Le tavole fuorilegge della convivenza videoludica – Tav. #2


ovvero dieci piccole cose da sapere quando il joypad è conteso da un bimbo e un adulto (anagraficamente dovrebbe esserlo…)

 

 

 

 

 

 

Cogli l’attimo!

Il tempo libero usato per dedicarsi ai videogiochi: ad libitum quando eri più giovane; ora è oggetto di bi€co baratto con il sonno. Un’ora di videogioco=un’ora di sonno in meno.

Quando sono infanti, minuti cuccioli di essere umano, capaci tuttavia di consumare elefantiache quantità di latte e pannolini, la sessione notturna di videogioco è benedetta dalla consorte in quanto le permette di riposarsi dalla spossatezza dell’intera giornata.

La sessione notturna di videogioco è per il papà l’apostrofo bianco-giallastro-beige tra due poppate e un cambio di pannolino.

Dati i tempi ristretti tra poppata (con pit stop del cambio pannolino) e poppata, è opportuno selezionare un videogioco che possa essere fruito “a singhiozzo”, che non abbia una trama eccessivamente intricata, che non sia a turni in tempo reale, che non preveda alla sessione seguente di ricordarti come si lanciava quell’incantesimo o la combinazione di ingredienti necessaria per una pozione guaritrice. Insomma, “open world” troppo ampi (e dispersivi), giochi di ruolo, simulazioni, strategici, se poi di origine giapponese, vanno evitati come lo zampillo di pipì-santa di cui sei bersaglio almeno uno su tre cambi al pupù-stop. Chiaramente vale per i maschietti e il loro idrante anti-sommossa tra le gambine.

Quando i bimbi crescono, le notti del fine settimana diventano la Fort Alamo del videogiocatore. Durante le ore più fonde del sabato del villaggio notturno si trovano in giro ubriachi, adolescenti discotecari, bulimici di cornetti e brioche, vampiri, licantropi, un taxi neanche a pagarlo, papà che videogiocano.

Oltre gli orari notturni, vi è una possibilità di una sessione-extra di gioco in una rara congiuntura familiare-astrale: il dopo pranzo del fine settimana.

Due sono le condizioni, che devono realizzarsi contemporaneamente e non sono l’una alternativa all’altra:

  • se vostra moglie si è dimenticata di rifilarvi una check-list di “cose da fare” o, più verosimilmente, sta officiando il rito della doccia, scrub, unghie & depilazione
  • se i pargoli sono intenti a giocare con i trastulli adatti alla loro età.

Se vi sono tali condizioni e il divano sembra richiamare i vostri glutei come le sirene Ulisse, non vi fiondate sul joypad e sul pulsante di accensione della console. Attenti! I pargoli sono in agguato. Prima di imbracciare il joypad e sprofondare tra i cuscini, osservate questa procedura:

1) controllate attentamente la retroguardia: dietro il divano. Sono piccoli e basta la spalliera del divano per nasconderli alla vista, di solito è il rumore che ne svela la molesta presenza;

2) come il pilota prima del decollo, fatte un doppio controllo che tutto sia a posto e pertanto lanciate un urlo del tipo “Ragazzi, tutto bene?“; poiché prendono in considerazione i vostri appelli solo dopo almeno il quinto, non vi risponderanno. Nel caso vi rispondano, rassicurateli con un “bravi”; in ambedue i casi avete la conferma che sono concentrati su “altro”.

3) socchiudete la porta che separa la “postazione di battaglia” dal resto della casa; non chiudetela mai! Dovesse succedere qualcosa alle creaturelle mentre voi state giocando ai videogiochi, questa verrà considerata aggravante e farà aumentare esponenzialmente la pena, anche se incensurati e non avete saltato un Natale alla Comunità di Sant’Egidio da quando avevate otto anni;

3) impostate il volume della televisione o dell’impianto home‑theatre su un valore di decibel udibili solo con un corno acustico attaccato alla cassa; il motivetto di benvenuto della console all’accensione attira i pargoli come nel Rio delle Amazzoni, un maialino che nuota, sanguinante da una ferita, attira i piranha. L’effetto sulla sessione di videogioco dell’adulto è lo stesso che subisce il maialino. Game over.

4) iniziate finalmente il gioco, avendo cura di scegliere un titolo che permetta il salvataggio in qualsiasi punto della sessione.

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21 pensieri su “Le tavole fuorilegge della convivenza videoludica – Tav. #2

    1. Sì come GTAttila!
      “GTA” come atrocità che puoi compiere nel videogioco di Rockstar,
      doppia “t” come terremoto e traggggedia,
      “i” come iradiDdddio
      “l” coma laCo di SanCue
      “a” come adesso vengo là e ti sfascio le corna!
      🙂
      A parte la prima parte (GTA è un gioco che esiste per davvero e fa urilare allo scandalo i benpensanti), il resto non è roba mia…

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    1. Innanzitutto, sappi che sei unto dal Signore.
      Può essere un’opportunità di Santa Alleanza contro il pargolame oppure un’occasione di lotta a chi si impossessa del divano.
      Data la mia natura pacifista (anche se sono un autentico genocida di pixel), direi di allearvi e quatti quatti lasciare che i bambini….restino lì dove sono, mentre voi vi sparate una sessione in co-op in locale o una sana rissa virtuale…magari da cosa nasce cosa e la “rissa” la fate da un’altra parte 😉

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    1. Mettila così: non è vero che prima si stava meglio. I checkpoint frequenti non rovinano l’esperienza di gioco, ma sono necessari per la sopravvivenza del videogiocatore con figli.
      Ed evitare che il numero di bestemmie sparate sia tale da fargli guadagnare l’Inferno prima ancora di lasciare questa valle di lacrime.
      Senza contare l’esecrabile esempio di turpiloquio che darebbe ai propri figli…(tanto poi ci pensano i compagni di scuola, questione di tempo)

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  1. rikynova83

    La sessione notturna di videogioco è per il papà l’apostrofo bianco-giallastro-beige tra due poppate e un cambio di pannolino.

    Ohibò, vero che conosco pochi babbi videogiocatori, ma questa è effettivamente curiosa come cosa 😀

    Questo post è strepitoso, sto ridendo come un matto 😀

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    1. Quando bevono esclusivamente latte, il contenuto del pannolino è una materia che assume le colorazioni tra il bianco-giallastro-beige, a volte colori assurdi. L’odore è ancora più assurdo.Ma si sopravvive, tranquillo 😉
      Situazione comica davvero! A scriverlo anche io ridacchiavo. Sono contento di essere riuscito a trasmetterti l’romia della situazione.

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    1. No, no assolutamente! Almeno non per questo motivo. I bimbi sanno regalarti tante soddisfazioni e lasciarti di stucco (senza barbatrucco) in tante occasioni. Ma poi, vuoi mettere la soddisfazione di vincere facile ed essere ai loro occhi “il più forte”? (Finché dura e non si alleano contro…)

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