Glia famo


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Si sente nell’aria e si vede nei commenti del piccolo post precedente, che ho scritto senza alcuna velleità, se non per dire che io…Non ci sto a tutta questa retorica della guerra, di gente che accetta lo status quo o, magari, esulta per i bombardamenti a Raqqa e, peggio, si auto-assolve perché i missili “intelligenti” colpiscono solo i soldati “cattivi”. Mi addoloro per i morti francesi quando ho issato la bandiera francese su questo blog, scrivendo solo il titolo “Allez, enfants de France!”.

Non ci sto all’ipocrisia dei governi e dei politici che sono lì, in quella posizione di “eletti” nel senso di “i migliori di noi”, e che – in teoria – dovrebbero rappresentare le nostre esigenze e, in primis, quella della pace, mentre invece provocano la “pancia” degli elettori, perché non li considerano “cittadini” né hanno la concezione di “popolo”, ma “voti su due gambe e senza testa”. Mi indigna che tirino fuori l’”orgoglio nazionale” solo in occasione delle manifestazioni internazionali sportive, alla Festa della Liberazione (e, vergognosamente, neanche tutti), a Capodanno e nei fatti tragici di una strage.

La ricerca di alternative, da fare prima che deflagri tutto, è un diritto di tutti gli uomini che vogliono vivere in pace. Non è “buonismo”. Ora sono diventati tutti Charles Bronson, ma ce ne fosse uno che partirebbe per la Siria a combattere per i decantati “valori occidentali”. Cosa che è riuscita a fare – ahimè – lo scellerato Stato Islamico, che in questa sua auto-proclamazione già presenta una contraddizione: rappresenta, infatti, solo di una piccola parte dell’Islam, quella jihadista salafita. La “novità” devastante, che ha colto di sorpresa anche autorevoli analisti, è che riuscita a fare proselitismo con successo sia tra le masse non colte sia tra gente con legittime aspirazioni e un futuro davanti.

Normale è restare interdetti, attoniti, pietrificati. Ciò vale per il singolo individuo, assurdo che chi è preposto a evitare un'”escalation” – magari prevedere – sappia solo minacciare guerra, mandarvi a morire un popolo dimenticato e fiero come i curdi, lanciare una confettata di missili per qualche centinaio di milioni di dollari di costo, alzare muri. Siamo arrivati al rischio di un governo di destra ultra-nazionale in Francia (bestemmia per la terra di “Liberté, Égalité, Fraternité), in Ungheria già ci siamo, aggiungiamo pure la “Brexit” (bella prova di alleati, nel momento in cui occorre stare uniti, dagli al fuggi-fuggi).

La Siria è scomparsa dai media, non se ne parla più…c’è un dittatore feroce, vabè…In Turchia il golpe fallito, ma che sospiro di sollievo eh? Ora possiamo gioire che il popolo turco ha scelto il dittatore che erano quasi riusciti a mettere in minoranza, ma ora si è ringalluzzito ed è partito a razzo con epurazioni di massa e ripristino della pena di morte: “se il Parlamento la richiede” ha detto…E ci mancherebbe, mio caro Pinocchio! Vabbè, ma è “amico” nostro…Ah! I sani valori occidentali di una volta!

Da più parti si chiede “azione” 

Ma il “ciak” è stato dato tempo addietro e noi ce ne siamo accorti sulla nostra pelle solo a film iniziato da un pezzo. “Seduti! Seduti!Shhh, zitti! Fate silenzio! dicono infastiditi gli altri spettatori. Hanno ragione: siamo arrivati al secondo tempo iniziato, ellEducazzzione! I buoni valori occidentali di una volta…Giurerei di avere riconosciuto tra queste voci infastidite quelle di parecchi politicanti, governatori, esperti opinionisti. Siamo finiti nella sala VIP!

Purtroppo, non siamo al Cinema, tuttavia gli attori non protagonisti e la massa di figuranti non ha controfigure…E ci si fa male. Tanto c’è l’assicurazione…No, i servizi di assistenza sono stati tagliati vista la crisi economica. NeverAjoy MainaGggioia!

Per fortuna, qui abbiamo ancora il tempo e la possibilità di dialogare, di scambiarci opinioni anche diverse. Certo, dal punto di vista oltre la nostra sponda del Mediterraneo, potrebbe essere anche chiamato “cazzeggio”. Legittimamente.

Avendo ancora questa fortuna di potermi esprimere liberamente (anche se l’Italia arranca con un 77° posto nella classifica della “libertà di stampa”), la utilizzo per rispetto a chi oggi non ce l’ha e a chi ha dato la vita affinché uno sconosciuto, ancora non nato, potesse averla. E quando si sente dire che ci vogliono “uomini forti” che ripristinino “le regole”, ricordatevi di questa libertà perché sarebbe la prima a essere persa.

L'”azione” è conseguenza di un pensiero, di un piano, di un confronto, l'”azione” senza dialogo è unilaterale. Quando siamo di fronte al destino di popoli, occorre cercare a tutti i costi un’alternativa all’azione unilaterale. Non stiamo parlando del singolo individuo e del suo libero arbitrio, ma di tante persone – che la pensano anche in modi diversi tra loro – e del loro futuro.

Historia magistra vitae. Lo ciancio in continuazione. Chi ama la Storia, potrà confermare…E non fate i timidi, mettete una croce sotto, nella parte dedicata ai commenti.

Un ultimo esempio, poi ritorno dietro al bancone di questa webbettola e offro a spese della Casa un giro del migliore Grog Gran Riserva. Un ultimo esempio, ma non per convincere qualcuno della mia opinione. Fossi matto a fare l’evangelista…A Giovanni, il più famoso da 2000 anni a questa parte, gli hanno tagliato la testa.

Nikita Chruščëv
Nikita Chruščëv

Nikita Chruščëv non si può dire che fosse propriamente un  uomo “tutto chiacchiere e distintivo” né  una “colomba”. La parola “buonista” mi fa ribrezzo perché oggi spesso viene utilizzata, sebbene in radice contenga il “bene”, con disprezzo, ipocrisia e cinismo.

Budapest 1956 - Uomini disarmati davanti a un tank. Scena vista e rivista...
Budapest 1956 – Uomini disarmati davanti a un tank. Scena vista e rivista…

Chruščëv ordinò l’invasione dell’Ungheria con più uomini e tank di quanti furono usati contro i nazisti nell’Operazione Barbarossa, allo scopo di sedare una “rivolta” che chiedeva “libertà e democrazia”. Quella stessa democrazia di cui oggi vogliamo esportare a botte di missili o in cui ci arrocchiamo quando siamo sotto assedio terroristico.

Rimane nella Storia l’episodio accaduto all’ONU, in cui Chruščëv si tolse la scarpa e la sbatté con forza sul banco a causa di un intervento del delegato filippino sul tema dell’autodeterminazione dei popoli.

La caduta del Muro di Berlino. Non fu bellissimo? E oggi ne vogliono costruire di altri...
La caduta del Muro di Berlino. Non fu bellissimo? E oggi ne vogliono costruire di altri…

È Chruščëv ad approvare la costruzione del muro di Berlino, che tutti, ma proprio tutti hanno salutato a festa quando è stato demolito.

Kennedy e Chruščёv. Una stretta di mano cui sono riconoscente
Kennedy e Chruščёv. Pace, pace, pace, mannaggia al diavoletto che c’ha fatto litigare!

Eppure, un uomo che si distinse nella Seconda Guerra Mondiale, un uomo che ha vissuto l’inferno di Stalingrado, un uomo certamente “di azione”, è anche colui il quale dobbiamo ringraziare, insieme a John Fitzgerald Kennedy, se oggi possiamo prenotare una vacanza ai Caraibi e godere delle sue bellezze (uno scorcio lo si può vedere in Viva il Messico!). La Crisi dei missili a Cuba è stato il momento in cui siamo andati più vicino all’estinzione del genere umano e la vita tutta sul pianeta, all’Armageddon,  ma molto meglio che nel film;)

The Day After (poster americano). Chi riconosce la citazione nel videogioco The Last of Us, ha la mia smodata stima.
The Day After (poster americano). Chi riconosce la citazione nel videogioco The Last of Us, ha la mia smodata stima.

Difficile da comprendere da chi non ha vissuto il periodo in cui Guerra Fredda e il pericolo della “guerra termonucleare globale” erano un pesante fardello nella vita di tutti i giorni, anche di noi adolescenti.

Basta guardare due film iconici: Wargames – oggi sorrido a rivederlo, ma non all’epoca – e The Day After, che ancora oggi mi fa venire l’ansia. E anche nella musica: “Russians” in cui Sting canta “There’s no such thing as a winnable war” e conclude ogni strofa “I hope the Russians love their children too”. Ho ancora i brividi quando la ascolto.

Eppure Chruščëv, nonostante un contesto critico ancora più del presente, parlò con il “rivale diabolico” e fece ancora di più: si recò a casa del “nemico” in visita negli USA.

In conclusione, se in passato sono esistiti uomini, che prima di “agire” unilateralmente, hanno preferito dialogare e hanno cercato un’alternativa con tutte le proprie forze, possiamo farlo ancora oggi. E io, nel mio piccolo, ci credo e faccio circolare la voce con la speranza che arrivi a chi questa speranza la realizzi.

Più siamo, più sarà forte la voce. Sarà impossibile ignorarci.

E chi dice che “nu’glia’famo”, è un trump…oliere!

Vancouver Riot Kiss” di Richard Lam
“Vancouver Riot Kiss” di Richard Lam – 2011: Vancouver sconvolta dalla violenza della tifoseria locale di hockey dopo avere perso la Stanley Cup. Una coppia di innamorati si bacia. Intorno, il caos e la polizia in tenuta antisommossa. GLIA FAMO!

Non è finita qui. Continua a L’uomo e la capra

48 pensieri su “Glia famo

  1. CriticaComunista

    Kennedy era un falso mito, proprio per il fatto di Cuba e la Baia dei Porci nonchè tante altre belle cose (Yankees appunto).
    Nikita è stato un fior di leader (veniva dalla vecchia guardia bolscevica) anche se sui fatti d’Ungheria (come ti dicevo su Whatsapp), rimane una questione spinosa. I comunisti ungheresi chiedevano un Socialismo meno burocratico di quello sovietico ma non c’erano solo loro…è questo il punto. L’URSS ci andò giù pesante ma se vediamo l’Ungheria di oggi (nazisti de merda), capiamo i fatti di ieri. 😀
    Il Muro di Berlino è caduto male, lasciando ferite aperte e le masse dell’Est senza validi motivi per continuare a lottare, oggi stanno peggio. I muri di oggi (basta vedere quello in Palestina), sono peggiori…e non di poco, anche perchè il Muro di Berlino era solo il simbolo della Guerra Fredda e non di altre cose; la politica dei blocchi.
    L’errore è stato quello di non trovare valide alternative a Sinistra. L’URSS era immobile da tempo ma non meritava di cadere, piuttosto doveva essere riformata (la Perestroika serviva a questo).

    Vabbè..sono discorsi delicati. Bel post.

    Ade

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    1. Taaaanta robbbba Ade! Rischio di straripare dal box del commento come una piena del Fiume Giallo! Provo ad andare per ordine, ma so già che una dichiarazione d’intenti di un logorroico con digressione che tende a infinito.
      Kennedy. Scrivere qui di Kennedy (e della sua famiglia) non è certo alla mia portata delle mie dita, nemmeno se ci mettessi pure quelle dei piedi, tuttavia, considerato che fu presidente meno di 2 anni e cosa si concentrò durante quel biennio, dalla corsa allo Spazio alla Crisi di Cuba, dai movimenti per i diritti civili degli afro-americani al “fattaccio” della Baia dei Porci, l’aura di “mito” è più che giustificato: una figura importante e un peccato che sia prematuramente venuto meno. Poi che si sia esagerato, taciuto sugli scandali, è normale vista la fine violenta e le speranze del popolo americano disilluse: le agiografie sono seguite come la marmellata sul burro spalmato sulla fetta di pane casereccio, Ci sta!
      Nel post metto solo in evidenza che, nonostante ci fossero ragioni evidenti e stratificate (quindi assai complesse) i due leader trovarono un accordo, non senza un braccio di ferro che fece tremare gli “uomini di buona volotà” e pure i Charles Bronson di allora. Tutti capirono che era ora di cambiare! Quando lo capiremo noi…mah a giudicare dal coro di rassegnati e disimpegnati, direi siamo lontani.
      Sull’Ungheria di allora, quella scriteriata di oggi e la leadership indiscussa di Nikita siamo d’accordo. Ma hai notato che le foto di Chruscev lo ritraggono tra il burbero e l’austero generalissimo. Ne ho trovate diverse (e scelte due) in cui ha un bel faccione sorridente, gioioso, quello che mi aspetto da un russo godurioso! Poi il famoso “dibattito in cucina” è un punto altissimo, considerato il contesto di super-potenze, Patto di Varsavia, NATO e missili atomici che spuntavano come funghi dopo un temporale. Pure a Comiso, nella tua Sicilia!
      I muri per me sono tutti da abbattere, a eccezione della Grande Muraglia cinese, che prima di morire vorrei calcare con i miei piedi, toccare quelle pietre…Comunque anche quel muro, che è l’unica costruzione che si vede dalla Luna, non è servito a un’emerita ceppa. I mongoli, extra-comunitari per i cinesi, sono straripati e sono arrivati fino alle porte di casa nostra. Sui mongoli mi piace ricordare il loro sistema di comunicazione efficientissimo a cavallo: il primo pony-express del mondo! Altro che mito del Far West…Yankees pivelli!
      Se la Perestroika fosse stata seguita, aiutata come si deve, non avremmo oggi un fascista come Putin e della sua oligarchia dei gasdotti, che tiene sotto scacco anche la sborona Germania. Sì l’URSS meritava qualcosa di più: hanno fatto tanto per cacciare i nazisti per poi trovarsi un covo di fascisti in casa.
      Vabbè..sono discorsi delicati. Bel commento 😉
      Grazie

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      1. CriticaComunista

        I sovietici non erano fascisti…dopo l’URSS sono arrivati i reazionari (tipo Putin certo).
        I muri sono da abbattere ma il Muro di Berlino è un’eccezione. Pensa a tutti i nostalgici della DDR (dunque possiamo dedurre che non c’era solo la STASI).
        Comunque sia è tutto passato, seppur pieno di lotte, gloria e speranze.

        Sisi, trovarono un accordo e fecero bene (la Tera Guerra Mondiale era alle porte) ma Kennedy rimane comunque un fantoccio del potere.
        I Mongoli li adoro (adoro la dinastia dei Kahn, Gengis per primo)…un popolo unico e coraggioso che ha tenuto in scacco l’Asia per molto tempo. 😀

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        1. Si d’accordo i sovietici non erano fascisti. L’oligarchia attuale è “fascista” non perché tecnicamente tale (i nazisti “tecnicamente” erano nazional-socialisti), ma la mancanza di libertà di stampa, un’opposizione inesistente e la tipica “gradasseria” richiama memorie di squadrismo, epurazioni e riduzione della libertà tout court (non solo di stampa, che è la più evidente). Sul muro…Il fatto che i tedeschi fuggissero in massa dalla DDR e ci fosse un muro per separarli non è da me concepibile. I confini sono una convenzione.

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          1. CriticaComunista

            Certamente ma se oggi si rimpiange significa che il Capitalismo ha dato più disillusioni. Io conosco molti tedeschi, i quali hanno avuto parenti della DDR. Non era affatto il paese di merda che tanti credono. La STASI è stata pesante e questo è innegabile ma i politici con le palle c’erano. 🙂
            C’era pure un buona economia ed un certo benessere.

            Sul fatto della Russia oggi è indubbiamente peggiore. Fra i secoli di zarismo e la politica di Putin, il meglio periodo è quello sovietico (molti infatti vorrebbero un 1917). 😀

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            1. Il fatto è che è passato così poco attraverso quella “cortina di ferro” che i millantatori della DDR ci sono andati a nozze, avevano campo libero. Senza quel muro, forse avremmo saputo qualcosa di più e avremmo avuto la possibilità di non credere a tutto quello che ci propinavano. Mi piace viaggiare perché con i miei occhi posso vedere quello che mi raccontano i media. E’ una piccola porzione e – se vuoi – anche limitatissima, ma quando ho viaggiato ho imparato molto più. Pertanto io dico NO ai muri! A parte quello perimetrale di casa mia.

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              1. CriticaComunista

                Viaggio tanto anch’io ma le persone non sparano cazzate a ufo (non si parla di regimi reazionari poi).
                Un altro esempio; Cuba rischia di tornare ad essere il paradiso della delinquenza come era prima della Rivoluzione. L’embargo rimane a quanto pare ma sta avendo un processo di liberalizzazione, dunque appena le scuole pubbliche cessano le loro normali attività (perchè schiacciate dal privato) ed idem la sanità (solo per i ricchi), vedrai come vorranno nuovamente Che Guevara e Fidel 🙂
                I governi comunisti non sono stati perfetti ma le conquiste sono innegabili…è Storia e non propaganda!

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                1. Io viaggiaVo perché sai che ho due nani di 5 anni e quidni comprenderai che è complicato. Credo anche io che le persone, conosciute per strada, a un bar, a un tavolo diviso, nel bus non dicano fesserie o, meglio, i “cazzari” li trovi dovunque, ma hai comunque la possibilità di farti un’idea senza filtri. A me è capitato anche in luoghi non esattamente “tranquilli”. Dipende molto come ti poni e il rispetto che porti. E’ il buon senso comune, la diligenza del buon padre di famiglia ex. codice civile. Invidio – parte sana di questo sentimento – coloro che possono viaggiare.
                  Se c’è un muro, non passi o devi aspettare che qualcuno ti lasci passare. Tutto qui. Poi i guasti della propaganda (in tutti i casi) e che alla caduta del comunismo segua un capitalismo selvaggio non è oggetto di possibile dibattito: è accaduto e continua ad accadere.Tanto che Cuba tutti dicono che non sarà più la stessa e tocca sbrigarsi per andare a vederla…Qualcuno si offre per tenere i miei due nani per un paio di settimane?

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                  1. CriticaComunista

                    Vorrei andarci…chissà. 🙂
                    I muri sono controproducenti certo ma la Guerra Fredda era così.

                    Come può la Coca Cola battere Marx?…preciso che la bevevo un po’ da piccolo ma poi stop. Io vado ad acqua di solito 😀
                    Non inquino almeno 😉

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                    1. In Chiapas era pieno di grandi marchi Coca-Cola dipinti sui muri di case in posti dimenticati da Dio e…Campi di basket (?!?) Poi mi hanno spiegato: la Coca-Cola in cambio di questa pubblicità costruiva campi di basket. Diavolo di markettari (quale io sono!)

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                    2. CriticaComunista

                      Ah ecco…
                      Eh si, l’individualismo che batte la collettività; mi viene voglia di bestemmiare. Come se io mettessi le Arti Marziali prima di fare la spesa…se permetti prima mangio e poi vado ad allenarmi. 🙂

                      Vabbè, è stato un piacere. Ciao 🙂
                      Fra un po’ vado a fare il vampiro e succhiare…. 😛

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        1. Mi piace Daniele Silvestri! Ascolto poca musica italiana, ma il Silvestri mi garba.
          Il testo della canzone è un bell'”onore delle armi”.
          La “lancia” era una doppia citazione (ne nascondo spesso):è un “potere deterrente” come nella citata Guerra Fredda per un principio essenziale di Risiko:”tu metti un missile atomico qui, io ti pianto una foresta di multitestate intercontinetali qua”; in seconda battuta, io invoco la pace, ma se minacci, ho diritto a difendermi.Il diritto alla difesa ce l’hanno pure i criminali e mafiosi.
          Grazie per la canzone e io rilancio con una mio racconto:“Vita, morituri te salutant”.

          Che allegria eh?

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          1. Ho una laurea in una materia scientifica, presa quando ancora l’Università era roba seria e gli esami con i controcazzi, non quelle stronzate dei crediti che si usano adesso. Ho un dottorato di ricerca, sette pubblicazioni su riviste internazionali. La mia tesi di dottorato sono stati tre lunghi anni passati tra il lavoro in laboratorio a creare molecole e studio di modelli al computer. Io programmavo su graphic workstation con Unix quando ancora i pc giravano su dos. Ho visto il vero volto di internet, la condivisione, i protocolli FTP, i siti .edu che permettevano davvero di unire le menti della scienza per uno scopo importante.
            Faccio il lavoro che vorrei? Quello per cui ho studiato? Ovviamente no, sono una donna, sono un utero, una bomba da disinnescare.
            Lavoro, ho questa “fortuna”, da 16 anni.
            Combatto ogni giorno una battaglia, lavoro il doppio per dimostrare che valgo e ci sono ancora persone che preferiscono rivolgersi al mio collega neolaureato con zero esperienza perché uomo. Che salutano lui con un buongiorno dottore e me con buongiorno signora. Non siamo riusciti a combattere il maschilismo strisciante, pensi che riusciremo in battaglie più importanti?
            Sperare è l’insulto più grave che si possa fare alla propria intelligenza.

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            1. Mmmh sul maschilismo sul lavoro sfondi un portone aperto, ma la “speranza” non devi intenderla come “illusione”, ma come impegno ognuno nel proprio piccolo, ognuno dà un contributo e contagia gli altri. Togli la speranza a un uomo, togli il futuro. Quanti ragazzi oggi, precari, non hanno una vista sul loro futuro? Non fanno programmi, non fanno progetti. Non esiterebbe la ricerca, le grandi intuizioni dei grandi inventori. Senza il progetto – ecco cambiamo parola – è una vista sul futuro migliore, diverso. Il numero di inoccupati è più alto dei disoccupati tra i giovani: si sono rassegnati. La “speranza” per me è progetto, è proiezione, è impegno concreto, passo dopo passo. È la nemesi della rassegnazione.

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  2. Peter_Ray

    Troppa accademicità, troppo è il conoscere sciorinato con cui non posso competere. Però… mi vanto di essere un buon fotografo, con anche qualche attestato di merito guadagnato in campo lungo, bianco e nero e grandangolo a 14mm, molto utile per comprendere quanto il dettaglio sia invisibile a meno di non averne gli strumenti.
    Quali sono gli strumenti, quindi? Non basta avere una Canon 5D per poter dire di avre lo strumento in grado di leggere con precisione quanto ci circonda. Potenzilità enormi, ti congela un gabbiano in volo al punto di potergli contare le piume a 500 metri di distanza e può mostrarti le incredibili sfumature di un bruco da 3 mm, invisibili ad occhio nudo. Ma lei da sola non basta, servono gli obiettivi adatti per interpretare al meglio una fotografia.
    Una contraddizione in termini: ho una macchina che da sola costa oltre tremila euro ma che, da sola e senza un riferimento specifico non ci si trova proprio. Tutto sfocato. Un po’ come capitò ad Hubble. Miliardi di dollari in orbita eppure non ci vedeva una benemerita. Questione di micron in relazione ad uno specchio di vari metri, aggiustato con un paio di “zeppe” messe al posto giusto. Come recitava quello spot: la potenza è nulla senza controllo.
    Certamente non sono evangelista di questo moto, ma… ripenso ai miei “piùdiventanni” trascorsi a Modena. Pianura Padana piena, con quegli inverni degli anni ’80 in cui il freddo trasformava in Galaverna la nebbia, una finta nevicata che imbiancava la città quando le temperature scendevano sotto i meno dieci.
    E quindi? Eh, nulla.
    Chi non è abituato la chiama brina.
    Chi non ha mai preso la macchina per andare dagli amici a fare una partita a Doom, dà per scontato che sia solo una condizione meteo avversa, fastidiosa. Invece no.
    Non bastava conoscere a memoria la strada da fare. Le buche, i dossi, gli avvallamenti in cui si formavano distese ghiacciate e la visibilità ridotta a pochi metri. La cosa più importante era quella di avere la capacità di mettere a fuoco.
    Avere l’obiettivo giusto al momento giusto.
    La differenza tra “quello di passaggio” e “quello del posto” era sottile: il primo credendo di poter contrastare gli eventi avversi con gli strumenti a disposizione, credendo fossero sufficienti, finiva in uno dei tanti fossi che costeggiano le strade di pianura; il secondo si lasciava sorpassare mentre era impegnato a contare le strisce bianche longitudinali che ne determinavano la posizione meglio del più moderno GPS, spesso tenendo la faccia fuori dal finestrino spalancato e con solo le luci di posizione accese per evitare l’effetto albedo determinato dalla nebbia congelantesi in sospensione.
    Quindi? Che voglio? Nulla! Ribadisco che a volte nell’interpretare un panorama, anche se correttamente, si rischia di tralasciare il dettaglio. Quello che poi rischia di diventare la chiave di Volta.
    E la morale quindi? Non c’è o se c’è è solo una lettura meramente soggettiva.
    Solo possibili considerazioni ed argomenti su cui discutere all’infinito tra birre e sigarette.
    Le letture e gli stimoli possibili, ispirati dal tuo meraviglioso post, sono talmente vasti che non basterebbero 3 Bibbie e 4 Corani per mettere in fila le cose ed ottenere un assioma, un dogma.
    E mò ho spammato troppo. “Press Pause”.

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    1. Ma io ti vogliobbbbbene assaje! Guagliò, stile gagliardo e ritmo da esperto regista di thriller o sgamato pugile, fai tu. Molleggi, stai sulle punte, molli un jab, no è una finta, ti rifai sotto, stavolta scateni la botta! Oddio, che mi è arrivato? Tamponamento co’ “capa ‘e fierro” (ovvero il tram). Il tempo di riprendere le misure e sempre lì che molleggi, Fatti sotto! Dai!…Poi arriva l’uppercut finale e stai a terra, steso, riverso con la faccia sul pavimento, senti i secondi…1…2…3...mi rialzo, dai rialzati…4…5…6…noooo, non esite, lascia perdere…7…8…9….fino a che ti ritrovi a contare insieme all’arbitro, voce ormai lontana, per avvicinare il momento in cui potrai riposare.Dieci!
      Il rischio di andare sull’accademico o banale è alto….E forse ci sono anche caduto. Accetto il rischio e per dirla rubandoti lo stile:
      “E quindi? Eh, nulla.” rientro nel mio “Chi non ha Risiko, non rosika”
      Hai ragione da vendere: la scena è troppo abbozzata, mancano i dettagli (Nihon ga suki desu!) ed è una lettura assolutamente soggettiva di una sensazione che è andata montando come la chiara d’uovo a partire dal post precedente e, a guardare bene, da ancora prima.
      Prima di mettere le mani in tastiera, l’esatto attimo in cui le dita scalpitano, ma è il cervello che è l’unico che può dare il segnale per scatenare l’Inferno, ero esattamente a bordo di quell’auto da te meravigliosamente descritta nonostante una certa …Brina. Ero in auto in direzione della casa degli amici per giocare a Doom. Pure essendo terrone, mi sono sentito “quello del posto”, in mezzo al nebbione, tenendo la faccia fuori dal finestrino spalancato e con solo le luci di posizione accese…Assorto nel contare le fottute strisce longitudinali, d’improvviso mi sono scosso da questa ipnosi e ho realizzato che tutte le auto mi stavano superando. E io ancora qui? Se arrivo per ultimo, come diceva Troisi nel suo sogno, va finire che tutti si scelgono le armi migliori e a me restano le armi difettose, quelle scamuffe, praticaemnte lo spara-piselli contro li-mejo-demoni-de-li-mortaccID-loro!!!
      A questo punto, ho tirato una pestata sull’acceleratore come un lancio olimpionico di mattone in calcestruzzo. Mi diresti “Quindi? Che voglio?” Rispondo: fosso o chaingun, o la va o la spacca (l’automobile).
      E prima che tu possa schiacciare “Eject”, allo spam 🙂 rispondo con una tipica caduta di stile romantico, tanto per fare incaxxare chi chiede l'”uomo forte”. Mi è sembrato che fossimo tutti – come cantano gli U2 – “Stuck in a moment”
      A song that I can sing in my own company
      I never thought you were a fool
      But darling, look at you
      You gotta stand up straight, carry your own weight
      These tears are going nowhere, baby

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    2. Ah aggiungo che dopo notte passata a scartabellare accademici libri e tomi digitali ho trovato una chicca favolosa…Il dettaglio che mancava.
      Sembra che Chruscev disse a Castro a proposito dei missili:”Mò vedi Fidél, con uno di questi agli yankees ci sbraghi la verza dall’Ohio all’Iowa” E Fidel: “Sòccia!” 🙂

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  3. Il post è molto bello, e su questo non avevo dubbio alcuno. A mio avviso, e considerata la mia esperienza e ciò che osservo, nonostante venga accusato di non conoscere, credo che alcuni pensieri siano molto idealisti e pressochè irrealizzabili. Ho il timore che questa tanto decantata Europa Unita non sia per niente tale, e che anzi nel tentativo di accelerare il lento processo umano verso la famigerata comunità di intenti, si stia producendo l’esatto contrario. Te lo dice uno che non sa bene cosa gli stia succedendo intorno.

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    1. grazie Clipax, sia per i complimeti sull’estetica dialettica (vado a interpretare, poi correggimi se sbaglio) sia per lo spunto che mi dai per chiarire un punto.
      Estratto da “Idealista” da treccani.it:
      […] 2. a. Chi si propone un ideale e cerca di realizzarlo in pratica.
      b. Chi si attiene più a un modello ideale che alla realtà di fatto (opposto di realista o materialista), o ha comunque fede nella forza delle idee e nel valore dei principî ideali: in politica è un i.; uno scrittore idealista.
      c. Con senso limitativo, chi aspira a vaghe e astratte idealità senza appiglio con la realtà effettuale, e, per estens., persona che manca di senso pratico: tu sei sempre stato un i.; è troppo i. per poter fare carriera!
      Provo a interpretare, ma ribadisco che se erro, intervieni. Il testo a schermo è fantastico, ma ha un vulnus pesante nella comunicazione: manca del linguaggio paraverbale.
      In questo interessante chiacchierare a partire dal post sul terrone-emigrante – “colpa” tua 😉 – a quest’ultimo, mi sono beccato del “buonista” (e vade retro +++ <-segno del crocidisso) e dell'”idealista” che suona come la definizione al punto (c), mentre io sento di interpretare l'”idealista” che è un mix tra il punto (a) e (b) cioè:
      Chi si propone un ideale e cerca di realizzarlo in pratica nel suo piccolo e ha fede nella forza delle idee e nel valore dei principî ideali.
      Ciò premesso, l’Europa Unita è uno splendido ideale, in cui io credo e voglio credere. L’ideale forma la mia coscienza, la coscienza di ogni individuo e – per essere messo in pratica – ha necessità che sia condiviso, che diventi l’ideale di molti. Così, parallelamente alla coscienza individuale, si forma una coscienza collettiva e prende forma naturalmente nella pratica, passo per passo, errore dopo errore si passa oltre, si salta l’ostacolo in direzione del raggiungimento dell’obiettivo. Che ci si arrivi e quando ci si arrivi, dipende da molti fattori, ma anche da noi, almeno da quanti ci credono.
      Se invece ricadiamo all’idealista al punto (c) vuole dire che non crediamo possibile nessun ideale o non condividiamo un certo idelae – sul Brexit, io e te abbiamo letteratura di commenti;) – e, allora, che ci sbattiamo a fare. Citando Doris Day (?!?) che ci sta daDDio: Que sera, sera.

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        1. Grazie per la fiducia accordata e faremo del nostro meglio per non deluderla, nel frattempo se si vuole accomodare serviamo dell’ottimo Grog Gran Riserva, quantomeno nel caso dovessimo toppare, non si ricorderà nulla. “Mi casa es tu casa” recita il cartello all’entrata. Ancora devo capire chi ce l’abbia messo…

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          1. Stasera ho incontrato per caso una famiglia turca che vive in Germania e sono qui in vacanza, mi hanno fermato per una informazione e poi siamo stati un poco a parlare. Alla fine della conversazione mi ferma un signore che era lì ed ha assistito alla scena, e mi chiede:”Ma come mai lei parla con gli arabi?”…
            Capito come siamo messi?
            Grazie per il grog.

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            1. Oppure indirizzarlo a questo commento estratto da Wikipedia – quindi roba riconosciuta come “LA Sapienza” dal (sub)medio-man che ti ha importunato – e sparargli il seguente “spiegone”, che per una volta non è frutto della mia logorrea, ma di una pratica molto in uso perché a sforzo “zero” e cioè il copia & incolla.
              Riporto a mio uso e consumo, come buon ripasso e scoperta di alcune cose che non conoscevo:
              […] L’elemento arabo-berbero portò all’Occidente cristiano nuove conoscenze tecnologico-scientifiche, specie nell’agricoltura, ma sconosciute (canna da zucchero, carciofo, riso, spinaci, banane, zibibbo, cedri, limone, arancia dolce e cotone, come pure spezie di vario tipo, quali la cannella, i chiodi di garofano, la noce moscata – ossia di Mascate – il cardamomo, lo zenzero o lo zafferano) ovvero reintroducendo colture abbandonate dalla fine del cosiddetto periodo classico “antico” (innanzi tutto l’ulivo e l’albicocco). Altri fondamentali apporti furono nella scienza della matematica, l’algebra e la trigonometria, il sistema decimale e il concetto di zero (elaborati in ambito indiano). Un’altra innovazione tecnologica attribuita agli Arabi è l’introduzione in Occidente della bussola, già in uso in Cina.
              I musulmani svilupparono grandemente la medicina, l’alchimia (genitrice della moderna chimica) la geometria e l’astrologia, con gli annessi studi astronomici (da ricordare l’introduzione dell’astrolabio). Anche nella filosofia il loro apporto contributivo per l’Europa continentale fu formidabile e, grazie alle traduzioni da essi approntate o da essi commissionate, si tornò a conoscere non pochi testi di filosofia e di pensiero scientifico prodotto in età ellenistica. Grazie a tali traduzioni l’Europa occidentale e centrale (che aveva quasi del tutto cancellato il ricordo del retaggio culturale espresso nell’antichità classica in lingua greca) tornò in possesso di opere da tempo trascurate e a rischio di totale oblio.
              I musulmani sotto dominazione abbaside, fatimide e andalusi crearono biblioteche e strutture d’insegnamento pubbliche che – come nel caso di Cordova – costituirono di fatto le prime università del Vecchio Continente, alimentate dal sapere della cultura persiana antica, da quella indiana e da quella greca ed ebraica. In Occidente la fama di medici quali Avicenna e Razī divenne duratura, tanto che i loro lavori divennero libri di testo fino al XVIII secolo […]

              Caro signore, comunque non erano arabi, ma turchi e anche loro sono nostri alleati.
              Ora che ci penso, inizio a essere confuso…I’m goimg slightly mad, DE-FI-NE-TLY mad!

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