Batmancito [Ep.#27] – Prove tecniche di guarigione (by Tati)


Segue da [Ep.#26] – Venere sorge dagli stracci

Su una sedia, circondata da tovaglie sparse sul pavimento tutto intorno, una ragazzina mai vista prima dorme in braccio a Narciso: la pelle colore miele, i lineamenti delicati nonostante siano in parte nascosti dai lunghi e lisci capelli neri; la testa abbandonata sul piccolo torace di Narciso: è una piccola Venere scura in braccio a un piccolo putto biondo.  Sembra una delle statue di marmo che adornavano i palazzi rinascimentali, scolpita dalle abili mani di uno scultore, sicuramente sbronzo fradicio di tsipouro per volere ritrarre una simile coppia. Eppure, l’immagine dei due così abbracciati nel sonno trasmette un’aura sfacciatamente oziosa e serena, che contamina chi li osserva fino al punto di farli sentire di essere di troppo.
E ora passo il testimone della storia a Tati che vi racconterà esattamente come andarono le cose. Perché lei c’era. Era proprio lì.

Aperta la porta della taverna, il “buongiorno!” le si ferma immediatamente in gola.  Tati resta in punta di piedi e muso in su… bocca serrata e fiato sospeso appena vede quel quadretto.

Ego, da dietro le sue spalle, scuote la testa e pensa “per fortuna s’è fermata in tempo… pensa chefiguradimmmmerda… faceva venire un infarto a ‘sti due poveretti che dovevano essere davvero alla fine della carica di pile per addormentarsi bene così, in quel modo”…

Tati sente ogni pensiero-parola dell’amico e sospira. Già, ha proprio ragione, sia per la scampata figura barbina che per la stanchezza di quei due corpi.

Scivola sui piedi e Ego dietro di lei, si muovono come gatti per raggiungere la cucina ma al primo passo Narciso apre gli occhi.

Un sorriso, un cenno con la testa.

“Stai lì, amico mio, resta tranquillo, ci pensiamo noi”

Appoggia la Borsa sul suo tavolino preferito. Non un cenno di rumore, eppure dentro di lei c’è di tutto, anche arnesi da ferramenta; pare proprio abbia vita sua, anche lei ha sentito l’aria bisognosa di calma e s’è fatta leggera leggera, nonostante la quintalata di roba che contiene.

A quel punto Narcì si accorge che anche la fanciulla riprende un respiro vigile e piano piano, tutti e due, si stiracchiano e si ricompongono, mettendosi a sedere ognuno su di una sedia.

Tati incrocia lo sguardo del nanerello, un sorriso e già capisce che c’è bisogno di poche parole, tanto caffè, una buona colazione e tante risate.

“Allora, direi che è ora delle frittelle, che dici Ego, facciamo le cose per benino, mi sa che qua c’è bisogno di zucchero e buon profumo, di calma e risate”.

I due si guardano, sorridono e iniziano il lavoro.

Narciso abbassa la testa sorridendo, si nasconde un pochino tra i boccoli, anche la fanciulla accanto a lui sembra riprendere un certo colorito, non ha nulla da temere qua, nulla di cui avere paura. Tati si gira verso la ragazza:

“Tesoro mio, mi sa che quegli occhi hanno tanto bisogno di un cambio di visione… io miracoli non ne so fare ma almeno un paio di vestiti puliti te li trovo, così sì che si può ripartire”.

La sua Borsa ora è esattamente di fianco alle sue mani e aperta come non aspettasse altro che essere rovistata, come sempre. Tati ci si infila, a testa prima, tirandone fuori una salopette e una maglietta dei Ramones che andranno perfettamente alla creatura che scoprirà solo più tardi chiamarsi Luz (ci sono momenti in cui il nome non conta, azioni e intenzioni son tutto ciò che basta, e Tati ci crede parecchio a  questa cosa).

Tati porge la mano a Luz e l’accompagna nel retro. Recupera dall’armadio a muro a fianco del bancone un asciugamano pulito (Narciso sgrana gli occhi: non s’è mai accorto di quell’armadio… non ha mai visto Oste nemmeno avvicinarsi a quel muro per prendere qualcosa!).

Dopo un quarto d’ora Luz ricompare, pulita e cambiata, certo non sono abiti tipicamente femminili ma la ragazzina ha due occhi così meravigliosi da esprimere perfettamente tutta la femminilità che alberga in lei.

Un battito di mani e Tati scompare in cucina e Ego da dietro il bancone recupera piatti e bicchieri, subito dopo avere recuperato una tovaglia a quadretti arancioni e verdi da dentro la Borsa, con tanto di tovaglioli di stoffa.

Al rientro dalla cucina, Tati ritrova Ego e Narcì ridere e chiacchierare come non facevano da tempo, Luz li osserva sorridendo, sembra possa avere trovato un angolo di pace, piccolo forse ma sempre piacevole.

“Oplà! Ecco qua, speriamo siano venute decenti… recupero il caffè e torno, mi raccomando….NARCIIIIII! togli quelle mani da lì, nont’azzardarechetelemozzo!!! Tutti insieme si mangia e poi… A LAVARE LE MANI!”

I quattro amici si siedono, un pensiero all’Oste fluttua immediatamente da una testa all’altra, senza parole. Tati, Narciso e Ego abbassano gli occhi e fermano il respiro.

Ego si sposta lento verso l’angolo della musica a cercare di colmare un briciolo di quel vuoto con le note all’Oste tanto care.

Inizia a rovistare tra vinili, vecchie musicassette e cd. I suoi “no, questo no” e “dove l’avrà messo” alternati a sbuffi evidenziano che è una ricerca mirata. D’un tratto si blocca e un “Eccolo!” annuncia che la ricerca è finita. Ego trae da una custodia di plastica un disco argentato, pigia un bottone su un vecchio stereo modulare di fine anni Ottanta, lo appoggia delicatamente su un piccolo piatto che si è proteso all’esterno come una mano di un questuante; appena il disco scompare alla vista, fagocitato nel corpo scuro dello stereo, pigia il tasto “Play” e poi rapidamente quattro volte sul tasto vicino. Mentre ritorna al tavolo per riprendere il proprio posto insieme agli altri, le prime note iniziano a diffondersi nella taverna:

When you try your best but you don’t succeed
When you get what you want but not what you need
When you feel so tired but you can’t sleep
Stuck in reverse

Ego si risiede, sospira e decide che un altro modo per colmare il vuoto è sicuramente fare colazione e presa una cucchiaiata di crema di cioccolato, così piena da non vedersi più la frittella che ha nel piatto, guarda l’amico con sguardo di sfida. La risposta di Narciso non si fa attendere:

“Ego non me sfidà che quel barattolo lo finisco io, vuoi vedere?”.

And the tears come streaming down your face
When you lose something you can’t replace
When you love someone but it goes to waste
Could it be worse?

Tati sorride e pensa:

Ora torna, deve tornare, come si fa a continuare così, deve tornare qua…”

Lights will guide you home
And ignite your bones

“Tornerà” si sente nell’aria “tornerà stai tranquilla, non vi lascia mica soli…”
La voce di Luz s’era fatta sicura e calma, e sorrideva alla nuova amica incontrata per caso.

And I will try to fix you

Continua a [Ep.#28] – Natale, l’attesa

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46 pensieri su “Batmancito [Ep.#27] – Prove tecniche di guarigione (by Tati)

    1. E che c’entro io? Che ho fatto? un’intro di una manciata di righe e una canzuncella 😜 hai fatto tutto tu!
      Mentre Luz nasceva sotto le mie dita percepivo che l’avresti sentita tua. Vedi poi Liza nei commenti …asserisce che Luz sia tu. Io non smentisco e non confermo, anzi assecondo pure ogni interpretazione che legge queste storie….sono preziose queste derive personali…però non ha tutti i torti, non trovi?

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        1. Quando si scrive a sei mani c’è qualche confusione di “dita”.
          Liza lo ha iniziato a dire da quando è apparsa Luz; in verità, non ho tratto consapevolmente ispirazione da te o dal tuo “personaggio. Luz – si può dire – figlia della storia e poi sarà protagonista di una certa piega, ma non è nato prima l’evento cui sarà “funzionale” e poi il personaggio. Luz è nata spontaneamente e poi via via ho capito il ruolo che doveva assumere. Ma Luz esiste a prescindere. E credo che rimarrà. Mi ha quasi stregato. Non oso pensare l’effetto che avrebbe fatto all’Oste.
          Alcuni aspetti nella sua tenerezza, minutezza, aura magica, beh qualcosa appartiene anche a te, questo sì!

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            1. Concordo pienamente e ribadisco che è uno degli aspetti più belli della scrittura ed assolutamente da condividere. Quando scrivo lo faccio sperando di riuscire a “smuovere” qualcosa in chi legge. Quando ne ho la prova come nel tuo caso, vado in brodo di giuggiole! E poi con questo mischione di personaggi reali-virtuali potrebbe saltare qualche altro evento o personaggio. È’ una miniera d’ispirazione, oltre che di storie. Te ne sono grato, Liza!

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              1. Liza

                E comunque intendo te si…il perche’ e’tra le righe della storia del Bavon
                Tu hai quello che io chiamo un ruolo a strati e la storia me ne sta’ dando atto. 😊 …come detto a Red quello che percepiamo noi che leggiamo e’ diverso…

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                1. Gli da GattoconGliStivali funziona sempre! 😉
                  Concordo sulla diversa percezione che c’è tra chi scrive e chi legge ma è decisamente interessante poter avere un rimando e vedere, a volte, che le percezioni non sono così distanti… bello 🙂

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  1. Zeus

    Bella storia! Questa Luz sta portando una ventata di relax nella taverna, mi piace. Sembra di essere in vacanza dopo puntate di disperazione e combattimenti.
    Tanto la disperazione la porto avanti io…e domani c’è il nuovo capitolo 😉

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  2. ecco vedi, l’Oste torna a gentile richiesta dal mondo dove s’era rifugiato.
    Dolce e delicato il post con la borsa di Tati semplicemente femminile. Mai trovato una donna che non abbia iil mondo intero nella borsa. Pochette o maxi che sia.

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    1. Sì, davvero bella. Mi è sembrata perfetta inserirla nel testo di Tati, si incastra perfettamente tra le parole non dette e i pensieri per l’Oste…In giro ho trovato parecchie traduzioni maldestre, ma questa è una canzone che parla di vero amore per qualcuno che ne ha disperato bisogno in un momento particolarmente difficile della su vita. Non è un “malinconico e rassegnato piagnisteo”, ma è un’opportunitè per iniziare nuovamente partendo dai propri errori. Chris Martin non ha mai confermato che si trattasse di una canzone dedicata al padre della moglie che morì in quel periodo, ne raccontò una storia un po’ diversa di essere stato ispirato e che la ama particolarmente poiché li ha aiutati a passare oltre quel periodo difficile.
      Insomma, tiZ era davvero perfetta anche per l’Oste 😉

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