Innamorarsi a El Bavón Rojo – In tequila veritas. Epilogo


night-sky

Segue da Ep.#2 In tequila veritas. Parte Segunda

Epilogo

Il gringo e Luna, mentre si baciavano, non erano soli.

Sotto il portico di El Bavón Rojo, quattro occhi li osservavano, nascosti nel buio: l’Oste e Narciso, in silenzio, erano seduti sul dondolo.

Quando il gringo e Luna furono inghiottiti dal buio in fondo alla strada. Narciso parlò:

“Bel bacio eh?”

L’Oste tirò un lungo sospiro: “Eh sì, Narciso mio, proprio un bel bacio! Uno di quei baci degno di finire nella classifica dei migliori baci nella storia del Cinema…Non c’è male, non c’è male per davvero, certo che io so fare di meglio…”

“Sì, va be’….” sbuffò Narciso. L’Oste incalzò: “Ti devo fare i nomi? Non è proprio elegante…”

“Ma dai, le tue donne si contano sulle dita di una mano mozza!”

L’Oste cambiò discorso: “Narcì, passami l’accendino va’ che una sigaretta ora ci sta tutta”

Narciso già aveva pronto l’accendino in mano e nel passarlo al compadre aggiunse: “Ti fa male, Oste. Smettila con questo veleno!”

L’Oste tirò una prima boccata e buttò fuori dalle narici più fumo di quanto ne avesse aspirato con la bocca.

“Hai ragione, ma non oggi. Oggi abbiamo salvato un altro di questi gringos”.

“Il gringo era già morto e nessuno se ne era accorto…”

L’Oste girò la testa in direzione del piccoletto e lo guardò negli occhi con un sorriso sornione: “Tranne Luna e…noi due”.

“Eh già, Luna non aveva fatto i conti con l’Oste”.

Scoppiarono in una risata liberatoria. Ancora in preda alle convulsioni, Narciso aggiunse: “E poi il colpo da maestro…quella frase prima che si baciassero…Oddio, com’era? Una roba poetica tipo ‘verrei all’Inferno a salvarti, morirei per te’...Un colpo di genio!”

“Certo che Luna l’avrebbe accontentato. All’Inferno se lo sarebbe portato…ma per restarci” El Rojo prese fiato e continuò ansimando per le convulsioni “E..e…pensa Narcì che ci stavo rimanendo secco pure io…dopo quella frase, il mio tasso glicemico è schizzato alle stelle!”.

Quando ebbero ripreso fiato, Narciso domandò con tono grave e preoccupato: “Tu sei sicuro che Luna manterrà il patto?”

L’Oste portò la sigaretta alla bocca, la incastrò sul lato della bocca, così che pendesse dal labbro inferiore in un equilibrio perfetto con il filtro a fare da contrappeso, smanacciò qualcosa per terra e sollevò due bicchierini e una bottiglia senza etichetta, piena a metà di un liquido ambrato. Ne versò in un bicchiere e lo porse al piccoletto accanto.

“Prendi Narcì, l’età e il fegato ce l’hai per bere questa roba muy reposada”. Ne versò nel secondo bicchiere e si bagnò le labbra con il contenuto. “Luna manterrà il patto. Ne sono certo e non per la minaccia di andarla a prendere dovunque di giorno si rintani e di lasciarla bruciare al sole un pezzo alla volta, lentamente. La Regola esiste da tempi immemori e, da queste parti, non è mai stata violata. I vampiri devono chiedere il permesso prima di entrare in casa altrui.

La prima volta che venne qui, lei mi disse: “Lasciami entrare” e io ho acconsentito a un patto: mi casa è casa di tutti gli ospiti, inclusa lei. E i miei ospiti sono sacri. Chiunque entri qui, chiunque incontri qui, Luna non lo può portare fuori… “a cena”. Luna può stare insieme a noi, confondersi tra questi uomini e queste donne, ballare, parlare, vivere anche se lei è una non-morta. Ma chi entra qui non può essere toccato. Questo è il patto. Ha accettato. Io l’ho lasciata entrare.”.

Buttò giù tutto il contenuto del bicchierino. Tirò una boccata di fumo e se ne versò ancora.

Narciso, sorseggiando lentamente, continuò con tono di chi la sapeva lunga:

“Beh mettici pure che Luna è la Regina dei Vampiri qui…Il gringo l’ha scampata bella e neanche se n’è accorto.”.

“Eh già, caro mio, sarai piccoletto, ma quante ne sai! L’incantesimo di “charme” di un vampiro non dà scampo; se t’imbatti nella Regina dei Vampiri, vai incontro alla morte con il sorriso sulle labbra, felice oserei dire! Quando è entrato, hai fatto bene ad avvisarmi che il gringo aveva qualcosa di “strano”. Dico io: sei in cerca di compagnia? Va bene, ma tra tante belle donne qui, su chi metti gli occhi addosso per prima? La Regina dei Vampiri! Stupidi gringos!”

“Che facciamo con il gringo?” Narciso porse il bicchierino vuoto a El Rojo per un’altra dose di muy reposado, qualunque cosa fosse, tanto l’Oste non glielo avrebbe mai detto.

“Mmmh…” El Rojo mentre riempiva il bicchiere di Narciso, tirò con le labbra una boccata di fumo che gli finì tutta negli occhi, batté ripetutamente le palpebre, se le stropicciò con il dorso della mano che teneva la bottiglia, porse con l’altra il bicchierino pieno al compadre e si riempì ancora il suo: “Se il gringo resta qui è spacciato! Ormai è totalmente preso dall’amore per Luna. Un amore impossibile. Abbiamo evitato che il suo corpo marcisse nella palude oppure fosse ritrovato in un vicolo con la gola squarciata, tuttavia impazzirebbe sicuramente a vivere senza di Luna. Quindi già sai…”

“Ho capito. Organizzo con i soliti bastardi di nostra conoscenza una rissa per strada per i soliti futili motivi. Facciamo pestare il gringo come una zampogna, senza ledere organi vitali, gli rompiamo un paio di ossa tra quelle più inutili, giusto quanto basta per farlo rispedire in una zona civilizzata munita di ospedale. Per essere sicuri che non ritorni, mentre è in ospedale, gli faccio recapitare una lettera a nome di Luna: Luna deve partire per un lungo viaggio di lavoro, ma promette di raggiungerlo quando avrà finito, dovunque il su amor sia. Perciò Luna, in chiusura della sua accorata missiva, chiederà al gringo amor de su vida di mandare il suo indirizzo qui a El Bavón Rojo. Il fesso manderà qui la lettera e noi, senza nemmeno aprirla, la bruciamo: così non sappiamo nulla neanche noi e così freghiamo pure Luna, hai visto mai che ci leggesse nel pensiero! Passato del tempo l’effetto dell’incantesimo sarà svanito, il gringo dimenticherà Luna o se ne sarà fatta una ragione. Se poi il gringo è davvero fesso e prova a ritornare da queste parti: il primo posto in cui verrà, sarà sicuramente questo e ci chiederà se abbiamo ricevuto la lettera.”.

L’Oste batté una mano sulla spalla di Narciso. Era fiero di lui.

“Narciso, come farei senza di te? Mi hermanito, se il gringo è così fesso da ripresentarsi, sarò spietato: gli racconto la storia che Luna è una prostituta, lo fa di mestiere ed è pure una delle più brave a fare fessi i gringos stupidi. Si abbatterà e inizierà a bere. Gli mollo quella sbobba che tengo per gli yankee che mi stanno sui cohones e gliela faccio uscire per le orecchie. Quando è pronto a puntino, gli presento un conto che tu e io potremmo mollare questo infame posto e vivere da nababbi in Polinesia: al rifiuto o nell’impossibilità di pagare, chiamo la solerte Policia Federal; mentre le forze dell’ordine si degnano di arrivare, la butto in rissa e insulti: si becca una denuncia per furto, rissa, percosse e, se capitano nel locale pure quattro-cinque campesinos, tentata strage e discriminazione razziale. El gringo dice addio a vita al visto di entrata in Messico!”.

“Oste, ma lo sai che a volte mi sento fiero di te!”.

Tintinna il vetro di bicchierini in un brindisi. Nel buio, non potete vederli ma i due si sorridono.

41 pensieri su “Innamorarsi a El Bavón Rojo – In tequila veritas. Epilogo

        1. Ummaro’! E meno male che sei piccerella! Mo’ fatevi più in là voi due…Ego che ci fai lì impalato, dai! Salta su pure tu!….
          ….
          Oooh oooooh….piano piano che ‘sto dondolo è vecchio almeno quanto l’Oste….

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  1. “Ma dai, le tue donne si contano sulle dita di una mano mozza!”
    Fantastica battuta per un epilogo scintillante di canini assetati…
    Bell’epilogo tra il surreale e l’horror, compadre. Ma dovresti mettere in conto anche il fatto che il gringo non torni con il 7°cavalleggeri… eheheheheheh!!!!!

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              1. Prova a studiarlo quando serra le labbra soddisfatto davanti al pubblico gaudente e giubilante,sprizzante quella malvagia soddisfazione che s’estende ombrello malefico,grazie agli occhi diabolici che rimpiccioliscono estendendo le guanciotte rubiconde e sanando le linee tra la bocca stretta soddisfatta e il naso aquilino da rapace(in questo caso picchio irriverente).Insomma,mi ricorda dannatamente un personaggio da cartoon…

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                1. Descrizione perfetta, compadre. Il suo spessore è quello di un disegno su carta. Le sue esternazioni sono degne di un cartone animato. Ma anche Skeletor sarebbe rabbrividito di fronte alla pochezza di questo presidente di questi americani…e’ imbarazzante come ci sia anche chi plaude e prova a imitarlo o, addirittura, lo porta a esempio da seguire. Mi verrebbe di scrivere un cartello su nella stratosfera, un avviso per gli alieni che dovessero arrivare a questo pianeta: That’s All Folks.

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                    1. Ahi compadre: me vale madre!!! Hai ragioni da vendere sul fatto che rimaniamo scempi ad aspettare che ci si divori: le leonesse sanno ipnotizzare noi poveri kudu… E dire che, alle volte, ci provo pure a far valere i miei quarti di nobiltà: sono del segno del leone, però lei se ne fa un baffo, malandrina……….

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                    2. La ratta ha divorziato dal ratto, quindi per non offendere i rateros si tratta di rata, ma non per dire della rata d’affitto, bensì… Insomma: chiamala come preferisci, basta che non mi ci porti nelle fogne tra le ratte… Il volevo soltanto dire che ci risentiamo tra un po’…….

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