Chi ha paura dei videogiochi? #8 – L’attivismo anti-videogiochi


Cannon Fodder per Commodore Amiga,1993. Un gioco di guerra..contro la guerra

Segue da Chi ha paura dei videogiochi? #7 – Doom-ed generation

(WAR!) Never been so much fun!
(WAR!) Never been so much fun!
(WAR!) Never been so much fun!
(WAR!) Never been so much fun!
Go up to your brother
Kill him with your gun
Leave him lying in his uniform
Dying in the sun! (WAR!)

Cannon Fodder Intro

Nel 1993 Cannon Fodder, “Carne da cannone”, è stato criticato dai media a causa di contenuti violenti e della glorificazione della guerra. Per dichiarazione dei programmatori della Sensible Software e, sopratutto, per chi vi ha giocato Cannon Fodder è una satira della guerra e prende in giro i guerrafondai: il titolo del gioco (“carne da cannone”), la breve canzone iniziale e la colonna sonora, la grafica minuta e fumettosa sono tutti elementi che vanno nella direzione opposta delle critiche. Nel 1999 i toni del dibattito sulla violenza dei videogiochi schizzano in alto.

Il 20 aprile 1999 Eric Harris e Dylan Klebold, studenti della Columbine High School in Colorado, aprono il fuoco sui propri compagni di scuola e insegnanti, provocando la morte di dodici studenti e di un docente, oltre al ferimento di altre ventiquattro persone. I giovani assassini si tolgono la vita.

Non è la prima volta che accade nelle scuole americane e non è l’episodio con il più alto numero di morti. Eppure la tragedia della Columbine High School ha un significato particolare per la società amerciana in quel periodo: rende necessario, in modo ineludibile e improcrastinabile, l’identificazione dei fattori di rischio della violenza giovanile (quali comportamento aggressivo, bullismo, esposizione alla violenza nei media), nonché la necessità di sviluppare e attuare programmi incentrati sulla diagnosi precoce di questi fattori e sulla prevenzione della violenza nelle scuole.

Negli istituti scolastici del Colorado, aumentano i programmi di sicurezza, di prevenzione e aiuto ai soggetti pià a rischio  Alcuni Stati americani ne seguono l’esempio, ma non accade altrettanto nel resto del Paese.

Uno dei fattori di rischio è l’esposizione alla violenza nei media.
L’opinione pubblica ne è comprensibilmente preoccupata; non deve meravigliare perciò che l’attenzione si concentri soprattutto sui contenuti violenti dei videogiochi, diffusissimi tra i bambini e adolescenti. I media cavalcano lo spaesamento dell’opinione pubblica che si confronta con un fenomeno nuovo: da una parte, la diffusione degli home computer e dei videogiochi nelle case degli americani; dall’altra, gli effetti non ancora compresi di tali nuove tecnologie sulla società. L’argomento “videogiochi” fa presa facilmente sul pubblico adulto, diviso tra una certa resistenza a dichiarare apertamente il proprio interesse nel nuovo medium e una decisa avversione.

I più convinti oppositori individuano un nesso univoco tra l’esposizione ai contenuti violenti dei videogiochi e la causa delle stragi scolastiche. I media puntano sul fatto che l’opinione pubblica sia preoccupata per gli effetti della violenza rappresentata nei videogiochi sugli individui, in particolare bambini e adolescenti; il fatto che i giovani assassini fruiscano abitualmente di videogiochi diventa il motivo evidente dei loro crimini e il videogioco un metodo di allenamento.

Un simile approccio applicato a un altro episodio di omicidio di massa ne prova l’infondatezza, se non addiritura l’assurdità.

Il 20 luglio 2012, nel cinema della catena “Century Theatres” nella città di Aurora in Colorado, durante la prima del film Il cavaliere oscuro – Il ritorno con protagonista Batman, irrompe il ventiquattrenne James Holmes, lancia granate lacrimogene e apre il fuoco: uccide dodici persone e causa il ferimento di altre settanta (di cui cinquantotto per arma da fuoco). Nel suo appartamento viene rinvenuta una maschera di Batman. Applicando lo stesso approccio utilizzato ai videogiochi, si dovrebbe giungere alla balzana conclusione che l’assassino pensava di essere Batman, il giustiziere mascherato, e quindi la causa di tali omicidi è Batman.

Il comico britannico Marcus Brigstocke ha sintetizzato magnificamente con questa battuta:

Computer games don’t affect kids. I mean if Pac-Man affected us as kids, we’d all be running around in darkened rooms, munching magic pills and listening to repetitive music.

I videogiochi non influenzano i bambini. Voglio dire, se Pac-Man avesse influenzato la nostra generazione, staremmo tutti girovagando in sale immerse nel buio, masticando pillole magiche e ascoltando musica ripetitiva

La copertura mediatica della strage di Columbine ha contribuito significativamente al dibattito pubblico sugli effetti della violenza rappresentata nei videogiochi. Come conseguenza di questa percezione diffusa, molti sono stati coloro che si sono impegnati per limitare il consumo di videogiochi. Tra questi il più attivo è un avvocato di Coral Gables in Florida, Jack Thompson.

Durante la sua attività di avvocato (sarà radiato nel 2008), Thompson concentra il suo impegno contro ciò che percepisce come oscenità nella cultura moderna, che include: i videogiochi, la musica rap, le trasmissioni provocatorie e dal linguaggio esplicito come The Howard Stern Show.

La tensione è così elevata che non risparmia nemmeno personaggi molto famosi. Howard Stern e Michael Graham, assai noti per essere dei commentatori radiofonici sopra le righe, vengono licenziati dalle rispettive radio a causa di alcune battute giudicate offensive sul massacro di Columbine (cfr. Stern’s comments push limits of shock, Minnesota Daily, 29 aprile 1999).

Il successo di Stern è confermato da quanto gli sponsor sono disponibili a pagare il suo compenso: Stern guadagna venti miliioni di dollari all’anno. Graham si auto-definisce “loud, obnoxious and frequently fired” (chiassoso, odioso e spesso licenziato). Sebbene  quindi il successo di entrambi dipenda dalla loro capacità di riuscire a tenersi in equilibrio sulla sottile linea dell’oltraggio e dell’ancora accettabile, la tensione sociale è così elevata che è sufficiente una battuta, al vetriolo non più di tante altre, perché ne paghino le conseguenze: boicottaggio pubblicitario e licenziamento per evitare che gli ascoltatori non ascoltino più la stazione radiofonica.

Ammesso che Stern, noto per il suo stile al vetriolo, abbia in questa occasione oltrepassato la linea dell’oltraggio, ci si dovrebbe chiedere perché non si abbia la stessa sensazione di oltraggio alla propria intelligenza quando un avvocato della Florida intenterà dei procedimenti legali sulla base della teoria che i videogiochi ossessionano i più giovani  e sono la causa dei loro atti violenti.

Jack Thompson è il responsabile della prima causa legale, cui sono seguite molte altre, contro alcuni editori di videogiochi sull’assunto che i videogiochi sono responsabili della violenza perpetrata dai minori. La prima causa legale è presentata nel 1999 per conto dei genitori di tre minori uccisi nella strage avvenuta il 1 dicembre 1997 nella Heath High School a West Paducah, nel Kentucky.

Dalle indagini risulta che l’assassino è un assiduo utilizzatore di videogiochi tra cui tre titoli di grande successo, ovvero Doom, Quake e Resident Evil (i primi due sono della id Software), ha visitato siti web pornografici e possiede la videocassetta  “The Basketball Diaries”, il cui protagonista è uno studente liceale che progetta di sparare alla sua insegnante e ad alcuni compagni di classe.

Jack Thompson sostiene la tesi che gli editori dei giochi, del film e dei siti Internet pornografici sono da ritenere responsabili in quanto, permettendo a un minore di accedere a tali contenuti,  lo hanno desensibilizzato emotivamente e reso più incline alla violenza.

La causa legale viene rigettata dal tribunale poiché Jack Thompson non è stato in grado di presentare alcuna prova concreta a sostegno.

Jack Thompson tornerà all’attacco dell’industria dell’intrattenimento elettronico contro il distributore Take Two e una serie di giochi sviluppati da una società con sede a New York, la Rockstar Games. La serie è Grand Theft Auto (nota come GTA), che è una delle serie di maggiore successo di tutti i tempi.

Grand Theft Auto V ha venduto per 800 milioni di dollari in 24 ore

Jack Thompson viene radiato dalla Corte Suprema della Florida il 25 settembre 2008 e condannato a pagare una multa di oltre quarantatremila dollari  per condotta inappropriata, tra cui false dichiarazioni ai tribunali e comunicazioni denigratorie e umilianti nei confronti delle parti convenute in causa.

Appuntamento al prossimo episodio di Chi ha paura dei Videogiochi? Sempre che non abbiate paura.

23 pensieri su “Chi ha paura dei videogiochi? #8 – L’attivismo anti-videogiochi

  1. Non sono solo i personaggi dei videogiochi a spararle grosse -_- anche certi avvocati si dedicano a questo sport!
    Clamorosa la correlazione siti porno-stragi, mi chiedo che razza di pornografia con pistoloni ci fosse…

    Riguardo alla strage alla prima del film di Batman, ricordo che in Italia ci fu un giornalista che provò a fare un collegamento tra Batman e la strage e accusò di ciò Neil Gaiman, definendolo “il papà di Batman”.

    https://www.ilpost.it/2012/07/23/neil-gaiman-si-risente-con-repubblica/

    En passant, devo dire che ci sono diversi giornalisti italiani che sbagliano l’attribuzione della paternità Batman: in questi giorni, un giornale di Bergamo (mi pare) la attribuiva a Stan Lee 😛

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    1. La disinformazione e la superficialità di parte degli “organi d’informazione” è talmente una costante in questi episodi di panico morale che spaziano dai videogiochi, ai fumetti, a certi generi musicali, che è davvero imbarazzante pensare alla recente difesa di categoria contro i social network e Internet indicati come principali responsabili delle “fake news”. Come se poi lo “strumento” possa essere ritenuto responsabile.
      L’informazione-fai-da-te è in parte originata dalla progressiva erosione della credibilità di chi è deputato a fare informazione e a commentare.
      Esempi così plateali di clamorose “toppe” si sprecano, eppure – per il fenomeno del panico morale che vado cianciando dall’inizio – riescono ad attirare consensi.
      Alla DC Comics saranno saltati sulla sedia dopo l’attribuzione del personaggio alla concorrenza ;). Fossi il brand manager di Batman chiamerei l’incauto redattore e gli farei passare i cinque minuti meno edificanti della sua vita (professionale) 😉

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  2. Meno male che nessuno si ricorda mai di “Ossessione” di Bachman/King, se no farebbero causa pure al Re perché ha raccontato di un protagonista che tiene in ostaggio la sua classe e medita un massacro. 😛
    I giornalisti fanno così da sempre. Ho trovato un articolo de “La Stampa” di tipo il 1907 in cui si racconta il processo ad un assassino, e si dice che in casa sua sono stati trovati libri con Arsene Lupin: il Doom dell’epoca 😀
    Ancora complimenti per questo grande ciclo.

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    1. Ogni periodo ha il suo “nemico simbolico” e sembrano aumentare con l’aumento della facilità di propagazione dell’informazione. È paradossale: è più facile accedere alle informazioni e se ne dovrebbe giovare sia i produttori di contenuti sia i fruitori e invece è un gioco a chi la spara più grossa e a quanti abboccano.
      Grazie per il tuo supporto.

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  3. Ma dico, compadre: si sono votati un presidente che le spara più grosse di una bombarda, ch’è un razzista e ci manca poco che dà l’ordine di sparare contro i migranti alla frontiera, che litiga con i koreani a chi ce l’ha più grosso, che predica il far west nelle scuole… e poi, con tutte quelle armi in giro incontrollate, cosa si aspettano dalla loro vita? E se la prendono con i videogames? Forse costoro dovrebbero mettersi davanti allo specchio e fare ciò che consigliava un tizio: prendersi a schiaffoni….

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    1. Qualcosa di peggio degli schiaffoni li prendono ogni volta che perdono un figlio a causa di un colpo esploso per errore oppure nei ricorrenti “gun massacre”. Piuttosto qualche schiaffone lo meritiamo noi europei che tanto ci atteggiamo a “superiori” culturalmente e importiamo dagli USA puntualmente le consuetudini peggiori.

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      1. Sono i più forti militarmente, per conseguenza ci impongono pure i modelli. E’ tutta una questione economica che sottomette persino questioni vitali. Non ti sarà sfuggito come, anche adesso, stanno cercando di venderci il loro gas , nonostante sia più costoso. Con la Polonia ci sono riusciti, in competizione con quello russo molto meno caro…

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        1. È essenzialmente una questione economica. Pecunia non olet. Uno come quel TRonfio alla Casa Bianca può (r)esistere se l’economia tira. Ahimè sembra che gli stia anche dicendo bene senza che abbia fatto nulla. Per ora solo chiacchiere e distintivo, solo chiacchiere e distintivo.

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      2. Sarà chiacchiere e distintivo, però sa come drogare l’economia: sta sfruttando le riforme in campo economico di Obama, in più aggiungendo una deregulation in campo ambientale che farà pure aumentare gli affari, ma che, alla lunga, rischiano di ritrovarsi peggio che mai: disastri ambientali senza fine ed esplosioni di bolle finanziarie a volontà. Non dimenticare che è esponente del capitalismo selvaggio…

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        1. Conpadre, io non dimentico e a suo tempo scrissi anche una “letterina” a Zio TRonfio da Cuba 😂. Però non è il Diavolo.. insomma, ancora non capisco come sia possibile che sia stato eletto un personaggio simile e io non l’avrei mai votato, ma rispetto a quanto “promesso” per essere eletto, la traduzione in azioni mi sembra limitata e, dopo le elezioni di mid-term, depotenziata. Può ancora fare danni, ma il capitalismo selvaggio li continua a fare anche senza di lui.

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  4. carissimo io non ricordo cosa ho mangiato ieri sera ma ancora ho in mente la sigla di CANNON FODDER. Sono sempre stato (come sai) un giocatore esclusivamente dedicato al calcio (prima di entrare nella nuova era dei videogiochi), ma quel giochino bellissimo fu uno dei pochi a farmi distrarre dai soliti Kick-Off e Sensible Soccer.

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    1. Sensibile Soccer e Kick Off, Street Fighter II Turbo (SNES) e Speedball 2 sono momenti da ricordare! Alcuni episodi sono momenti indimenticabili con mio fratello e qualche amico più stretto.
      Avrei potuto citare il più noto Duke Nukem, ma ho preferito tributargli l’onore dell’immagine di copertina con quel suo atteggiamento di sfida e menefreghismo per questi bizzochi e disinformati anti-videogiochi.
      Ho scelto invece di scrivere di Cannon Fodder perché è una perla semi-sconosciuta e giocato oggi non ha lo stesso effetto di quando il floppy inizio’ a grattare nel drive del mio Amiga.
      Il cantato sintetizzato era ancora qualcosa che lasciava a bocca spalancata, la grafica minimalista era una scelta coerente con il “messaggio” di aperta burla alla guerra e a tutti coloro che ancora pensano che una guerra per qualcuno possa essere “giusta” o “necessaria”.
      Eppure si beccò la sua dose di – oggi lo chiameremo – “hate” mediatico tanto che la Virgin (l’editore) decise di modificare l’immagine di copertina (in origine doveva esserci il papavero) e inserire un disclaimer contro la guerra. 😱
      Se quello è un gioco che glorifica la guerra, allora io sono NonnA Abelarda!
      Se nomini “Sensi” e Kick-Off mi schizza in alto la curva glicemica.
      Ho “Sensi” su PC…niente non è “La Stessacosa”.
      La vera Killer Application per Commodore Amiga era “Sensi”. Kick-Off era là Killer Application per i joystick 😂

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  5. riguardo alla strage nel cinema del 2012, durante la prima di Batman, ricordo che all’epoca i telegiornali dissero, e più volte, che l’assassino era mascherato da Joker. Poi quando hanno iniziato a circolare le prime foto si è capito che aveva solo i capelli tinti di rosso (nemmeno di verde). Se non sono i videogiochi la fonte delle cattive influenze, lo sono i fumetti.

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    1. O altrimenti la musica rock and roll 😂 Questi gggiovani d’oggi!
      Che lo dicesse mia nonna o la vecchina sull’autobus lo accetto, se lo scrive un giornalista o lo dice un redattore al TG li rimanderei all’asilo nido: ecco adesso puoi giocare con le matite colorate e i pennarelli. Ma non ti sporcare eh!
      Qualche settimana fa un servizio al telegiornale di una RAI su dei ragazzi campioni di scacchi esordisce così: mentre i loro coetanei giocano ai videogiochi…
      Che caZpito vuole dire? Se giochi ai videogiochi puoi al massimo aspirare a vincere a briscola al Bar dello Sport?!? Gli scacchi sono un’attività stimolante, formativa, edificante; i videogiochi invece….e questo sarebbe il livello di un giornalista di TG nazionale?!? I testi lo scriverei meglio io ed è tutto dire.
      …MavadaviaalCiap!

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    1. Grazie! Avevo pensato di farne un paio, più mi è presa la mano 😂. Sono contento che continui a interessare e con quale entusiasmo! Davvero grazie.
      Cannon Fodder era un gioiellino. Sensible Software riusciva a metterci dentro anche della sana ironia in quei piccoli pixel.

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  6. mi è venuta in mente una trasmissione televisiva che incita alla violenza. sì, esiste. e non sono ironico. quando la guardo mi vien voglia di picchiare qualcuno, non scherzo. la trasmissione è: UOMINI E DONNE, di maria de filippi. spesso lo stesso effetto me lo fanno i politici quando sbraitano tra loro: sgarbi su tutti.
    col ca&&o però che gliele chiudono…

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    1. Di sicuro ribolle il sangue e prudono le mani, ma l’esistenza di queste trasmissioni è dovuta a un rilevamento statistico dell’Auditel che coinvolge solo 40.000 individui con diverse caratteristiche geografiche, demografiche e socioculturali. Queste trasmissioni sono rivolte a un “target” specifico in cui evidentemente tu e io non ricadiamo. Cosa che mi fa passare ogni rabbia e mi rende sereno di riuscire a tenrmi lontano dalla” spazzatura” televisiva.
      Finché esiste una possibilità di scelta, esiste la speranza di un futuro migliore.

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      1. eh no. però stai attento a questo discorso della scelta. con questo modo di pensare avalliamo di tutto. e io sono profondamente contrario. che poi bisogna vedere se e quando siamo davvero liberi di scegliere come ci vogliono far credere (ma questo è un argomento talmente ampio che non credo sia il caso di approfondire).
        mi sembra che tu sia fumatore… se un giorno vorrai discutere su quanto sia giusto che si possa “liberamente” fumare, mi offro come avvocato dell’accusa… 😉

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        1. Ahahah sono un fumatore ma i fumatori mi prendono in giro perché non aspiro e fumo in compagnia. Peraltro sto iniziando a ridurre i due pacchetti alla settimana e conto di liberarmi al più presto di questa stupida ritualità che fa male e basta. Sono rispettoso di chi non fuma e benedico il divieto di fumo nei locali chiusi. Insomma ti darei una mano a mandarmi sul patibolo 😂
Il discorso sulla libertà di scelta – hai ragione – è assai ampio e con questo mezzo sono facili i fraintendimenti e il deragliamento è assicurato. Abbiamo due punti di vista differenti su questa “zozza società de magnaccioni” e io confesso di avere la tendenza a vedere il bicchiere mezzo pieno. Tuttavia mi ha fatto piacere e mi fa piacere incrociare le tastiere con chi la pensa diversamente.

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  7. vedi?! sapevo che uno come te non poteva essere un “vero fumatore”! allora aspetto che smetti una volta per tutte. anche i tuoi bambini ne saranno felici (anche se non fumi vicino a loro). ti do un consiglio. se vuoi davvero smettere devi evitare assolutamente il fumo passivo, sennò non smetterai mai sul serio. avrai smesso solo nel momento in cui fumare ti comincerà a dare molto fastidio e ti farà schifo. solo allora sarai tornato puro! 🙂

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    1. Io ho iniziato a fumare come un’idiota a 40 anni. Non sono mai stato capace di aspirare, l’odore acre che ti lascia in bocca e sulle dita è terrificante, sappiano quanto sia dannoso anche quello passivo. Eppure ci sono cascato come una pera cotta e confesso che la sigaretta dopo il caffè mi mancherà quando avrò smesso. In fondo è una schiavitù e quando mi sono accorto che stavo aumentando il numero di sigarette fumare (anche se non siano a livelli di “vero fumatore”) ho deciso che era ora di farla finita. La ritualità però ti frega e, se la nicotina non mi ha assuefatto, la ritualità tende a mancarti. Per me è più una questione di libertà di scelta (aridaje) e chiaramente di salute, piuttosto che di provare schifo o “purezza”. Temo che rimarrò impuro anche quando avrò smesso: non mi fanno fastidio i fumatori se hanno rispetto di chi gli sta intorno.
      Non fumo mai dentro casa o a casa d’altri. All’esterno si può se intorno non hai chi prova invece legittimamente fastidio

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