Batmancito [Ep.#15] – La Revancha


Batmancito [remixed by RedBaVon]
Segue da Ep.#14. Un errore fatale

“Noooooooooooooooooooo!!!! Oste, osteOsteeeee!” l’urlo di Narciso è lacerante. Trapassa i timpani e scuote fino a dentro pieghe nascoste dell’anima. Un brivido mi sale lungo la schiena. Poi ribolle la rabbia. Narciso è riverso sul corpo di El Rojo, cerca in tutti i modi di risvegliarlo: lo percuote, lo insulta, lo scuote, lo accarezza, lo bacia mentre lacrime incontrollabili sgorgano dai suoi occhi. È tutto inutile: El Rojo non dà segni di vita.

Narciso urla contro tutti noi: “Fate qualcosa! FATE QUALCOSA CAZZO!” poi recupera un tono più pacato, di preghiera. Fissa negli occhi Luna prendendole la mano:

“Luna, tu…fai qualcosa, qualsiasi cosa! Fallo, non mi interessa cosa succederà. Basta che me lo riporti qui. Luna, ti supplico.”.

Narciso crolla a terra, rannicchiandosi sul corpo esanime dell’Oste, si porta entrambe le mani lorde del sangue dell’amico fraterno prima sulla faccia, poi in testa. L’Inferno non è qui: è tutto dentro di lui.

Luna si piega sulle ginocchia accanto a Narciso, gli accarezza la chioma bionda macchiata di sangue dell’amico, Narciso si rivolge verso di lei, gli occhi gonfi di lacrime che non riescono più a scorrere per il troppo dolore, un’espressione che chiede una risposta disperatamente, ma è consapevole che la speranza lo ha ormai abbandonato. Si fissano negli occhi e Luna gli dice:

“Non puoi chiedermi di fare qualsiasi cosa. Vuoi indietro il tuo amico e sai che non sarà più lui, l’amico che hai amato, sarà un Altro. Non puoi volere questo, non voglio che succeda questo. El Rojo sta percorrendo il suo viaggio per Xibalba, ma sento che non ha ancora varcato la porta dei mondo dei morti. Non so se riusciremo a riportarlo indietro, ora non possiamo fare nulla, è il suo viaggio, solo lui può decidere di interromperlo. Ora c’è un’unica ragione per cui siamo qui – si rialza e urla – ed è la vendetta!

Nell’urlo la voce di Luna cambia, assume un tono che scuote il mio corpo e poi i miei occhi vedono!
Canini affilati si allungano nella sua bocca, gli occhi diventano due fessure senza pupille ma colme di un buio siderale, la sua pelle colore miele diventa diafana, le dita si trasformano in affilatissimi artigli. Per tutti i Santi! È un vampiro! Luna è un vampiro!

Narciso mi aveva avvisato ‘Davvero vuoi andare all’Inferno per lei? Non ascoltare le mie parole…me vale madre! Andrai in un posto peggiore! Certe donne ti succhiano pure il sangue…’ e anche Luna ‘Mai fidarsi degli occhi, Ulysses’. Avevano provato a dirmelo entrambi.

Luna si rivolge al leader degli yankee e urla:
“Mostrati! Vigliacco, codardo, mostrati! Non fai onore alla nobile bestia che porti dentro. Mostrati!”

Sulle labbra dello yankee affiora un sorriso di compiacimento di una malvagità palpabile.

“Regina della Notte – con tono di sberleffo – ho percepito la tua putrida presenza appena quel meschino umano ti ha lasciato entrare. Il sangue, è stato necessario il sangue per farti venire allo scoperto. Che fai? Non ti disseti? Troppo umile quel miserabile a terra, troppo umile per il tuo nobile lignaggio – enfatizzando con un accento spagnolo disgustoso – reina de la noche?”.

Appena termina di pronunciare queste parole, inizia un’orrenda trasformazione.
Peli, artigli, zampe, zanne!

“Licantropi!” urla Narciso.

Laddove c’era uno yankee, ora c’è un enorme lupo nero antropomorfo: pupille di un giallastro malato, schiumante di bava dalla bocca semi aperta, irta di zanne gialle e bianche, zampe artigliate che al solo sfioramento possono aprire in due un uomo. La bestia partorita dall’inferno si rivolge ancora a Luna con una voce roca:

“Reina, voglio farti un favore. Il sangue di quel meschino è ormai vecchio, te ne procuro di fresco.”.

Le pupille si muovono prima del suo enorme corpo: posa lo sguardo sui due federales, rimasti impietriti sull’uscio della taverna.
Cesar non ha retto: ha colpito a morte l’Oste, per il quale nutriva diffidenza, ma certamente non lo desiderava morto, avrebbe goduto a sbatterlo in gattabuia per un po’ di tempo, ma non cadavere; alla vista della vampira e del licantropo, la sua ragione non ha retto.

Si è pisciato sotto ed è in ginocchio nella pozza della sua urina, le braccia inerti sui fianchi, lo sguardo assente, biascica una lingua che ricorda vagamente lo spagnolo, ma non è comprensibile ciò che pronuncia: sembra stia pregando. Diaz è paralizzato, potrebbe essere scambiato per una statua di cera se non fosse che il caldo torrido l’avrebbe fatta sciogliere.

Il licantropo compie un paio di ampi passi ed è ormai sui due sbirri.

L’Ispettore si ridesta d’un tratto dal suo stato catatonico, si porta una mano al collo, dà uno strattone e agita davanti a sé un crocifisso d’oro da cui pende la catenina d’oro appena strappata.”¡Vuelve Satanás! Dios mío, escucha la plegaria de tu siervo. Salva a tu siervo en presencia del Enemigo! ¡Arde en el infierno, perro satánico!” urla Diaz brandendo il piccolo crocifisso come un’arma capace di bloccare l’immensa mole del licantropo.

Il licantropo si blocca.

Non è possibile! Diaz ce l’ha fatta! Uno sbirro esorcista? Questa taverna è la casa dei miracoli! ‘A El BaVon Rojo nulla è come appare’ le parole dell’Oste riaffiorano alla mente.
Il licantropo inizia a emettere un suono roco e profondo: somiglia a una risata, ma non contagia allegria, l’effetto è disturbante, trasmette terrore.
“Un crocifisso? Señor Teniente, nella mia forma di miserabile umano, sono ateo.”.

Segue di nuovo quel suono profondo che rifiuto di chiamare “risata”, Diaz indietreggia di un paio di passi, allunga una mano a Cesar, ancora in ginocchio e salmodiante in un balbettio, lo tira per la camicia, lo chiama per nome un paio di volte, senza mai smettere di agitare il crocifisso davanti a sé e alternando un ‘¡Vuelve perro satánico!’ a un ‘¡Arde en el infierno!’.

La massa scura del corpo del licantropo ormai nasconde i due federales alla vista dei compadres. Sono spacciati. Il licantropo solleva le due lunghe braccia ben al di sopra delle sue spalle, gli artigli luccicano in alto come la mannaia del boia l’attimo prima di giustiziare il condannato: l’artiglio sinistro per Cesar e quello destro per Diaz.

Risuona un urlo lacerante che non può essere emesso da un essere umano anche sotto le più terribili torture; è il licantropo!

Due rampini argentati sono saldamente ancorati nelle carni della bestia all’altezza delle scapole. Al primo impatto, il licantropo ha inarcato la schiena all’indietro, si è dimenato selvaggiamente nel tentativo di capire cosa lo avesse colpito ed è stato immediatamente scaraventato a terra: un secco strattone a sottilissimi fili saldati a ogni rampino lo hanno buttato giù sul pavimento. Ora urla e si agita a terra, lascia una scia di sangue scuro mentre viene trascinato all’indietro sulla schiena, lontano da Diaz e Cesar.

All’estremo opposto dei due fili  c’è Batmancito. A ognuno dei polsi è agganciato un sottilissimo cavo luccicante, che si sta riavvolgendo all’indietro trascinandosi il bestione. Non c’è traccia della bobina di filo riavvolto né di un meccanismo simile a un verricello. Sergio dovrebbe essere qui per vedere questa scena! Come costruisce lui i meccanismi e…Sergio!

D’un tratto Ulysses comprende tutto. Batmancito è Sergio.

Non ha il minimo dubbio che sia così. È una certezza come la Fede per i martiri crocifissi. San Pietro rinnegò tre volte di conoscere Gesù Cristo, ma se avessero domandato a Ulysses insinuando come a Pietro “Anche questi era con lui”, Ulysses avrebbe confermato per trentatré volte tre, “Sì, ero con lui: Batmancito è il mio amico Sergio”.

Quel pipistrello nel tempio, l’amico che si comportava in modo strano, le sue visite dal sarto e dagli altri artigiani del paese, il suo chiudersi nella stanza senza fare entrare nessuno, i suoi discorsi sulla morte come rinascita. Quando siamo arrivati a El BaVon Rojo, Sergio era già Batmancito. Si stava preparando per il momento della sua rinascita.

Con lo sguardo ho cavalcato il sottile filo metallico più velocemente di quanto stia trascinando la bestia, distanzio anche il suono del suo orribile strepito e mi fermo soltanto quando raggiungo Batmancito. Cerco i suoi occhi. Mi stava già guardando, lo trovo lì ad aspettarmi e mi sorride. Ha capito che l’ho riconosciuto. Mi sorride nuovamente e mi fa un cenno d’intesa con la testa che colgo soltanto io. Quel sorriso lo riconoscerei al buio. È Sergio, anzi era Sergio.

L’attimo dopo, l’uomo-pipistrello raccoglie da terra il licantropo ormai trascinato ai suoi piedi, lo solleva come se fosse un batuffolo di peli e tempesta il suo corpo con colpi potenti e precisi in rapida successione.

L’intervento di Batmancito ha sorpreso un po’ tutti, ne approfitto per correre verso i due federales, agguanto per le spalle Cesar e lo sollevo, urlo all’ispettore di seguirmi e iniziamo a correre verso gli altri compadres. Raggiunto il corpo insanguinato dell’Oste, ordino ai due sbirri:
“Piantatevi qui e non fate avvicinare nessuno a El Rojo!”

Cesar alla vista dell’Oste s’inginocchia, si stende sul suo corpo e lo abbraccia. Si rialza, il viso, le mani e i vestiti sporchi di sangue, ha uno sguardo che mi fa capire che è ritornato il cabròn che era. Ma questa volta è dalla nostra parte.
Diaz e Cesar mi fissano e all’unisono mi rispondono: ¡No pasarán!

Narciso urla:
“Ade, le armi! Le armi!”

Continua a [Ep.#16] – FIAT PAX IN VIRTVTE TVA

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Onda sonora consigliata: Wreak Havoc cantanta da Skylar Grey 

 

66 pensieri su “Batmancito [Ep.#15] – La Revancha

        1. Credo che farò di meglio, senza nemmeno utilizzare una “trasformazione”. I personaggi sono tutti umani, non hanno super-poteri, conservano tutti la loro umanità. La taverna, come qualsiasi taverna, però attira di tutto…il cliente è sempre sacro…o quasi.

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    1. Sull’action non sono tanto confidente, quanto nell’indugiare sui personaggi e l’ambientazione perciò grazie Liza!
      Sarebbe dovuto intervenire il tuo personaggio in questo episodio, ma i personaggi hanno iniziato a parlarmi fitto fitto e sono andato lungo in questa scena che doveva in origine più breve.
      Al prossimo ci siamo, credo.

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      1. Liza

        Ma guarda ti diro’ … che se anche lo fai stare la’serafico e silenzioso il mio personaggio va bene uguale e’? M pare che la piega presa sia eccezionale così com’e’ 😄

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  1. Zeus

    Letto e ritrovo adesso un nuovo spunto cinematografico… Vampiri vs Licantropi (io preferisco la Beckinsale, ma Underworld non ha retto i troppi sequel).
    C’è una cosa che mi verrebbe da fare e non è la vendetta, caro Oste. Tutti si concentrano sui cagnoloni… mentre io andrei a riprendermi l’anima del buon Oste giù nell’Ade.
    Ci hanno tentato (Ulisse) e il buon Achille ha detto “nada”, ma io sono Zeus e ho un certo grado di parentela con Ade e conosco anche sua moglie Proserpina.
    Quindi, caro redbavon, se sei con me… si va all’inferno e si torna con l’anima dell’Oste. Che ne dici?

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    1. Zeus, porta pazienza. Ma tu inizia pure. Il viaggio a Xibalba lo ha detto Luna non è ancora compiuto (e Luna di non-morti se ne intende). Non posso anticipare ora. Tu inizia e stai pronto al mio segnale che non sarà “Unleash the hell!” (questo è stato appena dato in questo episodio e nel prossimo ci sarà il vero inferno degno del gran Satanasso)
      PS:
      La citazione cinematografica continua sempre a riferirsi a Dal Tramonto All’Alba, ma con la variazione dei licantropi. Più che un Underworld, lo sfondo è un Blade con quel magnifico tamarro di Wesley Snipes.

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      1. Zeus

        Ok, mi metto la briglia e attendo. Ho visto che non è ancora compiuto, ma sai com’è… prima che si abitui alle temperature confortevoli dell’inferno, meglio tirarla fuori da la.
        Io aspetto allora. Tengo le dita a freno e poi mi dirai te.

        PS: sì, dal Tramonto… si nota sempre, ma mi piaceva il rapporto Vampiri – Lycans che c’è in Underworld. Blade non l’ho visto, quindi mi è oscuro ehehe

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        1. Tu inizia se vuoi perché ne potrebbe venire qualcosa di ancora di diverso. Inizia, ora che hai la sacra ispirazione. Sempre che hai tempo.
          Ti dico Blade perché contiene una lotta tra creature non-morte in cui gli uomini sono solo di sfondo e comunque Snipes che interpreta Blade è molto vicino alla mia Luna. Underworld ho visto il primo e mi ha lasciato un po’ “meh”. Blade per la serie “tamarro è bello” ti consiglio almeno il primo (non è un capolavoro eh, ma si lascia guardare sgranocchiando pop-corn)

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  2. GengisJokerBaneKhan

    Nei racconti che farai di sicuro più ricchi d’azione, ti consiglio di mettere questa come colonna sonora. E’ uno dei pezzi che uso di più per allenarmi 😀

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    1. Lo Snipes nei panni di Blade è uno dei tamarri migliori di questo genere cinematografico. Perfetto nel suo ruolo di Diurno. Come dicevo a Zeus, c’è lo zampino anche suo nel minestrone di ispirazioni. Ma non credo si farà vedere in questa produzione di serie Z. Il suo cachet non è alla mia portata nemmeno se vendo Narciso a tranci al mercato dei tonni a Tokyo.

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        1. Narciso lo ripete sempre all’Oste e vuole fare causa a Mastercard perché gli ha fregato la frase. L’Oste lo fa sempre deisistere:
          “Ne’ Narcì, ma tu sei venuto qui nel buco del culo del mondo, per giunta umido e infuocato, per avere le stesse rotture di palle della vita di prima?!? Narcì…”
          “…non ci ho capito nu cazz!”
          “Esattamente”

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                1. E hai notato bene: Narciso senza l’Oste inizia a dare i numeri. Confonde la ragione con l’istinto. L’Oste deciderà di ritornare, non credo ce la faccia da solo…ci vorrà qualcos’altro. E io ho un mente un’ideuzza…Se lo conosco bene, potrebbe funzionare. Ma non dpende da me. A questa botta, non dipende da me.

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          1. … Credo che anche un rpg caricato con razzi in polvere d’argento non avrebbe sfigurato, facendo le sua porca figura… In ogni caso accontentiamoci e godiamo di quanto ci passi tu compadre: è già molto ed intrigante…
            Per conto mio mi sto apparecchiando a farci fronte con tovagliolo al collo e coltello e forchetta impugnate…

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                  1. No, sono rimasto affascinato dal film “Inception”, lo ricordi? Ad un certo punto c’era uno che diceva all’altro: ci sparano con dei mitragliatori, noi con le nostre misere pistole siamo perduti! Allora l’altro gli risponde: guarda che siamo in un sogno, quindi approfittane. E gli piazza in mano un lancia granate…

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