pieni di regali e la schiena a un certo punto non ce la fa più. Aiuta pure la Befana con i suoi regali e non potete capire quanto pesa un sacco pieno di carbone. Se io sono vecchio, anche la Befana ha ormai una certa età. Voglio però confidarvi un segreto.
Guardatevi intorno.
Se non c’è nessuno continuate a leggere per sapere il segreto dell’età della Befana.

La Befana ha tanti anni, tantissimi anni.

Ci siete cascati! Scherzetto! Vi ho fatto credere che avrei scritto l’età della Befana. Non posso scriverlo: è una signora e non bisogna farglielo pesare. Mai dimenticarsi di essere gentili con una signora.

Giù da voi quest’anno sono successe tantissime cose: alcune buone, alcune così così, altre fanno preoccupare mamma e papà. Per fortuna arriva sempre Natale. Dico: per fortuna vostra.

Perché per me inizia il periodo dell’anno più faticoso: apri le lettere di tutti i bambini del mondo, leggile tutte, rispondi a ognuna; prepara tutti i giocattoli e mettili nei pacchi-regalo; fai allenare le renne perché devono essere veloci per fare il giro del mondo in una notte; controlla che gnomi ed elfi non battano la fiacca e aiutino, invece di creare confusione e fare danni, come al solito.

Quest’anno poi si è aggiunto Orso Polare a complicare le cose. Un mese fa, si è arrampicato sul tetto per piantare un lungo palo di ferro, che ha chiamato “antenna”. Si collega l’antenna con un filo a una scatola luminosa e così ci si vedono dentro le persone. Se non sbaglio, voi di laggiù la chiamate: “televisione”. Orso Polare è arrivato da me, tutto sorridente, con questa scatola luminosa, dicendo che dentro ci si può vedere un bambino che ha la battuta sempre pronta e un sorriso contagioso. Il suo nome è Arnold. Dice che alla fine di queste giornate piene di lavoro, dopo cena, ci farà compagnia e ci farà un po’ ridere. Così andiamo a dormire sorridenti e l’indomani riprendiamo il lavoro con il sorriso ancora stampigliato sulle labbra.

Anche se Orso Polare è un pasticcione, mi sembrava una buona idea.

Così Orso Polare ha sistemato la scatola luminosa su un mobile in sala da pranzo e subito dopo si è arrampicato sul tetto per piantarci l’antenna. Da sotto, gli elfi e gli gnomi urlavano indicazioni alla loro solita maniera cioè non ci si capiva niente

«Spostala di qua, no di là!»
«Un po’ più su, un po’ più giù. Ecco, così..No! No, no, troppo giù, tirala su!».
«Girala un pochino. Ma sei sordo o cosa? Ho detto ‘girala’, non ‘piegala’.».

Mi viene male di testa se penso al chiasso che sono riusciti a fare. A un certo punto, sono uscito fuori anche io e ho urlato a Orso Polare e a tutti quei nanerottoli strepitanti:

«Allora? Vogliamo piantarla? Vogliamo piantarla con questo chiasso e pure con questa antenna? Orso, che fai ancora lassù? Ho bisogno di aiuto, fai presto. Fissala sul tetto e scendi subito da lì che è pure pericoloso. Se cadi rischi di fare una frittata di orso e gnomi. Non se la mangerebbe nemmeno l’Abominevole Uomo delle Nevi. Dai su, fai presto!».

Di tutta risposta, gli elfi hanno iniziato a ridere a crepapelle immaginando un piccolo gnomo spiattellato sotto il sederone del grande Orso; gli gnomi invece urlavano contro gli elfi perché non c’era niente da ridere se uno gnomo veniva spiattellato sotto un orso, per giunta piuttosto grassottello pure per essere un orso polare.
Avete presente la confusione che fate voi bambini all’uscita di scuola? Le grida, le corse all’impazzata, gli spintoni, i salti, ecco moltiplicate per dieci e otterrete la confusione che c’era in quel momento fuori casa mia.

Il giorno dopo, gli Eschimesi che abitano poco lontano da qui hanno bussato alla mia porta e si sono lamentati del baccano del giorno prima.

Io sono Babbo Natale e tutti dicono che io sono buono e caro, ma anche la mia pazienza – come quella dei vostri papà e mamma – finisce. Così con voce grossa dico a tutti:

«Embe’?!? Allora quante volte ve lo devo dire di piantarla? Vi faccio saltare la cena e lavorare tutta la notte, che – Gesù Bambino mi è testimone – c’è ancora tantissimo lavoro da fare.».

Se minacci Orso Polare, gli gnomi e gli elfi che non li fai mangiare e li fai lavorare di più, diventano più bravi di voi bambini quando mi scrivete le vostre letterine piene di buoni propositi e promesse.
Così, mentre gli gnomi e gli elfi rientrano parlottando a bassa voce in casa, Orso si affretta a fissare l’antenna sul tetto.

All’improvviso scivola.

Lo vedo volare in aria, anche se gli orsi non hanno le ali, e atterra con il suo pesante sederone sulle tegole del tetto. SBAM! Che botta, bambini miei, una gran botta che nemmeno i fuochi di artificio a Capodanno!

Gli gnomi hanno ragione a dire che Orso Polare è grassottello: il tetto si sfonda e Orso cade giù con un fracasso terribile. Per fortuna, non si è fatto niente. È caduto su una pila di scatole di carta e cartone pronte per essere riempite con i regali. Non c’erano dentro i giocattoli, altrimenti altro che saltare la cena e lavorare una notte in più. Non sarebbe bastata una settimana!
Ero così arrabbiato. Orso Polare poteva davvero farsi male.

Il buco che Orso Polare ha fatto cadendo era bello grande, sembrava che il tetto fosse stato colpito da una bomba. La neve e il vento vi entravano e faceva un gran freddo dentro casa. Da quel giorno, la mia artrite è peggiorata.

C’è mancato poco che dovessimo traslocare in un’altra casa. Potete immaginare che problema sarebbe stato! Già trasportare tutti i regali sarebbe stato lungo e faticoso, ma pensate a cosa sarebbe successo alle lettere dei bambini spedite all’indirizzo sbagliato! Un disastro.
Per fortuna, gli gnomi e gli elfi si sono dati da fare e lo hanno riparato. Da qualche fessura entra ancora il vento quando soffia forte. Da quel giorno, gli gnomi e gli elfi prendono in giro Orso Polare. Lo chiamano: Orso Bombardone.

Orso Polare sta bene, ha solo qualche livido. L’unica ferita è nell’orgoglio: voleva fare una cosa buona e invece ha distrutto il tetto. È mortificato per tutta la confusione che ha creato e per farsi perdonare si sta dando tanto da fare per aiutarmi. Non c’è nulla che deve farsi perdonare, capita a tutti di sbagliare, l’importante è imparare dai propri sbagli e trovare la forza di iniziare di nuovo. Finito tutto il lavoro di Natale troveremo il tempo e il modo di riparare per bene il buco nel tetto e riusciremo anche a piantarci su quella benedetta antenna. Sono proprio curioso di vedere questo peperino di Arnold.

Spero riusciate a leggere questa mia vecchia scrittura traballante. Ve l’ho detto: sono vecchio, ho duemila e diciotto anni. Ormai siete in seconda elementare, dovreste leggere abbastanza bene. Nel caso non ci riusciste, potete chiedere a mamma o papà di farlo per voi.
So che avete scritto la vostra letterina chiedendo dei regali, un bel po’ di regali. Farò del mio meglio, sempre che Orso Polare con gli gnomi e gli elfi non combinino qualche altro pasticcio. Chiaramente ve ne porterò alcuni tra quelli che avete chiesto. Potete capire che se dovessi portare tutti i regali che chiedono tutti i bambini, non basterebbe certo la mia slitta, ma neanche un treno di slitte. E poi volete mettere il gusto di avere sempre dei desideri, di avere sempre dei sogni! Avere tutto subito rende felici per poco tempo e anche il giocattolo più desiderato verrà messo da parte senza averci giocato abbastanza. Un giocattolo alla volta si gusta meglio e di più: come succhiare una caramella, no?

Ora devo salutarvi perché altrimenti non riesco a preparare tutti i regali per Natale. Aiutate mamma e papà nell’addobbo di un bell’albero di Natale. Speriamo che mamma e papà siano meno pasticcioni di Orso Polare quando saliranno sulla scala per inserire il puntale sulla cima dell’albero. Mi raccomando, conservate questo ricordo per quando sarete voi grandi. Vi servirà.

Vi voglio un mondo di bene. Fate i bravi.
A presto.

Babbo Natale


Nota
Questo mio piccolo racconto è liberamente ispirato a Lettere di Babbo Natale di J.R.R. Tolkien.
The Father Christmas Letters è una raccolta di lettere a firma di Babbo Natale, scritte e illustrate da J. R. R. Tolkien tra il 1920 e il 1942 per i suoi figli. A partire dal Natale 1920, quando il figlio maggiore John aveva tre anni, ogni Natale Tolkien scrisse una lettera di Babbo Natale ai propri figli. L’ultima lettera è del 1943 ed è indirizzata alla quarta e ultima figlia dello scrittore, Priscilla, che seppure quattordicenne era restia a lasciare andare il legame con Babbo Natale. Ogni lettera è stata consegnata in una busta, affrancata con francobolli del Polo Nord, decorata con disegni. Attraverso illustrazioni, testi e poesie vi si raccontano, con ironia e la consueta vena creativa di Tolkien, le disavventure di Babbo Natale e della folta schiera di suoi aiutanti: l’Orso Polare (Karhu) e i suoi nipoti, Grasso e Pelobianco (Paksu e Valkotukka); gli Uomini-di-neve e i loro bambini, gli Gnomi Rossi e gli Elfi, uno dei quali Ilbereth diventerà segretario di Babbo Natale.
Questo libro non è solo per chi apprezza le opere più famose dell’autore, ma soprattutto per chi ama lo spirito natalizio, venato d’ironia e ancora traboccante di meraviglia.

50 pensieri su “Lettera di Babbo Natale

    1. La bellezza di Tolkien non è infatti solo racchiusa nelle sue due opere più famose. A parte Il Sirmarillion (che è per “addetti”), sia Tom Bombadil, sia Albero e foglia, come queste Lettere di Babbo Natale aiutano a entrare in sintonia con buonanima di Tolkien. Mentre leggo questi libri meno noti, mi sembra di vederlo chino mentre scrive e io dietro la sua spalla che cerco di carpirne le parole. Non so spiegarti, ma è una scrittura più vicina al lettore, più intima. Elfi, nani e orchi, per quanto resi verosimili, appartengono a un tempo antichissimo, mentre gli Uomini sono l’oggi, siamo noi.
      E dopo ‘sta polpetta al sapore tolkeniano mi piglio il tuo complimento e mi batto le mani da solo come uno scemo 😂.
      PS:
      Mentre scrivevo il racconto ti ho pensato fortissimo: l’Orso Polare che vola a piedi all’aria, Babbo Natale e tutti i nanerottoli dabbasso che restano sospesi a bocca aperta. Ho immaginato questa scena disegnata dalle tue mani fatate. Ne tireresti fuori un capolavoro.

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      1. Bravo, batti le mani e fai anche un balletto sulla scrivania che lo meriti!! 😀
        Sai che io Tolkien l’ho sempre immaginato a ridere mentre scriveva? Non so ma nel mio immaginario era uno che si divertiva parecchio a immaginare e scrivere le sue storie, per questo mi piace un sacco.
        I disegni… in questo momento non credo di essere in grado di tirar fuori nulla di che ma sicuramente l’immaginario tolkeniano è decisamente nelle mie dita 😉

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    1. Ah chi hai chiamato in causa! El BaVon Rojo mi scalpita tra le dita, ma devo ancora trovare il giusto tempo e il clic nella testa. Nel frattempo sto “studiando” narcos e storia Maya perché quando finirò il racconto, sarà solo l’inizio. Le intenzioni sono bellicose, mi sto preparando alla “guerra” con la tastiera.
      Mi fa piacere che non hai dimenticato i compadres.

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  1. Ma che bello questo racconto…….. i tuoi bimbi saranno stati felicissimi nell’aver ricevuto loro una letterina dal buon vecchio omone di rosso vestito. Non conoscevo questo aspetto di Tolkien e devo dire che mi ha fatto venire voglia di cercarlo, sarebbe anche una bella lettura da fare con il mio pargolame

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    1. I miei due gnomi in verità devono ancora ricevere questa lettera. Voglio prendere esempio da Tolkien e quindi scriverò a mano il testo su dei fogli di carta pergamena che ho comprato e li infilerò in una busta (devo trovare quella “giusta”). Se riesco a falsificare un francobollo con un orso polare ho anche l’affrancatura dal Polo Nord.
      Non sto nella pelle. Mi immagino le loro espressioni e scommetto dei soldi che lo show dell’Orso Polare (noto anche come “Bombardone”) avrà un grosso successo. L’ho scritto pensando proprio per farli ridere e ho usato certe parole che sembrano divertirli assai.
      Il libro di Tolkien te lo consiglio vivamente.

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      1. Lo cercherò e ti invidio con due gnomi per casa, lo stupore è una qualità bellissima nei bambini. In classe poi alle volte mi capita di TACITARE quelli che fanno gli smargiassi proclamando “Urbi et orbi ” di non crederci. A me dispiace perchè rovinano i sogni di chi ancora ci crede disperatamente………
        Comunque il libro mi intriga, già ho ordinato quello di Walter Fochesato e adesso toccherà a Tolkien sicuramente

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        1. Io ricordo ancora quel gran simpaticone di bambino che in quinta elementare, senza che gli fosse richiesto, mi sparò in faccia questa notizia per darsi un tono da grande. Ancora ricordo che non volevo crederci, ma ormai il tarlo si era insinuato. Quel giorno mi disse di una sfiga terribile: era un bambino di un’altra classe con il quale non avevo nulla in comune, se non in quel giorno infausto condividere un tratto di strada insieme dalla scuola a casa.
          A così tanti anni di distanza, mi pento di non averlo accompagnato fino a casa sua, prendendolo a calci nel sedere fino a fargli rispuntare la coda degli avi primati.

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  2. Bella lettera. Mi son vista le scene, e immagino come se le vedranno i tuoi due…. Anche tu te le sei viste, immagino, e forse ci sarà qualche differenza nei colori, ecc, ma è il bello della diretta…. E comincio a dirvi Buon Natale. Non mi pare mai troppo presto. Ciao!

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    1. L’ho voluta pubblicare per il piacere della condivisione, che in casi come questi ha una matrice “egoista”: sono tanto felice di averla scritta e non vedo l’ora di fargliela leggere che questa euforia deve per forza esprimersi, sfogare, trovare una via per manifestarsi. Inoltre ritengo la pubblicazione sul blog un altro tipo di “archiviazione”. Una sorta di archivio di sicurezza.
      Quando la recapiterò ai due nanerottoli, la conserverò per loro fino a quando saranno grandi abbastanza per decidere se custodirla e lanciarla nel riciclo della carta. (Chiaramente io andrò a raccoglierla e me la terrò nel cassetto del mio comodino).
      Hai proprio ragione: per cose come queste, io sarei impazzito.

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  3. Il testo di Tolkien lo conosco, anzi sta nella mi biblioteca. Ogni tanto lo prendo fuori per Natale.
    Comunque complimenti per la bella letterina ai due gnometti, anzi ai due ometti. Simpatica e intrigante che fa sorridere chi la legge, dimenticando il brutto della vita.

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    1. Ed era esattamente questo lo spirito. Sorridere con un po’ di sana ironia sul Natale, che tra cinismo dilagante rovina anche lo spirito di una festa che è per i bambini, ma non dimentichiamoci che i bambini assorbono come spugne gli umori dei “grandi”. Perciò, se vogliamo che i bimbi trascorrano un Natale sereno, non dobbiamo essere impermeabili al Natale, ma cercare – nei limiti del possibile e se non vi sono cause gravi – di assecondarlo. Anche se a Babbo Natale non ci crediamo più. E pure alla Befana (per Quote Rose e aggiungo pure la par condicio) ;))

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  4. Ma Orso Bombar– ehm Polare è parente a Orso Chiacchierone?
    Non sapevo delle lettere di Walkie Tolkien, un’idea molto carina e hai fatto bene a rubargliela 😉

    p.s. per i post su chi ha paura dei videogiochi ci si rilegge a gennaio, prometto che recupero tutti quelli che mi mancano. Sono rimasto senza connessione una settimana e 36 ore dopo mi si è rotto il PC, quindi faccio post e commento gli altri da cellulare, una vera tortura!

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    1. Commentare da telefono è una iattura anche perché il “correttore” ortografico aggiunge il suo al pestaggio semi-casuale della minuta tastiera con effetti deleteri sulla nostra madrelingua. Prenditela con calma tanto se il server non schiatta, troverai tutto qua.

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