I due, uno alto allampanato, l’altro basso dai boccoli biondi, discesero i gradini del portico e rimasero lì a guardare la strada polverosa e riarsa dal sole messicano a mezzogiorno. I loro sguardi percorsero, insieme in parallelo, la strada per tutta la sua lunghezza. “Non è ancora arrivata” disse quello più alto. “Arriverà” ribatté quello più basso, asciugandosi con la mano il sudore dalla fronte. “Non sa quello che l’aspetta…” aggiunse l’altro. E si cacciò in bocca una cosa rotonda e rossa. “Che cos’è?” chiese il biondino corto. Masticando e succhiando, l’altro rispose “Una mela candita”. Il biondino “Ma quella roba non ti fa bene ai trigliceridi…”. L’altro alzò le spalle. Un’improvvisa folata di vento alzò un polverone proprio davanti ai due. Quando la nebbia polverosa e sabbiosa iniziò a diradarsi, un’esile silhouette di donna apparve. Tati era arrivata a El BaVón Rojo.
Sotto un sole messicano, io… piemontese di collina, tutta Nebbiolo e formaggi… cosadiavolocifaccioqui?!?
…
non lo so e nemmeno voglio saperlo…
“Quando trovi un angolo di pace, fermati e godilo con tutta te stessa…”
questo recitava il biglietto che stringevo nella tasca del gonnellone verdone con un ricamo di fiori e foglie fatto dalla zia per mascherare macchie indelebili, le cose si modificano, si trasformano… e una macchia diventa un’occasione per cambiare… diventando magari più colorati.
È un foglietto del quaderno degli schizzi che mi porto dietro, pieno di parole, disegni improvvisi, il più a matita e pastelli… a volte colorati ad acquerello…
Non è un foglio intero.. è un angolo, strappato veloce per annotare quelle parole viste durante il cammino, dipinte su una pietra vicino al mare… e io che non so nuotare e sono profondamente intimorita da quella distesa di acqua… quel giorno… l’ho riscoperto dolce e amichevole…
Mi son rialzata dalla roccia che mi ospitava in quel momento di ammirazione e perdizione…
Ho ripreso il quaderno da disegno, il portapenne a fiori (fatto con un pezzo di stoffa di un vecchio vestito di bambina), la mia macchina fotografica a rullino, la scatola delle matite colorate…
Ho raccolto la mia borsa, di pelle, vecchia e logora ma piena di storia e viaggi, ricordi ed emozioni… messa intorno alle spalle a riprendere il cammino…
e via…
per sentieri di sabbia e terra, di pietre e cespugli…
Quando lo vedo, lontano… una macchia di colore nel giallo terra del mondo intorno..
Quel portico pieno di vita semplice e storie, volti di chi ha una vita da condividere con chi ne ha voglia… occhi che guardano e ti sussurrano all’anima “vieni tranquilla, nessuno ti chiederà nulla di te, di cosa fai, farai o hai fatto fino ad ora, ti si chiederà solo di esserci… di essere…”
… e a quel vento che ho sentito vibrare sottopelle ho piantato la mia migliore faccia arcobaleno, stretto il borsone tra le braccia e varcato la soglia, di quel mondo crudo e reale, vivo e intenso, di risate e lotte, pianti e pacche sulle spalle che è “El BaVòn Rojo”… e non credo andrò via molto facilmente…
Non può. L’altro motto del Rojo è “boia chi molla” 😉
È’ venuta fuori una meraviglia questo post: l’ho detto a Tati. La prima immagine introduce le parole che scorrono e rotolano fino a quella deliziosa immagine del Mondo che è meglio di un qualsiasi The End. Lascia una scia buona alla fine.
Altro che Exo Mars! La sonda SchiapparellA ci atterrerebbe di gusto su quel pianeta!
Narciiiii! Ma addo’ staje?!? Sempre a giocare con Ego eh! Dai su venite tutti e due che qui si bisboccia! Per tutti i sargassi e le salamoie, stasera si dà fondo alla cambusa! Narciiii porta il servizio bbbbuOno che amma’ fa’ bella figura co’ Tatuccia nostra!
‘Spè… Apro la borsa…mmmm… Vediamo un po’ cosa è rimasto dalla passeggiata… Allora… Una bottiglia di Barbera, una di Nebbiolo… UUUUH ! Le tume buone!… Poi… Una torta salata … Ho ancora un paio di salami… Ego! Salta dentro che sul fondo ci sono i dolci ! Non ci arrivo sai che son fatta corta!!!
Tati al 100%. Si vede, si sente e si legge.
Due disegni, un po’ di fiaba ed eccoci trasportati alla taverna, ma con le tinte pastello che la rendono, a tutti gli effetti, una taverna meno “peggior bar di Caracas” e più “posto dove ci si ferma, si lascia a terra il carico e si beve un grog”.
Bravi ad entrambi.
Questa collaborazione è stupenda, lo dico e lo ripeto. Ogni volta che leggo un contributo, mi viene voglia di scrivere altro eheh.
E lasciati andare, scendi dal monte (Olimpo, mica un monte qualsiasi eh!) e distribuisci figli e strali a questa umanità fanciullina. Zeus così fa!
A me ha fatto questo effetto: mi va di continuare. El Bavon Rojo ha monopolizzato il BavLOG. Ne ho pronto uno già in canna, daje Zeus…;)
Sei sicuro di darmi “carta bianca”? Guarda che poi ritorno con un nuovo racconto… colonizzo il tuo blog 😀 ehehehe
Il fatto è che l’ambientazione mi piace e lascia spazio a numerosi racconti (lunghi/brevi o chessia).
Allora ci penso e lo butto giù… poi mi dirai.
Bello il cappello, quasi un approccio beckettiano da teatro dell’assurdo. Ma anche il resto si fa leggere ch’è birra fresca corrente sul palato in una giornata, come solo quelle messicane, quando ci sono quaranta gradi con il cento per cento di umidità… Complimenti alla piemontese trapiantata al bavonrojo ed al suo animatore per eccellenza redbavon……
Ad entrambi un saluto ed un sorso di cerveza bien fria…..
Tu ci hai presente il monolite nero di Kubrickiana memoria? Ecco dal bacino in giù ho quella sensibilità e rigidità! Eppure io mi sento Ricky Martin quando mi scaten(av)o…
Certo: ce l’ho nel cervello scolpito. Ancora adesso mi rivolto nell’ovulo danzante nello spazio. Però mi rattrista assai questa tua rigidità: non è che hai avuto a che fare con i picciotti che ti hanno dotato di scarpe cementizie?…
Delicatissima, fatata, Tati, cappello, gonnellone verde. Approda a El Baron Rojo nella polvere, borsa di pelle e matite, come unico bagaglio come il Piccolo Principe nel deserto, come fosse un pianeta nuovo in cui cercare umanità e contatto. Ed eccolo lì l’aviatore, il RedBavon, ad attenderla e riconoscerla dall’orizzonte… Una bella immagine, così naif e pulita, che scivola e rassicura nelle sue lievi sfumature di colore.
Meno male che è arrivata!!! Tenetela stretta quella Tatina lì. È roba preziosa 😉
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Non può. L’altro motto del Rojo è “boia chi molla” 😉
È’ venuta fuori una meraviglia questo post: l’ho detto a Tati. La prima immagine introduce le parole che scorrono e rotolano fino a quella deliziosa immagine del Mondo che è meglio di un qualsiasi The End. Lascia una scia buona alla fine.
Altro che Exo Mars! La sonda SchiapparellA ci atterrerebbe di gusto su quel pianeta!
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I suoi mondi sono sempre di meravigliosa morbidezza e grande fascino n
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grazie mi amor! ❤ ❤
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Grazie Red! davvero :-*
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Di cosa dai! Tu sei la generosa che ci hai messo la storia e i disegni. Io ci ho messo solo un po’ di…grog. Alla tua salute, Tati!
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..passa il boccale Oste! 😀
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Narciiiii! Ma addo’ staje?!? Sempre a giocare con Ego eh! Dai su venite tutti e due che qui si bisboccia! Per tutti i sargassi e le salamoie, stasera si dà fondo alla cambusa! Narciiii porta il servizio bbbbuOno che amma’ fa’ bella figura co’ Tatuccia nostra!
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‘Spè… Apro la borsa…mmmm… Vediamo un po’ cosa è rimasto dalla passeggiata… Allora… Una bottiglia di Barbera, una di Nebbiolo… UUUUH ! Le tume buone!… Poi… Una torta salata … Ho ancora un paio di salami… Ego! Salta dentro che sul fondo ci sono i dolci ! Non ci arrivo sai che son fatta corta!!!
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Yum! Questo è un attentato ai miei trigliceridi…ma facciamoli ridere pure a loro 😉
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questa si chiama MERENDA SINOIRA!!!!
😀
( ho ribloggato ma sono un danno… m’è partito senza le parole prima…uff)
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😛
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che fai? le linguacce?… guarda che son dispettosa io… 😉
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Altro giro di grog che qui l’atmosfera si sta scaldando…
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urca manca anche la musica… sarà mica vero?!?
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Effettivamente tiZ non è arrivata ancora…’sti c@&o di treni mai una volta puntuali!
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Urcamaluta Tiiiiiizzzzzz!!!!!
(‘spè… vado a chiamarla dal cavalcavia)
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Osteeeeee voglio birra come se pioveSseeeeeeee
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Con mucho gusto mi hermosa tiZ!
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L’ha ribloggato su comelapolvere.
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Oggi giornata di m@@@@ treni a rilento e stipati a più non possoo.
Per farmi perdonare ho portato il CasatiellOooooo!!!!!
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Questa è la botta finale! Bentornata a casa: mi casa es tu casa ma il casatiello no se toca!
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Tati al 100%. Si vede, si sente e si legge.
Due disegni, un po’ di fiaba ed eccoci trasportati alla taverna, ma con le tinte pastello che la rendono, a tutti gli effetti, una taverna meno “peggior bar di Caracas” e più “posto dove ci si ferma, si lascia a terra il carico e si beve un grog”.
Bravi ad entrambi.
Questa collaborazione è stupenda, lo dico e lo ripeto. Ogni volta che leggo un contributo, mi viene voglia di scrivere altro eheh.
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E lasciati andare, scendi dal monte (Olimpo, mica un monte qualsiasi eh!) e distribuisci figli e strali a questa umanità fanciullina. Zeus così fa!
A me ha fatto questo effetto: mi va di continuare. El Bavon Rojo ha monopolizzato il BavLOG. Ne ho pronto uno già in canna, daje Zeus…;)
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Sei sicuro di darmi “carta bianca”? Guarda che poi ritorno con un nuovo racconto… colonizzo il tuo blog 😀 ehehehe
Il fatto è che l’ambientazione mi piace e lascia spazio a numerosi racconti (lunghi/brevi o chessia).
Allora ci penso e lo butto giù… poi mi dirai.
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Colonizzare? Aita aggressione! Dagli ai conquistadores!
Vai Zeus, vai che la contaminazione arricchisce tutti!
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Ok, allora mi getto in questa fornace chiamata “El Bavon Rojo”
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Niente aria condizionata. Qui il grog ce lo si suda.
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Grazie DiodiUnDio!… forse son proprio i posti “peggiori” ad essere i più favolosi… no? 😉
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A volte sì. Soprattutto quando non te lo aspetti… entri timoroso, in punta di piedi, e poi ti si apre un mondo nuovo 😉
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e poi… quelli che per qualcuno sono aspetti che indicano ” il peggio”… per altri son particolari insignificanti…
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Hai colto nel segno! 😉
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Tati una scatola i cui dentro trovi sempre un sacco di sorprese …
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Bello il cappello, quasi un approccio beckettiano da teatro dell’assurdo. Ma anche il resto si fa leggere ch’è birra fresca corrente sul palato in una giornata, come solo quelle messicane, quando ci sono quaranta gradi con il cento per cento di umidità… Complimenti alla piemontese trapiantata al bavonrojo ed al suo animatore per eccellenza redbavon……
Ad entrambi un saluto ed un sorso di cerveza bien fria…..
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grazie mille.. Red è un ottimo Oste
🙂
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E’stato un vero piacere leggerti muchacha piemontese…
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“muchacha” mi piace… sa di piediballerini… 🙂
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Quieres bailar “Adelita”?
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sarebbe fantastico!
( se non fossi sciolta come solo un paracarro sa essere) 😉
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In questo caso spiani anche tu un paracarro, anzi un caterpillar, come amava definirmi il gruppo di ballo”foglie danzanti”…
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allora possiamo giocarcela tranquillamente 😀
TUTTI BEN LONTANI!
( lo dico al resto del locale…)
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Spacciamolo per “pogata” che fa pure “alternativo”
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ahahah!… ecco, così mi sento a mio agio 😉
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La lontananza fa bene ai piedi, mi pare che cantasse qualcuno. Soprattutto ai calli, aggiungerei io…
Un sorrisone…
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“Foglie danzanti”, beh nome ambizioso…Se venivo io, l’avrebbero ribattezzato, “Tronchi abbattuti”
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Evidentemente siamo in sintonia…
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Tu ci hai presente il monolite nero di Kubrickiana memoria? Ecco dal bacino in giù ho quella sensibilità e rigidità! Eppure io mi sento Ricky Martin quando mi scaten(av)o…
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Certo: ce l’ho nel cervello scolpito. Ancora adesso mi rivolto nell’ovulo danzante nello spazio. Però mi rattrista assai questa tua rigidità: non è che hai avuto a che fare con i picciotti che ti hanno dotato di scarpe cementizie?…
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No è proprio una caratteristica di bacino: scolpito nel granito. Fossero stati così gli addominali…Ma lasciamo cadere questo discorso va’ 😉
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Si lasciamolo cadere, ma stiamo attenti che non finisca in testa a qualcuno: da quel che mi dici, potrebbe rivelarsi molto doloroso…
Un sorrisone…
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Delicatissima, fatata, Tati, cappello, gonnellone verde. Approda a El Baron Rojo nella polvere, borsa di pelle e matite, come unico bagaglio come il Piccolo Principe nel deserto, come fosse un pianeta nuovo in cui cercare umanità e contatto. Ed eccolo lì l’aviatore, il RedBavon, ad attenderla e riconoscerla dall’orizzonte… Una bella immagine, così naif e pulita, che scivola e rassicura nelle sue lievi sfumature di colore.
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Tato è scesa dal vento trasportata sulla punta di un pennello. Sono onorato che El bavon Rojo possa servirla come tavolozza. Grazie ‘On Paolo.
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