Batmancito [Ep.#16] – FIAT PAX IN VIRTVTE TVA


Segue da Ep.#15. Batmancito La Revancha

“Ade, le armi! Le armi!” Narciso continua a urlare.

Ade sparisce dietro il bancone e ne riaffiora stringendo tra le mani un panno di pelle consunta legato agli estremi da due lacci. Lo lancia e atterra nella salda presa di Narciso.
Tanto consumato l’involucro che non l’avrei usato nemmeno per pulire il bancone, quanto meraviglioso e scintillante ciò che protegge: un arco corto finemente intagliato, le cocche all’estremità di ogni flettente terminano in un’acuminata punta d’argento e d’argento luccicano anche le punte dei dardi in una piccola faretra, su cui è applicato l’adesivo di un ragazzo con i capelli lunghi ripreso di spalle, con la chitarra, un sacco a pelo a tracolla e un paio di sandali ai piedi.

Narciso lascia cadere il panno, infila a tracolla la faretra, nella sinistra stringe l’arco con una freccia già incoccata e con la mano destra mi sbatte sul petto un fodero:

“Questa è dell’Oste. Si chiama ‘Pungilo’. Per l’Oste!”.

Dal fodero logoro emerge una spada corta dalla lama larga a doppio taglio, che termina con una punta molto aguzza. Sia la punta sia entrambi i fili sono d’argento. Il resto della lama e l’elsa arrotondata sono ricavati da un unico blocco di metallo estremamente leggero. Sulla lama vi è un’incisione:

FIAT PAX IN VIRTVTE TVA

È latino, questa spada è un gladio in uso alle legioni romane. Come lo avrà avuto l’Oste?
Non c’è tempo per elucubrazioni storiche, tutti gli yankee si stanno trasformando in licantropi!

tiZ afferra l’asta del microfono, si sbarazza del treppiede e dà un colpo a terra: all’estremo opposto scatta fuori una punta acuminata d’argento. Zeus trae dalla custodia della sua chitarra due bracciali e appena li indossa ne scaturiscono scariche elettriche.

Al posto dei tre yankee che bloccano Ade vi sono ormai tre grossi lupi grigi; due balzano in piedi sul bancone e vengono subito falciati all’altezza delle tibie da una scia infuocata apparsa dal nulla. Ade salta con un urlo sul ripiano: alle braccia ha delle catene arrotolate alla cui estremità sono fuse due spade corte e ricurve dal metallo venato di rosso.

Distende le braccia in avanti e le catene si allungano in direzione del terzo licantropo rimasto impietrito davanti ai due compagni riversi a terra con tutti e quattro gli arti inferiori mozzati. Le spade si infilano nel petto della bestia che ulula di dolore, Ade sogghigna e inizia a fare vorticare sulla sua testa le braccia e le catene. Il licantropo viene alzato da terra, sbattuto prima da una parte, poi dalla parte opposta, fracassando nel mezzo un tavolo e tre sedie. Ade dà un secco strattone a sé, le spade si separano dal corpo della bestia lacerandone le carni, le catene sibilano nell’aria come serpenti. Infine spicca un salto verso il corpo martoriato del lupo proiettando in avanti entrambe le braccia: il licantropo viene scosso da due potenti colpi alle braccia, che vengono mozzate di netto. Ormai è in una pozza di sangue nero. Ade si erge su di lui imponente come la statua del Colosso di Rodi. Senza staccargli gli occhi di dosso, spalanca entrambe le braccia bloccandone il movimento all’indietro appena oltre il busto, le spade saettano alle sue spalle e si infilzano nei corpi dei primi due licantropi, che emettono all’unisono un guaito orrendo, soffocato in un gorgoglio di sangue. Una fulminea richiamata e le lame ricurve colpiscono insieme, una accanto all’altra, il muso orrendo del terzo lupo, aprendolo al metà.

tiZ e Zeus raggiungono la nostra posizione. Formiamo un perimetro introno al corpo dell’Oste, con Diaz e Cesar al centro e noi altri come prima linea di difesa.
Tutto intorno, il branco si sta preparando all’attacco. Decideranno sicuramente su quale di noi concentrarsi, di solito il più debole, ma qui cascano male.

Il branco ignora lo scontro tra il loro capo e il mio amico Sergio…non è più Sergio, è Batmancito, dovrò abituarmi all’idea. I due combattono furiosamente. Il branco evidentemente è certo dell’esito: l’uomo-pipistrello soccomberà.

Iniziano a girarci intorno, a compiere cerchi sempre più stretti. Ora siamo al completo: anche Ade ci ha raggiunto e si schiera accanto a Narciso.

Ogni tanto uno di loro, isolato, si lancia velocemente contro di noi per saggiare la nostra difesa e, allo stesso tempo, sfibrare la nostre forze.
Hanno imparato a tenersi lontani dal raggio di azione delle catene di Ade. Un paio di licantropi ora ha un braccio di meno.
Hanno imparato a farsi scudo con tavoli e resti di sedie. Narciso ne ha infilzati un altro paio. Ha una tecnica che non ho mai visto: incocca due dardi e li scocca in rapida successione; il primo colpisce all’addome e, mentre la vittima si china su se stesso a causa del colpo, il secondo dardo gli si pianta nel cranio.

Ne sono ancora troppi. Se l’inferiorità numerica non ci preoccupa, è la possanza fisica e la letalità dei loro colpi che può fare la differenza.

Si radunano in due gruppi e si dispongono in posizioni opposte gli uni agli altri. A breve convergeranno e ci aggrediranno tutti contemporaneamente.

Narciso si raccomanda:
“Restiamo uniti , non fatevi attirare al di fuori del gruppo. Vi salteranno tutti addosso e dilanieranno come in uso ai lupi. Nessuno si deve avvicinare a El Rojo…”
Con un gesto lesto sfila dalla cintura di Ade due oggetti luccicanti e si rivolge a Diaz e Cesar:
“Nessuno si deve avvicinare a El Rojo , voi due siete la sua guardia personale” – i due sbirri stringono stretta la mano sul calcio delle loro Beretta 92 – Lasciate perdere quei ferrivecchi. Con i licantropi ci vuole l’argento.”. Così dicendo gli porge due piccoli coltelli ricurvi e continua:
“Tenete la difesa alta. Proveranno a mordervi al collo.”.

Luna aggiunge: “Mordere il collo? Non hanno speranze.”.

“Eh già – continuo io – siamo in una botte di ferro: tra noi c’è la massima autorità in fatto di morsi al collo.”.

La mia involontaria battuta allevia la tensione per una manciata di secondi, utili per scambiarci sguardi di complicità e fugare eventuali tentennamenti e legittimi dubbi sull’esito della battaglia imminente. L’Oste sarebbe fiero di Narciso. Guardo il suo corpo esanime a terra. Lo conosco da poco eppure provo un dolore come se ci fosse mio fratello lì sdraiato.

I licantropi attaccano!

Due mi hanno scelto come vittima: il primo carica a testa bassa, il secondo è distanziato di qualche metro e lo vedo in procinto di spiccare un balzo. Pianto bene le gambe a terra e mi chiudo in difesa in attesa dell’urto pronto al contrattacco. Il primo mi piomba addosso come un treno merci, sprofondo nel suo torace con testa e busto, nell’oscurità di quella morsa, vedo luccicare un artiglio proteso spaventosamente verso di me: si blocca a un dito dal mio fegato. La bestia ha già incontrato Pungilo: la spada si è infilata nel suo addome con la facilità di un coltello caldo nel burro. La lama è penetrata nelle sue carni senza che ne percepissi alcuna resistenza. Senza emettere nemmeno un suono, il licantropo si accascia ai miei piedi, con una certa fatica riesco a divincolarmi e non farmi trascinare a terra.

Nell’estrarre la lama dal suo corpo, mi accorgo che è immacolata, non c’è una sola macchia di sangue. Emette un tenue bagliore pulsante quando mi accorgo di un’ombra che incombe: è l’altro lupo ed è al termine del suo balzo. Non so come sarebbe finita se non avessi avuto tiZ accanto. Un ginocchio a terra, la gamba opposta in avanti, la lancia salda tra le mani e in posizione obliqua.
Un suono di carni lacerate e ossa frantumate, un guaito subito soffocato, un bagliore argentato emerge dalla parte opposta del cranio della bestia.
La lancia di tiZ è penetrata al centro della base del collo, un paio di dita sopra il punto in cui le due clavicole s’incrociano nella parte superiore dello sterno, ha lacerato il muscolo, perforato le cartilagini, squassato trachea e laringe, ciò che rimane di carotide e giugulare è attorcigliato all’asta che fuoriesce dal cranio sfondato per tutta la lunghezza della punta.

Narciso e Ade sono una coppia dispensatrice di morte tale da poterci scrivere un film come succede per le coppie di killer più famose. Ken Bianchi e Angelo Buono, passati alla storia come “gli strangolatori delle colline”,  sono due dilettanti al confronto. Ade rotea le catene e le alterna in infuocate sferzate in avanti, riuscendo così a tenere a distanza gli assalitori. Narciso scocca i suoi dardi al licantropo più vicino alla catena: proprio quando crede di avere evitato il colpo di Ade, la freccia di Narciso lo raggiunge.

Luna e Zeus sono un’altra coppia letale formatasi spontaneamente. Il motivo è semplice: entrambi hanno dei poteri sovrannaturali. Spalla contro spalla, reggono da soli l’urto del secondo gruppo di licantropi.
Luna pronuncia una nenia rapidissima di parole in tono appena percepibile: la lingua è sconosciuta, probabilmente perché antichissima. Conosco molte lingue, parlate e morte, tanti dialetti, anche nelle loro forme arcaiche, ma il suono che la vampira produce è irriconoscibile: non somiglia a nulla che sia parlato in questo mondo.
Percepisco una distorsione nell’aria davanti ai due compadres, una sorta di barriera invisibile. Sembra che i licantropi facciano fatica ad attraversarla e, quando finalmente sono oltre, Zeus li folgora con le lingue di elettricità che si allungano dai suoi bracciali come un prolungamento naturale delle suo corpo.

Un lupo nero di dimensioni più grandi degli altri, con occhi di fuoco e zanne molto prominenti, è riuscito ad avvicinarsi: Luna gli è saltata addosso, ha infilato i suoi artigli nelle carni e ha iniziato a dilaniarlo a morsi. Il licantropo, nel tentativo di togliersela di dosso, l’ha spinta via quando artigli e canini erano ancora profondamente nelle sue carni. L’ululato che è seguito mi ha fatto raggelare il sangue. Luna è rotolata via lasciando una scia di sangue non suo, nel riportarsi in posizione eretta ha sputato via un ammasso di carne, sangue e peli raggrumati. Il licantropo si è rialzato a stento, incespicando e scivolando sul proprio sangue, Zeus gli si è come materializzato davanti, gli ha sferrato due pugni che al momento dell’impatto hanno emanato un fascio bluastro e una puzza di carne bruciata. La bestia è piombata al suolo come una mela cade dall’albero. Senza emettere un suono, se non il tonfo sul pavimento. La carne bruciata di lupo ha un odore davvero nauseante.

Abbiamo respinto il primo assalto.

Il tempo di rassicurarci di non avere subito ferite che i licantropi si schierano su due file parallele: i lupi più grandi davanti e quelli di dimensioni più piccole alle loro spalle.

Hanno cambiato tattica, ma quale?

Prendono la ricorsa. Al di fuori della portata delle catene di Ade, la prima fila si blocca. I lupi della seconda fila usano i suoi compagni come trampolini!

Licantropi volanti!

Narciso lancia quattro frecce che ricordano a due licantropi di non essere nati con le ali e che Icaro ha fatto una brutta fine. Ade ne falcia uno appena atterrato.

Quattro però sono ormai piombati addosso ai compadres e l’impatto ha scompaginato la linea di difesa. Il combattimento è furioso e la confusione è totale. Non esiste più una formazione, è un corpo a corpo, ognuno per sé. Altri sette licantropi sono in arrivo di corsa. I compadres non resisteranno.

Narciso è balzato sul bancone. Da questa posizione sopraelevata e più distante dalla mischia riesce a scoccare le sue frecce. Siamo in cinque contro quattro, ma con la coda dell’occhio vedo più di una mezza dozzina di macchie scure che stanno correndo verso di noi. Questione di secondi.

Mentre gli altri stanno tenendo testa ai loro avversari, mi giro verso il nuovo fronte. Sono sette.

Io da solo contro sette. Sei.

Narciso ne ha appena fatto rotolare uno a terra: un colpo preciso al cuore. Si è piantato d’un tratto durante la corsa ed è andato giù dritto, braccia lungo i fianchi e muso in terra. Mi preparo all’impatto, la spada dell’Oste stretta in mano. Pungilo non emette più un pallido bagliore, risplende di una luce azzurrognola.

Mi hanno visto. Due bestioni si staccano dal gruppo e puntano nella mia direzione. Gli altri proseguono nella loro corsa a dare manforte al resto del branco.

Sento Pungilo vibrare nel mio pugno, sembra animata da una sua volontà: non vede l’ora di immergersi nelle carni e dissetarsi del sangue dei nemici.

Evito l’artigliata del primo licantropo, scarto di lato e scivolo alla sinistra del secondo in ritardo di alcuni secondi, nel rialzarmi vibro un fendente semicircolare, che apre una rossa ferita latitudinale sul fianco della bestia. Un fiotto di sangue viene fuori come vernice lanciata dalla distanza su una parete. La bestia che mi ha attaccato per prima sposta di forza il compagno ferito e con quattro zampe a terra si lancia puntando alla mia testa. Altro che collo, potrebbe staccarmi la testa con un solo morso!

Sento il suo fetido alito investirmi e subito dopo uno scatto di zanne serrate. È andato a vuoto. Ho piegato all’indietro la schiena con un’angolazione e una flessibilità impensabile per me prima d’ora. Uno scatto di reni e la punta di Pungolo brilla per pochi attimi in aria, poi la spingo con entrambe le mani al centro della sua spina dorsale. Sento le vertebre frantumarsi e affondo la lama fino all’elsa.

La ferita al fianco del secondo licantropo lo ha rallentato, ma vedendo la mia spada affondata completamente nel corpo del compagno, ha un ritorno di furia pensandomi disarmato. Scatta verso di me. Niente di più sbagliato. Estraggo Pungolo fuori dal corpo del licantropo ormai cadavere come se la stessi estraendo dal suo fodero, una mezza rotazione del polso e la scaglio in direzione del bestione in arrivo: cade a terra sulla schiena, la spada infissa esattamente nel centro dell’orrendo muso. Ora devo correre in aiuto dei compadres!

Un urlo che riconosco essere di tiZ mi conferma che le cose si stanno mettendo male.

Narciso è ferito, ha un braccio sanguinante, è ingaggiato in un corpo a corpo impari e sta usando le cocche dell’arco come una lancia. tiZ nel tentativo di raggiungerlo è stata sbalzata in aria per un paio di metri da una zampata, si sta rialzando a fatica facendo leva sulla sua lancia, sanguina da una tempia. Ade è circondato e vortica intorno a sé un anello infuocato di lame, ma è evidente che sta perdendo d’intensità: i licantropi lo hanno capito e si tengono al di fuori del suo raggio mortale, aspettando il momento per saltargli tutti addosso. Zeus e Luna sono stati separati. La barriera magica è ormai inutile, Luna è in un corpo a corpo serrato. Zeus se l’è vista brutta quando gli hanno lanciato addosso il corpo del licantropo che aveva bruciato: è caduto a terra e ha avuto il suo bel daffare per liberarsi di quel peso. Deve essersi ferito nella caduta perché zoppica vistosamente e tiene il braccio sinistro inerte sul fianco. Continua a lanciare i suoi fulmini con la destra, ma il suo volume di fuoco è dimezzato. Non so per quanto ancora possa tenerli a bada. Sono sempre più vicini.

Vado per estrarre Pungolo dal cranio della bestia, quando, appena oltre l’uscio della taverna, due figure emergono dal buio: una minuta, esile, sicuramente femminile, sembra una ragazzina e, al suo fianco, un enorme quadrupede scuro.

Non è possibile! Altri licantropi?!?

Gli urlo:

“Me cago en tus muertos a caballo!!!”

Muovo Pungolo davanti a me, non ha più quel bagliore, non ha forse più sete.

Oste, ci vediamo tra poco.

To be continued

giaguaro-pipistrello-maya

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Onda sonora consigliata: Heroes di David Bowie cantata da Peter Gabriel

78 pensieri su “Batmancito [Ep.#16] – FIAT PAX IN VIRTVTE TVA

    1. Certo che Pungilo è “imparentato” con l’enormemente più famoso Pungolo. Pungolo emetteva un bagliore quando c’erano orchetti nelle vicinanze, Pungilo quando ci sono nemici di chi lo brandisce. E’ una versione meno specializzata anche perché al tempo dei Romani la magia della Terra di Mezzo era svanita. Ce n’era un vago ricordo tra i druidi celti…ma questa è un’altra storia e ci sarà tempo per raccontarla.
      Narciso non se la passa bene e non dico solo per il povero Oste, nel prossimo episodio…eh no! No spoiler!

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        1. Non comando io. Comandano “loro”. Io sono solo un tramite. Però l’incantesimo serbalo, perché credo – anzi spero – vorrai lanciarlo al momento giusto. Narciso te lo chiederà. La risposta al tuo buon cuore.

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    1. Nessun tampone per l’Oste, non c’è stato tempo e per le sue condizioni il tampone servirebbe a poco. Qualcuno, non visto, ha fatto qualcosa, ma non posso anticipare di più.
      Per Narciso vedi la risposta a Mela anche lei preoccupata per il piccoletto.
      Chi li ha mandati? A boh, a me sembra la classica rissa per futili motivi, ma forse ci sarà un seguito o un prequel, dipende se il racconto sbanca al botteghino 😉 Direi però che siamo lontani dal blockbister e temo che non troverò finanziatori.
      Ragazza minuta hai capito chi sta arrivando in taverna?

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  1. Zeus

    Ed eccoci al capitolo delle botte da orbi.
    Nuovi riferimenti conosciuti (al classico LotR, io ci metto dentro anche un po’ di Marvel&Sons) e tanto tanto spirito da Titty Twister. Manca la musica, forse, tu mi metti Heroes ma io ci avrei visto qualcosa di più ritmato, più southern-mexican.. non so spiegarmi meglio.
    Ma l’onda sonora è tua e chi sono io per dire qualcosa? 😀
    Comunque bel capitolo, i personaggi si muovono bene e il nuovo arrivo apre a quello che, mi sembra, sarà il primo assaggio di “finale”.
    E intanto aspetto il prossimo!

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    1. LotR certamente. Il tuo personaggio effettivamente combatte come Thor. Titty Twister, decisamente.. Aggiungo, vista la piega action da rullacartoni videoludico, Soul Calibur (per il combattimento all’arma bianca), Heavenly Swotd per lo stile di combattimento, Castlevania per i licantropi.
      Narciso è un misto di Cupido e Legolas. Ulysses un Indiana Jones misto a Kit Carson, TiZ una Catwoman e un’amazzone alla Burroghs, i due nuovi arrivati Mononoke che incontra Sin City.
      Mi sto accorgendo che scrivere qualcosa di originale è difficilissimo: già è stato scritto tutto e meglio. Mi sta venendo fuori un mischione di tutte le influenze e i miei generi preferiti.
      Per la musica, puoi tranquillamente dire la tua. Ho scelto la cover di Gabriel perché volevo rendere più drammatica e malinconica la chiusura. I nostri eroi ce la faranno? Ho ascoltato questa cover nei titoli di coda di Lone Survivor. L’ho trovata perfetta come chiusura del film e me ne sono appropriato per la chiusura di questo episodio. Se hai visto il film, capirai meglio il motivo di questa scelta.

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      1. Zeus

        Ma certo, capisco che scrivere qualcosa di “originale” sia impossibile, infatti la mia era più un cercare riferimenti a me conosciuti piuttosto di dire “ah, ecco, un nuovo aggancio a…”. Anche i miei personaggi sono spesso già scritti, hanno abitudini che hai visto mille volte… non sono niente di nuovo ma, come i tuoi, hanno qualcosa di personale che, chi più chi meno, lo svela al pubblico.
        Ho visto il film e la canzone è appropriata, assolutamente. Tu hai messo la chiusura giusta, io mi ero immaginato la scena del combattimento e qualcosa come i Tito & Tarantula ci stava bene o altre band di genere (ne avevo qualcuna in testa, ma al momento mi scappano… le ho sul Pc di casa).
        Adesso aspetto il prossimo capitolo e ti dico: se la voglia e l’ispirazione mi sostiene, oggi a pranzo butto giù qualcosa per quella cosa di cui tu sai ma che non si dice (molto Lovecraft se ci pensi).

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        1. Le mie “precisazioni” erano animate dall’intento di svelarti qualche “dietro le quinte” anche perché tu nella taverna ormai sei di casa (almeno spero che tu ti senta così). Condivido certe ispirazioni – che non sono certo incise sul marmo – ma possono essere utili nella Season 2 a El BaVon Rojo (a proposito dobbiamo trovare un titolo).
          Spara pure qualche OST per il pOST prossimo venturo e comunque quando vuoi nei commenti. “La musica no se toca” dice l’Oste, diceva…
          Se tu mi citi Lovercraft io vado in brodo di giuggiole. Ho l’impressione che Batmancito avrà un post-epilogo muy interessante.

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          1. Zeus

            Sì, mi sento a casa, tanto che quello che tu sai e che non dico sta venendo fuori decentemente. Anzi, stasera ti mando una cosa, così mi dici cosa ci vedi dentro.
            Il secondo capitolo si farà, il titolo bisogna trovarlo, ma non credo sarà un grossissimo problema con tre menti affamate come le nostre.
            Io cito Lovecraft, ma questa volta, almeno per quello che tu sai, non è il protagonista principale. Diciamo che vado sul… classico? 😀

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  2. battaglia epica degna dei miglior videogiochi di un tempo – non hai pensato di farne una bella sceneggiatura per un programmatore in gamba?
    Le cose si mettono maluccio. I nuovi arrivati sono la cavalleria nordista in arrivo o gli indiani della retroguardia? Domanda inutile aspettando la prossima

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    1. Ahahahah mi sei piaciuto nel tuo botta&risposta!
      Sceneggiatura per un videogioco? Ormai è roba seria con milioni di dollari investiti. Chi prenderebbe in considerazione un misconosciuto blogger quasi cinquantenne senza nessuna esperienza?
      Una volta ho inviato a una piccola società americana un mio racconto ispirato a un loro gioco come una possibile idea per un’eventuale seguito. Mi hanno ringraziato e poi più nulla.
      Se sei curioso della mia storia è qui: Vita, morte e miracolo di un fiore
      Se preferisci leggerla in inglese eccola qui: Flower. Its life, death and miracles

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  3. Sei stato in grado di suscitare suspance e sgomento e solidarietà e affetto. ..
    L’essenza prima di un natural blogger :unire e condividere. Roba per pochi. Cerchio che si stringe, come un suggello, come la ceralacca : sacro e infinito.
    Tua difesa, tua guardia e tua spalla. Chi ha voluto intendere resti..
    Molto più di un racconto. ..a grande onere e grande onore ho pronta la mia lancia !!!

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    1. Cara tiZ, mi hai tolto i tasti da sotto le dita. E non mi capita spesso. Hai compreso perfettamente la linea di lettura autentica di questo fumettone. Gioisco per il “natural blogger”: i complimenti fanno piacere, la stima delle persone che stimi e ammiri completa e chiude un cerchio immaginario che chi scrive inizia a tracciare e chi legge chiude.
      Chi ha voluto intendere, resti. Mi casa es tu casa, con o senza l’Oste la taverna sarà lì ad accogliere chiunque abbia in cuore di unire e condividere.
      Chi ha voluto intendere, resti. Ce ne sarà bisogno a breve.
      E chi resterà, più di un racconto spero di lasciare una piccola esperienza dentro e oltre lo schermo.
      La tua lancia è sicurezza e gioia, non perché punterà ai miei “nemici”, ma perché punterà sempre in alto, alle stelle. Per aspera ad astra e insieme sarà un viaggio bellissimo. Jamme a’ parià!
      Grazie

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  4. Mi concedo un minuto di serietà (ma vorrei tanto dirti che ti vedo mentre scrivi la storia vestito da pipistrello, così per entrare nel personaggio). Ho stampato i tuoi episodi per leggerli con calma, da qua faccio una fatica incredibile; mi sembra che questi ultimi siamo più sciolti, discorsivi, anche danteschi e per abitudine a certe epiche le assorbiamo con disinvoltura (ad esempio: “evito l’artigliata del primo licantropo, scarto di lato e scivolo alla sinistra del secondo in ritardo di alcuni secondi, nel rialzarmi vibro un fendente semicircolare, che apre una rossa ferita latitudinale sul fianco della bestia. Un fiotto di sangue viene fuori come vernice lanciata dalla distanza su una parete. La bestia che mi ha attaccato per prima sposta di forza il compagno ferito e con quattro zampe a terra si lancia puntando alla mia testa. Altro che collo, potrebbe staccarmi la testa con un solo morso!”; qua ci manca solo il conte Ugolino “La bocca sollevò dal fiero pasto” è l’immagine è perfetta). Ma davvero non so, forse mi sono talmente appassionato alla storia che riesco a seguirla assaporando i passaggi e aspettando i nuovi. Ora la stampo su carta e la rileggo. Hai una rara abilità evocativa, ed è pure contagiosa. Oramai ti vedo con sigaro in bocca mentre scrivi, a bottiglia semivuota di fianco, l’odore di fumo e alcol nella taverna; naturalmente con gli occhi biechi e un misero teschio tra i denti, rodendo forte come quelli d’un cane.

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    1. Se riesci a vedermi così…il sigaro tra i denti, un rivolo di saliva sul bordo del labbro, la bottiglia di ron (cubano che domanda!?) accanto alla tastiera, alzando lo sguardo dalla tastiera solo per capire dove cazzo ho messo il posacenere, sto combinando un casino qui sulla scrivania e la tastiera mi manda a pascere per come la sto cospargendo di lapilli e cenere.
      Se riesci a vedermi così…così mi piace, l’odore di fumo, acre come il sudore della battaglia, sputando pezzi di tabacco come lembi di carne la lama trancia…Un teschio vale bene una storia! io tanto la testa ormai l’ho persa, ma i pazzi sono i prescelti per parlare con il Di-vino. Oste, OSTEEEEEh, portace er vino! E noi je dimo e noi je famo, c’hai messo l’acqua e noi nun te pagamo…
      OnGiancà! Lo vedete che mi fate combinare? 🙂

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        1. Dannatamente bello insieme a persone come te, che ci mettono la propria parte, l’empatia, l’orrore, l’ansia, l’entusiasmo, il salto dalla sedia. Dannatamente bello da arrivarci fino all’Inferno e…chissà magari l’Oste deciderà di tornare indietro dall’Inferno proprio per questo.

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