poltrone&stocà hai rotto erca’!


Immagine da web

Tra una tequila limon y sal, un’enchilada e storie al sabor de habanero y guacamole, prendo una pausa prima di fare scatenare l’inferno nella taverna. Ho avvertito forte l’esigenza di battere le dita su questa sadomasochista della tastiera a causa di due pensieri apparentemente senza alcun collegamento, nemmeno per la mia versione più pirla di Icaro e Pindaro messi insieme.

Eppure il collegamento alla fine c’è. Pindaro e Icaro si sono appena congratulati con me: “Sei un vero pirla!”.

Qualcuno dovrebbe spiegarmi come mai i miei cari Pindaro e Icaro mi insultino in lingua lumbard, preferirei che m‘insultassero  – se proprio devono – nella mia lingua:“sicchie ‘e nafta” o “samenta” renderebbero meno penoso il crollo della mia auto-stima, che già di suo è un assente ingiustificabile.

La miccia è stata innescata da una pubblicità televisiva di una nota azienda produttrice di “sedili per più persone, imbottiti e con cuscini usati in sale, salotti e altri ambienti di soggiorno”. Avete già capito di chi parlo, anche perché martella da molto tempo in TV lodando la sapiente capacità degli artigiani italiani per poi svenderla con sconti del 70%. Come per dire:  noi italiani siamo dei ladri e ci vogliamo fare riconoscere.

Avete capito che la pubblicità di poltrone&stocà (leggere in romanesco) nella mia personale classifica degli orrori ha raggiunto sul podio le altre due pubblicità più terrificanti mai trasmesse da un apparecchio televisivo, dal tubo catodico ai cristalli liquidi.

Il primo gradino del podio è occupato stabilmente da una marca di dentifricio.

La pubblicità si apre con una scritta bianca su sfondo rosso. Non puoi non leggerla! Anche se stai facendo altro, il tuo cervello associa quei due colori a un messaggio importante e quindi devi per forza leggere:

“Ti capita di vedere del sangue quando ti lavi i denti?”.

L’immagine che segue tale scritta è quella di un lavandino visto dall’alto: candido, bianchissimo, lucente, appena smaltato. E il primo pensiero ti fa rabbrividire: “No! Non farlo! Mica lo farete?!? Siamo in TV in fascia pure protetta, no eh? Non…lo…fare..t..” SPLAT! Uno sputo lordo di sangue appare sullo schermo! Eccheccazzo! Sto cenando!

Non inserisco il link al video né un’immagine perché è di cattivo gusto e merita la damnatio memoriae.

Il secondo gradino del podio degli Orrori in verità è affollato da un certo numero di spot, uno più terrificante dell’altro, non riesco davvero a scegliere quale “premiare”.

Si tratta delle tante pubblicità che danno un’immagine delle donne come perennemente afflitte da incontinenza urinaria, gonfiori addominali e flatulenze, pruriti vaginali, oltre a isterismi tipici di quei giorni in cui “hanno le loro cose”. Giusto per enunciare le afflizioni delle donne più giovani, perché per le signore più in là con gli anni si aggiungono pannoloni, dentiere e un marito che di notte non le fa  dormire perché si vergogna di ammettere che ha problemi di prostata. E prenota ‘sta visita dal dottore e facci dormire!

Non contenti di avermi fatto maledire di essere eterosessuale, questi geni della pubblicità e i loro committenti,  sicuramente servi del Caos e del Male (altro che sette sataniche e l’Esorcista!), utilizzano come testimonial delle ragazze tra i venti e i trenta anni, non eccessivamente gnocche, ma abbastanza per domandarti, lacerato da un dubbio amletico: “Metti che, per pura botta di culo, magari è brilla e ha avuto da poco una delusione amorosa,  una di queste belle figliole vuole passare una notte folle d’amore con me…E se gli viene il prurito lì? E se sul più bello mi spara un peto roboante?  E se mi urina sui sedili dell’automobile?”

Insomma la libido crolla a picco. L’effetto è spiazzante, alienante, disturbante. La pubblicità normalmente contribuisce ad alzare i livelli di libido anche se ti vuole vendere uno spritz in bottiglia. È un rischio per tutto il Sistema economico. La pubblicità propone qualsiasi – e dico “qualsiasi” – prodotto facendolo presentare da una bellissima donna o uomo. E se uno bello così, di successo, sempre felice (a parte quei bellissimi ragazzi sempre depressi& incazzati nelle pubblicità di profumi…) mi propone un prodotto, perché non dovrei credergli? Potrei diventare anche io così, no? [Coro di voci da dentro: “ma nemmeno con Photoskiop!”]

E veniamo al terzo gradino del podio degli Orrori.

La pubblicità di poltrone&stocà si era già guadagnata una posizione stabile nella mia detestabile T(r)op Ten vista la sua invadenza mediatica, le promesse di affrettarsi per usufruire di uno sconto che “a quel prezzo, che fai glielo lasci?” e poi rispuntare puntualmente nel palinsesto televisivo e urlare di nuovo le promesse di sconto eccezionali come i negozi di tappeti che espongono il cartello “Fuori tutto! Sconto 60%-70%-80% (e perché no tutto il cucuzzaro) causa liquidazione” con il solo piccolo particolare che quel cartello è ormai esposto da diversi anni.

In questi giorni però si è superato il limite!

Oltre alla solita pantomima degli artigiani, del “Made in Italy”, dei prezzi stracciati hanno aggiunto un jingle tipicamente natalizio e strombazzano il claim “In [omissis nome dell’azienda] è già Natale”.

Ho oscurato il nome dell’azienda. Mi sta troppo sul ca’! [immagine da Web]
Non so chi sia il genio pubblicitario che abbia deciso di fregare in volata le pubblicità degli immancabili panettoni e pandori, ma ha tutto il mio sdegno per avermi rovinato il mood autunnale di questa fine di settembre.

È settembre! Non è Natale! Capisco che dovete stimolare la domanda e i consumi interni, ma porcapupazza  perché volete rimettere in moto la malandata economia di questo Paese sempre con i miei pochi e sudati soldi!

Pure soprassedendo sulle questioni di vile denaro e di stagioni che le mezze ormai non ci sono più (e pure questa fregnaccia è stata detta), c’è una cosa che non riesco a mandare né giù né su: mi rovina l’attesa del Natale.

Ricordo che a Natale trasmettevano in TV le commedie di Eduardo De Filippo. Papà e io, rimasti gli unici ancora svegli, ci sistemavamo in cucina sulle uniche due poltrone (saranno state di fabbricazione cinese, mavafanculo!) e consumavamo questo rito del Natale-di-noi-due. Con il passare degli anni la RAI spostava l’orario di trasmissione delle commedie di Eduardo sempre più tardi, in seconda serata, poi a notte fonda. Tuttavia papà e io non mancavano mai l’appuntamento.

Il Natale ha quel sapore caldo di festa in famiglia, un sapore unicamente domestico, a casa con i propri cari. Proprio come il ragù caldo e fragrante che ha il sapore della festa delle domeniche a casa.

Vi lascio un piccolo esempio di autentica poesia di Eduardo De Filippo: ‘O ‘rraù.

Eduardo De Filippo ha reso omaggio al ragù (aggiungere “napoletano” è pleonastico) con questa poesia e vari riferimenti nelle sue opere teatrali, come quello nella commedia Sabato, domenica e lunedì

O rraù ca me piace a me
m’ ‘o ffaceva sulo mammà.
A che m’aggio spusato a te,
ne parlammo pè ne parlà.
Io nun songo difficultuso;
ma luvàmmel’ ‘a miezo st’uso

Sì,va buono: cumme vuò tu.
Mò ce avéssem’ appiccecà?
Tu che dice? Chest’ ‘è rraù?
E io m’ ‘o mmagno pè m’ ‘o mangià…
M’ ‘ a faja dicere na parola?…
Chesta è carne c’ ‘ a pummarola

Quella che segue non è una traduzione letterale, ma cerco di fare capire il senso e la sfumatura che il dialetto dà direttamente, mentre l’italiano ha bisogno di qualche parola in più.

Il ragù che mi piace a me (lo so in italiano non è corretto, ma il napoletano rafforza quando vuole enfatizzare, quindi è corretto)
me lo faceva solo mammà(“mammà” è “intraducibile”, rende di per sé il legame unico di ognuno alla propria madre)
Da quando ti ho sposato,
[del ragù che fai tu] ne possiamo parlare tanto per parlarne.
Io non faccio il difficile;
Ma togliamo di mezzo quest’usanza

Si, va bene: come vuoi tu.
Ora vogliamo pure bisticciare [su questa cosa]?
Tu che dici? Questo è ragù?
E io lo mangio tanto per mangiare (per rispetto alla moglie, alle sue buone intenzioni e impegno)
Ma me la fai dire una parola?
Questa è carne col pomodoro.

Papà non c’è più e nemmeno le commedie di Eduardo in TV.

Non comprerò mai nulla da poltrone&stocà!

Onda sonora consigliata: Nun me rompe er ca’ di Gigi Proietti 

 

75 pensieri su “poltrone&stocà hai rotto erca’!

    1. Questi la cazzimma la fanno uscire pure ai santi!
      PS: dire a un napoletano “hai la cazzima” o “sei cazzimmoso” non è un complimento, anzi un pesante insulto. Forse te l’hanno spiegata male…comuqnue apprezzo bro’ perché con questi bisogna essere cazzimmosi.

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  1. Perfettamente esauriente e condivisibilissimo il tuo sfogo, compadre. Però permettimi di aggiungere una piccola postilla: fino a non molto tempo fa, in coda allo spot, ci aggiungevano di affrettarsi, perchè la promozione terminava domenica, senza spiegare di quale domenica si trattasse. Quindi lasciando immaginare che potesse essere la domenica di chissà quale futuro adombrante eternità, con ciò ti lascio immaginare il mio sconforto e la disperazione che mi hanno portato a considerare pure un cappio pendente dal lampadario. Non contenti, sfoderavano pure un ulteriore 40% al 50% già sbandierato di sconto, dunque riducendo ad un ipotetico prezzo di un misero 10% del prezzo dei loro preziosi gioielli… Insomma: io non posseggo una tv, ma lo spot mi ammorba lo stesso da tutte le stazioni radio che seguo. Dunque mi hanno alimentato un sospetto, non tanto vago, che i curatori di questa campagna ci sono e ci fanno allo stesso tempo. Sospetto che mi ha permesso di eliminare il cappio dal lampadario. E, allo stesso tempo farmi desiderare di armarmi di ascia, in modo da potere rendere il dovuto tributo ai loro capolavori truffaldini……..

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    1. Maldita sea poltrone&stoca’! Non ascolto la radio ma pure lì sfrantumano i nostri gioielli di famiglia! Se non altro una cosa positiva in tutto ciò c’è: ha tirato fuori una tua fantastica vena comica virante al noir! Mi hai sganasciare dalle risate. Le asce dei nani! Le asce dei nani! (Cit. Il Signore degli Anelli)

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      1. Bravo! Solo il signore del male, quello che ad est se ne sta attendendo l’ultimo anello dai suoi cavalieri magici, poteva inventarsi tanto per affliggere noi gondoriani in attesa del nostro re che ci possa salvare, guarendoci dalle ferite inflitte dallo spot infernale. Dicono che solo le mani di un re possono guarire dalle ferite da spot, vero compadre? Pensa che bello se uno di quei tizi, tutto muscoli ed ossa, detto troll dal sommo Tolkien, s’aggirasse con fare non tanto discreto, per le botteghe di questi sedicenti artigiani. Credo che ne avrebbero bisogno di cerotti per ricostituire le loro trappole mortali che spacciano per divani e sofà……

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        1. They shall not pass! Come tuonò Galdalf sul ponte di Khazad Dum in faccia al Balrog! E io rilancio, compadre. Sei troppo buono, lasciamelo dire.
          Non un Troll, ma un gosso, cattivo e incazzoso Balrog e,per essere sicuri, una ripassata da Smaug. “Da poltrone&stocà solo per domenica (?!?) sconto 90% sulla serie Arkengemma”. Smaug gli imbocca il negozio e ci si piazza a vita. E i draghi – si sa – sono immortali.

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          1. Seguendo il loro metro: “solo fino a domenica”vuol dire in eterno. Quindi, potremmo augurarci che l’intera banda di mostri più odiosi messi in piedi da Sauron e Saruman, abbiano la facoltà di fare poltiglia per i draghi, che provvederanno a trasformare il tutto in cometa infuocata da spedire negli abissi dello spazio più profondo…Il tutto per la gioia dello Smaug…

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              1. Si dovrebbe provvedere alla disintegrazione di ogni singola molecola dei loro schifosi manufatti, magari adombrando la possibilità di poter vendere pure all’altro capo dell’universo, grazie al nostro smaterializzatore spaziale. Poi, invece, facciamo in modo di falsare il processo, così disperdendo gli atomi orrorifici nel nulla…

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                1. Dato un calcolo a occhio delle probabilità che ci sia vita nell’Universo, questi servi del Male (inclusi i copy che hanno inventato ‘sto capolavoro di tormentone che ci tormenta) potrebbero riuscire a trovare una razza aliena da invadere con i loro manufatti. Ebbene io gli auguro di atterrare su un pianeta e che la razza aliena sia sprovvista di culo, glutei, natiche o altra parte del corpo che possa assolvere alla funzione del sedersi.

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                  1. Cattivello molto, compadre! Vuoi privare un qualsivoglia alieno del piacere di una comoda seduta sul gobbone di questi ammorbatori universali? Piuttosto gli augurerei di allunare sul più sfigato dei mondi, quello in cui non ci hanno manco uno straccio di sedile per sedersi e che, vedendoli, fanno la scoperta dell’uovo di colombo. Ovvero: ci si siedono sul gobbo, così apprezzando le loro doti da tappetino, ideale che informa il carattere di questi acchiappagonzi dello spazio…
                    Ma per chi ci hanno presi, maldidos! Già ci hanno sbalzati al natale, peggio della più infernale macchina del tempo!!! Sauron Sauron, mettili nelle tue demoniache fornaci a spalar lava!!!!

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                    1. Invero la tua idea potrebbe nascondere un’ancora più perfida sorte.
                      E sia per gli alieni che vedono nei divani l’arrivo del Messia, MA all’uso pratico dei manufatti si accorgano che i cuscini siano poco comodi per le loro irsute natiche. Perciò decidano di usare come cuscini la faccia e la pancia dei portatori umani di cotanti manufatti.
                      E sono stato buono perché se mi fate girare ancora gli Anelli, per la fodera dei cuscini suggerisco agli alieni un tessuto moooolto particolare….pare sia estremamente morbido.

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    1. Grazie per la solidarietà e il supporto. Proietti è un genio, forse l’ultimo esempio di comicità romanesca autentica e verace, pungente, sintetica ed efficace.
      Un altro pezzo fantastico è “Er cavaliere nero”…ero indeciso se inserirlo a chiosare il post. Ho scelto “Nun me rumpe er ca’” perché mi ha suggerito il titolo del post. Gli sta cucito a misura 😉

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  2. ahahah m’hai fatto morire! ^_^
    Quegli odiosi spot di “stocà” vengono trasmessi tipo mille volte al minuto: ma non esiste alcun altro marchio? Ma non era meglio quando non c’era una legge che vietava di pubblicizzare sigarette ed alcol? Ma vi ricordate che mitici spot c’erano un tempo?
    Basta, il BaVone Rosso ha colpito ancora e m’ha dato l’idea per un post 😛
    Ah, mia madre è napoletana quindi adoro Eduardo sin dalla prima infanzia 😉 E in realtà è adorato in ogni angolo del mondo, quindi apprezzarlo va al di là del “sangue”…

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    1. E lo spacciatore di post colpisce ancora! Hai origini napoletane Azz! Il nostro incontro è nato sotto una buona stella. Eduardo è un patrimonio mondiale, anche se gli stranieri temo non riescono a comprenderlo a fondo. Nemmeno certi italiani se è per questo.

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    1. Perché da noi le Associazioni dei Consumatori italiane non sono come in USA. Le nostre Associazioni in alcuni casi sono una farsa: una in particolare ce l’ho nel mirino da anni l’Associazione Italiana Genitori (anche prima di diventare padre)
      Prima o poi gli tiro un lapillo dei miei.

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  3. Che le pubblicità natalizie inizino prima del previsto (solitamente era un mese a Natale) è trend da già 2-3 anni. Orribile. Visto che prima c’è Halloween e poi San Martino.

    Quanto allo spot del dentifricio+sangue, lo trovo disgustosissimo esattamente come quello del fungo all’alluce.
    Il bello è che vanno sempre in ora pasti 🙂

    Moz-

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    1. Siamo sempre di corsa, consumiamo di fretta pure i pasti, Halloween non ne parliamo poi. Tutte feste “comandate” per venderci qualcosa. Pure il Black Friday, ce lo vogliamo dimenticare?
      Pensa che lo spot del dentifricio originale (in inglese) dopo lo sputazzo cruento, aggiunge un tocco pulp: cade un dente nel lavandino.
      E pure a ore pasti?!? Questa è pornografia!

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    1. Tu dici che sarebbe generoso da parte nostra scrivere una lettera a questo poveretto che è invecchiato aspettando la domenica non come la festa del Signore, ma come la fine della Promozione. Abnegazione e sopratutto ingenuità fuori dal comune.
      Io però ho un problema: credo che se questo è stato uno sfogo che ho etichettato tra i miei .XXX files (il plurale scritto mi inorridisce ma è una citazione di una serie TV…), il contenuto di un’eventuale lettera aperta potrebbe essere da censurare anche su Novella Tremila e Chi.

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  4. Quel marchio ha sempre avuto spot un po’ meh, come quando aveva la Ferilli che declamava le virtù taumaturgiche degli “artigggiani” della qualità. Però boh, mi scivola addosso, come Cogs di Scrubs quando finge di ascoltare le fregnacce di certi personaggi e gli parte il .mp3 dell’oceano coi gabbiani.
    Mi preoccupano di più gli spot visivamente d’impatto, come quelli dei profumi, tipo la modella vestita di verde col tic all’occhio o altro. Poi ricordo lo spot d’autore di Mr. Spazzaneve nei Simpson
    Bart/Lisa (non ricordo): ma è quello il tuo spot?
    Homer: Non… lo… so…
    E poi passa la paura.
    I più insopportabili sono certo quelli dei prodotti per la patonza, o dicono poco o non dicono nulla…
    “In quei giorni inondi di sangue l’albergo di Shining? Lascia perdere la scintillanza, usa i nostri assorbenti, che grazie a un ponte di Einstein-Rosen manderà il prodotto della tua femminilità in un pianeta abitato dai vampiri poser di Ann Rice!”
    Ovviamente all’ora di pranzo, mentre provi a gustare una bistecca al sangue – sarà un gombloddoh vegano.

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  5. Ahahah mi hai fatto morire dal titolo alla fine, poi mi hai rattristito per il papà che non c’è più.
    Concordo col nervosismo del Natale anticipato sempre di più, tra un po’ vedremo le pubblicità e gli addobbi da maggio. Non che non ci abbiano già provato, con qualcosa che faceva “Natale è appena passato ma…” insomma, ti facevano già pensare al prossimo il 7 gennaio, non ricordo prodotto e casa.
    Per mia fortuna non guardo quasi più la TV, in camera e in sala hobby non ho neanche l’antenna, solo in soggiorno/cucina.

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    1. Ciò che mi meraviglia è che con quello che costa una campagna pubblicitaria televisiva di quel tipo, potevano rivolgersi a creativi più in forma di questi. L’idea del jingle natalizio a settembre può essere soltanto frutto di un genio che ci ha pensato parecchio e ha voluto fare il gesto da “vieni avanti crE(a)TINO!”, facendosi magari pagare profumatamente. Mi dà fastiio la ciarlataneria delle promesse promozionali…Ma il Garante o altro Ente o Autorità che paghiamo così “un tanto per fare non si sa cosa” potrebbe perderci un po’ di tempo a indagare. Macché!

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  6. Red aviatore sai che leggendoti ho avuto due reazioni? Nella prima parte della lettura mi sono divertita da morire poi invece ho riflettuto su alcune cose e valori importanti. La poesia di Edoardo poi…comunque…io è da parecchio tempo che mi rifiuto di vedere alcune pubblicità. Veramente è da un bel po’ che vedo poco la televisione. Proietti con Nun me rompe er ca è un mito! Ti abbraccio. Lila

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    1. Ho premeso che avevo due pensieri che non ci azzeccavano nulla l’uno con l’altro, ma in realtà era un bluff. Lo sfogo era autentico ed ero veramente indignato. Per rendere questa operazione commerciale ancora più meschina di quello che è, l’ho voluta mettere vicino a un vero valore. Non mi toccate il Natale, non provate a scipparmi quello Spirito, che divento una iena. Per soldi vi vendereste vostra madre, pubblicitari e imprenditori dei miei stivali sporchi di sterco di cavallo, io no.
      Mi acchiappo l’abbraccio 😉

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      1. Ti posso capire anche se alla fine il vero valore del Natale è quello degli affetti. Stò perdendo il senso delle cose vere da un po’ di tempo a questa parte. Gli imprenditori e venditori ci vogliono completamente ebeti. Per adesso ti saluto caro Red aviatore. Vado a nanna e spero di sognare cose belle che qua di brutture per colpa di altri ne vediamo tante. Ciao 🙂

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  7. mi associo al fastidio per l’innominabile pubblicità che fa rima con quacquaracquà, e mi chiedo come quegli “artigiani” (di qualità) possano rifornire circa 150 giganteschi punti vendita in Italia e una trentina in Francia, dov’è la dimensione artigianale?

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    1. Ben detto! Corretta considerazione. Ma sai, è il markeTTing che vuole ripoporci i “buoni sapori di una volta” facendoceli pagare il doppio. Come il “bio”, l'”artigianalità”, il forzato “made in Italy” (rigurgito autarchico in un’economia globalizzata) sono tutti “argomenti di vendita”. Vendi un’idea di sicurezza, vendi un’aspirazione.

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  8. Save!
    Con Giancarlo più volte abbiamo convenuto che oggi le pubblicità son scadenti, ma quella che nomini ( la number 1 sul podio) è disgustosa..
    In quanto alle signore incontinenti che dirti: si è affacciata una domanda e le aziende si adeguano.
    Sui divani non ne parliamo, poi.
    Mi son recata con mio marito per acquistarne uno e vuoi ridere: costava quasi più il trasporto ( da Marcianise, non so se mi intendi..) che lo stesso stocà.
    Ma tu sei così “vetusto” da rammentare le pubblicità ani ’60??

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    1. Si vede che Il corriere non era un “artigiano italiano” 😉 Giustamente gli hai risposto: sticà a stocà!
      Vetisto mi ha fatto ridere! No non ricordo le pubblicità anni Sessanta, io sono vetusto del 1968. Ma dove hai visto una pubblicità di quegli anni, qualcuno mi ha sabotato la pagina?!?…Un abbraccio e bentornata 🙂

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  9. ..e niente, a me sta sul primo podio la dolce Irina (ex di Ronaldo) che, nella pubblicità di Intimissimi, sentenzia che “la vera bellezza viene da dentro”. Molto credibile detto da lei. Ha persino superato quella di Costa Crociera che fa l’inchino a Shakira. Ma di poco.

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    1. Aaaaaargh! Eresia! Blasfemia! Irina no se toca (io manco con un bastone da lontano). E’ la mia Musa ispirtatrice di qualche post, con la sua immagine in bell(issim)a mostra. Ahem,,,e non solo lei.
      Per esempio lo butto qui:

      Bethléem Rouge

      Però confesso che quella volta a New York sono dovuto uscire dal negozio di Victoria Secret. Quando è troppA, è troppo.
      “La bellezza viene da dentro”, il copy di questa frase dovrebbe essere vincere una crociera e ritrovarsi unico giovane o unica giovane in mezzo ad anziani ultra-ottantenni rispettivamente ninfomani o schiavi del Cialis/Viagra. Se lo merita questo viaggio-premio!

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  10. Ben

    Mettetevi pure a vostro agio, sprofondate nei vostri comodi divanity , nei vostri caldissimi salotti, davanti le vostre adorabili televisioni, – noi cercheremo di farmi addormentare – con quel poco di sale in zucca che rimane… Sarà mica una pubblicità progresso?

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