I bambini piccoli sono…piccoli, non fessi [6 anni e 2 nanetti dopo Remix]


ovvero 10 piccole cose da sapere quando il joypad è conteso da un bimbo e un adulto (anagraficamente dovrebbe esserlo…)

Sei anni fa fui colto da una scimmia folgorata, che mi salì sul groppone così velocemente, tanto da farmi credere che mi fosse cresciuto un casco di banane in testa. Nessun problema, so ormai come scrollarmi di dosso il fastidioso primate: scrivere.

La scimmia in questione era parecchio particolare. Tra una banana e un’altra, sputacchiando la buccia per terra (e mmò chi la sente la consorte?!?), mi sussurrava di bambini e videogiochi.

I bambini mi piacciono…al forno con le patate danno il meglio. Va bene, torno serio (?!?). I bambini sono dei piccoli uomini e donne con una loro logica confusa – e ciò me li fa amare particolarmente – e una spiccata propensione a spingersi oltre le loro possibilità; i bambini sono, infatti, gli unici in cui ancora è riconoscibile il vero spirito di avventura degli esploratori visionari in epoche in cui “si sapeva quando partivi e forse non ci arrivavi”: Colombo, Magellano, Livingstone, Indiana Jones, per citarne alcuni a caso. Molto a caso.

Mi piacciono, tuttavia non ritengo che avere dei bambini per una coppia sia obbligatorio, per quanto sembri il contrario in questa zozza società a cui ce piacciono li polli, l’abbacchi e le galline. Osteee!! Nun ce portà ‘n’artro litro, che qua stiamo già più de qua che de là.

I videogiochi sono una delle mie passioni, da molto tempo e, se siete in vena di “spiegoni” nello “spiegone”, potete andare a scoprire perché Video’gioco quant’è bello, mi ispira tanto sentimento. Temerari esploratori, avete la mia stima, gratitudine e, visto che giustamente non ve ne fate nulla, vincete il seguente trofeo:

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Dunque, su suggerimento della scimmia, iniziai a scrivere di quando il joypad è conteso da un bimbo e un adulto (anagraficamente dovrebbe esserlo…), tirandone fuori 10 piccole cose da sapere per condividere in pace e serenità il divano, uno schermo e un paio di joypad…La birra e i rutti in libertà saranno oggetto di insegnamento più in là negli anni. Ogni cosa a suo tempo.

Sei anni fa, nella mia vita non c’erano ancora i miei due gemelli.

Due adorabili piccoli uomini con cui da cinque anni sopravvivo sotto lo stesso tetto e condivido sedute una volta intime, il mio ex-studio (ora cameretta con due letti), ogni virus, batterio, bacillo con cui socializzino a scuola, la mia piazza di letto matrimoniale a notti random, la mia compagna (ma non si può manifestare gelosia) e, naturalmente, il joypad e le mie console di videogiochi. Da subito, mi sono rivolto ai due gemelli chiamandoli affettuosamente “nani”.

Li chiamo “nani” perché vi trovo parecchie analogie con i nani della Terra di Mezzo: la statura sotto la media di un Uomo, sono opportunisti, permalosi,  vendicativi se offesi o ingiuriati, ottimi artigiani e costruttori (di Lego), tenaci e testardi, difendono le loro proprietà (macchinine, aerei, pupazzielli o sudici sassi), dando battaglia all’ultimo sangue a chiunque (fosse anche il fratello gemello) voglia sottrargli o gi sottragga il sssssuo tessssoro, consistente in una macchinina, un pupazziello o sudici sassi raccolti per strada, uno zeppo, un blocchetto Lego e cose così. Capoccioni e facili alla rissa per futili motivi, tuttavia, sono amanti della gozzoviglia e chiassosi compagnoni; per alcuni condomini gioiosa eco della Vita, per altri fastidiosa nenia che gli ricorda quanto siano invecchiati male.

Sei anni e due nanetti dopo, vado a rimaneggiare, aggiornare o confermare (leggi: bieco riciclo) il decalogo, la “Top 10”, Le 10 Regole d’Oro – fate voi – , di certo il più fesso elenco di inutili regole che però possono salvare i costosi trastulli videoludici cui siete tanto affezionati e, di conseguenza, la vita ai vostri figli, nipoti o semplici nanerottoli di passaggio.

Se invece avete conservato la vecchia, buona abitudine di streghe, lupi cattivi e bolscevichi, cioè di mangiarli, vi siete risparmiati lo “spiegone”.

Credo nei Borg e nel loro credo “La resistenza è inutile”, meglio ammortizzare il colpo e prepararsi per sopravvivere  alla vecchiaia e al nuovo che avanza (cioè nipoti, figli, semplici conoscenti al di sotto del metro di statura e con le mani perennemente unte).

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I bambini piccoli sono piccoli, non fessi. Provate a “rifilare” a un bimbo un joypad non collegato e scoprirete che, dopo avere provato a mangiarne le levette analogiche, constatata la relativa incommestibilità e definitivamente archiviata l’idea di fagocitarne parti per il sapore a dire poco raccapricciante, inizierà – nel migliore dei casi – a giochicchiarci imitando l’ “adulto”, nel peggiore a usarlo a mò di martello di Thor. Alla (ex)tenera creaturella bastano 5 minuti per capire che il joypad è “finto”, che il joypad da avere è quello tra le mani dell’ “adulto”, quello funziona, guardaguarda come concentra tutta l’attenzione dell’adulto e, si sa, i bimbi vogliono tutta l’attenzione per loro…mollato il “pacco” come si lascia da parte un gioco noioso, protenderà le sue manine unte verso quello che stringe colui il quale dovrebbe dargli l’esempio. L'”adulto” prova a insistere, gli ripropone il “pacco” ma quel tono mellifluo suona ormai alle orecchie del piccolo come quello utilizzato dal serpente per convincere Eva a mangiare quella bella mela. Eva cadde nell’inganno, il Checkedbimbo no. L’inganno è rivelato. Il bimbo non molla più. Per l’ “adulto” è Game Over.

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Il tempo libero usato per  dedicarsi ai videogiochi: ad libitum quando eri più giovane; ora è oggetto di bi€co baratto con il sonno. Un’ora di videogioco=un’ora di sonno in meno.Checked

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Nella decisione di acquisto, il bollino PEGI è stato sempre come Carneade: chi era costui? Finora mai preso in considerazione, anzi guardato con diffidenza e aria di sufficienza quando il bollino sulla confezione indichi l’età minima (=3), cioè presuppone che l’unica forma di violenza ammessa è quella usata schiacciando le piccole bolle di plastica del pluriball o quella presente nei cartoni animati di Wile Coyote e Tom & Jerry…Ora il bollino per un pubblico adulto (PEGI 18) assume un altro significato: non va giocato Checkedquando ci sono bimbi in giro. Da cui discende anche che…

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I giochi per i “bambini” non sono più i “paria” dei videogames, non sembrano più soldi buttati, ma armi di distrazione di massa. Se GranTurismo è troppo complicato, Cars diventa un’opzione passabile; se GTA IV è improponibile, Toy Story 3 diventa una papabile alternativa. Non è importante come si videogiochi, ma è importante CHE si videogiochi.

Playstation 4 e XBox One, le console di ultima generazione dalla grafica spacca-mascella, prendono polvere sotto la TV. Al tuo passaggio, i loro trascurati joypad sembrano implorarti di sfiorarli almeno un’ultima volta e, al tuo diniego, giurano sul loro transistor più caro di metterti le corna con il primo aspirapolvere di passaggio.

Nintendo diventa il nuovo Messia. I videogiochi Nintendo, facili da utilizzare, subito divertenti, con Mario, Yoshi, Kirby, Toad, Bowser e compagnia buffa sono la grammatica della Salvezza.

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Le console portatili, Nintendo DS o 3DS e Sony PSP o Vita, non sono più le console per giocare in tutti i modi, in tutti i luoghi, in tutti i laghi, in tutto il mondo (cit. Valerio Scanu…Osteee!! Che c’hai messo ner vino?!), ma compagne delle sessioni di gioco più “intime” tra le mura casalinghe, in “ritiri” inviolabili anche da convivente, da moglie e – se chiusi a chiave – da figli. Questione di privacy e – nei casi previsti dall’Imodium – salvaguardia della salute del bambino. La console portatile – ma se stai “a rota”, pure un tablet – diventa l’unica possibilità di giocare indisturbati, seriamente concentrati, l’unico modo di sentirsi ancora un hard-core gamer.

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Le console portatili possono essere anche utilizzate come “decoy”, cioè un inganno di natura elettronica, esattamente come le contromisure nella guerra aerea moderna. Avete presente i duelli aerei del film Top Gun?…Il bimbo vi segue per casa come un missile a ricerca radar e vi “aggancia” non appena hai messo le mani sul joypad, Chaff! Chaff! Chaffate a manetta! Virate stretto appena dopo gli angoli, lasciate dietro di voi mattoncini Lego, pupazzi di super-eroi o macchinine di modo che – con un po’ di fortuna –  il nano si distragga con un altro gioco o si stampi su un muro.

Se il bimbo non si facesse ingannare da questi “mezzucci”, tenuto conto di quanto già descritto al punto 1, l’unica possibilità di mantenere lo “scettro” del joypad è consegnargli una console portatile, il missile-bambino aggancerà la nuova traccia elettronica e la minaccia sarà sventata. Almeno per i prossimi 15  minuti…

…Ma anche meno poiché il bimbo, pure avendo ormai le articolazioni delle dita nel pieno del suo controllo, riesce a fare crepare l’alter-ego elettronico con una rapidità tale da suscitare l’interesse del CERN di Ginevra e relativa ricerca scientifica; i nani, sopratutto in coppia gemellare, elaborano perfino strategie complesse, tendendo a fottere sistematicamente l’altro, rara la cooperazione che spesso fa alzare qualche sopracciglio ai genitori quando uno fa all’altro: “Leccami! Leccami!” Yoshi, infatti, tira fuori la lingua per mangiare un nemico o l’altro giocatore per trasformarlo in uovo da lanciare e distruggere parti di scenario o accoppare qualche buffo avversario. Rientra nella strategia di gioco, ma dura poco. Il nano, appena vede un baratro, ci si butta, ci si butta, ci si butta…ci si butta. Hai voglia a dirgli “salta!”. Il nano è – si diceva in apertura di pistolotto –  esploratore nato, ma se per dieci minuti muore nello stesso punto, chiede di cambiare gioco. I bambini sono esploratori, non fessi.

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Joypad, joystick, il paddone della WiiU, Wii Remote e telecomandi vari devono essere sempre riposti su superfici almeno un metro più alte del divano o del classico tavolino davanti la tivvù, pena ritrovarsi tra le mani dei joypad unti e sporchi di residui di cibi non meglio identificati né tanto meno identificabili, nemmeno dai C.S.I. Tale regola si applica anche con amici adulti che siano particolarmente molesti e che trovano divertente estrarre le pile e nasconderle (fidatevi, esistono) oppure amano rimpinzarsi di patatine, arachidi e fonzies, messi a generosa disposizione dal vostro senso di ospitalità, rendendo il joypad peggio di un panetto di strutto. In questi casi, la cosa migliore da fare è mettere tutto in un armadio e sotto chiave.Checked

 

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Mai lasciare incustodite e ad altezze minori del metro d’altezza le confezioni di videogiochi con il disco all’interno: la custodia verrà sventrata come un galletto amburghese aperto sulla graticola, il disco ricoperto  da una patina di unto, impronte e sporco che se non sapessi che in giro deambula un bambino, giurerei che è il grasso di una foca che mi gira per casa. Dopo tale incontro ravvicinato di piccolo-tipo, il disco potrà essere usato come disco-volante, praticamente un costoso frisbee, sottobicchiere o, con uno sforzo di creatività paradossa, farlo pendere sul lettino al posto di una di quelle piccole api o animaletti volanti con tanto di carillon e potere soporifero equivalente a una pasticca di valeriana nel biberon.

Il nano va educato. Mestiere difficile del genitore, ma con sfoggio di tanta pazienza, fine e pacata comunicazione è possibile spiegare come comportarsi nel maneggiare il disco o cartuccia, cosa che alcuni adulti ancora stentano a capire. In alternativa, applicare la tecnica di guardarli torvo negli occhi e minacciare, nel caso utilizzasse il disco come una merendina, di estirpargli gli arti e le falangi di modo che non possa più giocare a un videogioco. Funziona. Funziona più per la minaccia di DASPO dai videogiochi, che per le minacce fisiche.

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E figli so’ piezz ‘e core – Mario Merola docet – e costano più di un trapianto di cuore. Le offerte promozionali di giocattoli e i saldi di abbigliamento dei vestitini (“ini” solo nella taglia) assorbono la parte di sudata busta-paga una volta destinata alle offerte “3X2” di videogiochi, ai “compra 2 e paga la metà il secondo”, ai “cestoni” dei “A partire da Euro…”. Le offerte “civetta” dei volantoni della Grande Distribuzione Organizzata sono l’unica ragione per accettare di andare nel mega-supermercato di un centro commerciale e diventare piloti di un carrello strapieno di viveri e Checkeddetersivi, come gregario di vostra moglie a caccia di offerte e del “minimo indispensabile per la settimana” .

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Il gioco cooperativo con il piccolo untore-di-joypad è una mera chimera. Una volta impossessatosi del joypad, condurrà il gioco a modo suo, tutto suo: sfracellandosi ogni 2 metri contro i guard-rail su un rettilineo; divertendosi come un matto a gettare l’avatar di gioco un milione di volte, tutte uguali, nella stessa identica pozza di lava fusa o dall’alto di quella piattaforma sospesa su un precipizio senza fondo; a farsi maciullare dal più pusillanime dei goblin o altra mezza-cartuccia di nemico, che tu avresti disposto come concime in mezzo battito di ciglia, un distratto colpetto di tasto, senza nemmeno scomodare una “combo” . Ogni tentativo di educarlo alle “regole del gioco” è vano, proverete a ridurre la difficoltà al livello “Lo finirei con una mano legata e un occhio bendato”, ma anche questo estremo tentativo sarà destinato a “perdersi come Checkedlacrime nella pioggia”.

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Questo elenco non ha nessuna pretesa di essere esaustivo, è solo un elenco così come m’è venuto fuori, scritto per (video)gioco. Faccio appello alle falangi, falangine e falangette di voi, padri, madri, zii, zie, prozii, prozie, nonni e nonne, conviventi more uxorio, senza distinzione di razza, religione od orientamento sessuale, per aggiungere nello spazio dei commenti le vostre imbarazzanti esperienze con il joypad quando quei piccoli tesoretti ve lo sfilano dalle mani…e se proprio eravate all’ultimo boss dell’ultimo livello, vi avranno sfilato anche dell’altro. Questo non scrivetelo.

Vostro-Claudio-Dagli-All’Untore

Bambini ora basta con i videogiochi, andiamo fuori all’aperto…giochiamo ad acchiaparella? (Pubblicità Progresso)

19 pensieri su “I bambini piccoli sono…piccoli, non fessi [6 anni e 2 nanetti dopo Remix]

    1. C’è quel pizzico di nostalgia nostalgia canaglia di quando avevo tempo e non avevo soldi per procurarmi la “dose”. Oggi ho in ben del Dio Videogioco e quel poco tempo lo devo cedere a quei due nanerottoli, che usano in “cheta mode”: “papà quando è difficile, giochi tu”. Nano, io ho dato elettricità alla console, Nano do’ elettricità anche a te!
      La cottura a forno elettrico non restituisce lo stesso sapore di una volta delle fascine a legno, ma lascia che la carne si impregni delle spezie e contorno di patate e peperoni. Piatto non leggero, ma gratificante per palato e pancia. Innaffiare con vino strutturato e un pelino tannico per raschiare un retrogusto selvatico. Il sudore dei bimbi tende a virare a profumi selvatici….Direi, cinghiale.

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        1. Mamma d’a Saletta!Abbiamo dei professionisti! Prendo nota dei preziosi consigli sebbene ignori una buona metà delle cose descritte.
          A questo punto, cara Mela, possiamo aprirlre lo spazio per il commentaire (la cucina francese fa figo ma non ne capisco il motivo) ai consigli in cucina tipo rubrica di Wilma De Angelis (su Tele Monte Carlo, non so se hai presente).

          Se hai gradito, potresti trovare altra fonte di ghigno e divertissement (cellule pazze di francese, aiuto!) nel mio racconto in diretta della visione del primo film di Star Wars con i due nani:

          Star Wars a 4 anni. Grazie Lucas.

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            1. Pas de quoi, Madame Pomme. Vous etes tres jolie…
              Narciso, Oh Narciso…Ma tu lo parli il francese…Perché se qua Mela continua faccio le figur’emm…di cioccolato.
              …. ….
              Narcì. Naciiiisoooo! Mi rispondi? Lo sai o no il francese?!?… Tiro un sospiro di sollievo…Lui deglutisce e poi proferisce:”JA!”
              Ommadonnellabella! Come “JA”?!?!

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                1. NdRB: mapperché quando presento Narciso – sopratutto alle donne – io all’improvviso sparisco anche se gli dò almeno un metro di altezza?!?

                  Grazie per la Mela, ma non accetto frutta dagli sconosciuti. Me lo ha sempre detto la mamma.

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    1. E’ basso, frigna e sfrantuma l’infrangibile. Il cioccolato che ingurgita ha degli effetti “collaterali”. Ti tocca girare con l’Imodium e un cambio di mutanda sempre in borsa, ma sempre. Senza contare che di notte, i 3-4 metri che separano il tuo letto dal bagno è come un campo minato, cosparso di ignobile paccottiglia che correttamente si chiama “sorpesa” perché quando la vedi puoi solo rimanere sorpreso al vedere che minXXiate riescono a infilare dentro l’ovetto.
      Se ciò non bastasse, perchè riconosco che il biondo a noi sud-ici attira, emette suoni osceni nei momenti più impropri in quanto geneticamente sprovvisto di freni inibitori o qualsiasi coscienza o senso di opportunità. Praticamente un Alien con boccoli d’oro e dalle gambe corte.

      “There’s no try” fidati, passa al mio Lato, l’Unico Lato.
      Faremo grandi cose insieme.
      Lord Darth Baver
      Dan dan DAn dandadaN dandadaN…<- si riconosce la musica della marcia imperiale no?

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      1. Mica me lo devo sposare!! Gli faccio due moine, due grattini sulla testa, lui mi sorride, sbatte le ciglia, fa il vezzoso e poi tanto tocca a te pulire quando da mogwai si trasforma in gremlin! 😀
        ” Fantastica la ragazza, eh? Non so se ucciderla o innamorarmi di lei!”

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  1. Cose da V

    Io non ho mai avuto giochini del genere, solo il pc. So solo che quando andavo dai miei cugini più piccoli per compleanni e via dicendo questi battevano me e gli altri cugini più grandi a qualsiasi diavoleria elettronica (ahhhhhhh ho sempre sognato di dire diavoleria elettronica). Quindi alla wii o come si chiama perdevo sempre e via dicendo. Molti bambini hanno tentato di spiegarmi i vari comandi e via dicendo e niente, non ci sono riusciti. Concludo dicendo che io ho paura dei bambini perché prima di crescere (quindi quando sono appunto bambini) sono creature superiori e a volte crudeli. Il tuo post molto divertente e anche ben impostato.

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    1. N: Ha detto “giochini”, Red…
      RB: L’ho letto, Narcì…

      N: E ora che fai?…

      RB: non so…ha detto “giochin…Non ci riesco…”
      N: “Lo cianci dappertutto qui in mezzo che non si può dire g…QUELLA parola. Dovresti punirla…”
      RB:”Sì…sì…Ma ha detto anche “diavoleria elettronica”…quindi non l’ha fatto a posta…E’ solo giovane…Non sa”
      N:”Anche io sono piccolo, però lo so e sto attento…Ricorda “lex ignorantia non excusat”
      RB: Azz! Pur’o’ llatino, Narcì! Che ci sta dentro a ‘sti ovetti…Non è che sei passato ad “altro”?…
      N: Non tergiversare, non partire per le tue tangenti, decidi tu devi! Cosa LE fai?

      RB: Narcì,ma niente niente ti sei trasformato in Gollum!?
      N: No…No…nnnno, mmmio padddron Bavon…possso avere mmmio ovett-ttooo, ora? Mmmmio tessssoro…

      Sì V. hai ragione a volte i bambini possono essere crudeli, ma solo perché le loro emozioni sono pure al 100%, non hanno stratificazioni, filtri indotti. Sono crudeli come a volte la verità.
      Grazie per l’apprezzamento

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