Ogni blogger è un killer


Idea Killer © Work Wankers – http://workwankers.com/
Idea Killer © Work Wankers – http://workwankers.com/

Io sono un killer. Quando una diafana sensazione, evocata da una miscela di memorie remote ed esperienze contingenti, si sporge oltre quel confine che la promuove a sensazione cosciente, non ha più scampo. Il suo destino è segnato.
Le si fanno intorno, come sirene agli scafi degli antichi navigatori, emozioni e sentimenti, che impartiscono una spinta decisiva a questo contenuto cosciente e ancora allo stadio puramente cognitivo: entra nella mia “memoria di lavoro”, che conserva traccia di una mole, non censita, tuttavia imponente di precedenti dati.

La sensazione cosciente entra in una stanza, ma si rende conto che non è sola. Ve ne sono altre, tutte in competizione. Prende posto al banchetto: davanti c’è la commissione, formata da un unico esaminatore, che farà poi una scelta, la selezione di un singolo vincitore. In questa competizione “chi vince, piglia tutto”.

Sensazione, pensiero, idea che entri in questa stanza, sappi che mi piaci se ti presenti senza trucchi, nuda o vestita, mi piaci senza inibizioni, mi piaci se le perdi tutte. Non mi interessa se non hai un nome, da dove vieni. Mi piaci quando entri e fai rumore e, specialmente, quando mi fai perdere il sonno.
Puoi provare ad attaccarti al mio braccio o piazzarti nella gola formando un magone che non scende e non sale. Puoi provare a saltarmi sulla schiena come una scimmia ansiosa di essere adottata, che fa la simpatica, ma in realtà non ha nessuna intenzione di traslocare; mostra tutti i denti in un largo sorriso, porge la zampa in segno di amicizia, ma è disposta a tutto pure di essere condotta dove vuole andare. Puoi provarci, ma sappi che, per quanto dolcemente ti sia aggrappata sul mio groppone, hai più bisogno tu di me di quanto io abbia bisogno di te.

Sensazione non sei sola, guardati intorno, una tira l’altra, ma io ho l’ultima parte del puzzle. Io ho il potere di mandarti via, un unico, minimo gesto, ma netto, addio, ciao ciao, auf wiedersehen, goodbye e poi, senza rancore nè ripensamento, ‘fanculo.

Senza chi scrive, voi sensazioni non siete niente. Senza di noi, voi siete perse per sempre: affidate all’Eternità nell’oblio.

Ogni sensazione, da sola, vale.

Ma chi scrive può fare da sè, nel bene e nel male, resta uguale a sè, bene o male. Prima o poi troverò una sensazione da impalare sulla punta delle mie dita, battere sulla tastiera di un computer e sbattere su uno schermo, palcoscenico di cui conosco solo la confusione e frenesia delle quinte, rassegnato a non potere mai incrociare gli sguardi e le espressioni dei visi del gentile pubblico.
Io sono un killer, il tuo boia.

Mi piaci, mi esalti se competi con le tue pari, mi mandi in estasi se ne diventi il killer. Nessuna inibizione, nessun dietro-front, nessun freno tirato: se hai cose da dire, dille. Non ho certezze, non mi piace chi ne sfoggia a bizzeffe, ogni certezza uccide le infinite direzioni possibili e la bellezza della scoperta di una piccola porzione dell’ignoto. Se hai cose da dire, dille. Mostra coraggio, impudenza dei Bravi davanti a Don Abbondio, dici che mi porterai dei guai, guarda ma non passare oltre, affronta la sfida e il cuore mi porterai per strada.

Lo scenario tipico: mi incalzi a sceglierti, mi segui e mi rincorri tanto che potrei denunciarti per ”stalking”. Se io corro, tu mi insegui. Fa parte di un consumato rito, di una liturgia, una narrazione che salva mentre narra, e, per partecipazione, avvicina alla potenza creatrice della Parola di chi scrive. Senza fede, la tua vita non procede.
Ti credi così bella…Impossibile non sceglierti? Metti un piede avanti, alza verso l’alto la punta dell’altro, rifallo cadere a terra sul tacco, guarda avanti, non badare a tutti quegli occhi addosso, percorri la passerella con la sicurezza della modella.
Non nasconderti, non provare a giocare a nascondino con me, mostrati, fatti guardare, fatti guardare meglio. La Gente al di là di questo schermo pretende e sai quanto può essere voyeur.
Se io corro, tu mi insegui, ma se mi rivolgo indietro, non provare a risederti. A ogni esitazione il Tempo trascorre, un logorio via via monta e mi pervade, cresce insieme alle gioie perse e a ogni cosa fallita.
Io sono il mostro, tu mi hai creato.

Io sono un killer, ma non sono perseguibile di reato.
Il vero reato, il più grande peccato è che tu ti nasconda, esiti e infine lasci deserto il mio cuore.

Io sono un killer, per amore. Questa storia è un thriller. Tu sei la vittima e io sono il killer.
E ora ti uccido. Kiss you good bye.
Luminol su questo schermo.
Traccia indelebile di te.
Eternità.
Fino alla fine del server.

Eternità
La Fine e L’Inizio senza fine (Foto scattata da mia sorella Giorgia)

Onda sonora consigliata: Remember the Name di Fort Minor feat. Styles of Beyond

Vai al Video, testo e traduzione di Remember the Name

20 pensieri su “Ogni blogger è un killer

        1. Sì, bravo. E’ anche un gran bel film, che io ricordi. E’ la storia di due assassini innamorati, un film di Oliver Stone con soggetto originale di Quentin Tarantino.
          In verità, il tutto nasce da quella foto in fondo alla pagina, che mia sorella mi ha inviato mentre camminava per una strada di Milano. Latente strascico di 48, passati Olè. Penso che ognuno di noi che scrive, che ci prova con i suoi limiti – e io ne ho moltissimi – ma fedele al suo stile, genuino, onesto e sincero, nel momento che fissa una sensazione, un’emozione, un pensiero, un’idea, cede parte di sè agli altri, per lo più sconosciuti, si mette in gioco e perde il controllo di quella idea primigenia. La Fine della tua idea. Ma non è la fine di tutto. Lo sarebbe se la tenessi per te, nella tua memoria di lavoro, che – a ciclo continuo – si riempie e si svuota per fare posto ad altri “dati”: prima o poi, finirebbe nell’oblio. Morta.
          Nel condividerla, nel volere porgere ad altri, è L’Inizio. La affidi agli altri e, se ne rimarrà traccia, seppure labile, la porteranno con sè, per sempre. Certo non ho questa presunzione nè velleità, ciò succede con i grandi scrittori, i grandi poeti, i grandi menestrelli, che sono grandi navigatori dell’anima umana. Io, al massimo, mi sento Ulisse, cioè…il mio nome è Nessuno.
          Ora temo che quel tuo “perplimo” sarà diventato a caratteri cubitali.
          Spero che, nonostante la perplessità, ti sia piaciuto, caro Mastro. Perché il tuo pensiero per me, vale.

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          1. La perplessitudine è dettata dal fatto che di solito dietro a questi post c’è sempre una scintilla riflessiva più o meno profonda sul significato del tempo che buttiamo dietro a questi blog o a qualsiasi altra forma di social. Quello che dici purtroppo è vero, nel momento in cui il blog diventa mezzo di produzione, affiliazione e quant’altro i follower che prima erano simpatici conoscenti/amici virtuali ora diventano clienti quindi soldi e fama. I blog simili al tuo diventano prodotti da studiare, apprenderne i meccanismi perchè lui hai 200k follower ed io ne 200? e poi gli vanno soffiati via i clienti. Che amarezza…

            Ecco questo aspetto di questo socialvirtuacosamondo non mi piace, io seguo i blog a cui mi ispiro, ne prendo le cose che mi piacciono ma non per prendere i clienti ma per migliorare me stesso, per costruire il mio stile che non può nascere dal vuoto cosmico ma è frutto di un passo alla volta nei limiti delle mie capacità. Non a caso te lo scrivo qua per primo l’obiettivo del secondo compleanno del blog è quello di creare collaborazioni, creare rapporti perchè non può esserci solo competizione a suon di like. Accipicchia!

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            1. Accipicchia, Mastro! Guarda un pò che riflessioni può scatenare un post: in direzioni totalmente inaspettate. Ma questo è il bello dei commenti, che dico sempre essere la vera linfa vitale del blog. Premesso che la “linea editoriale” di questo blog è “non c’è linea editoriale” e, pertanto, qui non troverai mai una ruffianata – passami il termine – per accondiscedere il gentile pubblico o la stimata “clientela”. C’è una dichiarazione più esplicita alla pagina di presentazione della “rubrichetta” The .XXX Files. Non ti sto dicendo delle cose nuove, perché sono sicuro che tu abbia compreso lo “spirito” e l'”atmosfera” di questa webbettola e di quel figuro dietro al bancone dall’aria perennemente stanca e la sigaretta appoggiata sempre di lato al labbro. “Vietato Fumare” dice il cartello dietro al bancone? Io sono il titolare, è un consiglio. Il fumo, si sa, nuoce gravemente alla salute. Tuttavia, occorre che le scriva perché servono a me per stendere un filo logico dell’idea che sto per “uccidere” per te. Ebbene, ogni volta che arriva un nuovo lettore “che segue questo blog” – la parola “follower”, cioè “seguace” mi pare decisamente eccessiva e di certa matrice ciellina 😉 – beh mi coglie la stessa gioiosa, gratificante meraviglia, che vira allo stupore incredulo, della prima volta:”Ma chi è ‘sto pazzo?!?”…Che puoi anche tradurre in un “Ti voglio bene per essere folle condividendo la follia insieme a me”. Il post nasce non tanto da una riflessione sul tempo che impiego (200 e passa post sono un bel pò di tempo…), del Tempo ne parlo spesso ma in un altro senso, per altro verso e in tutt’altra direzione rispetto a un concetto di “utilità” o definito “scopo”. Nasce come una sfida all’O.K.Corral con i due duellanti al lato opposto della strada polverosa: la Sensazione e Me. Uno di fronte all’altro. Un botta e risposta, ricercando – non so se con successo – un ritmo sincopato di una beat dance-pop con le ormai obbligatorie citazioni “rap”. E’ un uno contro uno.
              Nessuna concessione a quello che hai ben definito come “socialvirtuacosamondo” che è uno strumento e il martello – se te lo dai sulle dita – può nuocere gravemente alla salute. D’altronde uno scambio di commenti come questo, cioè “a slavina”, è molto poco “social” e, considerato il tempo medio di lettura di un utente medio, rimarrà – a te piacendo – tra noi due. Ma questa è già condivisione ed è la condivisione di cui tu scrivi e che ti anima: creare rapporti, scambi che ci permettano di arricchirci, imparare e spingerci oltre i nostri limiti. Laddove nessun blogger è mai giunto prima. Live Blog and prosper. Grazie Mastro, per il tuo grog sempre d’annata buona!

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          2. Ti sei tirato addosso una cosa che avevo buttato giù tempo fa… molto tempo fa. Forse non la leggerai, pechè anche adesso è fuori tempo… ma poi non ti tormento più, lo prometto. Almeno, lo spero…

            Nascono le parole
            come petali sull’acqua
            lasciati cadere dal vento.
            Scorrono leggere,
            frammenti di bellezza
            sul filo della corrente,
            e invano tenti di fermarli
            per costruire un fiore.
            Lasciale passare!
            Ormai
            non ti appartengono piu.
            (comunque, per chi scrive bene come te, mi sembra un buon consiglio…)
            Ciao!

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            1. Bello, bello, aggiungo, bello. Se questo è sottopormi a un tormento, continua a “tormentarti”;)
              Mi ci ritrovo perfettamente. La metafora del fiore che non è possibile ricomporre è me-ra-vi-glio.sa. Applausi, applausi! Le parole scritte non appartengono più a chi le scrive, ma rende gonfi di gioia sapere che hanno fatto germorgliare un’emozione o un pensiero in chi le ha lette. Grazie mille e tormentami ancora.

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    1. Grazie. Che onore in una pinacoteca! Bello il saliscendi di sensazioni! Ma questo “quadro” lo metteresti tra gli impressionisti, i futuristi , i “madonnari” o le croste di modernariato o altro a tuo piacere?

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        1. Mi ci vedo si! Me gusta. Direi che ci hai preso come interpretazione e non ci avevo mai pensato. Ora che ci penso però realizzo la vicinanza…alla macchia…sì…lascia il segno…Narcisie’, QUANTE volte ti ho detto di sederti azzeccato alla tavola che altrimenti diventi un’unica macchia di sugo!?! Tocca metterti intero in lavatrice..Si ora va in bagno, ok prima ringrazi Affy per il bel commento…si te lo ha lasciato l’ovetto…mancano solo le macchie di cioccolato e io finisco al manicomio:pazzo, povero e senza un orecchio. 😉

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          1. Eccheca… spita! Hai ragione … 😀
            Narcisiè … ubbidisci una buona volta e azzeccati per bene con lo scranno attaccato al tavolo per non ridurti come un quadrupede allo stato brado! La lasagna col ragù non farla svolazzare in aria tra i rebbi della forchetta come fosse un aquilone impazzito e le polpette infilzale come creanza vuole senza fare quegli inopportuni riti voodoo.
            L’uovo di Pasqua aprilo con grazia che non è possibile rifilargli ogni anno il solito pugno d’apertura!
            Non preoccuparti di ringraziarmi sono io che ringrazio te se lasci tutti indenni. Il web non può restare orfano di presenze importanti! Goditi la Pasqua e prega che il sapone di marsiglia anche quest’anno porti via le innumerevoli macchie da tovaglia e vestiti altrimenti comincia a piegarti come una canna al vento e che l’oblò della lavatrice ti accolga benevole nel suo cestello.
            Un abbraccio “macchiaiolo”

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  1. Zeus

    Ottima riflessione. Non ti “conoscevo” ancora al tempo, perciò hai fatto bene a darmi questo link.
    Il rapporto fra blogger (restiamo in questo ambito dai) ed idea è intrecciato peggio che la figliolanza nei paesini di montagna: se c’è il blogger, l’idea vive; se non c’è l’idea, il blogger è destinato a portare avanti il nulla cosmico.

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    1. Le idee per un blogger agiscono come gli archetipi dell’Eroe. Utili per lo scrittore e per un percorso “spirituale”. Rappresentano lo sviluppo emotivo del blogger. È una storiA nelle storiE, motivo per cui trovi diversi link e rimandi sia all’interno del blog sia all’esterno. Io sono l’Eroe, anche se non ho capito ancora quale cazpito di eroe sia…E forse mai lo capirò. Per ora ho una bella sciarpa, occhialini da pilota: uno strambo mix tra Porco Rosso e Manfred Von Richtofen (senza offesa)

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      1. Zeus

        Già, direi che hai riassunto bene il concetto. Se hai la stessa idea i casi sono due: o stai avendo una grande idea che ti prega di uscire e tu non le stai dando ascolto; o non hai fatto un progresso uno da quando hai incominciato a scrivere.
        Spesso, sfortunatamente, è la seconda opzione.
        Io non sono certo un Eroe. Questo è sicuro. Mi ci vedo malvolentieri in quel ruolo. Ormai vivo nella mia dimensione di Antieroe. Credo.

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        1. L’Antieroe e’ un Eroe! Non è l’opposto dell’Eroe, ma un tipo particolare di Eroe, magari un farabutto con cui il pubblico empatizza. Come Scarface! Come Marlon Brando né Il Selvaggio, come parecchi personaggi di M.Rourke e S.Penn. Zeus è perfetto, Il papà degli Dei che fa di tutto per essere antipatico eh eh 😉

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