Ultima V – Warriors of Destiny
RPG, 1988, Origin Systems
The wait is over…but the excitement has just begun
da Commodore Magazine (USA), gennaio 1988
La prima immagine di Good Old Games Ads è dedicata alla serie di videgiochi di ruolo, la più longeva di tutto il mercato dei videogiochi, che ha segnato generazioni di videogamer e aperto loro infinite porte per altrettanti universi: Ultima.
Senza considerare i più recenti capitoli multiplayer online, dal precursore della saga, Akalabeth: World of Doom (1979), a Ultima IX – Ascension (1999), passando per le due serie spin-off, Worlds of Ultima e Underworld, la saga manteneva per davvero la promessa della software house di Austin (Texas), fondata dall’autore, Richard Garriott, insieme al fratello, al padre e a Chuck Bueche: Origin Systems “We create worlds”.
Ultima V – Warriors of Destiny, nella lunga cronologia della saga, è tra due autentici mostri sacri della storia dei videogiochi:
- il capitolo precedente, Quest of the Avatar, è il capitolo che ha creato la fama di questa serie, che ancora oggi ha un valore, non soltanto “retro” o “vintage”: senza la serie Ultima gli RPG di matrice occidentale non sarebbero gli stessi.
- Il capitolo seguente, The False Prophet, segna un significativo balzo in avanti della rappresentazione dell’universo creato da Richard Garriott dal punto di vista audio-visivo, utilizzando la risoluzione VGA dei sistemi più avanzati basati su PC DOS.
Tecnicamente, Ultima V risente di uno sviluppo ancora su Apple II (le schermate in pubblicità si riferiscono alla versione Apple), tuttavia le meccaniche RPG – ereditate dal precedente capitolo – sono solide, i personaggi e gli eventi caratterizzati da un livello di profondità eccellente (rispetto ai concorrenti dell’epoca), un sistema di combattimento migliorato.
Perché, tra tutti i capitoli e spin-off, proprio Ultima V inaugura la rubrica Good Old Games Ads?
Elementare, Watson. Perchè è scritto bene.
E non intendo il codice di programmazione, che è anche l’ultimo scritto di propria mano dall’autore Richard Garriott.
Ultima V è caratterizzato da intreccio e dialoghi particolarmente curati, la narrazione è più cupa e articolata di qualsiasi capitolo precedente e di altri giochi di ruolo coevi. Le sue fondamenta sono i concetti di virtù e le possibili sfumature dell’animo e comportamento umani. Ultima V è uno dei primi capolavori del “dark fantasy”. Demon’s Souls & soulslike devono qualcosa a Britannia, Lord British e soci.
Per chi ha giocato Ultima IV il coinvolgimento emotivo è ancora più elevato per il fatto di potere rimettere piede in Britannia, imbattersi in luoghi e personaggi familiari, percorrere lo stesso universo del capitolo precedente, ma scoprirlo cambiato: è sotto un regime dittatoriale. Il tempo scorre (il sole sorge e tramonta, la luna ha le sue fasi), i personaggi non giocanti (PNG) hanno vite proprie, svolgono attività indipendentemente dalla nostra presenza o intervento, sono disponibili secondo il momento del giorno.
Ultima V espande l’universo di Ultima IV, ma – cosa più importante – approfondisce i rapporti tra i PNG già incontrati, tessendo nuovi rapporti, consolidandone altri, distruggendone altri ancora. Esattamente l’opposto di un qualsiasi open world GTA-esque: tante missioni, tanta “libertà”, trama e personaggi spessi come un foglio di carta velina.
Sotto la superficie dei bit e a dispetto di un’estetica essenziale che lascia lavorare molto l’immaginazione, è uno dei primi giochi in cui il giocatore può percepire e sperimentare un mondo pulsante di vita, personaggi che respirano, individui con personalità e motivazioni diverse, scelte che hanno delle conseguenze. Ancora oggi è un capolavoro di game design.
Link collegati:
- Ultima V: Lazarus, una Mod che ricrea Ultima V originale, apportando miglioramenti audio-visivi grazie al motore grafico di Dungeon Siege
- La mia bancheca “Good Old Ads” su Pinterest
Fuori tema. Nell’ultimo commento, ho mentito: non ricordavo d’aver giocato a Nox per un paio distagioni circa. E mi ci divertivo pure. Non sono mai riuscita a finirlo: sono troppo lenta per questo tipo di cose. Grazie comunque sempre per quel che imparo leggendoti….
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Perché OT? Anzi, Nox è un Signor RPG. Ahimè poco fortunato. Non ha avuto un seguito…Se hai giocato a Nox, ti perdono per avermi “mentito”. Comunque ti è rimasta una sana curiosità e sopratutto libertà da pregiudizi inscatolati. Una lettrice preziosa
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La serie di ultima l’ho giocata pochissimo giusto un pochino l’ottavo capitolo ma che ho abbandonato presto perché non sapevo l’inglese e mi incartavo come per The Hand Of Fate della serie di Kyrandia.
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All’epoca non c’era quasi nulla di tradotto ed era “obbligatorio” imparare l’inglese. Posso dire che grazie ai videogiochi ho un vocabolario di inglese davvero ampio.
Per i videogiochi vale quanto succede anche per i film: ormai abbiamo ottime traduzioni e sono finiti i tempi del cartellino gAillo di Kick Off; buoni doppiatori, anche se l’interpretazione non è sempre al livello di quelli madrelingua. Rimangono ancora delle produzioni in cui l’inglese è obbligatorio e dà il meglio: il nuovo Torment – Tides of Numenera già dall’intro è scritto meravigliosamente . Per la ricchezza del testo, Mi ha ricordato una vecchia avventura testuale come quelle Infocom o Magnetic Scrolls.
Kyrandia ci aggiungeva anche i puzzle in lingua. I Westwood Studios erano al meglio!
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Lo capisco, ma ero troppi piccolo a questi tempi. Era la prima media e avevo appena iniziato a studiare inglese. Era troppo anche per un secchione come me! 😀
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Ormai hai risolto il problema 🙂
Grazie al cielo, l’inglese è una lingua relativamente facile: se a essere iperdiffuso fosse il francese… O_o||
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Poteva ancora peggio con il tedesco…
Andai a fare un viaggio in Germania diversi anni fa. All’epoca c’era Saturn e qui nemmeno l’ombra: un piano intero dedicato ai videogiochi, Prezzi irrisori per alcuni titoli da noi introvabili o ancora a prezzo scandalosamente pieno.
Così torno a casa, infilo Incubation della Blue Byte (software house tedesca) e tutto, ma proprio tutto è in tedesco. Scrissi alla Blue Byte e furono gentilissimi: mi inviarono i file da sostituire nelle cartelle d’installazione con tutto il testo in inglese.
Ho anche uno Shadow Man che parla in tedesco: il personaggio ne guadagna in incazzosità.
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XD
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Ultima me lo sono perso, ahimè… quando ho finalmente messo le zampe su un computer, c’era già da un po’ la play 2 in giro. Così mi mancano delle pietre miliari all’appello (qualcosa ho recuperato con Steam, per il resto ho sotto tiro Gog, che ha di tutto)
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Su GOG ho ormai ricreato una biblioteca di vecchie glorie che forse raramente rigiocherà, ma mi danno la sicurezza che certi capolavori del passato posso riviverli sui nuovi PC (prima avevo un muletto con 3Dfx) e l’opportunità di giocarne altri che mi sfuggirono. Il tutto chiaramente se mai andrò in pensione.
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Questi giochi continuano ad affascinarmi parecchio nonostante tutto. Gran bel articolo!
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