Le estati del mio passato [SanTag nerdAntonio benedici questa catena]


Questo post pop poco si addice a questo blog molto blob. C’è il serio rischio che sarà un post polp(ettone).

Quando SanTag nerdAntonio chiama la prima volta, devi essere pronto.
Quando SanTag nerdAntonio chiama la seconda volta, devi rispondere.

Una decina di giorni fa, il buon Ema generosamente mi porge un estremo di una catena (tag, perché noi 2puntozero siamo un po’ anglofili) che il dinamico Moz ha inaugurato, dal titolo Very Pop Blog – Le mie estati del passato.

Invero, il buon Ema mi coglie in un momento di particolare bailamme tra tran-tran quotidiano, lavorativo e familiare, nonché l’evento losangelino dell’E3, che insieme comprimono gli scampoli residui di lettura e scrittura alla lista della spesa. Rispondo a Ema che difficilmente riuscirò a tirare la catena anche considerando il fatto che la prima (e ultima) unzione partorita da questo mentecatto, dal titolo Il mio primo computer, aveva ricevuto una tiepida accoglienza: oltre ai soliti ignoti (grazie Lucius e Ivano), avevo nominato in paranza il numeroso collettivo dei blogger della ‘Geek League‘, cui la catena si aggancia naturalmente come il palo alla ruota del motorino: solo in tre, Moz, Ema e La Bara Volante hanno accettato la mia unzione e li ringrazio. Altri due frequentatori di questa webbettola nominati hanno declinato l’invito.

Nessun problema, nessun obbligo né morale né di netiquette, tuttavia più che di catena si è trattato di una riunione della bocciofila, quattro chiacchiere, chi una birra, chi un bicchiere di vino della casa, le solite discussioni per pochi centimetri di differenza tra le palle (cosa avete capito?!? Siete malati).

Nel post d’inaugurazione già mostravo una certa ritrosia e scetticismo per questa pratica in nome di SanTag nerdAntonio, indicato come protettore dei blogger sempre dal mentecatto che scrive (se proprio volete, potete leggere qui come Sant’Antonio 2.0 si è fatto nerd e mi ha mostrato la via).
Questo tipo di catena  è controversa nell’accoglienza da parte dei blogger, espleta la funzione di fare conoscere le webbettole e offre l’opportunità di raccontare qualcosa di più personale per i rispettivi osti unti dalla nomina, che avviene alla fine di ogni tag-pistolotto come il tuono tiene dietro al baleno. Sembra, invece, che detta unzione venga percepita alla stregua dell’ultima impartita dal prete Scongiuri di rito.

Perciò, pure apprezzando sinceramente l’unzione di Ema, avevo messo da parte l’invito, complice ancora un arretrato di (sup)post (ovvero supposti post o post dall’effetto di una supposta), incastrati tra l’umidiccio della mia scatola cranica e l’umidiccio delle mie dita sudate.

Ieri, il mio fratello di joyapd Gionni mi attirato con un infame trucco, vecchio come Adamo ed Eva, esponendo una gnocca in stile anni Sessanta in copertina e sbandierando il titolo Le Estati del mio passato. Pensando di trovarvi il passato pruriginoso dell’amico Gionni, mi sono catafottuto (catafuck*d? Perché a noi blogger piace inventare le parole) sulla sua pagina immaginando di trovare un racconto alla Vladimir Nabokov. Se la vostra perspicacia è di poco superiore a quella di un bambino di quattro anni (‘guarda, un asino che vola!’ mi è riuscito con i miei due nanerottoli fino a tale tenera età), avete capito che, invece delle Lolita di Gionni, si trattava di questa catena ed è solo per devozione a SanTag nerdAntonio se Gionni non è destinatario delle mie maleducate rimostranze e incivili maniere per esprimere tutto il mio rammarico per la mancata occasione “solo per adulti”.

SanTag nerdAntonio è grande! San Tag Tonio (così più confidenzialmente lo chiamano il Conte Gracula e Gionni) sa tutto, vede tutto! San Tag Tonio aveva un piano per questo umile scrivano. IL Segno! Mi mostra IL Segno!

Leggo tutto il racconto delle estati del bimbo Gionni, peraltro assai simili alle mie per cui potrei fare il “copia & incolla”, sostituendo Torino con Napoli o altre località sicuramente al di sotto della linea Gustav padana. Alla fine appare il mio nome!

Non solo lo scivoloso nick (perché noi blogger amiamo tutti i personaggi di Bonvi), ma addirittura il mio nome nella sua forma affettuosamente abbreviata. Quel “Cla” risuona come se Gionni parlasse per voce del Santag (sempre sia taggato)(amen) in Free Lossless Audio Codec!

Perciò non mi rimane che rispondere all’appello di Ema e di Gionni, che ringrazio per essere nei loro bit e tastiere. Prima di iniziare elevo la mia preghiera di ringraziamento al SanTag protettore:

Per questo mistero della Rete,
con tutti i tasti e i gigabit che Telecom ci manda,
proclamiamo a una sola voce la tua lode:

SanTag nerdAntonio sia con voi.
E con il tuo spirito.
In alto le nostre tastiere
Sono rivolte allo schermo.
Rendiamo grazie a SanTag nerdAntonio
E’ tag buona e giusta

Sia lodato SanTag nerdAntonio
sempre sia taggato
Amen


Per le regole della catena rimando alla webbettola di Ema o di Moz.

L’ estate di quando ero bimbo, da quando ho i primi ricordi alla fine degli anni Settanta.

Gioco in cortile

Sono stato un fortunato ad avere un cortile antistante al palazzo dove abitavo durante la mia infanzia fino all’età di diciassette anni. I giochi che facevamo erano i classici: la Campana, il Nascondino, i Quattro Cantoni, Strega comanda colore, Rubabandiera, Palla prigioniera, Madama Dorè e la temutissima Cavallina nella sua versione di “ammucchiata selvaggia”, in cui ho seriamente rischiato di essere colui che non ritorna nel celebre verso del Pascoli. Però, il re di tutti i giochi di cortile è il calcio, nonostante le mie conclamate capacità di “schiappa”, come potete leggere in Anche le schiappe vanno in paradiso o Super Santos Vs Super Tele.

Questo è il mio pallone, ce ne sono tanti come lui, ma questo è il mio pallone (e se mi fate girare le balle, me lo porto casa, il pallone è mio e ci gioco io)

Gioco in spiaggia

Oltre ai prevedibili giochi con la sabbia, tra cui preferisco il “Vulcano” (di sabbia) con tanto di fuoco acceso dentro e pennacchio di fumo (quando uno è nato sotto il Vesuvio, che cosa vuoi pretendere’), il gioco più amato era quello della pista con le biglie. Le biglie che usavamo non erano quelle di plastica con le effigie dei ciclisti (questa non l’ho mai capita, sarà che i diritti di utilizzo erano più economici, mah). Le biglie usate in queste tiratissime gare sotto un sole inclemente erano quelle di vetro: sulla sabbia, hanno la manovrabilità di un carro armato in una palude e temprano le estremità dell’indice.

Fumetto

Uno? Un solo fumetto? Impossibile per me! Non fatemi scegliere perché sarebbe arbitrario, ero un avido lettore di fumetti: da Provolino a Topolino, da Geppo a Soldino, dall’Uomo Ragno ai Fantastici Quattro, Zagor, Tex Willer, Il Comandante Mark, Akim, il Piccolo Ranger, Mister No e la collana Rodeo. Come poi non citare le “buste sorpresa” in vendita in edicola in cui si potevano trovare albi dimenticabili (e infatti non li ricordo) oppure vere e proprie “perle” come questo albo a colori di Turok. L’avrò letto un milione di volte poiché univa due mie passioni: i pellerossa e la preistoria.

Il mitico albo Spada di Turok, tutto a colori. Lo avrò letto un milione di volte!

Cibo

D’estate il cibo per eccellenza è il gelato.

Potrei citare il pomodoro fresco schiacciato sulla fetta di pane, condita con olio e sale, l’anguria con la conseguente battaglia di sputazzate di semi, l”insalata di riso della mamma’ (che è una versione in cui anche il riso diventa un potenziale agente patogeno per il fegato), la freselle con pomodoro, origano e olio.

Per un bambino, però, nulla è più categorico e irrinunciabile nella dieta estiva quanto il gelato. Se fosse previsto nella Dichiarazione dei diritti del fanciullo non mi stupirei.

A casa mia vigeva una regola per i gelati confezionati: i ghiaccioli erano vietati come la carne dai vegani. I gelati “consentiti” erano: il Cremino o il Cornetto o lo Zatterino (biscotto farcito di gelato al gusto di panna) o gelati a essi assimilabili, tipo il mitico Blob.

Se il Blob è il gelato preferito di quando ero già più cresciutello, lo Zatterino è quello della mia infanzia. Non sono certo che fosse il suo nome, poiché – facendo una ricerca – ho scoperto che è un gelato pubblicizzato dall’Algida a metà degli anni Cinquanta (fonte: Collezione Salce Museo Nazionale), ma i miei genitori  chiamavano qualsiasi biscotto farcito di gelato come “Zatterino”, evidentemente per il ricordo che ne portavano.

Odiavo il Cremino.

Quando gli altri bambini del cortile acquistavano i coloratissimi (fin troppo, scoprimmo in seguito) ghiaccioli al vicino negozio di alimentari della Signora Schifalacqua (un cognome che ti avrebbe interdetto un qualsiasi circolo degli alcolisti anonimi), a me toccava mangiare uno stupido Cremino. Poi vi chiedete perché un bambino si sente un “diverso”? A me bastava un gelato, oggi un iPhone X. Ma ai miei tempi con c’erano i telefoni portatili (si chiamano ‘smartphone‘, aggiornati).

La Bomboniera era una roba di vero lusso, che si gustava solo durante l’intervallo dei film al cinema: una confezione di dieci bon-bon da dividere con mio fratello. E’ un ricordo del mio caro papà quando ci portava al cinema: non ne mangiava, nemmeno un bon-bon, per evitare che ci scannassimo per il quinto. Un insegnamento che vale ancora oggi sulla condivisione quando la disponibilità è limitata o scarsa.

Libro

Prima che i professori ci rifilassero da leggere il Fu Mattia Pascal o I Malavoglia come letture estive, condannando padri della letteratura italiana al nostro imperituro odio, l’estate era la stagione per giocare all’aperto, per goderci la giornata secondo dei ritmi rilassati e più naturali (se è vero che Adamo ed Eva, prima della fatale mela, non avevano necessità di fare alcunché). Gli unici libri che io ricordi letti con piacere era la collana dei Gialli dei Ragazzi, in particolare i libri di Nancy Drew

Film

Innanzi tutto occorre ricordare ai più giovani, che quando ero bimbo, la distribuzione cinematografica andava in ferie insieme a tutto il resto dell’Italia. Solo di recente sono stati distribuiti a ridosso delle ferie o addirittura a fine agosto dei film di sicuro richiamo. In ogni caso, d’estate il cinema per me non esisteva.

Nel luogo di villeggiatura preferito dalla mia famiglia ancora oggi, mia madre e noi due fratelli (mia sorella non era neanche lontanamente “preventivata” e mio papà era al lavoro) eravamo a circa due chilometri dal centro abitato, senza telefono e senza automobile: unico mezzo di locomozione la bicicletta Graziella (in acciaio pressofuso o altro metallo certamente utilizzato per le autoblindo). Perciò, andare al cinema, semmai ci fosse stato qualche film da vedere, non era una passeggiata di salute.

Luogo

Per me l’estate era ed è Sabaudia, nell’Agro Pontino.

Se volete fare un giro in bicicletta fino in paese, vi accompagno con piacere in Pronto? Papà…

Sabaudia. Vista dalla spiaggia del Monte Circeo. Il profilo del monte si dice sia il profilo della Maga Circe, che vi dimorava ai tempi di Ulisse. Si notino le nuvole sopra il monte: sembra ripetano il suo profilo. [foto di RedBavon]
Videogame

Da dove inizio? E sopratutto quando finisco? Tranquilli, io inizio, voi – se volete – potete continuare quando e se volete.

Estratto da:
Da Breakout a Wizorb. Another ball in my wall

Un muro e una palla. L’inizio di tutto. Fine anni ’70. Estate. Mio padre, mia madre, mio fratello. Mia sorella non era ancora nata. Avrò avuto 8 o 9 anni. Le prime macchinette mangia-soldi con un’anima “bit” che emettevano “bip”. Un suono alieno in sale-giuochi in cui il suono delle palline rimbalzanti nei flipper è ancora sovrastato dal suono di palle battute da stecche di biliardo, sbattute ai quattro lati di un biliardino o rotolanti lungo una pista di bowling. L’odore del fumo di sigaretta misto a sudore erano un’altra costante.

Vi lascio un’immagine e se volete potete continuare a leggere Da Breakout a Wizorb. Another ball in my wall

I-Pad?…NO, I…PONG!

E ancora…

Estratto da Harry ti presento Claudio:

Non so per quale “Bon-Ton Quattro Stagioni del Bravo-Bambino” in vigore almeno a casa mia, portare la console a casa al mare era fuori discussione, nel senso letterale del termine: mio fratello ed io lo sapevamo e ci avevamo messo la classica croce sopra.
[…]
Invero, mio fratello e io non mostravamo nessun segno di video-tossico-dipendenza: all’epoca la TV a casa al mare, quella “piccola” portata rigorosamente nel trasloco estivo di masserizie, era ritenuta da noi essenziale solo per vedere Giochi Senza Frontiere.

Il mio amico fraterno Luca, appena conosciuto allora, mi portò a casa sua a poca distanza dalla mia, prese un scatola di cartone verde, ne tirò fuori una scatoletta di plastica nera, la inserì in una scatola magica con scritto su Intellivision e sulla TV apparve questa scritta:

Gioco da tavolo

D’estate i giochi da tavolo rimanevano a riposarsi a casa. Al mare c’erano altri giochi, tutti per lo più all’aperto. Qualche gioco di carte, Scopa, Asso pigliatutto o Rubamazzo, ma nulla che ci esaltasse più di tanto.

Giocattolo

Il primo che ricordo è un carro armato dell’Esercito britannico nel teatro di guerra del Nord Africa nella Seconda Guerra Mondiale. Lo portavo dappertutto. Questo carro armato è uno dei miei primi ricordi ed è legato a una vacanza nell’Isola di Capri tanti, ma tanti anni fa.

Televisione

Attention! Trois, deux, un….fiiiiii

Giochi Senza Frontiere. Poi il nulla.

Il nulla in senso letterale, non una metafora. A casa mia c’erano due televisioni: una catafalco inamovibile nel salotto e una piccola televisione in camera da letto dei miei genitori. Nel trasloco estivo, la piccola TV di casa seguiva tutta la famiglia  evidentemente per lo stesso motivo per cui il mare si dice faccia bene ai bambini: un po’ d’aria ‘buona’ ricca di iodio.

Solo con i Mondiali del 1982 ho un ricordo della TV utilizzata per vedere altro se non Giochi senza Frontiere.

Canzone

“Ti-amo-ti” come la chiamavamo noi ovvero Ti amo di Unberto Tozzi. La ricordo con affetto e con terrore. Mio cugino riusciva a cantarla tutto il giorno. Peraltro con un’intonazione da sollevare il dubbio che gli avessero montato le corde vocali al contrario. Dal juke-box del bar dell’unico stabilimento balneare nel raggio di due chilometri, la canzone della farfalla che muore sbattendo le ali andava in continuazione.

Copertina del vinile di Ti Amo di Umberto Tozzi [foto da Discogs.com]
Altre canzoni in ordine cronologico sparso:

  • On my own, Nikka Costa
  • Ramaya (cu-cuccù Ramaya, per noi il titolo era questo), Afric Simone
  • YMCA, Village People
  • One for You, One for Me, La Bionda
  • Tu sei l’unica donna per me, Alan Sorrenti
  • Splendido splendente, Donatella Rettore

Life

D’estate a Sabaudia il termine “life” nel suo significato di mondanità era a noi sconosciuto e non perché all’epoca la lingua inglese fosse sconosciuta quanto quella italiana da parte di certi parlamentari. La giornata era scandita da ritmi rilassati, si andava a piedi al mare, seicento metri percorsi fermandosi a cogliere more dai rovi ai lati della strada, la fermata obbligatoria al piccolo pontile sul canale di collegamento tra il mare e il lago, l’arrivo al mare discendendo le scoscese dune di sabbia, bagno e giochi di sabbia, ritorno a casa per il frugale pranzo (che non aveva nulla di frugale), ripos(in)o pomeridiano che non ho mai rispettato, eventuale ritorno al mare (ma non era scontato) o giochi in giardino (tra cui la gara di tappi), cena e a nanna.

Quando papà ci raggiungeva il fine settimana, con l’auto a disposizione e la formazione dei genitori al completo, c’era la possibilità di andare a “vivere”: un gelato in paese o a giocare alla micro-guida, biliardino o uno dei primi videogiochi (Space Invaders) presenti nello stabilimento balneare più vicino. La vera vita “mondana” per noi bimbi era quando mamma e papà ci portavano nel paese vicino, San Felice Circeo, dove vi era una sala giochi adiacente a una discoteca per i “grandi”, “La Bussola”: qui con mille lire svoltavamo la serata ed eravamo felici come una Pasqua anche se eravamo in pieno Agosto.

Foto di un’estate passata

Questa è una foto cui sono molto affezionato. Eravamo in gita con tutta la famiglia al completo nell’isola di Ponza: una giornata magnifica, saldata alla mia corteccia cerebrale e al fodero interno del miocardio.

Vi siete mai chiesti che aspetto avremo quando ci presenteremo al buon Signore durante il Giudizio Universale o, meglio, quale sarebbe l’aspetto che vorreste avere per l’Eternità (il più tardi possibile). Ecco, questa è la mia foto che è candidata seriamente al primo posto.

Semmai vi venisse in mente di commentare questa foto, evitate per cortesia di scrivere ‘Che bellino che eri‘ (tanto lo so che qualcuno lo farà) perché potrei seriamente offendermi. Ma perché ora sono un cesso?!? De gustibus, ma almeno tenetevelo per voi.

E ora il momento delle unzioni!

Per quanto premesso nella lunga introduzione, l’unzione di blogger rischia di fare la fine del seme caduto sull’asfalto, sopratutto se la lancio al solito giro di habitué (Zeus te ne dovevo una di unzione, ma a questo giro ti risparmio e tu sai perché).

Adotto perciò un criterio che si ispira per scientificità a quello della mia professoressa di matematica al liceo per decidere chi interrogare: la data del giorno e le posizioni degli alunni nell’elenco del registro di classe, trasformate in numeri secondo algoritmi sconosciuti perfino alla fisica quantistica e influenzati da “quei giorni” delle donne e dalla personale simpatia (o antipatia) verso l’alunno. Il tutto moltiplicato o diviso per un fattore casuale, prevedibile solo dalla combinazione di un lancio di tutti i dadi di Dungeons & Dragons e Risiko! messi insieme.

L’unzione prevista per questa catena prevede cinque nominati, che vanno anche avvisati. I miei cinque unti sono estratti con il citato criterio tra i lettori iscritti a questa webbettola (follower, se chiamEno folloUèr), che hanno lasciato di recente un segno del loro passaggio, ma non verranno avvisati: se leggete e sostenete questa prova di resistenza, siete follouhè-uhè accreditati e che la benedizione di SanTag nerdAntonio vi accompagni!

Nel caso decideste di tirare la catena, per cortesia avvisatemi, inserendo il link tra i commenti. Aggiornerò il post con il link al vostro blog e post.

Il primo unto se l’è chiamato da solo, in blog nomen, omen

  • Theblablachain, Laura e Sabrina

Il secondo è perché ho appena finito di leggere un suo meraviglioso post su God of War (bel modo di renderlo benemerito):

  • NerdSaraiTu, Amulius

Il terzo perché sicuramente avrà un’opinione:

  • Opinioniweb, Roberto Nicolini

Il quarto unto perché conto che sia uno dei pochi con dichiarate caratteristiche di concentrazione necessarie per arrivare alla fine di questo post polp(ettone):

  • La Lettrice Assorta

Last but not the least (perché noi blogger…vabbuò avete capito), ci vuole una persona di una certa classe che sappia farmi fare anche qualche risata:

  • Cazzeggio da Tiffany

Un’ultima raccomandazione agli unti: se tirate la catena e sentite uno scroscio, avete sbagliato catena.

Aggiornamento unzioni [20 luglio 2018]

Come anticipato a essere scettico sul mio tag-carisma non sbagliavo.
Gli unti non si hanno continuato la catena, ma due lettori hanno tirato la catena:

Zeus – L’estate del mio passato. Il passato della mia estate. Il ragù del mio futuro. Un tag

Romolo Giacani – Che ne è stato delle estati?

86 pensieri su “Le estati del mio passato [SanTag nerdAntonio benedici questa catena]

  1. L’unico finora ad aver citato il VULCANO di sabbia!! Mitico!
    Bellissimo quel fumetto, tra pellerossa e mostroidi… sarebbe piaciuto molto anche a me.
    Il Blob lo amo, purtroppo l’attuale Super Blob fa pena, non è al caramello.
    San Felice Circeo è il posto del massacro, no?
    Comunque, chissà se mai qualcuno ha trovato un Super Santos con le linee nere perfettamente disegnate all’interno dei solchi…

    Moz-

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    1. Turok è un bel personaggio e i fumetti non me ne ho visti in edicola quando ne acquistavo a carrettate. Ne hanno fatto anche una serie di videogiochi.
      L’albo, tutto a colori, è meraviglioso sia come storia sia come disegni.
      È sullo scaffale della libreria come rappresentante importante di una parte di me. Sul Blob stendiamo un velo pietoso…
      San Felice Circeo, ricordarla per quella vicenda terribile, è inclemente. Secondo il mito vi dimorava la Maga Circe, quindi Ulisse passò da quelle parti. Il monte che vedi in foto ha un profilo di donna che si dice sia quello della Maga Circe.
      In una grotta del monte, hanno trovato i resti di un uomo preistorico, il mare antistante si presta a delle belle giornate sugli scogli e tuffi in acque ancora pulite. Considera che scogli su questo tratto di litorale non sono presenti: devi arrivare a Sperlonga. Giusto per rendere onore a una località che non deve essere ricordata per un atto di bestie criminali peraltro di Roma e non del Circeo.
      Il Super Santos è meraviglioso in ogni caso, solchi arancione o nerastri, basta che rimbalzi.

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      1. Non sono mai stato al Circeo ma sin da ragazzo – ignaro del noto delitto – l’ho sempre associato all’Uomo del Circeo, essendo sin da giovane età appassionato di paleoantropologia. (Anni fa ho speso un patrimonio per fare una collana da edicola di riproduzioni di reperti archeologici, giusto per farti capire la mia follia! ^_^ )
        Da bambino e poi da più grandicello sono stato più volte al Museo Pigorini di Roma, una struttura ignota ai romani perché conserva alcuni dei più meravigliosi reperti di una materia scientifica che non frega a nessuno. La teca dell’Uomo del Circeo la ricordo ancora sin da quando la visitai da bambino in gita scolastica. (Ero l’unico dell’intera scuola che si è divertito a vedere resti umani a brandelli!)
        Oggi scopro che quel teschio è stato tolto dalla teca che ho visto da bambino, e addirittura pare essere finito in magazzino: ha preso piede la teoria per cui sia il resto del pasto di una iena e questo non sarebbe “figo” per i visitatori. Tranquilli, non esistono visitatori del Museo Pigorini!
        Pover’uomo, dopo centinaia di migliaia di anni aveva avuto qualche decennio di gloria, e ora è tornato nell’oblio…

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        1. Grazie per gli approfondimenti (ho visitato il link e ti ho lasciato un messaggio) e aggiungo questo link alla Grotta delle Capre e al sito che descrive quanto è ricca di storia, anche molta antica, l’area del Circeo e del suo Parco Nazionale:
          http://www.circei.it/grotta-delle-capre.html

          LUCIUS TIRA LA CATENA…(come Obi Wan Kenobi a Luke nel canalone della Morte Nera), Lucius…TIRA LA CATENA.
          Se decidi di tirare la catena, scrivi con la tua solita sincerità. Anche io leggendo altre estati mi dicevo che non avevo nulla da aggiungere, ma alla fine toh guarda che è spuntato….un bel Claudio sorridente.

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  2. Apriamo un Club degli Odiatori di Cremini? ^_^ Per carità, buoni erano buoni – non ne mangio da trent’anni, vado a memoria – ma il coefficiente di goduria cioccolatosa era prossimo allo zero. E in piena estate durava due secondi e poi ce l’avevi tutto colato addosso.
    Ricordi splendidi, e ho una gran voglia di cedere e partecipare anch’io, anche se a forza di leggere questi post mi sto rendendo conto che le mie estati erano parecchio diverse: che faccio, estrapolo momenti magici e vado di ricamo e cucito o devo essere sincero? 😛
    Negli anni Novanta mi capitò per le mani il videogioco di Turok e confesso che uccidere dinosauri lo trovai gradevole, anche se devo averci giocato tipo un’ora e basta, messo via. Solo molto tardi ho scoperto che era originariamente una serie a fumetti, e in tempi recenti la Dark Horse ne ha continuato a raccontare le avventure. Ti segnalo il volumone del 2011 con una strabiliante copertina di Raymond Swanland, il dio vivente delle copertine…
    Gli Albi Spada purtroppo non mi sono mai capitati sotto gli occhi, quando negli anni Ottanta grufolavo in ogni fumetteria romana riuscissi ad entrare: probabilmente chi li aveva comprati poi se li teneva stretti. Solamente in tempi recenti li ho scoperti e sono davvero deliziosi, con vari generi anche molto particolari. Tipo Magnus Robot Hunter che credo poi non sia mai più ritornato in Italia.

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    1. Il Club degli Odiatori dei Cremini? Ahahah Ma allora fondiamo il Club degli Odiatori di CreTini, che ha anche una missione sociale e meritoria, no? Comunque hai ragione a ricordare che il cioccolato del Cremino appena tirato fuori dal frigo tende a liquefarsi e finire dappertutto tranne che in bocca. I miei nani, dopo il Cremino (che scelgono in totale libertà), sono una maschera irriconoscibile ed è meglio tenersi lontano dalle loro mani.
      Turok Dinosaur Hunter su Nintendo64 è un FPS che lasciò il segno. Dal grande successo su una piattaforma tuttavia poco diffusa come l’ultima console Nintendo a cassette, si tentò di farlo diventare un successo su altre piattaforme, ma nulla è servito, nemmeno un recente rilancio.
      Grazie per la dritta del volume, lo metto sotto osservazione perché mi è rimasto sempre in sospeso questo personaggio e la storia dell’albo in mio possesso rimane aperta. Credo che colmerò finalmente questa lacuna.

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      1. Non so se la Dark Horse si è riallacciata alle serie classiche o se è andata per affari suoi, ma ha sfornato diversi albi con disegni gradevolissimi.
        Impermeabile ad ogni tipo di console, il videogioco che ho provato io era per PC, e stranamente girava molto bene sebbene fosse leggermente più impegnativo del vecchio computer su cui l’ho caricato. Se non ricordo male era verso la fine dei Novanta, ma potrei sbagliare…

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        1. Su PC a fine anni Novanta furono convertiti i primi due capitoli della serie, che rimangono i migliori. Ma se per una console come la Nintendo64 erano considerati come ottimi giochi (sopratutto il primo che riuscì a trainare le vendite della console), per PC il risultato fu più contenuto, anche per una concorrenza più agguerrita. Il genere FPS era nativo del PC e dava il meglio di se’ sia graficamente sia come interfaccia (mouse e tastiera). Oggi questa differenza è quasi inesistente, sebbene su PC “pompato” siano una spanna sopra e mouse-tastiera garantiscono una reattività e precisione senza pari.

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          1. Infatti abituato ai FPS con la mano sinistra sulla tastiera e la destra sul mouse, non ho mai capito come facciano gli utenti di joypad 😛
            Ricordo una grafica molto bella, rispetto alla media dei giochi che mi passavano per le mani all’epoca, ed aggirarmi in una terra preistorica dove saltuariamente apparivano dinosauri era davvero bello. Onestamente non so perché ci abbia giocato così poco, ma sono davvero rari i videogiochi che mi abbiano “preso”.

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            1. Il joypad della N64 era una roba clamorosamente ingombrante, ergonomicamente discutibile, ma alla prova dei fatti, eccezionale per risposta e controlli. Considera che la PlayStation, coeva della N64, all’inizio aveva i joypad con solo la croce direzionale, mentre quello N64 aveva una levetta analogica.
              Oggi con il joypad la mira è parzialmente assistita e sebbene il mouse sia sicuramente ancora il più preciso e veloce sistema di puntamento, il joypad ti permette di giocare comodamente stravaccato sul divano. Cosa che preferisco e cui mi devo comunque adattare visto che non ho una postazione dedicata al PC (i bimbi si sono impadroniti della stanza dove troneggiava la mia postazione da battaglia con PC e monitor)

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  3. Bella prova, Red! E’ pure bella questa catena, a cui sto resistendo con molta fatica. Temo di soccombere e partecipare prima o poi, nonostante continui a ripetermi il mantra: non ho tempo, non ho tempo, non ho tempo…
    Qui anticipo solo che io in spiaggia giocavo con le biglie dei ciclisti e che il mio gelato del cuore era la Cassatina Sammontana, casa produttrice di gelati molto nota e diffusa in Toscana mentre credo poco o niente fuori regione.

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    1. Sammontana anche da me era distribuita e la Signora Schifalacqua aveva proprio i gelati Sammontana. La Cassatina però non l’ho mai vista…Roba leggera, Ivano…ahahahah
      TIRA LA CATENA IIvAAAnoooooh TIRA LA CATENA Ivano (citazione maldestra di Use the Force, Luke)
      Se dovessi trovare il tempo, avvisami per cortesia, butta un commento con il link qui sotto, perché tu continui ad andare in spam quando commenti e il reader continua a farmi vedere i tuoi articoli quando gli pare.

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  4. La tag dell’educazione sentimentinformatica me la sono persa, cioè, credo di aver letto quella di Lucius (che forse era pure a puntate) poi è come se il mio cervello fosse finito in lavatrice e io avessi sbagliato cazzeggio, niente ace…

    Carine le tue estati. Certo, niente TV è una cosa brutta, però 😛 anche se ero al mare 24/7 o quasi, la mia dose di cartoni la volevo. E Giochi senza frontiere, ovviamente, anche: perché privarsene? Era praticamente una raccolta di mini-giochi dal vivo: platform, corsa, “lotta”… un bel ricordo, oggi di senza frontiere ci sono soprattutto cose che un paletto, meglio se nel cuore, dovrebbero averlo…

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  5. Riccardo Giannini

    Il divieto di ghiacciolo mi trova d’accordo. Non l’ho mai detto, ma non mi sono mai piaciuti! Molto meglio il Blob, appunto. Ma il cremino non era male!

    Giusto, in estate i cinema chiudevano. Quando ero piccolo io, nelle città rimanevano aperti (ma solo i principali) e se non sbaglio davano o repliche o film già usciti, ma per il cinema in prima visione.

    E’ curioso vedere che in voi grandicelli c’era grande diffusione, come gioco, di carro armati, soldatini ecc. Già questa cosa passò quando eravamo piccoli noialtri, al massimo noi avevamo i Gi Joe.

    Oggi mi sa che non li producono più..forse li considerano giocattoli diseducativi, ahah!

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    1. Grazie per il “grandicelli”;)
      Ai tuoi tempi, mio caro sgarzoncello, era più ampia e oggi lo è ancora di più. Me ne accorgo grazie ai miei due nani. Non intendo metterla sul patetico moralismo del “poco ma buono” e “il troppo stroppia”, ma semplicemente notare che i tempi per fortuna sono cambiati.
      Io ho ancora di traverso i Playmobil: quando uscirono ero troppo grande per giocarci.
      Carri armati e soldatini diseducativi?
      Non direi nella mia esperienza: sono un pacifista non convinto, stra-convinto. E di questi tempi, rischio la lapidazione.
      Se non lo hai letto, vai qui:

      L’Esercito dei Soldati(ni) di Plastica


      (scusa ma da telefono non riesco a vedere se hai messo la stella rivelatrice della tua lettura)

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    2. Io avevo bustoni pieni di soldatini o cowboy e indiani, sia minuscoli di 2 cm che quelli classici di circa 5, compresi i fortini in legno… eppure sono della generazione di Riccardo! Infatti nella mia risposta alla catena, ho parlato proprio di soldatini in spiaggia, in cui creavo delle meravigliose trincee!
      I G.I. Joe ASSOLUTAMENTE VIETATI in spiaggia, poteva finire la sabbia dentro e poi non si muovevano più bene.

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      1. Riccardo Giannini

        Secondo me Ema tu eri un’eccezione, o comunque dalle mie parti i soldatini veramente non erano più di moda (nessuno dei miei amici li aveva, ma anche altri bambini coetanei). Sì, ovviamente i GiJoe e molti altri giocattoli fine anni ’80 non si portavano al mare perché destinati a essere danneggiati (io avevo paura me li rubassero ahha).

        Venendo ai giochi diseducativi, Red, sfondi un portone aperto: per me è una balla il discorso “fare il gioco della guerra è diseducativo”, o i videogiochi sono portatori di violenza. Conta appunto l’educazione dei genitori. D’altro canto io facevo battaglie, ma nel contempo conoscevo la “guerra di Piero” di De Andrè. E sapevo che la guerra, fuori dalla finzione, era una cosa terribile e ingiusta.

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        1. Se non fosse per le storie che mi creavo con le battaglie di soldatini (replicate anche su carta) io non avrei aperto questa webbettola di quart’ordine e secondo dominio piena di racconti e di svolazzamenti che fanno sentire meno pirla quell’ingenuotto di Icaro.
          Eppure ho incontrato mamme che sostengono che sostengono che i soldatini siano diseducativi (sui videogiochi sono una mosca bianca e mi guardano “scettiche”, per essere educati).
          Diseducativo è lasciarli davanti a uno schermo “parcheggiati” per ore, diseducativo è non partecipare al loro momento di gioco o di studio.

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        2. Boh, non lo so… magari non andavano più di moda ma di buste trasparenti in edicola se ne sono travate almeno fino alla metà degli anni 90.
          Tra compagni di scuola andavano più quelle che venivano pubblicizzati in TV ma non credo fossi l’unico a giocarci.
          Mamme che trovavano diseducative anche le pistole che avevano le cartucce rosse che scoppiavano, ne ho conosciute anche io… che amarezza.

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      2. GI Joe a me sconosciuti per differenza di generazione. In spiaggia a parte secchiello, paletta e biglie (quando c’erano, altrimenti si usavano le pietre pomici) c’era la sabbia e l’acqua. Ho odiato la moda dei racchettoni.
        Anche io avevo bustini e scatole di soldatini (e plastici), sono “sopravvissuti” solo la cavalleria inglese e francese, la fanteria francese e due batterie da campo inglesi dell’epoca napoleonica e la battaglia di Waterloo.
        Una storia lunga – al solito – che forse già hai letto tra queste pagine.

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    1. Zeus, mio caro Zeus, voi dell’Olimpo – si sa – siete un po’ capricciosetti. Devo ricorrere a qualche sotterfugio (Ulisse docet), ma a Zeus indisponendo, forse riesco a ottenere una reazione sperata…;)
      Daje Zeus. Fa una pausa dall’Infierno e risali qui tra noi mortali.

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  6. Bello da piccolo e figo da adulto, sono certa che tua moglie mi darà ragione (e anche tu😜).
    Il cremino è uno dei miei gelati preferiti e le canzoni me le ricordo tutte, mi hai fatto entrare in loop.
    E le biglie poi! Quanto male alle dita 😁 Mi sfugge cosa sia Madame Dorè 🤔 È tipo strega comanda colori?
    Non vedo l’ora di leggere le risposte di Tiffany . Un abbraccio!

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    1. Dopo cotanti sperticati complimenti non posso che accettare e di buon grado, perché ultimamente giusto la mamma può ancora guardarmi come il suo bellissimo scarrafone.
      Ti dirò: mi piacevo di più in questa foto, abbronzato, i capelli biondo cenere, vabbe’ lasciamo perdere che altrimenti finisco nella pozza della nostalgia-nostalgia-canaglia.
      Sulle canzoni mi sono trattenuto: me ne venivano a mazzi, ne ho lasciate fuori tante altre che oggi nemmeno come suonerie avrebbero il coraggio di ascoltare 😉
      La trasmissione RAI Techetechetè di questo periodo sta mandando in onda certe videoclip esteticamente e tecnicamente da raccapriccio: quando ho visto i Buggles che cantavano Video Killed the Radio Star mi sono commosso; trasalito a vedere come si conciava Alberto Camerini (che stava non avanti, ma OLTRE), imbarazzato a guardare il platinatissimo Enzo Avallone detto “Truciolo” (Gesummaria!) mentre si dimenava sul palco e cantava Ti Chiami Africa. Di devastante attualità 😉
      Su Madama Dorè ho un vuoto di memoria, a parte la nenia che si cantava. Se qualcuno ci aiuta a ricordare che abbiamo una certa età (e una scarsa memoria) gliene sarei grato.

      Speriamo che Tiffany legga e tiri la catena. Dal post che ha pubblicato ieri, direi che non ce la farà e non mi sono sentito di chiederglielo.
      Ne verrebbe fuori un capolavoro, lo so.

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          1. I bambini formano un cerchio; una bambina si pone al centro del cerchio e interpreta il ruolo di Madama Dorè, mentre un bambino si pone al di fuori dei cerchio.
            Quest’ultimo comincia a cantare e scambia domande e risposte con la bambina al centro fino al momento in cui può scegliere una bambino/a dal cerchio che, a questo punto, lo seguirà.
            A seconda del tempo a disposizione, il gioco può procedere fino a che più bambini sono stati scelti dal cerchio per essere portati dal re.

            Le bambine sono sempre più avanti 😁

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  7. Grazie per il Tag Clà!!! Come sai ogni tanto spulcio il tuo blog ma sono troppo pugra per portare avanti uno dei miei 3/4/5 aperti da anni :).
    Belli i ricordi dell’infanzia suddivisi per settore, belli i richiami e gli spunti ai nostri cari anni ’80 (i 70′ li ricordo poco, ero troppo impegnata all’asilo o nei primi anni delle elementari … a capire se mi piacevano di più i giochi da maschio o quelli da femmina).
    Però una cosa la ricordo qui per te (visto che non l’hai nominata)… accomuna lo sport, le estati a Sabaudia e quello splendido uomo che era tuo papà: il ping pong a casa vostra al mare !!!
    Cris

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    1. Innanzitutto tu hai più di un blog e io non ne sapevo nulla?!? Ho cliccato sul link del nickname e ho trovato un paio di post desertici che mi andrò a leggere con calma (mi sono iscritto, ora sono tuo follo-uhé-uhé)
      Grazie Cris! Grazie per avere ricordato papà, che spunta tra queste pagine molto più di quanto sia nominato esplicitamente. Se sapesse che ha un figlio che scrive di lui, forse ne sarebbe contento. Di sicuro non immaginava che suo figlio avesse una “chiacchiera” anche per iscritto che rivaleggiava con la sua quando gli ponevi una domanda sulla sua materia preferita, Diritto civile e diritto del lavoro. Sant’Anna e tutti i santi, chiedevi una cosa ed eri finito: attaccava a parlare e gli dovevi sparare alle gambe per fermarlo 😉
      Tanto care le tue parole e pensiero per papà, mi hanno gonfiato il cuore e ancora lo è mentre ti scrivo.
      Grazie per questa emozione. E se non fosse che sono su uno schermo, rischierei di sbafarle con una lacrima di emozione che non tratterrei, ma lascerei andare.
      Il ping-pong non l’ho citato perché è arrivato a Sabaudia quando eravamo già più grandicelli, nei primi anni Ottanta, lo ricordavo qualche giorno fa con un mio fraterno amico conosciuto proprio a Sabaudia.
      Questa catena è legata agli anni Settanta.
      Ma magari un giorno ne scriverò, anzi sicuramente ne scriverò.
      Grazie ancora di cuore.
      Se passi da queste parti, mi fai immensamente felice, Cris!

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    1. Ahahahahah la battuta ci sta tutta e non ti tengo il broncio, non potrei perché sul logorroico stai dicendo una verità.
      La cosa che mi manda in bestia (figurativo), è quando mi si dice: “è troppo lungo”. Porcapupazza, arrivate alla fine, non vi è piaciuto, vi siete annoiati, allora dite chiaramente: scrivi dimmerda (ok pure se è un giudizio personale).
      Capisco che non scrivo – come dicono quelli bravi – web friendly, ma poco me ne cale.
      Scrivo perché mi piace e scrivo perché è un’esigenza. Che devo fare se ho tante cose da scrivere?
      Fare lo spezzatino?
      Già per scrivere una lista come questa, incontro difficoltà perché non ce la faccio a fare gli elenchi puntati. E’ una gabbia per la storia che voglio raccontare.
      Comunque hai sparato dei numeri a caso perché la battuta avesse effetto:
      – 300 parole al minuto per una lettura non troppo complessa (e questa è semplice)
      – il post è poco più di 3.000 parole (3.100 comprese le didascalie tiè!)
      Solo 10 minuti…”solo”, praticamente un’eternità sul web!
      Caro Orso, un punto per te.
      Mi ritiro in buon ordine e medito un ritorno in stile Bignami.
      Grazie

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      1. Comunque l’ho letto tutto fino in fondo e mi sono divertito. Certo ho sparato dei numeri a caso. Pensa tu che io sia rimasto un’ora a leggere? 😀
        Poi chi dice che 10 minuti su web sono un’eternità? Per leggere si legge e se il post merita dieici minuti sono pochi.

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        1. E vorrei vedere a leggere per un’ora le mie facezie! Qualcuno che deve scontare un pegno, sicuramente! 😂
          L’avevo capito che ti eri divertito, mi ti sono immaginato a scrivere il commento mentre sghignazzavi di gusto. So’soddisfazzzzioni riuscire a fare spuntare un sorriso dopo tremila parole.

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  8. The Butcher

    Anch’io da piccolo mi divertivo come un matto a giocare con le biglie di vetro sulla spiaggia. Di tanto in tanto facdvo delle gare con qualcuno che conoscevo (mi ricordo una volta con un circuito fatto in spiaggi enorme. Se mi sono divertito!). Il primo gioco che mi viene in mente da piccolo è Kingdom Hearts che delle amiche inglesi mi avevano regalato. Il bello è che oltre alla lingua inglese c’erano anche i sottotitoli in inglese. Alla fine sono riuscito a comprenderlo tutto quasi al 100%. Ho imparato l’inglese grazie a un gioco, alla faccia di tutti quelli che dicono che i giochi sono inutili e violenti!

    Purtroppo da piccolo non leggevo tanti fumetti (qualche Spiderman di tanto in tanto) ma in compenso divoravo tanti libri. Tra i miei preferiti c’erano quelli di Terry Brooks, il ciclo di Shannara. Che bella lettura!

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    1. Terry Brooks da piccolo è una bella prova. Io leggevo i fumetti, tu il ciclo di Shannara.
      Kingdom Hearts come primo gioco? Gesù quanto sono vecchio! 😂
      Però le biglie di vetro sono intramontabili è molto più belle con quei riflessi ipnotici al confronto con Gimondi rinchiuso dentro una pallina di plastica.

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      1. The Butcher

        Io quando ho giocato al primo Kingdom Hearts avevo tipo 10 anni e ora ne ho 22. Sono parecchio legato a quel gioco. Ora negli ultimi 4 anni ho iniziato a recuperare vari fumetti; mi sono appassionato a Dylan Dog (e varie perle nostrane davvero interessanti tipo Ut), compro i Comics sui supereroi e soprattutto manga. E tutt’ora adoro il fantasy anche se la fantascienza e l’horror sono diventati i miei generi preferiti (da includere anche il gotico).

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    1. Grande è SanTag Antonio nella sua misericordia! Ti ha illuminato mostrandoti la via della redenzione.
      In merito al “figo”, noi ci siamo incontrati quindi non è solo l’impressione delle foto nell’About (una è dichiarata del 2002, l’altra da beota è recente), perciò c’è solo una spiegazione: cataratta. Gionni caro, da quando non vai dall’oculista? 😂

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  9. Te la sei cercata…..
    QUASI PASCOLIANA
    (e che Pascoli mi perdoni…) (28/2/97-24)
    Batte il martello sopra alla lama
    come un uccello che chiama, che chiama…
    scandisce i giorni bianchi e dorati
    d’una stagione giocata sui prati,
    tra nubi candide e rossi tramonti,
    mentre d’intorno si oscurano i monti
    e piano piano le pallide stelle
    sembra rispondano ad altre fiammelle,
    racchiuse a gruppi nelle vallate
    già d’ombre viola e d’azzurro velate.
    Laggiù nel buio canta il torrente
    e la sua voce diventa possente,
    riempie la valle, i boschi, le grotte,
    quasi gridando il suo “Buona notte!”

    E le giornata passate in furibonde battaglie con archi di nocciolo e frecce di giunco… Le serate passate a leggere tutto quel che mi passava per le mani…o a ricamare (ebbene, sì!)
    o a cantare con mia madre e alcuni altri amici, mentre mio padre ci accompagnava con la chitarra, seduti sui tronchi ammucchiati vicino al torrente e lontano dall’abitato… I ritorni dalla novena dell’Assunta, verso mezzanotte, al lume della luna piena d’agosto…(La TV non esisteva, allora…)
    Io sono stata sempre pro ghiacciolo (allora si chiamava stick), rigorosamente al limone… ma ricordo una volta che eravamo su al 24 di giugno, festa di mio padre, e ci siamo divisi una mela stregata.
    Altro ricordo, i pomodori col sale e i mirtilli mangiati su agli alpeggi (2000 m. circa) camminando sotto il sole……
    Gran bella catena. Grazie, Red. E perdona l’intrusione.

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    1. Fossero tutte così le intrusioni io scriverei solo per aspettare che spuntino. Questi sono contributi, oltre che ricchi, arricchenti. Ciò che scrivo mi piacerebbe non finisse (e questo sembrava non finire mai), ma continuasse nei commenti con alte storie e punti di vista.
      Davvero bello e grazie Mariluf!

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    1. Mmmpfffh…mi trattengo. Narciso non posso maltrattarlo come si meriterebbe perché sta attraversando un periodo burrascoso.
      Non posso nemmeno sclerare con te, mia cara brujia, perché poi dimentico subito che mi hai fatto arrabbiare…MMMMMmmmpf

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  10. Eccomi, finalmente, scusa per il ritardo, sarei voluto passare prima.
    Ci avrei scommesso che saresti riuscito a fare lungo anche un post del genere, sei un maestro terzo dan! Introduzione lunghissima ma divertentissima! Però ammetto che per un paio di volte sono andato vicino al mandarti a quel paese! Ma ho proseguito, vendicandomi con un lungo commento!
    Prego (per il ringraziamento).
    L’asino che vole a me riusciva anche alle medie!
    A rubandiera non ci gioco dagli anni 60, in riva al mare, coi miei amici Luca e Felicino.
    Biglie di vetro? Ma non affondavano per poi sparire? Comunque vorrei sapre come facevi a fare fumo e fiamme nel vulcano, io non ci sono mai riuscito neanche in quei progetti di scienze per bambini…
    Mitico Geppo! Quindi le buste sorpresa sono una cosa anche della tua generazione… Turok io l’ho conosciuto negli anni 90, sia per il fumetto, mi pare edito dalla Play Press che per il videogioco (speravo di veder linkato un tuo post che trattava quel titolo videoludico).
    Un altro che conosce pane e pomodoro… mi sto sentendo meno solo da quando ho iniziato a parlarne quest’anno, perché di persona non ho mai incontrato qualcuno che lo conoscesse.
    La signora Schifalacqua è il mio nuovo idolo e voglio sposare una sua figlia per poter prendere il suo cognome!
    Il calo di gente al cinema in Italia c’è stato almeno per tutti gli anni 2000… ora non sono aggiornato. Chissà perché, eppure i cinema all’aperto non mancavano e a me è sempre piaciuto vedere le anteprime nelle zone vacanziere, ricordo come fosse ieri Senti Chi Parla o Piccola Peste!
    Faccio schifo in geografia ma non sapevo che i pratenopei salissero fino a Sabaudia (ci vanno anche molti romani), magari poi la distanza è la stessa da entrambi i lati.
    Oddio, che incubo Ti Amo… insieme a Gloria erano quelle che andavano di più tra i bambini figli di amici dei miei genitori! BAMBINI, che non sanno ancora cosa sia l’amore…
    Il riposino pomeridiano me lo obbligavano da piccolissimo ma quando fui graziato da questa cosa che odiavo, ho iniziato a sentirmi veramente grande, potevo anche attraversare la strada da solo, mentre mia sorella più piccola aveva ancora ‘ste restrizioni!
    Ai miei tempi per giocare andavano le 200 lire ma qualche anno prima, ai tuoi tempo, sicuramente ci andava ancora di meno.
    Che bellino che eri! Ahahah ora non lo so, si vede poco dal tuo avatar ma non sembri peggiorato (commento gay).

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    1. Aaaargh! Ti ho attaccato il MOrbO! 😂😂😂
      Fa un certo effetto scorrere il tuo commento conoscendo la tua “avversione” alla mia prolissità.
      Chiaramente questa è la prova che il L-Virus si contagia via schermo. Peggio del T-Virus!
      Resident Logorroic!
      Temo che Capcom non lo produrrebbe tanto è impegnata a riciclare i vecchi RE e fare remake su remake, che puntualmente ci accattiamo 😂
      Ciò lungamente premesso (la tradizione è tradizione) vado a commentare il tuo commento. Il che, oltre a essere perverso nell’allitterazione, è perverso nell’allunganento del brodo che seguirà.
      1. Hai vinto la scommessa, ma i bookmaker ti davano a 0.50. Ci hai rimesso dei soldi.
      2. Solo terzo dan? Devo migliorare. Aspiro al nono e poi diventerò leggenda come Bruce Loo(gorroic).
      3. Accetto indicazioni per “quel paese”, l’ultima volta che mi ci hanno mandato, mi sono perso.
      4. Le biglie di vetro affondavano nella sabbia perciò la pista veniva preparata spargendo delle secchiellate d’acqua sul manto sabbioso. Se usciva di pista, seguiva la ricerca della biglia tipo segugi da tartufi.
      5. L’arte del Vulcano mi è stata tramandata dal mio caro papà. Il segreto era non soffocare il fuoco riempiendo eccessivamente di carta e zeppi la camera inferiore. Chiaramente la canna fumaria doveva avere una sezione proporzionata per “tirare” efficacemente.
      6. Turok su N64 fu la prova che anche su console un FPS era possibile. Trainò le vendite della console Nintendo, che è un caso raro per un gioco di terze parti in casa Nintendo. Un personaggio è un gioco iconico per N64. Non escludo una logorrecensione in futuro 😜
      7. Le arene all’aperto sono un castigo di Dio per gustarsi un film, tuttavia gradevoli alternative d’estate quando i cinema non avevano l’aria condizionata
      8. Sabaudia non è meta di vacanzieri partenopei, che si spingono fino a Formia, al massimo a Sperlonga. A quei tempi in particolare, oggi se ne trovano. All’epoca noi abitavano a Frosinone e dietro c’è una storia familiare veramente troppo lunga da raccontare qui. Anche per me.
      8. Il riposino pomeridiano è stata la mia prima battaglia contro la potestà dei genitori. Come Wallace in Braveheart.
      9. 100 lire era il costo di una partita
      10. Per il commento gay. Mi spiace sono etero.

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      1. 3. eh boh, Sordi è stato vago quando ha provato a dare indicazioni 😆
        4. non avevo pensato al bagnare la sabbia o scavare fin dove c’è quella bagnata!
        5. ad agosto ci provo a farlo!
        7. l’audio che si disperde è una delle cose più brutte!
        8. ah ecco!
        8 (bis). quindi in circa 10 anni è raddoppiato… ricordo ancora la delusione quando da 200 passarono a 500! Quando poi hanno cominciato coi 2-3 gettoni per una partita, ho smesso di giocare ai titoli nuovi, mi accontentavo di quelli vecchi ad un gettone!

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  11. Il passaggio alle 500 lire lo ricordo! Un salasso. In particolare per Dragon’s Lair: tre secondi e avevi buttato 500 lire. Chi è riuscito a portarlo a termine, probabilmente con le monete che ha infilato nella gettoniera, se lo sarebbe comprato il cabinato (magari usato).

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    1. Ciao Romoletto, ho parlato con Mumi e mi ha “autorizzato” a chiamarti così 😂 È davvero incredibile e Mumi si ricorda che probabilmente ci siamo anche incontrati in occasione di una sua festa a casa dei suoi, in giardino abbiamo giocato a pallavolo….vado a scartabellare le foto di quel giorno, magari ti becco 😜

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    1. Anna? Oppure Camilla? 😂 Comunque sia, benvenuta e grazie per esserti sciroppata la lunga intro (che se vai in giro per la webbettola) scoprirai essere un (infame) marchio di fabbrica.
      Chiaramente estendo anche a te l’invito alla catena nel caso ti sembri cosa buona et iusta.
      Spero di rivederti spuntare in altri commenti. Per ora ti rivolgo la frase di rito e sincera di un Oste che gira da queste parti: mi casa es tu casa.

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