Videogiochi da paura! Alan Wake


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Arriva Halloween e, a dispetto di zombie e altre mostruosità assortite, l’anima del commercio è sempre viva! Le offerte online di videogiochi sono il “dolcetto” per chi ha questa passione o, a maggiore ragione, per il videogiocatore occasionale, grazie a un deciso taglio prezzo sia su titoli recenti sia su quelli più datati il cui tema è la paura, l’horror o, in qualche modo, riconducibile ad Halloween.

Inauguro perciò la rubrichetta Videogiochi da paura!, prendendo in prestito dal gergo romanesco “da paura”, espressione di meraviglia per qualcosa di straordinario, e confondendolo con il tema principale dell’horror e survival, della paura, appunto. In tale rubrichetta andrò a descrivere vecchi e nuovi titoli, da quelli che vi faranno saltare dalla sedia a quelli che riescono a catturare, in qualche modo, uno spirito ansiogeno, distrubante o di tensione.

Non vi troverete delle recensioni tecniche , che snocciolano “la rava e la fava” dell’ultima mirabolante novità, ma una sintesi di ciò che potete aspettarvi o un focus su un aspetto particolare poco sviluppato dalle recensioni delle riviste specializzate; insomma, è un invito a sperimentare un po’ di brivido e tensione al sicuro davanti a uno schermo: un dolcetto secondo la “ricetta” che potete leggere in VideO’gioco quant’è bello, spira tanto sentimento. Attenti allo chef, potrebbe farvi qualche scherzetto.

Chiaramente, siete invitati a dire la vostra sul videogioco che (non) giochereste in una notte buia e tempestosa.

Visto che siamo su un blog e ci piace scrivere, iniziamo con un videogioco il cui protagonista è uno scrittore con un focus sulla sua colonna sonora, davvero da paura!

Alan Wake

Per: Xbox 360 (2010), compatibile con Xbox One – Microsoft Windows (2012)

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Una tranquilla cittadina tra boschi, montagna e lago. Cosa vuoi di più? Un lucano?

Alan Wake è un famoso scrittore di successo di racconti polizieschi ed è nella classica crisi creativa da oltre due anni. Mentre è in vacanza, in mezzo a boschi e montagne, nella tranquilla cittadina di Bright Falls con la moglie Alice, ha un sogno…

Alan Wake è un thriller, trae ispirazione a romanzi e film di Stephen King (La metà oscura) e di John Carpenter (Il seme della follia), attinge e cita X-Files e Twilight Zone, rimanda a Twin Peaks. Il risultato è un buona storia, sviluppata in episodi come una serie televisiva, supportata da un impianto audio e video di prim’ordine, che riesce a tenere un buon eqilibrio tra la tensione dell’esplorazione e l’adrenalina degli “incontri” ostili.

Lo svolgimento della trama e dell’azione è di per sè lineare, tuttavia i colpi di scena e i salti sulla sedia non mancano. Forse un po’ prevedibile se si è appassionati di cinematografia di questo genere, ma il “mondo” rimane coerente e verosimile, i personaggi comprimari credibili (per un videogioco) e genera un legame emotivo con un intreccio sufficientemente stimolante per arrivare fino alla fine.

Altri elementi, apparentemente di dettaglio, danno spessore alla trama e conferiscono suspence e coivolgimento: le pagine del manoscritto, sparse in giro per Bright Falls, descrivono gli eventi di cui Alan è protagonista prima ancora che accadano; altrettanto efficaci come questi flashforward, sono i flashback della felice vita di coppia di Alan e Alice, prima di arrivare in questa cittadina apparentemente tranquilla. E ancora le televisioni e le radio disseminate per gli scenari, le cui trasmissioni stabiliscono un contatto tra quanto accade altrove a Bright Falls in un perfetto stile alla Twilight Zone (serie nota in Italia con il titolo “Ai confini della Realtà”).

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Luce e oscurità, un contrasto onnipresente.

Tutta l’ambientazione è basata sul contrasto tra luce e oscurità, così anche il sistema di combattimento è implementato coerentemente e con perizia tecnica: per eliminare un avversario non è sufficiente crivellarlo di colpi, come in un qualsiasi spara-tutto, ma è necessario colpirlo in presenza di una fonte di luce. Alan dispone di un limitato arsenale, una pistola e un fucile, e di una torcia: puntando la torcia sulle entità ostili (non solo antropomorfe) le rallenta e può definitivamente rispedirle nell’Oscurità da cui provengono con il metodo tradizionale, cioè una buona dose di confetti al piombo. In pratica, la torcia funziona come un mirino. Disseminati per gli scenari vi sono dei bengala, utili per diffondere luce su un’area più ampia, e un apparentemente innocuo lancia-razzi di segnalazione, che ha invece effetti devastanti quanto un lanciagranate anti-carro sulle creature dell’Oscurità.

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Uccelli

Alan Wake è un videogioco realizzato da Remedy Entertainment, uno studio di sviluppatori finlandesi, assurto all’Olimpo dei migliori game developer mondiali nel 2001 grazie a Max Payne, un noir che per la prima volta implementa efficacemente in un videogioco il “bullet time”, come nel cinema aveva sapientemente fatto John Woo in A Better Tomorrow. Pertanto, non è una sorpresa che anche in Alan Wake trovi applicazione il “bullet time”, che rende ancora più drammatici e scenografici gli scontri.

Un gioco ambizioso, che non riesce a inventare un “rivoluzionario” modo di raccontare una storia, ma merita il successo per quanto riesce a intrattenere e creare atmosfera. A volte, mi è sembrato uno di quei fillm horror o thriller in cui ti metti la mano davanti gli occhi nelle scene ‘clou’ per non vedere….e poi non puoi fare a meno di sbirciare tutto tra le dita.

In mancanza di un Silent Hill di prima maniera, orfani di Eternal Darkness e Project Zero, Alan Wake non delude.

Una colonna sonora da paura!

Una menzione particolare va a Petri Alanko, che ha composto la colonna sonora, fortemente incentrata sul pianoforte, a partire dal leit motiv del videogioco, cioè il “sogno”: in qualche modo c’è un collegamento tra gli strumenti, i suoni e le melodie,  ma non ci sono regole. Alanko gioca con l’ascoltatore e insieme al videogiocatore: durante un tema caldo e rassicurante in piena espansione, inserisce una stridente e ansiogena modulazione, ma appena prima che l’udito possa ricentrarsi e adattarsi alla nuova tonalità, il tema ritorna alla sua brillantezza originale.

Sebbene sia capace di produrre toni cupi, gravi e atmosfere “dark”, il pianoforte è uno strumento luminoso, squillante, chiaro, dal suono caldo e, normalmente, evoca emozioni, non certo collegate all’horror o all’azione frenetica. Sorprendentemente l’effetto più disturbante nel tema musicale di Alan Wake è prodotto attraverso il suono del pianoforte, già di per sè una scelta originale come strumento principale in colonne sonore di videogiochi il cui mix è azione, horror e survival.

Per esempio, ascoltate la prima traccia della colonna sonora, A Writer’s Dream, e fate attenzione al cambio al minuto 1:05.

La colonna sonora è inoltre arricchita da contributi di artisti di varia estrazione musicale: al termine di ogni episodio vi è una canzone, da Poe ai Depeche Mode, da Nick Cave a David Bowie, che sottolinea il mood dell’episodio appena terminato. Vista la caratura degli artisti, ogni canzone vale la pena di essere ascoltata.

Se non tocchereste nemmeno con una pertica da lontano un videogioco, provate ad ascoltare in sequenza queste canzoni inserite al termine di ciascun episodio: alla fine avrete un assaggio del tipo di atmosfera e di sensazioni che potete ricevere da un videogioco come Alan Wake…Sì, è “solo” un videogioco.

Se tuttavia non ve ne frega assolutamente nulla di videogiochi, a parte il fatto che nasce un mistero in una storia di mistero, cioè: “come diamine siate riusciti ad arrivare in fondo a questa pagina?”, state per ascoltare un’ottima selezione musicale.

Episodio 1 – Roy Orbison: In Dreams (1987 Version)

Episodio 2 – Poe: Haunted

Episodio 3 – Nick Cave and the Bad Seeds: Up Jumped The Devil

Episodio 4 – Old Gods of Asgard: The Poet and the Muse

Episodio 5 – Poets of the Fall: War

Episodio 6 / Credits – David Bowie: Space Oddity

Episodio Speciale 1 (DLC) – Anna Ternheim: No, I Don’t Remember

Episodio Speciale 2 (DLC) – Depeche Mode: The Darkest Star

24 pensieri su “Videogiochi da paura! Alan Wake

    1. Non mi stai trollando, vero? No, perché hai nominato i mostri sacri del survival. Con il primo Resident Evil io ci stavo rimanendo secco per colpo apoplettico quando i cani entrano dalle finestre in un certo corridoio! Silent Hill mi ha lasciato un senso di disturbo come se fossi in quel quadro nell’albergo alla fine di Shining. Io compro la pizza e ti stendo il tappeto rosso, ti porto il vino con le orecchie e prometto di dire poche parolacce.

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      1. Liza

        Che starei facendo io???
        (Che cazzo vuol dire trollare?Mi stai dando della Troll??Grande grossa brutta e puzzona????)
        Tu compra la pizza io porto la birra se vino devi stappare che sia bianco e ghiacciato e chessiccome
        Che sn grande ti insegno io tutte le peggio parolacce mentre giochiamo che tanto io vengo sbranata oni tre x due 😂😂😂😂

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        1. No, no che hai capito rosa fresca et aulentissima. Maledetto me quando uso il linguaggio della Rete: volevo dire “prendere in giro”, “farsi beffe di me”, insomma “perculare” 😉
          Detto ciò, credo allora che ci divertiremo un sacco arricchiremo reciprocamente il nostro Bestemmiario, visto che io mi sono ormai abituato ai controlli dei giochi dei ccciofani e ricordo che gli omini di RE e SH avevano un controllo tipo tank con un cingolo solo e poi non riuscivano a fare due cose insieme proprio come me: o cammini o spari. Scappare non è contemplato non per virile e (per lo più) suicida ostinazione, ma perché la velocità dei suddetti era pari a un bradipo cui avessero mozzato una gambina.
          Ci sarà da bestemmiare e, ti avviso, al lancio del joypad ho il record condominiale.
          Non sottovalutate mai la potenza di PlayStation

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    1. La musica nei videogiochi, come nel cinema, e’ fondamentale e spesso relegata in secondo piano. Errore grosso come una casa.
      GTA non desterà sicuramente la tua attenzione, ma la radio è un vero Juke box con centinaia di canzoni e tanti generi diversi.
      In LA Noire c’è la musica di fine anni 40. Un’occasione per conoscerla.

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  1. The Butcher

    Qui vai a parlare di un gioco veramente bello. L’enorme citazionismo nei confronti di Stephen King l’ho apprezzato profondamente ma anche il modo in cui si presenta al giocatore e l’esperienza di gioco in sè. Insomma un gioco che mi è veramente piaciuto.

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    1. La critica al momento dell’uscita su Xbox360 lo critico’ per una risoluzione video non proprio next-gen e perché era stato presentato come una rivoluzione nel racconto interattivo. Non so di cosa stessero cianciando perché graficamente rende in maniera ottima l’universo e l’atmosfera; per certi versi, narrativamente è un passo avanti grazie al citazionismo e ai piccoli dettagli che sparge lungo la storia. Concordo con te che è uno dei migliori giochi della scorsa gen e Quantum Break, sempre piuttosto criticato, è anche un ottima produzione. Certe volte non capisco che cosa pretendano da un videogioco data la gioventù del medium!

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    1. Era finito in spam, vai a capire perché!
      Visto che è un gioco nato su XBox360 non hai bisogno di schede grafiche esorbitanti (almeno 512MB) e memoria RAM a ufo (2GB possono bastare). Se vuoi gustartelo al meglio raddoppia MB e GB del doppio. Su Steam lo trovi a 10 euro. Su GOG e altri siti sembra sparito e c’è solo il DLC, mah!

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        1. A chi lo dici. Aggiungi per me libri. Ogni volta che passo vengo asalito da morsi e rimorsi di coscienza. Libri e videogiochi mi buttano occhiatacce. Li sento, io li sento che dicono:”A ‘mbecille, ma che ci hai comprato a fare se poi ci fai stare qui a prendere la polvere?!?”

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    1. Se ti piacciono gli action adventure non fai un errore. Il sistema luce-sparo per fare fuori gli avversari funziona. L’atmosfera tiene per tutta la durata. E’ un ottimo esponente del genere con un’atmosfera distintiva. Remedy sa raccontare thriller con tratti noir dai tempi del primo Max Payne. Se ti è piaciuto Max Payne, prendilo a occhi chiusi.

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  2. Pingback: Fumetti & Videogiochi: conversazione con Redbavon (1) | Il Zinefilo

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