Il citrullo


Onda sonora consigliata: Zum Zum Zum (Mina)

Agosto è nel pieno e così – per molti – anche le sospirate vacanze estive. In quel girone d’Inferno che è agosto, vuoi per cause interamente naturali (vedi la media delle temperature), vuoi per cause antropiche, cioè l’abitudine tutta itali(di)ota di partire tuttinsieme. Talmente insieme e di botto che l’unica opzione per una “partenza intelligente” è quella di NON partire. Se il traffico s’ingorga anche in quel “Rio delle Amazzoni” di asfalto che è l’Autostrada del Sole nei tratti a 8 corsie, è evidente che l’Esigenza impellente degli italiani è di ottimizzare il proprio periodo di ferie. Chi è disposto in cuor suo a perdersi pure un solo giorno di ferie? Piuttosto rischio, mica ogni anno può essere sempre la stessa storia…Ditelo a quelli che, tutti gli anni, da 20 anni, si incolonnano sulla Salerno-Reggio Calabria.

Gli effetti devastanti di questo girone infernale che neanche il nostro caro Dante Alighieri avrebbe mai potuto immaginare (e di fantasia non era certo a corto), iniziano però già da molto prima: nella fase preparatoria.

La fase preparatoria è irta di pericoli, trabocchetti e abissi insondabili della ragione. Visto che Il Signore, che abita un paio di piani sopra al nostro girone, non ha demandato nulla al Caso, ma c’è sempre una ragione, magari ci sfugge, magari non siamo ancora pronti a comprenderla. Sicuramente non siamo pronti a comprenerla visto che le nostre povere menti non superano quel crash-test delle ore 14:00 in spiaggia, sole a picco, raggi UV-A e UV-B che ci fanno la radiografia, eppure tutti distesi  come profane sindoni sul lettino, un gelat(in)o o una frutta a pranzo. Ora posso capire come si può sentire un pollo in un forno a micro-onde. Il pollo però  è sicuramente  già morto.

Da queste contorte consideraZzzioni e da uno scambio e(da)pistola-re con mia sorella, zum zum zum ho inziato ad avere una storia strana in testa, a sentire una specie di botta-e-risposta, zum zumzu zum zum, questa storia che mi passa per la testa, non so bene cosa sia, l’ho sentita da mia sorella o mia zia,  di sicuro so soltanto che è una conversazione familiare, un po’ frutto della mia deviata fantasia e un po’ – recitava una canzone – sarà capitato anche a voi. Una conversazione che fa capire quanto – nonostante l’ineluttabile  partenza deficiente – abbiamo tanto bisogno di queste vacanze.

PROLOGO: due i personaggi in scena, Ninuccia e Lucariello. Due esemplari simili nella figura ma opposti nei comportamenti: pragmatica ma svogliata la prima; l’altro, meticoloso e generoso, ma alquanto rigido. Ninuccia e Lucariello sono fratelli. Un terzo personaggio è Donna Concetta, che è la madre, non partecipa attivamente a questa conversazione, ma di fatto è un forte vincolo alle scelte dei primi due.

Ieri Ninuccia chiama Lucariello per mettersi d’accordo su quando andare nella località di San Baudia, scelta per passare le vacanze. Ninuccia però ha un problema: non dispone di un’automobile e deve andare a prendere  la madre, Donna Concetta, che abita in un’altra città, la ridente Newtown (un tocco di esotico non guasta mai…). Pertanto, già in conversazioni precedenti, Ninuccia e Lucariello avevano parlato di questa situazione, senza però giungere a un accordo, quasi che il rimandare a dopo, fosse foriero di una soluzione spontanea. Inconsciamente, avevano solo posticipato il momento di un accordo che – in cuor loro – sapevano di difficile raggiungimento.

Pertanto Ninuccia, usualmente svogliata ma capace di incredibili accelerazioni di concretezza quando messa alle strette,  propone a Lucariello di prestargli l’automobile l’imminente venerdì o sabato così da potere organizzare le proprie cose e poi recarsi il lunedì (partenza intelligente?) a Newtown da Donna Concetta e accompagnarla, nella stessa giornata, nell’agognato luogo di vacanza e ivi stabilirsi per il resto del periodo estivo. Così a suo tempo s’era detto e concordato. Mancava solo stabilire il “quando”.

Risultato della conversazione telefonica: Lucariello non saLucariello non può fare programmi.

Ninuccia realizza l’improvvisa indisponibilità del fratello a prestargli l’automobile e, visto il brevissimo tempo intercoso dalla sua precendente assicurazione, che forse ha sbagliato numero e, di sicuro, sta parlando con il Presidente degli Stati Uniti d’America il quale è alle prese con questioni come il declassamento del rating del debito pubblico del Paese e la guerra… oops missione di pace in Afghanistan. Respect bro’.

Ninuccia, trattiene il fastidio, incassa la risposta e replica con un Vabbè che tonfa come un sasso tirato in fondo al pozzo e, infine, comunica, con tono garbato, a Lucariello di non farsi problemi e che allora venerdì avrebbe fatto a meno dell’automobile, si sarebbe organizzata con il treno per recarsi a Newtown e poi, insieme a mamma, avrebbero preso insieme un altro treno per andare a San Baudia.  E Amen, fine della telefonata!

Il giorno dopo, Lucariello chiama Ninuccia all’ora di pranzo e  – con il tono di quello che pensa di “sapere tutto” ma che a Ninuccia suona come quello di uno che non ha capito un’emerita ceppa – esordisce tragicamente con un “…ma tu poi vai a San Baudia?

Ninuccia, abbandonatosi ormai alla più cupa delle rassegnazioni, disposta a farsi passare sopra come il tappetino sotto al mouse, con  flebile filo di voce conferma con un tombale “Sì”.

La calma dimostrata da Ninuccia è da manuale Zen. In verità, tale ostentazione di calma ha una spiegazione.  Dentro di sé prende corpo una metastatica curiosità che tenta Ninuccia come il Diavolo tentò Gesù nel deserto e suona più o meno così: “ora voglio proprio vedere dove vuoi arrivare?”.

Gesù non cedette alla tentazione, ma occorre valutare che, sebbene fosse il Figlio di Dio, è stato preferito a un furfante recidivo come Barabba, dichiarato “terrorista” dall’ Impero Romano, torturato, esposto alla pubblica gogna e crocifisso. Ninuccia può vantare al massimo la discendenza da Donna Concetta, va da sé – questione di pedigree – che cede di schianto alla prima suicida tentazione. Inutile resistere: non ha portato il ben più illustre personaggio a evitare sofferenze e dolori, figuriamoci Ninuccia, abbonata peccatrice e infinitamente meno dotata di super-poteri.

Lucariello, come un giocatore di poker che ha in mano “Colore” e rilancia pregustando il momento quando pronuncerà “v-e-d-o”, ma NON sa che l’avversario ha “scala REALE”, ribatte ancora: Ma vai a San Baudia in via definitiva, per tutta la vacanza?

Ninuccia risponde:.  Secco, più asciutto della sabbia del deserto del Kalahari e pensa tra sé e sé: “Ieri ho parlato con l’amico immaginario”

A questo punto, Lucariello rinviene come da un sonno secolare, con un tono tra il rintronato e lo stupito, come ci si aspetterebbe da Tutankhamon che risuscitasse ora dal suo sarcofago: Ma non l’avevo capito!.

In Ninuccia si fa chiara la convinzione che tutte le precedenti telefonate, escludendo l’ipotesi dell’”amico immaginario”, erano allora avvenute tra sé e…se stessa.

Lucariello ripiomba negli abissi della ragione, in profondità così di tenebra che persino Cthulu e tutti i mostri lovercraftiani se la sarebbero fatta addosso: Ma fammi capire… Ma poi vai a Newtown a prendere a mamma?

Ninuccia , serafica, con il sorriso e la serenità del martire sulla croce, consapevole che si sta guadagnando il Paradiso:Si, ci vado.

Ormai Ninuccia ne ha granitica certezza: senza tema delle parcelle delle future sedute di psicoanalisi in un periodo per le sue finanze di “magra”, come i raccolti di grano nel deserto del Gobi,  ammette a se stessa: ”HO un amico immaginario e non lo sapevo. Ora LO SO.”

Lucariello, imperterrito come il medico legale che infierisce sul corpo di uno sventurato finito, come Willy il Coyote, sotto lo schiacciassi, continua: Ma che ci vai a fare a Newtown?.

Proprio come uno schiacciasassi.

Ninuccia, mordendosi il labbro interno, rimuginando dentro di sé e tirando giù impronunciabili bestemmie ai santi, profeti e semplici pellegrini di tutte le religioni e sette apocrife, passate e presenti, professate fino ai sistemi di Betelgeuse e Alpha Centauri (per essere “politically correct”), dà fondo a ciò di cui Giobbe aveva in dosi massicce e per cui è ancora famoso e dichiara: Vado a Newtown così accompagno mamma a San Baudia” .

A essere onesti, la verità è che mentre ciò avveniva, Ninuccia era a telefono per strada e, all’improvviso, si è trovata davanti un ignaro e innocente passante, il quale sarebbe stato altrimenti investito in piena faccia da una colorita imprecazione con tanto d’indicazione di recarsi per direttissima in un posto consigliato da tutti e affollato tutti i periodi dell’anno ma – stranamente – non ancora incluso nei dispositivi di navigazione satellitari, telefonini inclusi. Ninuccia non si è sentita d’infierire su un innocente, ma se avesse avuto di fronte Lucariello la storia sarebbe finita sulla cronaca locale e, con un po’ di fortuna, complice la tipica penuria di notizie estive e i giornalisti in ferie, perfino sulla prima pagina.

Lucariello, con un rigurgito imprenditoriale da grande organizzatore di fiere internazionali e financo il G8,  proclama: “Ma è un’assurdità…ma mamma non fa prima a prendere il treno direttamente, senza che tu debba andare lì…”

Ninuccia e l’amico immaginario sono più amici di quanto avesse immaginato. Un osservatore attento noterebbe che Ninuccia, dietro quella linea leggermente arcuata delle labbra serrate, sta sorridendo: è felice. E’ felice perché ora sa che ha una nuova amicizia. E chi trova un amico, trova un tesoro. Ninuccia è felice due volte: ha trovato un amico e ora è pure ricca. Ninuccia è felice, felice. Ninuccia è sull’orlo del baratro della pazzia senza ritorno. E questo NON lo sa.

Ninuccia conviene con tono di chi vuole chiudere definitivamente il discorso, rassicurando l’agitato interlocutore e, al contempo, mandandolo a pascere per le verdi praterie di Manitù: Lo so, hai ragione, ma non fa niente… ci vado io. Mangiandosi il fegato,  contorcendosi lo stomaco e intestini, travasando a go-go di bile, maledice quel giorno in cui ha detto “SI, vado a prendere io la mamma”, evidentemente nel sonno. O è stato…l’amico…immaginario…vuoi vedere che …

Ninuccia sta per perdere una grande amicizia. E così non sarà più ricca…Ma i soldi non sono tutto nella vita.

EPILOGO: Ninuccia ha vinto l’ambito citrullo.

CONCLUSIONE (non è sempre quella di fare merenda con Girella): giunti in questo periodo dell’anno, anche se agosto non è il mese ideale, abbiamo tutti bisogno di ferie.

Dedicato a:

Ninuccia, Lucariello e Donna Concetta, a tutti i “dannati” del trasloco estivo, a tutti i “dannati” del girone di agosto. Un paio di gironi più su, c’è qualcuno che se la sta ridacchiando di gusto perché questa commedia l’ha vista un sacco di volte. E jà Pà… Guàllere e ppazze, venono ‘e razza…
(cioè, Ernie e pazzia sono ereditarie)

38 pensieri su “Il citrullo

        1. Esatto. Natale in Casa Cupiello che è una delle commedie sull’ incomunicabilità. In diverse commedie di Eduardo ricorre il tema del personaggio che non riesce a comunicare all’interno del suo nucleo familiare o comunità Favolosa in un’altra commedia la figura di Zi’Nicola che ha rinunciato a comunicare e si esprime solo con petardi e fuochi d’artificio!
          Ho voluto un po’ giocare con le scenette di ogni santa estate nella nostra famiglia e Natale in Casa Cupiello è la commedia di Eduardo che io e il mio caro papà abbiamo sempre visto insieme, lui ed io soli davanti la TV a ora tardi, fino a quando la Rai l’ha trasmessa. È stato naturale il collegamento, a renderlo teatrale ne avevo qualche legittimo dubbio, ma se tu lo ritieni tale da averti intrattenuto, sono già soddisfatto e felice.
          Un inchino di sentito ringraziamento a questo gentile pubblico.

          Piace a 2 people

    1. Bella domanda cui rispondo con certezza granitica:”c’era”.
      La sua generosità lo porta a mettere da subito a disposizione l’automobile, ci sarebbe andato di persona, ma il solito tran-tran quotidiano prende il sopravvento.
      È come se si fosse formattato per evitare i rimorsi di una coscienza parecchio severa con se stesso. Una sorta di difesa inconsapevole. Posso assicurarti, però, che non finge.

      "Mi piace"

                    1. Magari qui crescessero i cachi, al massimo i macachi…La mia era una domanda sottilmente retorica e che sarebbe andata bene per Jam session come quella di qualche nottata fa. L’ho riletta oggi: fantastica! Un abbraccio e cchiu’ PIL per tutti (finta cit.) 🙂

                      "Mi piace"

                    2. È un classico ormai quella jamme session!
                      Apriamo pure il dibattito vostra baVItudine! Dall’alto dei miei 156 cm portati con Pride, in the name of love rivendico il fatto che la mezza misura, come la mezza stagione, è ormai una leggenda metropolitana. La cosa importante è non essere mai mezza tacca!

                      Piace a 1 persona

                    3. Non posso mollare il telefono in ricarica che mi perdo una jamme-belle sescion!
                      Quanto scrive Sua Melinosita’ corrisponde a verità, ma una mezza-verità, la verità vista dal basso. Dall’alto del metroeottantatre’ senza tacco perché non è ancora ora di struscio serale, dico che l’altezza e’ mezza bellezza e all’uomo che adda’ puzza’ e’ un aiuto per non essere preferito al diversamente alto che – dicitur – abbia doti solitamente nascoste di ben altra attrazione. Questione di sopravvivenza della specie (alta). Per rimanere in ambito tolkeniano i gran fighi sono alti: Gandalf, Aragorn, gli Elfi tutti. Poi ci sono i Troll ma de gustibus non est sputazzellam.

                      "Mi piace"

                    4. Immagino che in versione soirée con kinky boots vostra baVosità sia uno spettacolo degno di prevendita! Ti riferisci a quella che la vulgata definisce regola della L? Personalmente preferisco l’altezza media, ma non mediocre of course!!

                      Piace a 1 persona

                    5. Lei sa, Tentatrice come Natura crea (Fuck Cirio e i suoi sessisti frutti da baccello), stuzzicare la mia creatiNita’! Kinky Boots e lo statuario personaggio è’ più di una tentazione in una delle mie vite parallele. Senza pregiudizio e con molto divertimento. The Show must Go On! La regola della L vale anche per i piedi…Ma non alludevo a quelli, frutto della nostra dannazione a faticare e sgobbare. Convengo con Lei e gli antichi maestri di spada che non conta quanto sia lunga la spada, ma quanto profondamente si ficchi. Dicevamo proprio così. La spada deve assolvere alla sua funzione di uccidere non fallico machismo da quattro soldi che ci puoi comprare due topolini alla fiera dell’Est e son meglio spesi!

                      "Mi piace"

                    6. Rieccomi. Torno dopo aver domato una tenzone verbale a suon di chupa chups. Discorrevamo, se non erro, di katane e tecniche di assalto. Convengo che nella carica all’arma bianca, è il caso di dirlo, l’abilità rivesta un ruolo importante. Analogo a quello del fodero, che può risultare più o meno confortevole. Si sa che di spada nella roccia ne penetrò solo una, invero.
                      Chiuderei con le parole della mia adorata Noxeema Jackson “Che i buoni pensieri siano la tua spada e il tuo scudo!”

                      Piace a 1 persona

    1. Data l’ora infame per un giorno di ferie in cui ti leggo e commento, sembrerebbe di no. E invece mi sto sorseggiando nu bello cccafe’ spaparanzato proprio su quel dondolo di cui parlo nel post di Harry ti presento Claudio. Tecnicamente sono in ferie, ma con i nani finalmente posso dedicarmi al “lavoro” più bello che mi sia capitato di fare;)
      ‘On Paolo bello, favorite ‘nu bello cccafe’? O, se preferite, viste le sue nordiche origini, un cappuccino o un cordiale?

      Piace a 1 persona

        1. Le Olimipadi me le sto godendo come non mai. Un bel respiro di umanità che può andare d’accordo. Pensa che se la stanno guardando pure i nani e si sono appassionati alla partita di pallanuoto femminile Italia-Russia e facevano il tifo manco fossero i Mondiali di calcio. Si beffeggiavano della Russia e ridevano che stavano perdendo. Io assistevo divertito e attonito: piccolo ultra’ crescono…

          "Mi piace"

          1. Sono sempre una cosa grandiosa! Mi appassiono, vedendoli, a sport che a volte a mala pena so cosa sono. Mi sono divertito a guardare di tutto, dal tiro con l’arco al volley (beach/indoor), il mio sport (più praticato, quindi preferito). Resto sempre basito di fronte alle imprese e alla bravura degli atleti (atletica, nuoto!…).

            Piace a 1 persona

    1. Naaah! Io non c’ero.
      Ero spettatore e improvvisato narratore. Ho caricato automobili che voi umani non potete immaginare: vasi di fine 800 grandi e decorati di limoni di Sorrento in terracotta pieni di basilico gigante (con annesso schiacciamento di due vertebre), buste, bustine e bustarelle inserite in ogni affratto dell’abitacolo, valigie prorompenti di ogni indumento diDddio, stampelle attaccate ai finestrini così che non si rovinasse la piega, ma a farsi benedire la visibilità all’esterno, una gatta sensibile all’aria condizionata e alla musica dello stereo, più varie carrabbattole di indubbia utilità e ingombro da salasso al check-in…
      Hai scoperto il segreto di Newtown, maledetta Carter mi hai beccato anche stavolta! E non ti azzardare a chiudere la porta.

      Piace a 1 persona

Lascia un commento

Questo sito utilizza Akismet per ridurre lo spam. Scopri come vengono elaborati i dati derivati dai commenti.