Viva il Messico! Ep. #14 – Da Tulum a Cobà


Tulum - Ruinas. Sullo sfondo, "El Castillo" domina la scogliera
Tulum – Ruinas. Sullo sfondo, “El Castillo” domina la scogliera

7° dia: Tulum -> Cobà -> Valladolid

Inizia il tour archeologico!

A Tulum visitiamo le prime ruinas. Piccola città Maya con una popolazione stimata di settemila abitanti , situata sulla splendida scogliera a picco sul mare di colore turchese.
Onde evitare che i cenni storici producano l’effetto “sonnifero” non entro eccessivamente nei dettagli storici di qualsiasi sito archeologico, sebbene l’amore per la Storia mi suggerirebbe di lanciarmi in uno dei miei “spiegoni”, ma mi ci vorrebbe anche l’iradiDDIo di tempo. Pertanto, procuratevi una buona guida sullo Yucatan, un buon libro sui Maya o ricorrete alle visite guidate sul luogo. Comunque, ne vale la pena.

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Foto dal lato opposto della precedente. In fondo tre soliti loschi figuri.

Tulum è un piccolo sito archeologico, rispetto a quelli che poi visiteremo, e non presenta la tipica piramide da scalare e, sopratutto, discendere…Capirete più avanti il motivo.
Tuttavia, si trova in un luogo incantevole, con una piccola costruzione “El Castillo” a picco sulla scogliera e una spiaggia: l’esperienza di potere fare un bagno nel Mare dei Caraibi in un sito archeologico è particolare.

La visita è piuttosto rapida perché è rimasto intatto molto poco e non di eccezionale importanza artistica. La città di Tulum infatti era uno scalo commerciale, rinomata per l’ossidiana e le piume di quetzal.

Tulum, data tale posizione, fu anche la prima città Maya a essere “scoperta” dagli Spagnoli. Ai Maya male incorse. In realtà, i Maya a quell’epoca avevano già subito l’invasione dai Toltechi, popolazione bellicosa e parecchio più feroce. Dalle mie parti si dice: “ o’ cane mozzeca o’stracciato”. In Maya non lo sapremo mai, visto che gli Spagnoli stanno ai Maya come l’Ottava Piaga sta all’Egitto di biblico racconto: le cavallette.

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“El Castillo” e…Sonic. This is 4 The Nerds! Disegno fatto a mano e dipinto da me: maglietta unica al mondo all’epoca, prima dell’invasione del merchandising. Oggi, anche questa t-shirt è un reperto archeologico.

Tulum è una tappa importante da appuntare su questo diario scalcagnato di viaggio perché è il luogo in cui La Classifica della Vongola registra una succosa “new entry” grazie alla discutibile padronanza delle lingue di Frank.

“El Tortiglion”

Autore: Francesco – Luogo: sito archeologico di Tulum

“El Tortiglion” è la definizione personale di Francesco di “El Castillo”, la costruzione del tempio Maya principale delle ruinas di Tulum. Il primo di una lunga serie di nomi storpiati e assoggettati alla contorta, distratta e  con-fusa mente del mitico Frank. Adorabile uomo, anche per questo suo caratteristico aspetto.

Di seguito un po’ di foto per farvi godere della magnifica vista e luogo incantato, a parte quei loschi figuri che non sono lontanamente prossimi a un Maya, né antico né giovane.

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Bagno come gli antichi Maya!…Ma non abbiamo il costume…Che ce ne importa, c’o facimm’ ca’ mutanda!
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Vista bucolica delle ruinas di Tulum
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Sa sinistra a destra: Diego, fazendero in divisa della nazionale svedese; Claudio, in divisa da nerd; Francesco, l’unico normale ed è tutto dire
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Diego improvvisa un ritmo di rumba su un bongo, più che di fortuna, proprio di pietra. Quando uno la musica ce l’ha nel sangue!

Terminata la visita con grande soddisfazione, mentre ci dirigiamo verso l’automobile, all’esterno degli scavi, vediamo un cucciolo di coati, una specie di procione, anche se – in realtà – tutti capiamo “tapiro”, che beve il fondo zuccherino da una piccola bottiglia di vetro di Coca-Cola.

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Drink Coke. Things go better with Coke.
Verso Cobà e la prima piramide

Percorriamo una cinquantina di chilometri di strada, costeggiata da una vegetazione lussureggiante, e raggiungiamo Cobà, che in lingua Maya significa: “Acqua torbida”.

Il sito è poco frequentato dalle rotte turistiche, in quanto in zona le strutture ricettive sono ancora poche, ma è assolutamente straordinario perché:

  • completamente immerso nella giungla
  • non restaurato; gli altri siti archeologici, più noti e inseriti negli itinerari offerti dagli operatori turistici, sono “restaurati” nel senso che le rovine sono state ripulite dalla vegetazione e ricostruite, possibilmente con i massi trovati sul posto…è come se noi completassimo il Colosseo con le pietre dei Fori Imperiali!
  • c’è la piramide più alta dello Yucatan: 42 metri. E noi abbiamo una missione: scalare tutte le piramidi che incontriamo!

Paghiamo una guida del luogo che, in un italiano-messicaneggiato ci illustra il sito con dovizia di particolari e impartisce qualche lezione di botanica: l’albero della gomma, il Che-Chen, una pianta anti-zanzare (grazieDdio!), la ceiba ovvero l’albero sacro per i Maya, simboleggiante la Vita e l’Universo, che attraverso le loro radici e chioma collegano il cielo, la terra e lo Xibalba, l’oltretomba.

L'Albero della Vita ritratto nella Stele 5 di Izapa, sito archeologico nella regione di Soconusco, Chiapas (Mexico)
L’Albero della Vita ritratto nella Stele 5 di Izapa, sito archeologico nella regione di Soconusco, Chiapas (Mexico)

La ceiba è un albero irto di spine e dai fiori stellati, può raggiungere un’altezza di settanta metri, spesso la sua chioma svetta al di sopra del verde “tetto” della foresta, i suoi frutti sono delle capsule ovoidali, il cui interno di soffice bambagia, detto “kapok”, viene utilizzato per imbottire materassi e cuscini.
Il legno non è duro e non viene utilizzato oggi: i Maya utilizzavano il tronco per ottenerne delle canoe. La ceiba è la casa di molti animali: molte specie di uccelli e i pipistrelli vi nidificano; le rane vivono nel’albero e depositano i girini nell’acqua trattenuta dai fiori o dai tessuti inferiori del tronco; farfalle e falene vi depositano le larve. L’albero di ceiba è un ecosistema completo di terra, acqua e aria. I Maya avevano, dopo tutto, ragione a venerarlo come “Albero della Vita”.

L'albero di ceiba è sacro in tutto il Centro e Sud America. A Puerto Rico la Ceiba de Ponce ha 500 anni; in Guatemala, la Ceiba de Palín Escuintla ha 400 anni; A Caracas ce n'è una più giovane di 100 anni.
L’albero di ceiba è sacro in tutto il Centro e Sud America. A Puerto Rico, la Ceiba de Ponce ha 500 anni; in Guatemala, la Ceiba de Palín Escuintla ha 400 anni; a Caracas ce n’è una più giovane di “soli” 100 anni

La guida ci conduce nel “campo della pelota”, onnipresente in qualsiasi sito, e ce ne spiega la pratica, anche se scopriremo in altre visite guidate, che vi sono diverse teorie in proposito, alcune contrastanti. L’unica informazione certa è che la palla doveva essere lanciata nel foro di un anello in pietra, posto in alto sui lati di un campo i cui muri erano scoscesi. La palla non poteva essere toccata con le mani o i piedi. Il gioco della pelota, non era in verità un “gioco”, ma apparteneva a un rituale sacro, quindi non potevano accedere tutti a tale “gioco”, ma unicamente certi “eletti”.

Cobà - Il Campo della Pelota
Cobà – Il Campo della Pelota. Da sinistra a destra: la nostra guida, Claudio, Francesco, Diego. Cosa stessi spiegando io, con quel dito puntato, solo Dio lo sa e, sopratutto, chissà in quale lingua.

Dopo avere visitato altre costruzioni e una breve camminata in mezzo alla foresta seguendo un sentiero di terra, siamo ai piedi della piramide.

La nostra prima piramide! La scalata si presenta subito pericolosa.
Centoventi gradoni, stretti e sconnessi, che salgono a quota 42 metri con un’inclinazione adatta a una capra di montagna.

La piramide di Cobà, quaratadue metri.
La piramide di Cobà, quaratadue metri. La foto ricordo è tassativa perchè c’è la fondata possibilità per qualcuno che sia anche l’ultima sua foto con tutte le ossa al loro posto

E chi non viene con noi sulla piramide, possa la sua testa rotolare giù dai gradoni.

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Onda sonora consigliata: Rumba di Anahí – Rumba ft. Wisin

[…]

Vámonos el paso (de lado a lado)
Arriba las manos (de lado a lado)
Sube tu bandera (de lado a lado)
Si eres Latino (de lado a lado)
Vámonos el paso (de lado a lado)
Arriba las manos (de lado a lado)
Sube tu bandera (de lado a lado)
Si eres Latino 

[…]

Testo integrale di Rumba

46 pensieri su “Viva il Messico! Ep. #14 – Da Tulum a Cobà

  1. Ahi que linda Tulùm… Come non ricordarla? Io c’ero andato in bus. Al ritorno erano tutti così pieni che cominciavo a temere di doverci restare per la notte.
    Cobà non la conosco e ti sono assai grato per avermela fatta conoscere. La cosa che mi ha sempre colpito delle piramidi, è che è facile salire, quando poi ti volgi per vederne il panorama e vai per scendere, subentra una sorta di terrore rafforzato dalle vertigini. Non so quanto fosse alto il Castillo di Uxmall, però ci salii bene e in fretta. Per scendere mi ci volle un’ora, perchè fui preso dal terrore e dalle vertigini…
    Un caro saluto e grazie infinite per questi bellissimi ricordi e le immagini che mi strappano dei bei sospironi…..

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    1. Fratello Maya – posso chiamarti così? 😉 – hai descritto bene la sensazione di ascesa e discesa.
      Ad Uxmal, la piramide era un nostro specifico obiettivo, si può dire c’eravamo andati espressamente per la piramide: non la più alta ma una delle più pericolose, l’anno prima era morta una persona. Purtroppo o per fortuna, la piramide era chiusa e ci fu negata la gloria della conquista della vetta. In compenso, accadde un altro fatto, la Grande Rivelazione del viaggio, ma ora non posso spoilerare 😉
      Il prossimo episodio lo dedico alla piramide di Cobà, la nostra prima piramide e ti assicuro ne è venuto un racconto di cui tu hai sintetizzato alla perfezione le sensazioni. Chiaramente, io allungherò la brodaglia perché, come al solito, noi quattto non eravamo normali…no, non eravamo normali. Alcune foto che pubblicherò credo ti faranno fare un altro bel sospiro…Dall’alto sul tetto dello Yucatan, fino al Mare dei Caraibi.
      Grazie per il tuo commento, in cui mi dai qualche pillola del tuo viaggio…Sembra di fare il viaggio insieme. Che Kukulkan ti accompagni e ti benedica, fratello.

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    1. De nada. Ah bei vecchi tempi andati e volati via. Ma non c’è rimpianto, anzi gratitudine di averne fatto esperienza e conservato il ricordo così vivido, che, dal tuo commento e di qualche altro blogger, ho avuto successo nel trasmettere.
      “Il tuo video”…fossAmaronna “mio”! Se io fossi stato lì, per fare colpo sulla bella messicana Anahì , avrei ballato la rumba sui carboni ardenti, cioè l’unico modo per fare muovere le mie gambe e piedi a quel ritmo 😉

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            1. Chi si offende? Meglio fare ridere, che piangere, poi fresco del tuo post mai vorrei ricadere in “……..con chiacchiere vacue di personaggi troppo colti……o troppo poco colti che mescolano arte e disimpegno..”.
              Poi è la verità! Sai quante volte sono rimasto lì inebetito dalla bellezza della tipa e fatto la fine della piccola vedetta prussiana…un miracolo che non sono diventato cieco…

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              1. blurredlines2016

                i miei post non li faccio per offendere io non sono nessuna ….spulcio la realtà e io sto in mezzo alla realtà e posso essere anche io un personaggio spesso colto e spesso non …sai Claudio spesso capita che una ragazza molto bella innamorata di un sogno che vedeva ogni giorno veniva ignorata ..e dopo anni tra chiacchiere e sorrisi ..ti senti dire eri inavvicinabile..non bisognerebbe aver mai paura

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                1. Oddio che ho detto? Ho insinuato che fai dei post offensivi? No, eh? Mi sarò espresso dimmmerda, ma non volevo dire questo. E che alcune figure che hai dipinto, non sono proprio edificanti…
                  Comunque ciò chiarito, “non bisognerebbe aver mai paura”.
                  Succede di avere paura. E succede di peggio: una volta raggiunto il sogno, non riesci a trattenerlo perché non ci credi che sia possibile nel reale, di tutti i giorni, che prima o poi finirà, e tu non sarai in grado di sopportarlo. Allora, lasci andare il sogno, tra le mani…
                  C’è un Tabagista dell’Amore che insegue la sua Piccola Venere da queste parti…quando ti va di sprofondare, accomodati.

                  Bacco, tabacco e una piccola Venere

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                  1. blurredlines2016

                    Claudio non sono edificanti ma esistono ..come esiste il bianco esiste il nero ..come esiste il bello ..esiste il brutto ..poi se vogliamo raccontarci frottole e dire che nel mondo virtuale esistono solo angeli ..ok ..per me va bene che diciamo solo angeli ..bellissime persone ..siamo tutti bravissimi a raccontarci bugie ..io la prima….ci darò un occhiata..abbiamo sempre paura Claudio sempre perchè misurarci con i nostri limiti ci spiazza ..allora preferiamo ignorali e lasciar perdere

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                    1. Sarà l’ora, ma scusa dove è che ho scritto “sono tutti angeli”? No, no, pure nel commento del post non ho scritto questo, anzi ribadito il concetto che Internet non è il Paradiso. Porcapupazza ma è mai possibile che ci sia tutta ‘sta negatività in giro, tale che se uno prova a dire “guarda il bicchiere mezzo pieno” viene assalito e brutalizzato come “idealista”, “sognatore” e vabbuò c’è della “letteratura” in merito qualche serie di post fa e male gli incolse perché da un post ne sono seguiti altre 4, mamma d’a saletta!
                      Non dare un’occhiata al link con questa “impetus” o predisposizione, lascia stare. Il tabagista ha già i suoi problemi con la Piccola Venere, mò non ci mettiamo pure il carico dei suoi limiti eccetera eccetera…

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                    2. blurredlines2016

                      io lo guardo ..io non sono negativa ..vedi ..il fatto che io esterno i miei pensieri non lodando il mondo intero non significa che io sia una pessimista cronica guardo la realtà magari con occhi disincantati ..guardo il tutto lasciando da parte il sogno ..guardo il tutto senza voli pindarici perchè non amo sfracellarmi per terra ..perchè la mia ragione è più forte di qualsiasi mio sentimento ..ma questo non significa che il mio bicchiere sia vuoto ..o io cammini sui ceci o fuoco ..e con il gatto a nove code che può essere molto piacevole fidate …io mi castighi da sola

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                    3. No, lascia perdere non dicevo a te nello specifico, ma mi è capitato qui (nell’occasione descritta) e nel quotidiano vivere che mi trovi a combattere contro una predisposizione a “ridurre”, invece che a provare a “esporre”, una incosapevole rassegnazione di fondo, dell’individuo che non può nulla da solo e la comunità ormai è in sfacelo, quindi cosa vuoi aspettarti da una vista meno negativa (così evitiamo il manicheismo, jà).
                      Sono io sensibile a quando si pronuncia “volo pindarico”, sa più di “volo del pirla”. RedBavon vola per definizione.
                      Se avessi avuto la sensazione che ti castigassi con il gatto a nove code, guarda non starei qui a scrivere.

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                    4. Non mi sono incavolato, chou chou.
                      E che scrivo di getto (o ri-getto?) e se la cosa mi appassiona, mi accaloro, io investo, aro, m’infiammo. Accade anche in ufficio, a casa, con gli amici. Sul lavoro, questa tua domanda ricorre con una certa frequenza, la risposta è sempre la stessa: “Non sono incavolato”, solo mi esprimo con passione, se ci tengo al mio interlocutore e al tema in discussione. In caso contrario, sono capace di silenzi eterni. Damnatio memoriae.

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                    5. blurredlines2016

                      cmq scusami Claudio ..senza tono attraverso una tastiera spesso i pensieri vengono letti e interpretati male …io non mi permetterei mai di prendere in giro a chi vola con la fantasia o sogni ..perchè io l ho fatto ..ho volato mi sono schiantata e poi ho detto basta ..si magari troverai dei controsensi tra i miei pensieri …cmq Claudio grazie che mi leggi ..grazie dei tuoi pensieri ..e con me non dare i silenzi che hai detto esserne capace ..

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  2. Zeus

    Maglietta da collezione. Devo ammetterlo.
    Ormai questo giro in Messico sta diventando epico come pochi. Fra narrazione vacanziera e racconto vero e proprio, qua si entra nel centro spinoso e umido di un Messico che non c’è più.
    Lo Xibalba lo conoscevo grazie ai sempre cari Rotting Christ: In Yumen Xibalba.

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    1. Sono particolarmente fiero di quella maglietta. Ne esiste solo un’altra, venuta molto meglio della mia (che era una prima prova), e che regalai alla mia morosa (quando uno è veramente nerd…Altro che The Big Bang Theory). Ma poi che mi disse il cervello di portarla in quel viaggio totalmente fuori contesto…Mah, doveva esserci un motivo e, forse, è per questo momento in cui avrei scritto di Tulum e pubblicato la foto a degno corredo.
      Effettivamente si sta entrando in uno Yucatan, meno sole e mare, in un crescendo fino al Chiapas che è tutta un’altra storia.
      I Rotten Christ, data la mia poca confidenza con il metal, non li conosco, vado ad ascoltare la traccia…Se hai delle dritte su musica che ha attinenza con il Messico, i Maya, i Caraibi, metti le tue duecento lire nel juke-box e manda la tua canzone preferita. Io ho una “consulenza” musicale d’eccezione, un’amica messicana, che mi ha suggerito alcune musiche, ma suggestioni da parti diverse e insospettabili sono le benvenute.

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      1. Zeus

        Guarda che presentarsi in località famose con magliette nerd è una cosa da fare nella vita.
        Io mi presento in giro con magliette metal… cose che non sempre porta a sguardi di comprensione e amore da parte del prossimo! ehehe.
        Mmm… sul Messico posso solo dire questa dei Rotting Christ (Xibalba) e la band Brujeria.

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        1. Immagino, una bella magliettazza Metal, colore di fondo nero vai già sul lugubre…Mi è capitato con una maglietta di Dark Souls di avere quegli sguardi addosso, eppure era solo un cavaliere in armatura disegnato con linee in colore bianco su sfondo nero. Nerd e Dark hanno un effetto “telefonato”.
          Prendo nota dei suggerimenti musicali e il mood del post è adatto alla musica, sta certo che ce lo ficco.

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            1. Capita anche a me con l’altrettanto divina (almeno per me) compagna. E con le feste dei bimbi che escono dai fottuti sabati e domeniche, la cosa mi viene naturale come espressione di ultimo baluardo di ribellione e protesta:”ho comprato il divano, voglio ammortizzarlo”. Per fortuna ho trovato qualche genitore che apprezza. C’è ancora speranza per questo pianeta.

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    1. Quella maglietta è stato l’inizio di una scimmia durata parecchio: anche la maglietta No more War sulla spiaggia di Pez Maya è disegnata da me; forse però il capolavoro è un mio disegno di cavalli imbizzarriti il cui corpo si fonde con un’onda enorme. Bravo, non so. De gustibus. Ma tante soddisfazioni.

      L’animale tenetelo è scappato subito via, emettendo un suono tipo “Posso volare! Posso volaaaaaare!!!” Things Go Better with Coke.

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        1. Era un po’ sgualcita, in fondo a un cassetto. I colori sono più brillanti, mi è venuto un bel turchese, guarda caso il turchese che porto al collo e del Mare dei Caraibi. Non gli ho dato un nome ora che ci penso. Allora la abttezzo ora:Tumultuose Onde Imbizzarrite (su t-shirt in cotone bianco by RedBavon)
          NB: c’è un particolare piccolo alla base dell’onda, non so se si nota…;) Grazie per avermi fatto tirare fuori questa maglietta a me cara.

          Qui in risoluzione più alta: T-shirt “Tumultuose Onde Imbizzarrite”

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              1. neanche un po’…. ma in giro si dice questo…

                Il BLU è il colore del silenzio, della calma e della tranquillità, della tenerezza, della gioia di vivere. È il colore della contemplazione e della spiritualità. Induce alla quiete, alla placida e profonda soddisfazione o adattamento o armonia.

                L’azzurro è il colore del mare e del cielo. Per i cinesi il blu è il colore dell’immortalità.

                È associato alla forma geometrica del cerchio, simbolo dell’eterno moto dello spirito, un mix di quiete e dinamicità.

                In una stanza blu i battiti cardiaci diminuiscono e la sensibilità al freddo aumenta, mentre gli oggetti sembrano più piccoli e leggeri.

                Il carattere “blu” è dolce e gentile, tenero, romantico, semplice e sensibile, ama la natura, gli animali e i bambini. Ha grandezza d’animo, buona fede, ingenuità e dedizione, in genere ha un aspetto giovanile, ed emana un forte senso di calma. Apprezza la sincerità e l’onestà, cerca rapporti cordiali e duraturi, ama studiare, riflettere, è attratto dal mistero. Sa comunicare molto bene e si esprime con grande facilità. E’ una persona degna di fiducia e fedele. Riesce molto bene in attività intellettuali. Un buon compagno, comprensivo e tollerante, affettuoso e per nulla geloso.

                ti riconosci? 😉

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                1. Bingo! Colpito e affondato! Bandit down! Centrato!…Sopratutto al punto in cui dice “la sensibilità al freddo” 😉
                  A parte le battute chi non si riconoscerebbe in quest’agiografia?
                  La parte poi sul “compagno” dovrebbe esprimersi mia moglie, che chiaramente non chiamerò in causa onde evitare di farmi piallare questo florilegio di virtù!
                  Qualcosa però mi turba – un po’ come quando il segno zodiacale ci azzecca – perché molte cose quantomeno rappresentano un mio tendere, un’immagine di me stesso che penso di essere, poi sono gli altri che dovrebbero dire: sì, Claudio è semplice e gentile. “Ama i bambini”….prova a dire di no con i due nanerottoli e se Giove Pluvio non mi fa annegare in una pozzanghera nel deserto del Sahara, allora non è più un Dio. “E’ attratto dal mistero” mi trovo. “Riesce molto bene in attività intellettuali”, se le intendiamo come opposte a montare un mobile Ikea, allora metto pure questa nel medagliere.
                  “Per nulla geloso” questa ecco…ehm…non sono possessivo, no…però riesco a farmi dei film che neanche l’Anicagis…
                  Ci si potrebbe scrivere eh su sta robetta qua (ogni scusa è buona)….Intanto grazie mille per la tua ricerca.
                  Ultima domanda ma il “blu” non ha controindicazioni, solo cose “buone”….Non mi dire che se ti dicevo “nero” veniva fuori un profilo tipo Jack Lo Squartatore incrociato con Torquemada?

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                  1. hahahha hai paura a domandare a quella santa donna eh??

                    ad ogni modo dicono: che chi ami il più è un tantinello suscettibile (che cOoosaaaaa?) . Inoltre, chi ama il blu è più esposto ai disturbi psicosomatici, tende cioè a scaricare le proprie tensioni interiori sul corpo, che si ammala senza apparente motivo.
                    (pure malato immaginario -.- )

                    ps. anche io mi ritrovo molto nel segno zodiacale, per non parlare del significato del nome. E’impressionante: sembra mi parlino in maniera diretta.

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                    1. No, non ho paura a domandare…Ne ho la certezza 😉
                      Queste cose mi turbano un pochino, perché in questi casi sono proprio agnostico. Ma essendo attratto dal mistero, la cosa mi arpiona irrimediabilmente. E’ un circolo senza uscita.

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  3. Grande Red! Interessantissimo post. Il viaggio continua e sono sempre felice di veder apparire una nuova tappa (speriamo non finiscano mai). Non vedo l’ora di vedere una foto di voi alle prese con gli scaloni della Piramide, in discesa! Bellissime foto. Mi sto abituando a quella sabbia bianchissima che sfuoca l’obiettivo, al mare caldo, alle felici apparizioni di animali (quell’esserino è adorabile, e pure un po’ yankee!). Devo dire che sono bellissime anche le antiche raffigurazioni Maya. Introdotte così acquistano significato e fascino…

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    1. Grande pure tu che hai la pazienza di seguire e mostri sempre tanta generosità nel lasciare un commento, benzina per le dita e il cuore, che insieme sollecitano il cervello a scavare nei bauli su nell’umidiccia soffitta della scatola cranica e uscirne con polverose memorabilia assortite e l’esigenza di andare ad approfondire delle informazioni che affiorano in superficie. Tu, come altri qui che commentano, mi date una grande mano: siete il pubblico al lato della strada che incita e applaude il ciclista affaticato sulla Salita del Diavolo.
      Caro mio, stasera – anteprima a cura dell’Anicagis – ti darò soddisfazione: un post tutto dedicato all’ascesa e discesa dalla piramide di Cobà, con corredo fotografico dei quattro caballeros, senza cavallo anzi sarebbe stato meglio un asinello da montagna, di quelli dei mitici Alpini.
      Vedendo altre foto più recenti sul web, noto che le nostre sono decisamente meno di qualità, le nostre macchine non erano professionali (a Sian Ka’an sono andate in pappa per l’umidità) , i fotografi erano men che meno professionali, le foto sono stampate su carta fotografica e passate alla scansione (anche se a 300 dpi, ho dovuto ridurle per esigenze web): i colori quindi non restituiscono la bellezza di quei luoghi, hanno però quell’effetto “grana” del cinema. E’ una questione di gusti: io non farei mai a cambio con altre. Vedrai la differenza nel prossimo post, dove per la vista della scalinata dalla sommità della piramide utilizzo due foto: una presa dal web (più brillante) e quella nostra (siamo stati immortalati mio fratello ed io).
      “Solo” per dirti – quando un logorroico è anche modesto – che se le nostre foto ti fanno questo magnifico effetto, allora devi proprio andarci in Messico!

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      1. Grande, succosa anticipazione! E chi farebbe mai a cambio con quelle bellissime foto analogiche e sgranate?! Il paragone le accrediterà e ne farà aumentare il valore!
        A stasera allora, per una nuova gustosissima fetta del tuo viaggio (meglio di Supe Quark, molto meglio!… :-)).

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        1. Mi stava prendendo male…la dannata lettura selettiva in velocità ha marcato a fuoco “Super Quark”…Umaronna aggio cumbinato ‘nu guaio! Non che Angela&Angela siano da biasimare, anzi magari essere fini divulgatori come loro! Ma allora ho fatto ddoje palle tante con questo racconto, quando invece nasce in leggerezza come uno sfogliavelo, uno strappo e via…Vade retro nonno Rana, che se ti bacia pure Miss Venezuela non ce la fai a trasformati in principino fighetto!
          Poi ho letto meglio, dovrò convincermi a inforcare sti occhialetti da presbite, prima o poi 😉
          ‘On Paolo carissimo, onoratissimo.

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