Se telefonando


Immagine da web, modificata da RedBavon

Liberamente (d)ispirata alla canzone “Se telefonando” in un folle mixaggio che non verrebbe in mente neanche al più allucinato dei DJ, ritorna il tabagista dell’Amore, un tossico di questo sentimento, un fumoso figuro che di tanto in tanto fa capolino tra le Storyette, storie lunghe il tempo di una sigaretta, lasciando dietro di sé un odore acre e qualche cicca qua e là.

Il fumo nuoce gravemente alla salute e, come qualsiasi sostanza pericolosa, prima di sorbirla è opportuno dare un’occhiata al classico foglietto piegato piccolopiccolo e scritto piccolopiccolo che riassume le

(d)Istruzioni per l’(ab)uso:

leggere con cautela, può indurre sonnolenza. L’assunzione del prodotto può, occasionalmente, essere seguito da nausea e vomito. Non sono descritti casi di interazioni e incompatibilità particolari con l’assunzione di altre sostanze durante la lettura, tipo biscottini, tè, caffè, cioccolata calda. Posologia: una volta. Nei casi più gravi, procedere con una seconda applicazione, ascoltando la canzone che riempie gli spazi vuoti delle parole e tutto ciò che questo tossico della tastiera non è riuscito ad esprimere per sue limitatezze nell’uso della Madrelingua (che ha chiesto il mio disconoscimento all’anagrafe)

Ora che siete avvertiti, potete continuare a leggere.

Se telefonando (Delta V – cover di Mina)

Lo stupore della notte spalancata su questo schermo, mi sorprese che ero assorto nel pensiero-di-io-e-te. E nel buio sentii le tue mani sulle mie. E le mie sulla tastiera.

Se telefonando io volessi dirti addio, ti chiamerei.

Se io rivedendoti fossi certo che non soffrirei, io ti rivedrei.

Se guardandoti negli occhi sapessi dirmi basta, ti guarderei.

Ma non so spiegarmi perché questo mio amore non è finito.

Non voglio più scappare, non andrò via da qui, tutto quello che ho è qui. Ho trascorso le mie notti cercando dovunque ciò che invece era proprio qui. La notte protende le sue oscure braccia per accogliermi e confortarmi. La notte conforta: nel buio puoi vedere cose che non sono e che vorresti siano; nel buio immobile tutto è indistinto, i contorni sfumano, si fondono con il nero circostante, tutto può essere. Nella notte la speranza che queste mie parole riescano a tenere insieme il pensiero-di-io-e-te appare meno disperata. Ha diritto di cittadinanza tra le (…in)finite(im…)probabilità.

Un’eco lontana, un aereo in atterraggio attraversa la mia vista. Mi saluta con le sue luci intermittenti, ricambio con due rapidi tiri di sigaretta: due ravvicinati e intermittenti segnali rossi di brace. Ancora pochi momenti e toccherà terra e consegnerà il suo fardello di passeggeri alle braccia dei propri cari, alle labbra degli innamorati, al conforto delle proprie calde case.

Lo guardo per un altro attimo, seguendolo con una rotazione della testa, appena percettibile dal resto del corpo. Sparisce inghiottito dalla terra e dal fumo della sigaretta. È atterrato. È arrivato a destinazione. Io no.

Io non sono arrivato da nessuna parte, sono perso nel pensiero-di-te. Un amore fu perduto e ora, fantasma di fumo e cenere, lo ritrovo qui. Hai alzato un muro, troppo freddo per toccarlo, un’indifferenza che ti fa troppo alta per arrampicarmi su e tentare di scavalcarlo. Sento ancora il cuore battere. Sarà la fatica dei tentativi di arrampicarmici. O forse altro.

La sigaretta è finita insieme alle mie parole. La cenere è rimasta abbarbicata al filtro, come la cenere del nostro amore al mio cuore. Un secco colpo dell’indice alla base del filtro, la cenere cade nel recipiente colmo di mozziconi insieme alla mia ultima sillaba.

Accanto al posacenere, sul tavolo, il telefono. Se telefonando, io…

Lo afferro, lo schermo si illumina.

Assenza di segnale.

Leggi le altre Storyette del Tabagista dell’Amore e la sua piccola venere

41 pensieri su “Se telefonando

    1. Aha! Ma allora pure da te il segnale fa schifo?
      Pensa che la storiella mi è venuta fuori rileggendo le storie che avevo scritto sul tabagista, mentre ascoltavo musica scelta a caso dal computer; e’ iniziata Se Telefonando nella splendida cover dei Delta V e mi è finito l’occhio sul telefono che era appoggiato accanto alla tastiera: nessun segnale. Non c’era campo, come si diceva una volta. E da lì mi è partito l’embolo del piccolo scrivano!

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