Más di Alejandro Sanz e ispaniche suggestioni musicali.


Alejandro Sanz - Tour Sirope 2015 - Albacete
Alejandro Sanz – Tour Sirope 2015 – Albacete

Avete notato che in estate si moltiplicano radio, locali e feste con i ritmi caraibici e latino-americani?

Evidentemente nel nostro immaginario collettivo tali ritmi sono legati al concetto di baldoria e spensieratezza. Come l’estate.

In effetti, i ritmi caraibici derivano da quelli africani e trovano naturale eco nei nostri corpi, facendo risuonare ataviche corde, sepolte da stratificazioni di materiale cromosomico. Il DNA non mente.

Per il popolo “occidentale”, soprattutto per il soggettazzo che si sta dimenando a questa tastiera, i risultati sono variabili e, fatte salve le eccezioni, il nostro corpo non sembra recepire naturalmente il ritmo latino-americano: converrete che quando balla uno di “loro” la differenza si vede! E lascia esterrefatti,  ammaliati.

Durante il mio viaggio in Messico, guardando la gente comune ballare, restai abbacinato, intrappolato da cotanta bellezza e naturalezza. Un neurone-pazzo (doveva essere sicuramente pazzo) s’impadronì della mia mentecatta mente e, sprezzante del mio metro e ottantatrè con una coordinazione pari a “i” (numero immaginario), mi stimolò un ardente desiderio di emulare costoro, anzi  – peggio – mi fece dichiarare ad amici e parenti la mia ferma decisione di volere imparare quei balli e, quindi, annunciai l’imminente iscrizione a una scuola per le opportune lezioni di ballo.

Per fortuna, l’entusiasmo – vi assicuro autentico, trascinante e genuino (ci avevo creduto pure io!) – scemò di lì a poco. Il contatto con il nostro suolo natio e la realtà mi fece di botto realizzare le grandi figure di grande me…lma, che avrei rimediato per metà delle balere della Capitale, mentre l’altra metà avrebbe esposto all’entrata un cartello:“Qui [foto mia] non posso entrare”. Cartello che trovo umiliante persino per i fidi canidi.

Che quest’idea del ballo latino sia associata all’allegria è sicuramente un cliché. Il nostro immaginario collettivo spesso è prigioniero di una cella Excel, cui il mostro Scilla e Cariddi (= consumismo) e certe sirene (= marketing) cercano di bloccare alla personalizzazione dell’utente. Menu Revisione->Proteggi cartella di lavoro->Inserisci password->”pippo”.

Non nego che ci si possa divertire senza troppi problemi, ma la musica latina ha uno spessore culturale, che di fatto tendiamo a ignorare. A fronte di un proliferare di scuole, corsi, balere e kermesse, in Italia dischi di musica latina se ne vendono pochissimi  e i concerti sono frequentati dagli aficionados. Insomma, c’è una sorta di strisciante preconcetto nei confronti della musica latina.

Sembra un genere confinato alla “Stagione” (trad. dal napoletano: “estate”).  Il ritmo latino, considerato nel suo insieme (canzoni, musica e ballo) è come la granita di limone: d’estate,  morbida e un po’ granulosa, è una sferzata di freschezza con il suo gusto semplice e asciutto, una vera goduria; ma d’inverno, per quanto possa essere la migliore granita di limoni che abbiate mai assaggiato, non produce le stesse sublimi sensazioni, come se non avesse lo stesso “gusto”…

Cotanto preambolo e sciorinamento in salsa latina è venuto giù a slavina a causa di: 1) un paio di conoscenze che mi hanno raccontato del loro viaggio estivo in quel di Spagna; 2) il caro Jaco72, fratello di joypad, che vive a Madrid e 3) il ricordo del viaggio in Messico.

Ciò mi ha provocato nell’ordine: nel primo caso, un innalzamento repentino del livello d’invidia; nel secondo, un’ondata di affetto e, infine, un recupero – rivelatosi tragico – del diario del viaggio in Messico con conseguente necessità impellente di rivivere certe emozioni sotto la pelle attraverso la musica, purché fosse in spagnolo.

Scrivo “musica” e non “ballo”. Faccio i debiti scongiuri di rito affinché il neurone-pazzo non s’impadronisca dei miei arti inferiori e non riprovi a farne scempio con insani passi a ritmi che l’Esorcista non avrebbe avuto dubbio a riconoscere come “opera del Demonio”. Se in TV avete visto “Fame” (pron. <feim>), cioè “Saranno Famosi”, nel caso in cui mi avessero scritturato come ballerino,  il “serial” si sarebbe sempre chiamato “Fame” ma si sarebbe pronunciato così come si scrive: F-A-M-E.  Storia di uno che voleva fare il ballerino e per come ballava era giusto che facesse la fame. Non regge come “serial”? E perché no? …Guardate che l’idea è una bomba: è la lettura al contrario del Sogno Americano!

Se ancora non vi è caduta la palpebra, dopo tanta chiacchierata che chiamarla “premessa” è un insulto e oblitera la definizione del più luculliano degli antipasti, chiudiamo con le suggestioni e parliamo finalmente di musica.

La scelta musicale è ricaduta su un artista spagnolo, conosciuto in tutto il mondo, una pop-star di assoluto livello in Spagna e America Latina, e del disco che ne ha decretato la definitiva consacrazione:

Alejandro Sanz e il suo album pubblicato nel 1997, “Más”.

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Il cd mi è stato regalato dalla mia sorell(in)a, qualche tempo dopo che andai a farle visita a Barcellona, dove ha trascorso diversi mesi. Nei viaggi, cerco di portare con me della musica, che naturalmente si associ a quella esperienza e, banalmente, renda quel ricordo un po’ più fisico. Associare, quindi, Más di Alejandro Sanz al mio stato di suggestione musicale ispanica è stato facile.

A parte il numero impressionante di Grammy Awards vinti, se non credete nei riconoscimenti internazionali, forse il numero di copie di Más vendute dà la dimensione della fama dell’artista e dell’amore dei suoi fan: 5 milioni, di cui 2 in Europa! Il totale delle copie vendute dei suoi album supera i 23 milioni in tutto il mondo. Ma se vai a chiedere a un italiano se conosce Alejandro Sanz, le risposte sono:

A) campione maschile: 90% = giocatore di calcio; 5%: = allenatore di una squadra di calcio; 5% = non so.

B) campione femminile: 40% = regista cinematografico; 40% = stilista di moda; 20% = giocatore di calcio; le donne sanno sempre tutto quindi il “non so” è pari allo 0%.

Más è un album prevedibilmente romantico e melodico, ma prima di attaccare la nostra sbrigativa etichetta, occorre ascoltare tutta l’opera fino all’ultimo brano per potere comprenderne appieno il “respiro” e il disegno artistico.

Sanz scrive i testi e compone la musica di tutte le tracce dei suoi album e Más è un album impossibile da inserire in un genere specifico: “pop, “rock”, “ballad” sono etichette che non possono essere estese a tutto l’album, poiché Sanz fonde tutti questi generi e ve ne aggiunge di altri, che attingono alla ricca tradizione latina: flamenco, chitarra spagnola, ballate “uptempo“, ritmi di salsa.

Alejandro Sanz dimostra di essere duttile e, come unico appunto, in maniera un po’ ruffiana riesce a offrire diversi stili così che l’ascoltatore trovi, tra queste dieci canzoni di Más, quella che sicuramente fa risuonare le sue corde: ci si può ritrovare nella storia d’amore e amicizia di Amiga Mia, nei versi poetici di Y, ¿Si Fuera Ella? oppure nella chitarra rockeggiante di Hoy Que No Estás e di Aquello Que Me Diste; nella struggevolezza che conforta di Siempre Es De Noche o nel riuscito mix di suoni di salsa e flamenco di Corazón Partío, in cui duetta con il famoso chitarrista di flamenco, Vicente Amigo. Quest’ultima canzone rappresenta – secondo la critica – il punto di svolta della carriera dell’artista tanto che egli stesso dichiara: “Non posso smettere di cantarla (ai concerti) altrimenti (i fan) mi lapiderebbero”

Retro della copertina di Mas
Le 10 canzoni di Mas

Sebbene il mio livello di spagnolo sia appena superiore a quello di Troisi e Benigni in “Non ci resta che piangere” nella scena in cui si fingono spagnoli di Ugualos, quelle che iniziano come sensazioni, ascolto dopo ascolto, assumono via via la forma di emozioni più definite quali affetto, passione, tenerezza, dedizione, il cuore infranto, speranza, illusione e conforto.

Insomma, nonostante la barriera linguistica, l’artista riesce a comunicare.

Riesce a comunicare emozioni che appartengono a tutti, tuttavia estremamente difficili da raccontare, a volte impossibili nella loro interezza e ultima verità, la maggiore parte dei tentativi finisce per banalizzarle a causa di parole che non riescono a essere sufficienti a contenerle. Esistono emozioni che non si possono raccontare e che rimangono nel nostro profondo: qualcuno, dotato di uno speciale talento, riesce a farle risalire e arrivare in superficie.

Non sarà un capolavoro assoluto, un disco imprescindibile, sebbene vendite e critica dicano il contrario, ma la musica è, oltre che soggettiva, anche questione di abitudini di ascolto.

Más ha rappresentato nell’anno della sua pubblicazione (1997) un punto di svolta nell’evoluzione artistica di Sanz, che andrebbe – per onestà intellettuale e genuina curiosità di chi ascolta – considerata attraverso il lavoro composito dei precedenti album. A guardare la sua immagine – mi si passi il termine – un pò “paracula” e ammiccante, si può pensare che Sanz fosse destinato dal business della musica a essere una pop-star, ma il fatto che oggi sia l’artista di lingua spagnola più premiato al mondo attesta il suo impegno e talento.

Más rappresenta la sua maturità come musicista e la sua crescita come compositore: i testi  – sia reso grazie alle traduzioni sul web – sono seducenti, interessanti, a tratti stimolanti un pensiero oltre e tra le note. Se non si ha confidenza con il pop latino e Alejandro Sanz, Más è il punto di partenza per poi andare a ritroso nella sua produzione musicale; è un’ottima introduzione alla moderna musica latina, da ascoltare senza pregiudizi e con il gusto di scoprire qualcosa di diverso dai nostri canoni.

E ricordate, come recita il titolo di una canzone di Sanz, “La Musica no se toca”. La Musica resta.

La mia preferita: Siempre Es De Noche (1997)

La Musica no se toca (2012)

Corazón Partío (1997)

69 pensieri su “Más di Alejandro Sanz e ispaniche suggestioni musicali.

    1. Benedetta Frutta! Ma pensa al nostro mare Internet in cui sguazziamo tutti senza gli hyperlink? Pensaci.
      Benedetta Frutta, metto su un disco e dai, non fare la ritrosa, mai vista una mela ritrosa, acerba magari…Balliamo?

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                    1. Eeeeh ma questa è robbbba pesante, io ballo dentro che fuori mi viene un pelino peggio:
                      Te acuerdas de cuando empezaron los amaneceres.
                      Siento que la madrugada nos hizo más fuertes
                      y luego la charla tranquila entre gotas
                      las migas hicieron su parte.
                      Luego se juntan las sillas,
                      las voces se duermen.
                      Y siento las lagrimas
                      caen pero no tienen nombre.
                      Y creo que tú confusión,
                      te la quito en un baile.
                      En eso consiste la libertad
                      en no renunciar a entregarte más.
                      Tú a mí me gustas tal como eres
                      si a ti te pasa lo mismo y quieres
                      nos vamos pa’lante y llegamos hasta el final.

                      ovvero (traduzione non mia eh)

                      Ricordi quando incominciò ad albeggiare?
                      Sento che l’alba ci ha reso più forti
                      e poi la chiacchierata tranquilla tra le gocce
                      le briciole fecero la loro parte.
                      Poi si avvicinano le sedie,
                      le voci si addormentano.
                      E sento le lacrime,
                      cadono, ma non hanno nome.
                      E credo che la tua confusione,
                      te la chiederò in un ballo.
                      In questo consiste la libertà
                      nel non rinunciare ad arrenderti di più.
                      Mi piaci così come sei
                      se provi la stessa cosa, e se vuoi,
                      andremo avanti fino alla fine.

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                    2. Molto bella, davvero……..sprecata per ballare con una stupida mela…….
                      proviamo con questa

                      Todo aquel que piense que la vida es desigual,
                      tiene que saber que no es asi,
                      que la vida es una hermosura, hay que vivirla.
                      Todo aquel que piense que esta solo y que esta mal,
                      tiene que saber que no es asi,
                      que en la vida no hay nadie solo, siempre hay alguien.

                      Ay, no ha que llorar, que la vida es un carnaval,
                      es mas bello vivir cantando.
                      Oh, oh, oh, Ay, no hay que llorar,
                      que la vida es un carnaval
                      y las penas se van cantando.

                      Todo aquel que piense que la vida siempre es cruel,
                      tiene que saber que no es asi,
                      que tan solo hay momentos malos, y todo pasa.
                      Todo aquel que piense que esto nunca va a cambiar,
                      tiene que saber que no es asi,
                      que al mal tiempo buena cara, y todo pasa.

                      Ay, no ha que llorar, que la vida es un carnaval,
                      es mas bello vivir cantando.
                      Oh, oh, oh, Ay, no hay que llorar,
                      que la vida es un carnaval
                      y las penas se van cantando.
                      Para aquellos que se quejan tanto.
                      Para aquellos que solo critican.
                      Para aquellos que usan las armas.
                      Para aquellos que nos contaminan.
                      Para aquellos que hacen la guerra.
                      Para aquellos que viven pecando.
                      Para aquellos nos maltratan.
                      Para aquellos que nos contagian.

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                    3. La musica no se toca (da pronunciare in veneto questa volta). La musica non è mai sprecata. Questa tua è perfetta per un po’ di sano moto, del corazon e dei piedi. Il bacino, per carità, no che io c’ho il monoblocco…

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  1. Urca! Stasera si balla?!…
    Io sono elegante come un paracarro ma adoro muovere i piedi ( soprattutto da sola) adoro la musica latina, soprattutto quella tradizionale, legata alla storia della Spagna e del sud America… Tra i nuovi vado letteralmente matta per Amparo Sanchez, la adoro, la ammiro … È grandiosa!

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    1. Prendo nota che è un periodo che voglio chiedere la cittadinanza al Mare dei Caraibi! Per l’eleganza, tranquilla, sssshhh, non lo dire a Mela, mi sto sparando la posa, ma pure io muovo i piedi da solo come Ricky Martin, poi in pubblico si scatena l’Orso Baloo…Managgia quel giorno che mi hanno chiesto:”100 giorni da pecora o 1 da leoni?” e io:”possiamo fare 50 da orsacchiotto…” (cit. Massimo Troisi)
      Vai Tati, pensa a quella fortunella di Dirty Dancing e buttati…Non si può mai dire.

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                1. Narciso, esci da sotto il tavolo, lì rintanato, non aver paura che zia MelAvvelenata scherzava, voleva fare paura a me, ma tu lo sai che a me fa paura solo Carletto
                  l’Uomo Lupo , Frank e Dracula
                  Ma che effetto mi fa
                  mi sento tutto un brivido BRRRR..!!
                  Che goduria però
                  sarà che siamo tutti mostriciattoli
                  Il più bello che c’è
                  è grande e grosso e pesa tre quintali e trentatre!
                  … …
                  Dai Narcisiè, dai alzati da lì sotto…d…Ah…eri già in piedi…

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                    1. Narcì, miettete o’profumo che stasera hai fatto colpo su quella bella ragazza lì in fondo, la vedi?
                      Il nanerottolo si alza sulle punte, si aggiusta il boccolo sulla fronte in un gesto per guadagnare un parvenza di ordine. Socchiude gli occhi come una telecamera zoomerebbe, strizza gli occhi due volte, si sfrega i pugnetti paciocchi sulle palpebre , mi guarda con un’espressione incredula e piena di meraviglia “UAAAA’!”.

                      Narcì, guarda che è quella bella guagliona sta aspettando a te. E’ vero ti dico, ho i miei informatori. Stai tranquillo…Lo so, lo so che io sono una frana in queste cose, però per me faccio schifo, ma per gli altri ci piglio…ricorda che io osservO. Ora vai, basta chiacchiere, aggiustati un pochino, dai…vai e sii carino…mi raccomando nun te fa ‘e riconoscere…
                      … …
                      Narcì, uhè Narciii’…vieni qua che ti devo pulire la faccia, che quando ti sei strofinato gli occhi, ti sei spalmata la cioccolaTTa sugli occhi e mò pari ‘nu panda!
                      … …

                      Ora, va. Sempre Pasqualino Sette Bellezze, vai, vai guagliò…
                      Guardò il nanerottolo biondo allontanarsi, si sedette, fece un largo sorriso e si sbronzò di sangria.

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      1. Dimmi che ti pare di Sergente Garcia, Tribalistas, Tonino Carotone, Macaco El monoloco…. Conosci?
        … Massì chemmifrega, tanto siamo tra amici… Però lontani perché un attimo fare male a qualcuno 🙂

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        1. Edddallle! ma che è tutta ‘sta paura di fare male a qualcuno, io di cristallo ho solo l’occhio…Non conosco il primo e l’ultimo, quelli di mezzo certo que si y me gustano assaje (=esercizio di napoletano spagnoleggiato).
          Un paio di pestate di piedi che vuoi che facciano…Anzi servono per rompere il ghiaccio, se non portate troppo forte…altrimenti rompono tibia e perone, che non è un bell’inizio, convengo.

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    1. Sulle note struggenti e struggevoli di questa canzone portoghese (la cantante è un portento d’interpretazione), provo a farti riconciliare con la musica latina: in Messico, ho visto ballare benissimo tutti, dai giovani ai vecchi, da culi sodi a culi che facevano metà provincia del Quintana Roo. La cosa davvero coivolgente, impossibile da non rimanerci invischiato, trascinato è che ballavano tutti, ma proprio tutti. Tranne me. Mi sono maledetto da solo. Che mi sono perso fino a quel momento!

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        1. Ahahahahahaha! Tu scherzi, ma io ci ho pensato seriamente a togliere il correttore perchè quando scrivo in napoletano ha l’ardire nonché la tracotanza, non già di correggere il napoletano che sbaglio, ma mi mette una parola in esperanto o italiano a caZpito.

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            1. Il Sanz ha all’attivo un numero spropositato di collaborazioni. può non piacere, per carità, ma è un fenomeno. Spesso ho incontrato persone che conoscono molto bene la musica, ma in modo molto selettivo, quasi fosse una torre d’avorio. La musica è apertura, apri gli occhi, la mente e il cuore, una ginnastica per l’anima. Alla domanda “che genere di musica ascolti?”, ricevo spesso la risposta “un po’ di tutto” (cioè, niente?), la risposta che mi piace è invece:”sono aperto a tutti i generi, preferisco questo o quello, tu dammi delle dritte…”

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              1. E tu dammi delle dritte. …
                La musica la assocerei ( l’ho scritto bene adesso hai visto? ) al desiderio di completezza dei rapporti umani. Può forse una sola persona essere il mio tutto, Tutte le mie risposte, i miei stimoli e i miei desideri?

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                1. E chesta cher’è? 😉 La mia onda sonora consigliata è una specie di dritta, ma tu lo comprendi bene. Siamo simili, ma tu immensamente più brava di me 🙂
                  Nella musica latina, mi ci sono tuffato anche per avere maggiore contatto con quello che sto scrivendo-pensando-sentendo in questo periodo (Messico/Batmancito) per percepire delle “vibrazioni” diverse, non so nemmeno io. Come fa un attore per intepretare meglio il suo personaggio, qualcosa del genere, va’.
                  Quoto e mi rivenderò la tua risposta sulla musica: desiderio di completezza dei rapporti umani. E che st’è!

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                  1. Ma no che non sono brava, anzi immensamente lacunOsa. Fai bene, anche io quando scrivo ascolto musiche diverse e a seconda della vibrazione che passa riesco a scrivere cose che probabilmente a voce non saprei… è uno strumento indispensabile per me.

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                    1. Vero! E’ come se quelle note e versi riuscissero a comunicare qualcosa di inespresso nel mio testo e andassero a riempire gli spazi tra le parole e le righe, suggerendo un link in altre direzioni. Almeno questo vorrebbe essere l’intento, poi se tu sei lacunosa, io mi chiamo Marianne 😉

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  2. Giuro che domani con calma ascolterò qualche pezzo di Alejandro Sanz che non avevo nemmeno mai sentito noninare. Per quel che riguarda i balli latini conosco una valanga di persone che sono partiti alla grande per prendere lezioni, e puntualmente le loro intenzioni sono naufragate in fretta. Ordinaria amministrazione.

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    1. Non è facile, Clì! Sembra facile quando li guardi ballare così con naturalezza, ma non perché tutti ce l’abbiano nel sangue o dei corpi statuari…Ho visto ballare bene gente assolutamente tozza, tarchiata. Sono fiero di avere avuto almeno la decenza di non andarmi nemmeno a iscivere. Sarei finito anche contro una scogliera. Ordinaria follia.

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  3. blurredlines2016

    buonasera ..come tutti i tuoi post mi garbano e mi fanno sorridere e i commenti mi mettono di buon umore..e ora ti scopro pure ballerino…quando scrivi in Napoletano il tutto assume un colore più bello ..forse perchè ho amato la tua città quando ci abitavo e continuo ad amarla …Notte.

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    1. Sua Sfocatura, mi permetta un ballo, ma la avviso ultimamente non vedo bene, vedo un po’ opaco, sfumato in movimento, quindi se c’è il rischio che le sia qualche pesto ne….grazie per riservarmi il tuo buon umore. Questa è una medaglia che mi interessa.

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      1. blurredlines2016

        grazie …mi dia la mano …un attimo aspetti cambio scarpe metto un tacco 12 ..lei è troppo alto…sarò attentissima sono una brava ballerina ..cercherò di muovermi senza farmi male …le dirò sono una tanghera ..ma riesco a muovere il bacino e sculettare bene bene e stasera sono di buon umore…..

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    1. Ma nooooo! Che sminuire? Chi non ha mai fatto il ballo del qua-qua (fotutto, maledetto) una volta nella sua vita, scagli il primo tutù!
      Guarda qui, buttiamoci in mezzo a ‘sto casino, va’…Io la rumba non la so ballare, ma qualcosa provo. Questo video è la prova che le messicane non sono tutte basse e chiatte…A parte che “Ho visto la Madonna!”, il ritmo è trascinante…

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        1. 1) Io pure l’ho ballato, ma sia maledetto! Nei balli di gruppo vado sempre contro-tempo, sembra di stare in un auto-scontro, non fa per me.
          2) e mica ho detto che sei chiatta? E neanche alle amiche messicane, di solito le ritraggono nei film così. Tu poi vedi Anahi, la “madonnina” mora nel video, e poi vai di rumba…Ehi Rrr-umba, non Zzz-umba…;)

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          1. blurredlines2016

            ah aha ha …anche io nei balli di gruppo vado a vento ah ah ah ..una volta le sicilane venivano ritratte con velo nero e con i baffetti …io mai vista una …ok allora la balliamo si o no sta cazzz……rolaaa di rumba? ..che cavolo mi so messa sti tacchi altissimi se poi mi snobbi?

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  4. Alejandro Sanz l’ho ascoltato, mi è piaciuto abbastanza, anche se non mi ha veramente entusiasmato, mi sa che quando uno lo ascolta nel posto giusto è ben diverso. Invece ieri sera ho rivisto “Ricomincio da tre”, ma questa volta l’ho seguito bene, mi sono fatto tante risate e mi sono venute in mente alcune tue espressioni che leggo, Troisi grande genio.

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    1. “Ricomincio da tre” è un pozzo di citazioni, di sfumature della filosofia napoletana, filtrata da un interprete di eccezionale genio creativo e sensibilità come Massimo Troisi. Non esistono dopo tale film esempi di film che parlano di Napoli e della napoletanità in modo così genuino e positivo, senza folklore o cliché. “Benvenuti al Sud”, sarò impopolare, strappa qualche sorriso alla prima visione, con il senno di poi, un obbrobrio che non rivedrei nemmeno se me lo regalassero. Occorre andare a ripescare i Bellavista di De Crescenzo e l’immenso “FF.SS.” – Cioè: “…che mi hai portato a fare sopra a Posillipo se non mi vuoi più bene?” di Arbore (la canzone finale “Nuie simm d’o Sud” di Pietra Montecorvino è un capolavoro)

      Ho scelto Mas di Alejandro Sanz, non perché sia un capolavoro imprescindibile, ma un buon riferimento per inziare a conoscere il pop latino, in cui l’artista è un idolo assoluto, senza “ma” e senza “se”. Non tanto per la macchina industriale della musica che vi gira intorno (Mas è del 1997), ma per talento ed evoluzione artistica del cantante. E’ un punto accessibile – alcuni testi e composizioni sono notevoli – di un genere che in Italia è poco conosciuto e legato, nel passato, a Julio Iglesias e Luis Miguel (te lo ricordi?), e oggi a canzonettisti della durata di una stagione, ascolta&dimentica.
      La musica di Sanz “no se toca”, cioè “resta”.

      Il napoletano è legato profondmente allo spagnolo e quindi mi pare che il mix sia di quelli fertili. D’altronde, napoletani e spagnoli, nuie simm d’o Sud

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        1. “Noi, ragazzi di oggi, noi…” che gli venisse un nipote stonato, mi ha bruciato una preziosa cella di memoria – scarsa quanto quella del VIC20 – con questo ritornello e il suo modo di pronunciare 0ggi…Con al O così stretta che devo scriverla con “zero”.
          E’ messicano ed è conosciuto come “El Sol de Mexico”: da loro “Il sole del Messico”, da noi “La sOla del Messico”.

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