Star Wars a 4 anni. Grazie Lucas.


Non tanto tempo fa a casa mia...
Non tanto tempo fa a casa mia…

Avete presente quelle giornate in cui al lavoro s’è scatenato l’inferno senza che abbiate dato il segnale, parcheggi finalmente l’auto e incammindandoti verso casa, ti si rivela una verità inconfutabile.

Ed ecco il velo del tempio si squarciò in due da cima a fondo, la terra si scosse, le rocce si spezzarono (Matteo 27:51)

Non esiteresti un secondo a rinunciare a microonde, lavastoviglie e tutte le moderne comodità a patto di essere teletrasportato, munito solo di pietra focaia e rete da pesca, in un luogo in riva al mare con palme, clima caldo tutto l’anno, “dress code” mutanda fiorata e canotta.

Ebbene, mentre rimugini che il teletrasporto ancora non l’hanno inventato, sei davanti la porta di casa, giri la chiave nella toppa, fai un paio di passi oltre l’uscio e chiudi fuori anche i pensieri di amaca e piña colada.

Fai altri due passi e ti accorgi che sei trasparente. I due nani stanno finendo di mangiare, la loro attenzione assorbita per metà da un cartone animato in TV, per l’altra metà  dall’impegno di distribuire il cibo tra vestiti, tavolo, pavimento e, in minima parte, bocca. La tua compagna si sta facendo in quattro tra fornelli, nani, telefono, organizzazione della casa per l’indomani, ne incroci lo sguardo e capisci al volo che è troppo tardi anche per un “touch and go”.

Torre di controllo aiuto, sto finendo l’aria dentro al serbatoio (Samuele Bersani, Giudizi universali)

Atterri ed entri nell’hangar della routine.

Quando finalmente ti siedi a cena, il cibo potrebbe essere anche di quelli di plastica e polistirolo che i due nani ogni tanto ti propinano sghignazzando: lo mangeresti ugualmente. Ti interessa solo espletare le ultime formalità della giornata e chiudere i conti con le ventiquattro ore, quando accade qualcosa di miracoloso.

Una voce femminile alla mia sinistra pronuncia le seguenti parole che hanno l’effetto di un raggio paralizzatore sparato a breve distanza e a bruciapelo:

“Diego vorrebbe vedere il film di Star Wars, puoi metterglielo?”.

Tali parole generate dalle corde vocali di colei che identifico come la mia consorte mi fanno capire due cose: la mia compagna è posseduta da un’entità misteriosa e – stranamente – propizia; la Forza è potente in almeno in uno dei miei due nani.

Risuona solo una frase nella mia scatola cranica “Use the Force Claudio. Use the Force“. Appena udibile, quasi un sussurro, ma perentoria e autorevole.

Mi volto verso il nano Diego, seduto sul divano alla mia destra. Con tono tra l’incredulo e il garrulo, chiedo conferma al nano: “Diego, vuoi davvero vedere il film di Star Wars?”. Segue una pausa che è sembrata durasse la classica eternità, mentre sarà trascorsa quella manciata di nano-secondi impiegata da Usain Bolt a scattare dalla posizione ferma a quella di velocità smodata nella finale olimpionica dei cento metri.

Il nano fa un sorriso che, anche nei miei momenti di furia infanticida, riesce a smontare i propositi di “staccargli la luce” e farmi schizzare la curva glicemica ai limiti del ricovero ospedaliero. Diego sgrana gli occhioni, sorride largamente – il mio corpo raggiunge il “punto di fusione”, dallo stato solido a quello liquefatto – e dice: “Sì, papà metti Strar Uoss!“.

L’altro nano Jacopo, in stato di semi-sonno sull’altro divano, si ridesta improvvisamente e si aggrega alla richiesta del gemello.

Mi volto ancora verso la mia compagna: il mio sguardo tra “sogno-o-sono-desto” incrocia il suo in un’espressione di silenziosa approvazione e incoraggiamento. Un balzo e sono accanto alla TV, dove un paio di mensole ospitano un accatastamento, una volta ordinato, oggi magmatico, di confezioni Blu-Ray e DVD visti e, per lo più, in attesa di esserlo.

Con un raro guizzo mnemonico, ricordo dove avevo “nascosto” dalle untuose e distruttive mani nanesche (cfr. 8^ tavola fuorilegge della convivenza videoludica) il cofanetto Blu-Ray della trilogia originale.

star-wars
L’edizione in Bllu-Ray. Chiaramente l’ho anche in VHS e DVD (in due edizioni, quella ufficiale e quella “non ufficiale” di origine asiatica, tuttavia sorprendenetemente curata nell’immagine e suono)

La estraggo con precisione chirurgica dal mucchio e, alla vista di Dart Fener in copertina, un dubbio da genitore responsabile cerca di rovinarmi la festa: è adatto ai nani di quattro anni? Forse, sarebbe meglio iniziare con la scena dei pacioccosi Ewok nel terzo film “Il Ritorno dello Jedi”?

Ma come fai a fargli vedere una trilogia dall’ultima parte dell’ultimo dei tre film?

Use the Force Claudio. Use the Force“. Metto da parte la mia esitazione, come Luke fece con il visore del computer di bordo nell’ultimo tratto del canalone della Morte Nera.

Si va con Il primo film e dall’inizio!

Disco inserito.

Amplificatore, subwoofer e i cinque altoparlanti iniziano a diffondere nella stanza le prime note di quella che io non definisco “colonna sonora”, bensì un magnifico inno, tanta è la solennità, sacralità ed emozione al risuonare dell’opera musicale di John Williams. Scorre il testo giallo e inizio a spiegare ciò che vi è scritto ai nani, che chiedono e ascoltano rapiti.

Avete mai provato a leggere ad alta voce quella famosa scritta che scorre in uno pseudo 3D ante litteram?

Leggendo la scritta al piccolo pubblico astante ho realizzato che avevo lì tutti gli “strumenti” per spiegare “chi”, “cosa”, “quando”, “dove” e “perché”, cioè le 5 W del giornalismo.

A distanza di tutti questi anni, durante i quali abbiamo consumato fantascienza attraverso film, serie animate, libri, fumetti, giochi da tavolo, giochi di ruolo, videogiochi, sembra assurdo che un incipit di così semplice realizzazione dia tutte le spiegazioni per entrare subito nell’universo in cui – di lì a un paio d’ore – sarete irrimediabilmente persi.

Tanto tempo fa, in una galassia lontana lontana…

C’è una guerra, ci sono le navi spaziali (i nani già sanno di che si tratta), ci sono i Ribelli, che sono i Buoni; c’è il “malvagio Impero Galattico” cioè i Cattivi (perché “malvagio” pure per il nano fa “ancien régime); c’è la Morte Nera, che è la casa dei Cattivi, un’astronave grande come la Luna (ooooh! <-nani stupefatti!) etra poco la vedrete – c’è la Principessa Leia. Uno dei nani interrompe: “è buona, vero papà?”queste sono soddisfazioni – “Sì, infatti sta scappando dai Cattivi”.

L’effetto dell’apparire del gigantesco Star Destroyer provoca sui nani la stessa esaltazione che  – ricordo perfettamente – scosse il piccolo Claudio di nove anni, seduto – tra suo fratello e il caro compagno di scuola Fabio P. – su un sedile di legno dell’ ultima fila in piccionaia al Teatro Cinema Nestor di Frosinone. Quel film mi ha cambiato o, meglio, è stata la chiave che ha aperto una porta a qualcosa che da sempre era dentro di me.

Via via che la storia procede, spiego ai due giovani padawan le astronavi, i robot, come riconoscere i Buoni e i Cattivi, grazie allo schema dei colori “parlanti” utilizzato da George Lucas: assenza (nero) o totalità del colore (bianco) identifica gli Imperiali (i Cattivi). I Buoni sono tutti variamente colorati.

Dettaglio della comunicazione visiva che ora apprezzo ancora di più visto che semplifica enormemente la spiegazione in tempo reale ai due nani.

Osservo le reazioni dei piccoli e, avendo visto il film un numero di volte che tende a infinito, cerco di prepararli alla scena seguente e di prepararmi a domande il cui senso spesso si perde in un linguaggio tra l’italiano e il baddi dei vaporizzatori di condensa nel latifondo di zio Skywalker su Tatooine.

Con i due robot, C1-P8 e D-3BO, è amore a prima vista per i due nani: sarà per “difesa della categoria” a causa sia della bassa statura del primo sia dello scilinguagnolo del secondo; sarà per i loro gustosi siparietti alla Sandra e Raimondo in salsa fantascientifica che tanto somigliano a certe sit-com(iche) tra le mura domestiche i cui protagonisti sono i due pargoli.

Per ora gli ho risparmiato il “pippone” che in verità i due robot si chiamano in un altro modo. Veramente, quasi tutti i personaggi hanno altri nomi nella versione originale, salvo poi riadottarli nella seconda trilogia, ottenendo il risultato di buttarla letteralmente in romana “caciara”. Per amor patrio e non per preferenza personale qui adotto i nomi della versione italiana del 1977.

D3-BO viene ribattezzato “rrrrrobbò grande” e C1-P8 in un romanesco “CiuuunoPiottA”. Da domani, basta scuola di quartiere, subito all’esclusivo collegio internazionale!

Superano senza battere ciglio la vista di Dart Fener, si mostrano seriamente preoccupati quando C1-P8 viene catturato dai Jawa, piccoli esserini incappucciati che c’hanno ‘no sfasciacarozze ambulante a Tor de Tatuinne, si chiedono perché quella setta di monaci nani hanno fatto del male a “CiuuunoPiottA“. Rimangono sospesi, commossi e poi gioiscono, come succede a me ogni volta che nel finale di “Qualcuno volò sul nido del cuculo” il Grande Capo rende la “libertà” a un Jack Nicholson ormai non più se stesso e poi fugge. Sobbalzano sul divano e si rivolgono verso di me con un tono di soddisfazione e gioia, quando il “rrrrrobbò grande” ritrova CiuuunoPiottO (mi riapprioprio del delicato ruolo educativo dei genitori).

Trasaliscono nell’incontro di Luke Skywalker con i sabipodi, sono sull’orlo della fuga all’entrata urlante di un tetro e incappucciato figuro, che poi si rivela essere Obi-Wan Kenobi, cioè uno dei Buoni, ma non un “buono” qualsiasi, uno speciale: è uno jedi.

Ebbene, nonostante tutta l’enfasi e la solennità nel mio pronunciare la parola “jedi”, i nani reagiscono tiepidamente, della serie: “jedi deche? Jedi, yeti, Rieti, Boh!Macheccefrega d’ii giedi, mò famme vede ‘er firm…”.

Esattamente come è successo a me, quando nel primo film della nuova trilogia, in preda a una qualche crisi mistica, il buon Lucas ha proprio tenuto a rivelare, con un’imbarazzante spiegazione pseudo-scientifica, che la Forza dipende dai minchi-chlorian, pardon midi-chlorian. Mi immagino il buon Lucas in preda a crisi mistica, mentre sta per scrivere dello “spiegone” della Forza e deve avere pronunciato le stesse parole di Gesù crocifisso, in una situazione disperata e di umano sconforto, che però non rinuncia alla speranza: “Dio mio, Dio mio perché mi hai abbandonato?”

…E se Dio non risponde? Viene fuori la teoria dei minchi-chlorian, la mamma che dà la luce ad Anakin come la Madonna e la Forza prende una deriva mistica tale che viene il sospetto che Star Wars sia un film di matrice ciellina.

La Forza è quella che dà al Jedi la possanza. È un campo energetico creato da tutte le cose viventi. Ci circonda, ci penetra. Mantiene unita tutta la galassia. (Obi-Wan Kenobi, Star Wars IV – Una nuova speranza)

Grande successo ha riscosso il Millennium Falcon (“sangue del mio sangue” e si vede) e hanno mostrato immediata simpatia con quella canaglia di Ian Solo e quel grosso tappeto ambulante di Chewbecca. Ciò conferma la sanità mentale dei due nani poiché non vedo come una persona di mens sana in corpore sano possa preferire a Ian uno come Luke, un insipido biondino, per giunta raccomandato figlio di papà (Anakin), che diventa Jedi perché ce l’ha nel DNA di famiglia e, di suo, è pure un secchione perfezionista. Il gigante peloso Chewie, un incrocio tra una Yeti e un pastore ungherese Komondor (da cui ha preso il carattere poco socievole), riscuote uno scontato successo visto l’azzeccoso rapporto dei due nani con qualsiasi canide e, in particolare, Jacopo che non va a letto se non ha con sé un peluche di cane dal nome “Cane”.

Han_Solo-e-Chewie
Adorabile teppaglia galattica

Momenti di tensione quando ormai era chiaro che la Morte Nera aveva catturato l'”astronave dei buoni”, i nani vanno in loop “10 PRINT “WTF” 20 GOTO 10 RUN” quando Luke e Ian, messi fuori combattimento i trooper di guardia al Millennium nell’hangar della Morte Nera, indossano le uniformi e gli elmetti dei “cattivi”. Legittima la confusione e la conseguente domanda: “Papà, ma…Ma…Ma i bianchi sono i Buoni?!?” Per la serie: inizia la Caduta degli Dei e sistematica applicazione del metodo scettico su ogni affermazione dei genitori. Papà, da circa un’ora la stai menando con la storia dello schema dei colori “parlanti” e che i bianchi (e i neri) sono i Cattivi, quelli variopinti sono i Buoni. Ora perché i Buoni sono bianchi?

Sarebbe bastato un tentennamento per porre fine alla sospensione dell’incredulità finora intatta e faticosamente guadagnata, quando mi sovviene una metafora di elementare chiarezza: “si sono travestiti, come voi a Carnevale”. Yoda sarebbe stato fiero di me! La Forza scorre potente in questo papà.

Il film scorre via che è davvero un piacere vedere i nani magneticamente incollati a quanto accade su schermo, in silenzio assorti seguono il salvataggio della principessa e la rocambolesca fuga, fino a che Obi-Wan si fa ridurre letteralmente in un cencio da un colpo di spada laser da quell’infame di Dart Fener. I nani insorgono, anzi ci rimangono proprio di mmme…lma! Come è possibile che quello che papà aveva osannato come er mejo giedi der bigonzo galattico, il portabandiera dei Buoni si fa ammazzare così! Colgo il timore dei due sempliciotti che il film a questo punto sia finito, ma in mezzo al bailamme dei laser che rimbalzano per il salotto (benedici Tu, Signore, il THX e il surround tutto!), rassicuro che non è morto e tornerà più tardi ancora più potente di prima.

È la volta dell’inseguimento del Millennium Falcon da parte dei TIE Fighter e, ogni volta che ascolto il suono di un TIE , la mia schiena è percorsa da un brivido, come mi accade ascoltando il Bolero di Ravel, ma il tutto assai più concentrato in quei pochi secondi di passaggio dell’astronave sullo schermo.

Manco a dirlo, quando c’è rissa, i nani sono nella loro acqua: giocano sulla Wii U a Mario Kart 8 già da un po’ e si prendono regolarmente a sportellate, sghignazzano divertiti quando lanciano il “power-up” che fulmina o – per un puro colpo di cu*bbo (data la loro mira a random post-sbronza) – ti inceneriscono con la palla di fuoco. Diego arriva anche primo nelle gare 50cc. Sono grandissime soddisfazioni.

Insomma, lo scambio di laser e relativi botti da Capodanno cinese e Piedigrotta messi insieme, non li intimorisce, anzi gli fa recuperare fiducia che non tutto è perduto. D’altronde il sottotitolo del film è “Una nuova speranza”.

Così si arriva a una scena che è LA Storia del Cinema e se non l’avete mai vista, allora ritornate dal pianeta da dove venite prima che mi ricordi le vecchie sane abitudini e prema il tasto “Fire”. L’attacco alla Morte Nera non teme paragoni ancora oggi!

“Rosso 5, sono pronto.” non regge all’originale “Red Five standing by”. La battaglia che segue è accolta dai nani con l’opportuna tensione, come se facessero parte del Red Squadron: sobbalzano all’abbattimento di un X-Wing, sono concentrati quando entrano nel canalone, esultano all’abbattimento di un TIE. Assistono all’epica scena con un’educazione e una compostezza molto “british” (il che insinua un dubbio sulla mia paternità), lasciando trasparire solo dal paraverbale che sono presi di brutto.

La battaglia di Yavin è tutta da godere.

Quando scorrono i titoli di coda, l’espressione dei due piccoli è di soddisfazione e contentezza. A me sembra di avere distrutto la Morte Nera.

E di Morte Nera ne ho distrutte più di Skywalker nei cabinati al bar (quello Atari con grafica vettoriale del 1983!), sull’Amiga (dico Domark, dico danno), sulle console Nintendo 16 bit (Super Star Wars) e 64 bit, sul Gamecube (Rebel Strike), sui PC con il DOS e poi Windows: Rebel Assault, X-Wing, X-Wing Alliance.

Ma questa volta sono così gonfio di gioia e fiero di quei due nanerottoli come se fossi stato io riportare la pace nella galassia. Questa volta, sono certo di essere stato io a distruggere proprio quella Morte Nera, quella di Skywalker, quella vera.

Il desiderio di tenere a imperitura memoria di questo blog l’emozione e l’Esperienza della prima visione di Star Wars con i miei due gemelli di quattro anni è forse finito in una specie di inconsapevole “tutorial” per genitori innamorati della saga e indecisi solo sul momento giusto per farlo vedere ai propri pargoli. Sarà un sicuro successo: un’altra creatura portata su un qualsiasi Lato della Forza, basta che sia la Forza. L’ipotesi di fallimento non è prevista.

Verrà con noi o morirà, mio padrone (Dart Fener, Star Wars V – L’impero colpisce ancora)

Nessuna presunzione di realizzare un “How to”, ma unicamente una testimonianza alla “Si può fare” di Frankenstein Junior da parte di uno che vorrebbe essere seppellito alla maniera dei faraoni, portando nel sarcofago il cofanetto della prima trilogia di Star Wars e il libro de “Il Signore degli Anelli“, perché vuoi vedere che ti risvegli in attesa del Giudizio Universale e tocca aspettare più che dal parrucchiere di sabato pomeriggio?

Un papà felice.

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11 pensieri su “Star Wars a 4 anni. Grazie Lucas.

    1. Ben Kenobi risponde a uno Yoda sfiduciato ne “L’Impero colpisce ancora” quando Luke abbandona di fretta e furia l’addestramento:”il ragazzo è la nostra ultima speranza”.E Yoda: “No, ce n’è un’altra.”.
      Stessa situazione ma ora chi glielo va a dire che uno dei due deve fare la parte della principessa?
      Mastro, offrimi da bere una pinta e elargisci uno dei tipici saggi consigli dell’oste al cliente derelitto. Ah non ti dimenticare le patatine…Grazie.

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      1. Potresti risolvere il problema seguendo l’apocrifa storia che la disney così tanto respinge. Nel vangelo secondo Zahn, Han e Leia avranno tre figli, due maschietti Jacen e Anakin e una femminuccia Jaina. Per birra e patatine non c’è problema ma per me mi porto anche gli anelli di cipolla fritti.

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        1. Omadonnellabbella! Vangelo di Zahn? Il piano ciellino di forma(tta)zione delle coscienze mondiali attraverso Star Wars allora è vero!
          Per me quelle 3 righe di spiegazione di Ben Kenobi su cosa è la Forza bastano e avanzano, il resto saltato fuori ne “La Minaccia Fantasma ” è ‘”oppio per le masse” della galassia.
          Hai gli anelli di cipolla fritti?!? Ne vado letteralmente pazzo. Dove si firma per la lista Zahn-Santo-subito?

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          1. Si i “veri” episodi 7-8-9 che tra l’altro ho finito di rileggere in versione fumettosa proprio ieri. La trilogia dell’ammiraglio Thrawn uscì prima de La Minaccia Fantasma ambientata pochi anno dopo il ritorno dello Jedi. L’apoteosi quando molti alieni rivolgendosi a Leia: “Saluti Lady Vader”. Bene allora non possiamo esimerci da un’abbuffata di anelli di cipolla!

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            1. L’ammiraglio Thrawn…Chi mi hai fatto ricordare! Quello sì che è un cattivo, altro che il ballerino di capoeira dipinto di rosso e nero! L’ho incontrato tanti anni fa su PC: Tie Fighter della defunta LucasArts e dei santi-subito Totally Games. Ho la versione su dischetti da 3 pollici e mezzo, che ad ogni cambio di sistema operativo testavo con DOSBox. Impossibile farne a meno. Di recente, Gog.com ha pubblicato una versione DRM, che ho acquistato subito: la conservazione della sua memoria e il suo trasferimento ai posteri è un dovere morale di ogni videogiocatore.
              A questo punto, tu porta birra e anelli di cipolla, io ci metto X-Wing VS TIE Fighter per duelli all’ultimo turbolaser su schermo 46 pollici e impianto surround a palla. May the Force be with i miei vicini.

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  1. ci sono dei film e delle musiche che riportano alla memoria emozioni antiche. come quando pensavamo che il mondo fosse un posto meraviglioso nel quale ci saremmo mossi disinvolti da grandi. chi sa cosa pensa mia figlia ora e quali emozioni ricorderà poi.. da adulta. fa strano essere dall’altra parte, adesso..

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    1. Ti capisco. Anche a me “faceva strano” prima che i miei nani vedessero il film. E’ la legittima tensione di chi ha dei valori (ed emozioni), che hanno fatto la differenza nella vita e, perciò, vuole assolutamente trasmetterli alle persone cui tiene. Non sa però se la reazione sarà la stessa e ha paura che potrebbero lasciare indifferenti, se non addirittura essere rifiutati. Sì , fa strano essere dall’ “altra parte” e sentirti dall’ “altra parte”. Quando poi succede il miracolo – come in questo caso con i miei nani – beh…sei sempre dall’ “altra parte”, il tempo non fa sconti, ma ti senti insieme a loro, da qualsiasi parte siano o vadano. Ai nostri figli offriamo le cose belle della nostra vita, che possano provarle e rielaborarle. L’emozione resterà per sempre con loro. Per me è stato così: Io non ho paura…dei draghi

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  2. Fabrizio

    Bella per “t (r) e” come si dice romanamente…. Spero di vivere le tue stesse emozioni, ma già ho il preludio di come andrà a finire;
    – alla prima ” accensione ” delle spade “lasel” già me lo vedo a 20 cm da terra con occhi che parlano…. della serie: lavovoglioancheioooopapà
    – alla vista del Millennium scatta la fatidica domanda : “adessofannounagaraveropapà”?
    – tra i combattimenti vari nello spazio e dove anch’io perso nei ricordi riferiti alla prima volta che lo vidi al cinema :alla vista della pseudoTerra … “maquellaèlacasadiwall-everopapà”????
    – tralascio, per il momento, il “capitolo” che riguarda i così detti “contenutiSpeciali” che una Grande Persona ha tenuto mooolto a fargli conoscere…ed ho detto tutto!!!
    – dopo di tutto e di più bello che ci può essere in “questi” film…alla fine mi dirà sempre: “peròziolucaèdellaromamaiosonodellalazio”
    A questo punto mi troverò costretto a prendere il telecomando Ps3, menù principale, Inizio Film evvvia ….all’esplorazione
    di nuovi mondi, alla ricerca di nuove forme di vita e di civiltà fino ad arrivare laddove nessun uomo è mai giunto prima…
    Ops , sono andato troppo oltre…quest’ultima parte Abbisogna di abbondante collirio anche per me…

    Piace a 1 persona

    1. Quoto e strquoto il nano che straparla senza l’uso degli spazi tra le parole e i commenti totalmente fuori contesto adulto, ma perferttamente coerente con le “cose” importanti della vita di un nano di 4 anni. E’ uno degli aspetti più divertenti per quei “folgorati” come me sulla via della Forza e all’uscita dal cinema di quel lontano 1977. Sai il film a memoria, a volte ti ritrovi a ripetere in un discorso tra gente “normale” alcune battute dei protagonisti e all’interlocutore che non ha mai visto Star Wars potrebbe passare addirittura come una citazione dotta o saggia. Poi arrivano i nani nella tua vita. E Tolkien ci ha spiegato quanto percicaci, testardi, possessivi, ma anche spontanei, chiassosi e bonaccioni possono essere. Ti tirano fuori delle conclusioni oggettivamente astruse, ma che sorprendentemente – canta Vasco – un senso ce l’hanno.
      Come ha commentato poco più sopra l’amica blogger tiZ questa volta siamo noi dall’ “altra” parte. Ma forse è proprio la parte non scontata, rigenerante e più divertente.
      Sii comprensivo nei confronti di quella Grande Persona che ti ha traviato il nano mostrandogli i “contenuti speciali” di uno dei suoi film preferiti, questi ragazzi devono approfondire e incuriosirsi a scoprire sempre di più…Sebbene come effetto collaterale il tuo nano si sia trasformato in un incrocio tra Enrico Ghezi, il compianto Claudio G. Fava e un mini-Morandini.
      Infine, la chiosa finale del commento con il famoso incipit di Star Trek è una chicca che farà accapponare la pelle ai fan estremisti, ma per me è semplicemente fantastica. Pis end lov a tutti…Almeno fino a quando non arrivano questi qua: Space Invaders. The do not came in peace

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  3. Pingback: Videogiochi nei film: Star Wars | CitaScacchi

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