ovvero dieci piccole cose da sapere quando il joypad è conteso da un bimbo e un adulto (anagraficamente dovrebbe esserlo…)
Non rompere…il joystick altrui
Dalla Genesi Videoludens, Libro I (e unico), Redbavon, 101:117
In principio era il Joystick,
il Joystick era collegato alla Console con il filo
e la Console era sotto la Televisione.
Esso era in principio tutto per i Videogiochi:
tutto è stato fatto per mezzo di lui,
e senza di lui niente è stato fatto di tutto ciò che
esiste nei Videogiochi.
In lui era la vita
e la vita era la luce dei pixel;
la luce splende nel tubo catodico,
ma le tenebre non l’hanno accolta, almeno fino a che non sopraggiunga la mamma imbufalita
Veniva nel mondo
la luce vera,
quella che illumina ogni sprite.
Il Joystick era nel mondo,
e il mondo fu fatto per mezzo di lui.
Munito di una leva e un unico pulsante, dalla forma vagamente fallica, il joystick è l’origine della vita dei pixel sullo schermo, è la sede del potere generativo dell’interattività nel giovane medium dei videogiochi.
Evolutosi in joypad, si è arricchito di tasti e la leva, dapprima sostituita con una croce direzionale, è stata adottata nuovamente, ma ridotta sensibilmente nelle dimensioni. Non sono mancati in questa sorta di emancipazione esempi che rimandano a quel concept originario sessista: il joypad a forma di banana per Sega – toglietevi quel sorrisetto malizioso dalla faccia – Mega Drive. Nessuno è mai diventato cieco (leggi Seeeeeegaaa! (e non diventi cieco)).
Il joystick e la sua evoluzione, il joypad sono elementi fondanti dell’unione tra i videogiochi e l’Homo, in principio Erectus (nelle sale giochi), oggi Sedens (tra le mura domestiche).
Il joystick è simbolo e strumento di potere assoluto.
Il joystick è come lo scettro del Re, il bastone magico di Gandalf, la bacchetta di Mago Silvan, il telecomando della TV nelle mani di tua nonna patita di “telenovelas”. Ogni cosa sullo schermo è possibile solo grazie al joystick; un movimento del joystick e ai pixel sullo schermo succedono cose di tutti i colori possibili per la palette gestibile dal processore grafico, cose belle e brutte, tristi e buffe.
Il joystick dispensa gioie e dolori, vita e morte. Il tutto con un sforzo delle dita meno intenso di quello che alcuni impiegano nell’esplorazione dei dungeon nasali mentre, seduti nelle loro automobili, attendono che sul semaforo appaia il verde. Premete un tasto e una “smart bomb” annichilisce tutta la vita sullo schermo, un movimento a mezza luna della leva e dalle mani esplode una palla di fuoco, inclinate la leva in avanti e schizzate a velocità così elevate da togliervi talmente tanti punti che non basteranno quelli della patente vostra e dei vostri eredi fino al sesto grado.
Questa tavola fuorilegge è la più fuorilegge di tutte.
A causa del jostick molte delle leggi umane che si tramandano da tempi antichissimi rischiano di essere trasgredite:
– Non pronunciare il nome del Joystick invano
Il joystick è il capro espiatorio dell’incapacità, dell’inadeguatezza e degli errori del videogiocatore. L’ingrato videogiocatore, infatti, gli rivvolge ogni sorta di nefandezza e le accuse più disparate (e prive di ogni fondamento), le cui principali sono: inerzia, lassismo, insubordinazione e ritardo di risposta ai comandi. Alle parole si arriva facilmente ai fatti: maltrattamenti, violenze e perfino il lancio del joystick, che – contrariamente a quanto si può pensare – non è una nuova disciplina degli eSports.
– Onora il padre e la madre Se i genitori, per passione o per rilassarsi un po’, stanno giocando ai videogiochi, puntualmente il figlio vorrà partecipare e triturerà gli apparati riproduttivi dei due adulti, adducendo diritti di prelazione in virtù della sua giovane età e giungendo anche a fare presente che l’attività ludica non si addice alla matura età. Il risultato è di riuscire a impossessarsi di uno dei due joystick e rimanere figlio unico. – Non uccidere Nella maggiore parte dei casi impugnare un joystick equivale a un comportamento volontario o preterintenzionale di sterminare pixel sullo schermo. Non a caso all’inizio dei tempi (dei Videogiochi) l’unico tasto presente sui primi joystick è denominato “Fire”, ovvero fuoco. E non è per farci una grigliata di carne o di pesce. – Non Rubare Lo scippo del joystick è una naturale inclinazione di chi vede qualcuno giocare e l’unica modalità prevista è il “single player”. Nelle tenzoni video ludiche a più giocatori può tuttavia succedere che lo scippo avvenga ai danni dell’altro giocatore che abbia dimostrato e reiterato la sua incapacità (i criteri sono totalmente arbitrari). In questo caso, lo scippo avviene per motivi “umanitari”. Se tale “temporaneo” possesso dovesse protrarsi per un intervallo di tempo eccessivo la rissa dal video si sposta al divano. – Non dire falsa testimonianza È capitato a tutti i videogiocatori di essere accusati dal compagno di gioco d’incapacità e di manifesta inadeguatezza a causa di reiterate morti, sprechi di pozioni vitali, gol mancati a porta vuota, spregiudicatezza al volante e guida dell’alter ego digitale in evidente stato di ubriachezza molesta. In questi casi, il protocollo di difesa prevede di mentire spudoratamente, imputando la responsabilità al joystick e alla sua ostinatezza a non eseguire i comandi impartiti in tempo utile. – Non desiderare il joystick d’altri Il joystick del vicino è sempre migliore del tuo. Questa convinzione aumenta in progressione geometrica via via che la differenza di punteggio con l’avversario aumenta. Può avvenire un pacifico scambio dei joystick per appurarne l’effettiva funzionalità. Attenzione! Di pacifico non vi è nulla, è solo una ghiotta opportunità per radere al suolo l’auto-stima dell’avversario: l’ennesima umiliazione dello stesso giocatore, anche a joystick scambiati, si traduce in una sequela di sberleffi che sarà ricordata per molti anni a venire e sopravviverà anche al sopraggiungimento dell’età cosiddetta “matura”. |
Come è accaduto, accade e accadrà in tutta la storia dell’umanità, quando un bene è prezioso e ambito, si scatenano i conflitti.
Il joystick è prezioso per i suoi poteri, ma anche per il suo costo. Il secondo joypad va spesso acquistato a parte, poiché non è quasi mai previsto nella confezione-base delle console.
Joypad, joystick, il paddone della Wii U, Wii Remote, Joy-Con e telecomandi vari devono essere sempre riposti su superfici a partire dal metro in su e, comunque, proporzionalmente alla rapida crescita del giovane virgulto, pena ritrovarsi tra le mani dei joypad unti e sporchi di residui di cibi non meglio identificati né tanto meno identificabili, nemmeno dal C.S.I.
Tale regola si applica anche con amici adulti che siano particolarmente molesti e che trovano divertente nascondere le batterie o i fili per la ricarica (fidatevi, esistono) oppure amano rimpinzarsi di patatine, arachidi e fonzies, messi a generosa disposizione dal vostro senso di ospitalità, rendendo il joypad peggio di un panetto di strutto. In questi casi, la cosa migliore da fare è mettere tutto in un armadio e sotto chiave.
Vai all’indice delle ‘10 Tavole fuorilegge della Convivenza videoludica’
Q4
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Dì, dì cosa ti piace….dai dai che c’ho Narciso che sta ballando sopra i tavoli e si sta scatenando in un ballo tra la rumba e il twist, se non lo fermo, gli parte il legamento crociato o peggio. Sono curioso: cos’è che ti piace?
(in questo commento non si è usata violenza o altro mezzo di coercizione sul lettore, che è libero di rispondere o meno)
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Mi piace perché, nel tuo sapiente modo ironico di scrivere, sto capendo cose mai lontanamente sentite prima. Io e la tecnologia, qualsiasi essa sia, siamo agli antipodi. Mi piace la passione con cui ne parli e che riesci a trasmettere senza fatica. Mi piace “il sapere” e quando le mie lacune vengono colmate sono io a fare i salti di gioia.
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E allora continuo con questo tono ironico e sbarazzino, anche se può essere scambiato per uno stile – come dicono i francesi -cazzaro. Se la mia passione passa e serve anche a qualcosa, è tempo ben speso.
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La prima immagine mi ha fatto sussultare…i vecchi Joystick di una volta. Io ricevetti una volta un Joystick fighissimo per il mio Commodore, con i pulsantoni, arancione e trasparente, poi sono arrivati i Gamepad ed è finita la magia 😀
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Buongiorno Mosè….. ehmm Clà!
Ti segnalo questo
https://wp.me/p21kcU-8IL
Buona giornata!! 😉
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Grazie per la segnalazione. Sapevo della pubblicazione, leggerò la recensione con piacere.
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Oltre che leggerla ti è partito l’embolo della risposta! molto bene! 😁😁
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Un po’ di embolo, si!
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ti sei superato col jostick. Amore viscerale da difendere con le unghie e i denti.
Io videogiocatore ancor più scarso dell’ultimo scarso, che diventerà inevitabilmente il penultimo non sono mai riuscito a manovrarlo. Vai a sinistra e lui va a destra – a dire il vero sono il dislessico 😀
Pazienza e me ne faccio una ragione. mente è mano non vanno d’accordo.
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Questione di allenamento e coordinamento. Io per esempio ho gli stessi tuoi problemi, ma con il pallone di calcio (e i palloni in genere). Mente e piede non vanno d’accordo. Me ne sono fatto una ragione.
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anch’io me ne sono fatta una ragione con joypad, joystick e altre amenità. Non li uso
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Sul fatto che prima fosse di forma fallica la SEGA (guardacaso :p) ci fece uno spot cartaceo fenomenale.
In effetti oggi son tutti controller, mancano i joystick con le ventose da attaccare al tavolino: lì sì che eri subito in sala giochi… a casa tua!
Moz-
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Base salda al piano del tavolo, mano a impugnare saldamente il dispensatore di morte ai pixel, ghigno da competizione, indice sul rosso pulsante del “Fire” pronto a scattare come una mangusta alla testa del cobra. Adrenalina a livelli massimi pronta a scatenare l’inferno sullo schermo. Premesso che sono un disastro nel bricolage, montare e smontare sono attività che mi producono traumi, ai tempi di Kick-Off su Amiga ho imparato a riparare i joystick a microswitch. Conservo ancora una bustina piena di piccole molle requisite come “parti di ricambio”. Come ti capisco! Come ti capisco.
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Io dedicherei un minuto di silenzio a tutti i joystick e joypad caduti in battaglia, frantumati da videogiocatori isterici (l’ho fatto anche qualche volta ma mai distrutti).
Una volta ero fissato anche io con le mani unte, chiunque voleva usare il mio controller, doveva andare prima a lavarsi le mani!
Ora sono il primo a mangiare snack mentre gioco (e ogni volta mi chiedo perché Dio non ci abbia fornito di 4 mani, devo sempre mettere in pausa o mangiare come i cani, direttamente dal vassoio, con l’occhio puntato sempre verso lo schermo).
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Ti capisco, nelle sessioni più intense, le battaglie interminabili con certi boss, vorresti pure un catetere fino a che non hai mandato nelle digitali pianure di Maniterabyte.
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