Sono un pirata (digitale), sono un signore (virtuale)


Abbandonata per il momento la vena (sangue “sporco” da ripulire) introspettiva e svolazzante del già citato Pindaro in già certificata versione pirla, un piccolo episodio di vita quotidiana risveglia l’arteria con un gorgolglio di sangue “buono”. Approvato dall’Associazione Vampiri “Amici di Bela Lugosi e nemici di Twilight”.

L’inizio non è promettente, sembra il solito pirla, ma in metafora truculenta. Il titolo, di associazione banalotta e privo di fantasia, s’ispira a Julio Iglesias e a una sua canzone di fine anni ’70 da vietare ai diabetici.

Si parlava tra amici di pirateria. Il Corsaro Nero, Sandokan e Capitan Uncino non c’entrano, qui si allude alla copia di film, musica e videogiochi che ormai è entrata nella pratica comune e non è nemmeno percepita come “illegale”.

In italia (lettera minuscola), la legge sul diritto d’autore è una tra le tante ed è talmente poco presa in considerazione che non c’è neanche bisogno di fare un’altra “legge” che la svuoti di significato (molto di moda nella recente prassi politica).

L’anno scorso il Ministro degli Interni, Roberto Maroni, ha anche dichiarato che “scaricare” musica peer-to-peer non è illegale. Lascio alla vostra curiosità e metodo critico farvi un’idea di quanto il Ministro degli Interni ebbe a dire e proporre, tanto da fare accapponare la pelle a quelli della Federazione dell’industria musicale italiana e delle Big Four della musica, cioè Sony, Universal, EMI e Warner, che hanno più volte dimostrato di avere una pellaccia come quella del “Carcharodon carcharias”, meglio noto come “grande squalo bianco”.

Nelle mie peregrinazioni da Gamestop, società quotata in borsa (NYSE:GME) e leader della vendita al dettaglio dei “giochini”, mercato che secondo gli analisti nel 2011 fatturerà una cifretta pari a settanta miliardi di dollari, non è raro imbattersi in scenette del tipo: genitore in bambola su che gioco o console da comprare, sentiti i prezzi, trasalisce e inorridisce (ma cinquanta euro per andare allo stadio invece ce li “butta”, questione di gusti), quando si riprende dallo sbando, invero legittimo per certi prezzi tutti italiani, tenta l’ultima carta, ben consapevole che ciò che sta per proferire è come urlare una bestemmia in Chiesa durante l’omelia in prima fila, in faccia al prete che ti porge l’ostia.

Ascoltata con le mie orecchie, Eustachio m’è testimone.

Adulto costretto da esigenza di regalo impellente e senza alcuna alternativa (leggi: pargolo o nipote fissato con la Pleistéscion, l’Ics-bocs o la Uii:

“Ma ‘sti giochi costano troppo! – il commesso annuisce, ostenta umana comprensione, ma è compassione mista a pietà e quasi sprezzo – Senti, premetto che non ne capisco – e s’era capito! Ma domandare è lecito… – ma m’hanno detto che ‘sti giochi – abbassa la voce ma non per la vergogna, si fa circospetto, quasi fosse in agguato la Guardia di Finanza – poi si possono copiare, è vero?”.

Il commesso ha un sussulto, vorrebbe alzargli le mani addosso visto che gli sta facendo perdere tempo e, a tendere, anche il lavoro. Con un’occhiata e un giro cortese di parole gli fa notare in quale negozio si trova e che non è la persona che può dargli la risposta che cerca: senza considerare che copiare è illegale, il suo datore di lavoro chiuderebbe la baracca e il commesso si ritroverebbe con le proverbiali pezze al sedere.

Lungi da me indugiare in facili moralismi, chi non ha mai masterizzato un cd o scaricato un emmepitttrè o un film, mi scagli addosso il codice civile.

L’edizione “tascabile” Sole24Ore con le sue milleequattrocento pagine è trauma cranico garantito. Inevitabilmente si finirebbe in uno scontro di logoramento tipico da guerra di trincea come nella Grande Guerra. In una trincea, gli appassionati di musica, film e videogiochi che difendono la propria passione a colpi di “se tutti copiassero, a breve non ci sarà più niente di nuovo da copiare: chi produce musica, film e videogiochi smetterebbe”; nella trincea opposta, i sostenitori dei “prezzi troppo alti”, i fruitori senza passione (“consumatori” in senso strettissimo), gli inossidabilmente impenitenti scrocconi.

Proprio come nella Prima Guerra Mondiale, in questo scontro, ci sarebbero morti e feriti, ma non si avanzerebbe di un solo metro: ognuno rimane sulle proprie posizioni. I “pasionari” continueranno ad acquistare edizioni limitate a prezzi vampireschi, gli scrocconi a copiare tutto il copiabile.

Proviamo allora a metterla così: è una questione di gratifica, di sensazioni ed emozioni che può darti l’acquisto, l’entrare in possesso di un oggetto che desideravi fortemente e per cui hai dovuto rinunciare forse a qualcosa d’altro. La gratifica della scelta, la rinuncia non punitiva, ma stimolo e aspettativa nel futuro. E allora che aspettiamo? Andiamo in un negozio online, perdiamoci tra i suoi scaffali e nella vastità di prodotti che ammiccano dallo schermo, dai prendi me, su, guardami come sono bello, prendi me…ioIO!!!Vedi? Costo pure poco. Alla fine di questa fiera, ne usciamo con una serie di clic e un acquisto.

Ma volete mettere? L’attesa che ti deve arrivare il pacchetto, il giorno che finalmente l’agognato pacchetto viene recapitato. E’ come se fosse venuto Babbo Natale quando eravamo piccoli e ancora ci credevamo e, sopratutto, non avevamo ancora incontrato quel pirla di bambino più grande, più grande e più pirla, che ci spiattellava con saccenza la verità. Vi ricordate? Mmmmh che bella sensazione…Sì, can you feel it? Can You feel it? Can you feeel it?

Allora scarti il pacchetto, gi-ri-giri la confezione bianca tra le mani, poi aggredisci il cellophane che più volte ti scappa tra le dita fameliche…se avete le unghie corte è una lotta impari. Finalmente liberi la confezione dal cellophane (non è uno strappare, ma un liberare), pianti due dita sul bordo dell’apertura e T’LAC quel suono è preludio alla soddisfazione di avere quel disco finalmente quel disco, un banale disco, l’odore del librettino delle istruzioni, io li sfoglio solo per quell’odore. Ah! Che soddisfazione, che appagamento! Una spruzzata di felicità.

E non è finita. Stai fremendo per vederlo. Rifai tutta l’operazione, ma questa volta è un’operazione banale, non ci fai caso, accendi la Wii e quanto ci metti ad accenderti eddai!!! Su, su! Inserisci il disco, la feritoia lo fagocita e lo carica per qualche attimo interminabile, punti il telecomando e clicchi sul menu. Eeeeee…Legend of Zelda Skyward Sword. Puoi perderti.

Allora succubi del consumismo a scrocco e del tarocco sono riuscito a liberarvi?

Non credo;)

Claudio Feel-the-original, feel the real thing, can you feel it?

3 pensieri su “Sono un pirata (digitale), sono un signore (virtuale)

  1. matteo

    Pur di sembrare ripetitivo ancora complimenti, un post divertente, interessante e significativo.
    Ancora ricordo la ricerca (l’avrei preso in ogni caso ma comunque cercavo il risparmio, alla fine l’ho pagato “soli” 25€ con ss incluse ù_ù ), l’attesa e l’arrivo di Final Fantasy VIII per psx acquistato poco tempo fa (da bambino non mi facevo scrupoli sul tarocco) proprio per, come dici tu, quel senso di gratifica che si prova all’arrivo e a vederlo lì sulla mensola nella sua custodia originale, con i CD intatti, con il manuale che sai a memoria, ed ad ogni occhiata che gli dai ti fa tornare in mente le ore passate a quel gioco ed a tutta quella, e si perchè no, felicità che ti ha regalato. Non parliamo dei fumetti li sono finiti gran parte dei miei risparmi e continuano a finirci (purtroppo?!?!) 😀

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    1. Repetita iuvant! Nel caso dei complimenti iuvant il doppio 🙂 Grazie ancora. Un post senza commenti è come un albero che non fa mai fiori. Chiudo l’angolo bio-romantico perché questo blog è già altamente eco-compatibile, totalmente riciclabile nell'”umido/organico”.
      Hai colto lo spirito: con tutto ‘sto popo’ di digital delivery e cloud, non avremo più un ricordo da rimirare sullo scaffale. Capisco i problemi di spazio, ma nessun file può darti le sensazioni di quando riprendo tra le mani una scatola di un videogioco della MicroProse, Cinemaware, Psygnosis, l’eccitazione dei dieci floppy di Dragon’s Lair per Amiga (stavi più tempo a cambiare dischi che a giocare), la mappa di stoffa di Ultima IV, il tomo di Falcon 4.0 e Flight of the Intruder…ma vale anche per l’albo di Turok con bollino L(ire).350 uscito da una busta-sorpresa che si comprava in edicola, oppure il primo numero di Martin Mystère, Il Signore degli Anelli ricevuto in regalo da papà, un qualsiasi albo di Tex Willer, Zagor, Mister No, Comandante Mark, Akim, Nathan Never. Anche io ho dilapidato in fumetti, per lo più di produzione nostrana. Risparmi (miei e tuoi) investiti benissimo|

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