Fumo e altri vizi bene assortiti sono spesso fonte d’ ispirazione tanto che al primo ho dedicato un’infame rubrichetta Storyette, storie di sigarette e ai secondi ne ho appena inaugurata un’altra dal titolo The .XXX Files (temo non sia originalissima…)
Quando m’imbatto in un altro blog A Mali Estremi di Albucci, fine penna sottilmente letale, e nel suo stupendo post “La verità di un fumatore“. Fa bene alla salute. Una boccata d’aria fresca, anche per i non-fumatori evangelisti del no-smoking. Riponete i paletti di frassino, le fascine per il rogo e i vessilli crociati, non è una pubblicità progresso per il fumo, il fumo è un vizio stupido e io mi sento stupido proporzionalmente a quante sigarette fumo (ma tant’è che mi va). Il fumo fa male davvero alla salute ed è corretto che si sia fatta e si continui a fare una corretta informazione, ma anche vivere senza un minimo di auto-ironia è altrettanto stupido e provoca il cancro dello spirito.
Dalla teoria alla pratica, il passo è spesso quello di un bradipo zoppo di lunedì mattina appena sveglio. A volte, subisce improvvise accelerazioni a causa di fattori che i bookmaker inglesi darebbero 100 a 1. Ma per quelle strane e inquietanti coincidenze della vita, ancora fresco di questa rigenerante lettura di sia lodato Albucci sempre sia lodato, una seria riflessione e riconsiderazione di sigarette e del fumare mi viene provocata da una fonte inaspettata: uno dei due adorabili nanetti con cui da tre anni convivo sotto lo stesso tetto e condivido sedute (una volta intime) al bagno, il mio ex-studio (ora cameretta con due lettini), ogni virus, batterio, bacillo con cui socializzino a scuola, la mia compagna e letto matrimoniale e, peggio di ogni altra cosa, il joypad delle mie console di videogiochi.
I due gemelli hanno in comune con i nani della Terra di Mezzo non soltanto la statura sotto la media di un Uomo: sono opportunisti, vendicativi e tremendi se offesi e ingiuriati, ottimi artigiani e costruttori (di Lego), tenaci e testardi, difendono le loro proprietà (macchinine, aerei, pupazzielli o semplici sassi), dando battaglia all’ultimo sangue a chiunque voglia sottrargliele o gliele abbia già sottratte (fosse anche il fratello gemello), tuttavia amanti della gozzoviglia e chiassosi compagnoni.
Ecco com’è andata.
Casa di campagna strategicamente disposta su collina con ampia vista lago. Sera di luna quasi piena, aria tiepida autunnale, leggerissima brezza, dopo cena. Seduto sui gradini della veranda a fumare. Da solo, in completa pace nel silenzio, gustandomi ‘sta sigaretta per il vuoto che mi crea nella testa. Relaaaaacs.
I due nanetti sono in fase di avvicinamento alla linea di finale della pista “lettino.01” e “lettino.02”. E’ un momento molto delicato, che deve essere affrontato con il massimo impegno e diligenza, poichè influenza, non soltanto il sonno e la sanità mentale dei genitori, ma anche quella di eventuali vicini e ospiti. Un angolo di attacco sbagliato, una tardiva correzione e il pargolo ridà motore, esegue un “touch and go” da manuale e riprende quota super-eccitato.
Jajà, all’anagrafe Jacopo, “JaPopo” detto in lingua gemellesca è’ il pù saggio e riflessivo dei due, dotato di uno scilinguagnolo notevole ma spesso piagato da una scarsa intellegibilità a causa dell’idioma utilizzato: una lingua che mischia l’italiano, l’esperanto e il filippino parlata da un rumeno con accento sassarese. Diego è la sua nemesi, un black-block riottoso racchiuso in un armonioso simulacro di puttino, indifferente a urla e versi non compatibili con corde vocali umane, bensì di una di quelle bestie enormi del Giurassico: un catalizzatore di salomoniche mazzate e selvagge scariche di baci e coccole.
Mi godo questo momento di rara solitudine, scandita dalla ritualità del gesto della sigaretta portata alle labbra, una boccata, il rosso del rogo di tabacco che si ravviva e lo sguardo che indugia a seguire la voluta di fumo che si attorciglia intorno a sè stessa nell’aria per sparire alla vista, lasciando un acre odore in suo ricordo.
Quando sopraggiunge, silenzioso, Jajà. Si siede vicino a me. Lui piccolino, stretto vicino, e io un gigante incombente anche nella penombra della luce lunare. La scena era di una dolce tenerezza che stringe il cuore in petto e manderebbe al creatore un diabetico. Il primo momento di intimità e complicità tra figlio e padre.
Nell’aria respiro, oltre a Chesterfield blu, la grande solennità delle feste e ricorrenze sacre del Signore, della Vergine Maria, dei Santi e del patrono del paese con tanto di luminarie e processione. Un momento da ricordare.
Il silenzio viene interroto da Jajà: “Papà, cheFFFAi?”. Io me lo guardo e con sufficienza gli rispondo “Fumo”…con tono “ma che non lo vedi che fumo?”.
Jacopo fa una pausa da gran maestro del proscenio…poi iniza con un “mmmmh mmmh” che preannuncia il proferire di qualcosa con tono serio (almeno questo è il significato che il nano dà) e spara le seguenti parole senza esitazione alcuna: “No, fumo no piace me pecchè Fumo è veleno”.
Nella mia testa appare un enorme, GIGANTESCO, ABNORME, “EHHHHHH?!?!”. La meraviglia deborda e mi viene da chiedergli con le ciglia aggrottate: “Ma chi te l’ha detto?”. Risponde secco:”Mamma”…Ah!
Butto giù le spalle, il corpo riceve il segnale della rassegnazione all’ineluttabilità prima che raggiunga la parte consapevole, butto giù un’ altra boccata di fumo e nel momento in cui lo tiro fuori dal naso, realizzo che in casa c’è: “un altro scassac***o”.
Onda sonora consigliata: Smoke gets in your eyes (The Platters, 1958)
L’ho letto stamattina mentre facevo colazione..devo dire che mentre leggevo mi sono estraniata per un momento.. Sarà perché conoscendo abbastanza bene i soggetti mi sembrava di vivere nella realtà – parallela!
E ti dirò di più … Alla fine della lettura ho pensato al potere della scrittura- dato che lo scopo a cui l’autore dovrebbe tendere e proprio quello di far calare il lettore nella realtà della storia – e al fatto che mi ero distaccata dal mio latte e caffè e pane e nutella e mi sembrava di stare a Trevignano con te e Papo!
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Ok è mia sorella che scrive…però – giuringiuretto senza incrociare le dita (manco quelle dei piedi) – non l’ho pagata o corrotta (la minaccia di atroci sofferenze corporee non sortisce effetti quindi è inutile). Peraltro le richieste della sorella per cedere in tale senso non sono alla portata del mio conto corrente. Trovo che abbia scritto ciò che mi sarei voluto sentire dire. Davvero. Se riesco a produrre un lieve senso di veritigine straniante e non perdere di verosimiglianza, il mio sbattimento sulla tastiera ha dopotutto un senso. E io ne sono felice. Grazie sore’
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Il Nano è un risorsa inestimabile. Non solo per la sua natura di figlio, ma anche per un più sottile piacere, riservato solo a pochi. O a molti, a seconda dei punti di vista. Credo non ci sia gioia più grande per un ateo che incontrare Dio, per uno scettico assistere allo sbarco degli Ufo, per uno stupido, come siamo noi fumatori, trovarsi faccia a faccia con la propria imbecillità.
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Hai colto nel segno o mi hai letto attraverso lo schermo nel pensiero. Attento che alcune fusioni mentali possono essere pericolose a meno che tu sia vulcaniano 😉
“Trovarsi faccia a faccia con la propria imbecillità”…hai colto il nocciuolo. Hai tratto l’Excalibur dalla roccia!
E come recitava una pubblicità di Sony nei momenti in cui il suo marketing era creativo di brutto: “Non sottovalutate la potenza di Nanostation!”
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Jacopo, da saggio quale tu lo descrivi, ti ha fatto notare che il fumo è veleno…. e qui mi scappa proprio un W la mamma !!!!
sono certa che Diego, magari usando altri toni, ti avrebbe detto la stessa cosa, quindi rifletti Cla’…. rifletti !!!!!
Per un momento ho avuto l’impressione che fossi diventato un po’ ” core de latta” ma è stata soltanto un illusione, quando hai scritto un altro scassac…..ho capito che eri il solito Claudio.
Forte !!!
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Per un momento ero lì per scatenare la mia tastiera funesta contro il tuo iniziale tentativo da Esercito della Salvezza, ma poi sono stato rassicurato dal fatto che ti sei lasciata andare alla mia rete d’illusione e che hai recuperato la lucidità. “Core de latta”, ferma lì che altrimenti mi viene da piangere e arruginisco. Grazie.
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Dicevo…. ha ragione Giorgia, mi è sembrato di essere a Trevignano!
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Pensavo che fosse un momento di intimità con Jajà e la luna…E invece c’era tutta ‘sta ggggente 😉
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di mamma ce n’è una sola…..per fortuna!! IL FUMO E’ VELENO SMETTI DI FUMARE!!!
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Evabbene! Ho capito! Ma smettila di urlare! Ci sento ancora e sopratutto la vista ancora regge. Sul fatto della mamma, non ribatto perchè lo dice pure il detto napoletano “Chi nun sta’ a sentere mamma e pate va’ a murì addò nun sape”.
Capisco pure anche che mi vuoi bene e ci tieni a me – il che mi lusinga e mi gonfia il petto – ma dico io: posso fumare da solo, fuori, all’aperto, senza che nessuno mi ricordi che devo morire!?!
Embe’?!? Siete diventati tutti frati trappisti!
Rispondo come Troisi: “Sì…Sì mmmò, me lo segno”
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http://www.forcesitaly.org/italy/files/guareschi.htm
Leggendo mi è tornato in mente il racconto di uno dei miei scrittori preferiti, Guareschi. Benché poco valutato, amo la sua infinita saggezza stemperata dall’ironia che gli ha permesso di sopravvivere anche durante momenti tragici del secolo scorso.
Spero ti piaccia e comunque Roberto (Albucci) è estremamente adorabile 😉
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All Aborable Bloggers of the Web 😉
Sì l’Albù (come lo chiamo io) è…non la scrivo “quella parola” perché secondo me, mi ara con tutti i post.
Il Givannino è davvero…adorabile. Alcune foto che lo ritraggono, mi comunicano un’infinita sapienza, saggezza, comprensione dello spirito umano. Link salvato tra i preferiti.
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Leggi Lo zibaldino, è perfetto anche da leggere con i nani ma è pieno di saggezza e gioia di vivere.
Ormai con me R si è rassegnato e mi tollera come si farebbe con un cucciolo affettuoso e rompiballe 😂
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Lo farò sicuramente. Anche perché la sera i miei due nanerottoli pretendono “Storia”. E mi tocca inventarmente di strampalate, ma davvero strampalate con le enrgie al lumicino e la creatività che è parente alla cretinità.
ho trovato un pò di pace ora che gli sto propinando I Miti dei Greci. Seguono anche se ogni tanto dò un tocco di personalizzazione alla “mito-secondo-Red”. Non sanno ancora della storia di RedBavon, quindi mi salvo ancora come autorevolezza. Perciò Bellerofronte diventa Bellodfofrà…
Lo zibaldino sarà mio, la mia arma di distrAzione di massa. Perché i due gemelli sono fanno “massa critica”
Obrigado, muy obrigado
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Storia delle storie del mondo è imprescindibile per i miti greci e poi sono belle le fiabe tradizionali italiane raccolte da Calvino.
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Tanta robbbabbella. L’editoria è in crisi (ci lavoro) ma quella dei ragazzi per grazia di Dio tira ancora. C’è ancora speranza per questo pianeta!
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Questa è roba antica ma ha ancora fascino da vendere!
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Antica, piuttosto un classico che tutti dovrebbero leggere
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Adesso mi commuovo, è tutta roba che leggevo alla mia bambina di natale quando era piccola.
Se vuoi sapere chi è http://wp.me/p25DB2-GD
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