Batmancito [Ep.#14] – Un errore fatale


Segue da Ep.#13. Renacimiento

No, non è Batman! L’Oste ha ragione. A dare ascolto a Narciso l’Oste non ha mai ragione. Ma in questo caso l’Oste ha ragione da vendere.
Il misterioso figuro apparso nella taverna non può essere Batman. L’uomo, vestito come un Batman azteco, è infatti della statura tipica del popolo dello Yucatan, supera di poco il metro e sessanta, tracagnotto, ben piazzato, una peluria di baffi appena accennati. Somiglia più a uno scaricatore di porto che a un super-eroe.

Carnevale è passato da un pezzo. La faccenda è dannatamente seria.

È un Batman in scala ridotta, è Batmancito!

La taverna è piombata in un silenzio innaturale. L’unica niente affatto stupita è Luna. Anzi le scorgo in viso un’espressione compiaciuta. Mi nota che la sto fissando, incrociamo lo sguardo per un attimo, poi rivolge nuovamente la sua attenzione all’uomo misterioso.

Il silenzio viene rotto dall’uomo mascherato da pipistrello azteco. Getta uno sguardo alla taverna e ai presenti, poi allo yankee che ridacchiando aveva esclamato “It’s Batman!”.

“Yo soy El Justiciero de la Noche, el cazador inviato dal Sommo Camazotz, el novio de la Muerte. Sono il Prediletto della Notte – si rivolge con tono compiaciuto a tutta la platea  – e sono in buona compagnia: quante altre creature della notte!”.

Di scatto punta in direzione di Luna e le si rivolge direttamente con tono reverenziale:

“Reina de la Noche, mucho gusto. Anche tu qui. Lode a Camazotz che ci ha fatto incontrare il giorno della mia rinascita.”.

Luna fa un largo cenno con il capo: “Ishahl A’wyae K’uhul Ajaw – sorride e aggiunge – El honor el mío”. Il suo sorriso è il più bel ringraziamento che un uomo possa mai desiderare.

Le sue parole fanno capire agli astanti da quale parte sta Batmancito!

La banda degli yankee non la prende bene: Batman, sebbene in abiti vintage messicani, è comunque un americano, è uno di “loro” e quindi si aspettavano che fosse arrivato per mettere la parola fine a questa bettola di comunisti e fottuti sotto-sviluppati.

Due dei quattro energumeni ormai a pochi passi da tiZ e Zeus, deviano improvvisamente, salgono alcuni gradini e si fermano in gesto di aperta sfida all’uomo-pipistrello.

Batmancito scende due gradini e spicca un balzo in alto, si libra sui due ceffi, ricade alle loro spalle senza produrre alcun rumore, ne afferra le teste e le fa cozzare una contro l’altra. I due bestioni si ritrovano nel mondo dei sogni senza essere passati per il dormiveglia.

I due yankee sulle scale devono ancora toccare terra che Batmancito è già alla fine di una scivolata e in procinto di effettuare una mezza capriola in direzione degli altri due compari. Uno di questi è sul palco e si avventa su tiZ e Zeus. L’altro corre incontro all’uomo-pipistrello. Lo yankee, a dispetto della sua mole, ha lo slancio di una leonessa sulla sua preda in fuga. Troppo tardi.
Dopo la mezza capriola, Batmancito è balzato in alto, l’ultima cosa che vede lo yankee è un’ombra che piomba su di lui: è il mantello nero di Batmancito.

Sul palco tiZ e Zeus se la stanno vedendo brutta contro una versione ridotta di King Kong, ma molto più aggressiva. I due musicisti sono più agili e riescono a evitare i colpi. Basterebbe una sola di quelle mazzate per garantire al dottor Feliz un “Tutto esaurito” per tutta la stagione nella sua improvvisata infermeria: solo due posti letto, precisi per tiZ e Zeus.
Senza nulla togliere a quella brava persona del dottore, ma la sua infermeria è un posto dove anche gli scarafaggi muoiono di depressione.

L’anello di congiunzione tra il leggendario gorilla e uno yankee sta distruggendo mezzo palco: una cassa è stata appena smontata da un suo pugno, la batteria ormai è ridotta a un cumulo di resti irriconoscibili, un piatto è conficcato nella parete. Zeus ha evitato per un soffio di essere decapitato da uno strumento musicale.
tiZ riesce a girare intorno all’avversario, mentre Zeus approfitta per colpirlo: un mordi e fuggi di retaggio Vietcong. La tecnica ha funzionato a metà del XX Secolo contro gli avi di questi yankee, ma ora si sta rivelando inefficace: l’impeto degli assalti rallenta con troppa lentezza.

Dopo avere lanciato il terzo energumeno per diversi metri fino a farlo atterrare su uno dei pochi tavoli ancora integri, Batmancito si dirige verso l’ultimo di quella che doveva essere una spedizione punitiva, rivelatasi invece il più grosso errore della loro miserabile vita.

Lo yankee afferra una chitarra e la fa in mille pezzi cercando di centrare la testa di tiZ. Si trattava della seconda chitarra preferita da Zeus, una vecchia chitarra acustica, compagna di studio e dei primi concerti. Ahi ahi ahi gringo! Non lo hai fatto apposta, gringo? Dici che non lo sapevi, gringo? Mala suerte, gringo.

Zeus si trasforma nel suo omonimo divino abitante sul Monte Olimpo qualche migliaia di anni fa nella lontana Grecia: lo colpisce con una gragnola di colpi rapidissimi e concentrati in un solo punto all’altezza del cuore, il bestione barcolla paurosamente; tiZ con un tempismo perfetto conclude una scivolata assestando un doppio colpo in mezzo alle gambe, genitali in pieno. Il bestione è in ginocchio ed è questione di momenti che s’abbatta con frastuono sui resti della batteria, ma Zeus non è ancora soddisfatto. Afferra un grosso cavo elettrico, che collega il palco al generatore principale, e lo sradica dalla console di comando. Il viso di Zeus si illumina dello zampillo di scintille danzanti al ritmo delle scariche elettriche e non promette niente di buono; senza esitazione, il chitarrista usa il cavo come frusta sullo yankee, che alla prima scarica, sobbalza in modo orrendamente innaturale per qualche secondo e poi, inerte come una lastra di marmo, si abbatte sul pavimento.

L’Oste, Narciso, Luna e io, rincuorati dall’inaspettato aiuto, riusciamo a fare indietreggiare tutta la linea di malditos gringos. L’impeto è però eccessivo: il loro centro cede, noi vi ci infiliamo come un cuneo, ma non ci accorgiamo che le loro ali iniziano a stringerci a tenaglia nel mezzo.
Annibale lo aveva fatto con le legioni romane ed era stata la peggiore carneficina di tutta l’Antichità.
L’Oste è il primo ad accorgersi dell’errore, urla di indietreggiare e, per liberarci dalla morsa dei nostri attaccanti, ci spintona indietro uno a uno. In questa manovra, inevitabilmente si espone a ripetuti colpi, ne evita un paio, ma altrettanti li incassa. Gli sono tutti addosso!
Il leader si fa largo, smanacciando e spintonando quelli tra i suoi che sono tra lui e l’Oste. Gli piomba addosso, lo stringe nella morsa delle sue braccia, lo alza sulle spalle e lo proietta come un sacco di patate verso l’entrata della taverna.
L’Oste rotola su se stesso tre, quattro volte e si rialza con un balzo felino. Deve fare male, ma non è il tempo per lamentarsi. Lo Yeti texano è deciso a farla finita una volta per tutte e gli corre incontro, mentre l’Oste cerca di rientrare nei nostri ranghi.

“Policía! Manos arriba!”

A queste parole, tutti i presenti nella taverna vengono di nuovo colti da un incantesimo di paralisi.
Tutti sono immobili e rivolti nella direzione da cui sono state pronunciate quelle parole: appena oltre l’entrata della taverna, Marcelo Alejandro Diaz, Ispettore della Policia Federal, e il suo tirapiedi Cesar, sono a pistole spianate e con un sorriso di malcelata soddisfazione sui visi.

L’Ispettore Diaz si rivolge all’Oste:
“El Rojo mi meraviglio di te! Ti facevo uno più scaltro, più intelligente! Finalmente mi dai un motivo per chiudere questo lugar de mierda.”
Cesar aggiunge ridacchiando:
“Se lo has entregado en bandeja de plata”.
Diaz ridacchia e continua:
“Eh già ce lo hai servito su un piatto d’argento! Sei un gringo, ma pensavo fossi differente, un po’ più intelligente degli altri.”.

L’Oste incassa il discorsetto dei due federales, sa che è meglio non innervosirli. Fa un passo in avanti, si blocca mettendo le mani avanti e gli dice:
“Diaz, faccio quello che volete, ma per la Santa Vergine di Pilar riponete le armi – alza il tono con un timbro di preghiera accorata – riponete le armi, por favor!”

Di tutta risposta Cesar urla:
“Manos arriba, todos ustedes! O les vamos a disparar como a perros!”

L’Oste insiste fissando l’Ispettore:
“Ispettore, faccia riporre la pistola al suo… – fa una pausa per evitare di usare l’appellativo che avrebbe voluto veramente usare per Cesar – sergente. Por favor, mi dia ascolto, Diaz. Mi dia retta: le cose possono peggiorare e di molto.”.

Avesse dato retta Diaz all’Oste!

Cesar continua ad abbaiare. Il suo modo di ridacchiare, le sue urla, la sua pronuncia rabbiosa farebbe perdere la grazia anche a buonanima Madre Teresa di Calcutta.

Il bestione a capo degli yankee è esattamente tra l’Oste e i federales. L’entrata da smargiassi lo ha infastidito e giurerei che, anche a casa sua, non sopporta gli sbirri. Se sei sbirro e sei messicano, scali prepotentemente la sua classifica dell’odio. Ignora l’Oste, ignora due bocche da fuoco calibro nove millimetri puntate addosso e avanza minaccioso in direzione dei due federales.
L’Ispettore gli intima di fermarsi prima in spagnolo, poi in inglese, ma ormai ha già coperto la distanza che li separa.

Uno sparo!

Cesar! Il sergente ha premuto il grilletto. Un colpo è stato esploso quasi a bruciapelo dalla canna della sua Beretta 92. Ma lo yankee non è stato colpito!
Giuro di non averlo visto spostarsi, eppure deve essersi mosso. Ha fatto un passo lateralmente alla sua sinistra quel tanto da evitare il proiettile. Non si è spostato, giuro. È tutto accaduto così velocemente, ma so quello che ho visto: al momento dello sparo, al posto dell’imponente gringo è apparsa una macchia sfocata, diafana come un fantasma, e si è materializzato immediatamente dopo, a un passo alla sinistra della sua posizione originaria.

Mi giunge una voce conosciuta ma stranamente diversa. Le parole pronunciate con una voce roca, parole lente, affaticate. Metto a fuoco la direzione da cui provengono. È l’Oste!

“Cesar, io ho sempre pensato che avevi una mira dimmerda, ma questa volta hai fatto un centro perfetto.”.

Le parole di El Rojo si spengono in un gorgoglio, un rivolo di sangue scuro fuoriesce da un lato della bocca, scivola sulla guancia, scorre veloce oltre il mento come un salto di un ruscello rosso e si tuffa sul petto dell’Oste sparendo in un lago scarlatto. La parte destra della camicia è zuppa di sangue, gronda di liquido rosso scuro la mano destra premuta sul lato destro del petto, l’Oste chiude le palpebre e si affloscia su se stesso come se lo spirito fosse stato soffiato via, lasciando dietro di sé un involucro vuoto.

Non potrò mai dimenticare l’urlo di dolore di Narciso.

To be continued

giaguaro-pipistrello-maya

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Onda sonora consigliataGot well soon cantanta da Breton

 

88 pensieri su “Batmancito [Ep.#14] – Un errore fatale

    1. No, non finisce qui ma manca poco. L’Oste però è più di là che di qua. Molto più di là…Potrebbe salutare questa valle di lacrime, ma forse potrete voi fare qualcosa per lui…ma tempo al tempo.
      Povero Oste.
      (Diamine certe volte come racconta-storie mi verrebbe voglia di prendermi a schiaffi)

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  1. Devo recuperare tutte le puntate precedenti!
    Sei un garnde, Red. Hai dato anima e corpo reali (narrati) a personaggi virtuali del web (che in teoria esistono davvero). E molto altro ancora, ovviamente.
    Mi piace questo tuo raccontare. Vai avanti!

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    1. OnPaolobbello, sei arrivato sul più bello…l’Oste non sarebbe d’accordo su quest’ultima, ma ha altro di cui preoccuparsi (pensieri, opere e omissioni e una sfilza di atti di dolore e Pater Noster). Siamo orami alla fine, un paio di episodi a occhio e croce e alla fine ci sarà da compiere non una semplice scelta, ma un atto da parte degli aficionados. Se riesci a stare dietro a questo manipolo di personaggi, vedrai che quanto hai apprezzato del mix virtuale-reale troverà una conclusione che dipende dal…reale.
      Lo so, sono criptico ma non posso svelare di più.

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        1. Troppo semplice Conte. Lo sai che io vi voglio bene e ho in grandissima stima chi è così temerario da accettare la sfida di leggermi.
          Sarà qualcosa che necessiterà di uno sforzo in più di un semplice clic, sarà qualcosa che vi coinvolgerà emotivamente (se vorrete), sarà qualcosa per cui dovrete metterci del vostro, sarà qualcosa per cui l’Oste capirà se vale la pena lottare o arrendersi a passare il suo tempo a giocare a tresette con i morti (il plurale non è puramente casuale)

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            1. Tu dici che non avrebbe difficoltà ad ambientarsi…Narciso non credo sarebbe d’accordo: gli fa un mazzo così se viene a sapere che nell’Al di là l’Oste si trova bene e ha lasciato lui, da solo, in quel lugar de mierda. Altro che Orfeo ed Euridice: Narciso va nell’Al di là, lo gonfia di mazzate e, senza voltarsi indietro, se ne ritorna alla taverna, bello e soddisfatto.
              Mai sottovalutare i diversamente alti.

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    2. Tutto vero, confermo e sono d’accordo con Paolo; li hai resi fin troppo veri i personaggi, ma così tanto che ora mi sono accorto di chiudere (anzi sigillare) la finestra quando vado a letto. Il Batmancito prima o poi mi entra in casa, lo so. Merito della tua fantasia e di una scrittura limpida e vera. Vorrei dirti evocativa, ma da “cagarmi addosso” rende meglio. Domani mi salvo il pezzo e lo stampo, voglio rileggerlo con calma, notte

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      1. “Da cagarmi addosso”. Stupendo. L’effetto scaccia-tossine e libbbberatorio è per me lusinghiero. ‘Notte OnGiancà. E mi raccomando la attendo al gran finale, seduto in prima fila, ho riservato per lei un trono di ceramica con tutte gli opZionalS 😉

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    1. I federales sono intoccabili e perciò arroganti e vanno per le spicce. Il poliziotto non è affatto nei guai dal punto di vista giuridico, almeno. In quel buco infuocato e umido di paese la Giustizia è un concetto relativo, ma molto meno astratto della nostra che ti fa attendere 10 anni per avere una sentenza definitiva. Non è il Far West, ma è un complesso di uomini equi e uomini sprezzanti. La giustizia è il risultato della prevalenza degli unì sugli altri, che varia da evento a evento. L’Oste è decisamente in guai peggiori.
      Batmancito è super partes, più che un super-eroe.

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        1. Diciamo che i rappresentanti della Legge spesso sono sopra le righe e – si sa – quando non c’è il gatto, i topi ballano. Il caso di Luna è invece particolare: senza fare spoiler a chi non ha letto la sua prima comparsa in taverna, risponde a leggi diverse.

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  2. Zeus

    E così arriviamo al capitolo 14 con, nell’ordine:
    – un Batmancito agile e combattivo
    – il duo tiZ e Zeus che fanno il delirio sul palco
    – altre botte alla Bud Spencer
    e, infine, due personaggi a me cari: l’ispettore Diaz e Cesar (e continuo a dire, non capisco come mai il buon Cesar sia reputato così male, quando ha incominciato a raccontarmi la sua storia, Cesar era decisamente molto tranquillo).
    Infine, ma non per importanza, l’Oste ferito in maniera grave. Uccidere il personaggio è qualcosa che solo pochi scrittori riescono a fare, vediamo cosa farai te nei prossimi capitoli!

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    1. Cesar ha reagito come un qualsiasi dei federales. Non voleva certo colpire l’Oste, per quanto sia diffidente nei suoi confronti. Non è reputato male, ma lo sono i federales. Non hanno decisamente una buona nomea. Nel mio viaggio in Messico in automobile, non temevamo gli assaltos, ma i blocchi dei federales. In Chiapas è molto peggio, molto peggio. Giravano con pick-up e armati di tutto punto. E in Chiapas la popolazione mi è sembrato tutt’altro che gente bellicosa. Molto orgogliosa delle proprie radici, ma non bellicosa.
      Quindi in Cesar in quanto appartenente alla Policia Federal io riverso la mia diffidenza e quella del popolo, E qui vieni in ballo tu: lo hai preso per mano questo personaggio e lo hai modellato. Sta a te fare cambiare idea o confermare certe impressioni da parte degli altri personaggi. Ripeto: il colpo è stato esploso contro lo yankee che minacciava da presso l’Ispettore e lui. Lo yankee lo ha evitato (nel prossimo episodio capiremo di più) e l’Oste è stato colpito. Un errore…fatale, appunto.
      Cosa farò nei prossimi capitoli? Credo ce ne siano una altro paio, ma la domanda corretta è: cosa farete voi?

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      1. Zeus

        Capisco, ne avevamo già parlato 😉 sarà che io avevo in mente un personaggio diverso, forse più sfaccettato (o forse meno ehehe) e questo Cesar che ne è uscito è una continua sorpresa anche per me. Chi lo sa.

        Quello che capisco, almeno dalle abili allusioni, che questo è un capitolo interattivo. Stai “spingendo” per la storia, lo vedo. Per motivi extra-blogghistici dalla fine della prossima settimana sarò ultra-incasinato, quindi se la proposta è quella di “scrivere” devo mettermici sotto questo weekend ehehe

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        1. L'”interazione” (per chi vorrà) ci sarà, ma solo alla conclusione di tutta questa faccenda. Diciamo che dovrei farcela per metà, al massimo alla fine della settimana prossima. E’ facoltativa e, comuqnue vada (anche zero “interazioni” è un risultato valido), scatenerà alcune conseguenze.
          L’Oste ha un atteggiamente neutrale nei confronti di Ceasar ed interpreta – senza additivi né conservanti – la diffidenza della popolazione nei confronti dei federeles. Starà a Cesar dire e fare qualcosa per fare cambiare idea o dare conferme. Diciamo che sto creando un po’ di “background”. In Batmancito è nato El BaVon Rojo: i personaggi vi ritornano come si torna a casa dopo essere stati lontano tanto tempo. Respirano l’aria di casa propria, si ricaricano di energia, si incontrano amici di vecchia data. Una volta “carichi”, partono per il loro nuovo viaggio

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          1. Zeus

            Sei criptico! O io sono molto più svarionato del solito e non capisco il sottotitolo. La reazione (o la sua mancanza) scatenerà conseguenze? Ma reazione nei commenti o in termini di racconto?
            Minchia… mi sta appassionando sta cosa. Questo è il livello di malvagità scrittoria che bisogna avere 😀
            In effetti è una sorta di sequel/prequel al racconto in salsa guacamole, quindi l’entrata in scena non è male. Il tempo e lo spazio si mescolano in maniera molto lovecraft in batmancito 😀

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            1. Ahahahah hai ragione ma non posso rovinarti la “sorpresa”. Ciò che chiederò ai lettori è di: fare la propria parte. Chi sentirà di farlo, chiaramente. E in base a ciò che ne verrà fuori ci saranno delle conseguenze. Più non posso dirti.
              Sono lusingato che hai usato un riferimento a Lovercraft: i miei due pilastri letterari sono Il Signore degli Anelli di Tolkien e i Racconti di Lovercraft. Lo avevo anticipato che avresti trovato parecchie citazioni. Non c’è niente da fare: non si può nascondere nulla a un Dio! 😉

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              1. Zeus

                Ok, allora facciamo così. Io continuo a farmi sorprendere fino alla tua “call-to-action”. Poi mi prendi a sberle e mi svegli! 🙂
                I riferimenti ci stanno, anche se Lovecraft è più sullo sfondo rispetto ad altre influenze (dal tramonto all’alba è sempre sul top).

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                1. E questo è il bello! Hai percepito lo “sfondo”. Ormai mi conosci e hai notato che scrivo a strati, gli statistici li chiamano “layer”, i cuochi “strati di pasta sfoglia”, ma mamma “pettole di pasta all’uovo”.
                  Questo Batmancito è un gran mischione di varie cose e influenze; magari indigesto, magari nemmeno edibile. Non dico che è roba per palati fini perché questa è spocchia tipicamente sinistrorsa!
                  Nascondo certi ninnoli all’interno del testo, come si usava un tempo nelle torte nella tradizione anglo-sassone, e sono contento quando qualcuno li trova. Certo che molte volte li nascondo talmente bene che è veramente difficile.

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                  1. Zeus

                    Sì, scrivere a strati è interessante. A volte è bello anche inserire l’easter egg nel racconto, se lo trovano sei felice, se non lo trovano sei felice comunque perché, sotto sotto, sai che l’hai nascosto alla grande.
                    Anche io metto il messaggio secondario dentro nei testi, ma spesso tende a svarionare e diventare come il “supposto messaggio al contrario contenuto nel disco Led Zeppelin IV”: una gran bufala, ma tutti ci credono eheh

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    1. Cesar non ha colpito volontariamente l’Oste. E’ stato un errore. Fatale, appunto, per l’Oste.
      L’Oste non ha la tempra d’acciaio, no. E’ come tutti. L’unico che poteva prendersi quella pallottola era lui. D’altronde è il responsabile della taverna e non avrebbe mai voluto che capitasse a qualcuno dei suoi compadres.
      Non c’è una colpa, c’è chi carica di una responsabilità per le persone che ama, anche se a volte non è la sua.

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  3. Le braccia lungo il corpo e uno sguardo incredulo,
    Silenzio irreale,
    Rimbombante,
    Assordante,
    Vuoto…
    L’aria soffoca,
    Il fumo si dirada nelle sigarette lasciate a bruciare..
    Qualcuno si porta le mani alle tempie,
    Nessuno ha il coraggio di parlare, nessuna musica suona più, nessun orologio scandisce il secondo e si sente a mala pena una padella friggere timida nella cucina…
    L’aria è diventata gelida: si taglia col coltello dentro quell’attimo che tutto ferma e tutto cambia … come quell’istante in cui tutte le sinaPsi si congelano. ..
    Nella strada un gatto destato dal suo dormire si solleva parca, inclina la testa in direzione del movimento per pochi secondi e poi si acciambella di nuovo….
    Tutto continua, tutto poteva andare diversamente, tutto è andato perso e ritrovato…le ho prese e le ho restituite… ma adesso qualcosa sta inesorabilmente per cambiare. ..

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      1. tiZ, ma come fai? Ma quant’è bbbbella ‘sta canzone!. astrigneme cchiù fforte
        e dimme ca nun ce perdimmo maje
        ma chesta notte no

        aspettame dint’ ‘e suonne doce

        ca ce verimmo llà

        Vabbuò, questa è la mia OffiScial SoundtrackiA pe’ tutta a’ semmana e pure ecchiù!
        Grazie!

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  4. Lo so che gli scrittori lo fanno, ma per me è sempre perfidia pura interrompere così un racconto… Le masche delle mie parti mi suggeriscono un sacco di cose, ma non le metto neanche su carta…pardon, su tastiera, o come si dica…. vedrò di aspettare, e raccoglierò tutti i brandelli di pazienza….

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    1. A una così temeraria da leggersi tutto di seguito queste scalcagnate avventura in una lingua italiana almeno coerente, posso offrire un po’ di metadone nel primo pomeriggio. Tieniti pronta a un nuovo episodio che pubblico oggi (e che leggerai quando e dove ti pare) in cui ci saranno almeno tre dico ben tre colpi di scena. E l’Inferno deve ancora scatenarsi…L’Oste sta viaggiando verso Xibalba, il mondo dei morti per i Maya.

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        1. L’Oste se non è proprio morto, sta più di Là che di qua. Questo è certo. Uno dei suoi motti è: A El BaVon Rojo nulla è come appare.
          Alla fine ci sarà una chiamata ai lettori e potrebbe cambiare qualcosa.
          Un libro? Anche Ade l’ha detto, ho già due copie da inviare con dedica.
          Sarebbe necessaria una bella rivisitazione da parte di un editor, che farebbe sicuramente a pezzi (migliorandolo) il mio italiano crocifisso. Piuttosto devo pensare se raccogliere tutto e impaginarlo in un pdf e magari stamparlo.

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  5. Perdiamine, non avevo fatto in tempo a ravvivare il mito di Canne, che tu, compadre, mi tiri fuori Zama con un mirabile oste-Scipione l’Africano: pronto ad anticipare le trame di quella vecchia volpe di Annibale…
    Brano magistrale amico mi, sempre più un godimento…

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        1. Morto, beh è messo maluccio. Parecchio maluccio. Clinicamente non gli darei molte possibilità e anche se alla taverna succedono cose strane, l’Oste è un bel pezzo avanti per la strada verso Xibalba.
          Una cosa però posso dirtela: Narciso avrà bisogno di voi alla fine. Chi vorrà, lo ascolti e poi decida se fare la propria parte. Il Destino dell’Oste non è più nelle mie mani.

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  6. NOOOOOOOO! CAZZOCAZZOCAZZOOOOOOO! Perché non ero qui, perchè????? MMMMERDAAAAAAAAA…
    Red, caro Red…. e adesso? come faccio io a non sentirmi in colpa per non esserci stata! maledettame!!!…
    recupero e se Oste non torna in piedi nei prossimi episodi io ti vengo a prendere e ti carico di pugni sulle splalle!!!

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    1. Ahimé ho provato a darti segnali che più avanti avresti trovato una brutta notizia, perché spiattellartela così non me la sentivo. Stavo quasi per scriverti, ma poi mi sono detto: “avrà meglio da fare, non rompere l’anima con le tue fregnaZZette in croZe”.
      Quando arriverai all’ultimo mio episodio “Epilogo?” capirai meglio e forse ci sarà bisogno del tuo contributo. Stai vicino a Narciso, ne ha bisogno.

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      1. ( sono in lacrime sotto la scrivania…)
        ho intraletto qualcosa…. ma devo capire quale aiuto per non incasinare a vanvera, devo leggereleggereleggere tutto prima che sia troppo tardi…
        Cazzo se mi sale il crimine…. ma Cesar… qualcuno gli farà malissimo vero???..NO! non dirmi niente… 😦

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            1. Guarda che se provi a riscrivere una cosa del genere su di te, ti banno 😉
              Non dirlo manco per scherzo. Quale figura barbina? Sapevo che saresti tornata quando fossi pronta. Temevo che beccassi ‘sta botta a bruciapelo. Però, mica ti volevo fare sentire così!
              Piuttosto: BEN-TOR-NA-TA!
              (e Red si affacciò alla porta della taverna con a tracollo un pezzo di manzo intero da spalla a spalla, puntò un mingherlino biondino e lo apostrofò: “Nè guagliò, chi ha ordinato un vitello grasso? Dove lo appoggio? Oh jamme belle, che pesa!”)

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