Cartelli paradossi #6 – A zonzo per Napoli, United Lasagne of Naples


Seconda foto a zonzo per Napoli: è ora di pranzo…o cena, vale lo stesso.

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United Lasagne of Naples

Cartello che alla sola vista porta trigliceridi e colesterolo a livelli di guardia (medica). Una vasta scelta di cibi provenienti da varie parti del globo, all’insegna di una contaminazione che caratterizza tutta la storia e cultura napoletana: il “cuoppo” ovvero carta oleata arrotolata in forma di cono riempito con ogni ben-di-Dio-Fritto (e ogni mal-di-fegato); il panino con la porchetta di Ariccia, una vera squisitezza tipica della zona de’li Castelli de Roma (il calice di vino è fortemente consigliato); l’americano “hot-dog”. Ma la vera chicca è la lasagna.

Lasagne "vari gusti"
Lasagne “vari gusti”
In basso a questo menu da “pancia fatti capanna”, alla fine, quasi in maniera defilata, c’è il “pezzo da novanta”.

“Per Carnevale: si accettano prenotazioni per lasagne “vari gusti”: classica – bianca – rosé – al pesto – panna e funghi – ecc…”

Non vi tragga in inganno che il menu di tutte le lasagne possibili e infornabili sia stato affisso in basso: la lasagna a Napoli non è esattamente un esempio di leggerezza e sobrietà gastro-intestinale.

Oltre alle sfoglie di pasta all’uovo (o anche quelle industriali di pasta di semola di grano duro) c’è: ragù (esclusivamente fatto con carne di maiale), polpettine di carne (anche di vitello) fritte, ricotta di pecora o di vaccina, cervellatine (sottili salcicce cotte nel ragù), provola affumicata, mozzarella o fiordilatte purché di qualche giorno prima e messe ad “asciugare” in frigorifero, uova sode, formaggio grana grattugiato, salame tipo “Napoli”. Per ricotta e mozzarella, sconsiglio quelle di bufala, perché la “bufala”cotta e cucinata soffre immensamente.

La lasagna è una tradizione che risale alla fine del Settecento alla corte dei Borboni: l’ultimo re, Ferdinando II, per la sua smodata passione per questo piatto, era noto come “Re Lasagna”.

Piatto tradizionale del Carnevale, non è relegato solo a questo evento, come o’ capitone fritto oppure ‘a menesta ‘mmaretata: una bella lasagna sta bene in qualsiasi giorno, sopratutto quando vuoi dare uno schiaffo alla fame e spernacchiare il”fitness” e il “wellness”. Pancia piatta fottiti!

Come succede con la pastiera, ogni famiglia segue una sua ricetta tramandata, ha un suo piccolo “segreto” che la rende unica e – non c’è niente da fare – la lasagna ‘e mammà è cchiù bbuona di tutte.

Il menu propone una panoplia di lasagne: la “classica”, appena descritta, potrebbe tranquillamente bastare anche ai più esigenti in fatto di calorie e ai più menefreghisti di diete&palestra; tutti i “vari gusti” che seguono sono perciò una diminutio, delle versioni ridotte, anemiche, per chi è colto da retro-pensieri di un “sano equilibrio alimentare senza eccessi”…Ma allora pigliati ‘nu cuoppo, er panino ca’ porchetta d’Ariccia o – fatti del male – con un “hot-dog” o finanche  un’insalatOna. Non ti piglià ‘a lasagna!

L’elenco dei “vari gusti”, dopo il carico pesante della “classica”, inizia con una sorta di pentimento, virando verso un crescente livello di ricchezza e pesantezza: dall’anemia della “bianca”, a un atto di dolore poco convinto della “rosé”, al vorrei-ma-non-posso di quella “al pesto”, al quasi-quasi-rischio-All-Lasagna-In della “panna e funghi”…

Ma il Senso della Vita alla Monty Python, the true Meaning of Lasagna, è in quell'”eccetera” finale e i suoi puntini di sospensione: immaginate tutti i “vari gusti” che volete, cercate una strada per auto-assolvervi dall’eccesso di calorie, ma finirete in un vicolo cieco. La lasagna è una, la “classica”, che chiamarla così a Napoli è già di per sé una mezza bestemmia, ma a voi extra-napoletani (non vi preoccupate, vi accogliamo pure senza documenti in regola) concediamo di chiamarla “napoletana”.

La lasagna nasce come tradizione di Carnevale proprio perché, nel suo eccesso di ingredienti, di estetica e di gusto, rappresenta l’eccesso che diventa la norma a Carnevale. Il ragù per la lasagna è preparato con carni esclusivamente di maiale: appartiene a un passato in cui queste carni erano particolarmente abbondanti e a una festa prima dell’imminente periodo di astinenza e digiuno della Quaresima. Insomma, la lasagna non la puoi fare “al pesto”. Almeno a Napoli, no.

Il Carnevale è una festa del Popolo, in cui può dare sfogo ai suoi sogni o, meglio, alle sue speranze, dove (quasi) tutto è permesso, è un momento in cui liberare energie represse durante tutto l’anno in una società compressa tra regole e tempo, ordinata in certe gerarchie, che in passato erano precise, oggi dai limiti opachi, evanescenti, tuttavia presenti.

La lasagna contiene un po’ di tutto questo: il contrasto dell’acido del pomodoro con il dolce della ricotta; lo schiaffo alla fame (in passato, patita dal popolo per davvero); l’eccesso di ingredienti tanto da arrivare al punto di potere dire “basta” a malincuore; l’aspetto di una torta, da condividere e tagliare a fette; la goduria del “regalo” inaspettato di trovare nella propria fetta un po’ di salame in più, uno spicchio di uovo sodo o qualche polpettina in più; è meglio la crosta croccante esterna o la parte centrale morbida e così ricca?

E volete sapere il vero motivo per cui gli americani avrebbero dovuto votare Hillary Clinton come Presidente?

Per questa foto qui.

President Bill Clinton and wife Hillary work at the DC Central Kitchen making lasagna to feed the homeless December 21, 1998. Photograph by Richard Ellis—Getty Images
President Bill Clinton and wife Hillary work at the DC Central Kitchen making lasagna to feed the homeless December 21, 1998. Photograph by Richard Ellis—Getty Images [Fonte: Fortune]
Il Presidente Bill Clinton e sua moglie Hillary nella DC Central Kitchen preparano la lasagna per i senza-tetto (21 dicembre 1998).

La Lasagna sia con voi.
E con la tua panza.

In alto le nostre forchette.
Sono rivolte alla Lasagna.

Rendiamo grazie alla Lasagna, panza fatti capanna.
È cosa buona e giusta.

E la mia benedizione vi colga fino alla prossima foto (che tratterà di un tema mistico)

81 pensieri su “Cartelli paradossi #6 – A zonzo per Napoli, United Lasagne of Naples

                1. Figuratevi Signuri’ (o signora scusate eh ma non ci vedo bene da qui, ma comunque mi sembrate na signurina pe’mme….). La lasagna s’adda magna’ tutti insieme: vuole mettere lo sfizio di fare a gara a chi truova ‘cchiu’ purpettine dint’a fella soja?!! Assettateve, Signuri’…preferite il centro morbido o la parte croccantella….cca’ ce sta Tati che preferisce la parte croccantella…prima ca fernesce ca’ Tati pare piccerella ma addeventa gigante quanne c’è sta a lasagna!

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                    1. Ehm veramente ‘a criatura ha ordinato due teglie…Metto a tavola un Gragnano che dite? Avete preferenze?
                      Narcì, jamme belle jà, fa’e presse..li stati fabbricann’ i bicchieri?!? Tenimme ospiti graditi qua…Tati e Mela…
                      Scusate signurì ma tengo pure na criatura…
                      … …
                      …Narcì, nun e magnà ‘e purpettine pe’dint’a lasagna!
                      ….
                      Dicevamo…Granano lo gradite?

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                    2. Signurì, vo’ddico ppo’bbene vuosto…O’piccerillo è adorabbbile, ma qui nel quartiere tiene la nominata di “o’ guappo d’a lasagna”. Non guarda in faccia a nisciuno c’a lasagna ncopp’a tavola….i’v’aggia avvisato…Stateve accuorto che se magna pure l’ove vuoste, oltre che è purpettine…
                      Signurì, favorite un bel gragnano frizzantello che pulisce dal gusto ricco della lasagna…così aropp’putite inizià d’o capo con un rinnovato gusto…

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                    3. Narcì, tu sei un uomo…insomma vabbuò nu guaglione va’ fortunato! Non hai fatto niente e ti stanno riempiendo di attenzioni. Io m’aggio fatto o’mazzo tanto e mi so’preso pure nu pare ‘e cazziate….Narcì, Narcì…Come farei senza di te (impossibbbbOli)
                      Signurì, scusate mi ero distratto appriesso o’piccirille che se sta strafucanne…Favorite un po’ di mozzarella di bufala fresca….Non ce l’ho messa nella lasagna pechè è troppo pesante…Non che la lasagna mò sia proprio leggiera…

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                    4. Ah buongustaia! Si sciolgono in bocca, sono una vera delizia, difficile da trovare e da capire…pruvate pure chesta provolella affumicata ‘e Mundragone…ma prima faciteve un sorso ‘e vino…pulisce la bocca

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                    5. ‘Azz! Tente buon gusto e occhio lungo…L’aggia astipata pe’l”ospite bbelle comme vuje…ca’ Narcise è tanto nu bello piccerille, buono e caro eh, ma se strafoca delle cose che gli piacciono (praticamente qualsiasi cosa commestibbbbile)….A vaco subbeto a piglià…e pure l’aulive…meno male che me l’avete ricordato…ca’sennò se abbruciavene dint’o furno….Avevo lasciato l’imbasciata a Narcisiello, ma manco po’ ca…ppero…Vabbuò, arriv’e subbeto!

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                    6. Grazie don Cla’, con comodo vostro. Sto sazia che è ‘na bellezza e per non essere da meno aggio purtato i fichi bianchi cilentani, fatti al forno con mandorla, scorzetta di limone e cioccolato fondente. Un regalo di una cara amica che divido volentieri con vuje

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                    7. Con le 3 C!
                      Narcì…bbuo’ fa coccosa oppure sei troppo stanco dell’abbuffata di lasagna…?
                      …Ah…ti senti leggermente appensantito…nu cafè lo gradiresti pure tu…
                      Evabbuò [si butta un tovagliolo ormai intriso di ragù sulla spalla] , aggio capite…vac’ie.
                      Signurì, quanto zucchero? O o’vulite amaro?

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        1. La lasagna ce l’ha nel DNA il potere di scatenare l’inferno tra gli enzimi. Pensa che io inizio a mangiare da quando mia madre inizia a friggere le polpettine…mi aggiro come un squalo in tondo nella cucina è appena mamma tira fuori dal padella le polpettine calde calde ZAC! Scatta la mano…E scatta pure la cucchiaiata di mia madre appresso alla mia mano. Lo stomaco è deliziato, ma la mano è tumefatta 😀

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          1. Mi viene in mente una cosa che con il tuo aneddoto ha in comune solamente il gusto del “furto”…..
            I miei avevano una drogheria dove vendevano di tutto caramelle comprese che erano anche la meta dei miei furti di bambino.
            Appena la commessa girava la testa o si assentava io……ZAC !!!!! mi fiondavo come un falco per ghermire le tue prede, di sicuro la commessa sapeva e non diceva niente ….. ma vuoi mettere il gusto del carpire ? Il cibo ha tutto un altro sapore……
            Che buone le lasagne !!!!!!!!

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    1. Ma oh! Scusate ma mica io ci ho messo la foto della lasagna! Come vi fa a venire la fame a tutti quanti!?
      Poi io e te non possiamo stare vicino a tavola eh…io da una parte, tu dall’altra: la crosticina piace pure ammme! Un po’ per uno da bravi amici. Dividit lasagnam et impera!

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        1. Non me ne sono accorto….l’ho scritto come l’ho vista fare da mamma’. È tutto merito suo allora. Comunque vedi che è arrivata Mela e le ho detto che c’eri pure tu…a tavola. Che portò? Un Gragnano vabbuono Signuri’?

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            1. Signurì, allora facimme accussì, ca’ ce stanno nu poco ‘e cervallatine che ho fatto lievemente soffriggere e so’ascite ‘ecchiù…favorite queste.
              Narcì, si tuocche ‘e cervellatine d’a signurine, po’ facimme e cunte…
              Gragnano per tutti, stabbbbene!

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                1. Signurì mi fate diventare rosso, io m’arricreo a stare cull’amice e chi vuole fare nu poco ‘e ammuina…Brindiamo con questo Gragnano…Sentite Signurì che specialità… Guardate qua che bel colore rubino, manda bagliori porpora…Bevite signurì, bevite…nu pucurielle, bagnateve ‘labbra bbelle…O’ sentite come è intenso…pare c’a vocca s’illumina: accarezza morbido la lingua e il palato, è un po’ sapido, chist’e o’vero ma pure aromatico se aspettate un po’….
                  Che dite? Verso ancora?

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                    1. Per questo, basta ca’ guardate più in là, vicino a Mela, ca’ ce sta Narcisielle belle tutto ‘nzevato di rraù ca pare ‘a maschera ‘e Pullicenella insaguinate…e se sta pure futtenne quella delizia di fichi del Cilento che ‘Onna Mela ci sta gentilemente offrendo…malandrino…

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                    2. I fichi?… FICHI?!? Hai detto fichi??? ( si gira di scatto, e salta al posto giusto… Scatta di nuovo indietro, agguanta il bicchiere, si rivolta allungando la mano al cesto di fichi… Si blocca e… Un baciotto all’OsteMeraviglia che mi fa scassare dal ridere)

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                    3. Narcì ! … Guarda qua… Ho un ovetto di cioccolato per mano e…. Chi li vuole??… Ci sei? Però devi prenderli!… ( li tira fuori nel cortile e lui corre con occhi spiritati )… E… OPLÀ ! Seduta comoda… Mangerò come non ci fosse un domani😁 Osteeeee… Vieni, siediti ora

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                    4. Arriva o’cccafè, Cumme Caz Coce!
                      Lo zucchero sta ccà pe’ cchi lo vuole…Narcì puose ‘e mmane…pigliate o’cccafè e statt’bbuono mò. Aaaah mò m’assette pur’ie…Assafamaronnellabella!
                      E mi godo la compagnia…
                      Allora, che ‘Onna Mela che mi raccuntate ‘e belle, na bella storia d’e vuoste…
                      E TatiBella vuje, nu bello disegno co’chille mane fatate ca’tenite…Facitemi arricrea’ l’uocchie e pure o’core…
                      Narcì, viene accà…Ascolta, guarda, impara, fatt’o core cumme ‘na spugna ‘e mare…

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                    5. OOOOOooooooohhh…un tazzone di caffè adesso è proprio quello che ci vuole! senti ma… la facciamo un po’ di cremina con l’uovo sbattuto e lo zucchero? ( eh melissima, che dici?)… sai Oste… ci sono un paio di cosette che avendo fatto l’ingorda tempo fa ora non posso mangiare come vorrei… tra questi… i funghi!… non posso mangiarli ma… disegnarli sì.. a te!

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                    6. Puoi fare quello che vuoi, “mi casa es tu casa” dice un vecchio Oste di mia vecchissima conoscenza (abbiamo la stessa età ma me li porto meglio io).
                      Per la cremina posso prendere il caffè appena uscito e lo sbatacchio nello zucchero…

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                    7. Mi ricordo Narcì che una volta ho parlato dei giorni spugna, quando tutto rimane dentro, il cuore si fa grande e pesante e se non lo strizzi bene dopo un po’ fa la muffa. Però ci sono anche i giorni impermeabile, le cose scivolano via lasciando appena una traccia di umidità, che asciughi in fretta con la mano. Ci sono anche i giorni margherita, non mettono allegria le margherite? Un piccolo sole che fa sorridere solo a vederlo, con tante nuvolette bianche intorno, di quelle che non fanno danni ma solo una bella ombra fresca. Ecco sì, io spero che per te, per l’oste più buono che c’è e per la Tatina del mio cuore i giorni margherita siano tanti, ma tanti da farne collane.
                      E ora vi abbraccio e vi saluto, sono stanca assai e il sonno sta arrivando 🌻🌻🌻

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                    8. Grazie – Narciso sale su una sedia, stende le sue mani sporche di cioccolato, fichi e rraù e dà un bacio a ‘Onna Mela – grazie di averci fatto compagnia in questa jamme-session avvolo avvolo…Narcì prendi appunti sui giorni Margherita…No, non puoi fare il gioco “m’ama-non m’ama”, il fiore soffre…già te l’ho spiegato.
                      Signurì si porti questa bottglia di Gragnano…per le giornate spugna e impermeabile…non risolve, ma aiuta con un po’ di calore e sincerità delle cose buone donate con il cuore. 😀

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