Il mio primo computer, la tag benedetta da SanTag nerdAntonio!


Wargames, 1983

Le tag sono piuttosto controverse. Amate da alcuni, invise da altri, indiffernti per altri ancora. Inizialmente scettico, ho anche io partecipato quando sono stato coinvolto nelle tag, che ho ribattezzato catene di Sant’Antonio 2.0.

Le catene ingiustamente legate al nome del famoso santo giravano un tempo via lettera o SMS e minacciavano di sfighe inenarrabili chi avesse l’ardire d’interromperle, le catene della blogosfera invece sono un gioco di condivisione e un’occasione anche di farsi due risate e conoscere un po’ di più degli autori delle più disparate webbettole.

Dal post precedente, scrivendo dell’avvento dei primi home computer, è sorta spontanea la curiosità di conoscere quale sia stato il primo computer degli altri frequentatori di questa webbettola, poiché è sicuramente legato a esperienze, ricordi ed emozioni con tutta probabilità differenti. Da qui si è fatta largo l’idea di lanciare la domanda. E quale è lo strumento migliore per farlo? Una tag.

L’idea di trasformarmi da unto e, di conseguenza, untore di “seconda mano” a primo untore e responsabile della tag-piaga mi ha però riportato a più miti consigli e così ho assecondato la ritrosia che mi è naturale. Poi è successo qualcosa: ho ricevuto il Segno!

Lucius mi ha graziosamente lasciato un commento, descrivendo la sua esperienza e trovando l’ispirazione di scrivere della sua iniziazione all’informatica. Il Segno! SanTag Antonio (come lo ha ribattezzato il Conte Gracula) lo vuole!

SanTag Antonio mi si è rivelato in una luce tremolante di fosfori verdi, vestito di una tunica decorata da una texture di 010101010101010101. Nelle sue mani vi era una tastiera e me l’ha porta pronunciando queste parole:

In hoc QWERTY vinces!

SanTag Antonio si è fatto nerd e mi ha mostrato la via. Ecco, sia fatta la volontà di SanTag nerdAntonio! Ora spetta a me iniziare la catena.

Questa catena non ha elenchi di domande obbligatorie e non ha impegni di nominare alcuno. Questa catena ha solo due regole:

  1. scrivete del vostro primo computer
  2. se avete continuato la catena, a chi vi ha unto inviate  il link al vostro anello

Condividete la vostra prima esperienza, ricordi ed emozioni con il primo computer che è atterrato a casa vostra. Il primo computer su cui avete battuto la tesi o semplicemente dei tasti a caso solo per vedere il miracolo dell’apparizione di lettere e simboli sullo schermo; il primo computer con cui avete litigato e vi si è piantato come un mulo; il primo computer che vi ha tirato fuori una catena di maleparole perché si è spento da solo prima di potere salvare il lavoro di alcune ore o eravate a tanto poco così da fare secco l’ultimo boss dell’ultimo livello; il primo computer con cui avete passato le notti a programmare un codice che non voleva saperne di compilarsi come Macchina comanda; il primo computer con cui avete passato i giorni a ottimizzare la routine per velocizzarla quel tanto così…che tanto non bastava mai; il primo computer davanti al quale tu, tuo fratello, tua sorella, gli amici, papà o mamma avete “combattuto” battaglie di pixel per salvare l’Umanità dall’ennesima invasione aliena o giocato la partita di pallone o di tennis della vostra vita; il primo computer che ha scatenato una rissa tra hooligan sul divano di casa; il primo computer che vi ha fatto incontrare una persona cara che non sentivate da tanto tempo; il primo computer che è stata solo la scusa per attirare l’attenzione di qualcuno che vi faceva battere il cuore e sentire le farfalle nello stomaco.

La catena è – contrariamente al suo nome – a tastiera libera. Per aiutarvi a mettere le mani sulla tastiera, suggerisco alcune domande con cui iniziare, ma – ripeto – sono solo suggerimenti.

Quale è stato il mio primo computer?

Chi ha comprato o regalato il mio primo computer?

Quali sono stati i primi software che usavo sul mio primo computer?

Chi mi ha iniziato all’uso del mio primo computer?

Insieme a chi usavo il mio primo computer?

Che fine ha fatto il mio primo computer?

Condite il tutto con aneddotica varia e otterete un bel catenone di eventi e ricordi, suggestioni ed emozioni. Bandite la nostalgia nostalgia canaglia (giusto un pizzico per un sentore agro-dolce) e dateci dentro con la tastiera.

La tag prevede di nominare altri blogger, in questa non è strettamente necessario: fatelo se avete in mente qualcuno che potrebbe avere un anello da aggiungere. Può partecipare chiunque anche se non “nominato”, l’importante è che osservi la seconda regola: inviare il link del suo anello a chi lo ha ispirato.

E ora il momento più temuto e scivoloso.

Gli unti da SanTag nerdAntonio

Il primo unto da SanTag nerdAntonio è naturalmente Lucius Etruscus, ma non è finita qui.

In nome di SanTag nerdAntonio invito a tirare la catena a:

Questo è pane per le loro tastiere!

Tirate la catena, ma – occhio! – se dopo avela tirata sentite uno scroscio d’acqua, avete sbagliato catena.

Quelli che…hanno tirato la catena:

Lucius Etruscus:

  1. La mia educazione informatica 1. MDT-350.
  2. La mia educazione informatica 3. Amstrad PC1512DD

  3. La mia educazione informatica 4. PC 286

  4. La mia educazione informatica 5. Packard Bell

Ivano Landi – Il mio primo computer – La tag benedetta da SanTag nerdAntonio

Moz – [AFFETTI PERSONALI] Amiga 500, il mio primo computer

The Reign of Ema – Il mio primo computer

La Bara Volante – Educazione informatica: Il mio primo computer

Johnny Cornerhouse – Il mio primo computer

60 pensieri su “Il mio primo computer, la tag benedetta da SanTag nerdAntonio!

  1. Scatto sull’attenti e grido “Pronto all’impegno”, come i Colonial Marines ^_^
    Cerco di iniziare già lunedì il lungo viaggio nella “Educazione informatica del giovane Etrusco”! È tanto che volevo iniziarla e ti ringrazio per avermi dato la spinta finale 😉

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    1. Che SanTag nerdAntonio ti benedica e ti accompagni nel lungo viaggio dell’Educazione informatica del giovane Etrusco. E già dal titolo è un programma che non mi lascerei sfuggire per nulla al mondo. Mi metto in prima fila e preparo i pop-corn.

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    1. Grande Riky!Sei il primo della Geek League che hai risposto all’appello! Voi della Geek League ne potete raccontare!
      Un solo appunto: non è tecnicamente una nomination, ma è un’unzione perché viene da LUI, SanTag nerdAntonio. Io mi sono fatto solo tramite della sua bit-volontà (e credo che dovrei smettere anche di stare troppo al computer).

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    1. Coach! Oddjoilmiosogno! Sono una pippa a calcio anche sul PC, fare l’allenatore di una squadra di professionisti della fregnaccia…non potevo chiedere di più! Er cazzaro che addirittura suggerisce agli altri quali schemi e tattiche adottare. Grazie Gionni! Grazie SanTag nerdAntonio!

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  2. Primo computer? mah! in effetti sono nato informaticamente sui grossi calcolatori. Però ricordo , allora insegnavo a scuola, una specie di mini computer antesignano P101 dell’Olivetti, che mi divertivo a programmare. Ma il primo computer è stato un zx spectrum.

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        1. Può essere “fuori tema” se parliamo di home computer, ma come prima esperienza è invece a tema. L’inizio dell’informatica professionale è quella delle schede perforate, dei grandi mainframe e i terminali collegati. Come scrivevo da Lucius, mio papà lavorava all’INPS ed era in un progetto “pilota” di prima informatizzazione del database dei contribuenti. Quando andavo a trovarlo in ufficio, mi piaceva mettermi davanti a un terminale (scollegato dal mainframe) e battere la tastiera per vedere apparire le lettere. Mi appariva come una strana magia. Poi mi portò giù al piano terra della sede, dove vi era il CED pieno di armadi di grandi dimensioni e ricordo anche io queste schede perforate: i primi software! Incredibile dove siamo oggi in così poco tempo, considerando da dove si è partiti.

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  3. Pingback: La mia educazione informatica 1. MDT-350 | nonquelmarlowe

  4. A tirar dentro me ha provveduto proprio il tuo primo nominato, Lucius.
    Causa mancanza tempo ho potuto dare solo una scorsa veloce a entrambi i post, tuo e di Lucius, ma conto di ripassare a leggere tutto con più calma. Intanto ti ringrazio per la serie di sei domande, molto utili allo svolgimento del post.

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    1. Tranquilo compadre Ivano, aqui no hay prisa.
      Sono riuscito ora a leggere Lucius ed è semplicemente fantastico ciò che ha messo insieme: un pezzo di storia di tutti raccontata attraverso la sua famiglia (con tanto di foto). Ed è solo alla prima puntata.
      Già solo per questo, SanTag nerdAntonio ne sarà felice (e pure io come devoto) 😉

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  5. Salto quasi tutte le catene e volevo saltare anche questa ma ho deciso di rispondere solo perché l’hai creata tu, non so ancora quando ma lo farò!
    Gran film Wargames anche se credo sia l’ora di riguardarlo dato che ne ho un ricordo molto vago!

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    1. Questa catena è solo un modo per condividere quell’esperienza del “primo computer che…”. D’altronde per scrivere usiamo il computer, per publicare usiamo il computer, insomma è un po’ parlare di come siamo arrivati qui fino a oggi.
      In ogni caso, grazie per la fiducia e avere buttato l’occhio!

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  6. Bellissimo post e grazie per la citazione. Avevo leggiuto il tutto, ma evidentemente mi era sfuggita la parte finale preso dalla rottura di scatole delle fiere vinicole (per fortuna la prima è andata…).
    Non seguirò la catena per i motivi che già sai (nel 90% dei casi, dopo di me, c’è il nulla..), ma posso dirti che mi colpisce questa simpatica coincidenza: tu parli dei primi computer proprio pochi giorni prima che mi arriverà il nuovissimo Commodore 64 versione mini !
    Ebbene sì, ormai tutti hanno capito il trucco e hanno sfornato mini console con la stessa frequenza in cui io sforno delusioni sentimentali 🙂
    Dopo Nintendo, Sega, Atari, ecco Commodore ! Ovviamente l’ho già ordinato…. E’ stato il mio primo amore e, anche se so che ci saranno quattro stupidi giochi che non avrò tempo di gustarmi (avendo già Switch, ps4 e One..), mi basta rivedere la scatola. Insomma ho comprato 80 euro circa di probabilissimo soprammobile, ma se lo meritava.
    Del resto che senso ha la vita se non si fanno questi acquisti della minchia ??? 🙂
    La cosa assurda di tutto questo discorso è che non abbiano avuto ancora l’idea di produrre un mini Amiga, che avrebbe un successo imparagonabile rispetto a TUTTE le mini console uscite da un paio di anni a questa parte.

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    1. OnBeciè, guarda che a me non interessa che la catena si propaghi, ma mi interessa cosa potresti aggiungerci TU.
      Non c’è “obbligo” di nominare, l’ho eliminato apposta anche se è comune a tutte le tag, ma lo scopo di questa catena non è quello della tag (visibilità, diffusione, viralità, fama e ricchezza…mi sa che almeno due sono delle minchiate), ma è di condividere un racconto, un’esperienza. Perciò ti ho unto: sei nato a pane, panelle e videogiochi e sono curioso di sapere come hai iniziato. Ora, se ti va e ti fa piacere, scrivi e fammelo sapere; se ti sembra una tag-minchiata nessun problema.
      Ora parliamo di cose serie tra fratelli di joypad: Mini-C64 e Mini-Amiga.
      il Mini-C64 l’ho prenotato, ma proprio ora sono indeciso se cancellare la prenotazione. La tastiera è finta, dentro c’è l’ottimo emulatore della Cloanto (che acquisto a ogni nuova release), occupa altro spazio che non ho=prenderà la polvere dopo la prima accensione.
      Sono molto combattuto…ma credo vincerà la scimmia amarcord. Non ho mai posseduto un C64, questo è un bel feticcio.
      Mini-Amiga…Ebbene sì, ci stanno lavorando gli stessi del Mini-C64. Ne ho notizia diretta da una persona molto addentro, parecchio addentro.
      Con tutta probabilità sempre basato su ambiente Cloanto (Amiga Forever), tocca capire come se la disbrigheranno con l’emulatore (Amiga Forever si appoggia sia a WinUAE sia a Fellow) e, sopratutto, quali giochi inseriranno. Il problema non è tanto dal punto di vista economico (visto che lo ribaltano sul prezzo al pubblico), ma per i proprietari dei diritti (chi sono? Esistono ancora? Ne hanno ancora la titolarità completa o parziale?).
      Se ci mettono dentro: Sensible Software (e due joystick perché-già-sai…), i titoli Cinemaware, Psygnosis, LucasArts (impossibile, ma sognare non costa), Rainbow Arts (Factor 5), il meglio di Gremlin, Ocean, Bitmap Brothers, Argonaut Software (Starglider 2!) e una manciata di Microprose…venite a prendervi i soldi, sono già pronti sul tavolo.

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                    1. È una questione d’impulso ed emotiva insieme (ormai lo hanno capito i produttori), razionalmente non ha senso se hai un PC è un emulatore come il C64 Forever. Il target non siamo noi, ma chi aveva un C64 e non ha mai visto un emulatore o si annoia di configurarlo quei cinque minuti. Io lo comprerei per capire come hanno implementato l’emulazione più “easy” e perché non ho mai avuto un C64 (una specie di feticcio questo Mini per me). Ma che sto diventando tirchio con i videogiochi?!? Ossignote!

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    1. Olivetti Prodest PC128 e me lo ricordo! Computer di origine francese nonostante il marchio famoso dell’informatica italiana. Registratore a cassette integrato, uno chassis molto simile all’Amiga 500 che arrivò poco dopo. L’Amiga roba per fighetti? Perché?
      Il fatto che sia stato il computer più diffuso in Italia e in Europa, vinse a mani basse contro il concorrente l’Atari ST (che si rcavò una nicchia nel settore musicale con la sua intergfaccia MIDI di serie) non ne fa un oggetto da fighetti solo perché c’era dei ragazzi che si pavoneggiavano, come c’erano ai tempi del C64 e ai tempi dell’Atari VCS. E come ci saranno ai tempi della PlayStation: adulti che si pavoneggiavano di avere collegato la console a un Bang Olufsen e all’impianto home teatre…Peccato che la console avesse un output audio stereo e un output video in composito (il cavo RGB era roba esoterica).
      Io non mi sono mai sentito “fighetto” possedendo o usando l’Amiga. Guardavo con ammirazione chi aveva un PC Engine della NEC o un PC su cui girava Wing Commander o Secret Weapons of Lutwaffe che era una meraviglia (l’Amiga non ce la faceva proprio)
      Ovviamente se ti va di spiegare meglio il tuo punto di vista, sei il benvenuto.

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  7. No no no, tu parli del PC128, clone del transalpino Thomson MO6. Il PC 128 S invece è clone dell’albionico Acorn BBC Master Compact.

    Ma guarda, non è che ci sia una ragione razionale dietro al mio definire l’amiga roba da fighetti, se non esperienza personale, in tempi più recenti, di gente con lo spessore della cartavelina cercare di vomitare banalità a raffica sui “bei vecchi tempi andati” tipo “Ah, l’Amiga! Ah, Turrican! Ah, la Cinemaware!”

    A me ‘sta ostentazione di pseudocultura mediante il tirare fuori keywords a caso, che è roba da apericena fuori dalla scuola Holden sta profondamente sulle palle. E l’ho vista sempre fare da amighisti. Se hai pazienza di attendere fino a maggio, espanderò meglio il tutto nel mio articolo su Xenon 2 (lo so, ho pianificato in anticipo. Temo sempre che a un certo punto sul lavoro mi arrivi lo tsunami di feci che mi fa stare lontano dalla mia missione di denostalgificazione).

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    1. ‘Azz il mitico Acorn BBC, quello su cui Braben realizzò il primo Elite? Chiedo dovessi prendere bit per bite 😉
      Anche a me i discorsi di cartavelina non piacciono perché con la cartavelina non ti ci puoi nemmeno pulire che poi te rimane attaccata in der mano tutta ‘a probbblematica (cit. Guzzanti che imita Funari). Sulla nostalgia-nostalgia-canaglia pure condivido la stucchevolezza quando rimane un fatto esclusivamente del passato, senza alcuna elaborazione e confronto/scontro con l’oggi. Almeno la mia intenzione, quando scrivo di argomenti border-amarcord, ci provo: non sopporto per esempio la dicitura “retro-gaming”, anche se ormai è universalmente utilizzata.
      Non ci vedo comunque fenomeni di pseudocultura, se non in quelli che si vogliono atteggiare a Guru di un passato trapassato (frustrati da un quotidiano che li manda ripetutamente a fare in guru). Insomma, almeno in questa webbettola sta certo che non c’è questo approccio né tantomeno un “si stava meglio quando si stava peggio”.
      Se vuoi – e se non lo hai ancora fatto – leggi pure una specie di “manifesto” di ciò che penso del Videogioco:
      VideO’gioco
      Lancia pure le tue pietre, mi fa piacere scambiare opinioni diverse.
      Insomma, non ho particolari “pregiudizi” sulla nostalgia, anzi vi affondo spesso le mani dentro, per capire cosa conservare, cosa spolverare e di cosa disfarmene. Non rinnego il passato, anzi lo ripercorro non per i semplici ricordi, ma per le emozioni: se hanno resistito, bene. Altrimenti, Signor Sulu, velocità warp!
      Infine – sempre che ti abbia retto la vista e lo stomaco – l’Amiga: per me è stato un momento importante. Nei commenti in vari post recenti devo averne seminato una bozza a spaglio di quanto scriverò sempre che lo tsunami di feci cui accennavi decida di cambiare direzione e posizionarsi sulla mia verticale. Turrican, gran bel gioco, preferivo il secondo capitolo, ma – lapidatemi pure – derivativo di Metroid, che è su un altro livello (la versione SNES). Il metodo di salto tirando in avanti la leva l’ho trovata sempre di una scomodità unica, con un joypad e un emulatore ci guadagna.
      Cinemaware? Ne ero innamorato allora, lo sono oggi. Non tutti i titoli erano capolavori e avevano le loro magagne, ma l’approccio di Cinemaware era unico: immersivi e fertili. Erano semplificazioni efficaci, per quanto spartane, di un film. Lords of the Rising Sun per me era Ran (vi era ispirato) e mi ha dato un impluso importante per approfondire la storia del Giappone. Se sei riuscito a sorbirti questo pistolotto, scritto di (ri)getto ;), aspetto il tuo contributo, anche se con addizione di denostalgidrolitina.

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      1. Ho letto il manifesto e su molte cose siamo d’accordo. In realtà trovo molto spiacevole che voi commentatori andiate sempre molto sulla difensiva quando lancio i miei strali contro il nostalgismo a sproposito, ma ammetto che ho uno stile che infastidisce, abituato come sono a dover smerdare quotidianamente maniche di fancazzisti truffatori. (Divago). Qui puoi trovare un equivalente del tuo manifesto e penso ci siano diversi punti comuni tra il mio blog e il tuo, anche se il mio ha forse una funzionalità più “terapeutica” (per me). Poi anche a me piace un sacco di roba della Cinemaware, ed è per questo che mi incazzo ancora di più quando quelli che dicono “Ah, la Cinemaware! Wings! Quante lacrime!” e gli mando l’articolo su Lexi-Cross, che è stato sviluppato da Peter Oliphant e Rob Landeros ed è in tutto e per tutto un gioco della Cinemaware senza il marchio Cinemaware, dicono che non gliene frega un cazzo perché non lo conoscono (storia vera, trattasi di amighista fighetto).

        E allora se il cosiddetto retrogaming dev’essere la stimolazione del “Confirmation Bias” di qualche stronzo che si crede figo perché riesce a riconoscersi in qualche banalissima citazione (immagino che l’uscita del film “Ready Player One” sarà un elettromagnete per questo genere di stronzi) allora capisci quanto possa essere allineato con te quando dici “senza alcuna elaborazione e confronto/scontro con l’oggi”.

        Vabbè.

        Acorn BBC, proprio il computer su cui nacque il primo “Elite” (che ovviamente non avevo). Il PC128S di Olivetti in realtà è la conversione della versione più avanzata del BBC, ovvero il Master Compact. Fortunatamente questo non è il blog nostalgista di successo che mi diverto a perculare nel mio blog, altrimenti sarei già stato etichettato come “pignolino della nerchia” o qualcosa del genere.

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        1. Premessa sull’andare sulla “difensiva”, così evitamo equivoci.
          Se qui qualcuno ha un’idea diversa è benvenuto, l’importante è che l’argomenti. Se appiccichi un’etichetta e sparisci, ti bollo come troll e il tuo posto è in qualche (a)social network. Non qui. Non sei gradito. Il troll e tipetti assimilabili qui non hanno vita lunga, essendo il blog un finto strumento di democrazia poiché l’admin è uno e, anche se non è trino, ha poteri di fare come il bambino puzzone che prende il suo pallone e se ne va, Fine del gioco.
          Te ne sarai ormai accorto, esiste anche una selezione naturale: la mia prolissità e stile ondi-vago, tendente all’apparente digressione (a volte arricchente, a volte mi parte per la tangente) colpisce gli affetti da sindrome TLDL all’apparato genitale, riducendo negli esemplari maschi i testicoli alle dimensioni del bosone di Higgs; nelle donne – essere immensamente più pragmatico – lo sbuffo e la fuga precipitosa. Ciò premesso, se ti ho dato l’impressione di andare sulla difensiva, era invece una tattica per cui un Quinto Fabio Massimo fu sbertucciato dai suoi contemporanei, che vennero poi mazzolati ripetutamente e vigorosamente da un visionario africano, probabilmente un lontano avo della famiglia Orfei, visto il circo di elefanti, numidi a cavallo e frombolieri delle Baleari che si portava appresso.
          ‘Azz la premessa è una dura prova di ciò che ho scritto.
          Ho letto il tuo “manifesto” e ora capisco meglio anche il discorso dei fighetti amighisti. Non hai mai avuto l’Amiga, perché ne dovresti parlare. Corretto. Ma sei venuto a bussare a uno che l’Amiga se l’è sudato per averlo, lo ha utilizzato e ancora lo conserva funzionante, ci ha giocato, disegnato, montato video, provato a programmare, iniziato la sua “carriera” di simulato aviatore (e passione per l’aviazione, ma non i soldi per un brevetto) e la nascita del suo strano nick. Insomma, sei capitato a casa di un’amighista non fighetto, ma fiero di esserne stato un utilizzatore e sinceramente avrei tanto voluto avere un Atari 1040ST per Dungeon Master, un Acorn BBC per Elite, un PC per Wing Commander, le simulazioni Microprose e i prodotti LucasArts. Sono un videogiocatore onnivoro, dammi del buonista, ma le flame war le ritengo delle minchiate utili solo per il click-bait, quindi inutili.
          Convergiamo – anche se con toni e parole diverse – su ciò che non deve essere il retro-gaming, sull’inspiegabile (per me) esigenza di trovare delle conferme e in caso contrario sparare ad alzo zero sull’interlocutore.
          In merito al “pignolista della nerchia” possiamo fare a gara a quante volte ce lo siamo sentiti dire/scrivere o visto passare sulla fronte dell’interlocutore come quelle scritte scorrevoli a vecchi diodi (non a LED, troppo modernità). Se uno cerca di dire le cose che sa con precisione e citando le fonti è perché ci tiene a trasmettere per davvero delle informazioni. Poco apprezzato, molto poco apprezzato da quella che io chiam “generazione-tutorial” e che abbraccia dai giovanissimi agli attempati cinquantenni. Quindi questo è un concetto “nostalgia-free” 😉
          Grazie per la delucidazione su Acorn e i due Olivetti Prodest.

          PS: più tardi leggerò l’articolo su Lexi-Cross, non so perché lo sento interessante…

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          1. Sì, siamo molto d’accordo su un sacco di roba, anche sull’importanza di essere pignolini e sul rigetto dell’ostentazione di nozionismo con trivia da apecena (o da “generazione tutorial” come dici tu).

            Giusto una piccola precisazione (tanto per stare in tema): quando dico “mettersi sulla difensiva” intendo che molti si sentono chiamati in causa quando mi lancio contro il peggior nerdismo (inteso come “scientificazione dello svago”, come ho scritto in un articolo che non linko perché sennò pare spam) e stanno a specificare che loro in realtà non sono così. Beh, sticazzi, detto tra noi, ognuno c’ha la sua storia e se la gestisce come vuole. Mi scaglio contro il peccato (e contro la forma ipotetica del peccatore) non contro le singole istanze dei peccatori. Ecco lì, ci tenevo a dirlo. Si prosegua pure.

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            1. E proseguiamo nel nostro scambio che mi pare assai interessante. Prima di tutto voglio dirti che puoi inserire i link che desideri e non verrai considerato “spam” da me, semmai lo potresti essere da WordPus che a sua discrezione etichetta come carne in scatola della peggiore qualità commenti con i link. A volte ci prende, a volte toppa clamorosamente e, per via del fatto che controlla saltuariamente, la casella dei “cattivi”,succede che io faccia delle figure barbine con chi ha impiegato del tempo non solo per leggermi (ed è benemerito solo per questo), ma pure per lasciare un contributo. Quindi, posta il link e, nel caso dovessi ritornare da queste parti, non farti problemi.

              Condivido il tuo discorso sul “mettersi sulla difensiva”, però dipende anche da come inizi la discussione. Voglio dire: quando
              hai lasciato il primo commento di cui un terzo delle parole sono “L’amiga è roba da fighetti.” c’è il rischio che l’interlocutore altrettanto sbrigativamente opti per il pulsante “defense” o “attack”. Nel caso dei “nerd-isti per caso” (famoso gruppo di cantanti a cappellate) l’unica risposta che mi aspetto è “Moi nerd? Mais non” o qualcosa del genere. E’ l’anti-conformismo conformista, come lo definisco io. E’ la sindrome di Lester Bangs di chi però non ha quella conoscenza che il famoso critico musicale sicuramente aveva.
              Considera che io il “nerd” e il “geek” come fenomeni sdoganati recentemente non li capisco. Non riesco a comprendere l’esigenza di una simile etichetta, non trovo una rappresentazione reale riconoscibile. Se poi mi si presenta Big Bang Theory come esempio di nerdismo, allora alzo le mani: è una semplificazione per esigenze narrative e di marketing, non una “categoria” reale.
              Non mi riconosco nei “nerd” anche perché ho un’età fuori tempo massimo per esserlo. Ho in comune alcune passioni come “target” di questo segmento di mercato. A chi mi ascrive la nerditudine perché a 50 anni gioco ai videogiochi, rispondo che sono solo una vecchia cariatide dei videogiochi (cit. Alan Ford). Ma è mai possibile che abbiamo bisogno di affibbiarci sempre delle etichette? Sarà che si va sempre di fretta e non ci si prende il tempo di parlarsi veramente. Come mi sembra, stiamo facendo io e te, anche se per via asincrona.
              Mi è partito l’ennesimo commento-embolo, spero che tu vi troverai qualcosa di interessante e, se vuoi, per proseguire eventualmente un discorso ampio. Se così non fosse, allora non proseguiremo 😉
              Ciao

              PS: postami per cortesia il link sulla ““scientificazione dello svago”. Ho una mezza idea che possa essere simile alla mia “scientificazione dell’arte nei videogiochi”, verità o…supposta. Spesso, una supposta.

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              1. Ciao. Ho visto solo ora la tua risposta e mi accinglo subito a postare il link all’articolo che puoi trovare qui. L’anticonformismo conformista non lo definisci tu, lo definisce Hoffer (e l’ex videogiocatore ❤ Hoffer) e questo volersi ritrovare in una specie di "aristocrazia morale" perché si coglie citazioni ritenute "oscure" è parte di quel peggior nerdismo contro cui io tendo a scagliarmi, perché in qualche modo ci ho creduto anch'io durante i miei periodi di peggior sfiga, e si sa che non c'è più accanito crociato antifumo che un ex fumatore.

                Purtroppo, però, certuni che leggono il mio blog non scendono sotto un livello molto superficiale, e lo prendono per quello che non è, un raccoglitore di lacrime per un passato idealizzato mai esistito . Poi si indignano se do "merda" a Lemmings ( lo trovi qui) e sbuffano impazienti perché approfitto di Zak McKracken per parlare di Leon Festinger e i suoi studi sulla dissonanza cognitiva. Me ne dispiaccio, ma poi me ne faccio anche una ragione.

                Scusa il ritardo.

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                1. ‘Azz tu e Hoffer mi avete fregato! 😂 quando ero giovane nella musica c’era una concentrazione di emuli poverelli di Lester Bangs e io prendevo di mira sempre questi saputelli del gruppo misconosciuto, che ti sommergevano di merda se ti pronunciavi su autori o gruppi più noti. I videogiochi sono ora più diffusi e il “fenomeno” si presenta anche in questo nuovo medium. In particolare, se c’è una categoria che non sopporto è quella di coloro fanno gli esperti, massacrano il sistematicamente i prodotti di una specifica console, per es. Nintendo, affermando il loro diritto e autorevolezza perché dichiarano di avere posseduto tutte le console Nintendo del passato. Evidentemente non ci hanno capito un cazpito e continuano a non capirci un cazpito.
                  Infestano riviste e forum, non se ne può più. Ma i moderatori sono tutti morti? Tanto tutto fa click-bait.
                  Sul resto vado a leggerti appena riesco.

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  8. Pingback: La mia educazione informatica 2. Commodore64 | nonquelmarlowe

    1. Benvenuto e grazie per il contributo. Ho letto il tuo post sul Commodore 16 e, visto che fai parte anche tu della Geek League, se sei d’accordo vorrei inserirti nell’elenco di Quelli che hanno tirato la catena. Attendo una tua conferma. Grazie

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  9. Pingback: [Tag] Il mio primo computer: Atari Xe Video Game System – La cupa voliera del Conte Gracula

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