I bambini piccoli sono…piccoli, non fessi.


ovvero 10 piccole cose da sapere quando il joypad è conteso da un bimbo e un adulto (anagraficamente dovrebbe esserlo…)

Spira una strana aria: venti di “guerra” tra Microsoft Kinect e Sony Move sull’interfaccia utente del futuro, Nintendo fa spallucce e con la nuova console 3DS passa a rivoluzionare il videogioco portatile con il 3D senza occhiali o altre appendici; la mia “lista della spesa” è ingolfata da titoli decisamente intriganti; una tripletta di giochi portati a termine in questo fine di ottobre (Halo Reach, Dante’s Inferno e Heavy Rain) che non si vedeva dai tempi di quando m’inchiodavo davanti al tubo catodico e cantavo “Va, distruggi il male, va! (Goldrake!)”. Ho capito che, come l’anno scorsoNatale si avvicina.

Come il plenilunio fa scattare nel licantropo la trasformazione da uomo a belva ferina, così il periodo natalizio fa scattare nel pargolame una bramosia di Pleistescion, intendendo con tale storpiato termine il genere videoludico in toto, in barba ai milioni di euro spesi in campagne pubblicitarie da Microsoft e Nintendo. Il marketing dell’industria dei videogiochi, intanto, sente l’odore di carne fresca (ucci ucci, sento odor di dollarucci…). Genitori, siete finiti in padella. Potete decidere solo la cottura: cedere subito (cottura al sangue), resistere un pò (cottura media), cedere solo all’ultimo (ben cotta…). I Borg sono già tra noi e hanno solo sembianze diverse da quelle immaginate in Star Trek: assomigliano a teneri pargoli. “La resistenza è inutile”.

Visto che “la resistenza è inutile”, meglio ammortizzare il colpo e prepararsi per sopravvivere  alla vecchiaia e al nuovo che avanza (cioè nipoti, figli, semplici conoscenti al di sotto del metro di statura e con le mani perennemente unte)

1. I bambini piccoli sono piccoli, non fessi. Provate a “rifilare” a un bimbo un joypad non collegato e scoprirete che, dopo avere provato a mangiarne le levette analogiche, constatata la relativa incommestibilità e definitivamente archiviata l’idea di fagocitarne parti per il sapore a dire poco raccapricciante, inizierà – nel migliore dei casi – a giochicchiarci imitando l’ “adulto”, nel peggiore a usarlo a mò di martello di Thor. Alla (ex)tenera creaturella bastano 5 minuti per capire che il joypad è “finto”, che il joypad da avere è quello tra le mani dell’ “adulto”, quello funziona, guardaguarda come concentra tutta l’attenzione dell’adulto e, si sa, i bimbi vogliono tutta l’attenzione per loro…mollato il “pacco” come si lascia da parte un gioco noioso, protenderà le sue manine unte verso quello che stringe colui il quale dovrebbe dargli l’esempio. L'”adulto” prova a insistere, gli ripropone il “pacco” ma quel tono mellifluo suona ormai alle orecchie del piccolo come quello utilizzato dal serpente per convincere Eva a mangiare quella bella mela. Eva cadde nell’inganno, il bimbo no. L’inganno è rivelato. Il bimbo non molla più. Per l’ “adulto” è Game Over.

2. Il tempo libero usato per  dedicarsi ai videogiochi: ad libitum quando eri più giovane; ora è oggetto di bi€co baratto con il sonno. Un’ora di videogioco=un’ora di sonno in meno.

3. Nella decisione di acquisto, il bollino PEGI è come Carneade, chi era costui? Finora mai preso in considerazione, anzi guardato con diffidenza e aria di sufficienza quando il bollino sulla confezione indichi l’età minima (=3), cioè presuppone che l’ unica forma di violenza ammessa è la violenza da cartoni animati tipo Bugs Bunny o Tom & Jerry. Ora il bollino per un pubblico adulto (PEGI 18) assume un altro significato: non va giocato quando ci sono bimbi in giro. Da cui discende anche che…

4. …I giochi per i “bambini” non sono più i “paria” dei videogames, non sembrano più soldi buttati, ma armi di distrazione di massa. Se GranTurismo è troppo complicato, Cars diventa un’opzione passabile; se GTA IV è improponibile, Toy Story 3 diventa una papabile alternativa. Non è importante come si videogiochi, ma è importante che si videogiochi.

5. Nintendo DS e Sony PSP non sono più le console di divertimento portatile, piuttosto le compagne delle sessioni di gioco più “intime” tra le mura casalinghe, in “ritiri” inviolabili anche da convivente, moglie e figli. Questione di privacy e – nei casi previsti dall’Imodium – salvaguardia della salute del bambino.

6. Le console portatili possono essere anche utilizzate come “decoy”, cioè un inganno di natura elettronico, esattamente come si usa nella guerra moderna. Avete presente i duelli aerei di Top Gun?…Quando il bimbo vi segue per casa come un missile a ricerca radar e vi “aggancia” seduto sul divano non appena hai messo le mani sul joypad,  tenuto conto quanto già descritto al punto 1, l’unica possibilità di mantenere lo “scettro” del joypad è consegnargli una console portatile, il missile-bambino aggancerà la nuova traccia elettronica e la minaccia sarà sventata. Almeno per i prossimi 15  minuti…

7. Joypad, joystick, Wii Remote e telecomandi vari devono essere SEMPRE riposti su superfici almeno un metro più alte del divano o del classico tavolino davanti la tivvù, pena ritrovarsi tra le mani dei joypad unti e sporchi di residui di cibi non meglio identificati né tanto meno identificabili, nemmeno dai C.S.I. Tale regola si applica anche con amici adulti che siano particolarmente molesti e che trovano divertente estrarre le pile e nasconderle (fidatevi, esistono) oppure amano rimpinzarsi di patatine, arachidi e fonzies, messi a generosa disposizione dal vostro senso di ospitalità, rendendo il joypad peggio di un panetto di strutto. In questi casi, la cosa migliore da fare è mettere tutto in un armadio e sotto chiave.

8. Mai lasciare incustodite e ad altezze minori del metro d’altezza le confezioni di videogiochi con il disco all’interno: la custodia verrà sventrata come un galletto amburghese sulla piastra, il disco ricoperto  da una patina di unto, impronte e sporco che se non sapessi che in giro deambula un bambino, giurerei che è il grasso di una foca che mi gira per casa. Dopo tale incontro ravvicinato di piccolo-tipo, il disco potrà essere usato come frisbee, sottobicchiere o, con uno sforzo di creatività paradossa, farlo pendere sul lettino al posto di una di quelle piccole api o animaletti volanti con tanto di carillon e potere soporifero equivalente a una pasticca di valeriana nel biberon.

9. ‘E figli so’ piezz ‘e coreMario Merola docet – e costano più di un trapianto di cuore. Le offerte promozionali di giocattoli e i saldi di abbigliamento dei vestitini (“ini” solo nella taglia) assorbono la parte di sudata busta-paga una volta destinata ai 3X2 di Gamestop, ai “compra 2 e paga la metà il secondo” di Blockbuster Gamerush, ai “cestoni” dei “Videogiochi a partire da…” di Mediaworld, le offerte “civetta” dei volantoni della Grande Distribuzione Organizzata, unica ragione per accettare di diventare piloti di un carrello strapieno di viveri e detersivi, come gregario di vostra moglie a caccia di offerte e del “minimo indispensabile per la settimana”  nel mega-supermercato di un centro commerciale.

10. Il gioco cooperativo con il piccolo untore-di-joypad è una mera chimera. Una volta impossessatosi del joypad, condurrà il gioco a modo suo, tutto suo: sfracellandosi ogni due metri contro i guard-rail su un rettilineo; divertendosi come un matto a gettare l’avatar di gioco un milione di volte, tutte uguali, nella stessa identica pozza di lava fusa o dall’alto di quella piattaforma sospesa su un precipizio senza fondo; a farsi maciullare dal più pusillanime dei goblin o altra mezza-cartuccia di nemico, che tu avresti disposto come concime in mezzo battito di ciglia, un distratto colpetto di tasto, senza nemmeno scomodare una “combo” . Ogni tentativo di educarlo alle “regole del gioco” è vano, proverete a ridurre la difficoltà al livello “Lo finirei con una mano legata e un occhio bendato”, ma anche questo estremo tentativo sarà destinato a “perdersi come lacrime nella pioggia”.

Questo elenco non ha nessuna pretesa di essere esaustivo, è solo un elenco così come m’è venuto fuori, scritto per (video)gioco, pensando alle volte che ho avuto piccoli ospiti a casa cui ho aggiunto un po’ di situazioni frutto della mia immaginazione (è una droga…non riesco a farne a meno…è una droga). Per rendere migliore quest’elenco e questo umile-ma-onesto blog, faccio appello alle  falangi, falangine e falangette di voi, padri, madri, zii, zie, prozii, prozie, nonni e nonne, conviventi more uxorio, senza distinzione di razza, religione od orientamento sessuale, per aggiungere nello spazio dei commenti le vostre imbarazzanti esperienze con il joypad quando quei piccoli tesoretti ve lo sfilano dalle mani…e se proprio eravate all’ultimo boss dell’ultimo livello, vi avranno sfilato anche dell’altro. Questo non scrivetelo.

Bambini ora basta con i videogiochi, andiamo fuori all’aperto…giochiamo ad acchiaparella? (Pubblicità Progresso)

Vostro-Claudio-Dagli-All’Untore

P.S. (ovvero Provocazione Subdola): l’appello a contribuire con le vostre esperienze so che andrà deserto, non mi faccio illusioni, ma a conclusione dell’articolo faceva molto scena e dava un certo tono di condivisione, partecipazione, à la social network….nel caso che poi che qualcuno ci creda davvero, c’est très facile: inserisci <nome> anche di fantasia, inserisci <e-mail> che sarà nota solo a me, inserisci <commento>…premi l’apposito bottone per inviare. Lasciami il tempo di leggerlo e lo vedrai apparire. Magicabula bidibibodibiBUH’paura eh?

Aggiornamenti di questo post:

5 pensieri su “I bambini piccoli sono…piccoli, non fessi.

  1. gabrybabelle

    anch’io un giorno ormai lontano dissi”BIMBO!!!!! io t’ho dato la luce…… io te la spengo!!!Era il tempo del Commodore 64 i Floppy disk erano da 8 pollici e presi a martellate la tastiera Consolle,perché il “bimbo”di allora non mi dava retta,tanto era intento a duplicare i giochi anziché scriverseli da sé,col tempo ho capito che ci voleva più pazienza ,e che non tutti possono o vogliono far di conto,preferiscono il servizio bello che fatto e poi mica le mamme sono tutte uguali,e nemmeno i bambini 😉

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    1. Commodore64 preso a…martellate? Intendi proprio a colpi di “martello” cioè quell’arnese con manico di legno e un pezzo di ferro pesante alla punta?…Concordo (e mi guardo dal contrariarti) che le mamme non sono tutte uguali e, dopo questo episodio, convengo che anche il tuo “bimbo” non sia rimasto più uguale…Io il Commodore64 non l’ho mai avuto (odiavo i nastri e quelle cassette anonime!), qualche volta i miei vecchi sono arrivati alle maniere forti, ma per fortuna sul mio corpo e non sulle console o computer…li ho ancora tutti funzionanti (tranne l’ADAM, “Burned in”). E sopratutto mai con il martello…anche se a giudicare da quello che scrivo forse quegli scapaccioni e “paccheri” qualche piccolo danno l’hanno creato. Oibò. 🙂

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  2. T’assicuro di si,proprio a martellate,quello di legno con il ferro a capocchia dall’altra parte,era il ferro numero due(leggero per cornici)ma feci danni immensi,comunque ne avevo uno di scorta-Di tasteira per Commodore ,tanto il “piccolo”non fece una piega si limito’ a dire”tanto l’hai pagato tu,mamma”è rimasto tale e quale in compenso la smanettona di casa sono io,cosi tanto per sfatare il detto che i vecchi non sanno fare un cazz con un p.c. in mano lapassione comincio’studiando questogenere di macchine

    http://it.wikipedia.org/wiki/Schede_perforate

    da li in poi ilmondocambio’ e tanto

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    1. Le schede perforate?!? Oddio io le ho toccate con mano nell’ufficio del mio caro papà! Oltre che da Pong, Space Invaders & co., sono stato fulminato da quelle fila di terminali a fosfori verdi il cui “cervello” era qualche piano più sotto in computer formato armadio, posati su solai rinforzati, che ingurgitavano e sputavano dati grazie alle schede perforate. Oddio mi hai fatto venire la lacrimuccia di nostalgia nostalgia canaglia…ecco ora ci facciamo pure la figura dei vecchietti multimediali amarcord. Allora sì, il martello fu il giusto fio per quel fijo del tuo grembo che ebbe pure l’ardire di fare spallucce al tuo sudato sacrificio finito non in profumi, ma nel Balocco64. A questo punto sfodero, la mia frase risolutiva e definitiva quando si parla di figli: SO’ SODDISFAZZZZIONI!

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