A Better Tomorrow


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Un film di John Woo. Con Leslie Cheung, Chow Yun-Fat, Ti Lung, Kenneth Tsang – Poliziesco, durata 105 min. – Hong Kong 1986

Nessun titolo potrebbe più adatto al periodo e all’attualità che stiamo vivendo. Un futuro migliore, è quanto ogni uomo merita e cui deve rivolgere il suo impegno e percorso, fosse anche non  conseguibile nell’arco della sua vita, tuttavia per i suoi figli e generazioni a venire.

A chi tale titolo risultasse sconosciuto, anticipo che si tratta di un “classico”, un “cult”. Non fustigatevi per tale mancanza poiché è legittimo non averne notizia in quanto nel Bel Paese (meno bello per la distribuzione cinematografica)  A Better Tomorrow non è stato proiettato in sala, ma la sua prima uscita è avvenuta  in videocassetta VHS.

Se neanche questa sigla vi è nota, siete proprio giovani e, a maggiore ragione, le righe che seguono potrebbero essere rivelatrici di una piccola “gemma”  del cinema asiatico e mondiale.

A Better Tomorrow è un film di John Woo, regista cinese assurto a notorietà dalle nostre parti grazie al “Leone d’Oro alla carriera” nel 2010. Il fatto che sia diventato noto a un più ampio pubblico nel 2010 per un premio alla carriera, conferma che il regista ne ha girate di pellicole, ignorate per lo più dalla distribuzione nostrana (in senso di “artigianale” e “provinciale”).

A Better Tomorrow è un film che ricade nel genere poliziesco, ambientato a Hong Kong, ma se vi aspettate un fine gioco psicologico, sfaccettati personaggi dalla sfuggente psicologia o suspense che si taglia con il coltello, avete sbagliato…sala. E’ un poliziesco caratterizzato da intensa azione con una trama non molto differente da quelle certi film di meroliana guapparia o – per par condicio itali(di)ota  – di “Milano Violenta” nella sue ambientazioni brianzole.

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Mark Gor e Sung Tse Ho

Sung Tse Ho e Mark Gor sono due gangster, inseparabili nel “lavoro”, legati da un’amicizia fraterna. Sung Tse Ho ha un fratello minore, Sung Tse Kit e tra loro esiste un sentimento profondo, ma macchiato da un tradimento: Kit, giovane poliziotto onesto e idealista, non sa che il fratello maggiore è un gangster.

Caduto in una trappola tesa da un’altra gang, Sung Tse Ho, braccato, si consegna alla polizia. In prigione, si comporta da “uomo d’onore”, rifiutandosi di fare nomi. Scontata la pena, Sung Tse Ho, spinto dal padre malato, unico genitore rimastogli, decide di tagliare di netto con la sua vita di gangster e, in seguito all’omicidio del padre, cerca di riguadagnare la fiducia di Kit, che ha scoperto il “segreto” del suo passato e, pertanto, lo ritiene responsabile della tragica fine del genitore.

Sung Tse Ho incontra nuovamente l’amico Mark Gor, caduto nel frattempo in disgrazia nella gang, e  si rende conto che i tempi eroici sono ormai trascorsi, tuttavia di fronte alla violenza del nuovo boss (una “vecchia” conoscenza comune) decide di riprendere le armi.

A Better Tomorrow è una storia di rimorso, sensi di colpa, responsabilità, amicizia, legami di sangue, sacrificio e redenzione, che ha influenzato un’intera generazione di registi e produttori e ha ridefinito il linguaggio del cinema di azione. Ha dato i natali a un genere di eroi, bagni di sangue, violenza iperbolica e all’estetica del cosiddetto “bullet ballet” ovvero di convulse e feroci sparatorie coreografate come i combattimenti di arti marziali nei film “wuxia” (“La Tigre e il Dragone”, per intenderci), arricchite per la prima volta con un effetto “slow motion”, che solo nel 1999 Matrix sdoganò in Occidente come “Bullet Time”. E non è l’unica citazione dei fratelli Wachowski al film di Woo.

Il film, prodotto con un budget limitato, è, piuttosto inaspettatamente, campione d’incassi a Hong Kong e poi in tutta l’Asia. Altra sorpresa è che, nelle intenzioni della produzione, il film avrebbe dovuto rappresentare il rilancio della carriera di Ti Lung (che interpreta Sung Tse Ho): la nuova indiscussa star, invece, è Chow Yun-Fat (che interpreta Mark Gor), il quale  diventa – d’ora in poi – quasi onnipresente nei film di Woo.

Chow Yun-Fat diventa un’icona del cinema asiatico, l’”action hero” alla stregua di un Arnold Schwarzenegger, soprattutto quando interpreta ruoli al di sopra delle righe, con sfumature ironiche.

Action figure di Mark Gor
Action figure di Mark Gor

Il suo personaggio, Mark Gor, diventa così popolare che a Hong Kong – nonostante il clima sub-tropicale – i fan indossano il suo stesso “trench”. Ancora in Matrix ritroviamo l’impermeabile di Neo, che diventa un capo “cool” per i fan.

Gli occhiali della collezione di Alain Delon, che Mark indossa, vanno letteralmente a ruba e sono presto esauriti in tutta la città. Alain Delon inviò un sentito ringraziamento a Chow.

A distanza di 20 anni dal film, sono in vendita delle curatissime “action figure” che ritraggono il personaggio di Mark Gor.

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Accostare valori come amicizia, onore e sentimenti al cinema d’azione con sparatorie surreali, così come fa John Woo, è cosa rara. Il contrasto riesce a catturare lo spettatore, sia con la frenesia e il ritmo delle scene d’azione sia con il cuore. I personaggi sono sì appena accennati nei tratti psicologici, anche prevedibili, ma sono scelte indovinate per il tocco di ironia che traspare dalla loro recitazione.

Per la semplicità e la leggerezza di alcuni passaggi e dialoghi, mi viene di avvicinare i personaggi volutamente sopra le righe  a quelli scanzonati dei manga e anime di City Hunter e Cow-Boy Bebop.

Le critiche negative al film convergono su due aspetti: pochezza della trama e prevedibilità dei personaggi. Non la penso così. Il film non scade nel ridicolo, sebbene il rischio incomba visto che sempre si tratta di una “crime story” e una mancanza di coerenza tra i vari elementi può essere distruttiva della verosimiglianza ed empatia.

I gangster del film, per quanto fortemente riconoscibili nelle loro motivazioni e tratti frettolosi, scombussolano con la loro violenza esasperata e gli iperbolici “bullet ballet”  lo schema dello spettatore che dia per scontata e prevedibile l’emozione.

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“Bullet ballet” che si fanno beffe della legge di gravità, estrema violenza, la carica romantica di valori classici come l’amicizia e la fratellanza, la lealtà e l’onore, per alcuni spettatori si traduce in un’allucinazione surreale, a tratti comica, che annichilisce la connessione empatica con la “crime story”. In realtà, costoro non colgono che questa allucinazione surreale è frutto di un’interpretazione originalissima di un cinema d’azione con una coreografa, che attinge alla tradizione antichissima delle arti marziali e che . per ottenere il ritmo vertiginoso – necessita di un montaggio innovativo.

John Woo inaugura con A Better Tomorrow un nuovo linguaggio nel cinema. Accosta generi in modo inaspettato, attingendo da Hollywood e l’Europa, rispettivamente, da quell’esempio di estrema declinazione di violenza che è Il Mucchio Selvaggio di Sam Peckinpah e il noir del più americano dei registi francesi Jean-Pierre Melville. La tessitura narrativa è evidentemente occidentalizzata, ma non è mai ruffiana, in quanto viene utilizzata per andare incontro alle proprie radici e le tradizioni (arti marziali) e sottoporre a una platea più ampia alcuni temi della società cinese contemporanea.

SHOLD_Stand_PS3_FRONT[1]A Better Tomorrow ha il merito di avere fatto conoscere il cinema di Hong Kong e avere aperto le porte a quello cinese. Con questo film, l’Occidente “mainstream” scopre il cinema orientale, che riesce a influenzare il “gusto” delle platee europee, soprattutto a livello visivo. Ne vengono influenzate le produzioni cinematografiche, ma anche i videogiochi.

Stranglehold è un videogioco action-adventure con visuale in terza persona, sviluppato come seguito ideale del film Hard Boiled in collaborazione proprio con John Woo. Una serie di grande successo è Max Payne, un misto di hard-boiled, sfiga nera del protagonista con conseguente trasformazione in un incrocio tra Terminator e The Punisher: in Max Payne il “bullet time” è un elemento centrale della giocabilità.  Lo “slow motion” è ormai utilizzato in tutti i videogiochi di “sniping”: in Sniper Elite si impersona un cecchino, l’effetto “slow motion” è applicato al momento dello sparo o dell’impatto sul bersaglio.

Visto il successo, piuttosto prevedibilmente il film ebbe un seguito, intitolato con estrema fantasia, A Better Tomorrow 2, che sta al primo, come Aliens sta ad Alien: l’azione è ancora più frenetica, ancora più esasperata e regala una delle migliori scene di finale con sparatoria. I seguenti The Killer e Hard Boiled sono anch’essi delle pietre miliari del genere. John Woo si trasferisce a Hollywood, che non giova alla sua ispirazione. Nel 2008 John Woo ritorna in grande stile con un film epico, Red Cliff (da noi noto come “La battaglia dei tre regni“)

Esiste anche A Better Tomorrow 3: non è un film di John Woo, ma è diretto da Tsui Hark.

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31 pensieri su “A Better Tomorrow

        1. E non c’è nessuna gloria e onore nell’essere malavitosi, solo violenza, sangue, nessun futuro, neanche un indomani migliore e l’estetica surreale (magnifica e contrastante) sembra sottolineare proprio questo!

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  1. Non ho visto questo film ma … rimedio quanto prima! 🙂
    Una “gemma” merita la visione e la trama mi sembra alquanto intrigante. Il titolo è proprio attuale, un vestito cucito addosso … molto probabilmente il mio impegno non apporterà benefici per la mia vita ma anch’io sento di dover collaborare affinchè nulla vada perduto a favore delle nuove generazioni, siano figli, nipoti o perfetti sconosciuti. Un futuro migliore è quello che auspico, è ora di uscire dal guado.
    Buona giornata, un abbraccio

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    1. Yeah! Mi piace l’approccio! Usciamo dal guado! Per i più pessimisti/realisti/pragmatici/oltranzisti dell’Apocalisse e amici di Caino la tua frase potrebbe essere: usciamo fuori dal guaNo! 😉
      Tornando al film, specifico che la trama è forse quella più bastonata dai detrattori di Woo. Il film da’ il meglio se cerchi di andare oltre la trama e cerchi di decodificarne l’estetica. Visto in cantonese (con i sottotitoli eh!) è ancora più convulso visto il suono della lingua, la recitazione appare meno sulle righe perché più coerente con il sound linguistico e gestualità
      L’ostacolo principale,infatti, è la mia ignoranza sulla cultura cinese e linguaggio della loro cinematografia. Noi siamo abituati a capire al volo quello europeo, a decodificare quello americano che ci ha colonizzato. Quello cinese è tutto da scoprire. L’estetica è curata maniacalmente, ma spesso ha un significato.
      Per chiudere, se sei curiosa del cinema cinese e di come ha influenzato il nostro,allora acquistalo pure; se vuoi una storia che ti rimanga nel cuore e vuoi rimanere in Oriente, fai quattro passi più oltre: Si Alza il Vento di Hayao Miyazaki.

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        1. E perché no? Scrivi parolacce? Insulti? Sbraiti a casa di altri? …Come qualcuno che ho dovuto bloccare ieri su queste pagine (il primo in 8 anni, tu vedi che mi doveva capitare). Non mi pare. Ma non ti aspettare grandi cinguettate, ecco!
          C.D.D. Sono andato fuori i 140 caratteri solo per dirti “sì “

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                    1. Non posso! Sono contro la mercificazione del corpo e…poi mi devo cercare un ponte sotto cui andare ad abitare. Considera poi che i miei due nani quando cresceranno mi sputazzarebbero in faccia per questo. Mah famo così tu vai avanti, io ogni tanto ti faccio un fischio…ah pardon un cinguettio.
                      PS: sono contrario alla caccia ma quando sto su Twitter mi viene come mi disse un tipo che era cacciatore, conosciuto in un viaggio, di “anna’ a spara’ a Bambi”

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                    2. Me pareva strano che non avevo notato i riferimenti “bibliografici” dei videogiochi…Potevo mancare di infilarli in un discorso più ampio. Mai capito perché se parli di un film, normale parlare del libro che lo ha ispirato o di qualcosa che hai letto simile, della musica e colonna sonora, dei videogiochi…ti guardano come se fossi appena sbarcato da Marte e gli stessi chiedendo informazioni per Betelgeuse. ‘Sto GPS manco sul l’astronave ce piglia! Me fa fare un giro per Andromeda passando per Orione e vabbè che sto a pppalla di velocità Curvatura, ma me consuma un fottio!

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    1. The GoD of war! Immaginavo che fosse un errore. Hai scritto “The Gof of War” e potevo pure capire un altro tipo di errore tipo: The GoLF…of War. Due erano le conclusioni allora: ti sei dato alla moda oppure al golf. Entrambe stridevano con bolscevichi, Marx, proletariato e discorsi di equità sociale. La falce e martello la stavo impugnando per davvero…;)

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    1. Ho visto anche io in giro. Nel vecchio continente lo trovi in DVD e Blu-Ray. In Asia sta uscendo in 4K. Tanto per ribadire che in Asia è un classico assoluto.
      Visto che si tratta di un film del 1986, pure essendo io un cultore della pulizia di immagine (Blu-ray o niente!), per certi film la qualità di immagine del DVD è adeguata, anzi se il master su Blu-ray non è fatto come si deve, rischia di avere un effetto decisamente peggiore.
      Ciò premesso sono andato a vedere nell’usato in UK, su Ebay ultimamente acquisto l’usato da questo venditore – un grosso e rinomato stocckista – e, al 95% i dischi sono in ottime condizioni.
      A Better Tomorrow – 2 Disc Ultimate Edition (Limited Steelbook) DVD
      Prezzo: GBP 4,38 + 1,50 di spese di spedizione.
      Chiaramente è in cantonese, con i sottotitoli in inglese. Se preferisci la versione italiana a 6 euro scarsi la trovi su IBS (Amazon stranamente ha prezzi più alti):
      http://www.ibs.it/dvd-film/john-woo/better-tomorrow/8031179909452_.html
      Se hai un tuo “spacciatore” di fiducia, fammi sapere che sono sempre in cerca di nuove bancarelle…

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        1. Sì, la versione originale rende meglio. Certo il cantonese non è proprio una lingua che mastico con non-chalance 😉 ma la recitazione è più coerente con l’estetica. Il doppiaggio in italiano, per quanto abbiamo una scuola di doppiatori eccellenti, non si adatta alla gestualità e al paraverbale, che è prevedibilmente diverso dal nostro.
          Considera che nella scheda di IBS si dichiara che tra le lingue c’è il cantonese. Ho inserito un’opzione per l’usato e una per il nuovo, sempre su DVD.
          Fammi sapere. Cao Cli!

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