Viva il Messico! Ep.#22 – Uxmal…e la Rivelazione di un Antico Segreto


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I biglietti del sito archeologico di Uxmal [Foto di RedBavon]
 Segue da Ep.#21 – A zonzo per Mérida

9° dia: Uxmal (città nativa di Francesco, poi saprete perché…)

A bordo del nostro bolide rosso Chevy Monza, Lucio è ormai “Il Prescelto” alla guida: è il nostro “pilota ufficiale” dopo avere salvato pianale, ammortizzatori, sospensioni nonché la nostra pellaccia nel percorso rallistico a Tulum e da quelle micidiali trappole dette “topas”, ovvero dei dossi artificiali, decisamente più alti di quelli nostrani, distribuiti sulla rete stradale apparentemente ad minchiam, ma, in realtà, atti a costringere l’automobilista a rallentare nelle vicinanze anche di una sola casupola, che sbuca dal folto della foresta tropicale al lato della striscia asfaltata. Parental Advisory: in un prossimo post vi racconterò delle topas.

Ci dirigiamo verso Uxmal, altra città-stato di notevole importanza storica in quanto parte della Lega di Mayapán (“bandiera dei Maya”) insieme a Chichén Itzá e Mayapán, appunto.

Secondo alcuni studiosi, tale Lega non è mai esistita, poiché Uxmal e Chichén Itzá erano già state abbandonate e la Lega è frutto di una storia inventata dai Signori di Mayapán per dare prestigio al proprio lignaggio. Secondo altri storici, tale alleanza, iniziata tra il 987 –1007 d. C., conquistò l’egemonia del Nord della penisola. La Lega si dissolse a causa di conflitti interni: prima una guerra tra Uxmal e Chichén Itzá (1175-1185 d.C.), poi tra Uxmal e Mayapán (1441-1461 d.C.). Il caos che seguì dopo tale ultima guerra divise la penisola in 17 kuchkabales o, come le chiamarono gli spagnoli, cacicazgos, equivalenti a uno Stato minore indipendente come poteva essere l’Irlanda o la Scozia nel vecchio Continente. Per cacicazgo si intende “terre governate da un cacique“, ovvero il capo di una gerarchia determinata da alleanze guerriere, consolidatesi mediante complessi sistemi di parentela e appartenenza etnica. Da qui il fenomeno del cacicchismo, che influenzò negativamente la storia dell’America Latina e viene anche utilizzato per indicare l’esercizio personalistico del potere in ambito locale. Maya, spagnoli e italiani, una faza, una raza.

La piramide del Adivino: più che una salita. è una scalata [Foto da mayaruins.com]
La piramide del Adivino: più che una salita. è una scalata! [Foto da mayaruins.com]

Uxmal è uno dei più importanti siti archeologici della cultura Maya, insieme a Chichén Itzá e Tikal (in Guatemala): come Palenque, è un magnifico esempio dell’arte Maya nell’elegante stile Puuc. Alla linearità di grandi edifici quadrangolari si contrappongono estesi fregi nel caldo calcare yucateco, decorati da ricchi mosaici di pietra.

In Uxmal, il cui nome significa “ricostruita tre volte”, vi è la famosa Piramide del Adivino, alta la solita trentina di metri, ma con una pendenza tale che l’infarto è certo anche solo a guardarla dal basso!

Sullo sfondo la Pirámide del Adivino incombe: è una
Sullo sfondo la Pirámide del Adivino incombe: è una “presenza” inquietante [Foto di RedBavon]

La Piramide del Adivino (cioè, dell’Indovino) ha diversi nomi come pure diversi sono gli strati della costruzione: piramide dello stregone, del gran Chilán (sacerdoti specializzati nelle profezie) o del nano. La leggenda nel folklore yucateco narra di un nano, figlio di una strega e nato da un uovo (come i serpenti). Costui, volendo prendere il posto del governatore della città, fece con quest’ultimo una scommessa: avrebbe costruito una piramide in una sola notte. La piramide fu costruita in una notte e il nano fu proclamato Re della città di Uxmal.

È il più grande monumento della città: alto 35 metri e largo oltre 53 metri. Si compone di cinque diverse strutture, costruite in altrettanti tempi diversi: ogni “strato” ha il suo tempio (i primi, chiaramente inaccessibili). La particolarità della piramide risiede nel suo aspetto tozzo, l’entrata del tempio sulla sommità sul lato opposto della scalinata e, sopratutto, nella sua pianta: è l’unica di pianta ellittica.

Francesco:
Francesco: “Guagliù! Mi ridai la palla?…Grazzzzzieeeee” [Foto di RedBavon]

Un Antico Segreto…Rivelato!

Sarà stata l’aura di mistero e la maestosità minacciosa della piramide, Frank viene colto da una fulminazione megalomane e mistica insieme!

Sfuggendogli evidentemente il significato di Uxmal, cioè “ricostruita tre volte”, d’un tratto, senza motivo apparente, si rivolge verso noi compagni di viaggio e, con le braccia alzate e il tono delle più solenni (auto)proclamazioni, proferisce le seguenti parole: “Uxmal! In verità, io sono Il Grande Uxmal!!!”, convinto che “Uxmal” volesse significare qualcosa d’importante, che fosse il nome di un capo prestigioso e assai potente. Vallo a capire…

« Annunciaziò! Annunciaziò!..Tu Francè, Francè, sei il figlio del Serpente piumato, Uxmal ti ha dato la buona notizia…Annunciaziò! Annunciaziò! »

Noi tre ci guardiamo negli occhi, in silenzio, non ribattiamo nulla, non battiamo ciglio. Attoniti al nunzio restiamo. Con il senno di poi, mi sorprendo che non lo abbiamo mandato a pascere o iniziato a ridere a crepapelle.

Da questo momento in poi Francesco verrà chiamato Uxmal; gli viene riconosciuto, infatti, tale maya denominazione all’unanimità in virtù di varie interpretazioni di Diego, Lucio e me:

  1. data la recente operazione al ginocchio del buon Francesco, “Uxmal”, cioè “ricostruito tre volte”, è un chiaro riferimento alla ricostruzione del legamento crociato
  2. considerata la statura di Francesco – 1 metro e 67 centimetri – si allude ai vari tentativi (tre, falliti tutti evidentemente) di ricostruire meglio non solo il legamento, ma entrambe le gambe. Il risultato finale alla terza botta, lascia l’amaro in bocca che i Maya non si siano spinti oltre
  3. un misto tra la 1) e la 2)
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Quadrilatero delle Monache: si gioca al campetto delle suore! Diego terzino (con cappello), Claudio mediano di (poca) spinta, Lucio punta avanzata (cioè scartata dal tutte le altre squadre) [Foto di RedBavon]

La visita alle ruinas è molto interessante, nonostante l’assenza dell’utilissima guida messicana, a causa di una pandemia di tirchieria tra i compatrioti trovati sul luogo, che rifiutano la nostra proposta di dividere la cifra – non indifferente per soli quattro paganti – necessaria per essere accompagnati in un percorso guidato ed edotti sulla storia di Uxmal, Puuc, Chaac, lo Stregone che era un nano (cioè ancora più basso dei messicani?!), un’altra versione sul juego dela pelota (“squadra che vince, perde la testa” o “squadra che perde, perde la testa”?) e – perché no – storie di sacrifici umani e teste rotolanti. Italiani, tutti sapientoni!

Il sito archeologico si presenta curato come quello di Chichén Itzá, non selvaggio come Coba, ha forse meno impatto su di noi, poiché, senza la guida a illustrarci la storia ed evidenziarcene i dettagli, camminiamo tra gli edifici, attraversiamo l’onnipresente campo della pelota, non ci rendiamo conto di quanta Storia stiamo ripercorrendo.

Il sito è molto esteso, circondato dalla foresta, e occorre camminare parecchio per visitarne le strutture: il Palazzo del Governatore, la Casa delle Tartarughe, il campo della pelota, il Quadrilatero delle Monache, la Grande Piramide, la Casa dei Piccioni.

Il campo della pelota non è nulla di particolare, sopratutto se avete visto prima quello di Chichen Itzà. D’altronde, nella zona d’influenza Puuc, i campi di pelota sono una rarità.

Il campo della pelota a Uxmal rispetto a quello di Chichen Itza sembra un campo dell'Oratorio
Il campo della pelota a Uxmal rispetto a quello di Chichen Itza sembra un campo dell’Oratorio [Foto di RedBavon]

La Casa dei Piccioni è una struttura ancora semi-nascosta dalla vegetazione e deve il suo nome perché il tetto di quanto visibile ha una forma a cresta ed è decorato con motivi geometrici, che ricordano le colombaie moresche delle case dell’Andalusia. L’importante archeologo yucateco, Victor Segovia Pinto sosteneva che le aperture nel tetto a cresta avessero un significato astronomico e potessero essere una sorta di strumento per osservare la volta celeste e gli astri. Uxmal e Chichén Itzá sono tra i siti più importanti per l’Archeoastronomia.

El Palomar - La Casa dei Piccioni [Foto da Enciclopedia Libre Universal en Español]
El Palomar – La Casa dei Piccioni [Foto da Enciclopedia Libre Universal en Español]

La Casa delle Tartarughe è un edificio che presenta il fregio decorato con una serie di tartarughe realisticamente scolpite. La tartaruga è associata al culto della pioggia, Chaac.

Chaac è onnipresente nell’architettura Maya e, in particolare modo, a Uxmal poiché le risorse idriche della città non dipendevano dalla vicinanza di cenote, ma da cisterne, costruite dall’uomo, che raccoglievano l’acqua piovana.

I “pezzi” forti sono il Palazzo del Governatore e il Quadrilatero delle Monache

Il Palazzo del Governatore rivaleggia per imponenza con la piramide ed è una delle strutture più importanti dell’arte Puuc. La facciata dell’edificio centrale misura cento metri e poggia su una piattaforma alta già 18 metri. In ottimo stato di conservazione, le proporzioni e le ricche decorazioni trasmettono un senso di perfetta simmetria architettonica e di “grandeur”. Sembra quasi che sia il consapevole testamento del popolo di questa città, che desiderava lasciare ai posteri il ricordo di quanto fosse stata potente e fiera.

Scorcio del Palazzo del Governatore da lontano. Anche Uxmal in quanto a dimensioni delle strutture non scherza [Foto di RedBavon]
Scorcio del Palazzo del Governatore da lontano. Anche Uxmal in quanto a dimensioni delle strutture non scherza [Foto di RedBavon]

Di fronte alla piramide vi è il Quadrilatero delle Monache, uno degli edifici più eleganti in assoluto, arricchito da decorazioni in stile Puuc dell’onnipresente Chac e di Quetzalcoatl, raffigurato su tutta la facciata sotto forma di due serpenti intrecciati in forma stilizzata. Originariamente un complesso di edifici con funzioni di rappresentanza, ai conquistadores ricordava evidentemente un “convento” visto il nome che gli diedero.

[Foto di RedBavon]
Pregevole ed elegante colonnato in secondo piano. In primo piano, trittico di colonne di fecale rimembranza [Foto di RedBavon]

La Piramide del Adivino, tuttavia, è quella che, tra tutte, mi trasmette inquietudine, una sensazione quasi sinistra. La parte sopraelevata al termine della scalinata, così ripida da rimandare il pensiero a una scalata da alpinista, ha una forma strana, sproporzionata rispetto al resto della pure poderosa base. Aggiungete delle voci di turisti morti cadendo giù dalla piramide: il costante pericolo dell’ascesa e discesa è più concreto e opprimente rispetto a quanto sperimentato a Chichén Itzá e perfino a Coba.

Purtroppo, la scalata ci viene negata in quanto “chiusa per restauro”. Ormai ogni cosa che abbia scalini viene presa dal gruppo di caballeros come una sorta di sfida da cui è impossibile tirarsi indietro: ne va del nostro onore. Più che una “questione d’onore”, azzarderei a definirla una “condanna”: dannati a “scalare”. Fino a che uno non rotoli giù.

Terrore strisciante

Lucio e Francesco, amici? [Foto di RedBavon
Lucio e Francesco, amici? [Foto di RedBavon]
Durante il nostro peregrinare tra le ruinas, in un tratto dove la giungla era più rigogliosa e occorreva camminare facendosi largo tra la vegetazione, Lucio ha un colpo di genio bastardo e ordisce un terrificante scherzo ai danni di Frank, alla luce della rivelazione che altri non è che Stanislao Moulinsky…ooops volevo dire il Sommo Uxmal.

Frank non si trova a suo agio con gli animali.
Se state seguendo questo viaggio “uno-strappo-e-via”, potreste non ricordare il miracolo accaduto sulla spiaggia di Tulum nell’incontro tra un cane e Frank conclusosi, non con un tentativo di fuga e conseguente sbranamento del nostro carissimo amico, bensì con una riappacificazione tra Frank e la razza canina.
Altrettanto non può dirsi per le innocue iguane, allo stato brado tra le ruinas e anche in alcuni centri abitati. Ogni volta che Frank ne vede una, cerca d’indovinare la direzione verso cui l’animale si muoverà così da scegliere la traiettoria esattamente opposta. Le iguane sembrano percepire questo suo disagio e nell’incrociare la nostra formazione, tra i quattro caballeros, sembrano puntare decisamente su Frank.
Con le iguane Frank è davvero a disagio, al limite del terrorizzato. Figuriamoci con i serpenti!

Ebbene quel genio del male di mio fratello, sebbene consideri Frank un amico fraterno, concepisce uno scherzo che quasi gli costa la storica e amatissima amicizia.
Procediamo in ordine sparso in mezzo a un fitto sottobosco, Diego in testa, Frank segue, ma perde contatto rapidamente perché a ogni passo sembra sospetti ci sia una trappola o un animale pericoloso in agguato. Mio fratello lo segue da presso, a distanza di tre passi e io chiudo in retroguardia ancora qualche passo più indietro. Da questa posizione, assisto di gusto alla scena che segue.

Lucio, interpretando il timore di Frank (alla faccia della divinità Maya!), d’improvviso e con tono seriamente spaventato urla a Francesco: “Francè, un serpente!”. Il povero Frank fa un balzo laterale con tale rapidità che credo abbia usato il teletrasporto (allora ha poteri divini o’veramente!!!). È sbiancato in volto e ben oltre la soglia del puro spavento.

È questione di una decina di lunghissimi secondi prima che riesca a incrociare il viso di mio fratello, su cui è dipinto un sorriso beffardo. Frank comprende di essere caduto con tutti i sandali nello scherzo ed esplode in una ramanzina di epocale ferocia e sdegno, che se avesse davvero dei poteri divini li avrebbe di certo usati per ridurre l’ex-amico, nonché mio fratello, in un mucchietto di ossa e ceneri, irriconoscibile perfino a mia madre. Mio fratello, di tutta risposta, schianta in una risata fragorosa e smodata, che rende ancora più drammatico il suo già compromesso status di amico.

Diego, che è tornato indietro all’urlo di Lucio, sorride trattenendo il legittimo sganasciamento in un suo raro momento di consapevolezza della drammaticità della situazione (di Lucio) e ancora più raro momento di empatia (con Frank). Io cedo di schianto in un singhiozzo sincopato.
Frank è su tutte le furie. Lo scrivo a chiare lettere: è proprio incazzato.

I nostri tentativi di riportare l’ottimo Frank alla sua proverbiale bontà d’animo falliscono miseramente: non ne vuole sapere di fare finta di nulla e, come direbbe Frank, “grintosamente” tiene il punto perché siamo degli irresponsabili (come dargli torto, a parte questo episodio) tirando in ballo, in sintesi, la storia del “Al lupo, al lupo”. Io temo un po’ per il sodalizio fino a oggi dimostratosi granitico, nonostante le differenze di ognuno di noi. D’altronde è il nostro primo viaggio insieme e un viaggio come questo mette a dura prova.

Dieci minuti più tardi, in cima alla scalinata della Grande Piramide, (da non confondere con quella del Adivino) davanti all’ennesimo spettacolo della giungla da cui spuntano silenziose le vestigia di una civiltà che ha tanto da raccontare, guardo i miei compagni di viaggio, sono grato di essere giunto qui, a diecimila chilometri da casa, con loro e grazie a loro e sono felice di condividere questi momenti proprio con loro. E non sarà un serpente o una biscia fetente a impedircelo.

La Grande Piramide (IX sec. d.C.), nei pressi del Palazzo del Governatore, è alta 32 metri. Alla fine della grande scalinata si trova un tempio decorato con il dio Chaac, animali e vari elementi geometrici [Foto di RedBavon]

Uxmal non perdona

La vendetta del Sommo Uxmal non tarda a giungere. E colpisce proprio Lucio, reo di avere osato schernire Francesco, cioè il mortale prescelto per assumerne la forma del Dio in terra.

All’uscita dagli scavi, sorpresa! Lucio, eletto “esperto pilota”, ha lasciato accese le luci dei fari, dimenticando di disporre l’apposita manopola al lato sinistro del volante sulla posizione “Off”. Risultato: batteria a terra.

Sebbene avessimo il potente Uxmal al nostro fianco, siamo stati salvati dall’intervento di un locale con i fili “rosso” e “nero” attaccati alla batteria del suo camioncino, metodo molto poco maya, ma altrettanto potente. Almeno quanto il nostro Francesco detto Uxmal…Al bagno.
Dimostrando la perizia di cui si diceva ad apertura di episodio, Lucio in un infantile e profano tentativo di eguagliare la potenza del Grande Uxmal tenta di darsi fuoco incrociando i contatti dei morsetti al momento in cui l’altra estremità veniva fissata alla batteria funzionante del camioncino. Risultato: i fuochi di Piedigrotta e…solita “sciolta” di Lucio. Da qui, la consacrazione di Lucio al Dio maya Chaac, Dio della Pioggia, con il nome sacro di Liquados.

Lucio tra i fregi come un dio: Liquados il suo nome [Foto di RedBavon]
Lucio tra i fregi come un dio: Liquados il suo nome [Foto di RedBavon]
Segue paragrafo amanuense di Frank; nel diario amanuense avviso il lettore che se gli dovesse sembrare linguaggio maya, ha perfettamente ragione. La fatica interpretativa dei geroglifici del buon Frank la faccio io per voi, ma vi assicuro che è come fare leggere a un presbite un bigino delle medicine in carattere corpo 6 e senza occhiali.

Interrompo l’ottima narrazione del dio della penna “Bavas” perché prepotente sorge l’esigenza di qualche chiarimento.
Per ciò che concerne la mia modesta autoproclamazione segnalo quanto segue:
la città di Uxmal ha dominato splendente sulla giungla nei secoli.

Ha superato le insidie dei nemici, delle condizioni geografiche e atmosferiche (NdC: ‘a Francè, aggiungici pure 5 punti di penalità all’inizio del Campionato di pelota)

Ha trovato la forza di risorgere dopo ogni occupazione e sconfitta (NdC: ogni partita persa, la testa del C.T. era la prima a rotolare), giungendo ai nostri tempi ancora bella e immutata ( (NdC: ma senza allenatore della squadra di pelota, perché nessuno ci voleva più venire ad allenare questa squadra di pippe)
Le “grintose” capacità di ricostruzione della città hanno ispirato la mia modestia: di qui l’ottimo nome di Uxmal (sorprendentemente appropriato alla mia tempra).
Per ciò che invece riguarda la parte relativa a Lucio mi preme segnalare che l’ottima ricostruzione del “Bavas” corrisponde a storica verità.

Dalle ruinas di Uxmal – nonostante la batteria morta e resuscitata – ci avventuriamo nei dintorni della ridente campagna yucateca.

E chi non viene con noi in gitarella “fuori porta” nella campagna yucateca a magnasse ‘na tortilla, possa il Dio Chac mandargli tanta di quell’acqua che lo colga, vita natural durante, una paura fottuta di farsi pure ‘na doccia.

Onda sonora consigliata: La Reina de Uxmal di Panda (PXNDX)

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12 pensieri su “Viva il Messico! Ep.#22 – Uxmal…e la Rivelazione di un Antico Segreto

          1. Non mi parlare di ristrutturazione di condominio: davvero ci ho passato anni, in attesa che terminasse: peggio di tutti i toltechi, olmechi, aztechi, maya e zapotechi… Tutti intenti ad all’arrivo Quezalcoatl, invece poi sorpresi dalle fatture delle ditte spagnole addette alla ristrutturazione: peggio della strage di nobili aztechi nel campo della pelota di Tenochtitlan… Già, spero che gli dei accolgano la tua invocazione, soprattutto per quanto riguarda la tua allergia alle piume, mandandoci un Quezalcoatl implume………
            Abbraccione ricambiato di cuore…

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      1. Zeus

        Ma veramente!
        Vederla così, imponente e ripida mi ha dato alla testa.
        Questo viaggio messicano è ricco di scoperte e cose che non conoscevo! Continua così, almeno imparo un po’ su quella terra lontana 😉

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    1. Come citavo in occasione di un altro tipo di viaggio (il videogioco di Journey), Steinbeck scrive:”Le persone non fanno i viaggi, sono i viaggi che fanno le persone”. Ecco, questo viaggio mi ha davvero cambiato e arricchito; mi sto sforzando di cercare di trasmettere quello che ho “imparato”, “sentito”, “vissuto”, anche e sopratutto dopo tutti questi anni. Le tue parole mi confortano che sto rispettando ciò che dice Steinbeck. Grazie Butch!

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