Il “ghiaccio” può essere molto pericoloso, specie in Nord Corea


Walter White in Breaking Bad (foto da wired.com)

In un’estate così torrida, secca, piagata dal 70% in più di incendi rispetto all’anno scorso, l’affermazione nel titolo potrebbe farvi pensare che l’alta temperatura ha fuso i piedini del chip nella mia testa e sto infilando in esadecimale una serie di “0” e “1” a casaccio, che il linguaggio umano vengono tradotti in un’evidenza di stato confusionale terminale.
Come nella tradizione di El BaVon Rojo, nulla è come appare. E ciò che segue si collega all’ultima puntata della Stagione 1 e con la la prossima rutilante “Stagione 2” della bettola preferita da blogger che vi raccomanderei, se non fosse che non mi ritengo “fonte affidabile”.

“Ice”, “ghiaccio” in gergo indica la metanfetamina in cristalli. Questa droga è anche la protagonista della famosa serie televisiva “Breaking Bad”.


Personalmente, sono favorevole alla legalizzazione del'”erba”. Pure non avendo provato l””erba” nemmeno una volta, non ho avuto mai la “curiosità” di vedere l’effetto che fa, anche se ho avuto molte occasioni avendo frequentato compagnie che ne facevano uso. Se in Italia legalizzassero l'”erba” anche per usi “ricreativi”, oltre che terapeutici, non consiglierei ai miei figli o nipoti di farne uso, tuttavia sono convinto che gli affari criminali intorno a tale sostanza ne riceverebbero un danno, il consumatore saprebbe cosa sta comprando e il fatto stesso che non sia più una trasgressione ne potrebbe ridurre il consumo tra i più giovani.
Sono contrario a qualsiasi forma di legalizzazione di eroina, cocaina e metanfetamina. Sono droghe che ti succhiano l’anima, annientano l’essere umano sia in chi la consuma sia in chi la produce e distribuisce.

L’eroina, molto diffusa ai tempi della mia adolescenza, è oggi affiancata da cocaina e droghe sintetiche distribuite su larga scala.
Le “pasticche” di mix di farmaci e sostanze improbabili, i “cartoni” di allucinogeni, l’MDMA (o Ecstasy) in pasticche e solubile nell’acqua, possono essere addirittura letali la prima volta che la provi: quante volte il telegiornale ha dato la notizia di un ragazzo o una ragazza, durante un “rave” o una serata in discoteca, si è sentito male ed è morto; eppure, interrogati amici, parenti e conoscenti non risulta facesse uso di droga.
Nel giro di alcuni mesi l’uso abituale di queste droghe provoca effetti irreversibili sulle cellule cerebrali; l’Ectasy a base di metanfetamine danneggia gravemente le cellule produttrici di dopamina. Per le importanti funzioni della dopamina nel nostro cervello rimando alla pagina di Wikipedia.

Attualmente il primo Paese produttore di pasta d’oppio (la base per l’eroina) è l’Afghanistan e sono ormai noti i legami tra talebani, i più grandi trafficanti di cocaina e gruppi terroristici: i proventi da tali traffici illeciti vengono utilizzati in parte per acquistare armamenti e organizzare i gruppi terroristici. La metanfetamina è alla base di altri intrighi internazionali.

Di recente abbiamo assistito tutti allo scambio di provocazioni tra i rispettivi presidenti di USA e Nord Corea: la partita a Risiko ha avuto – come di solito accade in questo “gioco” – momenti di tensione. Si sa come vanno queste partite, è un rituale per i “giocatori”: un dado in bilico, alleanze sotterranee e inconfessabili, una carta che non è entrata…ed è subito rissa. Dalle parole è un attimo passare a buttare all’aria il cartellone con tutti i variopinti carro-armatini. Fine della partita.

Ebbene le promesse di confetti missilistici da parte della Nord Corea al Giappone e agli Stati Uniti non hanno molte probabilità di essere mantenute e sapete ii motivo?
Ice, ghiaccio, metanfetamina.
Il primo paese produttore di metanfetamina in cristalli, detta “ice”, è la Corea del Nord.
I principali clienti sono Giappone e Stati Uniti. Pensate che la Corea del Nord possa uccidere le proprie “galline d’oro”?

Metanfetamina (foto da theguardian.com)

Se in “Breaking Bad” Walter White s’ingegnava con ardite alchimie per produrre tale sostanza, se nella realtà da compresse di Sudafed è possibile l’estrazione di pseudoefedrina, in Corea del Nord la produzione di “ghiaccio” non è a livello artigianale, ma industriale e anche della migliore “qualità”. Aziende farmaceutiche, che apparentemente producono farmaci legali, producono invece quantità enormi di metanfetamina, che vengono riversate in tutta l’Asia: Thailandia, Cambogia, Filippine, Laos e Giappone. Questi mercati diventano poi le basi di distribuzione a più larga scala, giungendo in Australia, Nuova Zelanda e, passando per le isole Hawaii, negli Stati Uniti.

Il Congressional Research Service (CRS), che fornisce rapporti informativi al Congresso statunitense, stima che la Corea del Nord produca tra le dieci e le quindici tonnellate di matanfetamina all’anno, oltre a produrre eroina e contrabbandare sigarette e “supernotes” ovvero valuta contraffatta in biglietti da 100 dollari stampati con macchinari, tecniche e materiali di elevatissima qualità, inclusa la riproduzione di diversi elementi di sicurezza inseriti nella valuta statunitense (vedi North Korea Counterfeiting US Currency, CRS, 12 giugno 2009)

La copertura è perfetta, i legami con il governo nord-coreano non sono chiaramente venuti allo scoperto, ma la storia del coivolgimento della Corea del Nord nel traffico internazionle di narcotici è iniziata nel 1976. La polizia norvegese intercettò dei diplomatici nord-coreani in possesso di un grosso quantitativo di hashish. Lo stesso anno, altri rappresentanti ufficiali nord-coreani in possesso della stessa sostanza illecita (400 chilogrammi!) furono fermati dalla dogana egiziana (vedi Narco-capitalism grips North Korea, CRS, 18 marzo 2011). Di recente, un cittadino britannico che faceva parte di una organizzazione criminale internazionale, basata nelle Filippine, è stato condannato a quindici anni di reclusione per avere importato 100 chilogrammi di metanfetamina di produzione nord-coreana negli Stati Uniti (vedi UK man jailed for 15 years in US for North Korean drug plot, The Guardian, 4 giugno 2016)

Ironia della sorte è che il mercato più redditizio per la Corea del Nord è il Giappone, cioè uno dei primi obiettivi dei missili nord-coreani.
In Giappone, il consumo di anfetamine e metanfetamine è elevatissimo: oltre 600.000 persone dipendenti da tali sostanze e oltre 2 milioni di consumatori occasionali. La Yakuza, la mafia giapponese, è a stretto contatto con il governo nord-coreano per potersi garantire un rifornimento di tali sostanze.

I legami della Corea del Nord con la mafia cinese al di fuori dell’Asia sono stati scoperti in operazioni federali americane di DEA e FBI (“Smoking Dragon” e “Royal Charm”), che portarono all’arresto di numerosi esponenti di gang cinesi presenti in varie città americane: furono sequestrate, oltre a quantità di “ice”, decine di migliaia di pillole di “Ecstasy”, sigarette, farmaci contraffatte e “supernotes” per un valore di 4,5 milioni di dollari, tutto prodotto in Corea del Nord.

Potrebbero essere le solite macchinazioni dei servizi segreti statunitensi, che già hanno dato in pasto all’opinione pubblica mondiale capolavori di “bufale” come le “armi di distruzione di massa” in possesso del regime di Saddam Hussein. Tuttavia, per quanto sia difficile risalire a fonti imparziali, alla luce di queste informazioni è più facile rispondere alla banale domanda di economia domestica: “Da dove proviene l’ingente quantità di denaro necessario alla Corea del Nord per finanziare il programma nucleare e di armamenti?”

La Corea del Nord è isolata politicamente e commercialmente, persegue dal 1950 la filosofila della juche (auto-sufficienza), la società è divisa tra un’oligarchia ricca e una popolazione povera (il ceto medio è inesistente), non è ricca di materie prime e importa cibo e carburante, non ha certo un’industria famosa nel mondo come quella della Corea del Sud, ha stretti rapporti commerciali con la Cina e la Russia, in cui lavorano circa quarantamila emigranti (20.000 in Russia, 19.000 in Cina). L’economia nord-coreana non è di certo a un livello tale da potere sostenere programmi nucleari e di armamento convenzionale , nonché le spaccone prove di forza che mi aspetterei nel più malfamato bar tra due energumeni ubriachi.

Il regime di dittatura a nord del 38° parallelo è un caso acclarato. Gli attacchi di “hacker” alla Sony rea di avere prodotto un film-parodia del regime nord-coreano (peraltro, un film davvero mediocre) confermano una certa propensione di tale governo a comportarsi da “canaglia”. Rifiuto la definizione di “Stato canaglia” poiché si estende alla popolazione di un Paese, quando invece è limitata al suo governo.

Quel fiume di soldi è sporco e, paradossalmente, sono i consumatori di metanfetamine dei Paesi minacciati dai missili a finanziarlo.

Ciò non significa che sia giustificato bombardare la Corea del Nord così da prendere i proverbiali due piccioni con una fava: un dittatore eliminato e la produzione di droghe ridotta. Eliminato un “cartello” ne sarà pronto un sostituto in un altro Paese. Si pensi alla smantellata produzione di oppio e di eroina nel “Triangolo d’oro” nel Nord della Thailandia e della Birmania, oggi sostituita dall’Afghanistan, denominato la “Mezzaluna d’oro”.
Ogni guerra ha il suo alto prezzo di sangue per lo più tra la popolazione civile, mentre la solita oligarchia si arricchisce prima con gli armamenti e poi con la ricostruzione: i figli di costoro in guerra non ci vanno.

Vogliamo davvero mettere alle strette quello spaccone di dittatore? Smettiamo di consumare “ghiaccio”. Facciamoci un bel tè caldo all’uso tuareg nel deserto: caldo fuori, caldo dentro, annullata l’escursione termica, ridotta è la percezione del caldo.

Il rito del tè, come definito dallo scrittore tuareg Moussa Ag Assarid, è infatti “un momento privo di preoccupazioni che Dio ha creato affinché le anime si ritrovino”.

74 pensieri su “Il “ghiaccio” può essere molto pericoloso, specie in Nord Corea

  1. Splendido post, compadre! Da non dimenticare nemmeno che, la CIA, ha sempre triangolato con altri paesi per mezzo dell’eroina: i movimenti di contestazione sessantottini furono infiltrati e messi fuori uso grazie alla droga che i solerti agenti gringos provvedevano a fornire in gran quantità. Dunque, come tu ben scrivi: si litiga in superficie e per il piacere del pubblico pagante. Ma quando si va agli affari, non può sfuggire la complicità tra mascalzoni che governa il mondo…

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            1. Direi di no a meno di importarlo dall’Asia. Ma nel buco del Quintana Roo dove sta l’Oste direi che lo metteresti in seria difficoltà. Se ti sta bene il coriandolo al posto del cardamomo, quanto ne vuoi. Anche se lo consiglio con pomodoro e cipolla tagliati fini da inzupparci i totopos.
              PS: perché pignolo? Ero nella parte dell’Oste…mah

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                    1. Tranquila, qui i tempi sono leeeeenti, secondo te perché ho detto a Narciso di mettere in freddo le birre…mentre ti aspettiamo ce le scoliamo con calma…Ho degli “uccellini” che mi avvisano quando arriva la corriera…metto su l’acqua e mentre Narciso ti porta qui, trovi il te’ bello e pronto.

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                    2. Adesso torno seria. Ho voluto stuzzicare il tuo spirito giocoso una delle nostre jamme-session, però è giusto onorare il tuo sforzo letterario.
                      Le cose non sono mai come tentano di propinarcele e fortunatamente ora si riesce a scoprire qualche altarino, grazie alle fonti d’informazione indipendenti.
                      Non entro nel merito socio-politico-economico perché potrei dire solo strafalcioni. Per quanto riguarda la legalizzazione dell’erba a scopi ricreativi, sicuramente ci sarebbe una caduta di interesse. L’uomo, si sa, è bastian contrario e non ha interesse verso qualcosa di legale, cerca il brivido e l’emozione proibita, anche a costo di morire.
                      A me sinceramente basterebbe che l’uso terapeutico diventasse una realtà consolidata. Per ora, tra pastoie burocratiche e resistenza dei medici prescrittori, non se ne fa che un uso minimo, quando invece i benefici sarebbero importanti per alcune patologie. D’altra parte siamo anche il paese in cui la terapia palliativa del dolore, che è solo un atto di civile pietà nei confronti di una grave sofferenza, viene trascurata e quasi condannata.
                      Perdona la divagazione fuori tema, sono capocciona ma confido nella tua indulgenza 😊

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                    3. (Ego te absolvo) Nessuna divagazione, anzi il tema dell’uso terapeutico/ricreativo dell’era l’ho inserito proprio apposta per stuzzicare contributi come il tuo. L’uso terapeutico è solo agli inizi e non in tutte le regioni. È assurdo che venga ostacolato l’utilizzo regolamentato è acclarato che possa essere di aiuto laddove i farmaci tradizionali non hanno effetto o non possono essere somministrati. Ho letto di molti pazienti che hanno difficoltà ad accedere a questa terapia che ha effetti positivi per loro stessa dichiarazione. Questo Paese è rallentato da bizzochi ai posti di potere. E stiamo parlando di uso terapeutico. Se legalizzano l’erba a uso “ricreativo” vorrà dire che il Paese è davvero cambiato.

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                    4. Concordo al 110%. Ma temo ci siano anche interessi economici delle farmaceutiche, oltre ai sicuri retaggi che ci portiamo sul groppone. I tempi che il dolore avvicinano a Dio sono passati e poi come la mettiamo con gli atei? Quando di mezzo ci sono tanti soldi (e ritorniamo al tema del post) ci si inventa qualsiasi cosa e si fa qualunque cosa per tenerseli.

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                    5. Non vorrei fare il gombloddistah, ma visto che la cannabis è relativamente facile da coltivare – pronto a essere smentito se scrivo scemenze – può diventare un concorrente a bassissimo costo per altri antidolorifici industriali, perciò immagino ci siano interessi a evitare perdite monetarie, in barba a chi soffre e non ha i milioni.
                      Riguardo l’uso creativo, solo se chi la usa è costretto a portare la F di Fattone cucita sui vestiti: se mi servisse un medico, avvocato, meccanico o altro, ne vorrei uno il più possibile lucido 😛

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                    6. Per il primo punto, ne parlavo con Mela nei commenti proprio in questo momento: l’uso terapeutico è ostacolato da burocrazie, dai medici e non è disponibile in tutte le Regioni (in barba alla Costituzione per cui siamo cittadini tutti uguali). Gli interessi economici delle farmaceutiche sono troppo forti per dare il via libera a un concorrente peraltro naturale.
                      Per il secondo punto, comprendo la tua preoccupazione, ma oggi è la stessa identica cosa. Si fumano e non si sa cosa ci sia dentro e poi finisci sotto i ferri del dentista (per dirne uno) rilaaaassssaaaato.
                      La “F” di Fattone è discriminatoria e ricorda simboli ahimè davvero usati appena una sessantina di anni fa. (Comunque la F di Fattone mi ha fatto cappottare dalle risate)

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                    7. Il relativamente facile da coltivare è, perdona il gioco di parole, relativo. In realtà la cannabis per uso terapeutico deve avere un titolo molto alto in THC e un alto grado di purezza. In Italia vengono coltivate specie selezionate presso alcuni istituti farmaceutici militari perché è meno costoso che importarla. Credo però che la resistenza primaria sia non tanto la concorrenza con antidolorifici di sintesi, che non sono poi così costosi, quanto con l’onta dell’essere considerati drogati.

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                    8. Se mi serve per non soffrire o addirittura null’altro è efficace, chiamami pure “drogato”…ma fammi accedere facilmente a questa terapia. Se poi si facesse una campagna informativa decente forse si riuscirebbe anche a evitare di essere considerati dei “drogati”.
                      Cosa che poi sinceramente e’ paradossale: chi si F di coca e pasticche non si considera come “drogato”, anzi a giudicare dalla facilità di come si trova in giro direi che fa “figo”…che pure è legittimo visto che i danni che creano le metanfetamine e gli allucinogeni. Chiaro che se ti sei fottuto le cellule cerebrali pensi che drogarsi è figo.

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  2. Questi tuoi articoli mi stupiscono sempre. (per raccogliere le fonti io ci metterei settimane, tu ce le hai in punta di dita) Non entro nel merito delle tesi e delle verità. Mi colpisce però il taglio che hai dato, il legame commerciale svelato (fondato su un esecrabile male dell’esistenza), l’accenno alla relatività della verità stessa e al gran teatro che appare ogni volta la politica mondiale…
    Nella chiosa, poi, mi hai fatto tornare alla mente i tempi in cui seguivo un cantiere nell’Iraq del Nord. Il sacro rito del thè, compiuto n volte al giorno (c’erano delle signore addette a portarne dei vassoi almeno una volta ogni 2 ore…). In realtà il thè in cantiere era pessimo, ma la sua funzione di aiutare a sostenere i 49° gradi fuori dalla baracca era fondamentale. (va detto che il clima laggiù, vicino alle montagne, a pochi chilometri dal confine con l’Iran, era molto secco, niente a che vedere con l’infernale clima umido di Abu Dabi o Dubai, per intenderci…)
    Ma la citazione di Assarid è stupenda… (ecco, rifletto anche un momento su quel nome… Moussa… …)
    Grazie di questi tuoi generosi spunti Red.
    (ora cercherò in archivio qualche altro tuo bell’articolo che mi son perso nei mesi scorsi…)
    Un saluto,
    P.

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    1. OnPaolobello, mi fate cosa gradita nell’avere apprezzato il taglio che avevo nelle corde. Faccende spinose e da toccare con i guanti come cogliere i fichi d’India in una giornata ventosa. Prezioso il tuo contributo di esperienza in quei luoghi lontani. La citazione di Assarid mi è sembrata adatta per raffreddare la tematica scottante 😉

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  3. Zeus

    Ormai mi sento quasi banale a scriverti complimenti per la qualità dei tuoi post. La ricerca delle fonti ed un pensiero personale, e non la classica riproposizione tipo “elenco del telefono” della materia, li rendono una spanna più alti di molti articoli “da giornali seri”.
    Detto questo, non posso che concordare sugli intrallazzi “drogati” fra America e il resto del mondo. Gli USA (o parti di esso come la CIA o altre agenzie) hanno sempre avuto la capacità di interferire in maniera pesante con altri stati supportando fazioni e finanziando attività illegali con la droga. I soldi sporchi lasciano poche tracce in mano alle agenzie e sono facilmente spendibili nel mercato nero delle operazioni clandestine. La droga è sempre stato un momento critico nelle relazioni internazionali (le guerre dell’oppio di storica memoria) e hanno spostato equilibri mondiali.
    L’eroina sta ritornando in auge, anche per l’abbassamento del prezzo generale (perciò ha un pubblico più ampio rispetto a prima) e così anche la cocaina (droga da ricchi che, con un mercato malavitoso ampio ed efficiente, sta diventando la droga del popolo).
    Le droghe sintetiche, oltre a provenire da ovunque nel mondo, hanno la caratteristica di poter essere prodotte in loco con tutto quello che si ha sotto mano. Rispetto ai due mostri sacri (coca ed ero), le sintetiche danno meno problemi “morali” ai giovani: l’idea di bucarsi è un limite enorme nell’assunzione di eroina (cosa ormai superata grazie all’aspirazione dei fumi d’eroina, piaga enorme fra i giovani) e questo gesto fisico si pone come la prima grande barriera fra giovani e dipendenza da oppiacei.
    La sintetica è facilmente assimilabile, innocua alla vista e non ha un ritualismo “pericoloso” per il giovane (nessuna corsa al bagno per sniffare, nessuna epistassi nasale, nessun vomito incontrollato post-iniezione etc etc) e quindi sono “friendly”.
    Quello che è inconcepibile è la mancanza di un po’ di cultura che ti fa dire “mancanza di ritualismo” e “droga friendly” non significano “droga innocua”. Ma questo non è lo Stato che deve insegnarlo, sono i genitori e la scuola e un sistema culturale decente.

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      1. Zeus

        Anche io sono contento di non aver provato certo schifo. Troppa gente nella mia zona ne faceva uso: vuoi te essere un paese vicino alla “città”, vuoi essere periferia del nulla o solo una provincia privilegiata… ma l’uso era, e rimane, considerevole in proporzione al numero di abitanti.

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        1. Il numero di consumatori cosiddetti “occasionali” è elevatissimo. Basta la cifra di giapponesi che ho citato (e non è recentissima) per rimanere impietriti. Che poi “occasionale” si fa per dire, perché è noto che tutte le droghe portano dipendenza è un aumento di dosi progressivo.

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          1. Zeus

            Certo che portano all’aumento delle dosi in maniera progressiva, il nostro corpo le assimila e, peggio ancora, la nostra mente le capisce e ha sempre più bisogno di materia “prima” per potersi sballare e poter trovare quella prima e inconfondibile (in senso negativo, ovvio) sensazione.

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      2. Con due bambini io sono terrorizzato. Basta una conoscenza sbagliata e mandi tutto a puttane. Io cercherò di dargli la cassetta degli attrezzi per prendere le decisioni giuste. Devo instillargli la domanda in quel momento topico che gli porgeranno un sorso di acqua con dentro l’MDMA o chissa’ quale altro veleno:”sto facendo una cazzata? Il mio vecchio mi ha avvisato…e se avesse ragione?” Spero che l’amore che abbia per la madre e me vinca sull’idiozia.

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        1. A me è bastata una lezione alle elementari: era nostro ospite in classe un medico che ce ne ha parlato.
          Ma devo dire che non sono mai stato molto spavaldo, perciò non ho mai pensato “sono così forte e figo che nulla mi può far male”.

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    1. Il tuo apprezzamento non è per me banalità, ma un bel rifornimento di carburante per una macchina che il mio motorino nelle dita. Aggiungi anche il resto del commento e ottieni una miscela che mi farà percorrere altri chilometri di parole. Perciò te ne sono grato.
      Veniamo al tuo commento.
      Gli USA, come altri Stati, anche europei che non hanno ancora abbandonato politiche colonialiste (le hanno solo modificate e adattate ai tempi), interferiscono, modificano, manipolano per i propri fini. Spesso si ritorce contro di loro ed è la prova della loro fallimentare politica estera. Sto leggendo dei libri sull’Afghanistan ed è’ incredibile l’intreccio con i talebani, Al Qeda e il traffico di eroina (se ci riesco, ne tiro fuori un post).
      La Francia non è da meno: la sua presenza militare in Mali, Burkina Faso e l’acclarata pressione per eliminare Gheddafi per soppiantare il nostro Paese, che nel bene e nel male era un partner primario della Libia dai tempi della colonizzazione. Poi ci si chiede come mai la Francia stia pagando un prezzo così alto tra la popolazione inerme a causa dei terroristi…
      Politiche scriteriate di governi e lobby per arricchirsi ai danni di altri. Storie antiche, eppure ci provano a darcela a bere (in buona parte riuscendoci).
      Il secondo tema che hai toccato è in realtà qualcosa che ho tagliato dal post originale. Pensa le coincidenze e sono contento che tu ne abbia scritto. Con l’eroina, il tossico, il “buco” sono un deterrente per chi è attirato dall’idea di “farsi”. Il giudizio morale è sotto gli occhi di tutti. Con le “pasticche”, le metanfetamine, la cocaina (“droga dei ricchi” si diceva una volta, vero!) gli effetti nel breve non sono così repulsivi (ma giungono dopo alcuni mesi di uso). Sembra invece che sia “figo”, lo fanno tutti, che cosa può succedermi…il giudizio morale è quasi sospeso, se non annullato. Concordo che sia anche una questione culturale. Ho letto gli effetti di alcuni di queste droghe e mi è bastato leggerlo per inorridire e fare scattare l’istinto di sopravvivenza prima ancora del giudizio morale. Serve informazione corretta e continua da famiglie, scuola e Stato.
      Il narcotraffico ha legami così forti e capillari nel terrorismo e nella criminalità organizzata che non verrà mai debellato se non agiamo direttamente sui consumatori.

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      1. Zeus

        Ho leggiucchiato alcune cose anche io sulle interferenze USA in vari Stati del Sud America e dell’Oriente, giusto per mettere un piede in tutti i commerci e traffici che questo Paese aveva in essere. Tutti gli Stati hanno una passione smodata per intervenire dove più interessa, alcuni in maniera molto visibile e quasi arrogante (ne hai nominati molti), altri in modo molto più subdolo ma efficace (Cina per esempio), altri fanno quel che possono, ma lo fanno comunque.
        Questione di potere.
        Concordo su tutto quello che hai detto in merito alla droga, non posso che concordare. Il mio unico dubbio, ad essere onesti, è per la liberalizzazione. In Olanda la questione funziona per una forma mentis che è radicata da anni e anni (ma hanno dei grossissimi problemi anche loro, basta guardare la recente campagna anti-cocaina che hanno fatto – sensibilizzavano i compratori a rifornirsi in determinati punti o a controllarla e non acquistarla da venditori/spacciatori di strada).
        Da noi? Diventerebbe un business per qualche forma deviata di Stato e questo non è altro che la criminalità

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        1. Io ho un viziaccio: sono ottimista. Credo che a dare fiducia alle persone, male che vada qualcuno inizi a comportarsi responsabilmente. Credo nel contagio e nella lentezza dei cambiamenti. Auspico che il 99% capisca un giorno che l’1% è più debole se si agisce uniti. Mi illudo? Sarà così ma non accetto proibizioni e censure che decidano per me. Ogni regime (palese o nascosto) esercita lo spauracchio della paura e della sicurezza per eliminare libertà di opinione e di espressione. Corretto contestualizzare nelle culture, l’Olanda non è l’Italia, ma possiamo pensare di fare meglio degli olandesi (che a razzismo hanno anche loro certe frange estreme pericolose)?
          Penso di sì. Lo devo ai miei figli e alle generazioni che mi hanno preceduto (la Resistenza ad esempio) che hanno lottato per ciò che abbiamo oggi. Non posso arrendermi che l’italiano medio sia un italiDiota.

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  4. Hola sono qui a lasciare il mio cartellino di presenza. Ho letto tutti pure i commenti e sarò banale ma il tuo post è molto intelligente. Purtroppo avendo vissuto certe cose da dentro non riesco a trovarmi d’accordo, o meglio. Tutte cose vere, interessi economici in primis sicuramente. Ma io non legalizzerei niente, anzi sarei molto “pro bastone” e con il senno del poi cambierei tante cose che ho visto e in parte ho fatto.

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    1. Rispetto ogni opinione, la mia è tale, nulla di più. Ci sono fior fiore di studiosi ed esperti che devono prendere certe decisioni. Il “bastone” in molte parti del mondo è utilizzato, ma la situazione cambia poco: in Nord Corea sono draconiani con chi fa uso di droghe (eppure ne producono parecchia e non penso solo per l’esportazione); in Thailandia le forze dell’ordine vanno per le spicce e con la mano molto pesante. Per citarne giusto un paio.
      Credo che la “censura” è la “proibizione” aumentino l’effetto è la domanda. Come scrivevo, sono favorevole all’uso terapeutico dell'”erba” senza pensarci due volte; sull’uso diverso da quello terapeutico non sono entusiasta sostenitore, ma se la legalizzassero con un apparato di regole come si deve, non mi scandalizzerei.
      Le altre droghe invece vanno combattute con tutti i mezzi, anche se credo la misura più efficace sia di tipo culturale. Si pensi all’HIV…era iniziata con quella terrificante pubblicità dell’alone viola, oggi è decisamente diverso e in meglio.

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      1. Beh se esludiamo per un momento i problemi di macro economia è chiaro che il problema che rimane è di tipo culturale. Per questo prima della legalizzazione, per me, bisogna lavorare sui gggiovini. Io arrivo da anni di sabati sera del “mi sfascio” perché è l’unico divertimeno che ho e dei vuoti che non sai come colmare e stupidamente tenti di riempirli nascondo quel vuoto artefando il tuo stato. e ti assicuro che quel vuoto è dannatamente reale, Non ho mai avuto il brivido del “lo faccio perchè è proibito” tranne a dodici anni per provare a fumare sigarette di nascosto da mio padre, ho solo avuto l’incoscenza di dire massi guido comunque fino a casa tanto la strada è dritta. Alcuni amici però hanno dimenticato che invece le curve c’erano. Ne parlavo giusto oggi con mio cognatino che ormai è entrato nella fase dell’ormone e delle prima uscite tra amici, fortuna non hanno ancora la macchina ma presto qualcuno la prenderà ed è li che inizieranno i guai. Io non mi sono sentito di dirgli non farti le canne (o altro) perchè è sbagliato ma ho iniziato a spiegargli come ci si sente dopo e soprattutto gli iniziato a dire che se qualche suo amico è un po’ “così” beh trovate il modo di non farlo guidare (al più chiamami che ti vengo a prendere). Basta davvero una stronzata per rovinare la vita delle persone . Non se ne esce, te lo assicuro.

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        1. Non fatico a credere a ciò che scrivi. Il tema è complesso e – come si vede anche dai commenti – si presta a essere oggetto di scambio di punti di vista ed esperienze. Non sto lì a puntare il dito su chi fa uso di queste sostanze, ma voglio gridare che si tratta di merda! Assoluta merda che ti fotte la vita. Non lo scopro io, lo sanno anche i muri, sta di fatto che ci si fa girare economie criminali (e non) mondiali, finanzia guerre e terroristi. Continuate a farvi, però poi evitare di rompere i maroni con nuove misure di “sicurezza” e proclami di guerra o difesa dei sani valori occidentali. C’è una grossa ipocrisia di fondo.

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          1. c’è ipocrisia da parte di chi governa i flussi di armi e droghe e nel frattempo si preoccupa di prendere i voti fingendosi interessato a proteggere il proprio paese. C’è disinformazione cosmica a livello scuole famiglie etc etc per poter mantenere lo status quo. Sono d’accordo su tutto il tuo ultimo commento.

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  5. Grazie a te, Red, e a tutti quelli che hanno commentato. Ho visto anch’io qualche caso da vicino…e non posso che concordare sul fatto che , come gridi tu, “si tratta di merda! Assoluta merda che ti fotte la vita.” Riguardo all’erba, la guardo con sospetto, perchè troppo spesso è solo un primo passo… e anche se è vero che liberalizzandola so toglierebbe il gusto del proibito, non so se sarebbe sufficiente… vedi alcolismo e tabagismo.
    Gazie ancora.

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    1. Non credo che proibite serva a risolvere; il nocciolo per me è questo. Servono delle regole da rispettare e fare rispettare con fermezza (il problema della certezza della pena apre un altro tema…). Per me per l’erba libero accesso per usi terapeutici, per altri usi deve essere strettamente gestito e controllato (Olanda e California mi sembrano esempi da studiare); le altre droghe lotta senza quartiere…anzi per ogni quartiere.

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  6. gelsobianco

    Come sai confezionare un post…
    Mi stupisco sempre della tua lieve profondità e di quanto i tuoi scritti siano colmi.
    Apprezzo anche molti commenti e le tue repliche.
    Ora però voglio…
    “un momento privo di preoccupazioni che Dio ha creato affinché le anime si ritrovino”.
    Vuoi bere gustare un tè con me, Red?
    Lo sto preparando.
    Eccolo!
    🙂
    gb

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      1. gelsobianco

        E vedrai che i tuoi figli penseranno alle parole dette loro da te e dalla mamma a proposito delle droghe…
        E’ un attimo.
        Hai ragione.
        Bisogna fare in modo che quell’attimo non rovini per sempre i ragazzi.
        “Devo instillargli la domanda in quel momento topico che gli porgeranno un sorso di acqua con dentro l’MDMA o chissa’ quale altro veleno:”sto facendo una cazzata? Il mio vecchio mi ha avvisato…e se avesse ragione?” ”
        Ecco, Red. Così, sì.
        I tuoi figli ti ringrazieranno.

        gb

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          1. Naaa, forse un pochino…
            Ma tu ci pensi a quanto sia grave carenza di informazioni che arriva ai nostri figli? Dovrebbero spiegarle a scuole queste cose; si dovrebbe studiare la storia a ritroso partendo da oggi a scalare fino alla notte dei tempi. E invece li ammorbiamo di concetti a loro insulsi. Dovremmo parlare di ciò che è intorno a loro nel bene e nel male e sviscerarlo fino alle origini . E parlo anche per me, non si smette mai di imparare.

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