Uai Uii iu? Why Wii U? Il perché della Wii U


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Visto che sono l’os(pi)te posso concedermi il lusso pure di commentare il post The Legend of Zelda in…Basic di Jaco72 con un post ad hoc.

Ho riletto il post dell’anno scorso sull’E3 e mi sono soffermato sullo scambio di commenti con Mastro Birraio e te.

Ci abbiamo preso!

Ciò che pensavamo di Zelda, che sembrava di lì a poco potesse fare rialzare la testa alla WiiU, si è avverato: slittato alla nuova NX, la Wii U ha fatto la fine degli “esodati”, un limbo di pena e ingiusta attesa. Una console impestata al lancio da un sistema operativo acerbo e lento, una batteria del pad dalla durata imbarazzante. La line-up al lancio senza “killer app”, con porting di terze parti raffazzonati e fuori tempo, a eccezione del “particolare” Zombi U: line-up così scarsa non la ricordavo dal lancio della PlayStation 2 con un Ridge Racer non all’altezza dei precedenti e Fantavision, un “simulatore” di…fuochi d’artificio. Nel suo breve ciclo di vita, l’assenza di franchise Nintendo importanti ha pesato: un Metroid come i Retro Studios comandano neanche con il binocolo, se non una versione per 3DS, che alla vista delle prime immagini mi ha fatto pensare che alla Nintendo si fossero definitivamente rimbambiti a buttare un simile franchise alle ortiche. Tuttavia, la Wii U, sebbene sia stata snobbata dai più e maltrattata dalle terze parti è una console che amo.

“Pochi ma buoni” potrebbe essere il concetto. Non vale più di questi tempi di consumismo, ma i suoi pochi titoli sono quasi all’insegna di un divertimento per certi versi “diverso”: intuitivo, immersivo, facile da sperimentare.

Tra le mie mura domestiche, è sicuramente la console più utilizzata dai miei due nani di 5 anni e me: Mario Kart Eitt (8), Yoshi Lana (così chiamano Woolly World), le corse con Sonic (& SEGA All-Stars Racing), il gioco dello scimmione (Donkey Kong Country: Tropical Freeze), New Super Mario Bros…Abbiamo finito Super Mario 3D World insieme! Insieme…In verità, mi usano tipo Game Genie: “Papà, quando è difficile, ci fai passare il livello…”. Sono usato come una di quelle cartucce piene di “trucchi”, così si chiamavano sulle riviste dell’epoca, perché era da ‘”ultima spiaggia” usare un trucco per vincere: non c’era onore e gioia, non c’era gratifica senza sacrificio, senza “trial and error”, a finire un gioco con i “cheat”; con quello che costava una cartuccia era una bestemmia usare un “trucco” per finire un gioco alla svelta.

Sui titoli di coda di Super Mario 3D World , avreste dovuto vedere l’espressione dei loro visi sorridenti e gratificati!

Mi sono rivisto bambino quando riuscivo a finire il gioco…Alla difficoltà più elevata per farlo durare di più. Ma perché vi tiro tutto ‘sto spiegone in salsa amarcord-familiare?

Non sono un fan-boy Nintendo: 1) non ho l’età per fare il fan-boy 2) se fossi un fan-48enne, sarei patetico (e tiratemi le pietre due volte: la seconda perché sono brutto) 3) a tavola di videogame, sono onnivoro. Con l’età non più posso abboffarmi come una volta, quindi oggi mi avvicino al banchetto di videogame – molto più abbondante che in passato – come un sommelier: assaggio tutto quello che mi capita a tiro, me ne bagno le labbra, ne faccio uno-due-tre sorsi, mi soffermo un pò sugli aromi – distiguo i più particolari, quelli dei vitigni autoctoni – e ogni tanto me ne scolo una bottiglia sana: l’ultima è un Quantum Break delle cantine Remedy.

Jaco, a questo punto del post, saremo rimasti io e te, Mastro Birraio forse ci raggiungerà, ora te lo posso pure dire senza sembrare uno sviolinatore di piageria: quando scrivi “fanciullesche, ingenue emozioni che provavo da bambino, quando mia madre, prima di dormire, mi raccontava di regni incantati e  meravigliose principesse”, ci hai colto pieno!

Nintendo è ancora l’unica, capace di farlo…Quando vedo i due nani giocare con la WiiU ne ho la conferma. Chi pensa che la WiiU sia una console per bambini, sbaglia: è facile (usarla) per i bambini, nonostante le goffe dimensioni del pad, il giroscopio e l’accelerometro aiutano molto, a volte con effetti comici del tipo “bambino annodato su se stesso, mani e piedi”, contorsionismi in posizioni improbabili e possibili solo grazie alla loro elasticità di tessuti e ossa.  E’ facile anche per gli adulti giocare insieme ai bambini, senza dovere buttare soldi in titoli come Barbie e le sue amiche, Io Ballerina, Io Domatore di cani o altri videogiochi ispirati a franchise di cartoni animati realizzati con valori tecnici infimi e giocabilità inferiore al “gioco del Tris”

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Il compianto Satoru Iwata lo dichiarò in un’intervista:“Non mi ha mai creato imbarazzo il fatto che i bambini abbiano da sempre supportato Nintendo. Sono fiero di ciò. Il motivo è che i bambini valutano i prodotti in base all’istinto”.

Per i “grandi”, c’è stato anche qualche titolo che spicca dalla massa e rappresenta quell'”esclusiva” sempre più rara, troppo rischiosa per gli sviluppatori e non abbastanza remunerativa per i publisher: Monster Hunter 3 Ultimate, The Wonderful 101, Bayonetta 2, Xenoblade Chronicles X, Pikmin 3, il già citato Zombi U e un “musou” finalmente diverso e interessante, come Hyrule Warriors. Qualche porting non sfigura rispetto alla altre più performanti concorrenti, Tekken Tag Tournament 2 e Injustice: Gods Among Us; qualche porting è perfino nella sua versione migliore su WiiU, facendo un uso intelligente ed efficace del pad: Need for Speed Most Wanted e Deus Ex HR: Director’s Cut. Ora che lo noto, ultimamente ci sono andati giù pesante più della Wertmüller sulla lunghezza dei titoli.

La WiiU ha venduto poco? Forse solo il Virtual Boy del geniale Gunpei Yokoi ha venduto meno…F*ck the business e i milioni di console vendute, tanto Sony e Microsoft non ne avranno mai abbastanza (vedi le recenti conferme PSola4Neo e Project SGorBio).

Zelda è il gioco giusto con cui confermare questa “filosofia” di divertimento e approccio aperto a tutti. Nintendo ci ha messo sempre tanto amore e attenzione in questo gioco, più che in altri. Per WiiU ha pubblicato addirittura le due edizioni “remastered“, The Wind Waker e Twilight Princess, ottimi per chi non li abbia ancora giocati.

NX è ancora un’incognita e non se ne conosce nemmeno il nome definitivo: ieri

Shigeru Miyamoto, durante la sessione Q&A con gli investitori ha spiegato il motivo per cui Nintendo non ha rivelato la sua nuova console al recente E3 poiché è preoccupato che venga copiato subito dai concorrenti:

Ubisoft, che sta lavorando già sui Dev-kit, ha dichiarato che Nintendo con NX recupererà buona parte dei clienti persi nel passaggio da Wii a WiiU…Per quanto sia credibile un publisher interessato a vendere i propri prodotti al lancio (e poi sparire). Sono sicuro che questo nuovo Zelda su WiiU sarà bellissimo, su NX sarà la “killer app”, almeno per il mio portafogli. E se è vero anche il “rumor” che la NX non ha lettore Blu-ray né hard-disk, ma i giochi risiederanno su SD-Card, sarà l’unica, vera, autentica console, non un PC travestito: inserisci la SD-Card, come le cartuccia di una volta, e via! E forse oggi non è un passo falso come lo fu per il Nintendo64: addio installazioni; addio caricamenti lunghi; addio hard-disk che si riempiono subito tra patch di svariati Gigabyte a installazioni copia&incolla di tutto il Blu-ray; addio ai “non hai chiuso il sistema correttamente” (ma è l’ultima versione figherrima di PlayStation o Windows ’95?”); addio – forse – al videogioco portatile come lo conosciamo adesso.

Sempre che Nintendo non si inventi assurdi DRM o Regional Lock o altre sue tipiche nintenchiate, che ti aspetteresti più dalla  sua ex-concorrente Sega, con quel nome che si ritrova….E lo fanno, lo fanno.

Non correrete certo ora ad acquistare una WiiU, ma se avete regalato una Ics-Bocs-Uann o una Pleiquattro al vostro pargolo di 6-7 anni e – a parte il calcio – vi siete accorti che non esiste un gioco adatto alla sua età, ricordatevi che i bambini piccoli sono…piccoli, non fessi.

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20 pensieri su “Uai Uii iu? Why Wii U? Il perché della Wii U

  1. Ma io sono con voi sempre. Nintendo rimarrà sempre per me la scatola che apre il mondo dei sogni di un bambino che in mario trova il suo più grande amico e che ha avuto in yoshi il cane che non ha mai potuto avere. Ritengo ancora oggi il SNES la console con i giochi più belli di sempre e mi sono dovuto comprare due wii perchè quando sono andato via di casa mio padre ha detto il wii resta qua. Quest’anno che comincio a essere grandicello ho finalmente fatto una cosa che spaventava a morte e come ricompensa mi sono comprato l’amiibo di link. Ho perso il conto ma veramente credo che manchi poco per festeggiare i trent’anni del mio nes che con orgoglio mostro accanto alla ps3.
    Detto questo veniamo al punto. Ho scelto di non passare alla piessequattro o all’icxbocsone (urca quant’è difficile scriverlo) perchè davvero non le trono per nulla più interessanti di quello che ho già ma ho già avvisato tutti nel 2017 NX sarà mio probabilmente al deiuan con Zelda. Sulla questione cartucce in verità mi secca per un motivo: Wii U mi ha sempre incuriosito e alcuni giochi Mario Maker, Yoshi Lana e Xenoblade li avrei voluti avere e la retrocompatibilità mi sarebbe piaciuta.

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    1. Ti invidio il NES, arrivò in Italia troppo tardi e avevo già l’Amiga. Non ne sentivo il bisogno, anzi quando uscì lo snobbai bellamente. Errore. Fai bene a preoccuparti per l’Amiibo perché è una tipica genialata giocattolosa Nintendo: io ne ho regalato uno ciascuno ai nani e mia moglie mi ha dato uno sguardo per la serie “te li sei regalati da solo”. Niente di più sbagliato: il mio Amiibo è arrivato con l’edizione speciale della remastered di Zelda Twilight Princess al Day1. La retrocompatibilità, secondo me, è sacrosanta se mi vuoi vendere una nuova console. Dopo che ti ho dato tutti quei soldi, che faccio li butto o li rivendo per quattro spiccioli? Fa bene al loro business proporre la nuova console retrocompatibile: i nuovi arrivati hanno un vasto catalogo già disponibile al lancio; le vecchie cariatidi come noi possono fare spazio alla nuova console sotto la TV, ma senza rinunciare agli ultimi titoli della precedente, che sfruttano la macchina al meglio (The Last of Us, per esempio). Certo, Sony – che è ormai per i “sonari” è in aria di beatificazione – questa cosa la sa benissimo, anche se è l’unica che la retrocompatibilità te la fa pagare: vedi titoli PS2 sul PS Network per PS3 e vedi la produzione a go-go di “remastered”, prima per colmare il vuoto di catalogo, ora per fare cassa e “supporto promozionale” di un nuovo blockbuster (vedi Uncharted Collection prima di Uncharted 4). Microsoft pare sia ritornata sulla retta via, dopo che mi aveva “solato” bellamente con la sbandierata retrocompatibilità di Xbox360 con la precedente Xbox (ancora risuonano le mie bestemmie dopo che a Panzer Dragoon Orta, che ti fa fare un mazzo così, al terzo o quarto livello non ricordo, il gioco va in crash).
      Se Nintendo a questa tornata non garantirà la retrocompatibilità, non credo dipenda dalla presenza o meno di un lettore dischi, piuttosto da quale forma prenderà questa presunta ibridazione tra videogioco da divano e quello portatile: avremo ancora un pad così grande?
      Se stanno sviuppando il nuovo Zelda dalla versione WiiU, nutro qualche speranza che sarà possibile la retrocompatibilità, un pò meno speranzoso che lo sia gratuita.
      Grande Mastro! Grog per tutti! Alla salute di Nintendo!

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                    1. Per i friarielli stai fuori staggggione o’fra! In questa webbettola, comando io e tu non offri un bel niente: mi casa es tu casa. Che fai allora? Ti siedi e fai una chiacchiera con noi sui videogiochi e Nintendo o….o sei “sonaro” e non ti mischi? 😉

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  2. Si Claudio concordo vivamente con la tua analisi. Per rispondere a mastro birraio..Io onestamente, dopo vari tentennamenti , la Ps4 l’ho comprata a Natale. Anche io ero più che dubbioso “sul da farsi”poiché nessuno dei giochi presenti nel catalogo Sony , ad eccezione di uno ( Bloodborne), era per me eccessivamente attrattivo. Tre i motivi che mi hanno spinto allora all’acquisto, che Chiaramente vado ad elencare…
    1 Il suddetto Bloodborne. L’estetica “malata”, l’inventiva visuale di Miyazaki, quel suo raccontare non dicendo nulla, già mi avevano innamorato nel primo Demon’s Soul ps3. Credo che a più riprese, blasfemando, mi ritrovai a esclamare:” Questo é cioè che dovrebbe essere un nuovo Zelda oggi!”. Si, lo so, andate giù fortemente di legnate, che vedo arrivare copiose ( vero Red?). Però, pur avendo Claudio anche io allora il mitico Amiga, io non ” passai” del Nes, che giustappunto comprai proprio per godermi , letteralmente, il primo capolavoro zeldiano dell’altro immenso Miya( anche nel nome i fili sottili e capricciosi del destino forse..). La sensazione di ritrovarsi perduti in un mondo ostile, privati di qualsivoglia “arma” di difesa (chiaro, la prima spada erava nella grotta a soli pochi passi da noi, ma era comunque una prima ,necessaria conquista …geniale!),quel senzo di compiaciuto e coinvolgente smarrimento … Chiaro, rispetto all’ Amiga , si perdeva allora moltissimo in termini grafici,ma era un dolce prezzo da pagare per godersi quella piccola meraviglia videoludica. Nessun gioco , a mio modo di vedere , fino giustappunto al primo Demon’s , ha saputo replicare quelle atmosfere; chiaro, poi Zelda si é, se vogliamo evoluto in qualcosa di molto più complesso, anche e soprattutto emotivamente parlando. Ma non posso fare a meno di considerare, opinione chiaramente personale, il primo capitolo della serie di Miyazaki, come un immenso e compiuto atto d’amore verso il capolavoro dell’illustre connazionale.
    2 Ultimamente gioco poco, molto poco. Sommerso da moltissimi impegni, e diviso tra tante,varie passioni, il tempo e la voglia di cimentarmi in titoli complessi o veramente impegnativi sono ogni giorno minori.Ho decine di titoli comprati su varie piattaforme che annioati e impolverati, mi guardano dai rispettivi scaffali con sguardi tra il deluso e l’indignato. Magari la fiamma , semplicemente si é spenta..Trovo decisamente più dolce ormai, salvo rare eccezioni, (in parte é quí che volevo arrivare Claudio..), l’ATTESA di un nuovo gioco che il piacere del gioco stesso. Mi salva, in parte, sperando nel ritorno di una Nintendo Vera, che sappia o possa riaccendere la passione, il panorama indie. A ricordo, l’unico titolo che sono riuscito a giocare e finire sulla mia nuova fiammante Ps4, é quel piccolo capolavoro che risponde al nome di Axiom Verge, che se riuscisse a ricordare la casa di Kyoto come si fa un vero Metroidvania…Poi l’immenso Ori and the Blind Forrest su pc, Unravel non ancora terminato , e così con lui Enter the Gungeon. Stessa sorte dei 2 precedenti Hyper Light Drifter che per il poco che ho giocato, posso dire affascinante, e mi ritrovo ora a bramare impotente , in attesa della fine dell’esclusivitá Microsoft, Inside…Esce pure su Pc , direte voi..Si, appunto per questo ho acquistato la Ps4, rispondo io. Il mio pc é purtroppo decisamente datato, e i titoli indie, ogni giorno più esigenti. Una Ps4 in offerta, a Natale, a 299 euro, era per me la più economica delle alternative.
    3 Ultimo ma non ultimo dei motivi, la morbosa, sensuale, sudaticcia esperienza di disimballare, sfiorare, ” mettere a nudo ” una nuova consolle, con tutto il carico di aspettative e non pentito vouyerismo che la cosa comporta..Mi son detto:” `Fanculo tutto, questo Natale mi faccio il regalone, che se aspetto mugliera..”. L’ho comprata, impacchettata e messa sotto l’albero…E per 15 interminabili minuti, la mattina di Natale, sono tornato finalmente bambino. Poi Claudio, se mi fanno Nx a cartuccioni….

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    1. Bloodborne…Che il Signore mi fulmini se compro un altro soulslike! Li ho presi tutti, bloccandomi ai primi livelli. Il tempo manca e i soulslike sono degli autentici vampiri. Il primo Demon’s Soul mi ha riportato indietro al “trial and error” di Ghost’n’Goblins (finito su Amiga) e Ghouls’n’Ghosts (finito su Amiga, Mega Drive e Snes). Duri, ma leali con il giocatore. L’errore era di tipo “fertile”, cioè miglioravi un pò alla volta: ciò che sembrava da principio insormontabile, poi diventava possibile. Prima che riuscissi a disporre in concime di pixel il gigante armato nel castello (appena il secondo boss), è stato pubblicato Dark Soul e mi ha convinto della bontà dell’impianto messo su da From Software per le ragioni che trovi descritte nella recensione: Dark Souls. Gutta cavat lapidem. E così fino a Bloodborne: disposto in concime da una muta di cerberi su un ponte…Poi Dark Souls 2: stessa storia di mancanza di tempo e batoste reiterate anche da pusillanimi che avevi mandato millemila volte al creatore dei pixel, ma per eccessiva sicurezza e voglia di vedere cosa c’era oltre, ti fanno fuori e…Vai da capo. Infine, è arrivato Bloodborne: il tempo richiesto da Bloodborne è incompatibile con la vita familiare e sociale. Rispetto From Software ma trovo eccessivo l’approccio:dopo 20 volte che muori nello stesso punto, chiedere al giocatore di abbassare il livello non è cedere alle lusinghe del “consumismo” e sminuire il “valore artistico” dell’opera!
      Il recente Dark Soul resta per ora sullo scaffale, inutile fargli prendere la polvere e pagarlo a prezzo quasi pieno. Ma fosse stato un minimo più accessibile non ci avrei pensato su, perché i soulslike hanno…”anima”. Non siamo più ai tempi di Ghosts’n’Goblins.
      Concordo con te sull’attesa! L’attesa è una parte importante del tutto; sulla “hype” costruita ad arte, i reparti marketing ormai costruiscono le campagne promozionali: il bello è che ne restano vittime anche scafati giornalisti!
      Sugli Indie non posso che essere di nuovo d’accordo. Se guardo un pò gli articoli che ho scritto…Sono quasi tutti di produzioni “Indie”, ma non è premeditata, non è una linea editoriale, perché qui – mi paice ricordarlo – NON c’è linea editoriale. Ori lo sto attendendo in edizione fisica su IcsbocsUan, Axiom Verge era nel mirino di Steam e gli altri finiscono ora nella lista dei papabili acquisti.
      La PS4 è stato un’ottima idea, io ho fatto lo stesso, ma non ho resistito a metterla sotto l’albero: dovevo trucidare un pò di Helgast. Dovevo salvare il mondo…per l’ennesima volta 😉

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        1. Nessun perdono, non c’è motivo di doverti perdonare qualcosa. Figurati! Il mio era solo un modo di dimostrarti stima per ciò che fai sul tuo blog e gratitudine per i tuoi contributi in queste pagine.
          Per i calvinisti napoletani devo deludere la tua aspettativa: mai sentito parlarne. Certo sarebbe interessante come può vivere un calvinista in una comunità fortemente cattolica, anche se in alcune forme di devozione vi trovo tratti comuni a quanto ho visto in Chiapas nella comunità indigena…Comunque saranno sopravvissuti: i napoletani sono tolleranti, a volte non per libera (e buona) scelta, ma per inerzia è una certa dose di menefreghismo. Il vabbuo’ ja’ ci ha rovinato per certi versi

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